martedì 8 novembre 2016

BOICOTTIAMO I PRODOTTI CINESI

BOICOTTIAMO I PRODOTTI CINESI

L’invasione dei mercati commerciali internazionali da parte della Cina è oramai un dato purtroppo assodato, ma pare che i nostri politici, così come quelli dell’Europa, non se ne preoccupino troppo.
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Il risultato è che, da anni, assistiamo al lento ma progressivo e inesorabile disfacimento di intere fasce produttive e commerciali della nostra economia, sopraffatte da una concorrenza sleale e inaffrontabile.
I cinesi, infatti, hanno inondato l’Italia di prodotti venduti a prezzi irrisori, monopolizzando così l’interesse dei consumatori e sostituendosi alla normale e tradizionale filiera nazionale.
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Flussi costanti di container provenienti dalla Cina, hanno alimentato per anni il rifornimento di prodotti cinesi, con cui le miriadi di aziende da loro gestite hanno messo in ginocchio l’economia nazionale.
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I meno attenti potranno obiettare che se il costo di questi prodotti è nettamente inferiore a quelli nostrani, ben vengano !
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Ciò che non viene detto, però, è COME e SU COSA questa enorme e spietata concorrenza si regge !
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E’ importante sapere, come antefatto, che in Cina vige tutt’ora una tra le più abiette forme di COMUNISMO ancora esistenti sul globo, che si manifesta con i parametri preferiti di una feroce e spietata dittatura : la tortura e la schiavitù degli oppositori politici.
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Premesso ciò, va detto che le dissidenze vengono piegate al volere governativo, oppure spezzate, tramite la pena di morte e la deportazione in strutture carcerarie, che in realtà sono dei veri e propri lager, chiamati Laogai.
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In questi luoghi di terrore e di orrore, in cui la violenza è all’ordine del giorno, si costringono i detenuti al lavoro forzato, coinvolgendo in questo piano produttivo anche donne e bambini.
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Spesso, per ingannare l’Occidente, queste strutture vengono camuffate con nomi altisonanti, dal sapore commerciale, quali “Wuhan Xinsheng construction engineering company”, oppure “ Shaghai nanling industrial general company”, mentre in realtà sono il crudele tramite coercitivo per mezzo del quale il regime comunista obbliga la popolazione a subire passivamente i dictat governativi, pena l’internamento, o la tortura, e anche la soppressione fisica.
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Lo scopo dell’oppressione ha anche lo scopo di produrre quantità enormi di materiali a costo vicino allo zero con i quali invadere i mercati di mezzo mondo, e con cui scalzare le aziende ivi presenti, sostituendosi ad interi ecosistemi produttivi.
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Il nostro substrato commerciale nazionale è stato finora devastato e ridotto ai limiti storici di sopravvivenza, a causa di questa concorrenza sleale, che è fondata sul disprezzo totale della dignità umana.
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In Italia, oramai da anni, il settore tessile è in mano dei cinesi.
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Tutta la zona di Prato, originariamente fiore all’occhiello delle industrie manifatturiere toscane e nazionali, è oggi una grande “Chinatown” in cui ogni singola ditta parla cinese.
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Con gli introiti miliardari derivati da una crescente superiorità nei settori in cui le aziende italiane sono state schiacciate, i figli del “Celeste Impero” stanno ora dando l’attacco al settore della ristorazione, a livello nazionale, inglobando nel loro sistema chiuso i bar, i ristoranti, le pizzerie, i pub, ecc, ecc.
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La stessa strategia è già stata attuata per quanto riguarda i negozi di scarpe, di borse e di pellame, in un crescendo a cui noi assistiamo impotenti.
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L’unica forza politica italiana che si espressa contro questo strapotere del terrore, è stata finora solamente la Lega Nord, che ha proposto l’introduzione di DAZI per arginare il fenomeno.
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In alcuni Comuni italiani sono state approvate leggi in materia di commercio che permettono ai Sindaci di limitare il proliferare di attività della stessa tipologia, quali minimarket etnici, venditori di kebab, parrucchieri cinesi o centri di massaggio orientali, ecc, la cui concentrazione crea anche degrado e problemi di ordine pubblico.
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Gli esercizi commerciali cinesi usano un loro canale di distribuzione, gestito esclusivamente dai cinesi stessi, per cui i prodotti hanno provenienze sconosciute, senza alcuna garanzia di qualità e di sicurezza per la salute.
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Fermiamo le scempio che è in atto della nostra economia, e l’attacco della Cina comunista al commercio italiano.
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Ridiamo alle famiglie italiane la possibilità di reinserirsi nel circuito commerciale ora monopolizzato dai cinesi, riappropriandoci dei prodotti locali, dei nostri marchi, e della qualità che da sempre ci contraddistingue.
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BOICOTTIAMO I PRODOTTI CINESI, RIFIUTANDO DI ACQUISTARLI !
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Facciamolo per noi e per i nostri figli, in nome del futuro della nostra economia, dei nostri valori e della nostra identità nazionale.
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Guardate cosa sta succedendo ORA in Tibet, oggetto dell’aggressione cinese.
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Loro, i Tibetani, non hanno più quasi modo di opporsi, fagocitati dalla violenza comunista, che si sta insinuando e sostituendo ad ogni livello della loro società.
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In Tibet è stato VIETATO tutto ciò che riconduce alla tradizione culturale del Paese stesso, come la lingua, la bandiera, i canti, la religione, la politica, in nome del comunismo cinese.
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CINA = COMUNISMO = DITTATURA = MORTE = SANGUE = DOLORE
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Come possiamo noi occidentali rimanere in silenzio di fronte a tutto ciò ?
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Come se tutto ciò non bastasse, STANNO ROVINANDO LA NOSTRA ECONOMIA, facendo chiudere interi sistemi produttivi.
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Guardatevi intorno, anche nei mercatini rionali … ma non solo …  quanti italiani sono rimasti, in confronto a qualche anno fa ?
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Vogliamo diventare forse un satellite cinese ?
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Ribadisco con forza che dobbiamo BOICOTTARE i prodotti cinesi ed evitare quei negozi che, gestiti dai cinesi, alimentano il turpe mercato dello sfruttamento e del disprezzo della vita umana.
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Dissenso
                                                                                                            
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