sabato 27 gennaio 2018

OLOTERRORI / ANALISI DI UNO STUPRO PSICOLOGO

 

OLOTERRORI / ANALISI DI UNO STUPRO PSICOLOGO

Un nuovo studio condotto dai ricercatori dell’Università di Tel – Aviv dichiara che i viaggi fatti dai liceali israeliani in Polonia ogni anno nell’ambito dell’insegnamento dell’Olocausto possono generare problemi di salute mentale.
All’incirca un terzo dei professionisti della psichiatria interpellato in questo studio pilota afferma di aver seguito degli adolescenti per problemi psicologici in seguito ai viaggi di studio dell’Olocausto.
Se la maggior parte degli adolescenti è stata curata per sintomi meno gravi come ansia, problemi di adattamento e turbe dell’umore, i rapporti riportano anche di ricoveri ospedalieri, per turbe da stress post-traumatico e psicosi. (…) (http://medicalxpress.com/news/2013-08-holocaust-journeys-mental-health-probl ems.html

Il termine “psicosi” è quello scelto nel maggio 2012, dal revisionista svizzero Frank Brunner dopo aver analizzato il film “Defamation”, del cineasta israeliano Yoav Shamir, che aveva come tema l’antisemitismo. Scriveva : “ Nel 2009, Yoav Shamir ha realizzato un documentario consacrato alla psicosi dell’antisemitismo negli ebrei. E’ una psicosi suscitata dal regime israeliano e la lobby ebraica internazionale.”( http://www.interet-general.info/spip.php?article17150 ).
Come padre , io invito tutti i genitori che siano preoccupati per i rischi alla salute dei loro figli a non mandarli a questi pellegrinaggi organizzati da scuole di pochi scrupoli , motivando il proprio rifiuto sullo studio svolto dalla Università di Tel Aviv. Se riuscirò a reperire lo studio integrale, lo metterò a disposizione di tutti sul web.
Nessun genitore può volere che i propri figli subiscano quello che è in sostanza uno STUPRO PSICOLOGICO.
Non lo ho più ripubblicato sul web da molti anni, dopo che un mio corrispondente aveva avanzato dei dubbi sulla autenticità di quanto descriveva.
Non ho avuto modo di verificare se questi dubbi fossero fondati o no, ma – alla luce dello studio dell’ università di Tel Aviv – mi sento di ripubblicarlo, perché mi sembra molto pertinente e, francamente, non credo sia del tutto frutto di fantasia. Indica comunque il concreto pericolo che la salute delle giovani generazioni possa essere minata dalla spregiudicata propaganda ebraica che stiamo vivendo.Leggetelo con senso critico e considerate che probabilmente quello che leggete è accaduto, in tutto o in parte, in qualche remota scuola della Unione americana.
Un domani potrebbe essere " recitato" anche nelle scuole del vostri figli ...


OLO – TERRORI


Uno dei segni di civiltà di un popolo è determinato dalla capacità di far crescere sane le nuove generazioni.

Pare che anche questa prerogativa, che ha portato la civiltà occidentale ad avere un grande rispetto nei confronti dell’infanzia, stia venendo meno.


Eppure è così.



La propaganda ebraica conosce una ricca galleria di fantasiosi orrori da lettino dello psichiatra (forni crematori di dubbia esistenza , gasazioni di massa, efferatezze varie, paralumi in pelle umana e altre piacevolezze da Famiglia Addams..) la cui antenticità è molto dubbia ed è confutata con successo dalla scuola revisionista, si è accorta che non basta la ragione per incutere nelle masse la devozione verso gli Ebrei.


Non bastano neppure le manette e il carcere per gli eretici che contestano la Olo-Religione (“..eppur è falsa..”). La Psico-polizia svolge un egregio lavoro al servizio della Santa Inquisizione Sionista, ma non basta…bisogna far “grippare” le menti degli occidentali e ridurli a poveri zombie pilotati da Shylock ad adorare il Popolo Eletto…

Conclusione : Il Congresso Mondiale Ebraico ha deciso di violare i diritti dell’infanzia.

Bisogna impedire che i piccoli imparino a ragionare e col tempo contestino i miti della Olo-Religione.


Come nelle più cupe profezie orwelliane, il totalitarismo ebraico ha deciso che le giovani generazioni devono subire degli shock psicologici che li rendano del tutto privi di capacità di raziocinio quando si tratti del culto della Olo-Religione.

L’operazione è quanto di più ignobile mente umana potesse pensare . violare l’infanzia è uno dei crimini peggiori.

I primi segni inquietanti vengono dall’America.

Gli insegnanti subiscono dei corsi, diretti da elementi della giudaica Anti-defamation-league, in cui viene insegnato loro come plagiare i piccoli al culto dell’Olo-Religione.


Come in un terrifica galleria degli orrori, si inscenano delle turpi commedie che portano i bambini al limite dello shock nervoso irreversibile. Molti di loro conosceranno da grandi il lettino dello psichiatra e traumi irreversibili nel loro sviluppo psicologico ed emotivo.

L’olo-dramma incomincia in una normale giornata di scuola.


Viene loro impartito l’ordine di appuntarsela sul petto.


La maestra, senza indulgere in atteggiamenti rassicuranti, ordina i bambini di mettersi in fila uno dopo l’altro. Impone un silenzio innaturale in una piccola scuola dell’America rurale e profonda.

Compare un bidello vestito da guardiano di Lager.

I bambini provano un primo momento di sgomento. Non è una recita scolastica. Capiscono che è qualcosa di terribilmente cattivo, quello che stanno per subire.

Il bidello, generalmente affabile, questa volta è gelido coma il marmo. Guarda i bambini con uno sguardo cattivo che loro non gli hanno mai visto prima.

Qualche piccola comincia a piangere sommessamente….da grande non avrà più una sensibilità normale. Anche il peso dei suoi traumi grava come una macina al collo di Sion.

Il bidello-guardiano impartisce loro l’ordine secco di dirigersi verso le docce. Li spinge. I piccoli non capiscono quale dèmone abbia invasato la testa del persona della scuola. Hanno paura.

Davanti alle docce della scuola ai bambini viene dato l’ordine di sedersi a ammucchiati su una panca. I picoli più perspicaci intuiscono che quella recita cattiva ha il compito di imprimere qualcosa di irrazionale nella loro anima. Provano un senso di ostilità. Qualcuno stringe i piccoli pugni per opporre resistenza a quello che è uno stupro psicologico. Questi piccoli più forti saranno la speranza del futuro : essi istintivamente lottano per la loro libertà e non vogliono farsi plagiare , né spaventare : saranno i futuri nemici i questo mostruoso totalitarismo ebraico , se i traumi subiti non ne spezzeranno animo e volontà negli anni a venire.

Il bidello e la maestra eseguono le istruzioni fornite dai giudei dell’ADL, pagati dal governo federale : senza nulla dire, improvvisamente gettano dei grandi sacchi sulla testa dei piccoli.

Per un bambino il trauma improvviso del buio equivale al trauma della morte.

E infatti, secondo la regia voluta da occulti e perversi strateghi, una voce glaciale (quella della maestra ? Quella del vecchio Sam, il bidello, che i bambini da quel giorno impareranno a odiare ?Non si capisce…la paura del buio improvviso, inferto per di più da chi ci si dovrebbe fidare, come la maestra, stordisce i sensi e la perecezione. I piccoli hanno paura... viene risvegliato loro la paura atavica della morte e del male) grida loro : “attorno alla testa avete il gas che vi farà morire”.

Le bambine piangono. Chiamano la mamma che non c’è : la mamma ha consegnato i suoi piccoli a questi aguzzini di Sion, sapendo cosa stava per succedere. Madri incoscienti colpevoli delle violenze psicologiche in danno dei loro piccoli. Un conto duro da espiare..




Il alcune scuole più organizzate, viene anche predisposta una variante.




Quando gli insegnanti non sono all’altezza del compito, vengono regolarmente spediti al Museo dell’Olocausto (un Tempio della Olo-Religione) al fine di perfezionare le loro conoscenza in materia di plagio delle coscienze.


Per esempio, nella piccola scuola della cittadina di Whitwell, nel Tennesse, in una piccola vallata rurale dell’America profonda (quella più rest^a ad adeguarsi al Nuovo Ordine Mondiale..), è stata assembrato nel cortile della scuola un enorme autocarro che dovrebbe rappresentare il prototipo dei camion che “nelle lunghe e nebbiose notti” caricavano gli Ebrei e li portavano nel Lager. Questo camion è stato poi riempito con sei milioni di piccoli fazzolettini di carta, in rappresentazione delle asserite vittime dell’Olo-sacrificio.



Questo per far tacere la ragione di questi bambini.


Ora vuole anche entrare, come un dèmone dei tempi antichi, nella mente dei bambini per imprigionarli e possederli.Per stuprarli e rovinare loro la vita.

Molte bambini hanno subito traumi angoscianti in seguito a queste “rappresentazioni della Olo-Religione”. Sono rimasti scioccati. Hanno perso il sorriso e la voglia di giocare. Non frequentano più i compagni di scuola. Non si concentrano sui compiti. Spesso di notte gridano o piangono. Non parlano più coi loro genitori. Molti sono dovuti ricorrere a colloquio con analisti. Questi medici sanno che la causa di questo profondi disagi psicologici sono riconducibili ai traumi imposti dalla Olo-Religione. Ma si rifiutano categoricamente di dichiararlo in pubblico. Temono anch’essi l’artiglio dell’Ebreo Errante. Se parlassero sarebbe uno scandalo internazionale sui mezzi die educazione che verranno imposti poco alla volta al mondo Occidentale.

E’ recente infatti anche una direttiva del Congresso Mondiale Ebraico che, preoccupato del “risorgente antisemitismo” In Italia, ha proposto al Vice-Presidente del Consiglio Fini [ NDR : questo accadeva nel 2005, anno di prima pubblicazione di questo articolo ] di adottare nuovi sistemi di educazione scolastica al fine di educare le nuove generazioni al “rifiuto dell’antisemitismo”, proponendo anche “nuovi corsi di formazione degli insegnanti”.

Shylock sta consumando la sua vendetta con i metodi più abietti. Uccidendo il sorriso sul volto dei bambini e tarpandone la loro futura libertà di giudizio.


In un angolo, lievemente discosto dagli altri coetanei, c’è un bambino dagli occhi freddi e con i piccoli pugni stretti. Il suo sguardo guarda lontano, una luce che non si vede.

Una profonda determinazione trapela dal suo sguardo perso in lontananze che nulla hanno a che vedere con le terree esperienze di quella scuola degradata.

Stringe i pugni e il suo sguardo non è piegato.

Shylock ha creato il suo nemico.

Il futuro dell’Occidente è in mano di bambini come questi, che l’orrore della Olo-Religione non ha potuto piegare…..
 
                                                                                                                                             

martedì 23 gennaio 2018

SULLA TOMBA DEL DUCE

SULLA TOMBA DEL DUCE

Anno 1945 Varie canzoni
Testo e musica: (Anonimo)
La madre di un Eroe, con mani stanche,
m’ha consegnato, dopo il suo lavoro,
tre rose rosse e tre rose bianche,
circondate dal verde dell’alloro:

“Queste sei rose, figlio, a tarda sera,      
sulla tomba del DUCE deporrai;
sono i colori della sua Bandiera
che sventolò radiosa come mai.”.

Ed io a Milano, Duce, son venuto
e t’ho portato, insieme al Tricolore,
di tutta la tua gente il suo saluto
ed una stilla di sangue del mio cuore.

Ora, in ginocchio, bacio questa terra
che copre il tuo corpo seviziato.
Io, come te, son figlio della guerra,
amo la Patria come nulla ho amato.

BENITO MUSSOLINI, sei con noi,
anche se giaci in fondo ad una fossa.
L’ITALIA Tua, L’ITALIA DEGLI EROI,
già si ridesta ed aleggia la riscossa.

E prepariamo i nostri gagliardetti
per innalzarli al sole dell’aurora,
pronti ad offrire ancora i nostri petti,
perché L’ITALIA viva, viva ancora.

Oh Madre Patria tinta di vermiglio,
nel vivo della carne lacerata,
piangi in silenzio il Tuo Grande Figlio
e veglia la sua tomba desolata.

Ricorda tu le mille e più Legioni
marcianti verso il sole, in fitte schiere;
si cantavano tutte le canzoni,
sventolavan di gloria le bandiere.

Di gloria eri ammantata, Patria mia!
stimata, rispettata, fiera e forte;
oggi c’è disonore, c’è follia!
... e il DUCE dorme il sonno della morte.

BENITO MUSSOLINI, i figli tuoi
vogliono darti una vendetta in dono;
parla, comanda, dicci cosa vuoi,
chiedici tutto, fuori che il perdono.

Il braccio è forte e triste è l’amarezza
di questa gente Tua che non si doma,
e al canto della nostra giovinezza
tu marcerai di nuovo verso ROMA.

Avvolto nella nera tua bandiera,
sul Campidoglio, DUCE, giungerai,
fiero, solenne, in Camicia Nera
e là, eternamente rimarrai.
Dicembre 1945
Conosciuta anche con il titolo "Le Rose per il Duce", il testo fu scritto da tre studentesse di Bologna nel 1945 e musicato da un anonimo maestro italiano residente in Cile.\ 
 

giovedì 18 gennaio 2018

UNITA´ D´ITALIA


Il 17 Marzo 2018 è la data in
cui ricorre il 167° anniversario
dell’unità d’Italia e sarà festa
nazionale.
Dalla “Notte tricolore” di Roma
ai festeggiamenti di Bari e di
tutte le città italiane.
Lo sarà per tutti?
Certamente lo sarà per coloro
che non hanno remore di               
natura separatista motivate da
un cinico e becero egoismo e
di natura razzista ancora più
stupida visto che il cuore della
cultura italiana, sia per
tradizione che per collocazione
attuale non sta certamente al
nord dove alligna il movimento
della Lega che è l’unica forza
ostile all’unità d’Italia.
Tanto per chiarire, chi scrive è
nativo di Torino e quindi la
nostra non è una difesa
d’ufficio del meridione, ma
dell’italianità perché per noi
tutti gli italiani sono fratelli dal
Brennero a Lampedusa.
Certo, ci sono dei fratelli che
hanno dei difetti e noi non
manchiamo di segnalarli ed
anche di rinfacciarli, ma con lo
spirito con il quale lo
rinfacceremmo in famiglia, con
rabbia, ma con affetto e
soprattutto con la voglia di
vedervi porre rimedio!                          


Non consideriamo invece
nostri fratelli tutti coloro che
non si riconoscono nell’Italia
unita, dai “crucchi” dell’alto
Adige ai leghisti della
cosiddetta Padania, realtà
esistente solo nelle menti
bacate di Bossi e dei leghisti
dato che tra un piemontese ed
un veneto non ci sono più
affinità, né ci sono maggiori
differenze culturali che tra un
lombardo ed un abruzzese o
tra un emiliano ed un pugliese!
Certo, a fare leva sull’egoismo
e sull’ignoranza si trovano
sempre dei clienti anche
perché “la madre dei cretini è
sempre incinta”, ma non a
caso essi sono una minoranza
tra la totalità degli italiani così
come sono minoranza,
seppure consistente, anche al
nord dove hanno le loro radici.
Ma non guastiamoci il fegato
con il raglio di quattro asini e
pensiamo invece a fare festa
per ricordare che, dopo secoli
di divisioni volute dalla chiesa
e delle grandi potenze
straniere, finalmente, per i
sacrifici, l’intelligenza, la
tenacia e l’amore di tanti
patrioti di tutti i ceti sociali,
l’Italia è tornata ad essere una
terra di fratelli sotto un’unica
bandiera!                                       
Il sangue che Piemontesi
assieme a Siciliani, Lombardi
assieme a Campani, Veneti
assieme a Pugliesi, Emiliani
assieme a Calabresi hanno poi
versato in nome dell’Italia nelle
varie guerre in Patria ed
all’estero sono un cemento che
nessuno potrà mai frantumare
e che resisterà alle chiacchiere
idiote di coloro che il 17 Marzo
non festeggeranno!
Per noi la Patria italiana è
quella:
Della stessa Storia
Di un’unica Cultura (che gli
anti-Nazionalisti non
conoscono per colpa della loro
ignoranza)
Di Macchiavelli,
Michelangelo,Volta, Marconi,
Pirandello, Dante, Giotto,
Vivaldi, Lorenzo de’Medeici,
Fermi , Croce, Verdi, Puccini,
G.Cesare, Cavour,
S.Francesco, Leonardo da
Vinci, Claudio Abbado, ecc.
ecc. ecc. ecc. ecc. ecc.
Degli Alpini, dei legionari della
X°Mas, dei soldati di Torino e
di Catanzaro che insieme
combatterono e morirono nel
nome dell’Italia, sul suolo della
comune Patria e d in terre
sconosciute ed estranee.
Della stessa lingua, della
stessa cultura che derivano da
un’unica matrice e che tutti ci
affratella al di là delle
differenze di credo religioso o
politico e che all’estero ci fa
sentire come appartenenti ad
una comunità, che ci fa sentire
affini tra di noi più che con
coloro che Italiani non sono.
Dell’unità di gusti, di emozioni,
di cielo, di colori, di sapori di
quanto insomma ci fa sentire a
casa se siamo qui ed estranei
se siamo all’estero. 

 Dell’orgoglio provato nel
pensare di essere conterranei
di uomini che hanno
contribuito in modo
determinante allo sviluppo
della civiltà umana.
Ecco perché noi il 17 Marzo
festeggeremo con orgoglio e
con commozione il 167°
anniversario dell’unità d’Italia,
magari dimenticando, per
carità di Patria, che quei
comunisti che oggi girano con
la coccarda tricolore, negli
anni 50 e 60 ci aggredivano
quando noi sventolavamo il
tricolore nei nostri cortei!
Il solito spocchioso,              


                                                                                                    

venerdì 12 gennaio 2018

           CHISSA´ PERCHE..??   

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           SIONISMO SCONFITTO E ARROGANZA USA

L’Italia è seconda in Ue per
fondi strutturali ricevuti da
Bruxelles, ma è sestultima su
28 per utilizzo dei soldi
ricevuti.
D elle due l’una, o la
nostra politica e la
nostra burocrazia sono
inefficienti ed inadeguate,
oppure la corruzione é
talmente diffusa ed
incancrenita da non
permettere l’utilizzo sino a
quando non siano stabilite le
quote di tangenti da
assegnare ai vari partiti ed ai
vari capi dipartimenti..
Tertium non datur…                                           
Insomma , l’Europa riconosce
lo stato di necessitá dell’Italia
che non ha risorse adeguate
alle necessitá e le assegna dei
fondi ( si tratta di miliardi di
Euro.. ) ma da noi quando non
opera l’inefficienza e
l’inettitudine, si privilegiano gli
interessi sporchi delle mafie
politiche ed amministrative alle
necessitá del Paese e dei
cittadini.
Non che la cosa sia nuova
perché questo è stato il
costume corrente sin dai primi
governi del dopo guerra tanto
che se dovessimo elencare gli
scandali e le ruberie
avvenute da allora si
dovrebbero fare diversi volumi
di una enciclopedia del
malaffare…
Colpisce, nonostante le
passate esperienze, la faccia
di bronzo con cui ancora oggi i
politici di ogni parte politica,
quegli stessi che lucrano sugli
aiuti Europei, si presentano
agli elettori con promesse di
buon governo, di tagli fiscali,
di aumento delle pensioni e
via mentendo..!!
Ma forse il vero scandalo non
è tanto la protervia e la falsitá
di quei signori, quanto il fatto
che essi possano circolare
indenni tra i cittadini senza
che nessuno li prenda a
schiaffi in faccia o a bastonate
sui denti..!!
Comunque sia ci sembra che
cosí le cose non vadano
affatto bene e che ci sia la
necessitá di cambiare
ponendo finalmente fine a
questo scandalo..!!
Magari con una piccola
rivoluzione che ci tolga dalle
scatole quei brutti ceffi…???!!!
L ’ONU ha votato sulla
dichiarazione di Trump che,
dopo la dichiarazione unilaterale di
Nethanyau, riconosceva
Gerusalemme come unica capitale
di Israele anziché la cittá dei tre
popoli, RESPINGENDO tale
proposta con 128 voti contro 8 ( di
cui uno USA )!!
Una debacle totale ed indiscutibile.
Siamo contenti che una volta tanto la
spocchia arrogante del sionismo
mondiale sia stata sonoramente
sbeffeggiata dal mondo intero.!!
Nethanyau, incavolatissimo ha detto
che questa votazione “ finirá nella
spazzatura delle storia” ma noi
pensiamo che sará il suo commento
cretino a finirvi.
L’ambasciatrice americana all’ONU
ha detto che si sarebbe segnata i
nomi delle nazioni che hanno votato
contro e che gli USA ne terranno il
debito conto…
La spocchia arrogante dell’America
fa la pari con quella del sionismo e ci
fa specie che nessuno all’ONU abbia
replicato a tono all’ambasciatrice,
magari mandandola a quel paese.
Come sempre gli USA
pretenderebbero di essere i padroni
del mondo e di dirigere la politica
estera mondiale secondo i loro
desideri ed i loro interessi in nome di
non si capisce quale superioritá che
è solamente del denaro e non certo
della civiltá.                                                
Ricordiamo per inciso che gli Stati
Uniti, solo un paio di secoli, fa hanno
sterminato il popolo autoctono dei
Pellirossa ed hanno praticato la
schiavitứ dei negri sulla quale hanno
prosperato..!!
Auspichiamo che questo voto sia
l’inizio di una presa di coscienza
mondiale su chi siano

                                                                                                                                          

lunedì 8 gennaio 2018

Anna Frank: frode letteraria e falso storico.


La menzogna del diario di Anna Frank: frode letteraria e falso storico.

di Dagoberto Husayn Bellucci
Indignazione generale e sdegno unanime catterizzarono  un episodio relativo al mondo delle curve e del tifo ultrà organizzato. Tralasciando la bagarre suscitata crediamo doveroso occuparci in questa ricognizione d'analisi storica prevalentemente sulle reazioni, alquanto scomposte quando non esageratamente sbracatamente filosioniste, e principalmente su uno studio attento del diario di Anna Frank che, di fatto, fa da sfondo all'intera vicenda.
Vediamo di occuparci subito delle reazioni e del vespaio di critiche suscitate dall'episodio degli adesivi 'antisemiti' in curva sud di domenica scorsa: dal ministro dello sport Lotti al segretario del P.D. Matteo Renzi, dal ministro degli interni Minniti alla Presidenza della Repubblica coro unanime da parte del mondo politico sempre sodale ogni qualvolta si tratta di difendere a spada tratta gli ambienti del Portico d'Ottavia e dintorni.
Siamo tutti Anna Frank", ha scritto Mario Calabresi nel suo editoriale di oggi su Repubblica. Il che ci pare quantomeno eccessivo.
"Se fossi un tifoso della Roma, mi appunterei sul petto il suo fotomontaggio", gli ha fatto eco Massimo Gramellini sul Corriere della Sera. Il che non fa una piega: a quanto ci risulta siamo ancora in un paese nominalmente libero...Gramellini potrà appuntarsi sul petto ciò che più desidera.
Come ha scritto Andrea Picardi nel suo articolo "Anna Frank, i tifosi della Lazio e la vergogna degli adesivi" :"A di 24 ore di distanza dalla scoperta di quegli adesivi portati da un gruppo di tifosi della Lazio domenica allo stadio Olimpico, lo sconcerto é ancora forte: una vergogna nazionale“ arrivata inevitabilmente sulla stampa estera (Usa Today) che dimostra quanto le battaglie di questi anni contro il razzismo e l'antisemitismo non abbiano ancora raggiunto i risultati sperati… "É inaccettabile e scioccante. Sono sconcertata", ha commentato con Formiche.net l'assessore alla Cultura della Comunità Ebraica di Roma, Giorgia Calò. Che ha sottolineato anche l'alto valore simbolico dell'immagine di Anna Frank, la cui offesa risulta per questo ancora più grave e dolorosa: "Il suo volto e il suo nome appartengono all'immaginario collettivo di tutti noi, non solo degli ebrei. Per questa ragione quanto accaduto all'Olimpico ci fa ancora più male. Sul libro di Anna Frank moltissime generazioni in tutto il mondo si sono formate e hanno capito, attraverso il suo sguardo e la sua penna, cosa stata davvero la barbarie della shoah" (1).
E non dimenticando che nella mattinata di ieri, 24 ottobre, una delegazione della società sportiva Lazio calcio ha deposto una corona di fiori dinnanzi il tempio centrale della comunità ebraica, la sinagoga di Roma, ed il suo presidente Lotito ha rimarcato la condanna del gesto sottolineando che la società si impegnerà a promuovere 'viaggi culturali' ad Auschwitz per 200-250 giovani ...
Veniamo invece alla questione del 'diario' ... un falso storico ampiamente sconfessato del quale ci siamo occupati in altre occasioni e sul quale abbiamo ancora qualcosa da dire.
pag. 2
In un volume di Richard Harwood, "Did six million really die? The truth at last" (2), l'autore ci informa che il diario di Anna Frank è un falso storico. In realtà Harwood si riferiva all'opera teatrale di un certo Meyer Levin sul diario basata. Ma la gaffe di Harwood ha avuto l'effetto di suscitare in Ditlieb Felderer, un ebreo di origine austriaca emigrato in Svezia, la curiosità per una indagine a tutto tondo sul famoso diario assurto a simbolo esso stesso dell'olocausto ebraico.
Scrive Felderer: "...controllando meglio il materiale pertinente il Diario venimmo a conoscenza di certi fatti, alcuni dei quali tanto gravi, che non potemmo fare a meno di domandarci come mai nessuno avesse mai indagato prima su tutta la faccenda. Con una metafora potremmo dire che Harwood aveva riconosciuto che il paziente era ammalato, ma aveva fornito la diagnosi sbagliata. (...) La menzogna su cui il diario di Anna Frank poggia è talmente colossale, le sue implicazioni talmente profonde che l'umanità ha il diritto di esserne a conoscenza." (3).
Vediamone alcune.
"Ci viene riferito - scrive Felderer nel primo capitolo del suo libro - che "inizialmente, la pubblicazione del Diario venne rifiutata da numerosi editori" (Enc. Giudaica, 7:54). Nonostante ciò, la prima edizione olandese era apparsa già nel 1947 (L'Enciclopedia Brockhaus, 6:450, dà addirittura il 1946)) con il titolo "Het Acheteruis" (il retrocasa - Casa editrice Contact, Amsterdam).
Ancora Felderer ci informa che "...un norvegese, il signor Thilo Schoder, di Kristiansand, aveva ricevuto il manoscritto ORIGINALE dalla scrittrice ebrea Annaliese Schùtz, editrice del giornale berlinese 'Die Neue Zeit'. Dopo aver incontrato il signor Frank in Olanda, Schoder tornò in Norvegia con il manoscritto ORIGINALE e cercò di farlo pubblicare, ma gli editori rifiutarono ('Aftonbladet', 10 febbraio 1947). La prima traduzione, o piuttosto trascrizione tedesca (ubertragen = trascrivere) apparve ad Heidelberg nel 1949 (L'enciclopedia Brockhaus, op. cit., dà la data del 1950, 6.à ediz. 1959), edita da Lambert Schneider. La trascrizione era opera della summenzionata A. Schutz (titolo completo 'Das Tagebuch der Anne Frank, 14 giugno 1942-1 agosto 1944", con una prefazione di Marie Braun). La famosa casa editrice ebraica Fischer KG Frankfurt/am Main lo ripubblicò in seguito. Nel 1955 uscì la 77.a ristampa del testo con una prefazione di Albrecht Goes. Anche questa edizione era stata trascritta da Schùtz. La 'Nuova Enciclopedia Britannica', 4:279, ci informa che la ragazza era nata il 12 giugno 1929 a Francoforte sul Meno e che la prima edizione inglese del suo Diario era uscita nel 1953. L'edizione Cardinal in nostro possesso afferma però afferma che il Diario di Anna Frank uscì per la prima volta in Inghilterra, nell'edizione Doubleday, nel giugno 1952. Osservate come anche nei confronti della data di uscita del Diario le fonti principali siano in contrasto tra loro. La prima edizione Cardinal comparve nell'ottobre 1953. La nostra copia (36.a ristampa, agosto 1963) ha una prefazione di George Stevens, mentre l'introduzione e l'epilogo sono a cura di Eleonor Roosevelt. Il libro consta, in totale di 240 pagine. Sappiamo anche che, oltre ad Anneliese Schutz, due altre persone 'assistettero' il signor Frank: Isa e Albert Cauvern. Si racconta che Anna Frank morì di tifo nel campo di concentramento di Bergen Belsen nel marzo 1945 (Enciclopedia Giudaica, op. cit. : 53). Considerato che scopo dei nazisti era, si dice, quello di sterminare gli ebrei sembra piuttosto strano che la ragazza sia stata mandata prima "a Westerbork e poi (2 settembre 1944) a Auschwitz-Birkenau, "nel dicembre 1944 Anna arrivò a Bergen Belsen con sua sorella Margot" (Enciclopedia Giudaica, op. cit.) - un lungo tragitto da Auschwitz! Tutto questo andirivieni da un lager all'altro è parecchio in contraddizione con la teoria dello 'sterminio' degli ebrei. (...) Il padre della Frank e i suoi sostenitori dichiarano che il Diario è una testimonianza vivente e veritiera e un baluardo contro il fascismo, l'hitlerismo e il neo-nazismo. Quanto la nostra ricerca, comprovante che il Diario è un falso, potrà intaccare queste affermazioni, resta da vedersi. (...) In un'opera come il Diario, in cui una ragazza che passa dai 13 ai 15 anni descrive la propria vita, ci sarebbe da aspettarsi dei cambiamenti stilistici. Nell'opuscolo di 38 pagine distribuito dalla Fondazione Anna Frank ci vengono mostrate alle pagine 6 e 10 varie fotografie della ragazza a diverse età; non ci viene però mostrata la sua calligrafia nei vari periodi della sua vita; soltanto alla fine dell'opuscolo a pagina 36 ce ne viene mostrato un saggio. Anna Frank era allora quindicenne. Questo saggio, l'unico riprodotto nella brochure, non corrisponde
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affatto, secondo noi, alla calligrafia di una ragazza di quell'età, e comunque non presenta nessuna somiglianza con quella pubblicata sulla rivista americana 'Life' il 15 settembre 1958 che sembra assai più consona ad un'adolescente. L'intero caso di Anna Frank pone tutta una serie di domande di cui il tempo aumenta, anziché diminuire, il numero. Abbiamo già ricordato il silenzio del padre sui molti punti oscuri della vicenda. Inoltre, perché, quando ci si reca in visita alla casa di Anna Frank, anziché mostrarci storie dell'orrore sui lager nazisti non ci viene mostrato il manoscritto originale del Diario? Perché l'originale non è esposto nella sede della Fondazione, anziché essere tenuto nascosto in una cassetta di sicurezza di una banca svizzera?"
Ancora dal volume di Felderer apprendiamo alcune stranissime omissioni fra cui:
- la mancata copiatura da parte del padre di alcune parti del diario il quale - come raccontano i responsabili della stessa Fondazione Anna Frank - avrebbe omesso "soltanto alcuni passaggi troppo intimi o che avrebbero potuto offendere i sentimenti di alcune persone (???) . Non aveva, comunque, nessuna intenzione di far pubblicare il diario.".
In un solo colpo, in poche righe dell'opuscolo ufficiale diffuso dalla fondazione intitolata alla ragazzina ebrea, ci troviamo di fronte a ben tre menzogne: a) se il padre non aveva alcuna intenzione di far pubblicare il diario non si capisce per quale motivo si sia dannato l'anima per ricopiarlo e tanto meno perché lo avrebbe mostrato agli amici. Se non si desidera pubblicare qualcosa che deve rimanere nella memoria privata non si ha motivo di farne alcuna copia né mostrarne il contenuto ad estranei. Non sarebbe in proposito neanche sbagliato domandarsi se Isa e Albert Cauvern che avrebbero assistito il signor Frank nella battitura a macchina del Diario abbiano utilizzato l'originale o la copia che aveva fatto il padre.
In ogni caso anche il semplice fatto che il padre abbia sentito la necessità di fotocopiarlo è una dimostrazione palese che aveva l'intenzione di procedere ad una sua pubblicazione. L'esistenza poi di una copia inficia irrimediabilmente la pretesa autenticità dell'opera.
La seconda menzogna è quella che riguarda le omissioni ovvero quanto il padre di Anna decise di omettere dal diario originale.
La Fondazione nell'opuscolo ufficiale scrive che "salvo alcune parti che non hanno interesse per il lettore, il testo originale è stato stampato integralmente.". Intanto ci domandiamo CHI e PERCHÉ ABBIA DECISO CHE QUESTE PARTI ELIMINATE NON AVREBBERO AVUTO INTERESSE PER IL LETTORE?
In secondo luogo viene da chiedersi cosa debba intendersi per STAMPATO INTEGRALMENTE quando risulta 'mondo' di alcune parti. La risposta, comunemente accettata dall'opinione pubblica, è che si tratti di parti relative alla sfera sessuale ed a giudizi alquanto negativi vergati dalla ragazzina sui suoi familiari in particolare sui genitori.
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Vi è da ricordare forse che alcuni anni più tardi numerosi altri racconti, attribuiti ad Anna Frank, siano stati dati alle stampe quasi a voler colmare questa lacuna? E non è forse vero che, anziché sviare l'attenzione, queste spiegazioni fornite dalla Fondazione non facessero altro che aumentarne l'interesse? Non casualmente come ha ricordato Felderer diverse sono le pagine relative alla sessualità contenute nelle prime edizioni date alle stampe del Diario. "Margaretha Schwart, autrice del già citato articolo sull'Expressen - scrive Felderer - ci informa che i passaggi omessi trattavano argomenti sul sesso... Eppure, il Diario, contiene tratti nei quali l'argomento "sesso" viene ampiamente dibattuto e che hanno sicuramente giocato un ruolo importante nel grande successo ottenuto dal Diario. Quindi, perché non pubblicare la versione integrale? A meno che nei passaggi soppressi la ragazza non scivolasse in perversi dettagli sul sesso, non si vede una ragione plausibile per non includere anch'essi nel testo ufficiale.".
Ora analizziamo altre questioni quali quella delle diverse annotazioni : "Non è che si possano raccogliere molte informazioni esaminando le date dei vari passaggi del Diario, tuttavia si possono scorgere alcuni curiosi ripensamenti. - scrive sempre Felderer - Cominciando col Giugno 1942, troviamo 6 passaggi (più uno datato due volte nello stesso modo). Luglio ha 6 e Agosto 2 passaggi. Sembra piuttosto strano che ci siano così poche annotazioni in un periodo in cui la ragazza si diceva tanto entusiasta di possedere un diario, sarebbe logico aspettarsi che vi scrivesse qualcosa ogni giorno. Poiché ci viene costantemente ricordato che ella era "una giovane di grande talento" e che la sua maggior ambizione era quella di diventare scrittrice, ci si stupisce che abbia scritto così poco. Tutto ciò acquista un senso soltanto ridimensionando tutta la faccenda e riassegnando a ciascuno il proprio ruolo: così Anna era soltanto una ragazzina qualsiasi, per nulla diversa dalle sue coetanee, annoiata a morte dai litigi continui che avevano luogo in casa,, e che si sfogava scrivendo di tanto in tanto nel suo diario."..
Ma vediamo come viene descritta la presunta/pretesa storia d'amore o flirt di cui l'autrice - o chi per lei - dell'ormai famosissimo Diario scrive diffusamente: "É interessante notare come il numero di annotazioni aumenti proporzionalmente al progredire della "love story" con Peter Van Daan, che, come Anna, era "ebrea" (cfr 16 Febbraio '44, 137). Sembra proprio che l'"autrice" tenti in tutti i modi di rendere il suo racconto più interessante ed accattivante. In Aprile, mese in cui il suo flirt con Peter diventa sempre più importante e durante il quale si discute con lui "le cose più intime" (18 aprile 1944, 221), troviamo 15 passaggi. Maggio ne ha
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17 e Giugno, che ne ha 10 è seguito dai semplici 4 di Luglio. Si conclude con l'annotazione del 1° Agosto 1944, mese nel quale fu, a quanto si dice, arrestata.".
Altra particolarità di cui Felderer scrive è quella dell'uso, sproporzionato, di soprannomi. Un tale utilizzo è tipico e ben si adatterebbe ad un pubblico quale era quello statunitense dell'epoca assai poco credibile che sia uscito dalla penna di una ragazza di una distinta famiglia ebreo-tedesca. Non era affatto usuale, specialmente negli anni Quaranta, che una bambina utilizzasse nomignoli e soprannomi per i propri cari: a dirla tutta una cosa del genere sarebbe risultata oltremodo offensiva e di cattivo gusto... nel caso questi nomignoli irrispettosi si trovassero nell'originale saremmo di fronte ad una ragazzina alquanto maleducata e piuttosto fantasiosa...cosa che ci riporta ad una possibilissima opera di manipolazione e falsificazione dell'opera o, per essere più precisi, a dubitare fortemente che mai Anna Frank abbia scritto un Diario.
E veniamo ad una delle parti più importanti di questo Diario: quella relativa alle 'gasazioni' degli Ebrei delle quali Anna scrive: "Sotto la data di Venerdì 9 Ottobre 1942 (45/46) - scrive Felderer - troviamo "Stanno arrestando, a gruppi, tutti i nostri amici ebrei...secondo noi li ammazzano quasi tutti. La radio inglese dice che li "gasano":". É d'uopo osservare che i Frank non furono né "gasati" né "assassinati", ma morirono di malattia, come migliaia di altri Tedeschi. Anna stessa pare sia morta di tifo. Inoltre, il 13 dicembre 1942 (68) afferma di aver visto "due Ebrei" camminare liberamente per la strada, quando poco prima aveva affermato che li stavano arrestando. Un giornale svedese del 1963 riportava la notizia che Karl Silberbauer, l'uomo che aveva arrestato i Frank, non sospettava minimamente che gli ebrei venivano "gasati" nei campi di concentramento. Pare che abbia dichiarato: "Fummo sorpresi di sapere che Anna Frank aveva scritto nel suo Diario che gli ebrei venivano "gasati" ; come faceva a essere a conoscenza di un tale segreto? ("Stockholms Tidningen, 22 novembre 1963):
C'é una spiegazione logica per questo. I Frank, non avendo quasi niente da fare tutto il giorno, ascoltavano costantemente la radio inglese che diffondeva in continuazione racconti propagandistici di atrocità commesse dai Tedeschi; siccome i Frank odiavano i Tedeschi, non avevano nessuna difficoltà a credere a tutte queste invenzioni. A. R. Butz, nel suo interessantissimo libro "The Hoax of the XX Century", ci informa che Thomas Mann, parlando dalla radio inglese BBC, già nel 1941 aveva diffuso la notizia che "negli ospedali tedeschi, le persone gravemente ferite, i vecchi e i più deboli vengono UCCISI CON GAS VELENOSI - in un ospedale, ha affermato un medico tedesco, ne sono già stati assassinati due o tremila (1976, 176). Dopo accurate indagini, la maggior parte di noi ha scoperto di essere stata imbrogliata. Tutta la faccenda si è dimostrata essere un bluff architettato dall'efficiente macchina propagandistica ebraica. Nel passaggio, datato Giovedì 3 Febbraio 1944, gli abitanti dell'"Alloggio segreto" pare abbiano affermato: "É escluso. La radio inglese ha sempre detto la verità. E pur ammettendo che le notizie siano esagerate i fatti sono gravi abbastanza; perché lei non può negare un fatto, che in Polonia e in Russia molti milioni di pacifici esseri umani sono stati assassinati o gasati senza tanti complimenti." (pag. 158). Quale migliore strumento di propaganda che il Diario di Anna Frank!".
E infatti questo diario quotidiano di una adolescente ebrea sembra spesso in modo esagerato un classico esempio di letteratura propagandistica di quella inventata di sana pianta per inculcare delle verità costruite ad hoc e/o storie inventate di sana pianta come molte tra quelle che furono diffuse dagli ambienti ebraici nell'immediato secondo dopoguerra mondiale.
Fondamentale invece lo studio, dedicato all'autenticità del diario fornito dallo storico revisionista francese Robert Faurisson da cui apprendiamo quanto segue:
"Il diario di Anna Frank é autentico? Questa domanda ha fatto parte per due anni del programma di studi del corso di Critica testuale e dei documenti, un seminario riservato agli studenti del quarto anno già in possesso di un diploma di licence.
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1. Il diario di Anna Frank é un falso. Questa é la conclusione dei miei studi e delle mie ricerche e questo é il titolo del libro che pubblicherò.
2. Per indagare la questione posta da tale domanda e rispondervi, ho sviluppato il seguente lavoro di indagine:
Capitolo I
Una critica interna del manoscritto: il testo stesso de Il diario di Anna Frank (in olandese) riporta una quantità inspiegabile di fatti inverosimili o inconcepibili (sezioni 4-12).
Capitolo II
Uno studio dei locali dell'edifico ad Amsterdam: e impossibilità fisiche da una parte e le spiegazioni inventate dal padre di Anna Frank dall'altra compromettono gravemente la posizione di quest'ultimo (sezioni 13-17 e l'appendice n°1 della documentazione fotografica).
Capitolo III
L'intervista al testimone principale: il signor Otto Frank. Questa intervista si é rivelata insopportabile per il padre di Anna Frank (sezioni 18-47).
Capitolo IV
Un esame bibliografico: silenzi curiosi e rivelazioni curiose (sezioni 48-55).
Capitolo V
Il ritorno ad Amsterdam per una nuova inchiesta: l'audizione dei testimoni si rivela sfavorevole al signor Otto Frank; la probabile verità (sezioni 56-63).
Capitolo VI
Chi ha denunciato e chi ha arrestato i Frank: perché il signor Frank ha voluto assicurare loro l'anonimato? (sezioni 64-71 e l'appendice n°2 marcata 'Confidenziale').
Capitolo VII
Un confronto tra i testi in olandese e in tedesco: il signor Otto Frank, nel tentativo di strafare, si é¨ smascherato, firmando così un falso letterario (sezioni 72-103).
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Capitolo I
3. Una critica interna del manoscritto: il testo stesso de Il diario di Anna Frank riporta una quantità inspiegabile di fatti inverosimili o inconcepibili.
4. Prendiamo, per esempio, la questione dei rumori; ad un punto in cui viene detto che se tossivano doveva assumere rapidamente la codeina potevano essere uditi dai nemici, talmente sottili erano le pareti (25 marzo 1943). Quei nemici erano molto numerosi: Lewin, che conosce bene tutto l'edificio (1 ottobre 1942), i magazzinieri, i clienti, i garzoni, il postino, la donna della pulizia, il guardiano notturno Slagter, gli idraulici, il personale del servizio sanitario, il ragioniere, la polizia che moltiplica le perquisizioni, i vicini di casa, vicini o lontani che fossero, il proprietario, ecc. É pertanto inverosimile e al tempo stesso inconcepibile che la signora Van Daan avesse l'abitudine di passare l'aspirapolvere ogni giorno alle 12:30 (5 agosto 1943); si tenga presente inoltre che gli aspirapolvere di quell'epoca erano particolarmente rumorosi. Chiedo: Come sia pensabile che possa essere vero? La mia domanda non di pura forma; non é retorica; non é una manifestazione di stupore. La mia domanda é una domanda e come tale esige una risposta. A questa domanda potrebbero seguirne altre quaranta riguardanti i rumori. Bisogna, per esempio, spiegare come fosse possibile che venisse usato uno svegliarino (4 agosto 1943); É necessario spiegare come fosse possibile che si eseguissero rumorosi lavori di carpenteria, quali la rimozione della scaletta di legno, la trasformazione di una porta in uno scaffale girevole (21 agosto 1942), la realizzazione di un candelabro di legno (7 dicembre 1942). Peter spacca la legna nella soffitta con la finestra aperta (23 febbraio 1944). Quei lavori riguardavano la costruzione, con la legna che c'era nella soffitta, di qualche scaffaletto e altre graziose carabattole (11 luglio 1942) e perfino la sistemazione in soffitta di... un angolino dove il dentista potesse lavorare tranquillamente (13 luglio 1943). Viene prodotto rumore quasi costantemente dalla radio, dallo sbattere le porte, da una fragorosa risata (6 dicembre 1943), dalle discussioni, dalle urla, da un fracasso da giudizio universale (9 novembre 1942). Segue un gran baccano (...) mi torcevo dal ridere (10 maggio 1944). L'episodio riportato in data 2 settembre 1942 é inconciliabile con la necessità di rimanere in silenzio e discreti; per l'occasione ci viene descritta una cena tra coloro che si nascondevano. Cianciano allegramente, quando all'improvviso un fischio penetrante giunse loro; udirono poi la voce di Peter che gridava nel tubo della stufa: Sotto, non ci vengo proprio, sappiatelo! Il signor Van Daan balza in piedi, lasciando cadere il tovagliolo per terra, e tutto rosso in viso grida: Ora basta! Sale in soffitta e la colpi e battito di piedi. L'episodio riportato in data 10 dicembre 1942 é simile. Ci viene descritta la signora Van Daan curata dal dentista Dussel, il quale comincia a raschiarle un buchino [nel dente]. La signora inizia a urlare in modo incoerente [con lo strumento in bocca] e cerca di togliersi il raschietto. Il dentista guarda la scena con le mani sui fianchi; gli altri spettatori ridono smodatamente. Anna, invece di mostrare il minimo segno di disagio di fronte a queste grida e alle risate scomposte, dichiara: Molto villani; perché io, certamente, avrei strillato ancor più forte.
5. Potrei ripetere queste osservazioni che ho appena fatto in materia di rumori a proposito di tutti gli aspetti delle realtà della vita fisica e morale. Il diario di Anna Frank presenta perfino la particolarità di non descrivere un aspetto di una vita vissuta che non sia inverosimile, incoerente, o assurda. I Frank, al momento dell'arrivo nel nascondiglio, mettono alcune tendine per nascondere la propria presenza, ma munire di tendine finestre che fino ad allora non le avevano non é forse il modo migliore per attirare l'attenzione al proprio arrivo? Non é forse singolare che quelle tendine fossero fatte di teli [trasparenti], del tutto diversi per forma, qualità e disegno (11 luglio 1942)? Per non tradire la loro presenza, i Frank bruciavano i rifiuti. Così facendo però avrebbero richiamato l'attenzione sulla loro presenza per via del fumo che sarebbe fuoriuscito dal tetto di un edificio che sarebbe dovuto essere disabitato! Accesero per la prima volta la stufa il 30 ottobre 1942 (lettera del 29 ottobre 1942: Domani) benché fossero giunti in quel luogo il 6 luglio. Ci si chiede che cosa mai abbiano fatto dei rifiuti durante l'estate per 116 giorni. Faccio presente che, d'altra parte, le consegne di cibo erano ingenti. In condizioni normali, le persone che si nascondevano e i loro ospiti consumavano ogni giorno otto colazioni, dagli otto ai dodici pranzi e otto cene. In nove passaggi del libro si allude a cibo cattivo, mediocre, o insufficiente; il cibo per il resto abbondante e delizioso. Il signor Van
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Daan si serve abbondantemente di tutto e Dussel ne prende enormi porzioni di cibo (9 agosto 1943). Sul posto fanno le salsicce e salumi, confetture di fragole, e conserve in barattoli. Non sembrano mancare nemmeno acquavite, alcool, cognac, vino, e sigarette. Il caffè cosa comune che non si capisce perché l'autrice, elencando (23 luglio 1943) ciò che ciascuno vorrebbe fare quando potrà di nuovo uscire in libertà, afferma che il desiderio più intenso della signora Frank era quello di bersi una tazza di caffé. D'altra parte, il 3 febbraio 1944 - durante il terribile inverno del 1943 / 1944 - ecco l'inventario delle scorte disponibili alle sole persone che si stavano nascondendo, con l'esclusione di qualsiasi amico convivente e dei nemici:trenta chili di farina, 30 chili di fagioli e 5 di piselli, dieci scatole di pesce, 40 di latte condensato, 10 chili di latte in polvere, 3 bottiglie d'olio, 4 barattoli di burro, altrettanti di carne, 2 fiaschi di conserva di fragole, 2 di lamponi, 20 di pomodori, 5 chili di fiocchi d'avena, 4 di riso. Fanno ingresso poi, in altri momenti, alcuni sacchi di legumi ciascuno del peso di... 25 chilogrammi, o ancora dieci chili di piselli (8 luglio 1944). Le consegne vengono effettuate da un verduriere gentile, e sempre verso mezzogiorno (11 aprile 1944). Appare inverosimile; in una città descritta altrove come alla fame, come faceva un verduriere a lasciare il negozio, in pieno giorno, con simili carichi e andare a consegnargli a una casa situata in un vicinato trafficato? Questo verduriere come avrebbe potuto evitare nel proprio quartiere (era dietro l'angolo) di incontrare i suoi clienti normali da cui, in quel tempo di scarsità di cibo, di norma veniva cercato e sollecitato? Ci sono molti altri misteri in relazione ad altre merci e al modo in cui queste raggiungevano il nascondiglio. In occasione delle feste e dei compleanni dei clandestini, i regali sono abbondanti: garofani, peonie, narcisi, giacinti, vasi per fiori, dolci, libri, caramelle, accendisigari, gioielli, rasoi, una roulette, ecc. Vorrei richiamare l'attenzione su una vera prodezza di cui l'autrice scrive: Elli [un'amica di famiglia, ndt], la quale trova il modo di offrire un po’ d'uva il 23 luglio 1943; ripeto: un po’ d'uva ad Amsterdam il 23 luglio [fuori stagione quindi, ndt]. Ci viene detto anche il prezzo: 5 fiorini al chilo.
6. L'invenzione dello scaffale girevole é¨ un'assurdità . La parte dell'immobile in cui si sarebbero nascosti esisteva infatti ben prima del loro arrivo. Mettere quindi un armadio significava indicare, se non la presenza di qualcuno, almeno un cambiamento in quell'edificio. La trasformazione dei locali dell'edifico - accompagnata dal rumore dei relativi lavori di carpenteria - non poteva sfuggire ai nemici e, in particolare, alla donna della pulizia. Questo preteso sotterfugio, escogitato con lo scopo di ingannare la polizia nell'eventualità di un setacciamento, è probabile invece che, al contrario, l'allertasse (stanno facendo molte perquisizioni per scovare biciclette nascoste, spiega Anna il 21 agosto 1942, motivo per cui la porta d'ingresso del nascondiglio venne celata in quel modo). La polizia, non trovando nessuna porta d'ingresso per l'edificio che serviva da nascondiglio, sarebbe rimasta sorpresa da tale stranezza e avrebbe presto scoperto che qualcuno aveva voluto ingannarla dal momento che si sarebbe trovata dinnanzi a un edificio abitativo privo di un ingresso!
7. Per quanto riguarda i seguenti punti, abbondano altrettante situazioni inverosimili, incoerenze, e assurdità : le finestre (apertura e chiusura), l'elettricità (attaccata e staccata), il carbone (prelevato dal mucchio comune senza che i nemici se ne accorgessero), l'apertura e la chiusura delle tendine ovvero il camuffamento, l'uso dell'acqua e del gabinetto, i mezzi per cucinare, i movimenti dei gatti, gli spostamenti dalla parte anteriore della casa all'annesso (e viceversa), il comportamento del guardiano notturno, ecc. La lunga lettera dell'11 aprile 1944 è particolarmente assurda. In essa viene riportato il caso di un furto con scasso. Si sappia per inciso, che ci viene detto che la polizia si era fermata nel cuore della notte di fronte allo scaffale girevole, sotto la luce elettrica, alla ricerca dei ladri che avevano commesso quella intrusione. Armeggiano lo scaffale girevole. La polizia accompagnata dal guardiano notturno, non si é accorta di nulla e non ha cercato di entrare nell'annesso! Come dice Anna: Dio ci aveva protetti.
8. Il 27 febbraio1943 ci viene detto che fortunatamente il nuovo proprietario non ha insistito a prender visione dell'annesso. Koophuis gli disse di aver dimenticato a casa la chiave; il nuovo proprietario, anche se accompagnato da un architetto, non chiese altro e non esamina il suo nuovo acquisto, quel giorno ma successivamente.
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9. Quando si ha un intero anno per scegliere un nascondiglio (vedere 5 luglio 1942), si va a scegliere il proprio ufficio? Vi si porta la famiglia? E in aggiunta un collega? E pure la famiglia di quel collega? Si sceglie un luogo pieno di nemici in cui la polizia e i tedeschi sarebbero andati automaticamente a cercarli se non li avessero trovati a casa? Quei tedeschi, è vero, non erano molto curiosi. Il 5 luglio 1942 (una domenica) Frank padre (a meno che non si trattasse di Margot [la sorella di Anna, ndt]?!) ha ricevuto una chiamata dalle SS (si veda la lettera dell'8 luglio 1942). Tale ingiunzione a presentarsi non ha avuto nessun seguito. Margot, ricercata dalla SS, raggiunge il nascondiglio in bicicletta e, per giunta, lo fa il 6 giugno, quando, secondo la prima delle due lettere del 20 giugno, da qualche tempo agli ebrei era stato ordinato di consegnare le biciclette.
10. Per contestare l'autenticità de Il diario di Anna Frank si potrebbero invocare argomenti di carattere psicologico, letterario, e storico. Mi asterrò dal farlo in questa sede; mi limiterò semplicemente a sottolineare che le assurdità sul piano della realtà fisica sono così gravi e numerose da aver un effetto sul piano psicologico, letterario, e storico.


NOTE

1) Andrea Picardi, articolo "Anna Frank, i tifosi della Lazio e la vergogna degli adesivi" dal sito internet www.formiche.net in data 24.10.2017;
2) traduzione italiana "Auschwitz o della Soluzione Finale: Storia di una leggenda", ediz. a cura del Centro Studi e Documentazione Giovanni Preziosi;
3) Ditlieb Felderer, introduzione a "Il diario di Anna Frank: una frode", ediz. "La Sfinge", Parma 1990;
4) Robert Faurisson, articolo "Il diario di Anna Frank è autentico?" del 30 agosto 1978 pubblicato sulla rivista 'Etudes Revisionnistes';