IN PRIMIS CONSAPEVOLEZZA! …80 anni di pseudo politica italy-ota all’insegna del degrado totale e dello squallore criminale!
Cari lettori, in qualità di autentici e sinceri fascisti, vi abbiamo esplicitato il nostro “incitamento alla vita dinamica“, che politicamente per essere vissuta come tale, ha bisogno “in primis” di un prerequisito indispensabile, ossia, della necessaria consapevolezza sull’odierna realtà italy-ota, a motivo della quale, almeno dal 2006, rivendichiamo fieramente verso coloro che vanno ancora in cerca di un partito politico, di un programma elettorale, di una prassi politicante, di una ricetta magica e immediata dentro questo sistema marcio e putrescente, che qui sulla “Biblioteca del Covo” non li troveranno, né ora e né mai.
Difatti, la peculiarità della nostra Associazione, almeno a livello di metodologia e di obiettivi politici, è rinvenibile, come abbiamo già scritto, in quella che abbiamo chiamato, per comodità, “Tesi Biggini”, che concretamente rappresenta, nei fatti, la constatazione tangibile dell’odierna realtà politica. Un dato che però, può essere intellegibile solo per coloro i quali partono dall’ineludibile presupposto che il Sistema Filosofico, Politico, Sociale, ma prima di tutto Religioso che attualmente governa il mondo contemporaneo, è completamente da rigettare in tutto e per tutto!
Chi dinnanzi alla realtà che viviamo, si pone sinceramente nel modo su descritto, dal nostro punto di vista è già idealmente a metà dell’opera. Ma purtroppo, abbiamo osservato essere assai raro il caso di chi si pone veracemente in questo modo intransigente e critico. Quindi, ciò che impegna maggiormente la nostra battaglia ideale, è esattamente la necessità di formare politicamente, tramite la pedagogia del Fascismo, alla comprensione di tale realtà e così chiarire definitivamente che occorre partire da tale “punto di partenza” (può sembrare una contraddizione, ma a ben vedere non lo è) per poi procedere nell’ulteriore cammino assolutamente necessario ed irrinunciabile che, a sua volta, riconosce nella Dottrina Fascista e nella Civiltà che essa propugna, l’Unica via per la Rinascita dell’Italia, dell’Europa e del mondo intero.
In tal senso, il prezioso lavoro svolto a suo tempo dal compianto Don Ennio Innocenti, in particolare nell’opera del 2013 su “La Gnosi Spuria” – sebbene differisse in parte dalle nostre valutazioni sulla complementarietà dei ruoli tra Fascismo e Cattolicesimo, differenze che furono poi composte e risolte positivamente proprio in occasione del dibattito che svolgemmo insieme (qui) – aveva perfettamente inquadrato il ruolo dei cosiddetti “poteri occulti antifascisti” nella storia dell’Italia dal 1943 ad oggi, forze operanti nell’ombra ma che egli, anzi, apostrofava apertamente e senza giri di parole, denunziando letteralmente… “La costante ed invasiva presenza massonica, dell’alta finanza mondialista, del laicismo e dell’ebraismo.”(1) Basta leggere poche pagine di quell’opera per rendersi conto non solo del grande valore storico, filosofico e politico della ricerca in esse presenti, ma anche e soprattutto della dote di sintesi, ampiamente documentata, con cui Don Ennio seppe inquadrare e denunciare l’osceno e criminale sistema del quale noi italiani tutt’ora siamo prigionieri, mettendo precisamente il “dito sulla piaga” e mostrando che politicamente nessun personaggio e nessun partito o movimento della storia di questa pseudo-repubblica, costituiscono alcun esempio positivo da additare ai cittadini! NESSUNO! (con buona pace dei sostenitori dei vari Moro, Craxi, Andreotti, Berlinguer, Almirante!) (scaricate e leggete il testo digitando QUI!)
Proprio alla luce di tali considerazioni inerenti il fatto che il Sistema di potere dominante è da rigettare in toto “sic et simpliciter”, per la “contraddizione che nol consente”, si deve ugualmente convenire che non è possibile accettarne in nessun caso i presupposti filosofici, etici, politici ed economici su cui esso si fonda. Nemmeno dietro la pretestuosa giustificazione che tale accettazione costituirebbe soltanto un espediente “tattico” e che una volta arrivati alla chimerica gestione della “res publica”, si potrebbe operare decisamente “dall’interno” delle istituzioni per favorirne il cambiamento; dicendo, magari per accreditare tale assurdità, di voler prendere con ciò ad esempio la prassi adottata dal Partito Nazionale Fascista al tempo della sua affermazione, ennesima dimostrazione della patente malafede da parte di chi argomenta in questo modo, unita altresì ad una incredibile tara culturale formativa di fondo. Ed infatti tale argomento avrebbe lo stesso valore di quello esposto da chi per esempio volesse affermare di volere essere accolto benevolmente nella sontuosa dimora di un potente capo malavitoso… per poi impadronirsene! …ma – ci tiene a sottolineare il sedicente “ladro furbo” – con l’intenzione di farlo usando un “doppio profilo”, che simuli le proprie reali intenzioni al padrone di casa ed alla sua numerosa schiera di servi e faccendieri. Un padrone criminale che però è niente affatto stupido, poiché a sua volta, obbliga concretamente tutta la numerosa schiera dei suoi vassalli, ivi incluso il “furbo simulatore”, ad accettare la propria volontà di sottoscrivere ed obbedire a tutti e singolarmente i “regolamenti della casa”, affinché un ipotetico potenziale ladro non possa mai impadronirsene! Ovviamente si tratta di “regole capestro”, la prima delle quali, non a caso, attiene alla necessità di …”non mettere mai in discussione l’Atto di Proprietà della dimora!” Come sarà possibile, allora, pensare razionalmente di poter impadronirsi della Casa e dei suoi beni, senza mai e poi mai metterne in discussione l’Atto di Proprietà? Forse “occupandola di forza” e cacciandone il proprietario? Ma se si vuol cacciare il proprietario senza mai discuterne l’Atto di Proprietà – fermo restando che si dovrebbe prima avere la forza di riuscire a farlo, pur obbedendo sempre e comunque a tutte le regole che egli impone e soltanto a mezzo delle quali ci si è riusciti ad intrufolare nella dimora – è logico pensare che arriverebbero comunque gli eredi legittimi per cacciare in malo modo il ladro temerario! E se comunque, dopo aver cacciato il padrone (non si capisce come!), il “ladro scaltro” volesse all’improvviso stracciare proditoriamente anche l’Atto di Proprietà, come potrebbe mai farlo pensando di restare impunito, se fino a quel momento ha pedissequamente obbedito ed avallato tutto ciò che veniva imposto dal padrone di casa? Certamente il ladro non avrebbe alcuna credibilità agli occhi dei servi e dei domestici dell’ex padrone di casa, che non ne riconoscerebbero mai l’autorità sulla Proprietà e sicuramente si organizzerebbero per cacciarlo immediatamente.
Oltretutto, proprio la parabola Storica del Regime fascista, negli anni della sua affermazione e dell’ascesa al Potere, dimostra che non è razionalmente possibile contestare un sistema politico e contemporaneamente acconsentire a tutti i suoi presupposti politici e filosofici. L’uso della tattica del “doppio profilo” non è mai applicabile sulle basi dell’accettazione di ciò che è incompatibile con la propria “visione del mondo” e che pertanto si è decisi ad abbattere. In tal caso si potrà certamente utilizzare una strategia politica a medio o lungo termine, di “crescita progressiva interna” e “logoramento esterno continuo dell’avversario”, ma si dovrà obbligatoriamente avere un margine di manovra tale da poter realmente permettere di inserire “la polvere” nell’ingranaggio che si vuol bloccare e sostituire (sempre che davvero si abbia come obiettivo la volontà di attuare tale proposito!), per poi arrivare a farlo concretamente al momento opportuno, vicino o lontano che sia. Ciò è quanto avvenne, in virtù delle condizioni particolari del tempo, con la parabola storico-politica del Partito Fascista, ma che oggettivamente NON PUO’ avvenire oggigiorno secondo quelle identiche modalità, a causa delle condizioni storico-politiche radicalmente mutate.
Difatti, come è possibile fare finta che non ci siano stati:
- La sconfitta italiana avvenuta nella Seconda Guerra mondiale.
- L’occupazione militare permanente da parte anglo-americana e la riduzione a meno che una colonia del territorio italiano (e dell’Europa) e della sua popolazione, in virtù della resa incondizionata avvenuta l’8 settembre 1943.
- L’abolizione totale di ogni sovranità statale nazionale.
- L’instaurazione di uno “stato di polizia” totalmente asservito all’occupante, sotto la copertura di una pseudo democrazia fantoccio, che proprio a mezzo della recente pseudo-pandemia ha mostrato anche ai cittadini più sprovveduti il suo vero volto tirannico (leggi QUI).
Tutti questi elementi, che NON erano presenti nel periodo 1919-1925, invece, sono presenti OGGI, motivo per cui è praticamente impossibile utilizzare pedissequamente quella prassi oggigiorno! Dunque, acconsentire ad entrare ufficialmente in politica in questo sistema con le regole che esso impone, di fatto e di diritto equivale semplicemente ad aderire all’antifascismo istituzionale, ad approvare la condizione di sudditanza coloniale e di paese senza nessuna identità politica e culturale, imposta dagli autoproclamatisi “padroni del mondo”; in breve equivale ad accettare di essere i servi di chi ci opprime! Lo stesso Don Ennio Innocenti, nel suo titanico apostolato librario, già nel 2016 aveva pubblicato in proposito la seconda edizione di un lavoro di critica puntuale alla cosiddetta “Costituzione italiana” che risulta fondamentale, proprio sulla scia della “Tesi Biggini” da noi riproposta molto tempo prima e che pur non citandola apertamente ne ripercorreva di fatto le analisi di fondo: qui
Chiarito allora questo punto essenziale, sul quale non si può tornare indietro, tuttavia non bisogna mai e in nessun caso disperare di poter cambiare la nostra situazione di popolo oppresso, poiché, grazie a Dio, una cosa è la tattica politica utilizzata dal movimento fascista in un preciso ed irripetibile frangente storico, un’altra è invece il Fascismo inteso in senso dottrinario, quale filosofia politica senza tempo, nella quale si ravvisano tutto il genio e la lungimiranza di Benito Mussolini. Infatti, proprio perché assolutamente realistica ancorché sommamente morale, la Dottrina del Fascismo prevede che si possa opportunamente agire conformemente ad essa in una miriade di situazioni. Ognuna da trattare “a sé”, dipendentemente dal contesto e senza mai deviare dai propri princìpi ideologici ed obiettivi politici essenziali (leggi QUI). Ciò è esattamente il contrario di quello che, in modo volutamente truffaldino, è stato realizzato fino ad oggi dai troppi cosiddetti “pseudo-eredi” e “falsi amici” di quell’ideale, veri usurpatori nonché quinte colonne del sistema pluto-massonico dominante: ovvero, adattarsi al contesto degradato vigente, abbandonando di fatto i relativi ideali e gli obiettivi ad essi conformi, secondo la precisa volontà del sistema istituzionale antifascista asservito agli occupanti, che non permette altro ai politicanti di turno se non di coltivare l’ego smisurato individuale all’insegna del tornaconto materiale, fregandosene bellamente del benessere morale e materiale del Popolo. Così, secondo quel che abbiamo già rilevato nei nostri scritti (leggi QUI), al fine di avallare la “vulgata antifascista” ed assegnando strumentalmente un valore polemicamente “positivo” (poiché siamo sempre prigionieri di un sistema “relativista”) alle “accuse” dell’antifascismo istituzionale, tali “usurpatori” e “marionette” nelle mani dell’occupante, istituzionalmente proclamati ed a loro volta autoproclamatisi “neo-fascisti” in grazia dei servizi segreti Atlantici, hanno rappresentato (con una ben miserevole sceneggiata tragica!) tutte e singolarmente le caratteristiche mendaci declinate dai loro padroni, cioè quelle che dovrebbero genericamente qualificare agli occhi degli “spettatori” – secondo l’interpretazione messa in scena sul copione “atlantico” – qualsiasi “movimento fascista”, ossia: l’esercizio della violenza vera o presunta, priva di qualsivoglia valenza morale, cavalleresca e chirurgica, ma “esaltata” e riletta positivamente quale sfogo brutale; la rivalutazione del razzismo in chiave suprematista; l’obiettivo della “dittatura militare” di stampo paternalista instaurata dal “capo carismatico”. In tal modo, a mezzo della finta prassi del “doppio profilo” e della riproposizione dei soliti falsi stereotipi triti e ritriti, il risultato politico resta sempre il consolidamento partitocratico sistemico, con una “ala politicante” legalitaria ed un’altra pseudo-estremista, che di fatto coadiuva quella politicante; gli uni “ad intra” dell’aula parlamentare e gli altri “ad extra” della stessa, il cui ruolo istituzionale fittizio viene così legittimato e rafforzato presso la pubblica opinione, anche a mezzo di tali “giochetti”. Una evidente perpetua riproposizione del quadro politico artificioso inveratosi a partire dal 1945, che permette di rimanere saldamente nella cornice realizzata secondo la configurazione prevista e voluta dalle forze straniere atlantiche occupanti il territorio italiano, vera e propria “longa manus” armata dell’ordine plutocratico massonico mondialista, che così detta legge ed opprime di continuo il Popolo italiano. Ovviamente, secondo tali marionette, chi come noi critica radicalmente tale assetto criminale, viene di solito classificato come “pantofolaio”, “inattivo” ed “inutile leone da tastiera”. La politica, col favore di tale squallida pratica partitocratica, di cui gli usurpatori sono una colonna portante, è stata a bella posta degradata esclusivamente a mero esercizio di attività pragmatiche volte a procacciare benefici materiali particolari. Tutto ciò al fine di mettere in ombra, per quasi 80 anni, quel che il Fascismo ideologicamente rappresenta davvero, identificandolo invece con quanto non lo ha mai rappresentato affatto!
Chiaramente, giunti a questo punto, per chi dissente davvero ed ha compreso il quadro storico-politico italiano dell’ultimo secolo, è necessario fare una precisa scelta di campo, rispondendo in modo netto ad alcune domande, ossia: si crede o no che il Fascismo possa rappresentare un sistema vitale, anche senza riproporre le irripetibili modalità manifestate a suo tempo nel cosiddetto “regime”? In specifico, si crede o no che il Fascismo ideologicamente sia di più ed oltre del “tipo di governo” espresso in un dato momento storico; di più ed oltre che un semplice “metodo”; di più ed oltre che “paternalismo”; di più ed oltre che mera “retorica nazionalista”; di più ed oltre che un mero “partito politico”? Se lo si crede sinceramente e fermamente, allora risulta impossibile voler ri-partire dal Sistema Fascista senza applicare la già citata “Tesi Biggini”. E per applicare tale “tesi”, che poi è quella dei mistici fascisti di Niccolò Giani (Testi Mistica Fascista), che poi è quella di Benito Mussolini espressa nella “Consegna ai Mistici Fascisti” da noi più volte citata, allora si dovrà considerare necessariamente che una opposizione vera – che non sia dunque addomesticata ed asservita al sistema di potere antifascista vigente – deve tenere fermo che la propria critica totale e generale, dovrà basarsi sulla opposizione integrale allo stesso assetto costituzionale globalista liberal-demo-pluto-massonico messo in piedi dai nemici del popolo italiano e dell’umanità intera. Una critica che, per essere incisiva, credibile e concreta, dovrà confutare interamente gli stessi principi filosofici, politici e prima ancora religiosi su cui tale assetto si poggia, proponendo una alternativa credibile e solida, che noi fascisti de “IlCovo” riteniamo sia proprio quella costituita dal Sistema Fascista. Esso non ha mai avuto quale obiettivo l’instaurazione di una Dittatura perenne basata su uno Stato dispotico, che attua una oppressione generalizzata fondata sulla violenza elevata a regola e lo sterminio dei dissidenti proclamato come legge, ma al contrario vuole instaurare, lo Stato Organico Fascista Corporativo, che eleva tutti i cittadini e membri consapevoli, attivi e volitivi della comunità, poiché basato sulla imperitura Dottrina morale codificata da Benito Mussolini. Il Fascismo, pertanto, non vuole costituire alcuna discriminazione permanente fra razze definite superiori o inferiori – non si sa in base a cosa – bensì ha l’obiettivo dell’integrazione, senza distinzioni fittizie, di tutti coloro che si riconoscono nella Civiltà Fascista, che è spirituale, mediterranea, Romana e Cristiana.
Pertanto, alla luce di tutto quel che abbiamo scritto, risulta ineludibile che il rifiuto netto del sistema di potere vigente debba basarsi sulla critica totale alla filosofia ed alla politica di codesto sistema e che tale assunto, logicamente, prevede l’assoluta contestazione delle cosiddette “carte costituzionali” che di questo sistema satanico sono diretta espressione. Tutto ciò, secondo la nostra opinione, rappresenta il primo e fondamentale passo per ri-costruire quel vero Ordine morale, politico e sociale che nello specifico è rappresentato dal Sistema Fascista, antitetico per fondamenti e finalità a quello criminale attualmente dominante. Ed allora, ulteriore elemento ineludibile ed imprescindibile, è quello di considerare che il Fascismo autentico NON SI ESPRIME AFFATTO secondo gli stereotipi mendaci presentati dall’antifascismo ed attuati dai “falsi fascisti”. La Politica vera si fa principalmente coi contenuti e l’opposizione genuina si esprime in modi diversi da quelli che i nemici si aspettano e che fortissimamente “vogliono” in quanto funzionali ai loro “desiderata”.
Dunque, cari lettori, prima di apprestarci con un prossimo articolo ad affrontare in modo più particolareggiato la spinosa questione sul “Che Fare” nel contesto di cui si è appena detto, la domanda capitale che vi dovete porre, riguarda proprio coloro che si autodefiniscono come “oppositori al sistema”. Costoro lo sono davvero? …oppure, proprio alla luce di quel che abbiamo scritto, rappresentano solo delle pedine che, volenti o nolenti, recitano un copione dettato dagli autoproclamatisi padroni del mondo? A voi la risposta. Noi fascisti del Covo la nostra ve l’abbiamo già fornita.
IlCovo
Nota
1) Ennio Innocenti, “La Gnosi spuria”, Prato, 2013, tomo II, “Dall’Ottocento ai nostri giorni”, p. 419
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INCITAMENTO ALLA VITA DINAMICA!
Cari lettori, nel difficilissimo frangente storico che stiamo vivendo tutti quanti in tutto il mondo, questo scritto, vuole essere un invito rivolto a voi tutti nel seguire fiduciosi e speranzosi la Via della Verità, un “Incitamento alla Vita Dinamica”, « ragione sufficiente » del peculiare e continuo sforzo attuato da noi fascisti de “IlCovo” verso una vita sempre più alta e sempre più piena – sforzo consistente in un’azione energica che ci conduca alla conquista sempre più larga del Mondo – ossia della realtà esterna – e al suo sempre più intimo possesso. Una vita dinamica che non consiste soltanto nell’azione esterna diretta alla « conquista », ma dove la sua parte più vera e sostanziale sta bensì nel fervore e ardore dell’intima vita di « possesso ». In Dio, per esempio, che è Atto Puro ed ha il massimo della vita dinamica, questa è tutto fervore e ardore di intimo possesso e niente azione di conquista, perché Egli tutto già possiede e nulla ha da conquistare. Presupposti di questo nostro discorso – ossia la parte preparatoria della più vera e sostanziale Vita Dinamica, avente però di mira più la « conquista » che il « possesso», più il costruire che il costruito – sono l’Ottimismo circa questa vita terrena; l’Umanesimo diretto a far vivere il meglio e il più abbondantemente possibile ; e, come conseguenza, una Vita Dinamica sia di conquista che di possesso potenziata al massimo. Presupposti troppo importanti, perché sia lecito accontentarci di un semplice accenno; poiché se vi è un argomento in cui bisogna andare fino in fondo è proprio questo, da cui dipende tutta l’ispirazione e la guida della nostra vita vissuta fascisticamente, la quale per essere veramente forte deve essere « consapevole ». Al riguardo, infatti, lo stesso Benito Mussolini scriveva a Michele Bianchi fin dall’agosto 1921… « I soldati che si battono con cognizione di causa sono sempre i migliori. Il Fascismo può e deve prendere a divisa il binomio mazziniano: Pensiero e azione »… e invocava che si creasse al più presto anche la Filosofia del Fascismo, essendo cosa importantissima, per chi vuole fortemente e nobilmente operare, sapere prima bene che cosa vuole, e non potendolo senza essersi formato una «concezione del mondo e della vita » a cui ispirarsi (qui). Sapere le origini, la natura e il fine del mondo e della vita è infatti la condizione prima per farsi un giudizio anche dei loro valori ; valori che, conosciuti, stimolano in noi la volontà di vivere e dirigono nelle giuste vie il suo bisogno di azione; poiché la volontà non si muove mai che per uno scopo di bene, o che crede tale, avendo per norma suprema il principio: fare il bene e fuggire il male. Da ciò consegue la necessità di una speciale scienza, detta “Etica” o “Filosofia Morale”, che, ispirandosi appunto ad una determinata « concezione del mondo e della vita », stabilisca con rigore e in modo esauriente che cosa è bene e che cosa è male, quale è per ognuno il bene da perseguire e il male da evitare, e, tra i tanti beni che si presentano, quali sono da preferire e da fare passare prima, formando così quella che si chiama « scala dei valori » o « gerarchia dei fini ». L’Etica deve prima di tutto stabilire che cosa vale questa nostra vita: essa rappresenta un fertile giardino da coltivare con amore e ardore, oppure una terra sterile e ingrata che è meglio abbandonare disfacendosene al più presto? Qui sta veramente la grande fondamentale questione, dalla cui risposta dipende l’esistenza stessa della “Vita Dinamica”, che dovrà o negarsi oppure abbandonarsi con fervorosa fede al più potenziatore Ottimismo umanistico. Infatti, coloro che pensano la vita essere un beneficio adotteranno una morale positiva e considereranno una condotta da approvarsi quella che la alimenta e la moltiplica; per quelli, invece, cui la vita appare soltanto un continuo desiderare e soffrire ossia come una sventura, la morale più opportuna sarà una morale negativa di annientamento: siccome il termine di una esistenza non desiderabile è la cosa da desiderarsi ciò che produce la fine di essa deve essere vivamente approvato, mentre si devono riprovare e sopprimere tutte le azioni che ne favoriscono la continuità e lo sviluppo in noi e negli altri. Alla base di ogni condotta morale sta, dunque, una questione di ottimismo o di pessimismo: per vivere bisogna aver fede nella vita e amarla; per chi invece è pessimista non vi può essere altra strada se non quella che conduce al nulla: o suicidio violento con un atto disperato, o suicidio lento per mezzo dell’ascetismo buddista; o… ricorrere alla cocaina e all’oppio per sognare e dimenticare.
La Nostra Etica
È chiaro, dunque, che la nostra “Etica di Dinamisti” convinti non può essere se non ottimista, ossia ispirata ad una concezione del mondo e della vita che autorizzi l’ottimismo, e quindi anche umanistica, ossia diretta al nostro più ampio e armonioso sviluppo. Per vivere fortemente la vita come noi intendiamo bisogna amarla con pari ardore, e per amarla occorre aver fede in essa, ossia credere nella sua sostanziale bontà, nella sua intima gioia e nella sua globale sufficienza; poiché se la vita vale veramente la pena di essere vissuta, lo può essere soltanto per l’intima gioia di vivere che essa può dare, cioè quando, e per quel tanto che se ne possiede in atto e per ciò che ancora se ne attende con ferma speranza, ognuno può dire a se stesso che è soddisfatto di essere al mondo, che sente di poter dire di sì alla vita e che è sommamente desiderabile il viverla sempre più e sempre meglio. Tuttavia, per giungere ad un giudizio definitivo sulla bontà della vita non basta fare un bilancio dei beni e dei mali che sono in essa contenuti, e vedere se quel che ne risulta è una somma positiva; ma è necessario chiedersi ancora se esista una speranza (sia pure a lunga scadenza !) che plachi tale bisogno, e che, placandolo, ci faccia godere in pace e bene quel poco o quel molto di buono che la vita ora ci dà, – buono che altrimenti si risolverebbe in tormento e inganno, al pari delle briciole di pane date ogni tanto a chi è roso dentro dalla fame. Solo a questa condizione si può essere senza riserva e stabilmente ottimisti, e abbandonarsi alla vita con piena confidenza per spremerne tutto il succo di cui essa è capace. Ma, superato il pessimismo, può presentarsi ancora una seconda alternativa: ed è tra un « misticismo » assolutista che proporrà di disprezzare questa vita non perché essa sia cattiva, ma perché assolutamente infima e trascurabile di fronte ad una futura vita eterna piena di felicità da conquistare, inducendoci a lasciare l’effimero per l’eterno; e un « terrenismo » ugualmente rinunciatario, che ci consiglierà di attenerci alla sola terra che è certa, rinunciando al cielo incerto, dicendo che il desiderio del cielo è anzi una illusione dannosa, buona soltanto a turbare e sminuire il godimento della terra. Tuttavia questo secondo bivio non è più da superare, bensì da girare: ossia, tra i due corni del dilemma… basterà rifiutare ambedue, e scegliere una via di mezzo che ci permetta di godere l’effimero, datoci anch’esso da Dio, senza rinunciare all’eterno; che anzi ci guidi ad illuminare e valorizzare ambedue al massimo con una reciproca compenetrazione e una sublimazione dell’uno nell’altro. Ecco l’Etica che fa per noi! In questo ricostruire una scienza dei valori che non rinunci al Cielo per la terra, ma che anzi si serva del Cielo per vieppiù illuminarcela e rendercela buona, e potenzi maggiormente la vita terrena nel farla sgabello alla vita celeste, non potremo avere altra guida che il pensiero cristiano di marca cattolica e la sua « concezione del mondo e della vita ». Ed infatti, un Italiano Fascista, non potrebbe tollerare contraddizione tra la sua vita dinamica e la sua fede cristiana. Il Fascismo, infatti, per il solo fatto di voler essere genuinamente italiano e di voler potenziare tutto ciò che è italiano, quindi anche l’anima e la tradizione italiana che sono essenzialmente cattoliche, deve avere una sua concezione della vita che, pur essendo dinamica, sia anche decisamente cattolica. Al riguardo risulta estremamente chiaro il pensiero esposto da Arnaldo Mussolini nell’autunno 1931, per l’inaugurazione del terzo anno della Scuola di Mistica Fascista (qui), dove egli, fra l’altro disse: “È necessario accettare tutte le responsabilità, comprendere tutti gli eroismi, sentire come giovani italiani e fascisti la poesia maschia dell’avventura e del pericolo. Non bisogna rinnegare nessuna virtù ideale di carattere religioso e civile. La nostra filosofia non deve essere quella del pessimismo, ma del sano virile ottimismo; e deve superare questa vecchia antitesi nel binomio della nostra volontà e dell’azione. La nostra esistenza deve essere inquadrata in una marcia solida che sente la collaborazione della gente generosa e audace, che obbedisce al comando, e tiene fissi gli occhi in alto perché ogni cosa vicina e lontana, piccola e grande, contingente ed eterna, nasce e finisce in Dio. E non parlo di quel Dio generico che si chiama talvolta, per sminuirlo, Infinito, Cosmo, Essenza, ma Dio nostro Signore, creatore del cielo e della terra e del suo Figliuolo che un giorno premierà nei regni ultraterreni le nostre poche virtù e perdonerà, speriamo, i molti difetti legati alle vicende della nostra esistenza terrena. Se l’Italia avrà questa gioventù salda di volontà, chiara di idee, volitiva nei desideri, la sua storia scriverà pagine immortali e gloriose”. E questo suo Ottimismo Dinamico, sano e virile, di marca decisamente cattolica, lo concludeva cosi: “La fede nella vita non deve essere soltanto il sussidio delle grandi ore, ma deve essere sempre presente nelle opere quotidiane, nelle azioni di ogni tempo. La fede è un incentivo a progredire; la fede è come la poesia. Sono le forze che ci spingono verso la vita, verso le speranze che consolano gli spiriti doloranti e danno alle anime le ali verso le altitudini. Sentirsi sempre giovani, pieno lo spirito di queste verità supreme è come sentirsi in uno stato di grazia. Solo così si può esser pronti a degnamente vivere e degnamente morire”. Ecco perché, ancora una volta invitiamo tutti quanti voi che ci leggete, a qualsiasi Popolo o Nazione apparteniate, a CONOSCERE IL FASCISMO! …vera e sola Rivoluzione politica dello Spirito capace di salvare il Mondo!
IlCovo
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In memoria di Benito Mussolini, nel 77° anniversario!
IN MEMORIA DI BENITO MUSSOLINI, DUCE DEL FASCISMO, PROFETA DELLA TERZA ROMA, PADRE DELLA PATRIA ITALIANA, NEL 77°ANNIVERSARIO DELLA SUA UCCISIONE. CHE LE TUE PAROLE PROFETICHE SIANO DI SPRONE AL NOSTRO POPOLO, DI MONITO AI SUOI NEMICI, DI SPERANZA PER TUTTE LE NAZIONI! …DUCE, IL MONDO TI DARA’ RAGIONE!
IlCovo
CONTRO L’ODIO FRATRICIDA ANTIFASCISTA!
Cari Lettori, purtroppo, come tutti gli anni da quello sciagurato 1945, è trascorso l’ennesimo “25 aprile” all’insegna della divisione nazionale e dell’odio fratricida. Vi sono date nefaste nella storia dei Popoli, ma questa lo è particolarmente, perché non riguarda soltanto la distruzione del tessuto sociale nazionale italiano, ma rappresenta anche la consacrazione ufficiale istituzionale dell’uso di una strategia che miete disastri da 77 anni, di cui i veri autori ormai si avvalgono su scala planetaria: la strategia della tensione globale permanente!
Il fondamento irrinunciabile per il (dis)ordine mondiale odierno, risiede esattamente nell’applicazione di questa strategia del “divide et impera”! Senza il fattivo contributo dato dalla disgregazione e dall’odio da essa generato e perpetuato, questa stessa strategia non potrebbe mietere da decenni le sue vittime tra il popolo italiano. Così, il nostro fine è esattamente quello di rompere la catena di odio artificiosamente instillato dall’esterno, frutto di questa tecnica criminale.
Su questa stessa strada, vogliamo fare un passo innanzi, identificando una data in cui festeggiare davvero l’Unità e la coesione della Civiltà Italiana, capace cioè di perorarne il significato profondo, esorcizzando e debellando quello della “festa dell’odio fratricida”. Questa data riteniamo sia identificabile nel 13 Giugno!
Il 13 Giugno dell’anno 313, l’Imperatore Romano Costantino Magno proclamò l’Editto di Milano, atto fondamentale che determinerà la coesione tra “I Due fuochi dell’Ellisse“, ovvero la Civiltà di Roma e il Cristianesimo Cattolico! Pertanto, ogni 13 Giugno pubblicheremo un articolo che riferisca della storia della Civiltà Romana, in tutte le sue espressioni, in tutti i tempi. Questo renderà più facile comprendere chi ne è vero e degno continuatore e quale sia la reale fonte della nostra Unità Nazionale e della nostra Civiltà Imperiale Universale.
Avendo ben compreso la concreta valenza catastrofica del “25 aprile” e cosa esso ha davvero generato in rapporto al tessuto politico ed alla società italiana (qui), questo ulteriore passo va nella direzione della “guarigione” dal cancro che affligge il Popolo italiano. In ogni articolo di questo ciclo, metteremo in nota, come fonti, i riferimenti storici che svergognano tale data, che nella fattispecie restano principalmente due: la testimonianza del giornalista Carlo Silvestri e la nostra Conferenza sulla Strategia della Tensione (*). Certamente osserviamo che vi sono anche nel presente odierno alcuni giornalisti e ricercatori di valore – come, ad esempio, Cesare Sacchetti o Federico Dezzani, per fare solo un paio di nomi noti, o come a suo tempo lo era Giulietto Chiesa, riposi in pace – che stanno diffondendo analisi di rilievo, ma che comunque, rimangono ancorati a chiavi interpretative legate al conservatorismo o all’economicismo, con ciò proseguendo e inserendosi, di fatto, nel solco dell’ermeneutica politica che proprio lo stesso sistema antifascista, quello che essi a parole dicono di voler contestare, ha voluto diffondere al fine di consolidarsi e perpetuarsi indefinitamente.
Con questa iniziativa vogliamo rendere chiaro che esiste uno ed un solo modo per uscire da questa situazione di stallo creata a bella posta, ovverosia, ROMPERE definitivamente con i fondamenti filosofici, etici e politici del sistema demo-plutocratico massonico antifascista.
Nel ricordo di coloro che hanno sacrificato la loro vita e sono stati massacrati per la NOSTRA CIVILTA’, ciò vuol rappresentare il nostro piccolo contributo per ritrovare finalmente la VERA unità del nostro Popolo.
IlCovo