PROCESSO ALLA DEMOCRAZIA
Partiamo da un dato di fatto provato ed incontrovertibile, una vera e
propria legge naturale: in natura la qualità è inversamente
proporzionale alla quantità.
Ne consegue che è statisticamente provato che il giusto, l’intelligente,
il bene, l’opportuno e il conveniente risiedono nelle minoranze e mai
nelle maggioranze perché le seconde hanno una probabilità molto maggiore
di sbagliare.
Un vecchio professore, pieno di anni, di esperienza e di acume diceva:”
Quando troppa gente mi da ragione, allora sono quasi sicuro di essere in
errore”
In democrazia le decisioni più importanti sono prese dalle maggioranze e
quindi, per quanto dianzi dimostrato, dai meno preparati, dai meno
intelligenti e dai meno capaci e questo ci sembra il modo migliore per
prendere decisioni sbagliate per la comunità.
E’ altrettanto vero che in pratica la maggioranza decide solamente su
chi comanderà e che i politici di professione se ne infischiano del
concetto di democrazia ed applicano una oligarchia che fa capo a gruppi
economici ed ideologici che, una volta al potere, fanno interessi che
sono particolari e non generali.
In Italia 78 anni di democrazia hanno ampiamente dimostrato quanto
andiamo dicendo con gli scandali, le ruberie, la corruzione ed i
comportamenti paramafiosi che hanno devastato il Paese e non hanno
invece fatto fare quelle leggi e quelle riforme che sarebbero state
necessarie per ben governare!
Ma tutto ciò rimane un’aberrazione, un falso ed una presa per i fondelli
in cui nessuno è quello che dice di essere e nessuno fa quello che ha
promesso di fare!
Sarebbe allora più logico e soprattutto più onesto riconoscere i limiti
intrinsechi della democrazia quanto quelli della possibilità della sua
realizzazione pratica e non affidarsi ad essa per il governo delle nazioni.
A questo punto i democratici insorgono dicendo che se non c’è la
democrazia, allora c’è la dittatura che è molto peggio,
A parte che, come in tutte le forme di governo il bene o il male non
dipende dalla forma, ma sempre dalla natura di chi comanda e noi
possiamo citare dittatori ottimi come Benito Mussolini che tanto di
buono e di bene ha fatto per l’Italia ed agli italiani come dimostrano
non le chiacchere, ma la mole di leggi e di riforme realizzate nei venti
anni di suo governo, resta il fatto che le dittature presuppongono un
dittatore che non sempre è presente e disponibile in quanto per esserlo
si debbono avere delle qualità di personalità, di capacità di comando e
di intelligenza strategica che non sono sempre alla portata di qualcuno.
Ma la ragione per la quale i democratici si sbagliano ( ed appartenendo
ad una maggioranza si capisce bene il perché sempre in ragione che in
natura la qualità è inversamente proporzionale alla quantità ) è che la
dittatura NON è l’unica alternativa alla democrazia.
Noi riteniamo che l’alternativa più valida alla democrazia sia invece la
MERITOCRAZIA.!
Partiamo con un esempio per non perderci subito nella teoria.
Il generale Josef Radetzky che fu governatore del Lombardo Veneto per
conto dell’impero austriaco, aveva poteri assoluti e governò bene quelle
terre tanto da lasciare un’eredità di ottima amministrazione e di
progresso economico tra le più fiorenti d’Italia.
Egli non aveva bisogno di elargire favori a nessun politico ed a nessun
faccendiere per conservare la sua carica che gli era stata affidata
dall’imperatore per le sue qualità e le sue capacità e quindi il suo
unico scopo era quello di dimostrare che la sua amministrazione era
corretta e la migliore possibile tramite i risultati positivi ottenuti.
Se il governo delle nazioni, delle regioni e dei comuni fosse attribuito
a persone scelte tramite una selezione meritocratica, così come pure
avvenisse per i parlamentari, allora non dovremmo assistere allo scambio
di favori per ottenere i voti e gli incarichi e si trancerebbe alla base
uno dei principali motivi del malgoverno.
D’altronde quando uno di noi deve decidere da quale medico farsi curare,
o quale ingegnere assumere per costruirsi la casa od a quale avvocato
affidare una causa importante, la prima informazione che assume è se e
quanto quella persona sia capace ed esperta.
Non si vede perché non debba usare lo stesso metodo per amministrare la
cosa pubblica ed il governo del Paese.
Si potrà discutere su quale possa essere il metodo migliore per
raggiungere tale obiettivo, ma l’importante è di incamminarsi sulla
strada giusta, nella giusta direzione e con un preciso traguardo da
raggiungere anziché insistere a rimanere in una condizione come la
democrazia virtuale in cui ci troviamo che non può che dare frutti
avvelenati!
Un grande statista del passato, il Tayllerand soleva dire: ” La
democrazia è l’arte di contare i nasi anziché i cervelli “
Alessandro Mezzano
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