venerdì 30 ottobre 2015

Il progresso è cancerogeno





Il progresso è cancerogeno

di Marco Cedolin

Se c'è una cosa che nel nuovo millennio, imbevuto di progresso e sviluppo come un babà al rum, sta diventando sempre più complessa ed inarrivabile, questa è l'aspirazione di riuscire a mettere insieme il pranzo con la cena, possibilmente senza svuotare il portafoglio nelle prime due settimane del mese, senza avvelenarsi e mantenendo in vita almeno un embrione di quella sottile linea che separa il gustare il cibo dall'ingurgitarlo semplicemente per mere ragioni di sopravvivenza.

Del problema di allestire il desco dal punto di vista economico abbiamo già dissertato spesse volte su queste pagine, arrivando alla conclusione che il progresso e lo sviluppo sono ipocalorici e assai poco funzionali al sostentamento del corpo, prima ancora che dell'animo.

Sul problema di non avvelenarsi riteniamo valga la pena di spendere qualche parola, alla luce della campagna di terrore messa in atto dall'universo mediatico, dopo che l'OMS ha inserito le carni rosse e lavorate nel novero delle sostanze cancerogene, alla stessa stregua del fumo e dell'alcool.....

Ammesso e non concesso che gli esperti ed i soloni della medicina siano in grado d'individuare con sicurezza le cause di una malattia che fondamentalmente non conoscono e non sono in grado di curare, dovrebbe essere evidente a tutti che il problema non riguarda la carne in quanto tale, dal momento che gli uomini la mangiavano fin dalla notte dei tempi, quando il cancro (malattia della modernità per eccellenza) neppure esisteva. Il problema semmai è costituito dalle sostanze che vengono usate per alimentare il bestiame, dallo stato d'inquinamento in cui versano i pascoli e dagli additivi utilizzati per conservare le carni e gli insaccati, al fine di renderli fruibili per il sistema di grande distribuzione al quale il progresso ci ha ormai abituato.

Alla luce di questa considerazione, senza dubbio le carni e gli insaccati presenti all'interno degli ipermercati (e non solo) tossici lo sono sicuramente, ma senza ombra di dubbio non solamente le carni rosse e gli insaccati, bensì anche quelle bianche, le verdure, la frutta, i vini, le bevande, fino ad arrivare all'acqua del rubinetto che in molti casi è più tossica di tutto il resto.

Questo non perché gli alimenti succitati siano tossici o cancerogeni in quanto tali, bensì in quanto i mangimi con cui viene allevato il bestiame sono tossici, i terreni in cui vengono coltivate le verdure e la frutta o gli animali brucano risultano pesantemente inquinati, gli additivi chimici usati per la conservazione e l'insaporimento dei cibi contengono elementi ad alta tossicità e via discorrendo.

Ad essere tossico è cancerogeno, con buona pace delle diatribe stantie fra vegetariani e carnivori, è il modello di sviluppo che ci è stato imposto ed abbiamo abbracciato in fondo senza farci troppe domande. Gli isterismi collettivi come quello attualmente in atto (una caduta nelle vendite di carni rosse ed insaccati del 20% in soli 2 giorni) sono semplicemente parte del disegno dell'elite mondialista che ha in progetto di cambiare gli orientamenti alimentari della popolazione, indirizzandoli dove può ottenere i maggiori profitti, magari inducendo il "popolo bue" a credere che cibarsi di bagarozzi o escrementi riciclati possa rappresentare un'esperienza maggiormente salutare ed edificante.

A prescindere dal fatto che si sia carnivori o vegani, a meno di possedere un conto in banca con davvero tanti zeri, si continuerà ad allestire (quando ci si riesce) un desco infarcito di alimenti tossici e probabilmente cancerogeni, quale che ne sia il suo contenuto, così come si continuerà a respirare aria pesantemente inquinata e con tutta probabilità altrettanto cancerogena, anche se un giorno non esistesse più la Volkswagen.


                                                                                                                             

martedì 27 ottobre 2015

SMARTFONES, I GIOCHINI DEL GREGGE UMANO

SMARTFONES, I GIOCHINI DEL GREGGE UMANO




Sarà senz’altro capitato anche a voi di osservare come questi giocattolini da gregge umano siano diventati una ossessione sociale e come, ovunque andiate, in tram, nei bar, nelle scuole, nelle sale d’aspetto, nei negozi, ed addirittura anche in chiesa, vediate gente indaffarata a sfogliare, digitare, scorrere e guardare questi mostricciattoli tecnologici come se da ciò dovesse dipendere la loro vita..!
E’ una forma di rimbecillimento generale che assomiglia tanto ad una droga tecnologica con estasi informatiche e crisi di astinenza.
Nessuno che ne denunci la pericolosità per l’equilibrio psichico delle persone che assume le forme di una vera e propria dipendenza, né per le situazioni in cui la disattenzione può portare ad incidenti anche gravi.
Un esempio per tutti quello, riportato dalle cronache, della madre che, giocando con lo smartfone non si era accorta che il suo piccolo bambino stava per affogare nella vasca da bagno..
Sarà perché viviamo comunque in una società abbastanza alienata, sarà perché, data la capillare diffusione degli Smartfones che si vendono a miliardi di esemplari il mercato che rappresentano, compreso quello dei consumi telefonici collegati, è tale da sopire qualsiasi critica e qualsiasi allarme, fatto sta che nulla traspare e nemmeno i giornali che solitamente sono ( quando gli conviene ) fustigatori di costumi, tacciono con un assordante silenzio sull’argomento.
Vedere quattro o cinque amici al bar, seduti al tavolino che invece di parlare discutere o litigare come da sempre gli amici hanno fatto, sono immersi nello sfogliare questi aggeggi demoniaci fa veramente pena e mette paura..!
Se fosse per noi li proibiremmo per legge, ma si sa noi siamo dei retrogradi fascistoidi e non abbiamo il senso del progresso sociale ed economico per potere capire il mondo moderno ..!!
Sarà vero ma noi siamo convinti che smettere di socializzare attraverso il contatto umano, il dialogo, il confronto con gli altri sia alla lunga un fattore che porta verso l’alienazione e che l’isolamento, già evidente per altri motivi nella nostra società, non possa che peggiorare con l’uso ossessivo di questi giocattoli da gregge umano che sono gli smartfones.
Naturalmente in un mondo super materialista come questo che privilegia il denaro sull’uomo ed il profitto sul sociale, le speranze di guarire da questa ossessione tecnologica sono quasi nulle.
Come abbiamo detto più volte ci vorrebbe una rivoluzione totale, ma dubitiamo fortemente che una generazione di rincoglioniti dagli smartfones sia, non solo in grado di farla, ma nemmeno in grado di capire che si dovrebbe fare..!!

Alessandro Mezzano

                                                                                                                                               

venerdì 23 ottobre 2015

Il manuale W2eu per "rifugiati"...

Il manuale W2eu per "rifugiati" prodotto e consegnato ai migranti da una fondazione ebraica statunitense

Contro i profughi. E non per “razzismo”.

w2ueFra i salvagenti abbandonati e i gommoni sgonfiati dell’isola di Lesbos, l’inviato di Sky News ha scoperto questo “manuale” per rifugiati organizzati. Una vera guida turistica con tutte le informazioni necessarie: carte geografiche, consigli pratici sui comportamenti degli stati europei, numeri di telefono delle organizzazioni da chiamare per farsi accogliere; UNHCR, Croce Rossa volonterose. L’opuscolo, scritto in arabo, è stampato e distribuito gratuitamente in Turchia da un’associazione che si chiama W2eu, che sta per “Welcome to Europe”, Benvenuti in Europa. La volonterosa organizzazione fornisce anche sua sua “hotline”, un numero verde che il profugo ben organizzato può chiamare, 24 ore su 24; il volontario al telefono raccoglie le coordinate del profugo ed avverte le autorità del paese che lo accoglieranno.
Nel caso, al giornalista di Sky ha risposto una “Sonia” che parla arabo, dalla sua casa in Austria, e tutta ilare dice: “Siamo un gruppo grosso, circa cento persone, presenti in tutta Europa e il Nordafrica”. Anche l’ingenuo capisce che una simile organizzazione, disponibile 24 ore su 24, ha un costo. Chi lo paga?
Un valoroso blogger ,http://liberticida.blogspot.it/, seguendo le tracce lasciate da un’altra simile organizzazione tedesca e tanto caritatevole verso gli immigrati clandestini da aiutarli a passare i confini nascosti nelle auto dei volontari,luchthelfer.in, ha scoperto che essa è una emanazione della Ayn Rand Foundation,una fondazione ‘culturale’ Usa: “strana fondazione, la Ayn Rand, da una parte sostiene apertamente Israele e il sionismo, e non è strano, pensando al nome del suo direttore, Yaron Brook, dall’altra si oppone fermamente alla religione musulmana, e dal 2001 i suoi vertici affermano che : “occorre decidere tra uno sterminio di massa in America o nei paesi che sostengono il terrorismo” (citazione).
fluchthilfe
Che coincidenza: un lettore mi invia una serie di citazioni tratte da un sito americano, che riporto – avvertendo che mi dissocio dalle idee che possono suscitare.
“La chiave per risolvere il problema sociale nel nostro tempo è di abolire la razza bianca”. Professor Noel Ignatiev, storico, docente al Massachusetts College of Arts.
“L’ufficio del censimento ha appena riferito che circa metà della popolazione americana sarà presto non bianca o non europea, E saranno cittadini americani. Abbiamo superato il punto in cui nessun partito anzi-ariano potrà prevalere in questo paese. Noi abbiamo nutrito per mezzo secolo il clima americano di opposizione ai pregiudizi etnici. Questo clima non è ancora perfetto, ma il carattere eterogeneo della popolazione tende a renderlo irreversibile”. Earl Raab, già direttore del Jewish Community Relations Council, scrittore e saggista molto amato dai sionisti.
HWKH7LO“La non-europeizzazione dell’America è una notizia consolante di natura quasi trascendente”: Ben Wattenberg (1933-2015), vero nome Josef Ben Zion Wattenberg, scrittore e giornalista americano, influente negli ambienti del partito democratico.
“Gli ebrei americani sono impegnati alla tolleranza culturale a causa della loro convinzione, ben radicata nella storia, che gli ebrei sono al sicuro solo in una società che accetta un ampio ventaglio di atteggiamenti e comportamenti, come anche una diversità di gruppi etnici e religiosi. Per esempio è questa convinzione, non una approvazione della omosessualità, a far sì che la stragrande maggioranza degli ebrei promuove i “diritti dei gay” e prende una posizione liberale su quasi tutte le altre cosiddette questioni sociali”:
Charles Silberman (1925-2011), giornalista di Fortune, saggista e scrittore di “temi sociali”.
“Un giorno nel futuro, la gente colorata riuscirà – vorrei dire genererà – la sua andata al potere in Europa e in America. La popolazione araba cresce i paesi come la Francia e l’Olanda, e vedremo come andranno i messicani qui in America. Eh sì, perché scopando di più, i popoli scuri domineranno il mondo! E i bianchi, per la loro stessa sopravvivenza, dovranno essere gentili con loro! Ottimo!”.
Bill Maher, comico e conduttore televisivo di successo su vari network (Real Time, Politically Incorrect), dove si è espresso a favore della legalizzazione delle droghe e dei matrimoni gay, e ha deriso la religione.
“Il rafforzamento di un’Australia multicultulturale o diversa è la nostra miglior assicurazione contro l’anti-semitismo. Il giorno che l’Australia avrà un governatore generale australian-cinese, mi sentirò più libero e fiducioso come ebrea australiana”
Miriam Faine, direttrice dello Australian Jewish Democrat.
IIl rabbino Levitts shmael Levitts, rabbino.“E’ nell’interesse ebraico, e dell’umanesimo, che i bianchi esperimentino un genocidio. Finché i bambini bianchi non saranno bruciati vivi, le donne bianche violentate, mutilate assassinate e gli uomini bianchi che non saranno ancora stati massacrati non assisteranno impotenti mentre la loro gente viene terrorizzata…solo allora il genere umano sarà su un piede di uguaglianza, pronto a discutere il privilegio bianco e l’evidente risentimento che provano le altre minoranze”.
“Ritengo ci sia un ritorno di antisemitismo perché a questo punto del tempo l’Europa non ha ancora imparato come essere multiculturale. E ritengo che noi saremo parte delle doglie di questa trasformazione, che deve avvenire. L’Europa non dovrà più essere le società monolitiche che sono state nell’ultimo secolo. Gli ebrei saranno al centro di questa: è una grande trasformazione quella che l’Europa deve subire. Adesso stanno andando nell’età multiculturale, e ci sarà risentimento verso gli ebrei per il nostro ruolo-guida. Ma senza questo ruolo-guida e questa trasformazione, l’Europa non sopravviverà”.
Barbara Lerner Spectre, fondatrice di “Paideia”, fondo ebraico in Svezia per l’educazione degli europei.
barbara-spectre-quote
Non c’è alcun posto nella Europa moderna per stati etnicamente puri. E’ un’idea del 19mo secolo e stiamo tentando la transizione al ventunesimo secolo, e lo faremo attraverso gli stati multi-etnici”.
Wesley Clark, generale, che ha comandato le forze NATO nella guerra del Kossovo contro la Serbia.
Sono citazioni utili per sapere chi ci sta facendo questo e perché. E per sapere quali padroni servano i volontari di questo umanitarismo alla moda, l’accoglienza agli immigrati senza alcun limite.
Ma prendo la più fiera distanza dalle idee che queste citazioni possono suscitare, ossia che sia essenziale avere stati mono-etnici. Faccio salvi casi particolari, come il popolo magiaro, la cui identità etnica e linguistica ostinatamente conservata nei secoli di fronte alla marea slava merita rispetto, è segno di dignità da onorare ed è giusto che sia difesa (1); per la Politica (con la p maiuscola) le etnie sono poco significative, sono “accidenti” bisognosi di  ”sostanza”, sono “materia” a cui il Governo politico deve dare “forma”.
Ethnos necessita Logos.
Uso una terminologia che risale ad Aristotile ed è stata adottata da Tomaso d’Aquino. Come spiegarla?
Un pugnale può essere fatto di acciaio, di bronzo,  oggi  di ceramica,  un tempo di ossidiana; ciò che lo rende “pugnale” non è la materia di cui è fatto, ma la “forma” che gli dà l’artefice: è lui a dare al coltello la sua “essenza”, a rendere la materia “intelligibile”. Ogni realtà è materia- e- forma, potenzialità ed atto, “sostanza e accidente”.
L’artigiano che fabbrica un pugnale impone alla materia una volontà, una finalità. La “forma” è sempre una rivelazione di intelligenza, e rende la materia “intellegibile”; nell’intera creazione è la Intelligenza (con la maiuscola) per eccellenza che traspare. E chi non la vede, è semplicemente un bruto.
Il lato “formale” è l’imposizione della intelligenza, della volontà e della finalità a qualcosa che per sé, non ne ha  (2).
Questo vale anche per le masse umane. Quando il filosofo che spesso cito ricorda che Roma unì “ genti diverse e reciprocamente ostili ” chiamandole a “ a fare qualcosa di grande assieme”, è chiaro che l’impero romano non fu mosso da buonismo, da una untuosa e lacrimosa voglia di “accoglienza”, da pseudo-sentimentalismi caritativi, e men che meno da ideologie multi-etniciste; nemmeno si propose, credo, quella che oggi chiamiamo “integrazione” del “diverso”. I romani erano dotati di quella qualità rara che si chiama “saper comandare” (che i greci, tanto più profondi, non avevano); e il comandare, nel senso vero e profondo, è dare una volontà, intelligenza e un fine a masse disperse. Era dare “forma” ad accidentali differenze, biologiche, linguistiche e razziali, ridurre i molteplici particolarismi in una unità spiritualmente superiore. Diedero alla “materia”, ethnos, una “essenza intellegibile”. Disciplina e diritto, essenzialmente. Quando Paolo dice che sotto Cristo “non c’è più né giudeo né greco”; non aggiunge però “…e nemmeno romano”, perché essere giudeo o greco era un’appartenenza etnica; “romano” invece era uno status giuridico e politico, un ordine di realtà completamente diverso. E superiore.
E Roma – è da notare – ottenne questo risultato senza omologare burocraticamente, senza cancellare le specificità etniche, come vuol fare oggi il mostro freddo chiamato UE; e la prova è che quando l’impero si disgregò sotto l’alluvione dei barbari, rispuntarono vitalità nazionali, specifiche, riconoscibilmente pre-romane, che si mescolarono coi nuovi arrivati d’oltre Danubio. E quando la grande struttura di civiltà dell’impero romano non fu più in grado di “dare forma” e finalità alle nuove tribù guerreggianti, nello sforzo  subentrò la religione cristiana: che diede ai tanti ethnos addirittura il Logos. Nazioni che divennero stati diversi, con lingue volgari diverse, restarono tuttavia unificate dal latino, dal ricordo dell’impero a cui la Chiesa si poneva erede, e furono tutte parte della Europa Cristiana. Unificate, finché durò in un impero Sacro e Romano.
Perciò è vero che velleità di chiusura “identitaria” sono moti regressivi, perdenti, ed è il motivo per cui il razzismo politico è votato alla sconfitta. Perché si appoggia su una particolarità biologica, ossia è materialismo; e la materia, come avvertiva San Tomaso d’Aquino, è “signata quantitate”: ciò vuol dire che la materia è segnata dalla divisione, dalla molteplicità; differenzia e non unisce. E, come nota Michael Jones, definirsi oggi “uomo bianco” è la patetica affermazione di aver perso l’identità;  non a caso è una ideologia fortemente “americana”: dalla legge di Lynch agli autobus separati nel Sud, all’eugenetica che fu coltivata  in Usa  molto prima che Hitler nascesse.
Non è “l’uomo bianco” ad aver fondato Roma, la Cristianità, il Sacro impero che durò a Vienna fino al 1918; è l’uomo romano, l’uomo cristiano.
E i signori rabbini e militanti citati qui sopra, non è “la razza bianca” che vogliono sterminare. E’ la civiltà europea greco-romana e cristiana, l’unità spirituale  che essa rappresenta, e che essi odiano ed invidiano fino alla follia. La prova è che i neonazisti ucraini, con la loro esibita “identità razziale”, servono benissimo ai loro scopi: sono “materia” senza forma, ethnos senza Logos, zoologia senza intelligenza….
nazi-ukraine-todayConfesso: ho meno paura delle centinaia di migliaia di profughi e immigrati che ci stanno mandando, quanto della nostra “integrazione”. Li “integriamo” in una civiltà in degrado terminale, in sistemi giuridici dove domina il “positivismo” (ossia l’arbitrio), dove la disonestà è esibita e la ineguaglianza scandalosa, dove il potere politico non è più chiaro e chiaramente identificato, e perciò sempre più irresponsabile, tra entità tecnocratiche e sovranazionali a più strati cui sono consegnate porzioni sempre più importanti di sovranità (che è il fondamento del diritto!); e a cui si risponde con impossibili “ chiusure identitarie”, che sono sogni ad occhi aperti e regressivi. Insomma, li integriamo nella inciviltà avanzante. E non è allegro.L’etnia meglio favorita di qualità “naturali” degrada, se non riceve la “forma intellegibile”; e infatti le nuove generazioni “bianche” occidentali che si riempiono di tatuaggi ed anelli al naso segnalano – è un sintomo allarmante e sottovalutato – la decadenza della “razza”verso stati inferiori di esistenza collettiva, senza dignità né nobiltà, uno scadere verso il “facile”; e la “rivoluzione della tenerezza” di cui parla El Papa non è che un accompagnamento a questa caduta nella neo-barbarie. “Tenerezza”, sentimentalismi, hanno sempre anche il lato della ferocia irrazionale e improvvisa, anche quella è un impulso – una società che si commuove è anche una società che fa’ stragi. E’ lo status tribale, sub-civile. Contro Rousseau che predicava il ritorno allo stato di natura come liberazione, Hegel mostrò: “Lungi dall’essere il dominio della libertà, lo stato selvaggio è associato a passioni brutali ed atti violenti. Lo Spirito, nelle condizione sua naturale, è una condizione di servitù in cui l’uomo vive sotto la soggezione dei sensi”. Ci vorrebbe un Logos che desse forma al pullulare di gruppi minimi fra loro ostili, a cui ci stiamo riducendo. Ma come ne siamo lontani, lo dice un fatterello che vi racconto. L’agosto scorso, mi capitò di ascoltare una conferenza di Massimo Cacciari al mare, una sera. In modo eloquente, il filosofo dalla capigliatura preternaturalmente folta e nera, lamentò con appassionata eloquenza come si stava costruendo l’Europa, come una potenza ottusa, omologante, che schiaccia le vitali diversità dei popoli europei… insomma le stesse lagnanze che avete letto anche in queste pagine, molte volte. Mi alzai e gli chiesi se, allora, non sarebbe stato meglio accettare l’idea del generale De Gaulle, che fu sempre nemico di quest’europeismo tecnocratico-massonico, e propugnava una “Europa delle patrie”.
Cacciari storse la faccia. “Patria”, disse, non gli piaceva, c’è troppo di “Pater”, di autoritario. Se mai, avrebbe voluto una “Europa delle Matrie”. Applausi da pubblico (di sinistra). Non ebbi modo – ne voglia – di replicargli che come filosofo aduso alla terminologia ellenica, doveva sapere che il regno delle Madri fu, n ella Grecia arcaica, il regno delle Erinni. Le civiltà delle madri è quella mafiosa, fu quella della vendetta familiare, della catena di faide, del familismo amorale. Già Eschilo celebrò la fine di quel “regno” della tenerezza-violenza, in una nota quadrilogia. Oreste uccide sua madre, che aveva ucciso suo padre Agamennone; le Erinni lo vogliono fare a pezzi, perché ha versato sangue della sua stessa famiglia, famiglia degli Atridi, una catena di omicidi…..Interviene Atena, spuntata dal cervello di Giove, e difende Oreste nel processo davanti all’aeropago: d’ora in poi si valuta il fatto in tribunale, ed Oreste ha compiuto un atto di giustizia, avendo sua madre tradito ed ucciso Agamennone. La Giustizia è soddisfatta, dunque cessi la catena della faida. D’ora in poi lo stato sarà virile, razionale, “forma” e non “materia”; le Erinni siano confinate al focolare, diventino Eumenidi, che significa le benevole; loro sarà il “regno della tenerezza” che si applica però rigorosamente solo ai nipotini, agli infanti. Di giustizia, le Madri non si occupino più.
Tutte queste cose, Cacciari sa benissimo. Sa anche che qui, non ci mancano le Matrie. Ne siamo pieni. La mafia è una Matria, è una Matria la camorra; il clan dei Casamonica un’altra Matria, la cosca dei giudici in fondo è un’altra Matria; la Rai è una Matria, la Chiesa come s’è venuta atteggiando, un’altra ancora. Siamo soffocati da madri, la nostra vita è piena di affetti, i figli so’piezz’e core, gli immigrati si accolgono tutti perché poverini, i disonesti e parassiti pubblici non vanno licenziati, all’omicida diamo quattro anni, i delinquenti si fanno uscire di galera perchè nessuno tocchi Caino…e così, passo passo, si regredisce alle Erinni. Perdendo il senso della giustizia, della forma, della razionale intelligenza a cui obbligare i cittadini.
L’Europa delle Matrie l’abbiamo già. Anche il dominio della Merkel ne è un sintomo preoccupante. Disperatamente continua a mancarci la Patria, e non abbiamo più padri.
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Note
  1. Proprio perché profondamente consapevole della propria identità e dotato di dignità particolare, il popolo magiaro ebbe l’umiltà di restare per secoli fedele suddito dell’impero asburgico, cattolico e multinazionale propaggine del Sacro Romano Impero. Nell’ottocento dove le altre etnie, istigate dalla propaganda massonica, si ribellarono al mite monarca di Vienna e pretesero a farsi “stati nazionali” (una moda funesta che oggi ci viene cancellata dai padroni), gli ungheresi – proprio loro che potevano rivendicare una monarchia nazionale, con la corona di Santo Stefano re – si sentivano meglio garantiti e valorizzati sotto l’ala “romana” di Francesco Giuseppe. Appunto per punirla di questa fedeltà, i massonici vincitori della Grande Guerra la smembrarono, regalandone lacerti vitali a stati e staterelli slavi appena creati.
  2. Il dare forma alla materia è sempre un atto d’imperium, una imposizione, “perché a risponder   la materia è sorda” (disse Dante).   Per  questo lo Stato “porta la spada”,   come ricorda san Paolo, è una autorità e una forza.  Ma non “solo” forza,   bensì forza illuminata da uno scopo, da un’intelligente volontà. Una forza disciplinante e  unificante.

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martedì 20 ottobre 2015

Ius Soli e altro: Il continuo saccheggio dell’Italia





Ius Soli e altro: Il continuo saccheggio dell’Italia
 
di Federico Dal Cortivo

Con il primo via libera della Camera allo Ius Soli, si diventerà cittadini italiani solo per il fatto di essere nati sul suolo nazionale, eliminando così lo Ius Sanguinis, con cui si diventa cittadini per discendenza.
Questo a breve distanza dalla decisione di privatizzare le Poste Italiane.
Si compiono così due atti solo apparentemente distaccati, ma invece profondamente legati alla stessa logica mondialista: distruggere tutto quello che resta di quella che fu la Nazione italiana come l’abbiamo sempre conosciuta fino a ieri, saccheggiandone il tessuto economico e distruggendone poi la compattezza etnica-storica e culturale.
Alla Camera il voto compatto del centrosinistra, vera mosca cocchiera dei poteri sovranazionali, con 310 “SI” ha permesso di stravolgere quello che era regola da sempre in Italia, astenuti i grillini e contrario il centro destra, fatta eccezione per Renata Polverini, già “pasionaria” sindacalista e ora deputato di Fi.
I punti chiave, parlano di finestre aperte anche ai bambini stranieri, frequenza della scuola ed altre baggianate simili che hanno permesso alla sinistra di chiamarlo “Ius Soli temperato”.
Ma il passaggio focale rimane quello che da il “diritto” a diventare cittadini italiani ai figli di coloro che abbiano un genitore residente in Italia da almeno 5 anni, poi aggiungiamoci pure l’obbligo di frequenza scolastica, ma la sostanza non cambia.
Adesso per gli stranieri ci vogliono 10 anni per acquisire la nostra cittadinanza.
A breve avremo migliaia di “cosiddetti nuovi italiani”, nell’arco di qualche decennio il volto stesso dell’Italia cambierà radicalmente se non interverranno fattori nuovi, con un impatto disastroso su tutto il sistema sociale, sanitario, scolastico, del lavoro, culturale, già oggi pesantemente compromesso dai tagli per pagare il debito pubblico contratto con banche private straniere e dalle continue riforme liberiste.
Gli ultimi arrivati accamperanno diritti su diritti, senza averne alcun merito storico, ma in forza di un pezzo di carta nel quale ci sarà scritto “cittadino italiano” al pari di chi per generazioni lo è stato veramente ed ha contribuito dall’Unità d’Italia a formare la Nazione.
E già mancava proprio ancora un tassello al piano elaborato nei circoli esclusivi come il Council on Foreign Relations, Trilateral Commission, Bilderberg Group, BCE, FMI che da anni lavorano incessantemente per distruggere ogni forma di Stato nazionale, di appartenenza a una comunità, di orgoglio etnico e religioso, di rigore dei costumi, d’indifferenza alle promesse del benessere.(1)
Il tassello è quello del “Melting Pot”una grossa insalatiera dove amalgamare popoli di razze e religioni diverse, per creare un’ utopistica e futura società omogenea e indifferenziata, d’individui, lo scopo? L’homo economicus” così come lo definiva il pensatore tradizionalista Julius Evola, un mero consumatore, soggetto alle leggi del mercato, alle mode, alle libertà individuali più strane, massa docile indifferenziata, facile da governare da chi detiene il potere economico e finanziario, essendo stato spogliato, e questo discorso vale anche per gli stranieri che si riversano sulle nostre coste, da ogni riferimento etnico, culturale, storico e religioso, e dalle radici stesse della propria terra.
Illuminante a tal fine quanto ebbe a dichiarare il Procuratore dell’Aquila Bruno Tarquini nella Relazione inaugurale dell’anno giudiziario 1999: “Negli ultimi tempi il flusso migratorio ha assunto dimensioni rilevanti… che si è indotti a ritenere fondata la tesi di chi sostiene che si tratti di una vera e propria invasione dell’Europa, voluta e finanziata da centrali operative internazionali, allo scopo di determinare col tempo l’ibridazione dei popoli e delle religioni, onde possono realizzarsi più facilmente e più compiutamente progetti di dominio universale”.(2)
Ida Magli, antropologa, voce sicuramente fuori dal coro del politicamente corretto, chiarisce in modo chiaro le origini ideologiche che sostengono l’invasione: “.... Sono state abolite tutte le forme che potevano anche lontanamente essere considerate analogiche al razzismo, ma tanto più quelle che, essendo giuste e naturali, non avrebbero potuto essere condannate.
Prima fra tutte il possesso del proprio territorio, della propria casa, da parte dei diversi popoli d’Europa, individuando come stranieri gli abitanti di un altro territorio….
Il concetto di diversità è stato abolito in quanto che erroneamente ritenuto implicito in quello di razzismo, e dunque contro qualsiasi evidenza e contro l’uso della ragione e della logica, nessuno deve vedere delle diversità fra un individuo e l’altro, tanto meno fra un popolo e l’altro…
Le razze esistono ed è perlomeno stupido, oltre che non scientifico, negarlo.
La matura ha provveduto a fornire carnagioni, capelli, struttura osseo, adatte al territorio poco soleggiato del Nord così come ha provveduto a quelle adatte al sole del Sud…
I figli somigliano ai genitori, i parenti si somigliano fra loro, i membri di un popolo pure.Punto e basta. Sono simili, pur in una immensa varietà, anche le caratteristiche psichiche, intellettuali, caratterologiche dei membri di un popolo…
Nell’estrema individualità dei “Geni” si riconoscono infallibilmente i tratti culturali di ogni Popolo… soltanto la Tedeschità può produrre un Bach o un Wagner, così come soltanto l’Italianità può produrre un Dante o un Michelangelo.
Nell’intento d’impedire qualsiasi forma di razzismo e giungere a formare ovunque popolazioni miste, si è forzato l’ingresso in Europa, ma soprattutto in Italia di moltissimi stranieri...(3)
Ma il saccheggio, in questo caso economico, non si ferma nemmeno un giorno.
La notizia della partenza della fase di privatizzazione delle Poste Italiane, è stata annunciata in pompa magma da Francesco Caio, noto come Mr. Agenda Digitale, attuale AD del gruppo Poste Italiane Spa e da Fabrizio Pagan, capo della segreteria tecnica del Ministero dell’economia.
Per quest’ultimo si tratta di “una privatizzazione storica” che “porterà sul mercato un campione nazionale”, mentre Caio c’informa, bontà sua, …che ”in questo modo il Paese sarà portato al centro dell’attenzione degli investitori stranieri e che ha una valenza economica e finanziaria ma anche di politica industriale…”.
Sempre secondo Caio, le piazze di Londra e New York hanno mostrato molto interesse all’operazione.
Bene, bravo verrebbe da urlare al Sig. Caio, paracadutato alle Poste Italiane nel 2014 dal governo Renzi.
Peccato che ogni volta che si parla di privatizzazioni a perderci sono solo gli italiani e la Nazione in generale.
Poste italiane viene da anni di bilanci in utile, anche se un servizio come quello postale dovrebbe essere essenzialmente pubblico e votato all’interesse collettivo e non a fare cassa, ma certamente nemmeno ad essere come lo avevano trasformato i vari governi del dopoguerra in “un sostegno all’occupazione” (clientelare a fini elettorali) e terreno esclusivo dei ”sindacati gialli di Cgil Cisl e Uil”.
Da qui è stato facile portare acqua al mulino di coloro che volevano un cambio in chiave liberista .
Il primo passo fu la trasformazione in Spa, che avvenne nel febbraio del 1998.
Una scena oramai familiare oggi, quando dei settori controllati dello Stato sono ritenuti inefficienti, invece di eliminare le sacche di mala gestione e inefficienza lasciando inalterata la proprietà e funzione del servizio, le sirene del liberismo iniziano a tessere le lodi del libero mercato, dell’efficienza e della redditività, e così interi settori passano gradualmente di mano.
E siccome l’Italietta di Renzi e dei suoi scendiletto di Wall Street e Londra non ha certo la voglia né tantomeno la capacità di opporsi ad eventuali scalate, che sicuramente ci saranno da parte di quell’“investitori internazionali” di cui tanto si riempie la bocca Mr. Caio, apprestiamoci cari italiani a vedere tra qualche tempo crescere la presenza straniera tra gli azionisti di Poste Italiane, con un possibile passaggio di mano, nel nome ovviamente dell’efficienza e del libero mercato.
 
1) Sergio Gozzoli – Sulla Pelle dei Popoli - Edizioni L’Uomo Libero n.27
2) Le radici ideologiche dell’invasione. G.Valli - Edizioni L’Uomo Libero n.52
3) Ida Magli - Come ti addormento il popolo: l’equivoco del razzismo - Edizioni L’Uomo Libero n.67
 
19/10/2015

                                                                                                      

giovedì 15 ottobre 2015

LA STRATEGIA DELL’INGANNO GLOBALE

LA STRATEGIA DELL’INGANNO GLOBALE: tra “rivoluzioni democratiche” fasulle, “migrazioni epocali indotte” e guerriglieri del “califfato a stelle e strisce”… nel timore di un’affermazione dell’identità fascista!


ingannoUn fatto lampante dovrebbe ormai essere chiaro a tutti coloro che con mente aperta e senza paraocchi osservano la realtà sociale odierna, ovvero come il mondo si trovi in preda ad una crisi politica e morale senza precedenti, un collasso globale di tali dimensioni da non avere paragoni storici. Spesso però, l’osservatore medio, soffermandosi quasi sempre solo in superficie, tende a considerare tale disastro  come il frutto di eventi drammatici impensabili. Fatti contingenti, che hanno generato una involontaria “reazione a catena” dagli effetti imprevedibili, provocati da una serie di congiunture negative fortuite. Questo, di solito, risulta essere il pensiero più comunemente diffuso nell’opinione pubblica,  divisa tra la paura degli eventi incombenti giudicati (erroneamente!) ineluttabili (come gli “esodi biblici di intere popolazioni” e le problematiche attinenti la “crisi economica”), e la volontà di tutelare le proprie vite, sperando in provvidenziali soluzioni “a buon mercato”.
Ma la Verità, come sempre, non è mai figlia delle apparenze. L’osservatore medio, infatti, a volte non per suo demerito personale, risulta diseducato scientificamente alla elevazione Morale. Egli non indaga in modo approfondito, poiché spesso non vuole, o perché magari non ha gli strumenti culturali per andare oltre le verità ufficiali di comodo. Non si pone davanti ai Valori Veri della Vita, quelli dello Spirito, (ai quali, del resto, come ripetiamo, non è stato educato!) in relazione ai quali potrebbe e dovrebbe valutare e giudicare fatti, idee e uomini. Solamente in relazione ad essi, infatti, è possibile comprendere che i drammi di questa nostra epoca non sono frutto di “eventi imprevedibili” o “cause di forza maggiore”, bensì il frutto avvelenato di una strategia incredibilmente fredda e preordinata. Una strategia che vede i suoi primordi nelle concezioni Massoniche o paramassoniche “fiorite” globalmente sull’onda di sconvolgimenti politici e sociali inveratisi principalmente negli ultimi tre secoli. D’altra parte nulla è migliore, ai fini del raggiungimento di scopi inconfessabili, che il nasconderli sotto concetti di grande apparente levatura morale quali “libertà”, “uguaglianza”, “fraternità” ( vedi qui ). In nome di questi presunti “valori positivi”, nel mondo, sono state commesse le più atroci efferatezze mai immaginate da mente umana. Eppure, la forza del convincimento e lo stimolo materialista che sottende, ha ottenuto, questa volta sì, l’impensabile: la rinuncia dell’Uomo, in nome dell’ “avere”, al proprio “Essere”, alla propria elevazione rispetto al creato. Questi ultimi anni, hanno visto il dipanarsi di una matassa terribile: nei paesi musulmani si sono verificate le cosiddette “primavere arabe”, che solamente i burattini politicanti (ovvero gli esecutori politici del piano preordinato di cui sopra; trattasi di plutocrati di varia origine: statunitensi, europei, orientali) definiscono arbitrariamente ed  in modo totalmente falso “rivoluzioni democratiche”. Ciò che hanno prodotto tali presunte “rivoluzioni democratiche” è riassumibile nei disastri e nelle guerre civili permanenti che sconvolgono la Libia, la Siria, l’Iraq, l’Afganistan, ed in misura meno apparente l’Egitto, drammi niente affatto conseguenze di una problematica interna a quei martoriati paesi, ma sviluppi voluti, studiati, e scientificamente eterodiretti e messi in pratica (alcuni riferimenti qui e qui). Ora, codeste sedicenti “rivoluzioni primaverili”, come già osservato in precedenti articoli, sono chiaramente provocate dall’esterno, finanziate e armate da stranieri (dal cosiddetto “occidente democratico”), inverate per mezzo di milizie per lo più mercenarie al soldo dei plutocrati. Tali disastri politici “preconfezionati” sono finalizzati alla destabilizzazione globale, e dunque alla maggiore possibilità per i “forti” di fagocitare i “deboli” ed estendere così egemonie economiche, sfruttare nuove forme di schiavitù, allargando il proprio “spazio vitale”. Altrettanto studiata risulta la destabilizzazione economico-sociale, escogitata dal governo statunitense (qui e qui) e realizzata con la complicità attiva dei “governi” della cosiddetta Unione Europea, creata a mezzo di forzati esodi migratori dei cosiddetti profughi, vere e proprie “mandrie umane” spinte in perfetto stile “cow-boys”, verso “pascoli” giudicati “più verdi”!  Va osservato infatti che tra questi migranti non vi sono solo profughi, e ciò risulta evidente. Essi sono strumenti, come del resto tutto ciò che è inerente a questo dramma, atti all’indebolimento ed alla riduzione a completa sottomissione, anche formale, delle “zone” interessate secondo un piano preordinato. Questo piano risulta addirittura a fondamento della cosiddetta UE, in quanto presente nei progetti di uno dei “padri ideali” di tale vergognosa congrega pluto-massonica, tale Richard Nikolaus di Coudenhove-Kalergi (Cfr qui). Nei vaneggiamenti di questo massone, sono presenti i punti fondamentali del meticciato culturale che si sta attualmente realizzando sotto i nostri occhi. Il quale senz’altro precede quello etnico, che pure vuole essere attuato, al fine di pervenire a tavolino ad una specie di razza-schiava e senza precise identità culturali e storiche, un agglomerato umano culturalmente, politicamente e socialmente “debole e poco dotato in intelligenza”. La UE rivela così il suo autentico volto,  fondata sul razzismo più vergognoso e sull’assoggettamento e distruzione dei popoli! Tutto ciò è stato già debitamente predisposto, pubblicamente! La stessa UE ha istituito persino un premio, intitolato a tale mente criminale, il Kalergi per l’appunto, di cui è stata insignita (fatalità!) anche la “Signora” Merkel! Un premio conferito a chi si distingue particolarmente fra coloro che portano avanti i progetti di codesto “padre” infame.
Ad oggi, il piano di destabilizzazione globale si sta “arricchendo” di un ulteriore preoccupante sviluppo. La Federazione Russa, già nel mirino degli USA che foraggiano da tempo la crisi Ucraina, fomentata allo stesso modo dai soliti “demoprimaverili”, isolata da sanzioni economiche e minacciata dalla Banca mondiale SWIFT ( l’istituto, ovviamente privato, che permette le transazioni bancarie internazionali e il cambio di valuta monetaria), quindi colpita con gli stessi metodi mai abbandonati della Guerra Fredda, sta reagendo. All’interno dello Stato Russo, sebbene vi sia una situazione “ibrida” di permanenza di burocrazie ex-sovietiche (con le loro propaggini plutocratiche) e “nuova democrazia”, la situazione culturale è in fermento. Il nazionalismo panrusso e le radici profondamente Cristiane, come non sono state cancellate durante gli anni del comunismo sovietico (che non ci è riuscito nemmeno con le decine di milioni di morti mietuti!) oggi stanno trovando nuova linfa. Putin, uomo della burocrazia, sta astutamente stimolando questi fermenti culturali, ben sapendo come essi costituiscano il solo argine all’invadenza “demo-pluto-massonica” occidentale e avendo ben presente chi si celi dietro le quinte  delle “primavere” di ogni colore che si è ritrovato a fronteggiare nel “giardino di casa propria”. Egli ha così messo fine agli indugi ed è intervenuto con un discorso decisamente intelligente alle “Nazioni unite” (Cfr. qui). Dunque la Russia vuole proteggere i propri interessi, anche nel mediterraneo, contro l’invadenza degli Stati Uniti e dei suoi satelliti. La mossa di Putin, che sfrutta pragmaticamente le paure sapientemente instillate negli Europei dagli stessi governi della UE e che ha buon gioco proprio a causa del disastro in atto  realizzato appositamente dagli Stati Uniti, è tesa a riprendere il dominio economico, oltre che politico, della propria zona di influenza, difendendola dall’allargamento delle evidenti mire atlantiche. In questa disputa, esclusivamente economica ed egemonica, accanto a Putin gioca un ruolo attivo ed importante un attore silenzioso, la Cina, possibile sede di nuovi moti “demoprimaverili” islamici e che, in tal senso, almeno dai tempi delle “proteste spontanee” di piazza Tien An Men, ha “mangiato la foglia” sull’origine di  tali manifestazioni dirette dagli USA in casa d’altri.  Putin, con una mossa plateale, ha messo Barack Obama con le spalle al muro, inchiodando il governo Usa alle proprie responsabilità e intervenendo direttamente in Siria ed Iraq, smascherando pubblicamente la politica dell’America che fomenta disordini politici e “guerre civili” nelle aree in cui vuole espandere la propria influenza, obbligandola a non ostacolarlo, almeno non  ufficialmente. Ma, anche in questo caso, ciò che si vede non rappresenta in toto la realtà dei fatti e qualcuno lo nota bene (Cfr. qui). Putin sa benissimo che i gruppi operanti in Siria ed Iraq, tutti e senza nessuna distinzione di sigle, sono armati, addestrati e foraggiati dalla CIA e della NATO (Turchia, Sauditi, Qatar). Dunque sa benissimo che colpendo tali gruppi, colpisce la NATO. Lo stesso dicasi per Obama, il quale “prende atto” della linea espressa dal presidente russo all’ONU senza colpo ferire. Cosa significa? Forse che le potenze in ballo vogliono scontrarsi usando quale pretesto la crisi internazionale siriana? Chiaramente ciò non avverrebbe in modo diretto, ma già ora tale strategia è comunque in atto. Dunque si respira sempre più aria di “Guerra fredda”; ma senza lo spauracchio di un ormai inesistente “contagio sovietico”, qual è allora il vero obiettivo ideologico di una simile pianificazione distruttrice a livello intercontinentale, che dall’Europa  va alla Russia, passando per il mediterraneo ed il medio-oriente musulmano? Chi è il “nemico”, l’obiettivo di questa strategia in atto? … noi rispondiamo senza esitazioni, la concezione politica del Fascismo di Benito Mussolini! Assurdo? No, per nulla. Siamo abituati in Italia e nel resto  d’Europa ad una continua, ossessiva e martellante propaganda antifascista ed i motivi del perché di un tale accanimento apparentemente ingiustificato a 70 anni dalla fine del Regime mussoliniano, li abbiamo succintamente affrontati (qui). Una notizia recente, però, non ha fatto alcun “rumore”, pur risultando paradigmatica rispetto alla strategia dell’inganno di cui stiamo scrivendo. I cosiddetti “guerriglieri” dell’Isis, in Libia, hanno diffuso propaganda anche a mezzo la Rete internet accusando chi non è con loro, di essere “servi” , allo stesso modo di chi lo fu di Mussolini (Cfr qui)!
L’Isis, dunque, fa apertamente propaganda antifascista, per motivare le proprie truppe! … ma perché? Che cosa c’entrano Mussolini ed il Fascismo? La domanda è legittima, ma ben sapendo chi sta dietro il cosiddetto Isis – nato “casualmente” nel cosiddetto Iraq “libero” degli anglo-americani, liberato si intende dal governo del partito baath di Saddam Hussein – la risposta risulta assolutamente fondamentale per comprendere perché, in ultima analisi, tale formazione di sedicenti “guerriglieri del califfato” esiste ed opera. Possiamo brevemente aiutarci con alcuni sillogismi: l’Isis, creazione della CIA, lotta contro il Baath siriano (nato, teniamo ben a mente la data, nel 1940), che rappresenta un socialismo panarabo di ispirazione nazional-patriottica, a suo tempo assai diffuso in Egitto, Libia, Siria, Iraq, parzialmente influenzato in alcuni tratti ideologici dal Fascismo che negli Anni 30 dalla Libia, in quel frangente “Quarta Sponda” dell’Italia Fascista, aveva diffuso la propria propaganda in tutto il medio-oriente allora occupato da inglesi e francesi; l’Isis è armato dalla Nato; gli aggrediti in Siria sono sostenuti dalla ex URSS; globalmente molti dei gruppi cosiddetti “dissidenti democratici”  presenti in vari stati del mondo, sostenendo il Baath in funzione anti-egemonica statunitense, di fatto si ritrovano a sostenere la politica dell’ex-URSS oggi Russia; così gli USA finiscono col perpetuare la Guerra Fredda, sebbene in altre forme. Per inciso, in riferimento alla realtà italiana che ci riguarda più direttamente, notiamo da tempo che il variegato mondo del neofascismo dalle cento sigle e mille gruppi, mimetizzato ideologicamente nel “socialismo nazionale”, si schiera formalmente con l’ex-URSS (pur venendo foraggiato anche dagli USA, secondo la vecchia strategia del “doppio standard” evocata anche da Putin) e di conseguenza con il Baath; in tal modo l’inserimento della linea socialista nazionale in tale scenario risulta essere sempre propedeutico al vecchio pretesto dei neofascisti di voler evolvere politicamente il Fascismo, che viene trasformato in un ibrido bifronte-biforcuto: social – “Tribale” (razzial-tradizionista),  ovvero nazistoide che non disdegna ufficiosamente gli aiuti “atlantici” oppure “comunitarista eurasiatico” più sensibile alla campana nazionalista russa, con al centro sempre l’economicismo pseudo marxisteggiante  ( Qui e qui), rinunciando così all’originalità più autentica ed all’universalità dell’ideale mussoliniano ( lo Stato Etico Imperiale Fascista) ma fomentando in tal modo modo a livello ideale la logica del bipolarismo dei “due blocchi egemonici”, di cui il neofascismo da sempre rappresenta essenzialmente ed esclusivamente una espressione artificiale. Il risultato di tali maneggi, ad ogni latitudine, resta comunque uno: la Guerra Fredda prosegue permanentemente; nelle forme, magari, in modo differente ma sempre con i medesimi obiettivi strategici ed economici, che a livello ideale si risolvono anche nello snaturamento del Fascismo con relativo “disinnesco ideologico”, in quanto esso risulta essere concretamente l’unica seria alternativa politica globale e totale al materialismo plutocratico, l’unica idea in grado di minacciarne l’egemonia mondiale.
Quella che può sembrare a prima vista una teoria strampalata in realtà ruota attorno al concetto dell’universalità della concezione fascista mussoliniana che, contro le facili apparenze e le previsioni dei benpensanti, trova ancor oggi concreti riscontri politici e su cui giova approfondire brevemente, proprio alla luce dei sillogismi precedentemente esposti, al fine di rendere palese lo scopo antifascista quale vero obiettivo politico ultimo non dichiarato degli interventi occidentali portati a segno nella martoriata Africa Settentrionale fino al medio oriente. Non dobbiamo dimenticare, infatti, che Bush Jr., attaccando Saddam Hussein nel 2003, chiese di coalizzare la lotta contro i “Fascisti islamisti” e che proprio contro tali presunti “Fascisti islamisti” l’Isis si sta affermando. Esattamente ai tempi di Bush Jr., il politologo Sergio Romano scrisse un articolo interessante sull’uso strumentale del “fascismo”, fatto pro o contro il Partito Baath e la sua pretesa panaraba (Cfr qui). Ovviamente Romano, da antifascista, si affretta a condannare il Partito Panarabo e il Fascismo di Mussolini che lo ha ispirato. Condanna senza appello, perché tale partito incarnerebbe, secondo lui, tutte le caratteristiche negative, non demoliberali, che risultano irrinunciabili per gli “Occidentali figli dell’America”. Tale condanna mostra a parer nostro una grande miopia, anche culturale, poiché manifesta la volontà di “livellare” ogni cultura, anche quelle profondamente diverse come quelle arabe, all’archetipo anglo-americano liberal-democratico, presunta panacea di tutti i mali nonché auto proclamato stadio ultimo della politica nella storia umana. Tale arbitrio sottinteso però rivela, oggi in modo ancor più evidente, quel che è lo scopo ultimo della strategia dell’inganno fin qui osservata: la distruzione globale della CIVILTA’ per come essa è intesa nella cultura umanistica classica mediterranea, dunque per come intesa in senso LATINO. Il Partito “Baath”, che letteralmente significa “Risorgimento” (SIC!), chiaramente non è un partito Fascista strictu sensu. Ma i suoi fondatori SIRIANI (cristiani e mussulmani) hanno sintetizzato una concezione politica Laica, ma allo stesso tempo Spiritualistica, che concepiva un’idea di Stato identitario Arabo, Nazionale e Sindacale, gerarchicamente ordinato e guidato da un Partito unico. Principi ideali chiaramente ispirati dal Fascismo Italiano. Paradigmatico, in tal senso, che il fondatore del Baath, nel 1940, un Cristiano di nome Michel Aflaq, avesse studiato a Parigi, istruendosi politicamente su vari autori, tra cui quelli Socialisti del tempo, ma soprattutto abbeverandosi a Mazzini, e poi, Mussolini. Appare chiaro alla luce di ciò come non rappresentasse una fatalità che il suo partito si chiamasse “RISORGIMENTO”!
Dunque è innegabile che il Baath nasce con una evidente influenza ITALIANA. I Baathisti,  sebbene abbiano nel tempo  “annacquato” i loro postulati ideali, tradendone anche in parte lo spirito originale, scivolando pragmaticamente in alleanze negatrici della loro identità panaraba (come quella di Hussein con gli USA, ad es.), venendo anche infiltrati dalla plutocrazia internazionale (che poi gli si è ritorta contro), costituivano comunque e costituiscono potenzialmente ancora di per sé un pericolo da combattere. Perché rappresentano ancora la testimonianza di “riflesso” di una concezione politica unificante ed armonica (dunque non livellatrice), essenzialmente mediterranea, profondamente  italiana, innegabilmente ROMANA, suscettibile ancora una volta di espansione. Chiaramente al momento lo è solo in potenza, poiché, non esistendo più il CENTRO gravitazionale e irradiante di tale nuova concezione Imperiale (l’ITALIA FASCISTA, per l’appunto!), il Baath in tanti decenni è scivolato verso la propria parcellizzazione (baath siriano, iracheno, etc.) e successiva implosione, inverata non solo per demeriti “esterni”. Un fattore che ha generato nel tempo l’ingresso dalla porta principale nella “partecipazione ai blocchi” egemonici contrapposti, sostenendo alternativamente l’uno (USA) o l’altro (URSS) schieramento al tempo della guerra fredda. Ecco come risulta che è il concetto stesso di “irradiazione” della “Concezione Imperiale Fascista” ad essere attaccato; nella dottrina del Fascismo sta scritto ufficialmente che:
… l’impero non è soltanto un’espressione territoriale o militare o mercantile, ma spirituale o morale. Si può pensare a un impero, cioè a una nazione che direttamente o indirettamente guida altre nazioni, senza bisogno di conquistare un solo chilometro quadrato di territorio. Per il Fascismo la tendenza all’impero, cioè all’espansione delle nazioni, è una manifestazione di vitalità; il suo contrario, o il piede di casa, è un segno di decadenza: popoli che sorgono o risorgono sono imperialisti, popoli che muoiono sono rinunciatari.
Una visione del mondo che se sviluppata potrebbe generare davvero un nuovo “architrave politico mondiale” o se si preferisce il termine un “ASSE”, forte di un concreto comune retaggio di Civiltà, su cui potrebbero poggiare la Prima, la Seconda e la Terza “Roma”, ovvero l’Urbe (e dunque l’area Euro-mediterranea); Costantinopoli-Istanbul, ovvero il Medio-oriente mussulmano e Mosca. 
Dunque, dietro all’attuale “Guerra fredda” evolutasi, dietro al piano Kalergi attuato dalla euro-plutocrazia del “nuovo ordine mondiale”, esiste una chiara strategia di assoggettamento globale a “elites” pluto-massoniche che stanno perseguendo un piano abominevole di schiavizzazione mondiale, a mezzo dell’annullamento identitario e culturale, della pulizia etnica, con lo scopo si disinnescare l’unica alternativa possibile al disordine morale e politico imperante: il FASCISMO.
Sta a noi prenderne consapevolezza, scegliere di riconquistare attivamente il nostro destino all’ombra della Civiltà Fascista o rimanere spettatori inermi, inerti e dunque vittime predestinate di una minoranza pescecanesca, fautrice di un mondo abominevole comunque destinato a crollare!
ILCOVO

lunedì 12 ottobre 2015

I VIDEO DEL RNCR-RSI CONTINUITA' IDEALE (PUGLIA) - ITALIA -