SIAMO NELLA CACCCA! D’ALTRA PARTE DA QUESTA “REPUBBLICA NATA DALLA RESISTENZA COSA TI POTEVI ASPETTARE”?
di Filippo Giannini
Da dove comincio?
Da Cristoforo Colombo?
Perché non se ne è stato a casa?
Da Colombo un saltino alla Dottrina Monroe, sarebbe necessario; ma diverrebbe un discorso troppo lungo.
Allora partiamo da oggi: inizio questo articolo ai primi di giugno 2014, giorno dei Ludi Veneziani, dove, tanto per cambiare, sono stati arrestati alcuni politici, e di nuovo tanto per cambiare, intenti a rubare.
Nulla di nuovo sotto il cielo di questa Repubblica nata dalla Resistenza.
Ma da qualche parte debbo pur iniziare, e allora ricordiamo quanto ebbe a dire l’ineffabile Woodrow Wilson (non
lo ricordate?) in una lezione alla Columbia University nell’aprile
1907; quando rivolgendosi a giovani studenti americani, dichiarò:
“Dal
momento che il commercio ignora i confini nazionali e il produttore
preme per avere il mondo come mercato, la bandiera della sua nazione
deve seguirlo, e le porte delle nazioni chiuse devono essere abbattute…
Le concessioni ottenute dai finanzieri devono essere salvaguardate dai
ministri dello stato, anche se in questo venisse violata la sovranità
delle nazioni recalcitranti… Vanno conquistate o impiantate colonie,
affinché al mondo non resti un solo angolo utile trascurato o
inutilizzato”.
Immaginate cosa sarebbe accaduto se queste parole fossero state pronunciate da un Mussolini o da un Hitler. Ma adiamo avanti.
Oggi, per completare l’opera di distruzione, è in programma la svendita
persino della Banca d’Italia e questa vendita, viene fatta passare dai carognoni, come un’operazione di salvataggio.
Nessuna
meraviglia: quest’opera di falsificazione è un tipico dei servizi
inglesi e statunitensi che mirano di fare apparire il contrario di ciò
che è nella realtà.
Questi
metodi tendono a rendere l’Italia un paese completamente soggiogato ad
un sistema mafioso e criminale, come poi è avvenuto, al potere
finanziario.
Andiamo avanti e facciamo un saltino sino al 2 giugno 1992 e saliamo sul panfilo Britannia (da http://alfredodecclesia.blogspot.it/): Il Britannia), in navigazione lungo le coste siciliane.
Sul
panfilo c’erano alcuni appartenenti all’elite di potere
anglo-americana, come i reali britannici e i grandi banchieri ai quali
si rivolgerà il governo italiano durante la fase delle privatizzazioni
(Merrill Lynch, Goldman Sachs e Salomon Brothers).
In
quella riunione si decise di acquistare le aziende italiane e la Banca
d’Italia, e come far crollare il vecchio sistema politico per insediarne
un altro, completamente manovrato dai nuovi padroni.
A
questa riunione parteciparono anche diversi italiani, come Mario
Draghi, allora direttore delegato del Ministero del Tesoro, il dirigente
dell’Eni Beniamino Andreatta e il dirigente dell’Iri Riccardo Galli.
Fra
i complici italiani possiamo trovare l’ex ministro del Tesoro Piero
Barocci, l’allora Direttore di Bankitalia Lamberto Dini e l’allora
governatore di Bankitalia Carlo Azeglio Ciampi.
Alcune autorità italiane (come Dini) fecero il doppio gioco: denunciavano i pericoli ma in segreto appoggiavano gli speculatori.
Gli
intrighi decisi sul Britannia avrebbero permesso agli anglo-americani
(come sta avvenendo, nda) di mettere le mani sul 48% delle aziende
italiane, fra le quali c’erano la Buitoni, la Locatelli, la Negroni, la
Ferrarelle, la Perugina e la Galbani (…).
Nel
giugno 1992 si insediò al governo Giuliano Amato. Un personaggio in
armonia con gli speculatori che ambivano ad appropriarsi dell’Italia.
Infatti
Amato, per iniziare le privatizzazioni, si affrettò a consultare il
centro del potere finanziario internazionale: le tre grandi banche di
Wall Street, Merrill Lynch, Goldman Sachs e Salomon Brothers.
Appena
salito al potere, Amato trasformò gli Enti statali in Società per
azioni, valendosi del decreto Legge 386/1991, in modo tale che l’elite
finanziaria le potesse controllare, e in seguito rilevare.
L’inizio
fu concertato dal Fondo Monetario Internazionale che, come aveva fatto
in altri paesi, voleva privatizzare selvaggiamente e svalutare la nostra
moneta, per agevolare il dominio economico-finanziario dell’elite (…).
Le
reti della Banca Rothschild, attraverso il direttore Richard Katz,
misero le mani sull’Eni (un gioiello mussoliniano, ndr), che venne
svenduta.
Il gruppo Rothscild ebbe un ruolo preminente anche sulle altre privatizzazioni, compresa quella della Banca d’Italia (…).
“Dietro
tutto questo c’era l’elite economico finanziaria (Morgan, Schiff,
Harriman, Kahn, Warburg. Rockefeller, Rothschild ecc), che ha agito
preparando un progetto di devastazione dell’economia italiana e lo ha
attuato valendosi di politici, di finanzieri e di imprenditori (…).
Grazie
alle privatizzazioni, un gruppo ristretto di ricchi italiani ha
acquisito somme enormi, e ha permesso all’elite economico finanziaria
anglo-americana di esercitare un pesante controllo sui cittadini, sulla
politica e sul paese intero (…)”.
Come siamo arrivati a questo?
Per una risposta più prossima alla verità, ci dobbiamo spostare alla metà degli anni ’30 dello scorso secolo.
Ecco come lo storico Rutilio Sermonti dichiara (L’Italia nel XX Secolo):
“La risposta poteva essere una sola: perchè le plutocrazie volevano un
generale conflitto europeo, quale unica risorsa per liberarsi delle
Germania – formidabile concorrente economico – e soprattutto
dell’Italia. Questo è necessario comprendere se si aspira a evidenziare
la verità storica: soprattutto dell’Italia”.
Infatti il reale avversario delle plutocrazie erano i fascismi con
le loro idee e proposte sociali, idee che si stavano espandendo in
tutto il mondo; ecco, allora, la necessità di spingere la Germania e
l’Italia alla guerra attraverso provocazioni e minacce.
Proviamo ad approfondire. Nel novembre 2011, sia l’Italia che la Grecia hanno subito un golpe bianco, senza che i rispettivi popoli ne abbiano preso conoscenza.
Chi sono gli autori del golpe bianco? Il governo tecnico di Papademos in Grecia, e il governo tecnico di Monti in Italia.
Chi sono questi personaggi? Da dove provengono? Entrambi erano membri della Commissione Trilaterale di quel soggettino che
ha nome David Rockefeller, appartenente ad una delle tredici famiglie
che da sempre hanno dominato il mondo attraverso l’economia e la
finanza.
Quelle famiglie che il fascismo ha tentato di combattere.
Tutto
ciò era stato ben compreso da quello che, chi scrive queste note,
considera il più grande politico dello scorso secolo: Benito Mussolini.
Ecco
con quanta lungimiranza e lucidità il 7 febbraio 1944 (!) scriveva:
(…): Il progetto statunitense, in parole povere, si può dunque
riassumere così: tutte le nazioni porteranno i loro risparmi nelle casse
del Tesoro americano, che li amministrerà pro domo sua. Secondo tale
piano, infatti, il governo di Washington si assicura,
nell’amministrazione del Fondo internazionale di livellamento dei cambi,
di cui propone la costituzione; il numero di voti sufficienti per
essere in grado di fermare qualsiasi decisione contraria al suo
interesse. In tal modo gli Stati Uniti, oltre all’accaparramento in
corso di attuazione delle basi navali ed aeree del mondo e alla
creazione delle più potenti flotte navali e aeree di guerra e
commerciali, indispensabili ai loro piani imperialistici, avrebbero
anche finanziariamente tutte le altre nazioni alla loro mercè (…)”.
Quanto sin qui scritto è solo una parte microscopica della storia mondiale, ma sufficiente per comprendere come ci hanno portato nella cacca.
I passaggi essenziali partono dalla Dottrina Monroe (elaborata
in realtà da Quincy Adams), ma ci dobbiamo spostare ai primi del 1800,
con la quale Monroe espresse l’idea della supremazia degli Stati Uniti
nel continente americano, e da qui è facile passare alla supremazia nel
globo intero.
Oggi
possiamo contare da quelle enunciazioni almeno cento guerre condotte
dagli Stati Uniti al di fuori del continente americano. Tutte guerre
d’aggressione per affermare il potere finanziario anglo-americano. Come
poco sopra scritto, il fascismo provò a fermare tutto ciò, ma fu
sopraffatto dal grande capitale.
La domanda: visto che siamo nella cacca, c’è un modo per uscirne ?
Non
so dare una risposta, ma ritengo che questa se c’è si trova nelle
teorie mussoliniane, dovremmo, in pratica, ma sia chiaro questo è una
mia personale affermazione, dovremmo ripartire dall’aprile del 1945,
perché in quella data possiamo vedere come il nostro futuro fu
compromesso e ci fu rapinato.
In ogni caso vedo il futuro nostro e di chi ci seguirà molto, ma molto oscuro.
Certo la propaganda è stata asfissiante, ma siamo pure un tantinello imbecilli, soprattutto perché c’è tanta gente che ancora accorda fiducia a certi personaggi ben individuabili.
Concludo: e pensare che c’è ancora qualcuno che ci propone di festeggiare il giorno della liberazione.
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