Hawo Tako, l’eroina somala che morì per gli italiani
“1948, Mogadiscio. La Somalia è sotto l’amministrazione militare inglese
da ormai 7 anni. La Somalia non era più “italiana” dal 1941, persa
durante la seconda guerra mondiale, insieme a tutta l’Africa Orientale.
La Somalia post-coloniale era in attesa di una nuova amministrazione e una commissione delle Nazioni Unite
doveva stabilire se affidare il protettorato dell’ex colonia italiana
alla nuova Repubblica italiana, tramite una amministrazione fiduciaria,
per prepararla e condurla all’indipendenza nel giro di pochi anni. Era
un’amministrazione contesa tra inglesi e italiani. Il 21 novembre 1949
l’Assemblea generale dell’ONU approvò, a favore dell’Italia, la
Risoluzione 289 con la quale assegnò definitivamente il territorio della
Somalia all’AFIS “Amministrazione Fiduciaria italiana della Somalia”.
.
Gli
inglesi non erano d’accordo e cercarono di boicottare le manifestazioni
filo-italiane. Nel gennaio 1948 l’Inghilterra organizzò e orchestrò
quello che è ricordato come l’eccidio di Mogadiscio importando dal Somaliland e dal Kenia gruppi di somali della Syl “Somali
Youth League” (Lega dei Giovani Somali, un club nato a Mogadiscio nel
1943 con l’appoggio e il sostegno delle autorità britanniche), oltre che
neozelandesi e indiani. Vennero infiltrati in una manifestazione
programmata per l’11 gennaio, con il chiaro intento di dimostrare che
gli italiani non erano graditi.
La giornata si concluse con 54 italiani e 14 somali uccisi. Tra questi somali a Mogadiscio vi era Hawo Tako, sposata con un autotrasportatore italiano, che perse la vita nell’intento di fermare l’eccidio e proteggere gli italiani, così come gli altri somali che persero la vita.
Per avere qualche dettaglio su quel tragico giorno ho intervistato il dott. Abdullahi Elmi Shurie che ci chiarisce la situazione: “Quello
che si sa per certo è che quel barbaro eccidio fu voluto dagli inglesi
che usarono delle persone fatte venire dal Somaliland per mostrare che i
somali odiavano gli italiani. Cosa non vera perché quel giorno molti
somali, domestiche, guardiani, operai, autisti ecc morirono per
difendere gli italiani di Mogadiscio, anche se nessuno si è mai
ricordato di loro”.
A
Hawo Tako a Mogadiscio nel 1970 venne dedicato un monumento per
rappresentare il nazionalismo della Somalia per l’indipendenza. “La donna raffigurata – prosegue il dott. Shurie –
è trafitta da una freccia e come si sa quel giorno molti dei somali che
uccidevano gli italiani erano armati di archi e frecce”.
Un capitolo amaro e poco noto della storia della
Somalia e dell’Italia ma che testimonia il forte legame che c’era tra i
nostri due popoli.
“Quella statua oggi non c’è più. In tanti
anni non si è mai voluto affrontare quella pagina dolorosa della nostra
storia ne da parte italiana ne da parte somala – conclude il suo racconto –
Un messaggio che noi somali dobbiamo capire per ricordare quanto i
nostri popoli siano vicini. Tanti italiani e somali sono morti fianco a
fianco. Di questo non sanno nulla molti somali e anche molti italiani di
oggi che nulla sanno della nostra storia. I politici italiani di oggi
considerano i somali al pari di tanti altri immigrati che vengono dal
mare, ma noi abbiamo sempre considerato l’Italia il nostro secondo
paese. Un somalo che si vede costretto a lasciare il suo paese non va in
Francia o in un paese arabo, perché non si sente arabo o francese ma
italiano”.
A ricordo dei 14
somali caduti per difendere gli italiani in quel tragico giorno del
gennaio 1948, è stata posta dell’associazione Amisom una lapide nella
Chiesa del Perenne Suffragio di Piazza Salerno a Roma.
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di © Alberto Alpozzi –
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