18/12/2017 13:38
Scrivere "Bastardi islamici" non è reato
Assolto il direttore Maurizio Belpietro per questo titolo dopo la strage di Parigi: nessuna offesa alla religione musulmana
Nessuna
“offesa a una confessione religiosa mediante vilipendio di persone" nel
titolo “bastardi islamici” con cui il quotidiano Libero aprì la prima
pagina del 13 novembre di due anni fa.
Lo
ha deciso di tribunale di Milano, che ha così assolto <perché il
fatto non sussiste> Maurizio Belpietro, all’epoca dei fatto direttore
proprio di Libero e ora invece alla guida del quotidiano La Verità.
Quel
titolo venne pubblicato in testa alle cronache della strage di Parigi,
opera per l’appunto di fondamentalisti islamici, e provocò la solita
ridda di proteste da parte della sinistra radical-chic
Il
giudice monocratico Anna Calabi ha escluso anche l’aggravante dell’odio
razziale a carico di Belpietro. «Non so quale siano le motivazioni con
cui sono stato assolto – ha commentato subito dopo la sentenza lo stesso
Belpietro. Immagino che il giudice abbia ritenuto che ciò che ho
spiegato in aula e che io ho sempre detto è assolutamente fondato, ossia
che non c’era alcuna intenzione di offendere e di sostenere che tutti
gli islamici sono bastardi».
Per
il pm Piero Basilone, quel titolo era invece una «espressione che ha
generato grande frustrazione nella comunità musulmana» e così aveva
chiesto una multa di 8300 euro a carico di Belpietro.
Nessuna “offesa a una confessione religiosa
mediante vilipendio di persone" nel titolo “bastardi islamici” con cui
il quotidiano Libero aprì la prima pagina del 13 novembre di due anni
fa.
Lo ha deciso di tribunale di Milano, che ha così
assolto <perché il fatto non sussiste> Maurizio Belpietro,
all’epoca dei fatto direttore proprio di Libero e ora invece alla guida
del quotidiano La Verità.
Quel titolo venne pubblicato in testa alle cronache
della strage di Parigi, opera per l’appunto di fondamentalisti
islamici, e provocò la solita ridda di proteste da parte della sinistra
radical-chic e l’indignazione sui social.
Il giudice monocratico Anna Calabi nell’assolvere
il direttore ha escluso anche l’aggravante dell’odio razziale, evocata
invece dal pubblico ministero, a carico dello stesso Belpietro. «Non so
quale siano le motivazioni con cui sono stato assolto – ha commentato
subito dopo la sentenza lo stesso Belpietro. - Immagino che il giudice
abbia ritenuto che ciò che ho spiegato in aula e che io ho sempre detto è
assolutamente fondato, ossia che non c’era alcuna intenzione di
offendere e di sostenere che tutti gli islamici sono bastardi».
Per il pm Piero Basilone, quel titolo era invece
una «espressione che ha generato grande frustrazione nella comunità
musulmana» e così aveva chiesto una multa di 8300 euro a carico di
Belpietro.
“Quando abbiamo fatto quel titolo ‘Bastardi
islamici’ per noi era scontato che ci si riferisse ai terroristi, perché
‘islamici’ era aggettivo relazionale del sostantivo ‘bastardi’ e
serviva a definire la matrice islamica degli attentati e non ho scritto,
infatti, ‘bastardi musulmani’”, ha poi ulteriormente aggiunto Maurizio
Belpietro, difeso dal legale Valentina Ramella, una specialista nelle
cause che vedono coinvolti giornalisti.
“La lingua italiana è chiara – aveva ribadito il
direttore de La Verità anche davanti al giudice Anna Calabi – basta
andare su Google e digitare ‘islamico’ e si può leggere ‘aggettivo’”,
definendo le polemiche scatenate dal titolo come “strumentali”, “perché
si cerca di far sparire il fatto che c’è qualcuno che ammazza in nome
dell’Islam”.
Il Coordinamento delle associazioni islamiche di
Milano e Monza, che si era costituito parte civile ed era stato ammesso
dal giudice, aveva chiesto un risarcimento di 350mila euro e una
provvisionale da 100mila euro. Ovviamente né l’uno né l’altro sono stati
accordati dal giudice.
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