26.410. È il numero dei massoni in Italia. Popoff ha deciso di pubblicarne la lista, loggia per loggia, regione per regione. Abbiamo calcolato le maggiori concentrazioni geografiche in Italia (Firenze e la Toscana) e le professioni che contano più iscritti (medici e avvocati).
di Edoardo Bettella
Ventiseimila nomi. Sono gli affiliati italiani alle
logge massoniche nazionali, perfettamente riconosciute e legittimate
dalla legge italiana. A due settimane dall’editoriale di Ferruccio De
Bortoli su “Il corriere della sera”, in cui al patto Renzi-Berlusconi
viene associato un «odore stantio di massoneria», Popoff pubblica le
liste degli iscritti. Seppur divulgate originariamente da “La voce delle
voci” cinque anni fa, hanno ancora molte cose interessanti da
raccontare. Vediamo quali.
Sarà un caso, forse, ma la regione italiana che
conta più iscritti è la Toscana. E tra tutte le città d’Italia, quella
tra in cui vi risiedono più massoni è Firenze. Stiamo parlando di più di
duemila liberi muratori nella sola città bagnata dall’Arno. Quasi il
dieci per cento del totale dell’Italia intera.
Se, a Firenze, si aggiungono Arezzo, Grosseto,
Livorno, Lucca, Massa Carrara, Pisa, Pistoia, Prato e Siena, arriviamo a
un totale di più di quattromilacinquecento. La città che, dopo Firenze,
conta il maggior numero di liberi muratori è Torino, con quasi duemila
affiliati. Al terzo posto troviamo Roma, con milleseicentotrenta.
Seguono, in ordine decrescente, Milano (milleduecentosettanta), Palermo
(milleduecentosessanta), Perugia (ottocentottantotto) e Genova
(ottocentotrenta).
Una menzione particolare merita Perugia. Il
capoluogo umbro, infatti, conta poco più di centosessantamila abitanti.
Questo significa che c’è un massone ogni, circa, centottantasei
abitanti. Il numero è poco distante da quello di Firenze, dove ne
troviamo uno ogni centottantatrè. La differenza sostanziale sta nel
fatto che, però, Firenze ha più del doppio degli abitanti di Perugia,
che diventa, quindi, una delle città con la maggiore concentrazione di
affiliati a logge massoniche per numero di abitanti.
Tra le professioni, troviamo più di duemila medici,
oltre mille avvocati e dirigenti, novecento imprenditori, quasi
seicento dipendenti ministeriali, trecentoventi ragionieri,
duecentocinquanta assicuratori, duecentoventi industriali. Sono solo
numeri, professioni, aree geografiche. Ma sarà un caso che il Corriere
parli di «odore stantio di massoneria» riferendosi proprio a un patto
che ha, come punti di contatto in parlamento, due toscani doc come Denis
Verdini e Maria Elena Boschi?
“Il Corriere della sera” parla di «odore stantio di
massoneria» riferendosi al patto tra Renzi e Berlusconi, che trova i
due punti di contatto in Denis Verdini per Forza Italia e Maria Elena
Boschi per il Partito democratico. Ma c’è qualche legame tra questa
affermazione e le radicate origini toscane dei due?
Alcuni chiarimenti: queste liste fanno riferimento
alle logge nazionali, non a quelle estere o sovra-nazionali, anche dette
Ur-Lodges, intorno alle quali spesso aleggia un velo di mistero e
segretezza. In Italia, in seguito allo scoppio dello scandalo della P2,
la legge Spadolini-Anselmi ha vietato l’esistenza di associazioni
segrete (come già previsto dall’articolo 18 della Costituzione)
obbligando anche la non segretezza riguardo agli iscritti.
La più grande loggia massonica italiana è il Grande
oriente d’Italia (Goi), con sede a Roma e con più di ventimila
affiliati. Ne esistono molte altre, più piccole e con meno affiliati,
come, ad esempio, la Gran loggia d’Italia degli Alam o la Gran loggia
regolare d’Italia. Dal Goi si è dissociato, nel 2010, Gioele Magaldi,
fondatore del Grande oriente d’Italia democratico (God), movimento
massonico di opinione nato all’interno del Grande oriente d’Italia, ma
con lo scopo di riformarne la struttura interna all’insegna della
trasparenza. È, di fatto, una forza di opposizione interna al regime
«dispotico» del Goi. La scissione nacque in seguito alla presa di
coscienza, da parte di Magaldi, delle attitudini dell’ex Gran maestro
del Goi Gustavo Raffi, orientate esclusivamente alla preservazione del
potere fine a se stesso e all’arricchimento personale, principi
totalmente opposti a quelli della tradizionale massoneria.
Pubblichiamo, di seguito, la lista di ventiseimila
nomi, frutto dello strabiliante lavoro di Andrea Cinquegrani e Rita
Pennarola, de “La voce delle voci”, che, nel 2009, l’hanno divulgata.
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