La “Fiera delle castronerie” è un libro del 1962 di un autore francese, Jean Charles,
che in anni di paziente lavoro ha raccolto centinaia di battute
esilaranti (che siano vere o inventate non è importante) dette da
studenti, ma anche da serissimi professori, giornalisti, magistrati,
politici. Qualcosa di simile lo fece da noi Marcello D’Orta,
un maestro elementare che nel 1990 raccolse decine di temi di alunni di
una scuola elementare della Campania in un libro che divenne un
successo editoriale, “Io speriamo che me la cavo“, dal quale venne tratto anche un film con Paolo Villaggio.
Li ho entrambi nella sezione “umorismo” della mia libreria. Chi non li
ha può trovare ampi stralci e citazioni in rete: vale la pena leggerli,
ogni tanto bisogna anche rilassarsi. Ormai in rete c’è tutto; se
cercate bene scoprite anche chi vi ha fregato il motorino o il
cellulare, se il/la vostro/a partner vi tradisce e trovate pure un
arsenale completo di armi ed esplosivo in offerta speciale per “islamici moderati aspiranti terroristi con problemi psichici disadattati per mancata integrazione”. Mi viene in mente quel libro quando sento o leggo le “castronerie”
quotidiane che ci propinano illustri ed autorevoli esponenti della
politica, della cultura, dell’arte, dello sport, giornalisti, conduttori
televisivi ed opinionisti dalle opinioni opinabili. Ma, soprattutto,
alcuni personaggi di primo piano che tutti i santi giorni sono in prima
pagina e ci deliziano con le loro dichiarazioni e sono convinti di
rappresentare la nazione e parlare a nome del popolo, degli italiani:
Mattarella, Renzi, Boldrini, cardinali, preti di campagna e,
soprattutto, Papa Bergoglio.
Cito spesso le dichiarazioni del Papa
perché sono l’esempio concreto del fatto che i mezzi di informazione
(TV, stampa, internet) sono ormai completamente privi di senso critico,
sono diventati ufficio stampa e megafono del potere. Non solo, ma certe
dichiarazioni vengono ritenute valide, senza nemmeno esaminarle e
capirne il significato, non per la loro intrinseca verità, ma perché
vengono pronunciate da personaggi illustri. Non è vero perché è vero, o
perché è stato dimostrato che lo sia, ma perché lo dice il Papa. Così
può dire qualunque sciocchezza che nessuno si permetterà di farglielo
notare; anzi, stampa e televisione si limitano a riportare le sue parole
“Il Papa ha detto…”. Così come ogni giorno sentiamo e leggiamo “Il premier Renzi ha detto…il Presidente Mattarella ha detto…la presidente della Camera Boldrini ha detto…”. E tanto basta. Mai
una volta che, alla dichiarazione dell’autorevole potente di turno
segua una spiegazione, un’interpretazione, un giudizio critico. No, a
loro basta riportare le “veline” così come vengono passate
dall’ufficio stampa del Quirinale, di Palazzo Chigi, della Camera. E
questi pettegolezzi di redazione li fanno passare per informazione e
servizio pubblico. E’ una truffa mediatica, quasi a livello di falso
ideologico. Ma siccome tutti ci campano, va bene così.
Ed ecco l’ultima della giornata: “Violenze anche ad opera dei cattolici“.
Lo ha dichiarato il Papa durante il volo di ritorno da Cracovia. Si
vede che l’aereo lo ispira. Ogni volta che è in volo, tiene la sua
conferenza stampa a beneficio dei giornalisti accreditati e non manca
mai di fare affermazioni che lasciano perplessi. Ne dice tante che, per
non perdere il conto e lasciare traccia anche per i posteri,
bisognerebbe raccogliere le affermazioni quotidiane di Bergoglio e
pubblicarle in una “Fiera delle castronerie…papali“. Il dramma,
però, è che c’è poco da ridere; anzi, la questione è molto seria. Seria
e preoccupante. Se un Papa, per giustificare le stragi dei terroristi
islamici e non urtare la suscettibilità dei “fratelli musulmani“,
dice che in fondo, anche i cattolici commettono violenze, dopo i primi
momenti di perplessità, si comincia ad essere seriamente preoccupati per
la salute mentale di chi fa un’affermazione simile; che sia il Papa,
l’imam della Magliana o un viceparroco della Marmilla. Lo abbiamo visto
oggi su tutti i TG chiarire questo concetto facendo riferimento proprio
ai fatti di violenza che avvengono in Italia; “Chi uccide la fidanzata, chi uccide la moglie…Anche questa è violenza, e sono cattolici…”,
dice. Chiaro? Sta dicendo che le stragi dei terroristi islamici non
c’entrano niente con la religione e che sono normale violenza come un
qualunque caso di femminicidio. Ma avete mai sentito che qualcuno
ammazzi la moglie recitando i Dieci Comandamenti? Ma siamo sicuri che
questo Papa, oltre a bere il Mate, non sorseggi anche qualcos’altro?
Papa
Bergoglio sta diventando insopportabile. Da un po’ di tempo, nonostante
gli attacchi continui e le stragi del terrorismo islamico, evita come
la peste di citare l’islam e, men che mai, parlare di “guerra di religione“.
Non gli scappa proprio, nemmeno ora che due fanatici hanno sgozzato
Padre Jacques in chiesa con un rituale preciso, leggendo versetti del
Corano e gridando “Allah Akbar“. Non accenna mai alla radice
religiosa del terrorismo, ne dà sempre una lettura diversa. Dice che il
terrorismo nasce da motivazioni politiche, interessi economici o di
controllo globale, dall’interesse dei produttori di armi, del dio
denaro. Tutto ci mette, meno che l’islam, meno che la religione. Anzi
nega con forza che sia in atto una guerra di religione, così come lo
negano i cattocomunisti, i terzomondisti, gli stessi musulmani che
praticano la dissimulazione e autorevoli figure istituzionali come il
Presidente Mattarella, quello con la faccia da cordoglio che, in quanto
ad espressione molto sveglia, se la gioca a pari merito col ministro
Gentiloni, quello che dorme in piedi come i cavalli.
Per giustificare ulteriormente il fanatismo islamico dice che, in fondo, anche i cattolici commettono atti di violenza: “Se io parlo di violenza islamica devo parlare anche di violenza cattolica.”. Il senso
logico di questa frase non è subito evidente; forse bisogna riflettere
un po’, o molto a lungo; e non è detto nemmeno che si riesca a capirlo.
Ma tentar non nuoce; provateci. Stesse argomentazioni senza capo né coda di chi, per giustificare i reati commessi da immigrati e rom, afferma che “anche gli italiani delinquono, rubano, commettono violenze sessuali…”.
Sì, ma sono una percentuale minima, e non ne fanno un’abitudine e stile
di vita, non violentano le donne o sono dediti a furti, scippi, rapine e
accattonaggio per tradizione familiare o culturale, non è una
caratteristica nazionale, non è un marchio “Made in Italy“. Forse non siamo proprio esattamente un popolo di “Santi, poeti e navigatori“,
o meglio non solo, ma non siamo nemmeno un popolo di accattoni e
rubagalline. Noi non campiamo di furti e delinquenza abituale, la
Costituzione dice che “L’Italia è una Repubblica fondata sul lavoro“; sul lavoro,
non su furti, scippi, rapine e accattonaggio. Chiara la differenza? E
se non vi è chiara andate affanculo lo stesso; ci va un sacco di gente,
uno più, uno meno.
Allora, caro Bergoglio, o ci sei o ci
fai. Non si può mettere sullo stesso piano il terrorismo di chi uccide
in nome di Allah recitando il Corano, e la presunta violenza (?) dei
cattolici che, se pure commettono atti di violenza, non lo fanno certo
in nome di Dio e non ammazzano le persone recitando passi del Vangelo.
Nessuna persona sensata farebbe questo accostamento, nemmeno lo scemo
del villaggio. Men che meno può farlo il capo spirituale della Chiesa e
dei cattolici. Oppure a Papa Bergoglio risulta che qualche carmelitano
scalzo, un sacrestano o una Perpetua, improvvisamente impazziti abbiano
fatto una strage urlando “Dio è grande” e citando le Beatitudini dal Discorso della Montagna?
Come si fa a mettere sullo stesso piano le stragi di Nizza, di Parigi,
di Dacca, di Tunisi, e tutte le altre compiute da fanatici islamici al
grido di “Allah Akbar”, e la violenza comune, quella che possono
commettere tutti, musulmani, cattolici, buddisti, ebrei, animisti e
seguaci di Manitù e che nulla ha a che fare con motivazioni religiose?
Nemmeno Boicu Scrapuddu di Trescagheras in preda ad una sbronza a base
di vernaccia arriverebbe a dire simili cazzate prive di qualunque nesso
logico e razionale.
Ho già detto che comincio ad avere forti
perplessità sulle capacità intellettuali e culturali, ma anche
teologiche, di questo Papa (Cose da pazzi),
che si fa notare non per il suo acume, la sua intelligenza, per le sue
riflessioni spirituali o la profondità della sua ermeneutica biblica, ma
per il suo pauperismo, le rivendicazioni sociali e la condanna del
capitalismo, più adatte ad un sindacalista o ad un socialista utopista
dell’ottocento che ad un Papa, e le sue idee marxiste spacciate per
messaggio evangelico. E se non ha gravi lacune culturali, allora è in
malafede; lo dimostra ogni giorno con le sue affermazioni strampalate,
come in questo caso. Sembrano affermazioni fatte da qualche sfigato dei
centri sociali, o dalla Boldrini, o da uno di quegli imam fai da te di
periferia che si vedono spesso in TV o, in alternativa, bisognerebbe
pensare agli effetti di alcol o droghe più o meno leggere. Ed ancora,
invece che rispondere a chi gli chiede perché parlando del terrorismo
non cita mai l’islam, risponde non rispondendo; ovvero addebitando la causa del terrorismo a generici interessi economici globali: “E’ terrorismo di base contro l’umanità”. Ma cosa vuol dire?
Non cita l’islam nemmeno se gli chiedono
perché non cita l’islam. Sembra un gioco di parole, ma è il classico
modo di rispondere di chi non vuole rispondere alle domande scomode. E
perché i giornalisti presenti accettano una simile spiegazione
sconclusionata senza ribattere? Hanno paura che li buttino giù
dall’aereo senza paracadute, oppure che non li invitino più ai viaggi
papali? Questo tipo di giornalismo, che poi è quello che ogni giorno fa i
titoli di apertura di quotidiani e Tg e funge da ufficio stampa del
potere, lo saprebbe fare anche Topo Gigio. Ora, cosa si può dire di un
Papa che giustifica il terrorismo islamico con motivazioni economiche,
escludendo del tutto una radice religiosa, e che pone sullo stesso
piano la violenza e le stragi commesse dai terroristi che ammazzano in
nome di Allah, con le violenze comuni commesse dai cattolici? Niente: o
ci è o ci fa.
-----------------------------------------------------------
CHE TEMPI
Che tempi, signora mia, non c’è più
religione. Anzi, forse la religione c’è, ma sono i religiosi che
cominciano a fare un po’ di confusione. Il Papa dice che dobbiamo
dialogare con i musulmani “nostri fratelli“ , anche quelli che
ci minacciano. Alcuni musulmani, invece, forse equivocando il messaggio
del profeta o interpretandolo troppo alla lettera, a dialogare non ci
pensano neanche, anzi pensano che il massimo della fede sia sgozzare la
gente come capretti al macello (più ne ammazzi, più vergini ti spettano
quando crepi).
Ma non bisogna disperare,
magari, prima o poi, si trova un modo di convivere pacificamente. Ora,
per esempio, dopo la morte di Padre Jacques in Francia, sgozzato da
terroristi islamici, i musulmani, per mostrarsi pentiti andranno in chiesa a sentire la messa. Come
se le monache di clausura facessero le comparse nei film porno. Sono i
primi timidi segnali di sincretismo (e/o dissimulazione). La CEI è
entusiasta del gesto: un miracolo.
Del resto, tempo fa Papa Bergoglio, in occasione della sua visita in Turchia (vedi “Papa a Istanbul“) , insieme a imam e muftì, a pedi scalzi, andò a pregare alla grande Moschea blu, fermandosi in raccoglimento a meditare davanti all’edicola che indica La Mecca.
Avrà avuto un attimo di crisi mistica, semplice disorientamento
geografico, oppure stava studiando lo stile architettonico dell’edicola
per rifarne una uguale a San Pietro? Misteri della fede. Bisogna
riconoscere, però, che questo Papa ha le idee progressiste, molto
aperte, così aperte che gli sfuggono, volano via e così, privo di idee,
dice molte sciocchezzuole (è un delicato eufemismo). Ma lui,
imperterrito, fa finta di nulla, persevera e continua a fare il Papa.
Bene, comunque è già un buon segno; tutti
i musulmani in chiesa. Dopo, per ricambiare il favore, tutti i
cristiani andranno in moschea. Poi cristiani e musulmani faranno una
visita di cortesia in Sinagoga e, per dimostrare ancor più vicinanza
agli ebrei sempre discriminati, con volo low cost e pacchetto speciale “Gerusalemme: tre giorni due notti”,
andranno a pregare al Muro del pianto. E poi, cristiani, musulmani ed
ebrei, sempre con pacchetto weekend tutto compreso, voleranno in Tibet
per rendere omaggio a Budda. Ed infine, buddisti, ebrei, musulmani e
cristiani chiuderanno in bellezza a Napoli con una bella pizzata da Ciro
alla “Bella Napoli“, con spettacolo pirotecnico finale;
razzi, granate, mortaretti, tarantella, triccheballacche, tarallucci e
vino. Viva San Gennaro e sempre…Forza Napoli!
DA TORRE DI BABELE
Nessun commento:
Posta un commento