martedì 20 ottobre 2015

Ius Soli e altro: Il continuo saccheggio dell’Italia





Ius Soli e altro: Il continuo saccheggio dell’Italia
 
di Federico Dal Cortivo

Con il primo via libera della Camera allo Ius Soli, si diventerà cittadini italiani solo per il fatto di essere nati sul suolo nazionale, eliminando così lo Ius Sanguinis, con cui si diventa cittadini per discendenza.
Questo a breve distanza dalla decisione di privatizzare le Poste Italiane.
Si compiono così due atti solo apparentemente distaccati, ma invece profondamente legati alla stessa logica mondialista: distruggere tutto quello che resta di quella che fu la Nazione italiana come l’abbiamo sempre conosciuta fino a ieri, saccheggiandone il tessuto economico e distruggendone poi la compattezza etnica-storica e culturale.
Alla Camera il voto compatto del centrosinistra, vera mosca cocchiera dei poteri sovranazionali, con 310 “SI” ha permesso di stravolgere quello che era regola da sempre in Italia, astenuti i grillini e contrario il centro destra, fatta eccezione per Renata Polverini, già “pasionaria” sindacalista e ora deputato di Fi.
I punti chiave, parlano di finestre aperte anche ai bambini stranieri, frequenza della scuola ed altre baggianate simili che hanno permesso alla sinistra di chiamarlo “Ius Soli temperato”.
Ma il passaggio focale rimane quello che da il “diritto” a diventare cittadini italiani ai figli di coloro che abbiano un genitore residente in Italia da almeno 5 anni, poi aggiungiamoci pure l’obbligo di frequenza scolastica, ma la sostanza non cambia.
Adesso per gli stranieri ci vogliono 10 anni per acquisire la nostra cittadinanza.
A breve avremo migliaia di “cosiddetti nuovi italiani”, nell’arco di qualche decennio il volto stesso dell’Italia cambierà radicalmente se non interverranno fattori nuovi, con un impatto disastroso su tutto il sistema sociale, sanitario, scolastico, del lavoro, culturale, già oggi pesantemente compromesso dai tagli per pagare il debito pubblico contratto con banche private straniere e dalle continue riforme liberiste.
Gli ultimi arrivati accamperanno diritti su diritti, senza averne alcun merito storico, ma in forza di un pezzo di carta nel quale ci sarà scritto “cittadino italiano” al pari di chi per generazioni lo è stato veramente ed ha contribuito dall’Unità d’Italia a formare la Nazione.
E già mancava proprio ancora un tassello al piano elaborato nei circoli esclusivi come il Council on Foreign Relations, Trilateral Commission, Bilderberg Group, BCE, FMI che da anni lavorano incessantemente per distruggere ogni forma di Stato nazionale, di appartenenza a una comunità, di orgoglio etnico e religioso, di rigore dei costumi, d’indifferenza alle promesse del benessere.(1)
Il tassello è quello del “Melting Pot”una grossa insalatiera dove amalgamare popoli di razze e religioni diverse, per creare un’ utopistica e futura società omogenea e indifferenziata, d’individui, lo scopo? L’homo economicus” così come lo definiva il pensatore tradizionalista Julius Evola, un mero consumatore, soggetto alle leggi del mercato, alle mode, alle libertà individuali più strane, massa docile indifferenziata, facile da governare da chi detiene il potere economico e finanziario, essendo stato spogliato, e questo discorso vale anche per gli stranieri che si riversano sulle nostre coste, da ogni riferimento etnico, culturale, storico e religioso, e dalle radici stesse della propria terra.
Illuminante a tal fine quanto ebbe a dichiarare il Procuratore dell’Aquila Bruno Tarquini nella Relazione inaugurale dell’anno giudiziario 1999: “Negli ultimi tempi il flusso migratorio ha assunto dimensioni rilevanti… che si è indotti a ritenere fondata la tesi di chi sostiene che si tratti di una vera e propria invasione dell’Europa, voluta e finanziata da centrali operative internazionali, allo scopo di determinare col tempo l’ibridazione dei popoli e delle religioni, onde possono realizzarsi più facilmente e più compiutamente progetti di dominio universale”.(2)
Ida Magli, antropologa, voce sicuramente fuori dal coro del politicamente corretto, chiarisce in modo chiaro le origini ideologiche che sostengono l’invasione: “.... Sono state abolite tutte le forme che potevano anche lontanamente essere considerate analogiche al razzismo, ma tanto più quelle che, essendo giuste e naturali, non avrebbero potuto essere condannate.
Prima fra tutte il possesso del proprio territorio, della propria casa, da parte dei diversi popoli d’Europa, individuando come stranieri gli abitanti di un altro territorio….
Il concetto di diversità è stato abolito in quanto che erroneamente ritenuto implicito in quello di razzismo, e dunque contro qualsiasi evidenza e contro l’uso della ragione e della logica, nessuno deve vedere delle diversità fra un individuo e l’altro, tanto meno fra un popolo e l’altro…
Le razze esistono ed è perlomeno stupido, oltre che non scientifico, negarlo.
La matura ha provveduto a fornire carnagioni, capelli, struttura osseo, adatte al territorio poco soleggiato del Nord così come ha provveduto a quelle adatte al sole del Sud…
I figli somigliano ai genitori, i parenti si somigliano fra loro, i membri di un popolo pure.Punto e basta. Sono simili, pur in una immensa varietà, anche le caratteristiche psichiche, intellettuali, caratterologiche dei membri di un popolo…
Nell’estrema individualità dei “Geni” si riconoscono infallibilmente i tratti culturali di ogni Popolo… soltanto la Tedeschità può produrre un Bach o un Wagner, così come soltanto l’Italianità può produrre un Dante o un Michelangelo.
Nell’intento d’impedire qualsiasi forma di razzismo e giungere a formare ovunque popolazioni miste, si è forzato l’ingresso in Europa, ma soprattutto in Italia di moltissimi stranieri...(3)
Ma il saccheggio, in questo caso economico, non si ferma nemmeno un giorno.
La notizia della partenza della fase di privatizzazione delle Poste Italiane, è stata annunciata in pompa magma da Francesco Caio, noto come Mr. Agenda Digitale, attuale AD del gruppo Poste Italiane Spa e da Fabrizio Pagan, capo della segreteria tecnica del Ministero dell’economia.
Per quest’ultimo si tratta di “una privatizzazione storica” che “porterà sul mercato un campione nazionale”, mentre Caio c’informa, bontà sua, …che ”in questo modo il Paese sarà portato al centro dell’attenzione degli investitori stranieri e che ha una valenza economica e finanziaria ma anche di politica industriale…”.
Sempre secondo Caio, le piazze di Londra e New York hanno mostrato molto interesse all’operazione.
Bene, bravo verrebbe da urlare al Sig. Caio, paracadutato alle Poste Italiane nel 2014 dal governo Renzi.
Peccato che ogni volta che si parla di privatizzazioni a perderci sono solo gli italiani e la Nazione in generale.
Poste italiane viene da anni di bilanci in utile, anche se un servizio come quello postale dovrebbe essere essenzialmente pubblico e votato all’interesse collettivo e non a fare cassa, ma certamente nemmeno ad essere come lo avevano trasformato i vari governi del dopoguerra in “un sostegno all’occupazione” (clientelare a fini elettorali) e terreno esclusivo dei ”sindacati gialli di Cgil Cisl e Uil”.
Da qui è stato facile portare acqua al mulino di coloro che volevano un cambio in chiave liberista .
Il primo passo fu la trasformazione in Spa, che avvenne nel febbraio del 1998.
Una scena oramai familiare oggi, quando dei settori controllati dello Stato sono ritenuti inefficienti, invece di eliminare le sacche di mala gestione e inefficienza lasciando inalterata la proprietà e funzione del servizio, le sirene del liberismo iniziano a tessere le lodi del libero mercato, dell’efficienza e della redditività, e così interi settori passano gradualmente di mano.
E siccome l’Italietta di Renzi e dei suoi scendiletto di Wall Street e Londra non ha certo la voglia né tantomeno la capacità di opporsi ad eventuali scalate, che sicuramente ci saranno da parte di quell’“investitori internazionali” di cui tanto si riempie la bocca Mr. Caio, apprestiamoci cari italiani a vedere tra qualche tempo crescere la presenza straniera tra gli azionisti di Poste Italiane, con un possibile passaggio di mano, nel nome ovviamente dell’efficienza e del libero mercato.
 
1) Sergio Gozzoli – Sulla Pelle dei Popoli - Edizioni L’Uomo Libero n.27
2) Le radici ideologiche dell’invasione. G.Valli - Edizioni L’Uomo Libero n.52
3) Ida Magli - Come ti addormento il popolo: l’equivoco del razzismo - Edizioni L’Uomo Libero n.67
 
19/10/2015

                                                                                                      

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