LA STRATEGIA DELL’INGANNO GLOBALE: tra “rivoluzioni democratiche” fasulle, “migrazioni epocali indotte” e guerriglieri del “califfato a stelle e strisce”… nel timore di un’affermazione dell’identità fascista!
Un
fatto lampante dovrebbe ormai essere chiaro a tutti coloro che con
mente aperta e senza paraocchi osservano la realtà sociale odierna,
ovvero come il mondo si trovi in preda ad una crisi politica e morale
senza precedenti, un collasso globale di tali dimensioni da non avere
paragoni storici. Spesso però, l’osservatore medio, soffermandosi quasi
sempre solo in superficie, tende a considerare tale disastro come il
frutto di eventi drammatici impensabili. Fatti contingenti, che hanno
generato una involontaria “reazione a catena” dagli effetti
imprevedibili, provocati da una serie di congiunture negative fortuite.
Questo, di solito, risulta essere il pensiero più comunemente diffuso
nell’opinione pubblica, divisa tra la paura degli eventi incombenti
giudicati (erroneamente!) ineluttabili (come gli “esodi biblici di
intere popolazioni” e le problematiche attinenti la “crisi economica”), e
la volontà di tutelare le proprie vite, sperando in provvidenziali
soluzioni “a buon mercato”.
Ma la Verità, come sempre, non è mai
figlia delle apparenze. L’osservatore medio, infatti, a volte non per
suo demerito personale, risulta diseducato scientificamente alla
elevazione Morale. Egli non indaga in modo approfondito, poiché spesso
non vuole, o perché magari non ha gli strumenti culturali per andare
oltre le verità ufficiali di comodo. Non si pone davanti ai Valori Veri
della Vita, quelli dello Spirito, (ai quali, del resto, come ripetiamo,
non è stato educato!) in relazione ai quali potrebbe e dovrebbe valutare
e giudicare fatti, idee e uomini. Solamente in relazione ad essi,
infatti, è possibile comprendere che i drammi di questa nostra epoca non
sono frutto di “eventi imprevedibili” o “cause di forza maggiore”,
bensì il frutto avvelenato di una strategia incredibilmente fredda e
preordinata. Una strategia che vede i suoi primordi nelle concezioni
Massoniche o paramassoniche “fiorite” globalmente sull’onda di
sconvolgimenti politici e sociali inveratisi principalmente negli ultimi
tre secoli. D’altra parte nulla è migliore, ai fini del raggiungimento
di scopi inconfessabili, che il nasconderli sotto concetti di grande
apparente levatura morale quali “libertà”, “uguaglianza”, “fraternità” ( vedi qui ). In
nome di questi presunti “valori positivi”, nel mondo, sono state
commesse le più atroci efferatezze mai immaginate da mente umana.
Eppure, la forza del convincimento e lo stimolo materialista che
sottende, ha ottenuto, questa volta sì, l’impensabile: la rinuncia
dell’Uomo, in nome dell’ “avere”, al proprio “Essere”, alla propria
elevazione rispetto al creato. Questi ultimi anni, hanno visto il
dipanarsi di una matassa terribile: nei paesi musulmani si sono
verificate le cosiddette “primavere arabe”, che solamente i burattini
politicanti (ovvero gli esecutori politici del piano preordinato di cui
sopra; trattasi di plutocrati di varia origine: statunitensi, europei,
orientali) definiscono arbitrariamente ed in modo totalmente
falso “rivoluzioni democratiche”. Ciò che hanno prodotto tali presunte
“rivoluzioni democratiche” è riassumibile nei disastri e nelle guerre
civili permanenti che sconvolgono la Libia, la Siria, l’Iraq,
l’Afganistan, ed in misura meno apparente l’Egitto, drammi niente
affatto conseguenze di una problematica interna a quei martoriati paesi,
ma sviluppi voluti, studiati, e scientificamente eterodiretti e messi
in pratica (alcuni riferimenti qui e qui).
Ora, codeste sedicenti “rivoluzioni primaverili”, come già osservato in
precedenti articoli, sono chiaramente provocate dall’esterno,
finanziate e armate da stranieri (dal cosiddetto “occidente
democratico”), inverate per mezzo di milizie per lo più mercenarie al
soldo dei plutocrati. Tali disastri politici “preconfezionati” sono
finalizzati alla destabilizzazione globale, e dunque alla maggiore
possibilità per i “forti” di fagocitare i “deboli” ed estendere così
egemonie economiche, sfruttare nuove forme di schiavitù, allargando il
proprio “spazio vitale”. Altrettanto studiata risulta la
destabilizzazione economico-sociale, escogitata dal governo statunitense
(qui e qui)
e realizzata con la complicità attiva dei “governi” della cosiddetta
Unione Europea, creata a mezzo di forzati esodi migratori dei cosiddetti
profughi, vere e proprie “mandrie umane” spinte in perfetto stile
“cow-boys”, verso “pascoli” giudicati “più verdi”! Va osservato infatti
che tra questi migranti non vi sono solo profughi, e ciò risulta
evidente. Essi sono strumenti, come del resto tutto ciò che è inerente a
questo dramma, atti all’indebolimento ed alla riduzione a completa
sottomissione, anche formale, delle “zone” interessate secondo un piano
preordinato. Questo piano risulta addirittura a fondamento della
cosiddetta UE, in quanto presente nei progetti di uno dei “padri ideali”
di tale vergognosa congrega pluto-massonica, tale Richard Nikolaus di
Coudenhove-Kalergi (Cfr qui).
Nei vaneggiamenti di questo massone, sono presenti i punti fondamentali
del meticciato culturale che si sta attualmente realizzando sotto i
nostri occhi. Il quale senz’altro precede quello etnico, che pure vuole
essere attuato, al fine di pervenire a tavolino ad una specie di
razza-schiava e senza precise identità culturali e storiche, un
agglomerato umano culturalmente, politicamente e socialmente “debole e
poco dotato in intelligenza”. La UE rivela così il suo autentico volto,
fondata sul razzismo più vergognoso e sull’assoggettamento e
distruzione dei popoli! Tutto ciò è stato già debitamente predisposto,
pubblicamente! La stessa UE ha istituito persino un premio, intitolato a
tale mente criminale, il Kalergi per l’appunto, di cui è stata
insignita (fatalità!) anche la “Signora” Merkel! Un premio conferito a
chi si distingue particolarmente fra coloro che portano avanti i
progetti di codesto “padre” infame.
Ad oggi, il piano di destabilizzazione
globale si sta “arricchendo” di un ulteriore preoccupante sviluppo. La
Federazione Russa, già nel mirino degli USA che foraggiano da tempo la
crisi Ucraina, fomentata allo stesso modo dai soliti “demoprimaverili”,
isolata da sanzioni economiche e minacciata dalla Banca mondiale SWIFT (
l’istituto, ovviamente privato, che permette le transazioni bancarie
internazionali e il cambio di valuta monetaria), quindi colpita con gli
stessi metodi mai abbandonati della Guerra Fredda, sta reagendo.
All’interno dello Stato Russo, sebbene vi sia una situazione “ibrida” di
permanenza di burocrazie ex-sovietiche (con le loro propaggini
plutocratiche) e “nuova democrazia”, la situazione culturale è in
fermento. Il nazionalismo panrusso e le radici profondamente Cristiane,
come non sono state cancellate durante gli anni del comunismo sovietico
(che non ci è riuscito nemmeno con le decine di milioni di morti
mietuti!) oggi stanno trovando nuova linfa. Putin, uomo della
burocrazia, sta astutamente stimolando questi fermenti culturali, ben
sapendo come essi costituiscano il solo argine all’invadenza
“demo-pluto-massonica” occidentale e avendo ben presente chi si celi
dietro le quinte delle “primavere” di ogni colore che si è ritrovato a
fronteggiare nel “giardino di casa propria”. Egli ha così messo fine
agli indugi ed è intervenuto con un discorso decisamente intelligente
alle “Nazioni unite” (Cfr. qui).
Dunque la Russia vuole proteggere i propri interessi, anche nel
mediterraneo, contro l’invadenza degli Stati Uniti e dei suoi satelliti.
La mossa di Putin, che sfrutta pragmaticamente le paure sapientemente
instillate negli Europei dagli stessi governi della UE e che ha buon
gioco proprio a causa del disastro in atto realizzato appositamente
dagli Stati Uniti, è tesa a riprendere il dominio economico, oltre che
politico, della propria zona di influenza, difendendola
dall’allargamento delle evidenti mire atlantiche. In questa disputa,
esclusivamente economica ed egemonica, accanto a Putin gioca un ruolo
attivo ed importante un attore silenzioso, la Cina, possibile sede di
nuovi moti “demoprimaverili” islamici e che, in tal senso, almeno dai
tempi delle “proteste spontanee” di piazza Tien An Men, ha “mangiato la
foglia” sull’origine di tali manifestazioni dirette dagli USA in casa
d’altri. Putin, con una mossa plateale, ha messo Barack Obama con le
spalle al muro, inchiodando il governo Usa alle proprie responsabilità e
intervenendo direttamente in Siria ed Iraq, smascherando pubblicamente
la politica dell’America che fomenta disordini politici e “guerre
civili” nelle aree in cui vuole espandere la propria influenza,
obbligandola a non ostacolarlo, almeno non ufficialmente. Ma, anche in
questo caso, ciò che si vede non rappresenta in toto la realtà dei fatti
e qualcuno lo nota bene (Cfr. qui).
Putin sa benissimo che i gruppi operanti in Siria ed Iraq, tutti e
senza nessuna distinzione di sigle, sono armati, addestrati e foraggiati
dalla CIA e della NATO (Turchia, Sauditi, Qatar). Dunque sa benissimo
che colpendo tali gruppi, colpisce la NATO. Lo stesso dicasi per Obama,
il quale “prende atto” della linea espressa dal presidente russo all’ONU
senza colpo ferire. Cosa significa? Forse che le potenze in ballo
vogliono scontrarsi usando quale pretesto la crisi internazionale
siriana? Chiaramente ciò non avverrebbe in modo diretto, ma già ora tale
strategia è comunque in atto. Dunque si respira sempre più aria di
“Guerra fredda”; ma senza lo spauracchio di un ormai inesistente
“contagio sovietico”, qual è allora il vero obiettivo ideologico di una
simile pianificazione distruttrice a livello intercontinentale, che
dall’Europa va alla Russia, passando per il mediterraneo ed il
medio-oriente musulmano? Chi è il “nemico”, l’obiettivo di questa
strategia in atto? … noi rispondiamo senza esitazioni, la concezione
politica del Fascismo di Benito Mussolini! Assurdo? No, per nulla. Siamo
abituati in Italia e nel resto d’Europa ad una continua, ossessiva e
martellante propaganda antifascista ed i motivi del perché di un tale
accanimento apparentemente ingiustificato a 70 anni dalla fine del
Regime mussoliniano, li abbiamo succintamente affrontati (qui).
Una notizia recente, però, non ha fatto alcun “rumore”, pur risultando
paradigmatica rispetto alla strategia dell’inganno di cui stiamo
scrivendo. I cosiddetti “guerriglieri” dell’Isis, in Libia, hanno
diffuso propaganda anche a mezzo la Rete internet accusando chi non è
con loro, di essere “servi” , allo stesso modo di chi lo fu di Mussolini
(Cfr qui)!
L’Isis, dunque, fa apertamente propaganda
antifascista, per motivare le proprie truppe! … ma perché? Che cosa
c’entrano Mussolini ed il Fascismo? La domanda è legittima, ma ben
sapendo chi sta dietro il cosiddetto Isis – nato “casualmente” nel
cosiddetto Iraq “libero” degli anglo-americani, liberato si intende dal
governo del partito baath di Saddam Hussein – la risposta risulta
assolutamente fondamentale per comprendere perché, in ultima analisi,
tale formazione di sedicenti “guerriglieri del califfato” esiste ed
opera. Possiamo brevemente aiutarci con alcuni sillogismi: l’Isis,
creazione della CIA, lotta contro il Baath siriano (nato, teniamo ben a
mente la data, nel 1940), che rappresenta un socialismo panarabo di
ispirazione nazional-patriottica, a suo tempo assai diffuso in Egitto,
Libia, Siria, Iraq, parzialmente influenzato in alcuni tratti ideologici
dal Fascismo che negli Anni 30 dalla Libia, in quel frangente “Quarta
Sponda” dell’Italia Fascista, aveva diffuso la propria propaganda in
tutto il medio-oriente allora occupato da inglesi e francesi; l’Isis è
armato dalla Nato; gli aggrediti in Siria sono sostenuti dalla ex URSS;
globalmente molti dei gruppi cosiddetti “dissidenti democratici”
presenti in vari stati del mondo, sostenendo il Baath in funzione
anti-egemonica statunitense, di fatto si ritrovano a sostenere la
politica dell’ex-URSS oggi Russia; così gli USA finiscono col perpetuare
la Guerra Fredda, sebbene in altre forme. Per inciso, in riferimento
alla realtà italiana che ci riguarda più direttamente, notiamo da tempo
che il variegato mondo del neofascismo dalle cento sigle e mille gruppi,
mimetizzato ideologicamente nel “socialismo nazionale”, si schiera
formalmente con l’ex-URSS (pur venendo foraggiato anche dagli USA,
secondo la vecchia strategia del “doppio standard” evocata anche da
Putin) e di conseguenza con il Baath; in tal modo l’inserimento della linea socialista nazionale in tale scenario risulta essere sempre propedeutico al
vecchio pretesto dei neofascisti di voler evolvere politicamente il
Fascismo, che viene trasformato in un ibrido bifronte-biforcuto: social –
“Tribale” (razzial-tradizionista), ovvero nazistoide che non disdegna
ufficiosamente gli aiuti “atlantici” oppure “comunitarista eurasiatico”
più sensibile alla campana nazionalista russa, con al centro sempre
l’economicismo pseudo marxisteggiante ( Qui e qui),
rinunciando così all’originalità più autentica ed all’universalità
dell’ideale mussoliniano ( lo Stato Etico Imperiale Fascista) ma
fomentando in tal modo modo a livello ideale la logica del bipolarismo
dei “due blocchi egemonici”, di cui il neofascismo da sempre rappresenta
essenzialmente ed esclusivamente una espressione artificiale. Il
risultato di tali maneggi, ad ogni latitudine, resta comunque uno: la
Guerra Fredda prosegue permanentemente; nelle forme, magari, in modo
differente ma sempre con i medesimi obiettivi strategici ed economici,
che a livello ideale si risolvono anche nello snaturamento del Fascismo
con relativo “disinnesco ideologico”, in quanto esso risulta essere
concretamente l’unica seria alternativa politica globale e totale al
materialismo plutocratico, l’unica idea in grado di minacciarne
l’egemonia mondiale.
Quella che può sembrare a prima vista una
teoria strampalata in realtà ruota attorno al concetto
dell’universalità della concezione fascista mussoliniana che, contro le
facili apparenze e le previsioni dei benpensanti, trova ancor oggi
concreti riscontri politici e su cui giova approfondire brevemente,
proprio alla luce dei sillogismi precedentemente esposti, al fine di
rendere palese lo scopo antifascista quale vero obiettivo politico
ultimo non dichiarato degli interventi occidentali portati a segno nella
martoriata Africa Settentrionale fino al medio oriente. Non dobbiamo
dimenticare, infatti, che Bush Jr., attaccando Saddam Hussein nel 2003,
chiese di coalizzare la lotta contro i “Fascisti islamisti” e che
proprio contro tali presunti “Fascisti islamisti” l’Isis si sta
affermando. Esattamente ai tempi di Bush Jr., il politologo Sergio
Romano scrisse un articolo interessante sull’uso strumentale del
“fascismo”, fatto pro o contro il Partito Baath e la sua pretesa
panaraba (Cfr qui).
Ovviamente Romano, da antifascista, si affretta a condannare il Partito
Panarabo e il Fascismo di Mussolini che lo ha ispirato. Condanna senza
appello, perché tale partito incarnerebbe, secondo lui, tutte le
caratteristiche negative, non demoliberali, che risultano irrinunciabili
per gli “Occidentali figli dell’America”. Tale condanna mostra a parer
nostro una grande miopia, anche culturale, poiché manifesta la volontà
di “livellare” ogni cultura, anche quelle profondamente diverse come
quelle arabe, all’archetipo anglo-americano liberal-democratico,
presunta panacea di tutti i mali nonché auto proclamato stadio ultimo
della politica nella storia umana. Tale arbitrio sottinteso però rivela,
oggi in modo ancor più evidente, quel che è lo scopo ultimo della
strategia dell’inganno fin qui osservata: la distruzione globale della
CIVILTA’ per come essa è intesa nella cultura umanistica classica
mediterranea, dunque per come intesa in senso LATINO. Il Partito “Baath”, che letteralmente significa “Risorgimento” (SIC!), chiaramente non è un partito Fascista strictu sensu.
Ma i suoi fondatori SIRIANI (cristiani e mussulmani) hanno sintetizzato
una concezione politica Laica, ma allo stesso tempo Spiritualistica,
che concepiva un’idea di Stato identitario Arabo, Nazionale e Sindacale,
gerarchicamente ordinato e guidato da un Partito unico. Principi ideali
chiaramente ispirati dal Fascismo Italiano. Paradigmatico, in tal
senso, che il fondatore del Baath, nel 1940, un Cristiano di nome Michel
Aflaq, avesse studiato a Parigi, istruendosi politicamente su vari
autori, tra cui quelli Socialisti del tempo, ma soprattutto
abbeverandosi a Mazzini, e poi, Mussolini. Appare chiaro alla luce di
ciò come non rappresentasse una fatalità che il suo partito si chiamasse
“RISORGIMENTO”!
Dunque è innegabile che il Baath nasce
con una evidente influenza ITALIANA. I Baathisti, sebbene abbiano nel
tempo “annacquato” i loro postulati ideali, tradendone anche in parte
lo spirito originale, scivolando pragmaticamente in alleanze negatrici
della loro identità panaraba (come quella di Hussein con gli USA, ad
es.), venendo anche infiltrati dalla plutocrazia internazionale (che poi
gli si è ritorta contro), costituivano comunque e costituiscono
potenzialmente ancora di per sé un pericolo da combattere. Perché
rappresentano ancora la testimonianza di “riflesso” di una concezione
politica unificante ed armonica (dunque non
livellatrice), essenzialmente mediterranea, profondamente italiana,
innegabilmente ROMANA, suscettibile ancora una volta di espansione.
Chiaramente al momento lo è solo in potenza, poiché, non esistendo più
il CENTRO gravitazionale e irradiante di tale nuova concezione Imperiale
(l’ITALIA FASCISTA, per l’appunto!), il Baath in tanti decenni è
scivolato verso la propria parcellizzazione (baath siriano, iracheno,
etc.) e successiva implosione, inverata non solo per demeriti “esterni”.
Un fattore che ha generato nel tempo l’ingresso dalla porta principale
nella “partecipazione ai blocchi” egemonici contrapposti, sostenendo
alternativamente l’uno (USA) o l’altro (URSS) schieramento al tempo
della guerra fredda. Ecco come risulta che è il concetto stesso di
“irradiazione” della “Concezione Imperiale Fascista” ad essere
attaccato; nella dottrina del Fascismo sta scritto ufficialmente che:
… l’impero non è soltanto
un’espressione territoriale o militare o mercantile, ma spirituale o
morale. Si può pensare a un impero, cioè a una nazione che direttamente o
indirettamente guida altre nazioni, senza bisogno di conquistare un
solo chilometro quadrato di territorio. Per il Fascismo la tendenza
all’impero, cioè all’espansione delle nazioni, è una manifestazione di
vitalità; il suo contrario, o il piede di casa, è un segno di decadenza:
popoli che sorgono o risorgono sono imperialisti, popoli che muoiono
sono rinunciatari.
Una
visione del mondo che se sviluppata potrebbe generare davvero un nuovo
“architrave politico mondiale” o se si preferisce il termine un
“ASSE”, forte di un concreto comune retaggio di Civiltà, su cui
potrebbero poggiare la Prima, la Seconda e la Terza “Roma”, ovvero
l’Urbe (e dunque l’area Euro-mediterranea); Costantinopoli-Istanbul,
ovvero il Medio-oriente mussulmano e Mosca.
Dunque, dietro all’attuale “Guerra
fredda” evolutasi, dietro al piano Kalergi attuato dalla
euro-plutocrazia del “nuovo ordine mondiale”, esiste una chiara
strategia di assoggettamento globale a “elites” pluto-massoniche che
stanno perseguendo un piano abominevole di schiavizzazione mondiale, a
mezzo dell’annullamento identitario e culturale, della pulizia etnica,
con lo scopo si disinnescare l’unica alternativa possibile al disordine
morale e politico imperante: il FASCISMO.
Sta a noi prenderne consapevolezza,
scegliere di riconquistare attivamente il nostro destino all’ombra della
Civiltà Fascista o rimanere spettatori inermi, inerti e dunque vittime
predestinate di una minoranza pescecanesca, fautrice di un mondo
abominevole comunque destinato a crollare!
ILCOVO
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