lunedì 28 agosto 2017

QUELLA GRANDE IPOCRISIA...

Quella grande ipocrisia sulle cause e gli scopi della Seconda guerra mondiale
 
di Francesco Lamendola -
 
 
La Vulgata storiografica antifascista, sia nella versione liberaldemocratica sia in quella (oggi obsoleta) marxista-leninista, ci ha sempre spiegato che la seconda guerra mondiale fu scatenata interamente dalla follia di un uomo solo, Hitler; e che essa fu combattuta dal «mondo libero» (nonostante l’imbarazzante presenza, in esso, e in un ruolo decisivo, del compagno Stalin) per salvare la Polonia, un po’ come nel 1914 era stato fatto per il «poor little Belgium», il cui triste destino aveva profondamente commosso le dame britanniche.
Per quanto possa sembrare incredibile, questa risibile ricostruzione dei fatti ha retto per oltre sessant'anni, segno che non è una frase fatta quella secondo cui la storia viene scritta dai vincitori: perché, se gli Alleati non avessero vinto, impadronendosi della cultura e dell'informazione mondiale (basata, quest'ultima, sulle cinque grandi agenzie di stampa internazionale: due statunitensi, una britannica, una francese ed una sovietica), ben difficilmente sarebbe stato possibile puntellare tante menzogne e tante mezze verità per un tempo così lungo, insegnandole nelle aule scolastiche e universitarie e diffondendole a mezzo di migliaia e migliaia di libri ed articoli.
Per dirne una: come giustificare che quelle stesse potenze democratiche che, nel 1938, avevano gettato in pasto a Hitler la democratica Cecoslovacchia, nel 1939 firmarono una cambiale in bianco che incoraggiava la Polonia semifascista ad opporsi con la massima intransigenza alle richieste di Hitler (che, per mesi, furono pacifiche e decisamente moderate?).
Oppure: come spiegare che il 3 settembre 1939 Francia e Gran Bretagna dovevano per forza dichiarare guerra alla Germania per salvare la Polonia, mentre non presero la minima iniziativa contro l'Unione Sovietica allorché, il 17 dello stesso mese, quest'ultima invase a sua volta la sventurata Polonia (altro che «pugnalata nella schiena»!), prendendola alle spalle?
E come spiegare il fatto che la Francia e la Gran Bretagna non mossero un dito per soccorrere la Finlandia, aggredita dall'Unione Sovietica senza alcuna dichiarazione di guerra, proprio sul finire di quello stesso anno, eccezion fatta per il tardivo e mal concepito sbarco nel fiordo di Narvik, dopo l'occupazione tedesca della Norvegia?
Inoltre: come mai, se la guerra era stata scatenata per salvare la Polonia, né la Francia, né la Gran Bretagna mossero un dito per aiutarla, restandosene sulla difensiva sul fronte occidentale, mentre le divisioni corazzate della Wehrmacht scorrazzavano per la pianura polacca e conquistavano Varsavia in poco più di due settimane? Infatti, se davvero si desidera aiutare qualcuno in difficoltà, e se, per farlo, si è disposti a scatenare niente meno che un conflitto mondiale, un tale atteggiamento risulta semplicemente incomprensibile.
Oppure le vere ragioni della dichiarazione di guerra franco-inglese alla Germania erano completamente diverse? Non sarebbe più onesto ammettere che la Polonia fu gettata cinicamente in pasto ad Hitler, dopo averla aizzata ad una folle intransigenza, pur di avere il desiderato «casus belli» contro i Tedeschi, così come, nel dicembre 1941, Roosevelt e il governo statunitense avranno disperatamente bisogno dell'attacco di Pearl Harbor per poter dichiarare guerra ai Giapponesi, con tutte le apparenze della ragione e del buon diritto?
Ancora: come è possibile sostenere che le potenze democratiche scatenarono la guerra per difendere la libertà e l'indipendenza della Polonia, se nel 1945 furono così accomodanti ai disegni di Stalin volti a trasformarla in una pedina dell'impero sovietico?
Ci vuole un bel coraggio per continuare a sostenere a testa alta tutte queste verità di facciata, espressione di una storiografia di comodo, ad uso e consumo dei vincitori, volta a fornire una giustificazione per il loro cinismo, per la loro brama di dominio mondiale, per l'ipocrisia delle loro parole d'ordine liberali e democratiche.
Ha osservato il grande storico francese François Furet nel suo libro «Il passato di un’illusione» (titolo originale: «Le passé d’une illusion», Paris, Laffont, 1995; traduzione italiana a cura di Marina Valensise, Milano, Mondatori, 1995, pp. 392-94):
«Il caso polacco è […] tristemente simbolico, poiché riguarda  il paese che è stato all’origine della seconda guerra mondiale, prima di diventarne una delle grandi vittime. Causa del conflitto nel settembre  1939 e primo teatro di operazioni militari, la Polonia ha continuato a essere l’epicentro del terremoto europeo, dapprima divisa, saccheggiata, mortificata dalla Germania e dall’Urss, poi oggetto di disaccordo tra l’Urss e le democrazie anglosassoni, per perdere infine la propria indipendenza al termine d’una guerra che era scoppiata per assicurarla. La Polonia rivela ciò che prima e dopo il 22 giugno 1941 vi è d’immutato nella volontà di Stalin, attraverso un succedersi di alleanze contraddittorie. Nel 1939 e del 1940, il segretario generale aveva ottenuto dal negoziato con Hitler un vasto insieme di territori nell’Europa orientale. Voleva ancora quello che Molotov era andato a chiedere a Berlino nel novembre del 1940: una sorta di protettorato su Romania, Bulgaria, Finlandia e Turchia, il controllo dei Balcani, lo statuto d superpotenza mondiale a fianco della Germania nazista. Di tutto questo, nulla è veramente cambiato con la nuova disposizione delle alleanze. Anche se ci sono due differenze:  Stalin grazie ai successi del suo esercito ha continuato ad accrescere le sue ambizioni verso l’Ovest. E ormai deve negoziare non più con Hitler, ma con Churchill e Roosevelt.
La vicenda polacca dimostra che egli incontra meno difficoltà con i responsabili delle democrazie  che con il dittatore nazista. Sebbene dopo il 22 giugno abbia rapidamente riconosciuto il governo polacco di Londra, preludio alla formazione d’un esercito polacco in territorio sovietico, Stalin rifiuta d’includere nell’accordo qualsiasi menzione della frontiera polacco-sovietica. E sin dall’autunno 1941 manifesta chiaramente agli inglesi la propria volontà di conservare i territori che ha comunque ottenuto dai tedeschi. Churchill e Roosevelt cercano di prendere tempo, rinviando a dopo la pace il tracciato dei confini. Ma se non possono aprire subito un secondo fronte europeo, richiesto con insistenza da Stalin, devono pur concedere qualcosa ai loro alleati, che temono sottoscriva - sulla base del precedente del 1939 - una pace separata con Hitler. Le democrazie pagano lo stato d’impreparazione militare in cui le ha sorprese la guerra, cedendo in anticipo ala volontà d’espansione sovietica. Ma bisogna considerare il peso delle illusioni: Churchill non ne ha affatto, Roosevelt invece sì. Sull’Unione Sovietica e il suo capo, il presidente americano s’è dimostrato ignorante e al tempo stesso ingenuo. Su Stalin nutre stranamente idee ottimistiche al punto che è difficile immaginare che appartengano davvero a un brillante statista.  L’epoca, certo, vi si presta. Il ricordo del patto tedesco-sovietico sfuma con gli anni, l’Armata Rossa ha pagato con i suoi sacrifici il caro prezzo della redenzione. Stalingrado ha cancellato gli scambi di cortesia tra Ribbentrop e Molotov. La guerra impone la sua logica manichea, che diventa a poco a poco un’opinione obbligata.
Nel 1943, la scoperta da parte dei nazisti dell'ossario di Katyn complica l'imbroglio polacco, provocando da una parte la rottura tra l'Urss e il governo polacco di Londra, dall'altra la formazione a Mosca di un'altra équipe polacca, che annuncia il futuro potere comunista. I giochi sono già fatti anche in campo sovietico, proprio quando (fine 1943) l'Urss proclama come suoi obiettivi di guerra la restaurazione dell'indipendenza delle nazioni e la libera scelta del proprio governo da parte di ciascuna di esse. Nello stesso momento Churchill e Roosevelt, a Teheran, accettano come frontiera orientale della Polonia la linea Curzon. È una misura che implica un ampio spostamento del territorio polacco verso ovest, a detrimento di milioni di tedeschi che dovranno essere espulsi, il che comporta la stretta dipendenza della futura Polonia nei confronti dell'Urss.
A quel punto, il resto della storia è già scritto. L'avanzata militare sovietica all'ovest rende inevitabile anche quella parte della storia che non è stata stabilita in anticipo. L'insolubile problema che oppone il governo Mikolajczik a Stalin è risolta sul campo nell'agosto 1944. Al termine d'una rapida avanzata, l'Armata Rossa giunge sino a un sobborgo di Varsavia, sulla riva destra della Vistola. Allo stesso momento, il governo polacco di Londra decide d'affermare il suo diritto: con le sue unità militari clandestine, fa scoppiare l'insurrezione a Varsavia. Ma il dramma è che per vincere di fronte alle truppe tedesche ha bisogno d'una mano dell'Armata sovietica, accampata sull'altra sponda del fiume. E questa non si muove. Il 2 ottobre, assiste da lontano alla capitolazione dell'Esercito nazionale polacco e alla distruzione della città vecchia a Varsavia. In dicembre, il Comitato di liberazione nazionale della Polonia, formato a Lublino su iniziativa dei russi, si trasforma in governo provvisorio del paese, subito riconosciuto da Mosca A Jalta, nel febbraio 1945, Churchill e Roosevelt riescono a ottenere da Stalin soltanto la partecipazione dei polacchi di Londra a questo governo provvisorio: è una "unione nazionale" fittizia, che non resisterà molto tempo alla situazione sul campo.
All'epoca però nessuno si preoccupa di questo trionfo della forza sul diritto, che corona una guerra combattuta in nome del diritto contro la forza. L'idea comunista segna in quegli anni il culmine del secolo, trionfando contemporaneamente nei fatti e nei pensieri».
In questa ricostruzione e in questa interpretazione, vi sarebbe molto da dire su un punto importante, quello relativo alla ormai tradizionale versione della «impreparazione militare» delle democrazie rispetto a Hitler, nel settembre del 1939.
Che si tratti di una leggenda, lo hanno fatto notare solo pochi storici controcorrente, ad esempio Franco Bandini che, nel suo studio «Tecnica della sconfitta», ha mostrato come specialmente la Gran Bretagna non fosse affatto impreparata e, anzi, Churchill avesse freddamente deciso di provocare una guerra contro la Germania entro il 1939-40, vale a dire prima che questa riuscisse a surclassare la flotta inglese, ricalcando la politica inglese del 1914.
Se, poi, gli scopi di guerra degli Alleati erano il ripristino del diritto internazionale, della libertà di navigazione e di commercio, del diritto all'autodecisione dei popoli, secondo lo schema contenuto nella Carta Atlantica firmata da Churchill e Roosevelt il 14 agosto 1941 (allorché gli Stati Uniti d'America, fatto degno di nota, non erano ancora in stato di guerra né contro il Giappone, né contro l'Asse), come si spiega il fatto che, nel 1945, metà dell'Europa venne gettata, senza batter ciglio, sotto il tallone di un sistema totalitario quale non si era mai visto in qualsiasi epoca della storia moderna, eccezion fatta per il solo nazismo?
Si dice che, quando ebbe notizia dello sfondamento delle proprie forze corazzate sul Volga e dell'accerchiamento della VI Armata Tedesca, prodromo della decisiva vittoria di Stalingrado, il dittatore sovietico si sia abbandonato ad uno dei suoi rarissimi momenti di sincerità: adesso il gioco era fatto, nessuno gli avrebbe mai più domandato di rendere conto dei suoi crimini: né delle stragi di massa della collettivizzazione forzata, né delle Grandi Purghe, né del patto coi nazisti del 23 agosto 1939, preludio alla spartizione della Polonia, né delle esecuzioni di parecchie migliaia di ufficiali polacchi nella foresta di Katyn. 
E nemmeno di quelli che si accingeva a compiere: la cacciata di milioni di Tedeschi dalle province orientali del Reich; la vile dichiarazione di guerra al Giappone, già prostrato militarmente e sconvolto dalle due bombe atomiche di Hiroshima e Nagasaki; l'instaurazione di ferree dittature comuniste sui Paesi dell'Europa centro-orientale; la deportazione di intere popolazioni «infedeli», come i Tartari di Crimea e o i Cosacchi del Kuban; l'incitamento alla Corea del Nord affinché scatenasse una offensiva contro la Corea del Sud, rischiando - niente di meno - di precipitare una terza guerra mondiale fin dal 1950.
La storia non processa i vincitori, ma gli sconfitti. Questo sapeva Stalin; e questo sapevano anche Churchill e Roosevelt. 
Il primo, autore della distruzione sistematica delle città tedesche mediante bombardamenti aerei terroristici di proporzioni apocalittiche e militarmente ingiustificati (Amburgo, Dresda, ecc.), che volle la seconda guerra mondiale per il miope ed egoistico disegno di preservare l'impero coloniale britannico, che invece la Gran Bretagna dovette liquidare poco dopo la fine della guerra (l'India ottenne l'indipendenza già nel 1947, sia pure fatalmente mutilata dalla secessione del Pakistan, ultimo colpo di coda del colonialismo inglese).
Il secondo, che si era fatto eleggere dai suoi connazionali promettendo di tenerli fuori dalla guerra, mentre fece di tutto per trascinare il suo Paese nel conflitto a sostegno della Gran Bretagna, l'antica madrepatria; e che riuscì perfettamente a creare la leggenda di un'America costretta a intervenire controvoglia, ma decisa a battersi disinteressatamente per il trionfo della libertà e della giustizia, mentre fin dall'immediato dopoguerra non esitò a servirsi delle cause più discutibili, prima fra tutte quella sionista, pur di affermare l'egemonia mondiale americana e per porre l'intero pianeta sotto la tutela della bandiera a stelle e strisce e dei finanzieri di Wall Street.
Proprio gli stessi che - vale la pena di sottolinearlo -, provocando la crisi economica del 1929, avevano avuto una responsabilità così grande nell'avvento del nazismo e, quindi, nelle vicende che avevano portato allo scoppio della seconda guerra mondiale.
Quanta ipocrisia nella versione ufficiale circa le cause e gli scopi della seconda guerra mondiale, rinnovata ad ogni anno con le trionfalistiche celebrazioni dell'anniversario del «D-day» (6 giugno 1944), ossia dello sbarco angloamericano in Normandia!
Un solo esempio in proposito: gli storici della Vulgata liberaldemocratica si guardano bene dal ricordare che, nei primi giorni dopo quello sbarco, che segnava l'inizio della conquista e del successivo dominio americano sull'Europa, buona parte delle popolazioni francesi nelle retrovie del teatro di operazioni si auguravano la vittoria tedesca e speravano ardentemente che le forze d'invasione venissero rigettata nelle acque della Manica.
Ma queste cose, solo pochi storici controcorrente, come David Irving, hanno avuto il coraggio di dirle; e hanno pagato un prezzo molto salato per averle affermate, e sia pure sulla base di una documentazione inoppugnabile.
Altro che tramonto delle ideologie!
L'Europa e il mondo non hanno mai vissuto all'ombra di una cappa ideologica pesante come quella che regna oggi, dopo la fine della «guerra fredda»: il Pensiero Unico della democrazia liberale e del capitalismo trionfante.

                                                                                                                                                  

venerdì 25 agosto 2017

OPINIONI: dall' avvocato Edoardo Longo.

dall' avvocato Edoardo Longo.

DA PARVUS A SOROS LA SOVVERSIONE DEI RE DI DENARI


Pochi conoscono oggi il nome di Parvus, la cui vera identità è Izrail' Lazarevič Gel'fand, colui che ha coniato il concetto di "rivoluzione permanente", poi attribuito a Trockij.

Parvus nacque da genitori ebrei a Berezino nel 1867, in Bielorussia; passò parte della gioventù a Odessa (nell'odierna Ucraina, dove si associò a circoli rivoluzionari ebraici del Bund).

Trasferitosi in Turchia e poi in Germania, svolse un ruolo importante con lo Stato Maggiore tedesco nel 1917 per fare rientrare Lenin in Russia sul "vagone piombato" che dalla Svizzera lo portò a San Pietroburgo, dove sotto la sua guida i bolscevichi fecero il famoso Colpo di Stato d'Ottobre (Oktjabr'skij perevorot, come lo chiamavano i russi dell'epoca).

Le due attività che Parvus svolse per tutta la vita furono lo speculatore internazionale e il rivoluzionario, specialità nelle quali eccelse al massimo grado. Il suo identikit attuale corrisponde in modo quasi perfetto con George Soros, che di nome fa György Schwartz, nato in Ungheria nel 1930 e anch'egli ebreo. Soros non solo ha tratto profitti stratosferici grazie alle sue attività di speculatore "illuminato" (nel 1992, per esempio, mise in ginocchio la sterlina inglese e la lira italiana), ma può essere considerato uno dei maggiori ideatori-finanziatori delle "rivoluzioni colorate" e "guerre umanitarie" che stanno mettendo a ferro e fuoco Medio Oriente ed Est Europa.

 È sempre lui che, dietro una spessa cortina fumogena di benefattore internazionale e filantropo, sostiene e foraggia l’esodo di immigrati (frutto delle guerre e del caos generato dall’Occidente) che sta scardinando il sistema sociale e l’identità dell’Europa. Speculatori e rivoluzionari al medesimo tempo, un apparente ossimoro che ricorre di continuo nella bimillenaria storia ebraica.

Reporter



PER SAPERNE DI PIU’….          


IL PESO INSOSTENIBILE DEL SAPERE



Sei mesi fa ero seduto su una comoda poltrona di pelle nello splendido salotto di un pezzo da novanta del mondo accademico italiano. Appese alle pareti c'erano le locandine giganti delle sue conferenze, sulle quali erano stampate le sue foto. Alcuni suoi libri erano stati collocati con fare sapiente sul grande tavolo di cristallo vicino alla poltrona, in modo da attirare l'attenzione degli ospiti.

Si parlava della Storia del Novecento e delle tesi revisioniste sostenute nel mio libro, che lui aveva letto in anteprima.

Il luminare scandisce con solennità le seguenti parole:

“La Rivoluzione d'Ottobre è il punto di incontro tra le esigenze delle masse lavoratrici sfruttate e la dottrina marxista. Non ci sono complotti, caro Montermini”.

A questo punto sbotto:

Ma ci sono le prove dei finanziamenti dei banchieri ebrei ai comunisti!”

Senza perdere il suo aplomb il luminare mi risponde:

Non è vero niente!”

“Come sarebbe a dire che non è vero?” - chiedo io meravigliato – “Lei conosce "Wall Street and the Bolshevik revolution" di Antony Sutton? Lì sono pubblicate le ricevute di pagamento dei banchieri che...”

“Non conosco Sutton e non mi interessa!" - Taglia corto lui.

Dopo questo commento così lapidario tra noi cadde il gelo.

Se vi dicessi il nome di questo luminare rimarreste tutti a bocca aperta, ma questo non è importante.

Ciò che conta è la serietà con la quale viene condotta la ricerca scientifica da parte degli storici italiani: "non conosco e non mi interessa!"


Enrico Montermini, 17/07/2017


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PROSSIMA FERMATA : BARATRO

Dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale la società è progressivamente cambiata fino a diventare, con l’aiuto della modernità e di tutto ciò che da essa consegue, quella in cui oggi purtroppo siamo chiamati a vivere.

Chi pensa dunque che lo scenario odierno sia il frutto di una serie di casualità slegate tra loro, o crede che sia soltanto il risultato delle innovazioni tecnologiche piuttosto che del decadimento generale dell’essere umano, ormai immerso esclusivamente in questioni materiali e poco incline ad andare oltre l’apparenza delle cose, commette un clamoroso errore, che rischia di compromettere alla base l’effettuazione di un’analisi esaustiva tesa a fare una sorta di radiografia di questo pianeta ormai sempre più deteriorato.

Ciò con cui oggi ci troviamo a fare i conti non è altro se non l’epilogo di un percorso iniziato nel millenovecentoquarantacinque, che aveva lo scopo di portare le diverse nazioni al collasso, politico, sociale, economico, e anche morale, favorendo cosi la formazione di un unico governo trasnsnazionale.

E’ in questi quattro ambiti poco sopra elencati che il degrado generale ha preso il sopravvento, e ci ha consegnato oggi una situazione che è diventata insostenibile, la quale purtroppo, stando cosi le cose, può solamente trovare un peggioramento.

Si è scritto di un lato morale che assume un ruolo importante nella determinazione fattuale della crisi in cui siamo, perché è proprio la mancanza di moralità, di disciplina popolare non intesa come mero ordine in stile militaresco ma come il seguire una determinata scala valoriale e non prescindere mai da essa nelle scelte che poi determinano il futuro di una comunità nazionale, che fa si che siano gli stessi cittadini, lasciati allo sbando da istituzioni che non hanno per nulla a cuore i loro interessi, a determinare la loro situazione, aderendo più o meno convintamente alla truffa democratica che si concretizza per mezzo delle elezioni politiche.

Ciò che la parte sconfitta militarmente nel secondo conflitto mondiale aveva saputo dare ai popoli posti sotto la propria influenza era appunto una preparazione totale,  che permetteva a questi ultimi di non cadere nei tranelli che oggi il sistema vigente ci pone quotidianamente davanti.

Il popolo tedesco prima di tutto, per alcuni tratti quello italiano, e poi  anche se in tono minore tutti quelli posti sotto l’influenza dell’asse, conoscevano chi era il proprio nemico, e sapevano di poter contare su un governo che era intenzionato a combatterlo fino alla fine.

Oggi la situazione è completamente rovesciata, in quanto è quello stesso nemico che, prima più implicitamente e oggi sempre più alla luce del sole, governa le nostre vite.



Quell’avversario oggi detiene nelle sue mani un potere mondiale indiscutibile, e non lascia molte alternative a sé stesso, in quanto chi gli osa porsi contro, oltre ad essere il più delle volte un’entità geograficamente ristretta, viene ostacolato, combattuto e poi depredato, e la Siria di questo ne è solo l’ultimo esempio.

Questo capovolgimento che pone ai vertici di un’immaginaria piramide governativa i peggiori nemici dei popoli non può non determinare con essa una crisi valoriale indiscutibile.

Ciò accade principalmente perché occorre che i principi fondamentali che devono far parte di una più o meno vasta organizzazione comunitaria e devono determinarne un alto grado di coesione  siano fattori che  portino all’aggregazione.

Ci riferiamo quindi alla solidarietà popolare, al rinforzare il legame del presente con il passato, che si identifica in questo caso con la storia, al rispetto delle persone anziane non solamente in quanto individui ma più spiritualmente come occupanti del medesimo spazio e animatori di quel filo conduttore che porta le generazioni a succedersi l’una all’altra mantenendo la stessa identità, ma anche al rispetto delle donne in tutti i ruoli che sono chiamate a ricoprire nel ciclo dell’esistenza, quindi dall’essere persona all’essere generatrici di altre persone, vedendole perciò idealmente come il motore della vita e la garanzia del proseguimento della stessa.

Non a caso questi erano alcuni dei valori che il Nazionalsocialismo offriva al suo popolo, a se i tedeschi sono diventati negli anni in cui quell’esperienza politica ha avuto luogo compatti fieri e orgogliosi come mai forse lo erano stati nella propria storia lo si deve all’attuazione di quelle istanze sociali e solidaristiche, che determinavano il sentirsi non più mero individuo astratto, ma parte di un sistema poggiato sulla giustizia.

Il fatto che il potere ebraico, quello della massoneria, e in generale tutto l’apparato plutocratico e reazionario occidentale si sia posto contro quella che loro consideravano giustamente dal loro punto di vista essere una grave minaccia non deve essere visto, in maniera meramente materialista, solamente determinato  da un’opposizione alla politica economica portata avanti in Germania durante quegli anni.

Si è trattato di un’avversione totale a un modello di vita che rimetteva le cose troppo al loro posto e nel caso fosse stato attuato globalmente non avrebbe consentito più il perpetrarsi delle ingiustizie che oggi siamo quotidianamente costretti a vedere.

I padroni del mondo conoscono solo le regole del profitto e dell’arricchimento personale, non importa se esso sia a scapito del prossimo o, come sovente accade, di migliaia e migliaia di persone.
Per questo motivo l’azione del mondialismo, che esso può compiere con estrema facilità in quanto controlla attraverso i suoi accaniti fautori i maggiori organi di informazione, è quella essenzialmente di togliere certezze ai popoli.

Ecco che quindi la politica liberista di precarizzazione del lavoro non solo serve per aumentare i profitti dei grandi capitalisti, ma è congeniale anche a mandare il lavoratore allo sbando, togliendogli una base solida sulla quale sviluppare un progetto di vita che gli consenta di realizzare sé stesso all’interno della comunità a cui appartiene.

Vediamo come si passi facilmente dalla crisi valoriale, e quindi morale, a quella sociale, e ciò accentua più che mai l’ipotesi che non sia opportuno parlare del degrado sociale come di tanti settori disuniti tra loro, ma sarebbe più indicato farlo partendo dalla consapevolezza che ci troviamo davanti ad un blocco unico, in cui tutti gli elementi sono collegati.

Il lavoro porta con sé una crisi sociale dilagante. Dalla mancanza di un elemento base come questo dipende ad esempio la crisi delle nascite, in quanto tale precarietà determina l’impossibilità di mettere al mondo una nuova vita e poter garantire ad essa un avvenire certo e sicuro.

La non presenza di un sostentamento economico stabile è anche la causa per la quale molte coppie devono rinunciare ad andare a vivere insieme e costituire quindi un nuovo nucleo famigliare e da tale aspetto dipendono due elementi molto negativi: il primo è  uno smarrimento di prospettiva individuale delle persone coinvolte, il secondo è un danno alla collettività in senso comunitario, in quanto  il non costituirsi in soggetto sociale indebolisce il contesto territoriale nel quale ci si muove.

Appare essere indiscutibile perciò che la crisi della società che oggi siamo chiamati ad analizzare non debba essere scomposta, altrimenti se ne perderebbe in maniera irrimediabile il senso.

Abbiamo visto come la crisi morale sviluppatasi con il disorientamento dell’uomo, ( che avviene attraverso la messa in discussione del sistema dei principi base ai quali egli dovrebbe attenersi per condurre una vita dignitosa e soddisfacente), determini anche una crisi sociale ( mancanza di lavoro e quindi impossibilità di progettare un futuro) e una meramente economica (povertà).

Proprio alla crisi economica e di conseguenza a tutti gli altri aspetti precedentemente analizzati è legata a filo doppio quella che possiamo classificare come una crisi politica che sta raggiungendo in questi anni il suo apice.

Per crisi politica noi si intende, come farebbero i feticisti della democrazia, un momento parlamentare difficile nel quale risulta complesso trovare una maggioranza politica: noi diamo al termine politica un significato totale.

Il sistema politico mondiale che oggi ci governa è il risultato delle più rosee previsioni dei vincitori della Seconda Guerra Mondiale: il loro trionfo sta non solo nel poter muovere le nazioni come pedine su una scacchiera, ma nell’avere il totale appoggio dei popoli mentre questo accade.

Mentre infatti l’uomo è immerso nelle difficoltà giornaliere dovute alla situazione difficile in cui è costretto a vivere i grandi capitalisti giocano sul pianeta le partite fondamentali.

Durante le ore che passiamo ad essere sfruttati dentro un ufficio da altre parti del mondo si sganciano bombe su civili inermi, si cancellano vite, si distruggono intere nazioni.

Questo noi facciamo solo finta di non saperlo, trincerandoci dietro il fatto che i maggiori organi di informazione, collusi con il potere, non ne parlano o danno a ciò una motivazione errata del tutto confacente ai propri interessi, disinteressandoci quindi in definitiva a tutto ciò che accade lontano da noi, inconsapevoli del fatto che le conseguenze di ciò saremo proprio noi a subirle.

La pigrizia che  pervade la popolazione è un altro aspetto che ha portato a questa situazione di degrado sociale: la modernità, l’ossessiva avanzata della tecnologia, voluta e incoraggiata proprio dai governanti del mondo, ci ha tolto la voglia di indagare, di andare oltre l’apparenza, di affidarci a fonti alternative.



Oggi per leggere una notizia basta un secondo, ma l’articolo che viene messo cosi velocemente a disposizione del cittadino altro non è che il frutto di quello che il sistema vuole che si sappia, ovvero la realtà plagiata che  esso desidera inculcare nella mente delle persone.

Si fanno passare i messaggi più assurdi come assolutamente veri, quando basterebbe utilizzare la logica per accorgersi della loro falsità.

Si scambiano i buoni per i cattivi e viceversa, si dipingono come dittatori feroci coloro che tentano solo di non svendere la propria nazione ai mercanti e agli usurai mentre dall’altra parte vengono fatte lodi sperticate a fantomatiche culle di democrazia tacendo il fatto che da decenni esse costringono i popoli vicini alla fame e erigono muri dal sapore tutt’altro che libertario.

In questo desolante contesto la cosa  più utile da fare è cercare di portare il maggior  numero di persone possibile a ragionare lucidamente su chi davvero determina la loro condizione sociale, ovvero la dittatura bancaria, il potere ebraico e le organizzazioni massoniche, vale a dire il triangolo mondialista per eccellenza.


Daniele Proietti

                                                                                                                                                             

martedì 22 agosto 2017

STORIE



LA STORIA DIMENTICATA GLI EBREI KHAZARI NAZISMO e Altro

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LA STORIA DIMENTICATA DI UN POPOLO - I KHAZARI / CHAZARI
 Un popolo che ignora il proprio passato non saprà mai nulla del proprio presente. Indro Montanelli

Chi controlla il passato, controlla il futuro.
Chi controlla il presente, controlla il passato . George Orwell, 1984. 
Riflettete un pò sulla prossima domanda : se fra mille anni vi dicessero, oppure non scrivessero nei libri di storia che è esistito un paese in Europa che si chiamava Germania ed inoltre che la seconda guerra mondiale è stata combattuta fra Americani e Unione Sovietica per la spartizione dell'Europa in Patto Atlantico ( Europa occidentale ) e Patto di Varsavia ( Europa dell'Est ) come potreste conoscere la germania nazista, Hitler e/o la storia ebrea ? Sarebbe impossibile, no?! 
Sembra uno scherzo ma questo è quello che è successo per il Popolo Khazaro o Chazaro ( quest'ultimo termine detto all'Italiana ).
Un impero enorme fatto sparire dai libri di storia, forse perchè verità scomoda di una parte del popolo ebreo.
Non sono religioso, ma rispetto chi lo è ed ogni ideologia religiosa, questo post è stato creato nell'interesse del genere umano, affinchè si possa avere un quadro chiaro di quanto accaduto.
Il danno di menzogne così enormi causano il conflitto palestinese e generano un danno anche ai fedeli convinti, sia ebrei che ebrei convertiti, ed a tutti i credenti nel suo complesso.  
Gli autori del più grande inganno della Storia sono il RE ed un Gruppo di uomini vicini al Re, la nobiltà, che dominavano e regnavano nell'impero KHAZARO.

Estensione dell'impero Khazaro:

Per poter comprendere cosa sia in realtà il Sionismo e quali ne siano i reali scopi obbiettivi, è necessario fare un passo indietro nella storia e prendere atto di una verità "scomoda" e troppo a lungo taciuta.
Come hanno avuto il coraggio di ammettere nei loro studi alcuni intellettuali di fede ebraica, tra cui Arthur Koestler, la stragrande maggioranza di quella che oggi viene considerata la popolazione Ebraica mondiale non ha alcun legame storico con la terra di Israele. Essa non discenderebbe, infatti, dall'Israele Bibblico, bensì dall'antico popolo dei Khazari, stanziato già attorno al VII secolo in quella grande regione oggi corrispondente alla Russia meridionale e all'Ucraina, fino alle montagne del caucaso. Si tratta di una grande verità storica sempre accuratamente taciuta dai vertici sionisti, in quanto, come ha apertamente sottolineato Alfred M. Lilienthal, ex funzionario del dipartimento di stato U.S.A., essa rappresenta di fatto "il tallone di Achille di Israele, perchè dimostrerebbe come le rivendicazioni territoriali sioniste sul territorio della palestina non avrebbero in realtà alcun fondamento storico oggettivo.
La maggior parte delle informazioni sui khazari in nostro possesso deriva dall'antica storiografia araba, ebraica, armena e bizzantina, da antiche leggende slave e, soprattutto, dalla notevole quantità di reperti archeologici che questo popolo ci ha lasciato e che ci fornisce molte informazioni sul suo sistema socio - economico e sulle sue crescenze religiose. Sappiamo, ad esempio, che veneravano il fallo e che celebravano riti che prevedevano sacrifici umani. link al rito del BOSCO BOEMO
Come gran parte dei popoli originari delle steppe i Khazari professavano una religione sciamanica basata sul culto di Tingri, il Dio creatore della natura, con alcuni influssi chiaramente derivanti dal confucianesimo. La loro area di stanziamento, però, soprattutto nelle città greche sul Mar Nero e nella zona della crimea era, fin dal periodo precedente alla diaspora, era fortemente abitata da popolazioni ebraiche, tanto che in alcuni distretti, già alla fine del VII° secolo, gli Ebrei formavano la maggioranza della popolazione.
Il nome "Khazar" sembrerebbe derivare dalla radice turca "qaz", che significa "Vagabondare".
Come sottolinea Lawrence M. F. Sudbury, come per le loro origini nomadiche, anche per quanto riguarda tutta la iniziale storia Khazara di stanziamento nell'area a sud dell'odierna Russia, le certezze sono molto poche.
Certamente i Khazari dovevano essere parte dell'impero Gokturk, formato dal clan Ashina dopo la loro vittoria contro gli juan nel 552. Molto probabilmente, quando le guerre tribali portarono alla frantumazione di tale impero e allo sviluppo di numerose confederazioni minori, i Khazari rimasero fedeli agli Ashina, tanto che nel 670 li troviamo in guerra contro i Bulgari, della cui migrazione verso occidente furono probabilmente causa.
E' in questo periodo che i Khazari divengono indipendenti ( pur mantenendo molte delle istituzioni del vecchio impero ) e fondano un loro canato con capitale prima a Balanjar ( oggi identificata con il sito archeologico di Verkhneye Chir-Yurt ), poi, intorno al 720, a Samandar, città costiera del caucaso settentrionale, infine, verso il 750, a Itil ( oggi Atil ), ai margini del Volga, che rimase il centro amministrativo del loro regno per più di 200 anni.
I Khazari arrivarono a controllare un impero esteso e potente che si estendeva per buona parte della Russia e che aveva come naturali confini il Mar Nero, il Mar Caspio, i monti Urali e la catena del caucaso, confinando a sud-ovest con l'impero bizzantino, a Nord-Ovest con la Rus' di Kiev, a Nord con le terre abitate dai Bulgari del Volga ed a Sud-Est con la Persia.
Il khanato di Khazaria era così continuamente attraversato da mercanti norreni, greci, arabi, bulgari e persiani diretti a Nord ed a Ovest e divenne un importante centro economico e politico, luogo di incontro e di reciproco influsso tra lingue, culture e religioni diverse ( Islam, Cristianesimo, Animismo, Ebraismo ).
In questa prima "fase nazionale" i Khazari dovevano già essere divisi nelle due caste dei Khazari Bianchi, guerrieri e nobili con supremazia territoriale e dei Khazari neri, artigiani e commercianti sottomessi ai primi, dovevano già aver adottato il sistema turcomanno di successione monarchica, che prevedeva la presenza di un potere dualistico, con un Re supremo ( Kargan ) e un comandante dell'esercito ( Bek ), e stavano per compiere quello stranissimo processo storico-religioso che li avrebbe resi un unicum nella storia : la conversione di massa all'Ebraismo.
Attorno al 740 D.c., infatti, il Khan ( Re ) Khazaro Bulan si convertì all'Ebraismo, imponendo tale religione a tutte le popolazioni dei suoi domini. Ciò determinò una brusca rottura con il passato, in quanto, sino ad allora, il Khanato Khazaro, oltre ad essere rinominato per ricchezza, era noto per la sua tolleranza religiosa. I Kargan del Khanato, infatti, intrattenevano relazioni commerciali e politiche con tutti i paesi circostanti e permettevano libero culto a chiunque, addirittura lasciando che ogni gruppo religioso basasse il proprio sistema giuridico sui propri dettami religiosi.
Narrano le leggende che BULAN fù spinto a compiere la propria conversione da alcuni sogni e rivelazioni "divine", ma si trattò più verosimilmente, come concordano molti storici, di una mossa politica tesa ad evitare che il suo regno venisse assorbito dal mondo cristiano da una parte e da quello islamico dall'altra. Non dobbiamo dimenticare che l'impero khazaro si trovava chiuso fra due grandi popolazioni in costante crescita: I mussulmani ad est ed i Cristiani ad Ovest.
Entrambe le religioni, pur con numerosi esempi di intolleranza interna, vedevano nell'Ebraismo un predecessore dei propri culti e l'istituzione di uno stato ebraico poteva dunque rappresentare, agli occhi di Bulan, anche un buon espediente per mantenere una specie di neutralità nel grande scontro che stava sviluppandosi.
Per meglio comprendere i motivi alla radice della conversione Khazara, dobbiamo anche tener presente la situazione delle comunità ebraiche che a quel tempo vivevano in quella regione. Gli Ebrei, perseguitati a Bisanzio da Eraclio, Giustiniano I, Giustiniano II, Leone III, e Romano I, in persia dai Sassanidi ( soprattutto dopo la rivolta di Mazdak ) e, successivamente, anche se in forme minori, dagli islamici, cercarono rifugio in massa laddove già esistevano ricche comunità di loro correligionari e notevoli possibilità di instaurare fiorenti commerci.
Questi esuli finirono ben presto per formare, nel contesto del Khanato di Khazaria, una sorta di Elite mercantile che si trovò ad avere stretti contatti con l'aristocrazia locale, favorendone così la conversione.
Sicuramente verso la fine dell'VIII secolo, le famiglie reali Khazare e la nobiltà si erano già convertite in massa all'ebraismo, seguite da buona parte della popolazione. 
Dopo l'830, comunque, l'ebraismo divenne sicuramente religione di stato dal momento che numerosi ritrovamenti numismatici riportano nomi ebraici ( Zaccaria, Isacco, Sabriele, Obbadiah, etc.. ) scelti dai re al momento della loro incoronazione. Sicuramente i Khazari instaurarono strette relazioni con tutte le comunità ebraiche del levante e della Persia, ma anche con comunità più lontane, come testimoniano carteggi tra ebrei khazari ed ebrei spagnoli.
Nell'VIII secolo l'alleanza con Bisanzio divenne sempre più stretta, tanto che quando Giustiniano II, nel 704, venne esiliato a Cherso, scappò in Khazaria e sposò la sorella del Kagan Busir ( sebbene poi, per l'appoggio fornito da questi all'usurpatore Tiberio III, dovette rifugiarsi in Bulgaria ), mentre nel 711 l'imperatore Filippico ebbe proprio i Khazari come maggiori sponsor per la sua ascesa al trono.
L'imperatore Leone III arrivò addirittura a dare in moglie a suo figlio Costantino ( poi Costantino V copronimo ) la principessa Khazara TziTzak e, non a caso, il loro figlio Leone IV passò alla storia con il soprannome di "Leone il Khazaro".

Nel ruolo di "stato cuscinetto" fra Europa ed Asia e fra mondo cristiano ed islamico, in questo periodo, la Khazaria diventa sempre più importante ed internazionalmente riconosciuta per la sua ricchezza, produttività ( moltissimi manufatti khazari sono stati trovati in tutte le aree mediorientali ed in numerosi siti archeologici balcanici ) e per la tolleranza verso qualunque popolazione, tanto da instaurare in tutta l'area caspica quella che passò alla storia come "Pax Khazarica".
Come potè, dunque, accadere che in brevissimo tempo uno stato così potente sparisse praticamente nel nulla ? Le ragioni furono molteplici.
In primo luogo, già alla fine del IX secolo, una guerra civile interna, mossa da tre clan detti "dei Kabari" in alleanza con alcuni clan magiari e in rivolta contro il Bek dell'epoca devastò intere aree del paese prima di essere sedata.
Successivamente una guerra contro i Peceneghi, che si erano ribellati contro il vassallaggio che i Khazari facevano sulle merci che passavono dal loro territorio essendo nel mezzo a importanti vie commerciali.
Ci fù inoltre il distacco sempre più marcato dall'impero romano d'oriente ( Bisanzio ) ed altre guerre, ma la vera causa della vera morte del Khanato ha un nome ben preciso: Rus.
Per placare diverse rivolte interne i khazari decisero nel 960 circa di modificare le alleanze e chiusero le rotte di navigazione sul Volga per tutti i Rus' .
A questo punto, Oleg di Novgorod ( che già aveva tentato incursioni in Khazaria intorno al 940, risultando sempre sconfitto ) e Sviatoslav di Kiev cominciarono una serie impressionante di attacchi ai domini Khazari, spesso portati con l'assenso e l'aiuto di Bisanzio.
Rimasti soli, con continue rivolte di tutti gli alleati ed alcune interne, i Khazari tentarono una disperata resistenza contro le numerosissime bande Rus, ma Sviatoslav riuscì a conquistare le fortezze di Sarkel e Tematarkha nel 965 ed a occupare Itil nel 969, ponendo fine all'impero Khazaro. Un viaggiatore scrisse che ad Itil, dopo l'attacco dei Rus, "non vi rimase neppure un acino d'uva, ne una sola foglia sugli alberi".
In breve i Khazari si dispersero lungo tutta l'area caspico-caucasica e vennero assorbiti dalle altre popolazioni fino a quel momento loro sottomesse.
Ma vi è un secondo interrogativo, per certi versi molto più inquietante ed eblematico del primo, al quale è nostro dovere cercare di trovare delle risposte: è possibile per la storia dimenticare quasi completamente l'esistenza di un popolo ?
Sembrerebbe incredibile, ma per quanto si provi a sfogliare l'indice di un qualsiasi testo scolastico alla ricerca delle vicende del popolo Khazaro e della storia di un impero che, per oltre due secoli, ha influenzato le vicende d'Europa, Asia e Medio Oriente, non se ne trova traccia.
Sembra quasi che, al di fuori di ristrettissimi ambiti accademici e universitari ( prevalentemente dell'Europa dell'Est ), non si debba parlare della storia dei Khazari.
Benchè esista una fiorente letteratura a riguardo ( per chi ha la volontà e la pazienza di consultarla ), certi fatti storici sono sempre stati volutamente fatti passare sotto silenzio, soprattutto sui libri di scuola, perfino in ambito universitario. Perchè si può parlare liberamente dell'impero Macedone, dell'Impero Romano, dell'Impero Ottomano, dell'Impero Bizzantino e non dell'Impero Khazaro ?
La risposta a questo e molti altri interrogativi sta probabilmente nel fatto che le popolazioni del dissolto impero Khazaro, per quanto molte di esse vennero assorbite dall'Orda d'Oro, iniziarono a migrare, diffondendosi principalmente nelle terre slave dell'Europa Centro-Orientale, gettando le basi di quelle che diverranno le principali comunità ebraiche di quelle regioni.
Ciò che storicamente accadde in quel periodo è che il popolo conosciuto da secoli come "Khazaro" divenne il popolo "Ebreo", e da lì iniziò una vera e propria operazione di occultamento della vera origine degli Ebrei europei e venne diffusa una storia artefatta, basata sull'idea che essi fossero gli Ebrei bibblici.
E questa credenza erronea vige ancora oggi agli occhi dell'opinione pubblica internazionale, trovando sorprendentemente più critiche e opposizioni in ambito ebraico, piuttosto che nell'ambito della cultura dei "Gentili", ovvero sia dei non Ebrei.
Vi sono tutti gli elementi per dimostrare che gli Ebrei conosciuti come Askenaziti ( oltre il 90% degli Ebrei del mondo ) discende dai Khazari, mentre gli Ebrei Sefarditi, esigua minoranza ( anche in Israele ), sarebbero gli unici ad avere un origine semitica e medio-orientale.
E' paradossale quindi constatare come il SIONISMO, un movimento ebraico a forte connotati nazionalistici e razzisti, non sia stato creato dai legittimi eredi di RE-SALOMONE, bensì dagli eredi Askenaziti di tribù turcomanne, la cui patria non era il Mar Morto, ma bensì il Mar Caspio.
Il sionismo è stato ufficialmente fondato da Teodor Herzl, un giornalista ebreo Askenazita con cittadinanza Austriaca, nel 1897, con l'obbiettivo di instaurare in palestina un prosaico stato ebraico.  Qui sotto in foto il fondatore del sionismo


Si è però fin dall'inizio dimostrato nei fatti un pericoloso movimento nazionalista Askhenazita, caratterizzato da un marcato razzismo verso le culture dei popoli e delle nazioni non appartenenti alla "civiltà ebraica" in quanto geneticamente e culturalmente non appartenenti al cosiddetto "popolo eletto".
E' stato il movimento sionista a preparare il terreno per la fondazione dello stato di Israele ed a promuovere ed a finanziare la grande migrazione degli Ebrei Europei e Nord-Americani in Palestina. Ed è sempre e comunque il movimento Sionista che detiene ed ha sempre detenuto il potere in Israele, controllandone di fatto la politica e le istituzioni. E' inutile ricordare come in Israele gli Ebrei Sefarditi siano sovente discriminati e considerati cittadini di serie "B", a totale beneficio degli Askhenaziti di origine Europea e Americana. E' questo sarebbe un paese democratico e meritevole di entrare, secondo l'ottica di certi politicanti purtroppo anche Italiani, nell'unione europea ?
Dalle ultime fonti la situazione degli Ebrei sefarditi, gli unici che avrebbero diritto di rivendicare la terra d'Israele, sono addirittura imprigionati e talvolta picchiati quando protestano contro il regime Askhenazita.
Video di forte protesta di Ebrei Sefarditi contro il sionismo qui sotto ;

Aggiornamento del 08/08/2013 - Visto l'attuale vicenda dell'abbasciatore kazako in Italia ripropongo e rispecifico le razze ; le razze del popolo kazaro .
Le razze del popolo kazaro, ai tempi dell'impero, erano due come cito sopra e qui ripropongo : "In questa prima "fase nazionale" i Khazari dovevano già essere divisi nelle due caste dei Khazari Bianchi, guerrieri e nobili con supremazia territoriale e dei Khazari neri, artigiani e commercianti sottomessi ai primi, dovevano già aver adottato il sistema turcomanno di successione monarchica, che prevedeva la presenza di un potere dualistico, con un Re supremo ( Kargan ) e un comandante dell'esercito ( Bek ), e stavano per compiere quello stranissimo processo storico-religioso che li avrebbe resi un unicum nella storia : la conversione di massa all'Ebraismo. Tuttavia dopo il crollo dell'impero e la "diaspora" furono assorbiti dall'orda d'oro di Gengis Khan ..ecco perchè taluni khazari anno anche lineamenti orientali come l'ambasciatore in Italia.
Comunque, continuiamo.... Come sappiamo da molti studiosi, ricercatori ed anche economisti  "gli ebrei" , si notino le virgolette, furono in Europa centrale intermediari e prestatori di denaro; Nel Medioevo l’ebreo era considerato un reietto e un diverso, e pertanto emarginato. 
Era disprezzato dai nobili, che se ne servivano, e odiato dal popolo: in primis, perché la religione identificava in lui il “deicida”, cioè il discendente degli uccisori di Cristo, e poi perché la gente, ignorante e superstiziosa, vedeva in lui l’autore di orrendi misfatti: in tempo di peste l’avvelenatore dei pozzi; il profanatore di ostie consacrate; e l’assassino di bimbi cristiani, il cui sangue si diceva usasse per i suoi riti immondi.  Ma la verità è che l’ebreo era detestato soprattutto perché svolgeva l’attività di  usuraio.
 A partire dal XII secolo, si assiste, nell’Europa occidentale, a uno straordinario diffondersi di questa nuova attività fra gli ebrei: l’usuraio è di norma un ebreo, e la parola “ebreo” acquista il significato di “usuraio”. Gli ebrei prestano denaro un po’ a tutti : ai governi per i loro eserciti e le loro funzioni, ai nobili per i loro lussi, ma anche alle classi più modeste, artigiani e contadini e perfino alle abbazie e ai conventi.
http://www.villaggiomondiale.it/usuramarchioperebrei.htm 
Nei primi anni del Novecento iniziò a circolare in Europa un misterioso e controverso libro dal titolo “I Protocolli dei Savi Anziani di Sion”. Al suo interno veniva descritto con precisione il piano di conquista del mondo da parte della "comunità ebraica", che si sarebbe dovuto realizzare attraverso il controllo dei punti nevralgici delle moderne società occidentali, quali la finanza, la stampa, l’economia, gli eserciti militari, la morale e la cultura. LINK AI PROTOCOLLI
Famoso è l'ultimo percorso e/o  CICLO del SERPENTE

 

Questo libro è stato ovviamente contestato e smentito, mentre altri ancora lo ritengono autentico. Io non mi soffermerò su questo concetto ma, dopo più di un secolo, qualsiasi persona può capire se le parole scritte al suo interno fossero corrette o meno, ne mi soffermerò ad incolpare gli ebrei, ne tantomeno ad avvallare stermini e/o ideologie naziste, tanto che le vittime fossero state gli Ebrei e/o i Khazari.  Dimostrerò anzi come il Nazismo abbia in realtà Vinto la II guerra mondiale e che dietro tutto questo inganno, non ci sono gli Ebrei o dei fedeli "anche khazari convertiti e/o fedeli convinti", ma un manipolo di famiglie eleitarie sin dai tempi di "BABILONIA la grande",  così come veniva citata nella Bibbia e dove in effetti fù registrata la prima forma di usura della storia.  Dimostrerò che il tutto è stato creato e realizzato per un "piatto" molto più grande, l'instaurazione di un ordine mondiale Dittatoriale, nazista, il nuovo ordine mondiale. Volete un ordine mondiale comunista ? sono la stessa cosa per chi leggera' e capira' cio' che questo post intende dire.
Dopo molti anni viene alla luce un'altro altro fatto inquietante, ossia come Hitler in realtà avesse parte sangue "ebreo", ossia di quella parte di ebrei che io continuerò a chiamare  "Askenaziti - Khazari" per non fare confusione.  Questo fatto oramai è assodato e conosciuto alla stragrande maggioranza degli studiosi, ( ricordo addirittura che in prima o seconda superiore, - si parla di 20 anni fa' - ce lo disse anche la prof. di Italiano durante una spiegazione circa il libro "se questo e' un uomo" di primo levi ) . Fatto molto più nascosto invece è come Hitler provenisse in realtà dal sangue di una particolare famiglia Khazara,che insieme ad altre controllava e controlla tutt'ora grandi industrie e parte del sistema bancario Americano, i Rothschild. I Rothschild, Insieme alla famiglia Rockefeller, finanziarono Hitler fino a guerra inoltrata, le loro aziende produssero sia lo zyklon B, il GAS utilizzato nei campi di sterminio Nazisti, sia un addittivo senza il quale gli aerei Tedeschi non avrebbero potuto Volare.  Rothschild...che insieme alla famiglia Morgan e diverse altre all'interno degli Stati Uniti (non solo all'interno degli Stati Uniti) hanno una provenienza khazara e ( tornando ancora più indietro ) Askenazita. 

Questa sotto è la storia delle origini di Adolf Hitler :

LA STORIA UFFICIALE E’ UN VELO PER NASCONDERLO : HITLER ERA UN ROTHSCHILD

LA STORIA UFFICIALE E’ UN VELO PER NASCONDERE LA VERITA’ DI CIO’ CHE REALMENTE ACCADE.
Quando il velo viene sollevato, ci accorgiamo non solo che la versione ufficiale è sbagliata, ma che lo è al 100%.
Prendete ad esempio i Rothschild.
Questa famiglia era anticamente nota, tra i tanti nomi, con quello di Bauer, e fu una delle tante famiglie note che praticavano l’occultismo nel MedioEvo Tedesco.
Presero il nome di Rothscild, che significa “Scudo Rosso” o esagramma stella di David, che si trovava sulla loro casa-villa a Francoforte.
La stella di David o Sigillo di Salomone ( prox libro di Dan Brown NdP301) è un antico simbolo esoterico associato poi agli ebrei da quando lo prese Rothschild. Esso non rappresenta alcun riferimento nè a David nè a Salomone, come confermano fonti ebraiche.
I Rothschild sono una delle famiglie dell’Elite degli Illuminati. A capo vi è Guy Rothschild.
Guy R. è uno dei più illustri manipolatori mentali del pianeta, come dimostrato da innumerevoli superstiti, tra cui donne e bambini.
Già sento voci che si levano per accusarmi di “antisemitismo” perchè i Rothschild si proclamano “ebrei”.
Ma sapete che i Rothschild hanno mosso organizzazioni come la Lega Anti Diffamazioni e la B’nai B’rith letteralmente significa “Figli dell’Alleanza” per mettere a tacere questi voci? Non fatemi ridere. Amo gli ebrei come i negri e tutti gli altri, odio viceversa chi sfrutta queste menzogne.
Da notare che queste org. sono di proprietà dei Rothschild, la B’B fu fondata dai Roth nel 1843 per distruggere e diffamare a sua volta chiunque avesse osato condurre oneste ricerche.
Molti dei suoi portavoce hanno apertamente sostenuto che la Guerra civile americana avrebbe portato a condannare i leader neri chiamandoli antisemiti o razzisti. Ogni anno la Lega Antidiffamazioni consegna il premio Torcia della Libertà (tipico simbolo degli Illuminati) a chi ritiene meglio abbia sostenuto il ruolo di suo sostenitore. Un anno fu consegnato a Morris Dalitz, uomo vicino al sindacato del crimine di Mayer Lansky che ha terrorizzato l’America....

MA ALLORA CHI ERA HITLER?
Naturalmente i sentimenti che animano l’accesa condanna nei confronti dei gruppi antisemiti di oggi risale alla persecuzione ebraica ad opera del nazismo e di Adolf Hitler.
Basta fare indagini o sollevare le riserve sui Rothschild o su altri ebrei o organizzazioni per essere bollato come Nazi.
Eppure è stato dimostrato in tanti libri e da un’infinita di studiosi, che Adolf Hitler ed i nazisti sono stati creati e finanziati dai Rothschild.
Furono loro che organizzarono l’ascesa al potere di Hitler attraverso società segrete a capo degli Illuminati presenti in Germania, come la Società Thule, la Società Vril e altre; furono i Rothschild a finanziare Hitler attraverso la Banca d’Inghilterra e altre fonti sono la Banca Kuhn Loeb, che finanziò anche la Rivoluzione Russa. Il cuore della macchina da guerra di Hitler fu il genio chimico I.G.Farben. Anch’egli controllato dai Rothschild tramite società finanziarie, attraverso i valletti dei Warburg.
La Standard Oil dei Warburg gestiva Aushwitz, ma era ufficialmente dei Rockefeller ( l’impero Rockefeller era stato creato, tra gli altri, dai Rothschild ). Essi possedevano anche i mezzi di comunicazione, e così controllavano il flusso di notizie date al pubblico.
Guarda caso le loro proprietà non erano state sfiorate da una bomba in tutta la guerra ! Altre fabbriche lì vicino erano state demolite dai raid aerei.
Quindi dietro la forza di Hitler vi era la mano sapiente dei Rothschild, proprio coloro che nel mondo sostengono la razza ebraica… Gli ebrei sono per loro, come tutto il resto della popolazione, solo bestiame da usare e muovere a proprio vantaggio. Ma attenti, Hitler non poteva appartenere alla famiglia Rothschild perchè ha massacrato quel popolo, insieme a zingari e comunisti e chi non gli piaceva, mentre i Rothschild difendono quel popolo facendone parte, e quindi, mai avrebbero fatto un orrore del genere.
Oh, davvero?
Non solo Hitler fu sostenuto dai Rothschild, ma diverse prove dicono che lui fosse un Rothschild.Tra cui il libro dello psicanalista Walter Langer, The mind of Hitler.
Questo calza a pennello sulla propaganda organizzata dagli Illuminati per spianare la strada al potere ad Adolf Hitler.
Egli venne sostenuto anche dai Windsor ( in realtà casata tedesca dei Sassonia-Coburgo- Gotha ), e tra questi figurava Lord Mountbatten, un Rothschild, un satanista. I dati sul legame tra nazisti-britannici devono ancora emergere del tutto, ma uno studioso di nome Langer ha scritto:
“Il padre di Adolf, Alois Hitler, era figlio illegittimo di Maria Anna Schiklgruber. Si pensava fosse Georg Hiedler. Ma (…)ciò è altamente improbabile(in Austria era saltato fuori un documento)(…)che dimostra che Maria Anna S. fosse a Vienna al momento del concepimento. A quel tempo era la domestica del barone Rothschild. Non appena scoperta la sua gravidanza fu cacciata…e nacque Alois”. Le informazioni di Langer provengono da un alto ufficiale della Gestapo, Hansjurgen Koelher, e furono pubblicate nel 1940 col titolo Inside the Gestapo.
Quel fascicolo scrisse “provocò tanto scompiglio quanto mai prima”. Egli rivelò anche che:
“(…)Attraverso quei fascicoli scoprimmo tramite certificato di nascita, scheda di registrazione della polizia, i protocolli ecc, alcune cose che il cancelliere tedesco riuscì a ricomporre come un puzzle, dandogli una coerenza logica”.
“ Una giovane serva ( la nonna di Hitler ) arrivò a Vienna e divenne domestica presso alcune delle famiglie più potenti e ricche di Vienna. Ma, sfortunata, venne sedotta e abbandonata mentre aspettava un bambino e venne rispedita al villaggio natale… Qual era la famiglia viennese presso cui lavorava? Non era una domanda poi così difficile. A Vienna era già da tempo in funzione un registratore obbligatorio presso il commissariato di polizia, ella lavorava presso i…Rothschild (ma dai!? ) e il nonno ignoto di Hitler doveva trovarsi in quella casa. Il fascicolo Dolfuss si fermava a questa osservazione”.
Forse Hitler era così determinato a conquistare l’Austria per distruggere ogni traccia del suo retaggio ?
“Mi pare che Hitler conoscesse le sue origini ancor prima di diventare Cancelliere"
Come suo padre, quando il gioco si fece duro, si trasferì a Vienna; poco dopo la morte della madre nel dicembre 1907, Adolf partì per Vienna. Pare che là abbia fatto perdere ogni sua traccia per 10 mesi! Ciò che fece in quel periodo è un mistero, ma noi possiamo presupporre che si fosse intrattenuto a conoscere i suoi cugini e per valutare il suo potenziale in vista di future eventuali imprese”.
Philip Eugene de Rothschild, sostiene di essere un discendente dei Roth come lo fu Hitler o altre migliaia di persone cresciute e allevate da essi, prima di essere affidati a famiglie di facciata, al fine di ricoprire posizioni di privilegio sotto falso nome e illegittimamente.
Ma quale dei Rothschild era il nonno di Hitler?
Alois, il padre nacque nel 1837 nel periodo in cui Salomon Mayer era l’unico Rothschild che viveva a Vienna. Persino la moglie era tornata a Francoforte dopo il fallimento del loro matrimonio.
Il loro figlio, Anselm Salomon, trascorse la maggior parte della sua vita lavorativa tra Parigi e Francoforte, lontano da Vienna e dal padre.
Così, il vecchio e solo Salomon Mayer Rothschild è il sospettato numero 1.
E Hermann von Goldschmidt, figlio di un impiegato di Salomon Mayer, scrisse un libro pubblicato nel 1917, che riporta a proposito si Solomon: “…dal 1840 aveva sviluppato un particolare entusiasmo per le giovinette”…e…”aveva una passione lasciva per le bambine, e le sue avventure con loro furono messe a tacere dalla polizia”.
La nonna di Hitler era una giovane ragazza che lavorava sotto quello stesso tetto e che divenne ben presto oggetto delle attenzioni e voglie di Mr Salomon. e rimase incinta proprio mentre era in servizio in quella casa.
Suo nipote divenne cancelliere tedesco, grazie all’appoggio finanziario dei Rothschild, e diede inizio alla Seconda Guerra Mondiale che fu così centrale per il piano globale degli Illuminati.

Sotto un video già inserito nel post "la moneta come debito"  che qui ripropongo, inizia con il parlare delle guerre di chi le ha create e di chi ci ha giovato in larga parte, ossia "chi emette denaro e non tanto le multinazionali delle armi",  per finire poi ai finanziamenti ed agli aiuti ad Hitler. 

Se volete inoltre approfondire la questione sotto ho inserito un libro scritto da un autore Argentino, Walter Graziano intitolato HITLER HA VINTO LA GUERRA :


Il libro di Walter Graziano :

Hitler ha vinto la guerra è un libro scritto da Walter Graziano, economista argentino, nel 2004, tre anni dopo l’11 settembre 2001.
Graziano constata come gli stessi gruppi di potere che influenzavano le scelte politiche ed economiche degli Stati durante il Terzo Reich Nazista siano in realtà gli stessi che influenzano le scelte degli Stati odierni. Insomma, settant’anni passati invano. LINK


Altro libro ed altra cosa sconosciuta alla maggior parte della gente è come durante la seconda guerra mondiale nell'esercito di HITLER, nonostante l'olocausto, vi fosserò 150.000 soldati "ebrei" molti dei quali anche ai vertici militari del III Reich, ebrei Askenaziti ? 
Penso proprio di si !!
Il libro Si intitola "Quei 150.000 soldati Ebrei di Hitler". Sconvolgente libro dello storico Ebreo Bryan Mark Rigg. 

Quello che intendo dire è che dietro la seconda guerra mondiale e dietro soprattutto alla questione ebrea è stata orchestrata una grande truffa da persone, "l'elite dominante" di gran parte di provenienza Khazara, trasversale a qualsiasi religione, nazione e/o credo politico di destra o di sinistra.
Coloro che hanno organizzato questa truffa e che con tutta probabilità hanno scritto i "Protocolli Dei Savi di Sion" hanno un unico scopo, il dominio sull'intero pianeta, qualsiasi siano i mezzi con il quale raggiungeranno tale scopo.
In tal senso la religione Ebrea stessa ne è vittima, così come i fedeli convinti anche se convertiti e soprattutto quasi tutti ( almeno il 95%) IGNARI di tutto questo; i carnefici dell'olocausto non sono altro che le famiglie dominanti e/o nobiltà degli Askenaziti ( Khazari ) che hanno usato la religione Ebrea allo scopo di creare confusione e di ottenere la nascita dello stato di ISRAELE e delle NAZIONI UNITE.
Un piano attentamente orchestrato, Un pò come l'auto-attentato delle Torri Gemelle e/o Twin Towers ( Link al video di Massimo Mazzucco,  11 Settembre Inganno Globale ) che è servito all'elite per inasprire i controlli in tutto il mondo e negli stessi Stati Uniti a tutta la popolazione. Tutto questo per dichiarare guerra al Terrorismo, una guerra che può essere combattuta volendo in qualsiasi paese e che non può mai essere vinta, ma solo appunto combattuta.
E' il famoso Problema - Reazione - Soluzione di  hegeliana Memoria
Creare un o IL Problema, Causare una Reazione della gente, "Offrire" una Soluzione , in tal caso una guerra continua ad un nemico "invisibile" che non è circoscritto in un territorio, può essere anche dentro qualsiasi nazione, un nemico che.... puoi essere anche tu ! un nemico per il quale è necessario sempre di più il controllo con telecamere,  passaporto con microchip, leggi proibitive e moltissime limitazioni alle vostre libertà.

Per capire ciò che intendo dire basta riguardare il video sopra, specialmente nella parte finale, quando Hitler annuncia la GESTAPO .
Poi, quale copertura migliore per nascondere i propri intenti se non quella di farsi passare per vittime quando i veri carnefici sono stati loro poichè coperti da un inganno storico ?
Inoltre adesso, dopo la seconda guerra mondiale, vai a toccare gli Ebrei...o MEGLIO, coloro che sono voluti passare per tali dopo l'inganno storico !
Chi parla contro e/o male di Israele è Nazista, l'accusa che l'elite ed i Media hanno creato ad HoC ... ( Media dall'elite controllati )
Perchè l'inganno fosse completo, Hitler ed i suoi seguaci si misero anche a stampare denaro, o almeno questo è quello che vollero far passare, "senza prenderlo in prestito dal COMPLOTTO GIUDAICO - MASSONICO" .
Nella realtà invece, come abbiamo visto, ne erano DENTRO FINO AL COLLO, se non di più...
Che BRAVI, i SAVI di SION, hanno giocato di anticipo, ( fra l'altro è scritto fra le righe dei PROTOCOLLI che avrebbero fregato il mondo con l'astuzia e lo avrebbero diviso ).
Probabilmente avevano previsto o meglio, hanno Voluto far sapere in questi ultimi anni circa l'inganno dell'emissione monetaria . Un altra ipotesi è invece che avessero temuto che la verità venisse fuori, tanto da doverne trovare la scappatoia ....
Secondo il mio parere non è affatto una scappatoia, hanno proprio voluto che ciò si verificasse, ossia che la gente si rendesse conto della truffa sull'emissione monetaria, in modo da "armare il mondo contro gli Ebrei" o almeno per far rifiorire certi Odi Nazionalisti o Nazisti al grido...
Gli Ebrei SONO USURAI  !!!

Bravi, veramente bravi, loro.... Hitler = ROTSCHILD, che sono stati finanziati da famiglie "Ebree" ( ops..dell'elite khazara-Askhenazita ), per non parlare degli armamenti e degli addittivi per gli aerei !!! Bell'astuzia e bell'inganno ! ...proprio loro che tutto ciò, hanno voluto...
Il video che aggiungo sotto la dice lunga di quanto la storia sia da correggere Visto che sembra proprio che siano stati "ebrei massoni askenaziti" ad alimentare ed ha dichiarare il boicottaggio e la guerra alla GERMANIA di HITLER e la dice lunga anche sulla questione che ho appena parlato sopra.
Gli autori del video infatti ( si evince anche dal filmato sotto ) avvalorano la TESI ....Volutamente PLAGIATA e SOPRATTUTTO VOLUTA dagli stessi responsabili ASKHENAZITI, che Hitler venne boicottato dall'ebraismo internazionale perchè si era messo ad emettere moneta sovrana andando ovviamente contro gli interessi dei BANKSTER "Ebrei" ( ebrei sempre fra virgolette ).
Ecco il Video, con il riferimento di un giornale Inglese del 1933.



Volendo narrare tutta la storia, dai Khazari al nazismo e un pò di tutta la seconda guerra mondiale per rivedere, ampliare e/o correggere tutti i dati storici in nostro possesso, credo che dobbiamo sempre più prendere in considerazione ciò che molti studiosi ed infine anche giornalisti e scrittori abbiano scoperto e vadano dicendo da moltissimi anni.
HITLER non si suicidò insieme ad Eva Braun in un Bunker a fine guerra ma scappò in Argentina e morì circa nel 1962. 

Ritorniamo al giorno prima della fine. Adolf Hitler e la compagna Eva Braun, divenuta sua moglie il 29 Aprile 1945, attendono la conclusione della guerra nel bunker e pochi mesi dopo, tra il luglio ed agosto dello stesso anno quando le speranze dei nazisti venivano vanificate dalla vasta offensiva alleata, il Führer con non più di sette persone giungono a bordo di un sommergibile che, scortati da latri due, lasciano l’Europa devastata dal conflitto e si dirigono alla piccola baia di Caleta de Los Loros, in Argentina, in cui tutti e tre i sottomarini vennero volutamente affondati per far sparire ogni traccia.
Il maggior teorico del complotto, lo scrittore Abel Basti, sostiene che dopo i suddetti eventi, Hitler e la Braun una volta raggiunta la costa sudamericana intrapresero un viaggio già da tempo programmato dai maggiori gerarchi nazisti ossia Mengele, Bormann ed Eichmann, attraverso le province di Cordoba, Buenos Aires, Mendoza e La Roja, per andare ad abitare poi per diversi anni presso una fattoria vicino alla città di Bariloche, sulle sponde di un lago praticamente inaccessibile ai più, una zona in cui si nascosero, questo con assoluta certezza, decine di ex gerarchi nazisti.
Ma tutta questa storia è il frutto della fantasia dell’autore o il risultato di un’accurata indagine?
A sostegno di questa inquietante teoria vi sono le testimonianze di persone che lavoravano come domestici o che frequentavano la casa presso la quale Hitler e sua moglie trovarono ospitalità. Per certo si sa infatti che in un piccolo villaggio chiamato La Falda vivevano Walter e Ida Eickhorn, i maggiori diffusori del nazionalsocialismo in territorio argentino; nella loro casa lavorò per tantissimo tempo la domestica Catalina Gamero, la quale sostiene che nel 1949 abbia servito Hitler in persona presso un piccolo albergo in cui il dittatore soggiornò per pochi giorni prima di trasferirsi insieme alla moglie in una nuova casa costruita dagli stessi Eickhorn sulla collina Pan de Asucar. A confermare queste sconvolgenti ed inquietanti affermazioni ci sono le dichiarazioni del giardiniere dei coniugi Eickhorn, in realtà un agente infiltrato dell’FBI il quale sostenne più volte che gli Eickhorn, già nel luglio 1945, si stessero preparando per accogliere il Führer nella propria dimora.
Quello che è rende possibile pensare alla veridicità di queste ipotesi è la sicura l’accondiscendenza che si sarebbe potuta incontrare presso il dittatore argentino filo-nazista Peron che mirava ad imitare il modello tedesco (proprio vicino alla città di Bariloche, infatti, si trova un sito di studio sul nucleare affidato da Peron ad un ricercatore ex-nazista).
Proseguendo nella storia, quindi, dopo aver soggiornato nella casa, le possibili varianti si dividono: secondo una prima versione Hitler sarebbe deceduto nella stessa per morte naturale nell’anno 1956, secondo un’altra versione verso la metà degli anni ’60 Hitler si traferì nel vicino Paraguay godendo della protezione del dittatore Alfredo Strenser, noto per la sua fanatica ammirazione nei confronti del capo del Terzo Reich, per poi morire pochi mesi più tardi.

A sostegno del fatto che Hitler possa essere sopravissuto, inoltre, il fatto praticamente accertato che i Russi, quando irruppero nel presunto bunker in cui il Führer si sarebbe suicidato, trovarono solo un corpo carbonizzato, non facilmente identificabile, che attribuirono ad Hitler per la presunta corrispondenza delle arcate dentarie e la somiglianza dei tratti somatici. A molti, a questo punto, verrà da chiedersi: e se si trattasse di un’enorme bugia e veramente Hitler usò un sosia per la messinscena della sua morte ?
Ultimamente anche scrittori Inglesi avvallano questa ipotesi : IL LINK

Non a caso, appena finita la seconda guerra mondiale e più precisamente nel 1948, uscì un libro oggi molto raro, di uno scrittore  chiamato Darius Caasy, intitolato : La distruzione del Mondo ? Hitler Prepara...


Caasy Darius, La distruzione del mondo? Hitler prepara..., collana Servizi Sensazionali, Edizioni Rores, Roma, 1948. 180 pagg. Contiene 12 riproduzioni fotografiche in b/n. 


"Darius Caasy, giornalista che si è fatto conoscere in Italia per alcuni suoi articoli sensazionali pubblicati su quotidiani, si è dedicato particolarmente allo svolgimento di 'servizi speciali' conducendo inchieste internazionali tra le quali, ultimi in ordine di tempo, quella sulla preparazione bellica russa e americana nelle regioni artiche in previsione di un terzo conflitto mondiale. In questo volume che esce nella collana 'Servizi sensazionali', l'Autore dimostra come nella seconda guerra mondiale le nazioni in lotta abbiano tutte teso allo stesso scopo: imporre una egemonia politico-economica. Dimostra, altresì, come i nazisti, avendo preventivamente comtemplata* la possibilità di una sconfitta nella seconda guerra mondiale, abbiano apprestato uomini e mezzi per preparare, con una adeguata organizzazione, una clamorosa rivincita realizzando un piano che, come annunciato dalle profezie, potrebbe portare alla distruzione del mondo. Dimostrato infine che Hitler è vivo, Darius Caasy ritiene che egli sia il 'capo occulto' dell'azione clandestina. 
Il passaggio dei bolidi, delle sfere volanti, dei dischi, delle luci azzurre nei cieli d'Europa e d'America, la comparsa misteriosa di aerei e razzi subacquei come pure certi strani fenomeni constatati, sarebbero i segni rivelatori e misteriosi che tengono in allarme le polizie dei vari paesi. Una descrizione dell'attività clandestina, dei piani tenebrosi e delle città segrete, completano il libro con il quale l'Autore si prefigge, con una terrificante descrizione di una apocalittica probabilità, di richiamare l'attenzione sulla necessità di una giusta e definitiva pace fra vinti e vincitori, che impedisca lo sviluppo di desideri di vendetta e uccida l'odio"
* " secondo me non era stata contemplata la possibilità di una sconfitta, era stata proprio prevista "
Qui sopra si cita e si entra anche in una vicenda ancora più complessa, quella dei Fliegender Scheiben, i dischi volanti di Hitler, le teorie della  "Svastica sul Sole" che si intrecciano ad altre cose, dichiaratamente CONFERMATE, quali il Progetto PIPERCLIP Americano, con il quale molti scienziati nazisti vennero salvati dai servizi segreti Americani e portati negli Stati Uniti onde sfruttarne le conoscenze. 

Cose che anticiperò con due miei video, per poi seguire nel ragionamento e nel dibattito.
Attenzione !! VIDEO BLOCCATO IN TUTTO IL MONDO... DOPO AVER MESSO PER DIVERSO TEMPO SU YOUTUBE IL VIDEO CHE VEDRETE TRAMITE UN LINK ESTERNO QUI SOTTO, TALE VIDEO E' DIVENUTO BLOCCATO PER YOUTUBE . 
LA SCUSA E' DEL COPYRIGHT PER LA "FOX" PERCHE' ALL'INTERNO DEL VIDEO HO INSERITO UN PICCOLO TRAILER DA " X-FILES" di circa 4/5 minuti. 
HO PROVATO A RIDURLO A 2 MINUTI , UGUALE !! VIDEO BLOCCATO IN TUTTO IL MONDO !!
CERCATE SU YOUTUBE..."X-FILES" e VEDRETE QUANTI FILMATI VI ESCONO CHE NON SONO STATI BLOCCATI !
Cmq IL LINK ESTERNO SU ... VIMEO ECCOLO QUI : FILMATO " AI CONFINI DELLA REALTA' "

SECONDO VIDEO : Bloccato in alcuni paesi ma per fortuna questo me lo hanno lasciato . Questo video e' da vedere dopo il primo e parla della storia dei Khazari e dei Protocolli dei Savi di Sion . 



Foto Sotto : La prima foto sotto mostra tutti gli scenziati Nazisti portati in USA dopo la II Guerra Mondiale ( Project PiperClip ) ...mentre la seconda immagine rappresenta una Base Americana ( di S. Diego ) con la forma di Svastica e fù costruita NEL 1963 . Non visibile all'epoca tramite google earth ed ovviamente non visibile dagli aerei civili.
Le foto sono presenti anche nei filmati .
Piper Clip Project ( Il 7° da destra in basso è Wernher von Braun )

Base Americana  S. Diego


Se avete visto il Video sopra, quello intitolato "Ai Confini della Realtà", verso la fine del filmato un giornalista storico in una trasmissione di Rai 3 di almeno 10 anni fà parla del famoso libro di Darius Caasy, La Distruzione del Mondo ? Hitler prepara.... e di come l'elite / Hitler e/o chi per esso stessero realizzando città e tunnel sotterranei collegati da Velivoli Poco Extra ma Molto Terrestri, ebbene;
Dopo moltissimi anni David Icke nei suoi libri scritti attorno all'anno 2000 parla di queste città sotterranee di cui una è divenuta per così dire "famosa" ..l'area 51, nonchè dei vari collegamenti che esisterebbero fra città e città.
Per chi voglia i link per maggiori informazioni eccoli qua sotto; è da tenere presente che ogni riferimento ai siti è puramente casuale e che ci possono essere siti migliori sull'argomento trattato, inoltre sembra che tali basi siano presenti non solo in USA, ma in varie parti del mondo e sono collegate fra di loro ;
P.s.
Per il sottoscritto è puro riferimento casuale che nei vari siti e/o video ci sia la data del 2012,non perchè stò scrivendo questo post nel 2013. Su questo argomento credo che nessuno possa sapere IL SE e/o IL Quando, e SOPRATTUTTO IL SE , se accade un evento come quello che era stato ingiustamente paventato per il 21-12- 2012 .
Dalla mia conoscenza sull'argomento "Apocalisse" sembra che la data del 21/12/2012 fosse solo l'inizio di quel capitolo della bibbia chiamato appunto "Apocalisse"
Tuttavia Apocalisse significa "Rivelazione" e non necessariamente dovrà essere una fine e/o una distruzione, tutto dipende dal genere umano e/o dalla singola persona; saremo ciò che pensiamo di essere ed andremo nella direzione che vogliamo; discorso lungo che qui evito...
Ecco qui comunque ecco due link... "si trova anche di meglio" ma è solo per rammentare o far presente la questione dei tunnel e delle basi...
link...
http://dioni.altervista.org/DUMB.html



http://lo-spirito-del-tempo.blogspot.it/2013/03/la-storia-dimenticata-gli-ebrei-khazari_17.html?m=1



venerdì 4 agosto 2017

Lezione di Storia: Mussolini non portò l’Italia volontariamente alla Seconda Guerra mondiale e l'attuazione delle famose "leggi razziali"



Principalmente tratto da un articolo di 
Filippo Giannini del 21 Maggio 2013 (per il 25 Aprile 2013).


Proviamo a dimostrare quanto sostengo.
Come e perché si giunse alla Seconda Guerra mondiale. : 

"La risposta poteva essere una sola: perché esse volevano un generale conflitto europeo quale unica risorsa per liberarsi della Germania – formidabile concorrente economico – e, soprattutto dell’Italia. Questo è necessario comprendere se si aspira alla realtà storica: soprattutto dell’Italia".
Lo storico Rutilio Sermonti ne "L’Italia nel XX Secolo" Edizioni All’Insegna del Veltro, 2001.
“Se la Germania facesse ancora affair (business) nei prossimi 50 anni, avremmo combattuto questa Guerra (la prima Guerra mondiale) inutilmente”.
– Winston Churchill nel The Times (1919)
“Condurremo Hitler in guerra, sia che lo voglia o meno”. 
– Winston Churchill (1936 trasmissione radio)
“La Germania diventa troppo potente. Dobbiamo schiacciarla”.
– Winston Churchill (Novembre 1936 parlando al Generale US Robert E. Wood)
“Questa guerra è una guerra inglese e il suo scopo è la distruzione della Germania”.
– Winston Churchill (Trasmissione radiofonica dell’autunno 1939)

Nella Conferenza di Ginevra sul disarmo nel febbraio 1932, alla quale parteciparono sessantadue Nazioni, l’Italia era rappresentata da Dino Grandi e da Italo Balbo. Grandi, a nome del popolo italiano, sostenne il progetto di una parificazione al livello più basso degli armamenti posseduti dalle singole Nazioni. Venne inoltre esposto il progetto mussoliniano tendente all’abolizione dell’artiglieria pesante, dei carri armati, delle navi da guerra, dei sottomarini, degli aerei da bombardamento, in altre parole la mes¬sa al bando di tutto ciò che avrebbe potuto portare ad una guerra di distruzione. Di fatto, la Conferenza non trovò sbocco alcuno per le opposizioni di Francia e Germania.
Mussolini propose il Patto a Quattro il 7 giugno 1933, proprio per integrare, con un patto politico, l’Europa, mediante un direttorio delle quattro Potenze: Inghilterra, Francia, Germania e Italia? Il documento propositivo di Mussolini cominciò a circolare nei tre Stati interpellati. Il documento ebbe successo di siglatura, ma fallì quando, presentato per l’approvazione ai parlamenti inglese e francese, la siglatura non fu rispettata e decadde definitivamente a Stresa nel 1935. Mussolini camminava nella tradizione romana: aspirazione antica sempre delusa. Mussolini aveva ammonito con lungimiranza:
“Fare crollare la pace in Europa significa fare crollare l’Europa”.
Mussolini, quale Capo del Governo italiano si fece, ancora una volta, promotore di un incontro che si svolse a Stresa, nei pressi del Lago Maggiore, tra l’11 e il 14 aprile 1935, con i rappresentanti delle tre Potenze alleate della prima guerra mondiale: Mussolini in rappresentanza dell'Italia, MacDonald, J. Simon per la Gran Bretagna, e Laval Flandin rappresentava la Francia. Al termine dei lavori, fu stilato un documento nel quale i tre Governi constatarono che il ripudio unilaterale posto in essere dal Governo tedesco, nei suoi obblighi per il disarmo, avrebbe potuto pregiudicare la pace in Europa e si dichiararono in perfetto accordo di opporsi con ogni mezzo a qualsiasi ulteriore disconoscimento unilaterale degli obblighi previsti nei Trattati e si impegnarono per una continuazione dei negoziati per il loro riesame. Rinnovarono anche il loro impegno per la sicurezza e l’indipendenza dell’Austria. Perché decaddero quegli accordi?
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I detentori della maggior parte delle ricchezze della terra, Gran Bretagna, Francia e Stati Uniti, perché pretesero e ottennero le sanzioni contro l’Italia nel 1935? Per difendere l’Etiopia? L’Etiopia, forse sobillata proprio da questi Paesi fu responsabile dell’attacco al consolato italiano di Gondar, l’11 novembre 1934 (dove rimase ucciso un militare di colore fedele all’Italia) e :
"Ancora nel 1924 l’Italia che ha appoggiato lealmente l’accoglimento dell’Etiopia nella Società delle Nazioni riceve festosamente a Roma Ras Tafari, firma con lui un Patto di amicizia accompagnato dalla offerta di un aiuto finanziario. Tutto ciò non disarma la boria e la malvagità del governo abissino che respinge sistematicamente le domande di concessioni e turba il libero commercio tra Eritrea e Etiopia con una tacitamente organizzata guerriglia di rapina. Gli incidenti scoppiano a catena e non si sa più come giustificarli o come accettarne le giustificazioni. Dal maggio ’28 all’agosto ’35 si allineano 26 offese a rappresentanti diplomatici, 15 aggressioni a cittadini italiani, 51 razzie: tutto ciò avviene in territorio italiano e i morti italiani non mancano".
Paul Gentizon, giornalista e storico svizzero in "Difesa dell’Italia". La tensione nei rapporti italo-etiopici si aggravò alla fine del 1934, quando un contingente abissino si accampò davanti al fortino di Ual-Ual difeso dai Dubat, soldati somali fedeli all’Italia, al comando del capitano Roberto Cimmaruta. Lo storico Rutilio Sermonti in "L’Italia nel XX Secolo", attesta che le truppe assalitrici erano al comando del colonnello inglese Clifford.
Ual-Ual era una località posta al confine, sin da allora incerto, fra Somalia ed Etiopia, ma mai rivendicato dal Governo Abissino.
II 5 dicembre di quell’anno, dopo che i Dubat rifiutarono la richiesta abissina di sgombero, questi scatenarono l’assalto e lo scontro si concluse all’alba del giorno seguente con la vittoria italiana, ma le nostre truppe coloniali lasciarono sul terreno 120 morti. Si è scritto che dietro questo grave incidente ci fosse la mano di Londra e Parigi; ma questo non è provato.
Bruno Barrella su Il Giornale d’Italia del 18 luglio 1993, rammentando i fatti di Ual-Ual, scrive:
"È l’ultimo di una catena di episodi di sangue che avvenivano lungo uno dei confini più labili dell’epoca".
Per risolvere pacificamente il dissidio creatosi a seguito degli incidenti di Ual-Ual, venne istituita una commissione arbitrale italo-etiopica, presieduta dallo specialista greco di diritto internazionale, Nicolaos Politis. La commissione, il 3 settembre 1935, emetteva la sentenza attribuendo le cause degli scontri agli atteggiamenti ostili di alcune autorità locali abissine, escludendo, di conseguenza, ogni responsabilità italiana.
L’alleanza con il nazionalsocialismo?
"Adesso che la politica inglese aveva forzato Mussolini a schierarsi nell’altro campo, la Germania non era più sola"
Winston Churchill in "La Seconda Guerra Mondiale", 1° volume, pag. 209). E con un significato simile:
"E l’Italia che per la sua posizione geografica poteva impedire i nostri contatto con l’Austria e i Paesi balcanici, fu gettata in braccio alla Germania".
George Trevelyan in “Storia d’Inghilterra”, a pag. 834. E il più noto studioso del fascismo: 
"Sulla ineluttabilità dell’alleanza con Hitler e quindi della necessità di eliminare tutti i motivi non solo di frizione, ma anche solo di disparità con la Germania"
Renzo De Felice in "Storia degli Ebrei sotto il Fascismo", pag. 137. Mussolini era conscio che l’antisemitismo occupava uno spazio preminente nell’ideologia nazionalsocialista, di conseguenza se voleva eliminare le ultime diffidenze tedesche, anche nel ricordo del “tradimento italiano del 1915” e giungere ad una reale alleanza militare, doveva adeguarsi alle circostanze. Riteniamo che fosse questa e non altre la ragione della scelta del Duce.
Tanto, ma tanto ci sarebbe ancora da scrivere per condannare i veri criminali dello scorso secolo, e mi riferisco a Franklin D. Roosevelt e Winston Churchill, personaggi abominevoli che galleggiano su un mare di sangue.
“La guerra non serviva soltanto ad abolire il fascismo, ma per conquistare mercati di vendita. Se avessimo volute, avremmo potuto evitare lo scoppio della guerra, senza neanche sparare un colpo, ma decidemmo di fare diversamente.”
– Winston Churchill a Truman (Fultun, USA March 1946)
“Il crimine imperdonabile della Germania prima della seconda guerra mondiale fu quello di cercare di sganciare la propria economia dal sistema internazionale di commercio e costruire un sistema di scambi indipendenti dal quale la finanza internazionale non avrebbe potuto più trarre profitto. …Abbiamo macellato il maiale sbagliato.”
-Winston Churchill (The Second World War – Bern, 1960)
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La conferenza di Monaco del 1938, da mesi la Germania nazista aveva innescato quella che divenne nota come la “crisi dei Sudeti”, cioè la minoranza di lingua tedesca che all’epoca abitava la Cecoslovacchia.
In una serie di discorsi durante tutta l’estate del 1938, Hitler aveva raccontato le sofferenze e le angherie a cui erano sottoposti i sudeti dal governo cecoslovacco. Al culmine della crisi, il 24 settembre, Hitler presentò al governo Cecoslovacco un ultimatum che conteneva una serie di durissime condizioni: se non fossero state soddisfatte entro il 28 settembre, Hitler avrebbe invaso il paese.
Quando venne a sapere dell’ultimatum tedesco, il primo ministro inglese Neville Chamberlain si rivolse all’unica persona che credeva avrebbe potuto persuadere Hitler: Benito Mussolini. Alle 10 di mattina del 28 ottobre, quattro ore prima che scadesse l’ultimatum, Chamberlain, tramite l’ambasciatore a Roma, contattò il ministro degli Esteri Galeazzo Ciano che a sua volta informò il Duce.
Il governo inglese chiedeva la mediazione del governo italiano per persuadere la Germania a concedere altre 24 ore di tempo alla Cecoslovacchia e ad organizzare una conferenza per evitare la guerra. Mussolini, lo sappiamo dai diari di Ciano e da quelli di altri suoi collaboratori, fu molto felice di acconsentire alla richiesta inglese, soprattutto perché dava a lui e all’Italia il ruolo di importanti mediatori in faccende europee di primo piano. Mussolini si mise in comunicazione con Hitler e in poche ore riuscì ad ottenere un rinvio di 24 ore dell’ultimatum e a organizzare una conferenza a Monaco di Baviera. Gli accordi furono presi, la pace proseguì, Mussolini fu portato agli onori delle cronache come eroe mondiale della pace.

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L’argomento più infame: l’accusa di essere Mussolini la concausa della reale, o bugiarda accusa del massacro degli ebrei.
Ci si può spiegare come mai negli anni 1938-1942 gli ebrei che fuggivano dai Paesi occupati dai tedeschi anziché rifugiarsi in Russia o in Inghilterra o negli Stati Uniti si rifugiavano in Italia, ed erano decine di migliaia? Eppure in Italia vigevano le leggi razziali.
Ci si può provare: Gli inglesi non usarono solo le parole, ma la violenza contro gli israeliti. Rosa Paini, storica ebrea, ne "Il cammino della speranza" riferisce che:
"nel ’41 un folto nucleo di famiglie fuggito da Bratislava, imbarcato sul piroscafo “Pendeho”, composto da 510 profughi cechi e slovacchi, dopo aver navigato sul Danubio giunse nel Mar Nero. Qui, e precisamente a Sulina, salì a bordo il console britannico e informò i malcapitati che il suo governo li considerava immigranti illegali: di conseguenza, se si fossero avvicinati alle coste della Palestina, sarebbero stati silurati. Dovettero quindi ripartire e, superati diversi incidenti, giunsero all’isola disabitata di Camillanissi dove non c’era nemmeno acqua. Sbarcati, assistettero impotenti all’affondamento del battello. Dopo cinque giorni di sofferenze, sopraggiunse una nave della Croce Rossa Italiana che imbarcò i profughi per trasferirli a Rodi, dove rimasero alcuni mesi e quindi imbarcati e trasferiti in Italia".
Fra i tanti vale la pena di ricordare un altro dramma:
"nel febbraio del 1942 lo “Struma”, una nave di profughi proveniente dalla Romania, si vide rifiutare dagli inglesi il permesso di sbarcare, e, respinta anche dai turchi, affondò nel Mar Nero: settecentosettanta persone annegarono"
Paul Johnson, in "Storia degli ebrei", pag. 582.
Lo storico israelita Léon Poliakov ne “Il nazismo e lo sterminio degli ebrei”, pag. 63, accusa apertamente il governo britannico ricordando che qualche convoglio clandestino, formato con l’aiuto di Eichmann, tentò di discendere il Danubio su barche, mirando alla Palestina, ma le autorità inglesi rifiutarono il passaggio di questi viaggiatori perchè sprovvisti di visto. 
"Così si assiste al paradosso che la “Gestapo” spinge gli ebrei verso il luogo della salvezza, mentre il governo democratico di Sua Maestà britannica ne preclude l’accesso alle future vittime dei forni crematori".
L’esperto di sondaggi Elmo Roper osservò:
"Gli Stati Uniti avrebbero certamente potuto accogliere un gran numero di profughi ebrei. Invece, durante il periodo bellico, ne furono ammessi soltanto 21 mila, il 10% del numero concesso secondo la legge delle quote. La ragione di questo fatto era l’ostilità dell’opinione pubblica. Tutti i gruppi patriottici, dall’American Legion ai Veterans of Foreign Wars, invocavano un divieto totale all’immigrazione. Ci fu più antisemitismo durante il periodo della guerra che in qualsiasi altro della storia americana (…). Negli anni 1942-44, ad esempio, tutte le sinagoghe di Washington Heights, New York, furono profanate".
Un’altra testimonianza ci viene offerta dal “Neue Zürcher Zeitung”, il quale il 18 gennaio 2000 ha pubblicato una lettera a firma di Susi Weill che, fra l’altro, ha scritto:
"I miei genitori avevano tentato invano di emigrare in America, ed oggi è un fatto stabilito che le rappresentanze diplomatiche americane in Europa avevano ricevuto l’ordine di respingere tali domande".
Quando fu necessario, il governo americano usò la forza, come ricorda il giornalista Franco Monaco in “Quando l’Italia era ITALIA”, pag. 175:
"Allorchè a un piroscafo carico di ebrei, partito da Amburgo, fu vietato l’attracco a New York, quei fuggiaschi vennero accolti in Italia e poi dislocati in varie zone della Francia, della Dalmazia e della Grecia".
Non è sufficiente? E allora andiamo avanti.
Ha scritto Daniele Vicini su “L’Indipendente” del 20 luglio 1993:
"Ebrei e comunisti sciamano verso il Brennero, frontiera che possono varcare senza visto a differenza di altre (americana, sovietica, ecc.) apparentemente più congeniali alle loro esigenze".
Dello stesso parere è Klaus Voigt che in “Rifugio precario” osserva quanto fosse strana la dittatura fascista. Infatti scrisse:
"Fino all’entrata in guerra dell’Italia non risulta neppure un caso di condanna o allontanamento di un emigrante per attività politica (…). Eppure dal 1936, la Germania è il principale alleato e quegli “emigranti” sono suoi nemici. Polizia e carabinieri ricevevano disposizioni dal Duce, chiare ed essenziali, anzi ridotte ad una sola parola: “Sorvegliare”. Non arrestare".
In Italia vigevano le leggi razziali. Tutti pazzi?
"Mentre, in generale, i governi filofascisti dell’Europa asservita non opponevano che fiacca resistenza all’attuazione di una rete sistematica di deportazioni i capi del fascismo italiani manifestarono in questo campo un atteggiamento ben diverso. Ovunque penetrassero le truppe italiane, uno schermo protettore si levava di fronte agli ebrei (…). Un aperto conflitto si determinò tra Roma e Berlino a proposito del problema ebraico (…). È significativo il fatto che i tedeschi non sollevarono mai il problema degli ebrei in Italia. Certamente temevano di urtare la suscettibilità italiana (…). Appena giunte sui luoghi di loro giurisdizione, le autorità italiane annullavano le disposizioni decretate contro gli ebrei (…)"
Léon Poliakov, “Il nazismo e lo sterminio degli ebrei”, pagg. 219-220. Andiamo avanti? Poliakov scrive: 
"Mentre i Prefetti (francesi) ordinavano arresti e internamenti, allestivano convogli per la Gestapo, le autorità militari italiane, a dispetto delle minacce, ordinavano l’annullamento di tali ordini. Tra le autorità d’occupazione tedesche e il Governo di Berlino, tra il governo di Berlino e il Governo di Roma, tra le autorità di Vichy e i generali italiani vi era un continuo scambio di note nervose e impazienti. La Germania chiedeva all’Italia di agire nello spirito delle disposizioni tedesche. L’Italia rifiutava e resisteva".
Non solo, ma il Governo italiano ottenne che gli ebrei italiani residenti nelle zone occupate dall’esercito tedesco fossero esentati dall’obbligo di mostrare la stella gialla. Lo stesso accadeva nella Legazione di Bruxelles. Addirittura, secondo quanto scrive Martelli, che include un documento nel quale descrive come:
il Consolato Italiano di Bruxelles esigeva che venissero esentati dall’imporre la stella gialla e dai lavori forzati, anche gli ebrei greci perché le truppe italiane occupavano parte del territorio greco. Questo, evidentemente era troppo, infatti un ordine del Conte Blanco Lanza d’Ajeta, del Ministero degli Esteri di Roma, con un telegramma datato agosto 1942, imponeva di "sospendere tutte le iniziative prese in merito ai cittadini ebrei greci"

Lo stesso docente dell’Università ebraica di Gerusalemme, George L. Mosse, nel suo libro “Il razzismo in Europa”, a pag. 245 ha scritto:
"Il principale alleato della Germania, l’Italia fascista, sabotò la politica ebraica nazista nei territori sotto il suo controllo. Le leggi razziali introdotte da Mussolini nel 1938 impedivano agli ebrei di svolgere molte attività e si tentò anche di raccogliere gli ebrei in squadre di lavoro forzato; ma mentre in Germania Hitler restringeva sempre più il numero di coloro che potevano sottrarsi alla legge, in Italia avveniva il contrario: le eccezioni furono legioni. Come abbiamo già detto, era stato Mussolini stesso a enunciare il principio “discriminare non perseguire”. Tuttavia l’esercito italiano si spinse anche più in là, indubbiamente con il tacito consenso di Mussolini (…). Ovunque, nell’Europa occupata dai nazisti, le ambasciate italiane protessero gli ebrei in grado di chiedere e ottenere la nazionalità italiana. Le deportazioni degli ebrei cominciarono solo dopo la caduta di Mussolini, quando i tedeschi occuparono l’Italia".
Perché tanta vigliaccheria verso l’unico statista onesto e capace che l’Italia abbia avuto da secoli? Mi permetto di esporre la mia idea riferendomi a quanto ha scritto Rutilio Sermonti, e riportato all’inizio di queste pagine:
"La risposta poteva essere una sola: perché esse volevano un generale conflitto europeo quale unica risorsa per liberarsi della Germania – formidabile concorrente economico – e, soprattutto dell’Italia. Questo è necessario comprendere se si aspira alla realtà storica: soprattutto dell’Italia".
E la risposta viene per bocca dello stesso Benito Mussolini; nel corso di una intervista che il Duce concesse nel suo studio presso la Prefettura di Milano a Gian Gaetano Cabella, direttore del Popolo di Alessandria, nel pomeriggio del 20 aprile 1945, cioè sei giorni prima del suo assassinio:
"RICORDATEVI BENE: ABBIAMO SPAVENTATO IL MONDO DEI GRANDI AFFARISTI E DEI GRANDI SPECULATORI (…)".
E quel mondo dei grandi affaristi e dei grandi speculatori, oggi è il padrone incontrollabile e il mondo è una loro colonia.
E l’abbiamo voluto noi, salvo pochi…e fra questi pochi, non ci sono i vari ...
Filippo Giannini è nato a Roma. Architetto, ha lavorato oltre che in Italia, in Libia e in Australia, viveva a Cerveteri . Era collaboratore di numerosi quotidiani e periodici.
Tanto ci sarebbe ancora da aggiungere ma proseguirò in un altro momento, quanto segue l'ho scritto in un altro articolodove Mussolini stesso la notte prima di morire dice qualcosa, ed in modo più ampio una settimana prima, ma va benissimo anche quì:
Riconosciuto universalmente come uno statista eccelso e un patriota fantastico poi completamente diffamato ed oscurato, come mai ? Semplice, i colpevoli del massacro planetario, ed è fatto pubblico se si vanno a cercare le dichiarazioni ufficiali ed i fatti antecedenti, dovevano trovare dei capri espiatori ed in patria tutti i traditori e sono stati milioni, ma non traditori del Duce o del fascismo, ma dell'Italia, dovevano mistificare la realtà e nascondere la verità che è sotto gli occhi di tutti, occupati, colonizzati, massacrati. Tradita l'Italia dai militari perchè erano quasi tutti massoni filo britannici con cui avevano fatto la prima guerra mondiale, stessa storia per il Re che pur era stato uno dei principali promotori della discesa in guerra, tradita dagli avversari politici solo per una mera ricerca del potere e lo vediamo ancor oggi come ne paghiamo le conseguenze, tradita dal popolo perchè gli era stata garantita l'impunità con delle Psychological operations (PSYOP) , operazioni psicologiche di propaganda in cui gli veniva garantita l'immunità se fossero stati eliminati i leader, ovvio altrimenti si apriva il vaso di pandora.
Ben ripagato il popolo per quel che mi ricordo bombardamenti sulle città, stragi in sicilia durante e dopo lo sbarco, marocchinate dalla sicilia almeno fin verso Roma, partigiani che ammazzavano i tedeschi poi fuggendo così per le regole della Convenzione di Ginevra ed il diritto di rappresaglia se non si consegnano i responsabili diritto di esecuzione dei civili, 1 a 10, gli alleati han fatto ben di peggio. Per concludere nel dopo guerra decine di migliaia di morti e violenze senza fine sempre grazie ai partigiani comunisti per instaurare uno stato socialista, oh ma già ce l'avevamo, si ma era un pò diverso dall'URSS tanto cara a Stalin e Togliatti. Per finire in bellezza decenni di stragi di stato e terrorismo orchestrati dai "liberatori" per mantenere lo "status quo", questa è stata l'immunità. Oh cazzo dimenticavo la deindustrializzazione e svendita dell'Italia sempre orchestrata degli anglo sionisti, conseguenze milioni di nuovi poveri e centinaia se non di più di suicidi.
Ecco perchè bisogna nascondere le responsabilità dei tradimenti, da non dimenticare che costoro, gli eredi, fanno lezioni di moralità, ma crepa !! Se non si fosse ancora capito questo è il problema nazionale, stiamo seduti su un letamaio esplosivo di balle colossali e di fatto la guerra civile non è mai finita, ha solo preso altre forme ed è unilaterale, indovinate un pò chi la fa ?


Più approfonditamente le cause che portarono alla guerra, Come le potenze capitalistiche costrinsero l'Italia alla guerra di Filippo Giannini e Le vere motivazioni della seconda guerra mondiale e dell’intervento italiano, 10 giugno 1940

Fonte  europadellaliberta