sabato 31 maggio 2014

Do ut des -- di Marco Cedolin




Do ut des

di Marco Cedolin

Nella giornata della valanga euroscettica, mentre in Francia dilaga il FN di Marine Le Pen, in Gran Bretagna spopola l'Ukip di Nigel Farage, in Danimarca diventa primo partito il DPP ed in Austria il Fpoe raddoppia i propri consensi attestandosi oltre il 20%, in Italia l'ebetino Matteo Renzi, alla guida del PD, stravince la sfida con Beppe Grillo e raccoglie più del 40% dei consensi, smentendo qualsiasi previsione della vigilia. Tutto ciò nonostante il Matteo fiorentino rappresenti un partito in tutto e per tutto prono di fronte all'Europa dei banchieri, di cui rappresenta di fatto la quinta colonna all'interno del nostro disgraziato paese e nonostante l'Italia, insieme a Grecia, Portogallo e Spagna, sia fra le nazioni maggiormente devastate dall'euro e dalle politiche di austerity della UE.....

Tenuto conto del fatto che fra i due partiti euroscettici presenti in Italia, la Lega Nord ha ottenuto un buon risultato, superando il 6% nonostante solo qualche mese fa fosse stata data per morta da un po' tutti gli esperti, mentre Fratelli d'Italia non sembra essere riuscita a raggiungere la soglia di sbarramento del 4%. Mentre Forza Italia di Silvio Berlusconi a furia di restringersi non va oltre il 16% ed i residuali del Popolo della libertà, capitanati da Alfano e Casini, così come la sinistra radicale liofilizzata dietro la bandiera di Tsipras, stanno ancora reggendosi con le unghie e con i denti alla soglia di sbarramento, viene spontaneo domandarsi dove finiscano i meriti del Mr Bean de noantri e dove inizino i demeriti del duo Grillo/Casaleggio che si ritrova intorno al 20%, distanziato di altrettanti punti percentuali dal quel PD che prometteva di "mandare a casa" una volta per tutte.

Senza dubbio Matteo da Firenze ha saputo toccare le corde giuste, dando ad una parte degli italiani, sostanzialmente al blocco di coloro che lavorano ed hanno un posto fisso, circa 80 ragioni per votare il suo partito, mentre al tempo stesso è stato bravo (cosa che il suo predecessore legacoop Bersani non sarebbe riuscito a fare) nel carpire voti al partito di un Cavaliere ormai profondamente imbolsito ed in totale confusione. Così come l'intero PD, non solamente l'ebetino toscano, è stato abile nel recuperare tutta quella ragnatela di rapporti con il mondo finanziario ed industriale, che lo scorso anno erano andati un poco in crisi alla vigilia delle elezioni che segnarono l'exploit di Grillo.

Ma tutto ciò non basta per spiegare una vittoria di queste proporzioni, dal momento che se il Movimento 5stelle fosse stato in grado d'intercettare il malcontento degli italiani che non hanno un posto fisso o che lavorano con la partita iva, unitamente all'onda euroscettica e alla disperazione di tutti coloro che non sanno più dove sbattere la testa, sicuramente non sarebbe stato distanziato di 20 punti percentuali dal PD.

Grillo ed il suo movimento, peccando di scarsa umiltà ed altrettanto scarsa lungimiranza, hanno invece finito per intercettare ben poco, dal momento che si sono mostrati pavidi, incapaci di schierarsi contro l'euro e l'Europa dei banchieri, incapaci di esprimere un programma chiaro a livello europeo, spesso fumosi ed inconcludenti, quando invece sarebbe stato necessario essere schietti e risoluti.

Una cospicua parte degli italiani che avrebbero potuto votare un Movimento 5stelle propenso a spendersi per l'uscita dell'Italia dall'euro e dalla UE hanno così votato altri partiti o si sono rifugiati nell'astensionismo, mentre i grillini continuavano a raccontarsi che avrebbero stravinto, senza rendersi conto che stavano segando l'albero sul quale erano abbarbicati.

L'alba del giorno dopo racconta di un'Italia ebetina, ebbra dei suoi 80 euro e dimentica del fatto che a fronte di questa elemosina dovrà restituirne molti, ma molti di più e peseranno sulle spalle di tutti, non solamente di coloro che lavorano ed hanno un posto fisso, sempre che anche in futuro le schiere composte da chi lavora ed ha un posto fisso riescano a sopravvivere alle riforme ordite da Matteo da Firenze e dalle banche per cui egli si prodiga.



                                                                                                                                  

giovedì 29 maggio 2014

Molto meglio il neofascismo di un buffone, pazzo, isterico (Ercolina Milanesi)



Molto meglio il neofascismo di un buffone, pazzo, isterico
                      Ercolina Milanesi

Grillo avverte Napolitano: 'O me, o il neofascismo'

Beppe si crede il salvatore della patria: con il Movimento 5 stelle abbiamo evitato la dittatura come quella agghiacciante di Alba dorata in Grecia "O Nikos o Beppe". Parla chiaro Grillo dal suo blog: "Senza il Movimento 5 stelle e più in generale senza i movimenti dei cittadini" si rischia la "dittatura". Che può presentarsi sotto varie forme: "Quella agghiacciante, nazista, di Alba dorata in Grecia, del neofascismo di Marine Le Pen o del partito ultranazionalista ungherese Jobbik".Insomma, Grillo avverte Napolitano, che ha voluto ridimensionare il boom del movimento del comico e si auto-incensa: "In Italia è accaduto un piccolo miracolo. Il cittadino di fronte alla crisi economica vuole più democrazia, più partecipazione. In Italia il vuoto lasciato dai partiti, che sta spostando l'Europa verso un neofascismo, è stato riempito, per ora, da cittadini incensurati, sinceri democratici, da boy scout e volontari di ong, ingegneri e operai, studenti e pensionati".Il pericolo sostiene il comico, per ora è stato scampata ance se, dice, "in futuro dovremo confrontarci sempre più con i nazionalismi, i fascismi rossi o neri, con la xenofobia e la caccia al diverso. E' un paradosso che l'Italia, la nazione che ha inventato il fascismo e lo ha esportato nel mondo, ne sia oggi, di fronte alla crisi, ancora immune e, anzi, sia un laboratorio di democrazia diretta con il Movimento 5 Stelle. Il vento dell'ultradestra soffia in Europa sempre più forte. La partitocrazia che lo ha generato ne soffrirà pesanti conseguenze in mancanza di alternative democratiche. O Nikos o Beppe.
Ecco gli italiani del 2000: votano un ciarlatano senza alcun ideale politico con la speranza che porti loro denaro, lavoro e tutte le solite panzane che racconta.
Grillo, ma chi si crede di essere divenuto ora che ha vinto un po’ di voti? Povero illuso si scordi di sedere su un alto scranno del Senato o della Camera, non ha ne l’istruzione ( per quanto sono parecchi i deputati che ne sono privi) ne la capacità di tenere un discorso in Parlamento, sarebbe peggio di Santoro che urla con la bava alla bocca, il che è tutto un dire.
Solo un perfetto idiota poteva tirare fuori la battuta: “ O ME O IL NEOFASCISMO” e difatti ciò è successo!
Quelle belle cosine che vuoi fare attento non le facciano a te, anzi te lo auguro, magari ti piacciono. 

                                                                                                                                                                              



martedì 27 maggio 2014

I CRIMINI DEI "BUONI" -- LA VOLANTE ROSSA

Volante rossa


La Volante Rossa fu un'organizzazione paramilitare attiva a Milano e dintorni nell'immediato secondo dopoguerra, dal 1945 al 1949. Il nome completo era Volante Rossa Martiri Partigiani, comandata dal "tenente Alvaro", soprannome di Giulio Paggio.


La Volante Rossa era composta da ex partigiani comunisti e operai che ritenevano di proseguire con le loro azioni la Resistenza italiana. Si costituì un apparato organizzativo che discendeva da quello dei Gruppi di Azione Patriottica (GAP) definito "garibaldino" e impiegato nella resistenza fino al 25 aprile 1945.

Il nome derivava da un reparto di partigiani comunisti che operava nella zona dell'Ossola.

Aveva base nei locali della ex Casa del Fascio di Lambrate (Milano) in via Conte Rosso 12, trasformata dopo il 25 aprile in Casa del Popolo.

Questa forniva loro una copertura e permetteva loro di incontrarsi senza farsi notare, dato il via vai di persone.


Svolgeva funzioni di sostegno nelle attività del partito comunista e del sindacato, in particolare durante gli scioperi e le manifestazioni operaie, durante le quali svolgeva il ruolo di servizio d'ordine e protezione dalle forze dell'ordine e dalle rinascenti organizzazioni non comuniste come il il Partito Liberale e quello dell'Uomo qualunque e dalle organizzazioni neofasciste che in quegli anni ritornavano in attività con sedi, giornali e liste elettorali. Soprattutto in questo periodo diverse organizzazioni neofasciste, come i Fasci di Azione Rivoluzionaria, operavano per mezzo di azioni violente ed attentati verso esponenti della Resistenza italiana e dell'associazionismo socialista e comunista. Da qui nasceva la necessità di dotarsi di un servizio di protezione.

Contro esponenti delle organizzazioni neofasciste la Volante Rossa effettuò attentati e violenze.
Creata a Milano, allargò la sua influenza appoggiandosi a strutture locali e estese la sua azione in gran parte dell'Italia settentrionale e centrale.
Aveva alleanze e basi in tutta la Lombardia ed anche in Piemonte, nel cosiddetto "triangolo della morte" emiliano e nel Lazio.

Fu attiva per quattro anni, fino al 1949.
Molti dei suoi componenti furono ritenuti responsabili di una serie di omicidi e violenze a danno di persone politicamente legate al passato regimefascista, a partiti ostili a quello comunista come quello Liberale o a quello dell'Uomo Qualunque.

Vi furono azioni anche in danno di dirigenti e capi reparto delle fabbriche milanesi ritenuti responsabili di vessazioni (vere o presunte) ai danni degli operai

La Volante Rossa agì nel contesto di una organizzazione più ampia, di cui costituiva una parte.

Spesso simpatizzanti e fiancheggiatori della banda contribuivano al depistaggio delle indagini (quando venivano avviate) spargendo la voce di fughe improvvise delle vittime per luoghi lontani, in genere l'Argentina (già luogo di rifugio di molti fascisti).

Dopo le elezioni del 1948, essendo evidente che il Partito Comunista aveva perso le elezioni e che non si profilava la possibilità di conquistare il potere con la forza, l'organizzazione perse molta della sua importanza ma non cessò l'attività.

Nel 1949, dopo che alcuni membri furono tratti in arresto, l'attività dell'organizzazione cessò.

Il partito comunista, che li aveva a lungo sostenuti, rinnegò l'organizzazione: i vertici furono aiutati a fuggire in paesi al di là della "Cortina di ferro", mentre diversi appartenenti furono abbandonati al proprio destino.

Il processo si svolse nel 1951 presso il tribunale di Verona. Gli imputati furono 32, di cui 27 in detenzione e 5 latitanti. Le condanne furono 23, di cui 4 all'ergastolo.

Eligio Trincheri, condannato all'ergastolo, rimase in carcere fino al 1971, quando fu graziato dal presidente della Repubblica, Giuseppe Saragat.

I tre elementi di punta dell'organizzazione - Giulio Paggio, Paolo Finardi e Natale Buratto, condannati all'ergastolo - furono aiutati a fuggire in Cecoslovacchia.

Vennero tutti e tre graziati dal presidente della Repubblica Sandro Pertini nel 1978.

Delitti imputati alla Volante Rossa

Il 21 novembre 1953, presso la Corte di Assise e di Appello di Venezia presieduta dal giudice dott. Guido Pisani, venne emessa la sentenza di II grado del processo «Volante Rossa». Dopo sei giorni di dibattimento, i componenti del gruppo Volante Rossa vennero condannati per i seguenti reati:

• associazione a delinquere;

• detenzione di armi;

• 16 giugno 1947: assalto al bar di Via Pacini in Milano;

• 29 ottobre 1947: invasione e danneggiamenti della sede del giornale «Il Meridiano d’Italia»;

• 4 novembre 1947: omicidio di Ferruccio Gatti, responsabile milanese del Movimento sociale italiano e tentato omicidio di sua moglie Margherita Bellingeri;

• 12 dicembre 1947: sequestro di persona (Italo Tofanello);

• 15 luglio 1948: occupazione dell’azienda industriale «Bezzi»;

• 27 gennaio 1949: omicidio di Felice Ghisalberti;

• 27 gennaio 1949: omicidio di Leonardo Massaza.

Sono questi, e nessun altro, i reati dei quali i membri della Volante Rossa sono imputati, sono stati processati e hanno subìto condanne. Qualsiasi altro delitto loro attribuito è frutto di strumentalizzazioni e speculazioni. Per comprovare questo basti consultare, come sopra specificato, la sentenza di secondo grado emessa a Venezia nel novembre 1953, a disposizione presso l'Archivio di Stato

(fonti: tutto il materiale processuale, ivi compresi gli interrogatori; la sentenze di primo e secondo grado; il libro di Carlo Guerriero e Fausto Rondinelli "La Volante Rossa", Datanews, Roma, 1996; il libro di Massimo Recchioni "Il Tenente Alvaro, la Volante Rossa e i rifugiati politici italiani in Cecoslovacchia", DeriveApprodi, Roma, 2011)

Appartenenti alla Volante Rossa

Elenco di alcuni componenti dell'organizzazione comunista, tra le parentesi il nome di battaglia, la professione e l'anno di nascita:

• Otello Alterchi (Otelin), elettricista, classe 1928;

• Felice Arnè, nome di battaglia Ciro, operaio, classe 1930;

• Giordano Biadigo (Tom), operaio, classe 1929;
• Bruno Bonasio, elettricista, classe 1926;
• Primo Borghini, custode della Casa del Popolo di Lambrate, classe 1920;
• Mario Bosetti, classe 1926;
• Natale Burato (Lino);
• Luigi Canepari (Pipa), meccanico, classe 1925;
• Camillo Cassis, (Cassis), idraulico, classe 1925;
• Ennio Cattaneo, elettricista, classe 1930;
• Domenico Cavuoto (Menguc), barista, classe 1930;
• Giulio Cimpellin (Ciro), meccanico, classe 1920;
• Ferdinando Clerici (Balilla), operaio, classe 1928;
• Luigi Comini (Luisott), fotografo, classe 1925;
• Walter Fasoli (Walter), disoccupato, classe 1917;
• Paolo Finardi (Pastecca), classe 1928;
• Mario Gandini (Milà);
• Pietro Jani (Jani), idraulico, classe 1926;
• Giacomo Lotteri (Loteri), meccanico, classe 1920;
• Luigi Lo Salvio;
• Angelo Maria Magni, elettricista, classe 1926;
• Sante Marchesi (Santino), radiotecnico, classe 1926;
• Antonio Minafra (Missaglia), classe 1919;
• Enrico Mondani, tipografo e segretario della sezione Lambrate del Partito Comunista Italiano, classe 1925;
• Mario Mondani, meccanico, classe 1927;
• Giuseppe Morandotti;
• Angelo Ostelli (Stuccafiss);
• Mauro Ostelli (Maurino); ex latitante in Cecoslovacchia;
• Giulio Paggio (Alvaro), classe 1925;
• Ettore Patrioli (Iaia), meccanico, classe 1926;
• Carlo Reina, conciatore, classe 1926;
• Emilio Tosato (Lietù), elettricista, classe 1929;
• Ferruccio Tosi (Cazzo), elettricista, classe 1929;
• Eligio Trincheri;
• Angelo Vecchio (Tarzan), operaio, classe 1925;
• Dante Vecchio (Tino), meccanico, classe 1917;
• Walter Veneri;
• Italo Zonato (Italo), meccanico, classe 1925.


I CRIMINI DELLA VOLANTE ROSSA 


31 agosto 1945 - Rosa Bianchi Sciaccalunga e la figlia Liliana, uccise a Milano, perché rispettivamente moglie e figlia di Stefano Bianchi Sciaccalunga, ufficiale della Decima Mas fucilato dai partigiani il 26 aprile 1946.

27 gennaio 1946 - Orlando Assirelli, commerciante, ucciso a Sesto San Giovanni.

6 febbraio 1946 Enrico Meneghini,  perché sospettato di appartenere alle Sam.

gennaio 1947 – Omicidio di Eva Macciacchini e di Brunilde Tanzi, simpatizzanti di movimenti di destra.
14 marzo 1947 – Omicidio del giornalista Franco De Agazio, direttore della rivista “Meridiano d’Italia”.

16 giugno 1947 – Assalto ad un bar di via Pacini 32, ritenuto luogo di ritrovo di simpatizzanti di destra, a colpi di sassi e di pistola.

6 luglio 1947 – Attentato contro l’abitazione di Fulvio Mazzetti, simpatizzante di destra, in Corso Lodi 33. La bomba a mano lanciata contro l’abitazione rimbalza contro una zanzariera e ricade in strada, ove ferisce uno degli attentatori, Mario Gandini. L’altro si chiama Walter Veneri.

10 luglio 1947 – Attentato contro la sede del settimanale missino “Rivolta Ideale”. Qui una quarantina di persone erano radunate per ascoltare una conferenza del professor Achille Cruciani. Due terroristi lanciarono una bomba nella sala con la miccia già accesa. Uno dei presenti la raccolse e la lanciò giù dalla finestra, ove esplose danneggiando il palazzo di via Agnello 10 e tre automobili.

27 luglio 1947 – Un ordigno al plastico viene collocato all’interno di un cinema nel quale il professor Cruciani doveva tenere un’altra conferenza. La polizia lo ritrova prima che esploda.

11 ottobre 1947 – Assalto alla sede del M.S.I. di via Santa Radegonda, che viene devastata. Numerosi missini presenti vengono feriti.

29 ottobre 1947 – Al termine di una manifestazione indetta dalla Camera del Lavoro, viene assalita e distrutta la sede della rivista “Meridiano d’Italia”.

4 novembre 1947 – Omicidio di Ferruccio Gatti, responsabile milanese del M.S.I., nella sua abitazione, in viale Gian Galeazzo 20.

4 novembre 1947 – Tentato omicidio di Antonio Marchelli, segretario della sezione del M.S.I. di Lambrate.

5 novembre 1947 – Omicidio, a Sesto San Giovanni, di Michele Petruccelli, aderente al Movimento “Uomo Qualunque”.
11 novembre 1947 - Giorgio Magenes Folli, agricoltore, appartenente all’Uomo qualunque, linciato da una folla di comunisti a Robbiano Mediglia (Milano) guidati dagli uomini della “Volante rossa”.

12 novembre 1947 – Assalto alle sedi dell’Uomo Qualunque in Corso Italia, del M.S.I. in via Santa Radegonda e della rivista “Meridiano d’Italia”.

13 novembre 1947 – A bordo di tre camion i terroristi della Volante Rossa si recano in via Monte Grappa e devastano la sede del Movimento Nazionale Democrazia Sociale.

14 novembre 1947 – Irruzione nella sede del Partito Liberale Italiano in corso Venezia.

27 novembre 1947 – Assalto alla Prefettura di Milano, insieme a centinaia di manifestanti che protestavano contro la sostituzione del Prefetto Troilo. Nella stessa giornata viene assalita la sede del M.S.I. e quella della RAI in corso Sempione.

6 dicembre 1947 – Aggressione ad una guardia giurata della Breda, a Sesto San Giovanni.

12 dicembre 1947 – Sequestro dell’ingegner Italo Tofanello, dirigente delle Acciaierie Falck, in via Natale Battaglia 29. Condotto in Piazza Duomo l’ingegnere viene costretto a spogliarsi e quindi viene rilasciato senza vestiti.

10 aprile 1948 – Disordini durante un comizio del M.S.I. in piazza Belgioioso.

25 aprile 1948 – Disordini durante una manifestazione non autorizzata a piazzale Loreto.

15 luglio 1948 – Scontri con le Forze dell’Ordine durante l’occupazione degli stabilimenti Bezzi e Motta.

13 ottobre 1948 – Aggressione ad alcuni dirigenti della Breda.

27 gennaio 1949 – Omicidio di Felice Ghisalberti in via Lomazza 
27 gennaio 1949 - Omicidio del dott. Leonardo Massaza in piazza Leonardo da Vinci, ritenuto simpatizzante di destra. 


L’elenco di questi crimini naturalmente rappresenta in modo assai sommario la vera attività della Volante Rossa. Si tratta degli episodi sicuramente attribuibili a questa formazione, mentre non compare una quantità di altre azioni che in quegli anni turbolenti furono commesse da estremisti di sinistra, quasi sicuramente appartenenti alla Volante Rossa, ma di cui non abbiamo documentazione certa.


IL GEN. FERRUCCIO GATTI UCCISO
 DALLA VOLANTE ROSSA NEL 1947


BRUNILDE TANZI, SERGIO LUPARIA, ENRICO MENEGHINI 
UCCISI A MILANO NEL 1946


MILANO 17 GENNAIO 1947 IL CORPO DI EVA MACIACCHINI
 RINVENUTO IN UN PRATO PRESSO LAMBRATE


VOLANTE ROSSA
Questa aggregazione delinquenziale nasce poco dopo la cessazione delle ostilità belliche nell’estate del 1945, La creazione fu opera di un ex partigiano comunista, Giulio Paggio, già operativo in Valsesia nella “Banda Moranino” (zona passata alla storia per i fatti criminosi addebitati al “Moranino”, deputato comunista al Parlamento per il quale la Camera dei Deputati votò per ben tre volte l’incriminazione ed altrettante volte rifugiato in uno stato comunista dal quale rimpatriò tre volte per elezione). Il Paggio aveva operato in un gruppo chiamato “Volante Rossa” e ne conservò il nome. Lasciata la montagna era entrato a far parte della 118/a Brigata Garibaldi operante nella zona di Lambrate che conosceva molto bene avendo lavorato presso lo stabilimento “Innocenti” in quella zona cittadina. A fine guerra, contrariamente al ritorno alla normalità come quasi tutti, decise di continuare una sua clandestina lotta armata fuorilegge con scopi mai precisati. Si diede il nome di “Tenente Alvaro” e, riunendo intorno a se altri come lui, costituì una formazione che denominò, a memoria del passato,“Volante Rossa”. Questa formazione aveva come sede la “Casa del Popolo” di Lambrate, già sede fascista che ora ospitava diverse organizzazioni politiche comuniste. Con lui confluirono Ferdinando Clerici, Otello Alterchi, Natale Burato, Paolo Finardi, Giordano Biadigo, Sante Marchesi, Dante Vecchio, Eligio Trincheri e molti altri che successivamente furono tutti schedati dalla Polizia per crimini, tutti iscritti al P.C.I. (Partito Comunista Italiano) di Palmiro Togliatti.
Verso la fine del 1945 gli effettivi del gruppo erano una sessantina circa. Il programma della Volante era specificatamente politico. Non avevano problemi per l’approvvigionamento di armi perché, a sinistra, ne circolavano in abbondanza in attesa di nuovo impiego previsto per l’occupazione dello Stato Italia che si voleva far diventare provincia sovietica. Per il finanziamento si provvedeva con azioni di rapina, Primo obbiettivo fu lo svaligiamento dell’agenzia Bancaria di Varallo Pombia della Banca Popolare di Novara.
Venne acquistato anche un autocarro utile per le numerose trasferte. Venne anche adottata una specie di divisa consistente in giubbotti di pelle già in dotazione all’aviazione U.S.A., comperati in gran numero alla fiera “Sinigallia2 di Milano.
A Milano esistevano due formazioni armate comuniste ma la più attiva e feroce era la Volante Rossa.
Nel gennaio 1947 venivano uccise due nostre attiviste di destra. Eva Maciachini, attivista delle S.A.M. e Brunilde Tanzi del P.D.F. Il 14 marzo veniva ucciso Franco De Agazio, direttore del “Meridiano d’Italia”.
La notte del 5 luglio due militanti delle V.R.(Mario Gandini e Walter Veneri) effettuarono un attentato contro la casa dell’ex fascista Fulvio Mazzetti in Corso Lodi ma la bomba lanciata contro la finestra viene respinta da una zanzariera e ricade in strada ferendo il Gandino che viene arrestato.
Il 10 luglio avviene l’attentato di Via Radegonda (descritto in altra parte del libro) che se fosse andato a fine avrebbe fatto una carneficina (io ero presente).
Il 27 luglio un forte ordigno al plastico viene fortunosamente scoperto prima di un comizio politico all’interno di un cinema dove, in caso di scoppio, i morti sarebbero stati decine (io ero presente con tutta la direzione M.S.I.)
L’11 ottobre viene devastata la sede M.S.I. di Via Santa Radegonda ferendo varie persone presenti.
Il 29 ottobre viene distrutta e incendiata la sede del giornale “Il Meridiano d’Italia”.
Il 5 novembre viene assassinato Michele Petruccelli.
Il 13 novembre viene devastata la sede del Movimento Democratico in via Monte Grappa.
Inoltre vengono assassinati Felice Ghisalberti in via Paolo Sarpi e Leonardo Massaza.
Questo e molto altro dimostra la criminale determinazione della V.R. e la ragione per cui nacque in me la determinazione di restituire “pan per focaccia” e far capire ai capi comunisti che il “malfatto” si può anche riceverlo e perciò progettai l’attentato, poi realizzato) contro la Federazione Provinciale del P.C.I. sui bastioni Garibaldi dove si riuniva la Direzione del Partito con Longo, Paietta, Secchia, Amendola, e tutti gli altri tromboni del P.C.I. per il quale fui poi arrestato, processato e condannato.
Alla Polizia mi dissero poi che quando arrestarono tutti i componenti della V.R. fra i documenti trovarono un elenco di nomi di persone da assassinare nel quale il mio stava al 12° posto. Non poterono realizzare il mio assassinio perché mi trovavo detenuto a San Vittore.
Dagli incartamenti del processo alla V.R. venne alla luce senza equivoci che questa formazione era conosciuta e protetta dalla direzione del Partito Comunista.
Da una deposizione:” EE.. e in fondo il P.C.I. ci accettava, ci teneva nel suo ambito pur sapendo di determinate nostre attività.
Quando nella sezione eravamo armati o giravamo in camion armati, il partito
non poteva ignorarlo”.
Stando ad un rapporto della Prefettura la lotta politica a Milano si preparava
ad assumere i contorni di una vera e propria guerra tre bande paramilitari
organizzate da ogni partito politico.
Fra queste attività ha maggior risalto quella facente capo al P.C.I. che è appoggiata e controllata da elementi slavi. Essa dispone di un numero rilevante di adepti inquadrati e sottoposti ad un regime disciplinare che nulla ha da invidiare a quello militare e dispone altresì di importanti aliquote
di armi e munizioni.
Purtroppo qualcosa era trapelato su questa Brigata ed il primo a pagare con la vita fu proprio il Gen.le Ferruccio Gatti che venne assassinato a casa sua da Paggio e Biadigo della Volante Rossa che, per farsi aprire la porta di casa, usarono proprio il mio nome. Questo particolare fa parte degli atti del Processo relativo. Io stesso, seppi poi, ero nell’elenco dei candidati a morte della Volante Rossa e mi salvai solo per il fatto che venni arrestato e detenuto al carcere San Vittore.
Questo mi venne riferito dalla Polizia successivamente.
Tratto da “Giovinezza” Dicembre 2012

Rosa Bianca e Liliana Sciaccaluga.

Milano 31.08.1945 - Le sedute pubbliche del quarto Congresso del Partito Comunista Italiano si svolsero a Milano nel gennaio del 1948. Il servizio d’ordine che proteggeva, sorvegliava e bloccava l’accesso al palco dei dirigenti nazionali e dei delegati esteri era formato da circa cinquanta persone armati e in divisa militare con giubbotto di pelle marrone, dai bordi con lana di pecora. Sulla manica destra, cucito con cura, recava un triangolo di stoffa con la scritta “Volante Rossa”. Alcuni portavano sul petto una medaglia lucida di ferro sospesa legata ad un nastrino di colore rosso. Da un lato vi erano foglie di quercia in rilievo che sovrastavano la scritta “Brigata d’Assalto”; dall’altro vi era in primo piano una figura che imbracciava e mirava con il fucile. Generalmente gli uomini si spostavano insieme, viaggiando su alcuni camion Dodge, trafugati alle forze armate statunitensi. A volte, nelle rare occasioni di parata in pubblico per le strade della città, cantavano una marcia di origine russa adattata con parole italiane. Il gruppo storico della famigerata Volante Rossa, sorse nell’estate del 1945, come risposta alle riorganizzazioni neofasciste, per volontà di alcuni ex partigiani appartenenti alla Brigata comunista Garibaldi Valgrande Martire. La sede, fu collocata presso la Casa del Popolo di Lambrate in via Conte Rosso, mentre la direzione fu affidata a Giulio Piaggio, soprannominato Tenente Alvaro, ed ex comandante della Brigata Garibaldi. Operaio elettrotecnico presso la fabbrica Bezzi, riuscì ad ottenere l’esonero dal servizio militare come elemento insostituibile per la produzione aziendale. Già a partire dalla fine di agosto del 1945 si ebbe notizia di una prima esecuzione sommaria attribuita alla Volante Rossa. Grazie alle indagini condotte dalla Magistratura e al lavoro della stampa per la divulgazione della notizia stessa, fu svelato il mistero dell’assassinio della famiglia Sciaccaluga. La signora Rosa Bianca Sciaccaluga e la figlia Liliana, fanatiche fasciste, si erano trasferite a Milano quattro mesi prima, per sfuggire alle persecuzioni dei partigiani. Il marito, Stefano, fu giustiziato il 26 aprile mentre tornava da Brescia in divisa da ufficiale della Decima Flottiglia Mas. Le due donne vivevano in una camera di pensione presso la casa in via Pindemonte, a Porta Monforte. Nel giugno dello stesso anno, avevano subito una perquisizione ad opera di presunti agenti del Commissariato di Magenta. Il 31 agosto, intorno alle diciassette, furono invitate, dagli stessi uomini, a recarsi presso gli uffici amministrativi. Di loro si persero le tracce. Entrambe furono ritrovate alcuni giorni dopo nello stagno della cava Gaslini, cinquanta metri dal cimitero di Corsico, uccise da un colpo di rivoltella sparato a bruciapelo al volto.

sabato 24 maggio 2014

EUROPA AVANTI TUTTA!



Ieri si è votato in Gran Bretagna e Olanda per le elezioni europee, i cui risultati si conosceranno assieme agli altri domenica notte o lunedì ma, se il risultato confermerà le indicazioni dei sondaggi del dopo voto, si possono già trarre alcune importanti considerazioni, a cominciare dall’affluenza alle urne.
In Gran Bretagna ha votato solo il 36% degli elettori ed in Olanda solo il 37%.
Quindi malgrado la veemente campagna di euro-scettici e no-euro, che hanno chiamato a raccolta gli elettori per sfruttare a proprio favore il malcontento originato dalla lunga crisi, due inglesi su tre e due olandesi su tre non hanno abboccato e hanno ritenuto di fregarsene e di ASTENERSI dal voto.
In Gran Bretagna i risultati dovrebbero premiare il Partito euro-scettico, ma gli inglesi sono sempre stati anti-europei in quanto sono una propaggine degli Usa, per conto dei quali spiano e remano da sempre contro l’Europa.
In Olanda invece, il Partito accesamente euro-scettico, no-euro e xenofobo, che le previsioni davano addirittura come possibile primo Partito, sembra che finirà solo al quarto posto, perdendo oltretutto parecchi punti rispetto alle precedenti elezioni.
Adesso aspettiamo i risultati delle altre nazioni che voteranno domenica, a cominciare dall’Italia il cui popolo dovrà scegliere se dimostrarsi adulto e maturo per stare in Europa o se preferisce gli euro-scettici e no-euro del “tanto peggio tanto meglio” e quindi tornare ad essere quel popolo di “mandolinisti” e di “pizzaioli” come purtroppo molti ci considerano.
Adriano Rebecchi
Federazione dei Nazionalpopolari
del Verbano-Cusio-Ossola e Novara

venerdì 23 maggio 2014

Religioni: la legge dello Stato deve sempre prevalere



 
Religioni:
la legge dello Stato
deve sempre prevalere
di Ida Magli
Il Giornale |

  Meriam Yesya Ibrahim ha 26 anni, è cittadina sudanese, di religione islamica, è incinta all’ottavo mese ed è già madre di un bimbo di appena venti mesi. Un figlio all’anno dunque. Si trova in carcere fin dal mese di febbraio, condannata a morte dai giudici del tribunale di Karthum a causa della sua apostasia. Meriam infatti ha sposato un cristiano, ed è colpevole anche di adulterio, condannata per questo a cento frustate, perché il matrimonio con una persona di diversa religione non è valido. Di quest’uomo, però, il marito, non circolano molte notizie. Chi è? Quanti anni ha? Quale lavoro svolge? Come mai, pur essendo come tutti i maschi molto più informato della moglie e consapevole della “politica” in atto nel suo paese, non si è preoccupato di quello che poteva succederle? Toccava a lui valutare la situazione e prendere decisioni perché Meriam, come tutte le donne musulmane, dipendeva da lui, dalla sua volontà, tanto quanto ne dipendeva procreando un figlio all’anno.

Dietro ai dati riassunti brevemente in queste poche righe si nascondono però gli enormi problemi che oggi sussistono in tutte, o quasi tutte le regioni del mondo dove sono presenti in gran numero, o dove sono addirittura maggioranza, le popolazioni musulmane. Il “caso” di Meriam, quindi, non è un caso e bisogna assolutamente che diventi l’occasione per discuterne a livello mondiale, soprattutto da parte dell’Occidente, dell’Europa in particolare, che continua a cullarsi nel “buonismo” che ha indossato come virtù che non vede, non sente, non capisce. Prima di tutto un fatto: l’Islamismo è una religione. Come tutte le religioni è assoluta. Noi non riusciamo più a sentire, a credere in questa assolutezza soltanto perché non “crediamo” più, ma il cristianesimo che mandava le streghe al rogo o che condannava i sodomiti alla flagellazione pubblica era altrettanto assoluto. Inoltre l’Islamismo si fonda sull’Antico Testamento dal quale dipendono, fra tante altre cose, la legge del taglione, ossia la condanna a morte e tutte le varianti di condanne sul corpo, come pure la minorità delle donne e la loro dipendenza dal marito. Bisogna combattere, dunque, adesso, chiamando tutte le donne ad usare il potere di cui godono in Occidente, per chiarire le questioni di principio: l’uguaglianza dei diritti di ogni cittadino, incluse le donne, è in contraddizione con l’Islamismo e non si può sperare che non scoppi il conflitto se non con l’affermazione, priva di dubbi, che la legge dello Stato deve prevalere sempre. In realtà anche in Sudan gli avvocati difensori di Meriam contano di potersi avvalere delle leggi dello Stato “democratico” sudanese, ma non è sicuro che lo Stato voglia mettersi contro la religione. Non dobbiamo dimenticarci che perfino in Europa lo Stato ne ha poca voglia come dimostrato dal fatto che poco tempo fa Angela  Merkel ammise l’esistenza in Germania di tribunali islamici per gli immigrati. Noi siamo inflessibili soltanto sulle norme del Pil.

Ida Magli
Roma, 16 maggio 2014


                                                                                                                       

giovedì 22 maggio 2014

Città Nuove/Ugl, coppia di fatto (di Giannino Stoppani)




Città Nuove/Ugl, coppia di fatto
 
di Giannino Stoppani
 
Il nostro articolo del 22 aprile scorso sul pasticciaccio“Giovanni Centrella”, il segretario generale Ugl incriminato dai magistrati Pesci e Rossi per associazione a delinquere e appropriazione indebita aggravata (sottrazione di oltre 500 mila euro dai conti della confederazione), ha destato non poco interesse tra chi segue da lungo tempo le nostre inchieste sulla ex Cisnal. Un nostro affezionatissimo lettore, nonché profondo conoscitore delle vicende interne ugielline, non solo ci ha confermato quanto da noi denunciato riguardo alla vicenda Cnel (l’organigramma delle strutture di federazione Ugl pubblicato sul sito del Cnel conteneva nominativi di sindacalisti deceduti da tempo o dimissionari dallo stesso sindacato con tanto di lettera Urbi et Orbi contro la segreteria generale), ma ci ha anche informato che, all’indomani della pubblicazione del nostro pezzo sul quotidiano Rinascita e sul periodico del socialismo nazionale Italia Sociale, puff!, come d’incanto, sparivano, dal sito del caravanserraglio pubblico, tutte le “forze sociali rappresentate al Cnel”. La solerte manina che ha operato tale magia, cassando in blocco tutte le OO.SS. e le rappresentanze di categoria - una scelta obbligata, riteniamo, per tentare di arginare, dopo la nostra denuncia, il palese livello d’inutilità di questo cimitero degli elefanti da 20 milioni di euro l’anno
http://espresso.repubblica.it/palazzo/2012/06/14/news/cnel-quanto-spende-la-casta-1.44157) - non ha però pensato che nel mondo informatico certe operazioni lasciano comunque delle tracce, come la bava delle lumache. E così,nominativi alla mano, abbiamo ritrovato nell’etere gli scomparsi [taluni purtroppo, come abbiamo detto, anche di fatto] rappresentanti sindacali Ugl presso il Cnel, di cui avevamo, tra l’altro, con lungimiranza, stampato il profilo dallo stesso sito anche prima dell’operazione pulizia. Per motivi di opportunità e di rispetto della privacy ne riportiamo solo le iniziali: F. D. per la federazione metalmeccanici; R. B. per la federazione coltivatori; V. G. per la federazione autoferrotranvieri; M. B. per la federazione ausiliari del traffico; G. A. per la federazione nazionale scuola; G. M. per gli enti pubblici; R. P. per la federazione trasporto aereo.
Dal Cnel all’Ugl e da questa a Città Nuove l’avventura continua…” tiene a puntualizzare il nostro interlocutore.
Già, Città Nuove, la nota fondazione politica facente capo a Renata Polverini. Era il 13 gennaio 2012 quando, nella magnifica cornice del Tempio di Adriano a Roma, l’ex femme prodige di Via Margutta e tuttora zarina di Botteghe Oscure, presentava alla platea degli intervenuti, in massima parte politici navigati, la sua allegra macchina da guerra per la conquista delle poltrone messe in palio nei ludi cartacei. Una macchina ben oleata grazie anche a un lubrificante ad alta viscosità denominato “rimborsi elettorali”, vale a dire il finanziamento alla partitocrazia uscito malamente dalla porta, a seguito della bocciatura popolare nel noto referendum, e rientrato trionfalmente dalla finestra sotto forma appunto di “indennizzo”. La fondazione prese possesso di ben due uffici, 2° e 3° piano, nel bel palazzo del civico 184 di Via del Corso. Qualcosa però, da lì a qualche mese, ne avrebbe inceppato i meccanismi.
Cominciava a scarseggiare l’olio”, aggiunge il nostro attento estimatore. Tradotto in parole povere il taglio ai rimborsi elettorali avrebbe costituito per le casse della fondazione un bel buco pari a un paio di milioni di euro
All’ordine di smobilitazione degli uffici del Corso, ormai un costo divenuto pressoché proibitivo, seguirà il trasferimento, armi e bagagli, degli apparatčik polveriniani nel refugium peccatorum di Botteghe Oscure.
Narrano testimoni oculari della vicenda che un super agitato Centrella ordina, in men che non si dica, la smobilitazione e lo sgombero immediato di alcuni uffici del sindacato, tra cui il Caf, per far posto alla nuova sede della fondazione Città Nuove. A nulla valgono le argomentazioni di alcuni addetti intenti a terminare un delicato lavoro di rendicontazione. Il Segretario va su tutte le furie e non vuole sentire ragioni. “Fuori tutti”, sembra essere la parola d’ordine. Non c’è tempo da perdere. Si predispone così l’immediato imballaggio delle suppellettili e il loro trasloco in altri lidi. Bisogna fare in fretta per lasciare il campo agli operai che procederanno alla ristrutturazione degli ambienti che dovranno accogliere la novella inquilina. Seguirà la fornitura di nuovo arredamento con tanto di tv al plasma.
Curioso. I guai economici sembrano accomunare entrambe le strutture controllate dall’on. Polverini: da un lato, appunto, Città Nuove, dall’altro l’Ugl, la cui “procuratela” pare ancora restare saldamente nelle mani del Centrella, nonostante l’imbarazzante inchiesta della magistratura che lo coinvolge. Come la prima, anche la seconda lamenta buchi al bilancio (già qualche tempo addietro il fallito acquisto di un palazzetto in via Guattani, che doveva essere adibito a nuova sede Ugl, con relativa uscita di un milioncino di Euro dalle casse dell’Enas, a quanto pare senza ritorno, aveva creato qualche “problema” di bilancio). Ciò imporrà alla confederazione sindacale l’ineluttabile soluzione dell’abbandono della prestigiosa sede di Via Margutta. Destinazione finale? Diamine, Botteghe Oscure no!
Città Nuove e Ugl si trovano accomunati in una sorta di convivenza, divenendo così una vera e propria coppia di fatto. Tale unione sarà vieppiù consolidata dal “prestito” di personale dipendente del sindacato alla fondazione della Polverini, al cui interno molti dei personaggi con ruoli chiave (soprattutto parenti stretti: figli, fratelli, cognati, mogli) fanno capo al clan avellinese, capitanato da Centrella senior, e ai fedeli cortigiani della rappresentante dei forzuti italioti.
In molti casi sembra essere di routine il doppio incarico “fondazione-sindacato” e i trascorsi politici di taluni esponenti nella giunta Polverini alla Regione Lazio (come il caso di Claudio Durigon, già capo di gabinetto dell’assessore Zezza) paiono costituire titolo di preferenza per l’assegnazione d’incarichi politici e sindacali. Nel recentissimo Consiglio nazionale Ugl svoltosi a Pomezia, sotto l’occhio vigile dell’on. Polverini anche lei presente alla kermesse, il Durigon, già coordinatore provinciale di Città Nuove, ottiene, si dice su input della succitata, la nomina di Segretario Confederale Ugl con delega alla Formazione e Enti bilaterali. E chi non ricorda la tenera coppia Ronghi-Peluso al tempo delle loro “preziose collaborazioni” alla regione Lazio? Il “ricongiungimento” affettivo costò al contribuente 122 mila euro l’anno. Emolumenti percepiti dalla compagna del fortunatissimo Salvatore, la sig.ra Gabriella Peluso per l’appunto, che dall’ufficio stampa della regione Campania fu catapultata nel bengodi regionale laziale, grazie ad una carica “su misura” appositamente confezionata per lei. Senza contare, naturalmente, i 189 mila euro annui guadagnati (si fa per dire) dal ras campano, fondatore del movimento Grande Sud e potente esponente della triade ugiellina, in qualità di segretario generale della regione Lazio
Attualmente il sig. Ronghi occupa la carica di Presidente Enof (l’ente dell’Ugl per l’Orientamento e la formazione professionale), mentre la sua gentile metà, la sig.ra Peluso, è capo dipartimento del settore legislativo dell’Ugl. Contemporaneamente Stefano Cetica, inseparabile ombra della Polverini (ubi tu Gaia ego Gaius), è stato nominato presidente dell’Enas, l’ente di assistenza sociale dell’Ugl.
Insomma tra la fondazione politica della Polverini e l’ex Cisnal l’osmosi ormonale sembra raggiungere picchi estremi. Non c’è carica di rilievo o posto di riguardo nel sindacato che non faccia capo ad un responsabile di Città Nuove, compreso lo staff che si occupa del nuovo sito www.mondougl.it. Nato per offrire agli iscritti al sindacato servizi e convenzioni varie, molti dei suoi quadri risultano infatti essere esponenti di Città Nuove di Avellino.
L’intreccio Città Nuove/Ugl arriva a sfiorare la soglia dell’impudenza, quando con la nota “in attuazione degli accordi di collaborazione raggiunti con la confederazione (…)” gli addetti della fondazione trasmettono quotidianamente alle strutture Ugl una rassegna stampa imbottita di articoli selezionati di Forza Italia.
Quali sono i rapporti economici all’interno della coppia?” chiediamo alfine al nostro interlocutore, al quale si sono aggiunti nel frattempo alcuni dipendenti Enas/Ugl. “È qui che casca l’asino” rispondono in coro.
Auspichiamo che sia ora la magistratura, che sta indagando sui fondi sottratti all’Ugl, ad approfondire la questione. Un’inchiesta seria deve essere condotta a 360 gradi, senza trascurare alcun dettaglio. Se ci saranno responsabilità penali per eventuali finanziamenti illeciti alla politica, attraverso questo strano ménage tra una fondazione politica e un sindacato, nel cui bilancio – è bene rammentarlo - transitano soldi pubblici rivenienti dall’attività sociale espletata dagli enti preposti a tale compito (Enas, Caf), non v’è dubbio che salteranno fuori. Con buona pace delle tante dichiarazioni sull’indipendenza dell’Ugl dalla politica e di coloro che continuano a spacciarsi per difensori dei lavoratori, dei pensionati, dei precari, dei disoccupati.
Tra il dire e il fare si frappongono, purtroppo, enormi e inconfessabili interessi personali dei tanti, troppi parolai in servizio permanente effettivo”.

21/05/2014