lunedì 2 marzo 2020

Sempre più numerose

Sempre più numerose le pressioni della Chiesa di Dio Onnipotente sulla politica italiana

Negli ultimi tempi sembra che l'interesse da parte dei media italiani per la Chiesa di Dio Onnipotente e i suoi richiedenti asilo in Italia stia crescendo esponenzialmente. Sempre più numerosi sono di conseguenza anche gli appelli al mondo politico.
Chiesa di Dio Onnipotente
Qualche giorno fa, consultando come di consueto “Google News”, ci siamo imbattuti in svariati nuovi articoli sulla Chiesa di Dio Onnipotente, secondo una tendenza che vede sempre più giornali e testate online occuparsene rispetto anche soltanto a poco tempo fa. Di questo gruppo religioso, nato in Cina tra la fine degli Anni ’80 e l’inizio degli Anni ’90 e messo al bando pochi anni più tardi, nel 1995, ci siamo già occupati e continueremo a farlo, anche perché abbiamo notato come, nel corso del tempo, abbia cominciato a diventare sempre più noto persino nel nostro paese, e non soltanto negli ambienti religiosi.
Due prestigiosi istituti  italiani dediti allo studio delle religioni ed in particolare delle cosiddette “Nuove Religioni” (termine con cui, eufemisticamente, in genere vengono chiamate molte sette) come il CESNUR ed il LIREC, per esempio, dedicano molta della loro attenzione a questo gruppo religioso, non soltanto nelle loro pubblicazioni online ma anche in pubbliche occasioni che spesso si tengono in sedi importanti e prestigiose come la Camera dei Deputati, l’Università di Torino o Palazzo Marino a Milano. Ciò testimonia come questo movimento religioso, che pure in Italia non raggiunge se non a fatica i mille membri accertati, risulti comunque molto importante, al punto da riscuotere anche dai professionisti del settore un’attenzione addirittura maggiore rispetto a quella riservata ad altri gruppi o sette ben più numerosi e maggiormente noti all’opinione pubblica. Si potrebbe insomma dire che il peso specifico della Chiesa di Dio Onnipotente (che d’ora in poi, per maggior comodità, chiameremo col suo acronimo, CDO) sia persino superiore a gruppi molto più estesi e famosi nel nostro paese come Scientology, Damanhur, i Testimoni di Geova, Hare Krishna, Soka Gakkai ed altri ancora. Proprio questa particolarità ci ha da sempre incuriositi.
Come ormai molti nostri lettori sapranno, la CDO nacque per iniziativa di Zhao Weishan, nato nel 1951 nella provincia dell’Heilongjiang e predicatore e leader di una branca indipendente di un’altra contestata setta cinese di stampo evangelico e millenarista, gli Shouters, che di lì a breve sarebbe stata anch’essa bandita dal governo di Pechino, nel 1995. Nello stesso periodo, intorno al 1989, in una fase di forte risveglio del movimento evangelico in Cina, una donna entrava nel complesso mondo delle “Chiese domestiche” cinesi, ovvero le varie Chiese protestanti non autorizzate dal governo, iniziando a sua volta la predicazione all’interno del movimento fondato anni prima dal predicatore cinese Watchman Nee (1903-1972).  Costei era Yang Xiangbin, nata nella Cina nordoccidentale nel 1973, che diventò poco dopo la compagna di vita di Zhao Weishan e che fu da questi identificata come la nuova personificazione di Dio figlio, ovvero di Gesù, a suo dire stavolta nato in Cina con sembianze di donna. La CDO non parla mai di lei, ed è persino proibito menzionare il suo nome, ma molti studiosi ritengono che il Dio Onnipotente predicato e venerato dalla setta sia proprio lei, mentre il suo compagno Zhao Weishan viene identificato come “l’Uomo usato dallo Spirito Santo” e “il Prete” della CDO, ovvero il suo “braccio amministrativo”.
Già questa visione “teologica”, quantomeno bizzarra, dovrebbe far riflettere sulla natura di questo culto e, com’è pure facile immaginarsi, spiega anche la diffidenza e talvolta persino l’ironia con cui esso viene guardato dalla maggior parte degli altri cristiani, a cominciare da quelli che nel nostro paese se ne sono anche soltanto occasionalmente occupati. Non è infatti difficile, navigando su internet, imbattersi in qualche forum o sito di fedeli, soprattutto cattolici ma anche protestanti o evangelici, che mettono in guardia i loro fratelli e correligionari dal pericolo e dagli errori contenuti nel messaggio diffuso dai seguaci della CDO. Ne parlano, per esempio, con dovizia di particolari e di fonti, i cattolici più conservatori in questo loro forum, o i battisti della Chiesa di Cristo di Ciampino nel loro sito internet.
Tuttavia, fin qui non vi sarebbe nulla di male se non fosse che questa setta, che in Italia suscita tante attenzioni dagli addetti alla materia e che ultimamente si sta guadagnando sempre più spazi anche in molte agenzie e testate online, in Cina risulta essersi macchiata di gravi reati, che proprio per questo ne hanno determinato l’inevitabile messa al bando. Il caso più famoso è certamente quello dell’omicidio settario del McDonald’s di Zhaoyuan, nella provincia dello Shandong, costato la vita ad una commessa 37enne: in quell’occasione i “missionari” della CDO, entrati nell’esercizio, cominciarono a predicare e a chiedere ai vari avventori i loro numeri di telefono per essere ricontattati in seguito. La giovane Wu Shuoyan, tuttavia, si rifiutò e due di loro, per reazione, cominciarono a picchiarla fino ad ucciderla, mentre gli altri “missionari” impedivano, con le minacce, agli altri avventori di soccorrerla e d’interrompere quello scempio. Quando la polizia arrivò, arrestò i responsabili ma per la giovane commessa ormai non c’era più niente da fare. Le telecamere, tuttavia, avevano ripreso l’intera scena, ed il fatto apparve sin da subito talmente grave da indurre anche la stessa BBC, la più prestigiosa rete televisiva pubblica al mondo, ad occuparsene con un suo apposito programma.
Prima ancora di quel grave fatto, avvenuto il 28 maggio 2014, ve ne erano comunque stati già altri di molto allarmanti: l’anno precedente, il 24 agosto 2013, nella provincia dello Shanxi una seguace della CDO aveva rapito un bambino di sei anni, Guo Bin, e gli aveva strappato via gli occhi; mentre l’anno prima ancora, nei giorni successivi al 21 dicembre 2012, sull’onda delle profezie dei Maya sull’imminente fine del mondo, numerosi membri della CDO provocarono vari crimini e veri e propri tumulti in varie località della Cina. Indipendentemente dal giudizio che ognuno di noi può avere della Cina o del suo governo, bisogna comunque concordare sul fatto che un simile movimento religioso costituisca di fatto un pericolo e che nessuna autorità politica responsabile possa permettersi il lusso di lasciarlo agire e prosperare liberamente, data la sua provata pericolosità per l’ordine pubblico e la sicurezza dei cittadini.
Tuttavia, sono stati numerosi i tentativi di smentire anche questi episodi, che pure sono provati da numerosi elementi come foto e riprese, difficilmente oppugnabili. Inoltre, non sono soltanto le autorità politiche cinesi ad accusare la Chiesa di Dio Onnipotente dei crimini compiuti dai suoi esponenti, ma anche molte altre Chiese del paese, i cui fedeli hanno subito la predicazione aggressiva dei seguaci della setta. In Italia poco o niente si dice di quei crimini e delle prove che li dimostrano, preferendo invece elencare le obiezioni che li smentirebbero, sullo sfondo di una trattazione che fa perno sulla tutela dei diritti umani, sull’anticomunismo, sulla minaccia del “pericolo giallo”, ecc. Così, si finisce per ridurre la questione della Chiesa di Dio Onnipotente ad una gratuita ed ingiusta persecuzione per ragioni politiche ed ideologiche e di mancanza di libertà religiosa e non ad una più complessa questione di sicurezza sociale e nazionale. Inoltre, andrebbe notato come, a questa sorta di “convivio”, sieda un “convitato di pietra” che è la politica o meglio ancora la geopolitica: la CDO, al pari del Falun Gong, hanno ben presto trovato simpatie ed appoggi negli Stati Uniti così come in Europa, presso gli ambienti più atlantisti o che sposano una politica tradizionalmente anticinese, secondo il ben noto principio per cui “il nemico del mio nemico è mio amico”. Venendosi a creare anche tal genere di “strumentalizzazione”, diventa a quel punto davvero difficile fare e pretendere chiarezza.
Che nella guerra fra la Chiesa di Dio Onnipotente e le autorità di Pechino, molti in Occidente (e non solo) stiano dalla parte della prima, lo si nota nella “chiamata alle armi” che una giovane seguace della setta, Giulia Lu, fa in un’intervista pubblicata dall’agenzia DIRE: “Non bisogna avere paura di questo virus. Dobbiamo prendere le necessarie misure di protezione, ma non escludere la comunità cinese. Noi della Chiesa di Dio onnipotente vogliamo aiutare il prossimo. Penso anche ai miei confratelli rimasti in Cina, ma anche agli abitanti del Tibet e di Hong Kong, ai cristiani e agli altri gruppi religiosi, che subiscono ulteriori discriminazioni da parte di Pechino. Bisogna informarsi e fare pressioni affinché le autorità smettano di perseguitare le persone”. Il riferimento è, ovviamente, al famigerato Coronavirus, per il quale la Cina è stata messa sul banco degli imputati in più sensi (è stato detto che avesse fabbricato quel virus in un suo laboratorio perdendone poi il controllo, che fosse scaturito da una generalizzata mancanza d’igiene o da certe cattive abitudini alimentari, che avesse nascosto la verità il più a lungo possibile col risultato di amplificare la gravità del problema, e ora viene accusata di voler approfittare dell’emergenza sanitaria da Coronavirus per aumentare la censura e le repressioni, soprattutto a danno dei perseguitati per ragioni politiche o religiose, dalle sette cristiane ai musulmani uiguri, ecc). Ma la “chiamata alle armi” si rivolge anche a tutti coloro che, in Occidente, sulla difesa dei diritti umani hanno imbastito varie campagne e fatto attivismo contro le autorità di Pechino, ciascuno in base all’argomento a cui era più sensibile: dal Tibet e quindi la causa del Dalai Lama a Hong Kong e quindi la causa dei suoi manifestanti, entrambi con uno sguardo rivolto a Washington e a Londra, fino ai vari gruppi cristiani, musulmani, spirituali, ecc.
Non a caso, parlando della situazione della Chiesa di Dio Onnipotente in Italia, viene poi dichiarato dalla testimone: “Attualmente, più di 800 confratelli hanno fatto la richiesta di protezione internazionale in Italia, ma solo il 19% delle domande sono state approvate. Quindi la maggior parte delle domande sono state respinte. Io e più di 90 persone abbiamo già fatto appello al Corte di cassazione. Nel frattempo non abbiamo alcun modo per aggiornare il permesso di soggiorno, affrontando il rischio di essere rimpatriati in qualsiasi momento. Ma noi vorremmo finalmente ricostruirci una vita”. Come si può notare, in effetti, anche da molti articoli apparsi recentemente, quella di dare a tutti i membri della Chiesa di Dio Onnipotente giunti in Italia dalla Cina l’asilo politico e la protezione internazionale, avvicinandosi così al 100% di richieste accolte come in Australia o Nuova Zelanda o ad una quasi totalità come in Canada ed Inghilterra, è diventato ormai il nuovo traguardo a cui la CDO e molti suoi amici o sostenitori guardano con determinazione.

Da Opinione Pubblica.com
                                                                                                                                        

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