giovedì 5 giugno 2025

I CIRCOLI BILDERBERG

 

titolo i circoli bilderberg

di Epiphanius 1

 

postato: 17 gennaio 2012

 

il potere delle banche - circoli bilderberg

 

Di recente, in occasione della nomina a capo del governo del Prof. Mario Monti, è trapelata la notizia della sua vicinanza ai «poteri forti», ovvero della sua appartenenza al Bilderberg Club (oltre che alla Commissione Trilaterale). Questo organismo, un vero e proprio «parlamento transcontinentale», raccoglie nel corso di riunioni annuali molto discrete i personaggi che contano nel mondo della finanza e della politica per prendere decisioni importanti sul futuro del pianeta in vista della costituzione di un unico Governo Mondiale.

 

 

Ideatore del Bilderberg Group fu l'israelita Joseph Retinger (1887-1960). «Retinger [...], omosessuale, nel 1913 è introdotto nei circoli fabiani britannici. Dieci anni più tardi sedeva fra i più alti dignitari delle Logge polacche e svedesi e intratteneva rapporti con diverse eminenze dell'Ordine dei Gesuiti e con uno degli esperti del Vaticano (fautore di un avvicinamento fra Chiesa e Massoneria; N.d.R.), il rev. Padre Gruber» 2. Retinger era amico stretto, come affermava nei suoi scritti, di Sean MacBride (1904-1988), premio Nobel per la Pace e Premio Lenin per la Pace 3.

 

Personaggio chiave della politica mondiale per quasi mezzo secolo, Retinger manteneva strette relazioni col «Colonnello» israelita Edward Mandell House (1858-1938), con la potentissima famiglia ebraica dei Warburg, col Pilgrims israelita Henry Morgenthau (1856-1946), appartenente all'entourage del 33º Grado Franklin Delano Roosevelt (1882-1945), col banchiere internazionale Herbert H. Lehman (1878-1963), membro del B'nai B'rith e della Pilgrims Society, e col banchiere correligionario Bernard Baruch (1870-1965), a sua volta membro di rilievo della Pilgrims Society e del Council on Foreign Relations.

 

joseph retinger sean macbride henry morgenthau
Joseph Retinger Sean MacBride Henry Morgenthau

 

Con simili sponsorizzazioni e l'appoggio determinante della famiglia Rockefeller, Retinger fonda dunque nel 1954 il Bilderberg Group, dal nome dell'hotel olandese di Oosterbeek in cui si tenne dal 29 al 31 maggio - ospite il principe Bernardo d'Olanda (1911-2004) - la prima conferenza, con la partecipazione di un centinaio di persone appartenenti alla crema delle élites e dell'Alta Finanza. Da quel momento il Bilderberg si poneva come «fase mondiale» del Council on Foreign Relations e del Royal Institute of International Affairs operante attraverso sessioni a cadenza annuale aventi per tema lo scambio di punti di vista e di informazioni dirette fra le due organizzazioni gemelle del Council on Foreign Relations (C.F.R.) e del Royal Institute of International Affairs (R.I.I.A.) onde addivenire a decisioni comuni.

 

Una specie di «ponte» permanente fra i vari gruppi d'influenza d'Oltreatlantico e i loro omologhi europei, posto verosimilmente fra essi e la Round Table britannica, in vista di scopi comuni di ampio respiro quali, ad esempio, un'armonizzazione dei mercati con l'Europa dell'Est nel quadro della creazione di una base sovrannazionale per una cooperazione internazionale presieduta dalle Nazioni Unite. Il Bilderberg Club è più ristretto della Commissione Trilaterale, limitandosi ad un centinaio di personalità del mondo della Finanza e della politica, inclusi i direttori degli Istituti Affari Internazionali e generali delle varie armi. Ad esso sono delegati problemi più specifici di quelli affidati alla Trilaterale, come gli assetti territoriali, gli interventi militari, le linee politiche delle nazioni in quel momento emergenti o protagoniste. L'ordine del giorno degli argomenti discussi nel convegno del 1994 ad Helsinki, in Finlandia, dà una discreta idea delle tematiche poste sul tappeto:

  • Ridefinizione dei rapporti atlantici in un periodo di cambiamenti;

  • Volto che cambia e prospettive dell'America;

  • Europa: coesione o confusione?

  • Instabilità economiche in prospettiva;

  • Posti di lavoro: dove sono e come l'Occidente provvederà alla loro creazione?

  • Le sfide politiche del fondamentalismo islamico;

  • Russia: come la sua evoluzione interna influenzerà la sua condotta esterna?

  • Eventi attuali: Corea del Nord;

  • GATT: rischi in prospettiva;

  • Cina: conseguenze di sconvolgimenti o della stabilità 4.

Le discussioni hanno luogo sempre a porte chiuse in conferenze annuali che, al pari di quelle della citata Commissione Trilaterale, si svolgono ogni anno di solito in rinomati centri occidentali. Il Bilderberg, come la Trilaterale, è articolato su cerchi concentrici dove i veri iniziati stanno al centro, mentre il cerchio più esterno solitamente ospita figure come professori universitari o politici e capi di Stato in vista. Le decisioni del Bilderberg hanno efficacia anche dopo anni e vengono notificate a organismi come il G7 o vengono perfezionate in simposi tenuti dall'Aspen Institute, dal Club di Roma o dallo World Economie Forum di Davos, che dal 1971 riunisce principalmente ministri dell'economia, degli esteri, esponenti dell'Alta Finanza dei vari Paesi a Davos, in Svizzera, nella prima settimana di febbraio di ogni anno.

 

Superfluo sottolineare che i membri del Bilderberg (e della Commissione Trilaterale) sono in prevalenza massoni e che, soprattutto nei cerchi interni, non esistono forme di alternanza democratica, una contraddizione in termini a livello di élites, dove la stabilità è d'obbligo, e sono sempre le stesse figure ad apparire, come ad esempio David Rockefeller, Gianni Agnelli (1921-2003), Lord Eric Roll of Ipsden (1907-2005), Lord Peter Carrington o Henry Kissinger. Giova ricordare che massoni presenti in Società Segrete, come appunto il Bilderberg Group, sono tuttavia divisi in due obbedienze: quelli del ramo angloamericano e quelli della Massoneria francofila-umanista, in continuità con la divisione «storica» della Massoneria, il palladismo d'oltreoceano fiancheggiato dalle alte Società Segrete britanniche, la via angloamericana alla Repubblica Universale, che si avvale delle ricchezze principalmente dei Rockefeller, in concorrenza con quella europea della Sinarchia, imperniata sull'asse franco-tedesco e appoggiata dai Rothschild. Le distinzioni - occorre averlo sempre ben chiaro - non sono tuttavia mai così nette, come testimonia la presenza ad un tempo di massoni di entrambe le estrazioni nei circoli mondialisti, a significare uno scopo comune da perseguire al di là di ogni opposizione interna.

 

david rockefeller lord peter carrington henry kissinger
David Rockefeller Lord Peter Carrington Henry Kissinger

 

Sembra tuttavia che negli ultimi anni l'influenza del ramo europeo sulle decisioni di politica mondiale stia piuttosto declinando rispetto a quella delle Logge angloamericane: è agevole infatti constatare che ad organismi ormai collaudati come il Bilderberg (e la Trilaterale) si affianchino logo natoistituzioni di ispirazione nettamente angloamericana, come la Banca Mondiale, il Fondo Monetario Internazionale, la NATO, il Tavistock Institute of Human Relations di Londra, dove vengono messe a punto le tecniche di penetrazione e guerra psicologica, ma soprattutto il potente Royal Institute of International Affairs di Londra, particolarmente importante in quanto il primo Istituto di questo tipo, suscitato nel 1919 e seguito in ordine di importanza nel 1921 dal Council on Foreign Relations americano, che assieme daranno origine a tutta una rete di istituti omologhi nel mondo chiamati Istituti Affari Internazionali. Sono questi i veri centri propulsori decentrati, a livello nazione, della marcia verso l'unità mondiale di marca anglosassone. Organismi sinarchici europei sono invece la CEE e la Banca per i Regolamenti Internazionali di Basilea (della quale è vicepresidente Carlo Azeglio Ciampi, membro del Bilderberg Club) che, com'è noto, supervisiona flussi finanziari per più di 1.100 miliardi di dollari giornalieri, quaranta volte il volume dei commerci reali giornalieri mondiali. Sullalogo banca mondiale struttura del Bilderberg Group, il giornalista Jacques Bordiot scriveva: «Ciò che colpisce nell'organizzazione del Bilderberg Group è la sua stretta analogia con il Council on Foreign Relations, la Round Table e le altre associazioni uscite dalla società di Rhodes-Stead, articolata sul modello a cerchi concentrici degli Illuminati di Baviera» 5. Struttura infatti tipica delle Società Segrete, dove solo il cerchio interno è al corrente dei vari compiti affidati, mentre i cerchi più esterni hanno ruoli via via più sfumati e complementari, da quello consultivo a quello esecutivo, a quello di paravento offerto da una sequela di nomi noti e prestigiosi collocati nel cerchio più esterno. Si sa soltanto dell'esistenza di un primo cerchio interno, detto Steering Committee («Comitato direttivo»), composto da ventiquattro europei e quindici americani, per un totale di trentanove persone, membri perlopiù del Council on Foreign Relations, dei quali è noto Jack Sheinkman, presidente dell'Amalgamated Bank; e di un secondo cerchio, più chiuso, detto Bilderberg Advisory Committee («Comitato Consultivo»), composto da iniziati europei e americani, questi ultimi tutti membri del Council on Foreign Relations, fra i quali David Rockefeller 6. Ovviamente, il Bilderberg non dà comunicati ufficiali o resoconti, né permette che filtrino informazioni sulla presenza di coloro che «contano» 7. La rivista britannica Observer, mentre nell'aprile 1963 era in corso a Cannes una riunione dei Bilderbergers (i membri del Bilderberg), annotava chiaro e tondo: «La clandestinità delle loro discussioni dimostra che essi non cercano che una cosa: assicurare il loro effettivo dominio sui popoli, ma dissimulandolo, lasciandone la responsabilità a dei governi politici» 8.

 

Dichiarazione probabilmente vera, per via di quel sottile gusto degli uomini ai quali è fatta parte di molti segreti di rivelarli talvolta mascherandoli nel mare magnum della disinformazione; il proprietario di quel settimanale è infatti David Astor (1912-2001), della famiglia israelita degli Astor, finanziatore del debutto di Amnesty International, massone, membro del ramo britannico della Pilgrims Society, del comitato direttore del Royal Institute of International Affairs, della Round Table e... del Bilderberg Group.

 

Benché il fine elettivo del Bilderberg Group fosse di consolidare l'Alleanza Atlantica, il suo fondatore, l'alto iniziato Retinger, vero deus ex machina del mondialismo negli anni del dopoguerra, si adoperava in primo luogo a realizzare un'Unione Europea. Retinger, per uno di quei casi che fanno la storia. Fu anche, assieme a Clarence Streit (1896-1986), promotore dell'Atlantic Union Movement da cui sarebbero usciti l'Istituto Atlantico e la NATO 9. Non è senza importanza soffermarsi sui principali animatori dell'Atlantic Union, l'associazione da cui sortirà, nel novembre 1972, nientemeno che la Commissione Trilaterale ad opera di David Rockefeller:

  • R.W.G. Mac Kay, membro del Comitato direttivo della Fabian Society;

  • Clarence Kirshman (1896-1986), autore del libro Union Now (1939), magna charta dell'Atlantic Union, membro della Round Table, Rhodes Scholar 10, membro del Council on Foreign Relations, nonché fondatore del Comitato direttivo della Fabian Society e presidente della Federal Union, possente associazione inglese fondata nell'autunno 1938 a fini mondialisti da architetti come Julian Huxley (1887-1975);

  • Herbert Agar (1897-1980), del Comitato direttivo della Fabian Society;

  • Georges Catlin, membro della Pilgrims Society, della Fabian Society, della Pugwash, della Fondazione Rockefeller, dell'Istituto di Studi Strategici di Londra, associato del giornalista Walter Lippmann (1889-1974; membro anch'egli della Fabian, del Council on Foreign Relations e della Round Table, appartenente all'entourage ebraica del 33° Grado Franklin D. Roosevelt) e di Jean Monnet (1888-1979), uno dei «padri fondatori» dell'Europa.

herbert agar walter lippmann jean monnet
Herbert Agar Walter Lippmann Jean Monnet

 

Le ultime conferenze del Bilderberg Group hanno avuto luogo:

  • All'Hotel Villa d'Este presso Cernobbio, sul Lago di Como, dal 23 al 26 aprile 1987, con Gianni Agnelli magnifico anfitrione;

  • All'Interalpen-Hotel di Innsbruck, in Tirolo, dal 2 al 5 giugno 1988;

  • Al Grand Hotel di La Toja, sulla costa galiziana in Spagna, dall'11 al 14 maggio 1989;

  • All'Harrison Center di Long Island, a New York, nel maggio 1990;

  • A Baden-Baden, in Germania, dal 6 al 9 giugno 1991;

  • A Evian, in Francia, dal 21 al 25 maggio 1992;

  • Al Nasfika Astir Palace Hotel di Vouliagmeni, in Grecia, dal 22 al 25 aprile 1993;

  • Al Kalastajatorppa Hotel di Helsinki, dal 2 al 5 giugno 1994;

  • A Biirgenstock, in Svizzera, dall'8 all'11 giugno 1995, sotto la guida di Lord Carrington, sul tema «Governo Mondiale entro il 2002»;

  • A King City (Toronto), dal 30 maggio al 2 giugno 1996, presso il Canadian Imperial Bank of Commerce Leadership Center.

«Sul lago il governo-ombra del mondo», titolava con enfasi in prima pagina Il Giorno di venerdì 24 aprile 1987 dando la notizia del convegno di Cernobbio che vide centododici partecipanti e al quale seguì dal 27 al 29 aprile una riunione dell'Aspen Institute a Torino 11. L'Aspen Institute foraspen institute Humanistic Studies venne fondato nel 1949 in Colorado da Robert Maynard Hutchins (1899-1977), Gran Commendatore dell'Ordine di San Giovanni di Gerusalemme - una branca della Side Masonry, l'alta Massoneria britannica - presidente dell'Università Rockefeller di Chicago fra il 1929 e il 1950 (creatore assieme a Giovanni A. Borgese nell'immediato dopoguerra del movimento per il Governo mondiale), 12 direttore della programmazione della Fondazione Ford agli inizi degli anni Cinquanta, in rapporto con Aldous Huxley (1894-1963) per lo studio delle droghe, e coinvolto negli anni Sessanta, ormai in pensione, in un traffico di droga 13. A fianco di Hutchins erano numerosi fabiani del Council on Foreign Relations americano e del Royal Institute of International Affairs britannico che, sotto il pretesto di «studi umanisti», avrebbero cooptato delle personalità del mondo economico e industriale per orientarle verso analisi e prospettive «globali», leggi mondialiste in senso tecnocratico, e successivamente inserirle nei quadri di governo dei rispettivi Paesi. Oggi l'Aspen Institute ha antenne a Berlino, fin dal 1970, dal 1985 a Roma, possiede dal 1986 un castello a Canisy in Normandia, dove spesso tiene i suoi conciliaboli, e, sotto altro nome, ha una sede a Tokyo.

 

Capo e finanziatore attuale dell'Istituto Aspen è Robert O. Anderson (1917-2007), ex segretario al Tesoro americano, uno dei direttori dal 1974 del Council on Foreign Relations, membro del Bilderberg Group e della Commissione Trilaterale, giornalista dell'Observer di proprietà degli Astor, dirigente della multinazionale petrolifera Atlantic Richfield Corporation (ARCO), fra i fondatori del movimento ambientalista «verde» nel mondo. Giova ricordare che secondo il giornale Nuova Solidarietà, del 1º ottobre 1988, l'Atlantic Ritchfield Corporation e la Volkswagen sarebbero le multinazionali principali responsabili del selvaggio disboscamento amazzonico.

 

Lo scopo dell'Aspen Institute, secondo l'allora presidente della sezione italiana, l'israelita Gianni de Michelis - presente anche ai Simposi di Davos del World Economic Forum - ed espresso in un convegno tenuto a Venezia il 5 settembre 1986: «è quello di mettere attorno ad uno stesso tavolo i protagonisti di maggiore rilievo del mondo politico, economico, finanziario per formulare suggerimenti e proposte che, come è avvenuto in passato, verranno esaminate dagli organi responsabili; la prossima riunione del Fondo Monetario Internazionale e quella a latere del "G7" (gruppo dei sette Paesi più industrializzati del mondo, N.d.R.) rappresentano a questo scopo appuntamenti di rilievo» 14.

 

giovanni a. borgese gianni de michelis
Robert M. Hutchins Giovanni A. Borgese Gianni de Michelis

 

Intenzioni assai prossime a quelle del Bilderberg, ma probabilmente in rapporto di subordinazione a quest'ultimo e con valenze più spiccatamente culturali, di formazioni di quadri per l'establishment, ma anche economiche, monetarie e commerciali. L'Istituto Aspen organizza nelle varie nazioni goldman sachsuno o due «seminari» all'anno, a seconda delle necessità, per fare il punto sulla situazione economica, commerciale, finanziaria in rapporto a quella politica del momento, con la partecipazione di personalità e quadri dei governi europei, americani e giapponesi. Temi d'obbligo di questi tempi: Unione Europea, finanziamenti ai paesi dell'Est e all'ex Unione Sovietica 15, proposte e soluzioni per conferire maggiore potere alle Nazioni Unite e ai suoi organismi. In questi ultimi anni al presidente Anderson si sono affiancate numerose personalità del Council on Foreign Relations americano e altre, come Robert McNamara (1916-2009), Felix Rohatyn, banchiere israelita e membro influente della Commissione Trilaterale che dal suo ufficio al 32° piano di Rockefeller Plaza guida dal 1949 le sorti grande banca d'affari Lazard Frères 16; Robert D. Hormats, membro del Bilderberg Group e della Trilaterale, vicepresidente della potente banca ebraica Goldman Sachs (da cui proviene anche Kissinger) di Wall Street; Helmut Schmidt, membro del Bilderberg Group, della Trilaterale, dell'importante Istituto di Studi Strategici di Londra, dell'Istituto Affari Internazionali tedesco (D.G.A.P.); il giapponese Ogata, membro della Commissione Trilaterale; Jacques Delors, presidente della CEE e membro della Trilaterale; e una folta schiera di italiani il cui elenco è stato in parte pubblicato su Il Mondo, del 1º maggio 1987, e ripreso da Pierre Faillant de Villemarest (1922-2008) nella sua Lettre d'Information nº 7/1987.

 

Fra essi Giorgio La Malfa (Bilderberg Group, Commissione Trilaterale, Istituto Affari Internazionali italiano); Silvio Berlusconi, ex membro della P2 e appartenente alla Commissione Trilaterale; Luciano Benetton, titolare dell'omonima multinazionale dell'abbigliamento, quotata in Borsa a New York, e interessato sostenitore della società multietnica e multirazziale; Gianni e Umberto Agnelli (1934-2004), i Rockefeller italiani; Giorgio Benvenuto, sindacalista della U.I.L., membro dell'Istituto Affari Internazionali italiano e della Commissione Trilaterale, e una pleiade di uomini politici in vista. Personaggio di notevole peso che assicura una presenza costante a questi incontri è Richard Gardner, esponente di spicco della comunità ebraica americana.

 

robert mcnamara felix rohatyn jacques delors
Robert McNamara Felix Rohatyn Jacques Delors
giorgio la malfa luciano benetton giorgio benvenuto
Giorgio La Malfa Luciano Benetton Giorgio Benvenuto

 

Per lungo tempo avvocato di Gianni Agnelli, Gardner, ambasciatore U.S.A. in Italia dal 1977 al 1989, sarebbe stato a capo del servizio informazioni di Inter-Alpha, gruppo bancario finanziario all'origine nel dopoguerra della Loggia massonica P2 17, e fra il 1957 e il 1966 professore alla Columbia University di New York. Rhodes Scholar, Gardner è membro del gabinetto giuridico Coudert Bros. - oggi controllato direttamentecouncil on foreign relations - cfr dalla Fondazione Rockefeller - istituito nel 1895 da Frederik René Coudert (1832-1903), uno dei fondatori della branca americana della Pilgrims Society. Direttore della Foreign Policy Association, un satellite del pianeta Council on Foreign Relations, membro dello stesso Council on Foreign Relations e della Commissione Trilaterale, Gardner lo si ritrova anche alla Pilgrims Society. Presente alla sessione dell'Aspen italiano a Palazzo Vendramin-Kalergi (chi si rivede!) a Venezia nel settembre 1988 e a quella della sezione francese a Canisy il 23 agosto 1988, subito dopo Gardner vola a Mosca per perfezionare con i russi un progetto tendente «a rinforzare i poteri dell'O.N.U.» 18. I lavori delle novantotto personalità partecipanti erano condotti sotto la direzione dell'israelita Georgij A. Arbatov (1923-2010), della ristretta cerchia dei consiglieri di Gorbaciov, membro della Pugwash, dell'U.S.T.E.C. e delle Conferenze di Darmouth, direttore dell'Istituto Sovietico per gli Affari Americani e assai prossimo sia al clan Rockefeller che a Samuel Pisar (israelita francese membro dell'A.C.E.W.A., sionista convinto, amico e consigliere di Armand Hammer e David Rockefeller 19 e amministratore in diverse multinazionali). In perfetta sintonia con quanto Gardner sosteneva dalle colonne di Foreign Affairs, l'organo ufficiale del Council on Foreign Relations, nell'aprile 1974 e cioè che si doveva: «Rosicchiando pezzo per pezzo mettere fine alle sovranità nazionali» 20.

 

Le sessioni del Bilderberg Group del 1989 e del 1990 furono presiedute da Lord Roll of Ipsden con la presenza affezionata degli immancabili David Rockefeller, Gianni Agnelli, Henry Alfred Kissinger, Cyrus Vance (1917-2002), quest'ultimo membro della Pilgrims Society americana, ma anche del Council on Foreign Relations e della Commissione Trilaterale, direttore inoltre dell'IBM, della Pan American, della World Airways, del New York Times, e amministratore della Rockefeller Foundation fin dal 1975; George Ball (1909-1994), assiduo fin dal 1955, associato della Lehman Brothers, membro del Council on Foreign Relations, dell'Istituto Atlantico, dell'I.I.S.S. di Londra e cofondatore della Commissione Trilaterale; Paul Volcker, ex presidente del Federal Reserve System, direttore del Council on Foreign Relations e della Trilaterale; l'ex generale Brent Scowcroft, ex assistente del 33º (e membro del Bilderberg Group) Gerald Ford (1913-2006) e del Pilgrims George Bush, membro della Kissinger Associates, del Council on Foreign Relations e della Trilaterale; l'israelita Rupert Murdoch, magnate australiano legato agli Oppenheimer, alla guida di un impero multimediale senza frontiere (comprendente una quarantina di testate giornalistiche - fra le quali il Times di Londra, il più prestigioso e autorevole giornale del mondo e il giornale popolare britannico Sun, che tira quattro milioni di copie - sette televisioni distribuite su cinque continenti e proprietario della 20th Century Fox, una delle maggiori case cinematografiche americane) 21; il Generale americano John R. Galvin, comandante supremo dell'Alleanza Atlantica in Europa; Helmut Kohl e Giorgio La Malfa, per citare solo i più importanti.

 

georgij a. arbatov armand hammer george ball
Georgij A. Arbatov Armand Hammer George Ball
gerald ford rupert murdoch helmut kohl
Gerald Ford Rupert Murdoch Helmut Kohl

 

Vale la pena soffermarsi un momento su Lord Roll, il presidente del gruppo S. G. Warburg appartenente alla potente famiglia ebraica omonima. Nato il 1 dicembre 1907 in Austria da un banchiere israelita, Eric Roll fra il 1939 e il 1941 presta servizio, in qualità di special fellow, presso la Fondazione Rockefeller. Dal 1941 al 1966 è funzionario di stato britannico con incarichi presso la N.A.T.O. e la C.E.E.. Aderì pure al Political and Economical Planning («Pianificazione politica ed economica»), il P.E.P. britannico, organizzazione parallela, fondata nel 1931 da membri della Fabian Society a fini mondialisti, di quel Royal Institute of International Affairs dal quale sciamarono tutti gli altri Istituti Affari Internazionali.

 

 Lasciata nel 1967 l'amministrazione, Eric Roll entra nella banca di uno dei più famosi banchieri di Londra, Siegmund George Warburg (1902-1982), e nel 1968 accede al prestigioso incarico di direttore della Banca d'Inghilterra, cumulando la carica con quella di direttore esecutivo per l'Inghilterra del Fondo Monetario Internazionale e della Banca Mondiale, membro della Pilgrims Society, della Commissione Trilaterale, dell'Istituto Atlantico, del Royal Institute of International Affairs, e, naturalmente, del Bilderberg Group. Divenuto Sir Eric Roll e poi il barone Lord Roll of Ipsden, sali ai massimi livelli della Banca Warburg che oggi presiede assieme al correligionario David Scholey, membro anch'egli del Bilderberg.

 

Giova segnalare che il 10 maggio 1995 la Siegmund G. Warburg è stata rilevata dalla Swiss Bank Corporation, la maggiore banca svizzera guidata dal banchiere Georges Blum, «con l'obiettivo chiaro e dichiarato di diventare una delle dieci banche che domineranno entro la fine del secolo la finanza globale» 22. Alla guida della nuova Sbc-Warburg è stato nominato Marcel Ospel. La sessione del Bilderberg Group del 1996, tenuta in Canada sotto la direzione del mondialista plurititolato, il britannico Peter Carrington, ha visto la partecipazione, a fianco degli immancabili David Rockefeller, Gianni Agnelli, Henry Kissinger, sir Eric Roll of Ipsden, di personaggi «eccellenti» come: Franco Bernabè, direttore dell'E.N.I.;

 

siegmund george warburg marcel ospel franco bernabè
S. G. Warburg Marcel Ospel Franco Bernabè

 

William F. Buckley jr. (1925-2003), membro della Skull and Bones, del Council on Foreign Relations e della Mont Pelerin Society; Dwayne Andreas, alla testa della Archer-Daniels-Midland Co., una delle «cinque sorelle», le multinazionali del grano, e assai prossimo alla famiglia Bronfman; Jon S. Corzine, senior partner e direttore della potente banca d'affari Goldman Sachs & Co. di New York; Stanley Fischer, primo vice-direttore del Fondo Monetario Internazionale; Richard Holbrooke, l'israelita americano responsabile dell'attuale pax americana nell'ex Iugoslavia, membro della Trilaterale e del Council on Foreign Relations, uno dei direttori generali fra il 1985 e il 1993 della potente banca d'affari Lehman Brothers; l'economista della Bocconi Mario Monti, presente anche nella Commissione Trilaterale; Norman Podhoretz, membro del B'nai B'rith e del Council on Foreign Relations, editore della rivista «di destra» americana Commentary, pubblicazione ufficiale dell'American Jewish Committee; Renato Ruggiero, tecnocrate di Agnelli, presente anche nella Trilaterale e attualmente alla guida della World Trade Organisation (W.T.O.); Klaus Schwab fondatore e presidente delle discrete riunioni dello World Economie Forum, i Simposi annuali che dal 1971 riuniscono annualmente a Davos gli uomini del Big Business; lo svizzero Cornelio Sommaruga, presidente della Croce Rossa Internazionale; il grande speculatore internazionale George Soros; Peter D. Sutherland, al vertice della Goldman Sachs International e direttore generale della W.T.O.; il banchiere James D. Wolfensohn, presidente della Banca Mondiale. Fà la sua prima comparsa anche Walter Veltroni, del giornale comunista italiano L'Unità 23.

 

mario monti george soros walter veltroni
Mario Monti George Soros Walter Veltroni

 

Sui veri contenuti dei colloqui Bilderberg poco è dato di sapere: sembra tuttavia che, ad esempio, la riunione di Innsbruck «sia stata decisiva per accelerare la fine degli accordi di simbiosi economica, e dunque politica, fra il COMECON e la CEE» 24: niente di più facile dal momento che questi incontri sembrano davvero precedere con preoccupante frequenza gli avvenimenti che da lì a breve seguono... Di certo si sa che «virtualmente ogni leader occidentale di spicco del dopoguerra è passato per il Bilderberg una volta o l'altra» 25.

 

epiphanius - massoneria e sette segrete: la faccia occulta della storia

 

Il presente articolo è stato estratto da un'edizione piuttosto datata dell'opera di Epiphanius Massoneria e sette segrete: la faccia occulta della storia. Nel maggio del 2008, è stata pubblicata un'edizione accresciuta (pagg. 989 contro le 659 dell'edizione precedente) della stessa opera di cui consigliamo caldamente la lettura.


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sabato 31 maggio 2025

REPUBBLICA "DEMOCRATICA" 2 GIUGNO


 



Democrazia, democrazia, la fregatura più grande che ci sia

Un grande statista del passato, il Tallyerand, diceva che “ La democrazia è l’arte di contare i nasi invece dei cervelli”.

In effetti il sistema democratico, quando esista realmente e non sia, come nella grande maggioranza dei casi una Oligarchia di gruppi di potere mascherata, privilegiando la quantità alla qualità, che tutti sanno sono in natura valori inversamente proporzionali, fa si che le decisioni più importanti siano prese dai meno capaci.

Laddove poi essa sia sostituita da una oligarchia di gruppi di potere, unisce al danno la beffa di farci credere liberi di decidere mentre invece le decisioni si prendono nella stanze del potere occulto.

Se in uno stadio ci mettiamo 100.000 persone e ne analizziamo le capacità intellettuali, troveremo una manciata di geni, qualche migliaio di molto intelligenti, qualche decina di migliaia di intelligenti ed una maggioranza assoluta di 60.000/ 70.000 poco intelligenti e preparati.

Ebbene, in democrazia, a decidere saranno i 70.000 poco intelligenti e preparati e sarà ben difficile che essi siano in grado di prendere la decisione più giusta …!!!

Aggiungiamo il fatto che chi possiede abbastanza denaro è in grado di condizionare pesantemente i media e di forzare la formazione della pubblica opinione nella direzione del proprio interesse falsando così la prospettiva di un giudizio critico obiettivo.

Assistiamo ogni giorno a come la politica prenda le sue decisioni non in funzione di un giudizio di giusto o ingiusto, ma in base a sondaggi di opinione ( pagati con i soldi dei contribuenti ) che stabiliscono quanti voti si guadagnino o si perdano a seconda della decisione presa.

Sentiamo già le solite obiezioni trite e ritrite: “ l’unica alternativa alla democrazia è la dittatura” “La democrazia, per quanto imperfetta è il sistema migliore possibile”, e così via blaterando per luoghi comuni..!

Balle..!!

Se percorriamo la storia dell’umanità vi troviamo tanti sistemi diversi dalla dittatura e dalla democrazia che, pur non essendo la perfezione ed avendo i loro difetti, hanno retto la vita dei popoli per secoli.

Aristocrazia, monarchia costituzionale, oligarchia, dogatura, consulismo, repubblica presidenziale, ecc. ecc.

Ma al di là delle alternative del passato, ciò che colpisce e fa rabbia è il fatto che anche constatando che il sistema democratico NON FUNZIONA, nessuno si pone il problema di cominciare a discutere per cercare se possa esistere un’alternativa accettabile, ma si rifiuti ogni ipotesi e persino la possibilità di parlarne seriamente!

Se una persona è malata, la prima cosa da fare è quella di cercare una cura.

Qui invece si insiste a dire che per la società civile la stato di malattia è il migliore stato possibile ..

Roba da matti!!!

Alessandro Mezzano





mercoledì 28 maggio 2025

I CRIMINI AMERICANI - ARMI CHIMICHE

 

SVILUPPO DI ARMI ATOMICHE

 La prima bomba atomica  fu sperimentata ad Alamogordo (USA) nel 1945, e poche settimane dopo provata macabramente su esseri umani a Hiroshima e Nagasaki.

Il monopolio americano sulla più potente delle armi (a cui nel 1949 se ne affiancò una simile ancora più distruttiva, la bomba H a  fusione di idrogeno) durò però poco. L'URSS realizzò la bomba nel 1949, la Gran Bretagna del 1952, la Francia nel 1960, la Cina nel 1964. Successivamente hanno realizzato la bomba Israele, India, Pakistan, Corea del Nord. Lo scioglimento dell'Unione Sovietica nel 1991 ha poi comportato che, oltre alla Russia, ciascuna delle altre 14 repubbliche indipendenti possiedono armi nucleari.

Mentre da una parte l'idea che alcune potenze possiedano migliaia di testate nucleari capaci tutte insieme di uccidere centinaia di milioni di persone atterrisce l'umanità, dall'altra è proprio l'enorme potenza di queste armi ad assicurare che non verranno usate: chiunque lanciasse un attacco nucleare verrebbe distrutto da un contrattacco di rappresaglia dell'avversario. Ciascuna delle potenze nucleari sono effettivamente motivate dichiara quindi che in nessun caso attaccherebbe per prima.

Ma, a partire dalla fine degli anni il governo americano annuncia al mondo, in più occasioni, di valutare l'ipotesi di lanciare attacchi con armi nucleari. Ne parla prima a proposito della Libia di Gheddafi, che secondo Washington avrebbe una fabbrica di armi chimiche nascosta sotto una montagna, poi a proposito di Bin Laden e dei suoi rifugi nelle caverne dell'Afghanistan.

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SVILUPPO DI ARMI BATTERIOLOGICHE E CHIMICHE

Negli ultimi sessant'anni gli Stati Uniti hanno ripetutamente violato la Convenzione di Ginevra, anche producendo, commercializzando e utilizzando armi proibite.

E' noto che i giapponesi hanno condotto nella Manciuria occupata forme di guerra batteriologica utilizzando bacilli di peste, colera e leptospirosi prodotti nella famigerata Unità 731 diretta dal professore Shiro Ishii, che si serviva dei prigionieri di guerra per i propri esperimenti. Sconfitto il Giappone, l'esercito americano di occupazione catturò Shiro Isii, ma invece di processarlo per crimini di guerra, lo portò Fort Detrick (USA) dove già dal 1940 (come risulta da documenti declassificati recentemente) venivano selezionati, prodotti e stivati in bombe o testate missilistiche germi di peste, morva, tifo petecchiale, carbonchio. Si tratta uno dei progetti meglio custoditi della seconda guerra mondiale e che ha impegnato circa 7.000 scienziati. Gli anni '50 e '60 vedono poi una frenetica corsa per la produzione di microrganismi sempre più micidiali. Attacchi batteriologici da parte degli USA sono documentati nel corso della guerra di Corea e più recentemente contro Cuba.

Anche la produzione di armi chimiche è massiccia in USA. In Vietnam vengono sparse migliaia di tonnellate di agente Orange, un defogliante fortemente tossico anche per le persone, che causa decine di migliaia di nascite di bambini deformi. Il gas C3, fortemente irritante, viene invece usato per costringere i vietcong a uscire dalle gallerie in cui si nascondono per sfuggire al napalm.

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SVILUPPO DI ARMI NON CONVENZIONALI

NAPALM

Utilizzato massicciamente nella guerra di Corea e in Vietnam, il napalm è una miscela incendiaria usata come ingrediente per bombe d'aereo. Produce una grande fiammata che incenerisce chi si trova a breve distanza, mentre le gocce di napalm scagliate intorno in tutte le direzioni aderiscono alle persone continuando a bruciare per 10 minuti e provocando atroci sofferenze.

URANIO IMPOVERITO

I proiettili all'uranio impoverito (residuo della produzione delle armi atomiche, tossico e debolmente radioattivo) sono stati usati in grande quantità contro i mezzi corazzati in Iraq e in Jugoslavia. Per la sua elevata densità l'uranio riesce a perforare corazze molto spesse, e per il calore vaporizza avvelenando gli occupanti del veicolo. Si tratta quindi di un'arma chimica. Questi proiettili, che in gran parte penetrano profondamente nel terreno, inquinano gravemente le falde idriche.

CLUSTER BOMB

Le cluster-bomb (bombe a grappolo) sono grandi involucri che, in prossimità del suolo si aprono scagliando intorno centinaia di piccole mine antiuomo, il cui rivestimento è studiato per frammentarsi in centinaia di lame taglienti. Le submunizioni in parte scoppiano subito, in parte esplodono successivamente in tempi diversi, in parte restano pronte a scoppiare in seguito a vibrazioni o urti. Oltre a causare enormi perdite umane, impediscono i soccorsi e minano il territorio. Le ferite causate sono strazianti e molto difficili da curare. Lo sminamento è difficoltoso.

Armi di questo tipo sono proibite dalle convenzioni internazionali. Gli USA hanno usato su larga scala le cluster-bomb in Vietnam, Jugoslavia, Afghanistan. Gli Stati Uniti si sono rifiutati di aderire alla Convenzione per la messa al bando delle mine anti-uomo, varata dalla Conferenza di Ottawa del dicembre 1997 poiché pretendevano che venissero escluse dal bando le mine sparse dalle bombe a grappolo.

FAE BOMB

Le FAE bomb, in prossimità del suolo, spargono una nuvola di aerosol combustibile (ossido di etilene) che incendiandosi produce un'onda d'urto molto più forte di quella prodotta da esplosivo convenzionale (tritolo).Inoltre riescono a creare un tale risucchio d'aria da uccidere, svuotandone i polmoni, anche le persone che CHE SI TROVANO A RIPARO

si trovano al riparo.

domenica 27 aprile 2025

COSA FU LA RESISTENZA

 

COSA FU LA RESISTENZA

 



Ogni Anno, al 25 Aprile, siamo costretti ad assistere alle celebrazioni della resistenza che viene dipinta come il “moto popolare per combattere la dittatura del Fascismo”.

Presidenti della repubblica, capi di governo, politici di ogni colore, istituzioni, giornali e televisioni sono tutti li a versare fiumi di miele e di retorica e ad esaltare gli obiettivi di una guerra civile che ha portato sangue e lutti in tutta l’Italia.

Nessuno che parli degli eccidi, dei massacri, degli stupri e delle eliminazioni politiche che si sono verificati nei mesi successivi e se non ci fossero stati alcuni scrittori coraggiosi che li hanno documentati e denunciati, senza per altro potere essere confutati, questi orrori sarebbero restati nel silenzio di un oblio complice e bugiardo ..!

Ma, a parte le mostruosità il cui esempio sintomatico dell’atmosfera di quei giorni  è lo scempio di piazzale Loreto che ci condanna per sempre al ludibrio ed alla vergogna internazionali, proviamo ad analizzare quanto siano accettabili le tesi ufficiali secondo cui la resistenza fu lotta di popolo avente lo scopo di ridare la libertà dalla dittatura fascista agli italiani.

Lotta di popolo:

Come è certificato dalle fonti ufficiali, la componente NON comunista nella resistenza fu molto piccola, subordinata e condizionata ( ricordiamo qui gli assassinii di partigiani non comunisti da parte dei comunisti come quelli di Malga Porzius ed altri tanto che Moranino, poi Onorevole, fu costretto alla fuga nei Paesi dell’est per sfuggire al carcere ) ma al contrario la componente comunista nella popolazione era minima e gli stessi risultati elettorali del primo dopo guerra danno alla componente comunista risultati minoritari.

Per tanto se nella resistenza i comunisti erano maggioranza assoluta ma nelle elezioni il comunismo realizzò risultati minimali ciò significa che la lotta antifascista NON fu sostenuta dalla maggioranza degli italiani, ma solamente da una piccola minoranza.

Ecco così sfatato il mito della “Lotta del popolo” !!!

Obiettivo di ridare la libertà agli Italiani:

Il fatto che la parte assolutamente preponderante dei partigiani fosse di estrazione comunista e di quel partito comunista retto da Palmiro Togliatti, membro del Comintern sovietico ( Stalin in persona gli offrì nel 1947 la carica di segretario del Cominform ) dimostra oltre ogni ragionevole dubbio che lo scopo dei partigiani comunisti, che ripetiamo erano in assoluto quelli che comandavano nella resistenza, non era quello di ridare la libertà agli italiani, ma bensì quello di sostituire alla dittatura Fascista quella ben più dura e totale del comunismo di Stalin !!

Fu solamente per il “tradimento” dello stesso Stalin che nel Febbraio 1945 a Yalta si accordò con Roosvelt e Churcill lasciando, in cambio dei paesi dell’Est, il controllo dell’Italia agli Alleati che il disegno della resistenza italiana NON andò a buon fine ..!!

Palmiro Togliatti, da buon maggiordomo di Stalin dovette accettare “ob torto collo” quelle condizioni e dovette affrettarsi a promulgare una amnistia per cancellare i reati commessi dai partigiani nel corso della guerra civile e subito dopo la sua fine.

Come si vede, di due delle tesi che ogni 25 Aprile ci vengono sbandierate dalle istituzioni ufficiali della repubblica, nessuna è accettabile e veritiera.

La storia, quando si tacerà lo starnazzare della politica e delle istituzioni che sul mito della resistenza vivono a sbafo da sempre, farà chiarezza e la verità verrà finalmente a galla.

Noi la conosciamo da sempre e non siamo colpevoli se tanti italiani si bevono le menzogne che vengono vendute preconfezionate nel supermercato della politica ..!

Alessandro Mezzano