NOI NEGHIAMO AL NEMICO L'ONORE DI AVER INVASO LA NOSTRA PATRIA CON LA VITTORIA DELLE SUE ARMI: SOLO IL VILE TRADIMENTO GLI HA SPALANCATO LE PORTE
La Repubblica Sociale Italiana, che visse dal settembre 1943
all’aprile 1945 non fu, come l’antifascismo tentò di accreditare, una
“repubblichina” senza o con poca
autonomia, senza o con poco peso nelle vicende storiche di quel periodo, senza
o con scarsa organizzazione dello Stato.
Essa fu, invece,
uno Stato perfettamente organizzato: ebbe una organizzazione
burocratica completa ed efficiente, la funzione legislativa
produsse leggi importantissime, specie in campo sociale, tutti i Ministeri
(difesa, interni, finanze, istruzione, lavori pubblici….) lavorarono a pieno ritmo, ebbe un esercito efficiente, costituito in gran parte da
giovani volontari entusiasti e determinati, che seppe difendere con valore il
territorio della Repubblica a fianco dell’alleato germanico, resistendo
efficacemente all’offensiva anglo-americana, sulla “linea gotica”, per sei
lunghi mesi. Ebbe anche una diplomazia attiva ed efficiente, che curò
attivamente i rapporti con gli Stati alleati o che, comunque, avevano
riconosciuto la R.S.I. : Germania, Giappone, Spagna e altri. Il riconoscimento
di uno Stato da parte anche di un solo altro Stato sovrano è sufficiente a
legittimare la sovranità di quello Stato sul territorio controllato e sulla
popolazione che vi risiede. E’ il caso della R.S.I. che, come tutti gli Stati
sovrani, aveva il totale controllo del suo territorio sul quale, attraverso i
suoi Ministeri, organizzava tutti i servizi necessari.
D’altra parte lo
stesso Tribunale Supremo Militare dell’attuale Repubblica Italiana cui erano
ricorsi alcuni ufficiali della Legione “Tagliamento” che erano stati condannati
dal Tribunale Militare di Milano, con sentenza n. 747
del 26 aprile 1954, afferma con chiarezza e con alto senso giuridico e
storico la caratteristica di Stato sovrano, sia pure “di fatto” della
Repubblica Sociale Italiana.
Durante il periodo della R.S.I.
furono perfino istituiti due Ordini Cavallereschi
di Stato.
Neppure l’industria
cinematografica fu trascurata. Gli studi di Cinecittà, devastata dai
bombardamenti anglo-americani, furono trasferiti a Venezia e l’attività
continuò per tutto il tempo della R.S.I.
Questo sito si propone di illuminare tutti
coloro che nutrono interessi storici, soprattutto i giovani, circa la realtà
obiettiva di quegli eventi che la vulgata antifascista ha deformato gravemente,
allo scopo di demonizzare coloro che aderirono alla R.S.I. ed esaltare la
Resistenza e gli antifascisti.
Per approfondire i vari aspetti si utilizzino
i collegamenti evidenziati in questa pagina.
Prima di passare agli approfondimenti, però, sarà opportuno richiamare
sinteticamente gli avvenimenti significativi di quel periodo.
La liberazione di Mussolini. Il Fascismo risorge
Il 12
settembre un audace commando di SS atterra con degli alianti a Campo Imperatore
e libera il Duce. Il comportamento del
Gen. Fernando Soleti e dei carabinieri di guardia
evita il conflitto e ogni spargimento di sangue. Una “Cicogna”, piccolo
apparecchio da ricognizione, lo conduce a Roma da dove, su un aereo militare,
raggiunge Monaco di Baviera.
Alcune fonti ritengono che Mussolini, stanco e
sfiduciato, avrebbe considerato anche la possibilità di ritirarsi, ma avrebbe
poi accettato, su insistenza di Hitler, di creare il nuovo stato per evitare
all’Italia le probabili rappresaglie dei tedeschi, furiosi per il vile
tradimento.
Fatto sta che
il 15 settembre 1943 Mussolini emette e comunica via radio 5 Ordini del Giorno:
1)
Ai fedeli camerati di tutta
Italia. Da oggi, 15 settembre 1943, assumo di nuovo la suprema direzione del
Fascismo in Italia.
2)
Nomino Alessandro Pavolini alla carica provvisoria di segretario del Partito Nazionale
Fascista, che da oggi si chiamerà Partito Fascista Repubblicano.
3)
Ordino che tutte le autorità
militari politiche amministrative e scolastiche, nonché tutte quelle che
vennero esonerate dalle loro funzioni da parte del Governo della capitolazione,
riprendano immediatamente i loro posti e i loro uffici.
4)
Ordino l’immediato ripristino di
tutte le istituzioni del Partito con i seguenti compiti: a) di appoggiare
efficacemente e cameratescamente l’Esercito germanico che si batte sul
territorio contro il comune nemico; b) di dare al popolo l’immediata effettiva
assistenza morale e materiale; c) di riesaminare la posizione dei membri del
Partito in rapporto al loro contegno di fronte al colpo di stato della
capitolazione e del disonore, punendo esemplarmente i vili traditori.
5)
Ordino la ricostruzione di tutti
i reparti e le formazioni speciali della Milizia Volontaria per la Sicurezza
dello Stato.
Il
16 settembre, poi, detta l’O.d.G. n. 6:
6)
“Completando gli ordini del giorno precedenti ho incaricato il Luogotenente
Generale Renato Ricci del comando in capo della M.V.S.N.”
E,
il 17 settembre detta l’O.d.G. n. 7 :
7)
“Il P.F.R. libera gli ufficiali delle forze armate
dal giuramento prestato al Re, il quale, capitolando alle condizioni ben note e
abbandonando il suo posto, ha consegnato la nazione al nemico e l’ha trascinata
nella vergogna e nella miseria”.
Il
18 settembre Mussolini parla da
Radio Monaco, e gli italiani possono riudire la voce ben nota (anche se la qualità
dell’ascolto è pessima). Egli, dopo aver sottolineato la bassezza del
tradimento di Casa Savoia, che con la sua fuga ha perso ogni diritto di
regnare, richiama le tradizioni repubblicane italiane e Giuseppe Mazzini e
riafferma la volontà di costituire un nuovo Stato Repubblicano che sarà
“nazionale e sociale nel senso più lato della parola; sarà cioè fascista nel
senso delle nostre origini.” Tale stato
ricostituirà un proprio esercito e riprenderà la lotta a fianco dell’ alleato
germanico.
I fascisti, che fin
dal 9 settembre avevano riaperto molte sedi, si riorganizzarono rapidamente. Il
1 marzo 1944 Pavolini, in una relazione a Mussolini,
comunicherà che “sono stati ricostituiti 1072 Fasci con 487.000 iscritti”. Roma
ne contò 35.000, Milano 20.000, Ferrara, dopo la morte di Ghisellini,
14.000.
Il 22 febbraio 1944 il Duce nominerà il nuovo
Direttorio del P.F.R. Esso è composto da: Pietro
Asti, Fulvio Balisti, Carlo Borsani,
Alfredo Cucco, Giuseppe Dongo, Franco Corrado Marina,
Giulio Gai, Carlo Gigliolo, Bruno Gemelli, Gino Meschiari, Franz Pagliani,
Alessandro Palladini, Giuseppe Pizzirani,
Sergio Stoppiani, Leo Todeschini,
Agostino Vandini, Aldo Vidussoni.
Il nuovo Governo Repubblicano
Il 23 settembre
Mussolini rientra in Italia e, alla Rocca delle Caminate,
sua residenza personale, costituisce il Governo della
nuova Repubblica. Il giorno 23 stesso alle ore 14 si ha, nella sede
dell’ambasciata germanica a Roma, la prima breve riunione del governo,
presieduta da Pavolini.
Il nuovo
stato si chiamerà Repubblica Sociale Italiana (Tale denominazione, però, verrà
deliberata dal Consiglio dei Ministri il 24 novembre 1943). Essa avrà Mussolini
come Capo dello Stato e del governo e Ministro degli Esteri, con Graziani
Ministro della Difesa Nazionale, Buffarini Guidi
Ministro dell’Interno, Ferdinando Mezzasoma Ministro
della Cultura Popolare e tutti gli altri (vedi alla voce “Governo”).
Il 28
settembre inizia il funzionamento del nuovo Stato. In quella data, infatti, ha
luogo la prima riunione del Consiglio dei Ministri al completo. Queste le prime
cinque deliberazioni:
1)
A seguito della conferma della
dichiarazione di città aperta per Roma, il Governo fissa la propria sede in
altra località presso il Quartiere Generale delle Forze Armate.
2)
L’attuale senato di nomina regia
è disciolto ed abolito. La Costituente prenderà in esame la opportunità della sua eventuale
ricostruzione secondo gli ordinamenti del nuovo Stato Fascista Repubblicano.
3)
Nella riorganizzazione in atto
delle Forze Armate, le forze terrestri, marittime ed aeree vengono
rispettivamente inquadrate nella Milizia, nella Marina, e nell’Aeronautica
dello Stato Fascista Repubblicano. Il reclutamento avviene per volontariato e
per coscrizione. Per gli ufficiali e i sottufficiali, mentre sono rispettati i
diritti acquisiti, il trattamento morale ed economico viene adeguato all’alto
compito di un moderno organismo militare ed alle nuove esigenze della vita
sociale.
4)
In conformità dell’indirizzo di
politica sociale perseguita dal P.F.R., e quale
necessaria premessa per le ulteriori e rapide realizzazioni, viene decisa la
fusione delle Confederazioni Sindacali in una sola Confederazione Generale del
Lavoro e della Tecnica. La Confederazione opera nell’ambito e nel clima del
Partito il quale le conferisce tutta la propria forza rivoluzionaria.
5)
La commissione per
l’accertamento degli illeciti arricchimenti dei gerarchi fascisti, costituita
dal cessato governo, rimane in funzione
estendendo, per altro, l’accertamento sugli illeciti guadagni a tutti coloro,
senza distinzione di partito, che hanno, negli ultimi trenta anni, ricoperto
cariche politiche od incarichi pubblici, ivi compresi i funzionari e i
militari.
A
chiusura dei lavori un comunicato diceva:
“” Con l’indirizzo approvato dal Consiglio dei
Ministri del 27 settembre si da inizio al funzionamento del nuovo Stato
Fascista Repubblicano il quale troverà nella Costituente , che sarà
prossimamente convocata, la promulgazione dei suoi definitivi ordinamenti
costituzionali. Da oggi e fino a quel giorno il Duce assume le funzioni di Capo
dello Stato Fascista Repubblicano.””
Il nuovo esercito della Repubblica
Da questa
data del 28 settembre 1943, quindi, nasce ufficialmente anche l’esercito della
R.S.I. Esso finirà col contare complessivamente (tenendo conto anche dei
lavoratori militarizzati) oltre un milione di uomini fra volontari e giovani di leva delle classi 1923, 1924 e 1925. In realtà
fin dall’annuncio dell’armistizio ci fu chi si rifiutò di accettarlo, come il
Principe Junio Valerio Borghese e la sua “Decima
Flottiglia MAS” a La Spezia, il Maggiore Edoardo Sala che, con il III Btg del 185° Rgt Paracadutisti,
già nel settembre combatteva in Calabria a fianco dei tedeschi, il XII Btg della Div. Nembo del Magg. Rizzatti
che non si arrende e dalla Sardegna l’11 settembre passa in Corsica, alcuni
Battaglioni della Milizia, i sommergibilisti del Comandante Enzo Grossi a
Bordeaux, reparti della DICAT e altri reparti minori. Vedi, ad esempio, il Ten.
Rino Cozzarini, di 25
anni, volontario, che subito dopo l’8 settembre raccolse soldati sbandati e
formò un reparto (Btg Bersaglieri “ M” Mussolini”)
che arrivò a contare 1200 uomini e che già a fine ottobre era sulla linea di
combattimento a fianco dell’alleato germanico. Il Cozzarini,
promosso capitano, suscitò l’ammirazione degli alleati e dei nemici. L’11
novembre 1943 egli cadde a Mignano Montelungo e fu insignito di M.d’O.
alla memoria. Vedi anche il caso del Capitano Ulrico Ripandelli
che inviò al Duce il seguente telegramma: “ Gli ufficiali, sottufficiali e
carristi usciti dalle fila del III Btg carri,
schieratisi con i loro carri al fianco dei camerati tedeschi fin dall’11
settembre, esultano di poter continuare a combattere ai Vostri ordini per la
liberazione e la grandezza della Patria immortale. Vinceremo ! F.to: Comando 118°
battaglione carri della 218° Divisione alpini tedesca. Il comandante capitano: Ulrico
Ripandelli”. Borghese non ammainò mai la bandiera
della sua Decima Flottiglia Mas e aprì immediatamente a La Spezia una campagna
di arruolamento che vide migliaia di giovani e di giovanissimi accorrere per
arruolarsi. Già il 14 settembre Borghese stipulò con i tedeschi un accordo che
riconosceva l’esistenza della Decima e le concedeva ampia autonomia. Sala non
sciolse il suo reggimento di paracadutisti e si mise a disposizione
dell’alleato tedesco per continuare la guerra al suo fianco. Lo stesso fecero
la Legione “Tagliamento”, i sommergibilisti di Bordeaux e le altre unità minori.
E immediatamente dopo si ricostituirono
reparti di bersaglieri (Btg. “9 settembre”, Btg. “Goffredo Mameli”, Btg.
“Benito Mussolini”) , di Camicie Nere, di SS italiane e alcune unità speciali.
Il 1° ottobre il Maresciallo Graziani parlerà
a Roma al Teatro Adriano a una platea di 4000 ufficiali esortandoli ad una
scelta “per l’onore”. Ben 400 ufficiali della “Piave” aderiranno e si
arruoleranno immediatamente. In totale aderiranno alla R.S.I. 300 generali e
62000 ufficiali.
Intanto anche fra i militari internati in
Germania ci furono molte adesioni alla R.S.I. e, con 12000 di questi uomini, si
iniziò la costituzione delle quattro Grandi Unità (Divisioni Monterosa, San Marco, Italia e Littorio) che sarebbero
state addestrate in Germania e avrebbero costituito il nerbo del nuovo
esercito. Alla cosa fu data la massima importanza. E Mussolini si recò in
Germania a visitare le divisioni in aprile 1944 (il 22 è in visita alla “San
Marco”) e in luglio (il 16 visita la “Monterosa”, il
17 la “Italia”, il 18 la “San Marco” e il 19 la “Littorio”). La divisione
“Italia”, poi, sarà visitata da Mussolini anche il 24-25 gennaio 1945 in
prossimità del fronte della Garfagnana. Qui il Duce
consumerà il rancio coi soldati.
Oltre a ciò, in data 1° dicembre rientrano
dalla Germania diecimila ex internati per riprendere le armi contro gli
anglo-americani.
Ora i soldati
italiani sono equiparati, come trattamento, ai soldati germanici (Decreto del
Duce in data 2 novembre).
E il 20 novembre 1943 nasce la Guardia
Nazionale Repubblicana, con a capo il gerarca carrarino
Renato Ricci. Essa “è formata dalla M.V.S.N., dall’Arma
dei Carabinieri ( Il Consiglio dei Ministri del 27 ottobre aveva stabilito che
“Restano in servizio per il mantenimento dell’ordine pubblico i Carabinieri e
la Guardia di Finanza”) e dalla Polizia dell’Africa Italiana (P.A.I.)” . Essa, il 15 agosto 1944, verrà definita “primo
corpo combattente dell’Esercito Repubblicano” e non avrà più compiti di
polizia. E il 21 agosto il Duce in persona assume il comando della G.N.R.
Dalla data del 2 dicembre 1943, ufficialmente,
truppe regolari della R.S.I. sono sul fronte di combattimento.
Il 17.1.1944
reparti della X° MAS e del Btg. SAN MARCO pronunciano
giuramento.
Il 29 gennaio
i gladi circondati da fronde di quercia e di alloro sostituiscono le stellette.
Il 9
febbraio, anniversario della Repubblica Romana del 1849, le nuove truppe della
R.S.I. giurano solennemente con la formula “” Giuro di servire e difendere la
Repubblica Sociale Italiana nelle sue istituzioni e nelle sue leggi, nel suo
onore e nel suo territorio, in pace e in guerra, fino al sacrificio supremo. Lo
giuro dinanzi a Dio e ai Caduti per la unità, l’indipendenza e l’avvenire della
Patria””.
Il 19
febbraio il Battaglione “Barbarigo” della Decima
riceve dal Comandante Borghese la bandiera di combattimento.
E il 20
febbraio è in linea a Nettuno e riceve il battesimo del fuoco.
Il 9 marzo
viene costituito il Servizio Ausiliario Femminile (S.A.F.)
Il 12 marzo
viene emesso il primo Bollettino di Guerra della R.S.I.: Calma sul fronte di
Cassino e lotta accanita su quello di Anzio.
Il 16 marzo
il Btg paracadutisti “Nembo” e il Btg
“Barbarigo” della “Decima” si coprono di gloria ad
Anzio.
Il 22 maggio Kesserling in persona si compiace per il comportamento del Btg “Barbarigo”.
E il 31
maggio va in linea sul fronte di Roma il Btg. Paracadutisti “Folgore”, che il
10 giugno verrà citato nel Bollettino germanico.
Con Decreto del 30 giugno 1944, poi, il PFR si
trasformerà in una struttura militare con la formazione delle “Brigate Nere”.
Il Tribunale Speciale Straordinario
Il giorno 11
novembre 1943 furono costituiti i Tribunali Straordinari Provinciali per
giudicare i fascisti che avevano tradito e un tribunale
straordinario speciale per giudicare
i membri del Gran Consiglio che avevano votato l’O.d.G. Grandi, accusati di
tradimento. Fra essi c’era anche Galeazzo Ciano, marito di Edda figlia del
Duce. Il processo ebbe inizio alle ore 9 dell’8 gennaio 1944 a Verona in
Castelvecchio. Il 10 gennaio alle ore 13,40 fu emessa la sentenza. Furono
comminate 18 condanne a morte (Cianetti, che aveva
ritirato il suo voto a favore fu condannato a 30 anni di reclusione). Ma la
maggior parte dei condannati a morte aveva riparato all’estero e furono condannati
in contumacia. Solo cinque erano presenti al processo : Ciano, De Bono, Marinelli, Pareschi e Gottardi. Essi furono fucilati l’11 gennaio 1944.
Il 20 gennaio 1944 furono deferiti al
Tribunale Speciale per la Difesa dello Stato anche Carlo Scorza e Alessandro Tarabini. Il 15 aprile ebbero il processo e il 20 furono
assolti.
Per il loro comportamento a seguito dell’8
settembre il 28 gennaio 1944 e il 5 febbraio furono deferiti al Tribunale
Speciale anche alcuni ammiragli e generali. L’11, il 20 e il 22 maggio si
ebbero i processi con alcune condanne e il 24 si ebbe l’esecuzione di Campioni
e Mascherpa, condannati a morte.
Quanto ai Tribunali Straordinari Provinciali
c’è da dire che il 6 giugno 1944 archiviarono tutti i casi non riguardanti
iscritti al P.F.R. e mandarono liberi tutti gli
imputati.
E in data 28 ottobre 1944 furono condonate
tutte le pene fino a 3 anni di carcere.