domenica 21 aprile 2024

COSA FU LA RESISTENZA

COSA FU LA RESISTENZA

 


 

Ogni Anno, al 25 Aprile, siamo costretti ad assistere alle celebrazioni della resistenza che viene dipinta come il “moto popolare per combattere la dittatura del Fascismo”.

Presidenti della repubblica, capi di governo, politici di ogni colore, istituzioni, giornali e televisioni sono tutti li a versare fiumi di miele e di retorica e ad esaltare gli obiettivi di una guerra civile che ha portato sangue e lutti in tutta l’Italia.

Nessuno che parli degli eccidi, dei massacri, degli stupri e delle eliminazioni politiche che si sono verificati nei mesi successivi e se non ci fossero stati alcuni scrittori coraggiosi che li hanno documentati e denunciati, senza per altro potere essere confutati, questi orrori sarebbero restati nel silenzio di un oblio complice e bugiardo ..!

Ma, a parte le mostruosità il cui esempio sintomatico dell’atmosfera di quei giorni  è lo scempio di piazzale Loreto che ci condanna per sempre al ludibrio ed alla vergogna internazionali, proviamo ad analizzare quanto siano accettabili le tesi ufficiali secondo cui la resistenza fu lotta di popolo avente lo scopo di ridare la libertà dalla dittatura fascista agli italiani.

Lotta di popolo:

Come è certificato dalle fonti ufficiali, la componente NON comunista nella resistenza fu molto piccola, subordinata e condizionata ( ricordiamo qui gli assassinii di partigiani non comunisti da parte dei comunisti come quelli di Malga Porzius ed altri tanto che Moranino, poi Onorevole, fu costretto alla fuga nei Paesi dell’est per sfuggire al carcere ) ma al contrario la componente comunista nella popolazione era minima e gli stessi risultati elettorali del primo dopo guerra danno alla componente comunista risultati minoritari.

Per tanto se nella resistenza i comunisti erano maggioranza assoluta ma nelle elezioni il comunismo realizzò risultati minimali ciò significa che la lotta antifascista NON fu sostenuta dalla maggioranza degli italiani, ma solamente da una piccola minoranza.

Ecco così sfatato il mito della “Lotta del popolo” !!!

Obiettivo di ridare la libertà agli Italiani:

Il fatto che la parte assolutamente preponderante dei partigiani fosse di estrazione comunista e di quel partito comunista retto da Palmiro Togliatti, membro del Comintern sovietico ( Stalin in persona gli offrì nel 1947 la carica di segretario del Cominform ) dimostra oltre ogni ragionevole dubbio che lo scopo dei partigiani comunisti, che ripetiamo erano in assoluto quelli che comandavano nella resistenza, non era quello di ridare la libertà agli italiani, ma bensì quello di sostituire alla dittatura Fascista quella ben più dura e totale del comunismo di Stalin !!

Fu solamente per il “tradimento” dello stesso Stalin che nel Febbraio 1945 a Yalta si accordò con Roosvelt e Churcill lasciando, in cambio dei paesi dell’Est, il controllo dell’Italia agli Alleati che il disegno della resistenza italiana NON andò a buon fine ..!!

Palmiro Togliatti, da buon maggiordomo di Stalin dovette accettare “ob torto collo” quelle condizioni e dovette affrettarsi a promulgare una amnistia per cancellare i reati commessi dai partigiani nel corso della guerra civile e subito dopo la sua fine.

Come si vede, di due delle tesi che ogni 25 Aprile ci vengono sbandierate dalle istituzioni ufficiali della repubblica, nessuna è accettabile e veritiera.

La storia, quando si tacerà lo starnazzare della politica e delle istituzioni che sul mito della resistenza vivono a sbafo da sempre, farà chiarezza e la verità verrà finalmente a galla.

Noi la conosciamo da sempre e non siamo colpevoli se tanti italiani si bevono le menzogne che vengono vendute preconfezionate nel supermercato della politica ..!


Alessandro Mezzano

 

lunedì 1 aprile 2024

Dedicato all'unico vero, grande socialista

 

Dedicato all'unico vero, grande socialista del XX Secolo [ di Filippo Giannini ]

Ho ricevuto una lettera da persona che ha un orientamento politico simile al mio e che, fra l’altro, ha scritto: “Sarà destino degli italiani riprendere dall’esterno ciò che hanno rifiutato in Italia (…). I lavoratori italiani si renderanno conto del patrimonio che hanno gettato al vento (…)”.
I lavoratori italiani non “hanno rifiutato” e non “gettato al vento” il patrimonio che fu a loro lasciato da Benito Mussolini, per il semplice motivo che non potevano “rifiutare” ciò che non conoscevano, dato che sono stati ingannati da personaggi che hanno la cupidigia come prodotto e la menzogna come metodo.
Tu, lavoratore italiano – e lo posso affermare con la massima sicurezza – da sessanta anni (e forse da qualche anno in più) – sei stato ingannato, truffato e derubato dei diritti (quelli reali) che Mussolini ti aveva assicurato.
Per illustrare il mio asserto voglio avvalermi di un comunicato, rilasciato alcuni giorni fa, dal Presidente Provinciale dell’Anpi (Associazione Nazionale Partigiani Italiani) del Veneto, pubblicato su “Il Giornale di Vicenza”. Il comunicato, a firma dell’on. Franco Bussetto, Presidente dell’Associazione, chiede scusa per l’eccidio di Schio commesso nel 1945 da “schegge impazzite del movimento partigiano”. Non è questo l’argomento che voglio trattare (provvederò in altro momento), ma mi voglio avvalere di una frase, contenuta nel comunicato, molto in uso in quell'ambiente, cioè la raccomandazione: “Senza alcuna revisione storica”.
Secondo te, lavoratore, cos’è questo terrore della “revisone storica”? D’altra parte la Storia è soggetta ad una continua “revisione”, come attestano i più seri studiosi.
Si può revisionare la storia di Mazzini o Garibaldi, anche di Napoleone; addirittura, recentemente è stata revisionata la storia di Nerone; insomma, la storia di tutti i Grandi può essere revisionata, ma non di Mussolini e del Fascismo. Per questi, appena si pone qualche dubbio sull’autenticità dell’asserto che “la storia ha emesso la condanna definitiva e senza appello”, sorgono come anime dannate i “furbastri” i quali, per chiudere quelle corbellerie in cassaforte e renderle inattaccabili hanno posto a sentinella le leggi liberticide di Scelba, di Reale e di Mancino. Ma in quella cassaforte è rinchiusa anche la truffa che è stata perpetrata contro di te, lavoratore e ne garantisce la continuità.
Provo a spiegare i motivi del terrore che la parola “revisionismo” crea in un certo ambiente.
Tu, lavoratore, hai idea di quanto percepisce un parlamentare o senatore italiano, “un eletto dal popolo” e che dovrebbe essere al “servizio del popolo”? E le altre prebende che si sono “autoriconosciute”? I miei dati sono ripresi da un lavoro di Umberto Scaroni.
E’ recente la notizia che il Parlamento ha votato all’unanimità (senza astenuti), un aumento di stipendio per i parlamentari pari a circa 1.135,00 Euro al mese. Inoltre la mozione è stata camuffata in modo tale da non risultare nei verbali ufficiali. Operazione da banditi. I nostri “rappresentanti” percepiscono le seguenti somme: Stipendio base Euro 9.980,00 x 15 mensilità; “portaborse” (generalmente parente o familiare): Euro 4.030,00 al mese; rimborso spese affitto: 2.900,00 Euro al mese; indennità di carica: da Euro 335,00 circa a Euro 6.455,00 al mese. Biglietti stadio (tribuna d’onore, è ovvio); telefono cellulare, teatro, assicurazione infortuni ecc., tutto gratis e così a seguire, senza remora alcuna.
Con Mussolini tutto ciò era impensabile: il deputato o il senatore di allora, percepiva un “gettone di presenza”, perché era considerato un “onore essere al servizio del popolo”. E Mussolini, se andava allo stadio, si pagava il biglietto come qualsiasi altro spettatore. Vogliamo ricordare che “il tiranno” morì poverissimo e lasciò la famiglia tutta nella miseria?
Cominci a capire perché “la storia ha condannato Mussolini e il Fascismo senza appello”?
E questa è solo una parte, anzi una frazione.
Ti hanno mai parlato di come i tuoi diritti fossero garantiti dalla “Carta del Lavoro” (1927), dalla “Camera dei Fasci e delle Corporazioni” (1939) e, infine, dal “Manifesto di Verona” (1943)? Ti hanno mai parlato della legge sulla “Socializzazione”? Certamente no, o, tutt’al più, per rinnovare la truffa ai tuoi danni ti hanno descritto il tutto per quello che non fu, celando, invece, quello che è stato.
Con la “Socializzazione delle Imprese” (primo passo per “Socializzare lo Stato”) Mussolini poneva come base ed oggetto primario il lavoro in tutte le sue manifestazioni, con una differenza sostanziale rispetto a quanto sancisce la Costituzione “nata dalla Resistenza”; infatti questa lascia voi lavoratori alla mercé del sistema capitalista perché rimangono inalterati i rapporti fra capitale e lavoro. Invece lo “Stato del Lavoro Fascista” conferiva una assoluta preminenza del lavoro rispetto al capitale. Per maggior chiarezza, il capitale veniva accettato solamente quale strumento del lavoro.
Cos’è, allora, una “Azienda socializzata”? “L’azienda si dice socializzata quando viene gestita contemporaneamente dalle rappresentanze del capitale e dei lavoratori, togliendo la gestione stessa all’arbitrio dei capitalisti”. Ne consegue che il lavoratore potrà godere della ripartizione degli utili, come fu previsto nel citato “Manifesto di Verona”.
Il “capitalista” che per produrre ricchezza per sé sfrutta al massimo il lavoro altrui, spinto da questa sua volontà di ottenere i massimi guadagni con minime spese, costringe il lavoratore al massimo rendimento riconoscendogli il minimo salario.
Tutto ciò era inaccettabile per Mussolini.
E’ spiegato, quindi, perché il grande capitalista, i grandi industriali, la grande finanza internazionale abbiano foraggiato i movimenti antifascisti, pagandoli centinaia di milioni (del valore di allora) per assicurarsi, a guerra finita, la soppressione di quelle leggi a loro tanto invise.
Cosa che avvenne: ancora si sparava quando i partiti antifascisti, come primo atto (25 aprile 1945) con legge a firma di Mario Berlinguer (padre di Enrico) decretarono la fine delle leggi sulla Socializzazione.
Benito Mussolini era un vero rivoluzionario, era l’uomo che i lavoratori attendevano da secoli, ma ha avuto la sventura di cozzare contro la pochezza di alcuni uomini e, soprattutto contro le invincibili lobbies economiche e finanziarie internazionali.
Brevemente vediamo come e perché queste “potenze” si coalizzarono.
Pochissimi italiani hanno letto l’indegno “Trattato di Pace” che ci fu imposto (Diktat) nel 1947 dai “liberatori” e i cui tentacoli sono ancor oggi attivissimi. L’art. 17 di questo “diktat” proibisce tassativamente la ricostituzione di partiti o organizzazioni “fasciste”.
Anche ad un lettore poco smaliziato un impedimento così chiaramente antidemocratico può apparire incomprensibile. “Può apparire”, ma per i “grandi manovratori del mondo” è una preclusione che li salvaguarda. Il Fascismo nella sua spinta rivoluzionaria stava investendo quei settori, come abbiamo poco sopra accennato, i cui poteri sono inattaccabili. Tutti sanno che, almeno all’epoca, il valore del denaro era vincolato all’oro. Mussolini aveva “osato” mettere in discussione questo dogma e si apprestava a capovolgerlo; cioè il valore della moneta sarebbe stato vincolato al potere del lavoro e della produzione. Dato che i principi del fascismo si stavano espandendo in ogni angolo del mondo (Mussolini negli anni ’30 era l’uomo più popolare della terra), i possessori dell’oro, per parare il pericolo mortale, esercitarono il loro potere sull’apparato politico.
Assistiamo da anni ai grandi festeggiamenti per gli “anniversari dell’abbattimento del nazifascismo”. A prescindere che la Germania nazista poteva essere considerata solo un pericoloso concorrente commerciale – certamente a livello mondiale – ma niente di più, il vero nemico dei Paesi plutocratici (cioè dove le classi ricche sono egemoni nella vita pubblica) era il Fascismo: perciò ne fu decretata la morte.
Dal 1935 al giugno 1940 i “paesi democratici” misero in atto nei nostri confronti una serie di provocazioni per costringerci alla guerra, argomento che in questa sede non posso trattare perché esula dal tema, ma sulla cui esistenza ho ampia documentazione, e nella quale anche l’attestazione dello stesso Churchill.
E con la guerra fu la fine del Fascismo e l’inizio della grande truffa ai tuoi danni, lavoratore, perché fu bloccata una grande rivoluzione che poteva rappresentare un nuovo Rinascimento: “Il Rinascimento del Lavoro”.
E la truffa è ancora in atto; e affinché non perda di smalto, da ogni dove, di giorno, di notte, da destra, da sinistra, su “quell’uomo”, su “quel regime” vengono rovesciate menzogne: perché, come disse “qualcuno”,: ci sono uomini che debbono morire mille volte.
Quel che rende la cosa ancora più triste è che i profittatori, gli sfruttatori del tuo lavoro, per garantirsi la propria dorata esistenza, si sono avvalsi proprio di te, lavoratore.