domenica 7 giugno 2020

IL SANGUE E L' ORO

PREMESSA:
Siamo profondamente convinti che la causa prima della situazione sociale in cui oggi
viviamo e che tende a monetizzare ogni aspetto della vita togliendo o depauperando gli
aspetti più nobili che dovrebbero regolare ogni società civile, abbia le sue radici nell’esito
della seconda guerra mondiale che vide uscire vincitori i due grandi blocchi formati da Usa
che impersonava il capitalismo e URSS che impersonava il comunismo marxista.
Apparentemente le ideologie che dominavano i due blocchi erano in contrasto tra di loro,
ma avevano in comune la concezione materialistica impersonata dall’oro.
Il capitalismo per trarre il massimo profitto da parte di chi già aveva tanto ed il comunismo
per distribuire più equamente a tutti la ricchezza.
Entrambe le ideologie però avevano come unico oggetto del contendere il denaro e la
ricchezza considerando che in questi orizzonti si esaurisse ogni aspetto della vita di
ciascuno e del vivere sociale.


La tesi era che, una volta risolti i problemi materiali del denaro, tutto il resto si sarebbe
risolto da se e comunque era di importanza secondaria e trascurabile.
Non abbiamo nulla contro il denaro, ma in termini di relatività, lo consideriamo una cosa
buona se è un mezzo mentre lo consideriamo un’aberrazione sociale se diventa esso
stesso un fine.
Era inevitabile che una simile concezione della società, capitalista o comunista che fosse ,
innescasse una deriva sociale verso un materialismo esasperato trasformando il denaro
nel fine ultimo anziché nel mezzo per raggiungere degli obiettivi più alti e più nobili!
E’ una strada sbagliata che snatura la stessa essenza dell’uomo visto nel suo insieme,
nella sua completezza e la storia ci insegna che le vere conquiste che l’umanità ha fatto
da quando l’uomo scese dagli alberi e cominciò a camminare eretto non sono la
produzione di ricchezza, ma il progresso del pensiero, la sua capacità di immaginare, lo
sviluppo della sua sensibilità, la capacità di vivere in armonia con gli altri, il sapersi
astrarre dal puro egoismo per operare nell’interesse collettivo, tutti elementi che non sono
mercificabili e che non hanno perciò un prezzo a identificarli.
Per secoli e pure tra mille difficoltà, la strada è andata in quella direzione sino a quando un
avvenimento epocale che ha coinvolto tutto il mondo non ha spostato gli obiettivi
rimarcando un’unica e predominante priorità, quella dell’accumulo di denaro sopra tutto il
resto.
Non che non ci fosse anche prima un contrasto tra due concezioni diverse, quella del
sangue e quella dell’oro, appunto, ma c’era una lotta costante come tra il bene ed il male
ed il risultato era un equilibrio tra le due posizioni in guerra tra di loro.
Poi, con la fine della seconda guerra mondiale, ha vinto definitivamente l’oro..!!
I risultati si stanno vedendo e se chi ha un’età sufficientemente avanzata per fare dei
confronti, paragona i tempi della propria giovinezza a quelli odierni, avrà immediata la
sensazione di quanto il mondo sia cambiato e non certamente in meglio!
Cercheremo di fare un’analisi ed un confronto prendendo in esame le varie categorie
sociali, le varie situazioni e le varie professioni per rimarcare quanto il mondo sia cambiato
in questo ultimi 60 anni e quanto sia stata deleteria per la società la concezione
materialistica oggi imperante.
Alessandro Mezzano
GLOBALIZZAZIONE
Un primo risultato evidente dello spostamento dai valori etici a quelli economici in base al
nuovo comandamento universale che il denaro vale più di tutto il resto è senza dubbio il
fenomeno della globalizzazione.
La globalizzazione si fonda sulla ricerca del massimo profitto ad ogni costo e si basa sulla
speculazione del capitalismo mondiale che ha trovato più conveniente spostare i propri
investimenti verso quei Paesi poveri dove i costi di produzione sono immensamente
inferiori a quelli dei Paesi più emancipati.
Al capitalismo mondiale non importa se quella produzione costa di meno perché i
lavoratori operano in una condizione di semi schiavitù, con salari da miseria e con orari di
lavoro massacranti, né gli interessa che in quei Paesi non esista alcuna legge che tuteli
l’ambiente permettendo altissimi tassi di inquinamento, né gli interessa che tutto ciò
produca una concorrenza sleale ed insostenibile per i Paesi più avanzati provocando la
chiusura delle aziende e una massiccia disoccupazione.
Anzi tutto questo, al capitalismo mondiale fa comodo perché abbassa i costi di produzione
ed aumenta di conseguenza i profitti..!
Al capitalismo interessano solamente gli utili che da tale situazione possono derivare in
nome appunto del profitto e della priorità che questo assume in una società in cui l’oro ha
vinto sul sangue.
Il paradosso di una tale situazione è che anche i capitalisti vivono sullo stesso pianeta dei
poveri e degli sfruttati e dato che il processo innescato dalla globalizzazione mette a
repentaglio il futuro di tutto il pianeta, se non altro sotto l’aspetto ecologico, quando si sarà
superato il punto di non ritorno, sarà segnata anche la loro sopravvivenza.
Ma il denaro non è capace di proiettare il ragionamento in prospettiva e vive solo e
sempre nel presente senza preoccuparsi delle conseguenze future del suo operare!
La globalizzazione avrebbe un senso solamente se rappresentasse una situazione
mondiale in cui ogni Paese fosse ad un grado di sviluppo eguale agli altri e quindi non si
creassero discrepanze economiche e sociali, ma così non è e non serve a nulla fare finta
che lo sia.
La storia insegna che i popoli e le civiltà si sviluppano e crescono in modi ed in tempi
diversi tra di loro creando delle differenze economiche culturali e sociali che non possono
essere colmate con la bacchetta magica della finanza internazionale.
Se pure è giusto auspicare che i popoli meno progrediti possano raggiungere il grado di
sviluppo di quelli più progrediti, pure si deve tenere conto che il processo deve essere
graduale per non sconquassare le economie.
È come se da un bacino di acqua a monte si dovesse riempirne uno al valle sino ad
equilibrare i livelli.
Se l’afflusso sarà graduale non ci saranno danni, ma se si apriranno le dighe di colpo ciò
provocherà una tale onda di piena da distruggere il bacino a valle…
Fuori di metafora, se si ponessero dei dazi sulle importazioni dai Paesi emergenti, in modo
graduale e magari per grandi blocchi a sviluppo omogeneo, si otterrebbe il risultato di fare
sì progredire quei Paesi, magari in tempi un poco più lunghi, ma senza dissestare le
economie dei Pesi più progrediti come invece sta avvenendo ora ..!!
MEDICI
Nel primo dopo guerra, epoca a cui risalgono i nostri ricordi di ragazzo, non c’era come
oggi il “Medico di base”, ma bensì la figura del “Medico condotto” che provvedeva a quasi
tutte le necessità sanitarie del paese, che conosceva tutti e la loro storia sanitaria e che
era un’autorità indiscussa assieme al parroco ed al maresciallo dei carabinieri.
Raramente il medico condotto mandava i pazienti da uno specialista, salvo rari e
documentati casi “difficili”, anche perché la sue esperienza e la sua professionalità, frutto
di tanti anni di costante applicazione e di vera dedizione gli davano le armi per risolvere
con successo la gran parte delle patologie che gli si presentavano.
Il medico condotto svolgeva la sua funzione più come missione che come professione a
fini di lucro, non percepiva regalie dalla case farmaceutiche ed era disponibile ad ogni ora
per visitare e per curare i suoi pazienti.
Oggi il medico di base è diventato poco più che un passacarte che mediamente e salvo
rare e commendevoli eccezioni, stenta a fare una visita come si deve, spesso fa diagnosi
a pazienti con giacca o cappotto addosso ed invia allo specialista ogni caso che sia più
complicato di un raffreddore o di un’unghia incarnata..!
Intercala le visite ai pazienti con il ricevimento dei “propagandisti medici” che girano per gli
ambulatori a promuovere le vendite delle case farmaceutiche e concede con facilità giorni
di riposo per malattia per soddisfare le richieste, non sempre giustificate, di postulanti
pretenziosi!
La stessa capacità professionale ne risente per mancanza di esperienza diretta e ciò
provoca sovente superficialità delle diagnosi causata anche da un generale senso di
menefreghismo o quanto meno di superficialità che ha preso il posto della dedizione che
era una volta la regola per questa professione.
Se poi passiamo agli specialisti, possiamo subito constatare una prima cosa e cioè quanto
sia diverso il trattamento tra i pazienti mutuati e quelli a pagamento e quanto siano salate
le parcelle delle visite a pagamento.
Un atteggiamento speculativo, la frequente richiesta di reiterare le viste, il suggerimento, in
caso di necessità, di ricoverarsi in una clinica privata dove il luminare opera anziché nelle
strutture pubbliche, dimostrano, come testimoniano le frequenti denunce dei media, che la
loro professionalità è al servizio più del profitto che non di quello della salute dei pazienti!
Ma la cosa più grave è la quasi accettazione di questo stato di cose da parte della
pubblica opinione che considera questi atteggiamenti come una inevitabile espressione
della natura umana quasi che l’anteporre il denaro e la visione materialistica della vita al
senso del dovere, alla solidarietà umana ed alle regole etiche, fosse l’ineluttabile destino
dell’umanità!
Se poi consideriamo che quasi sempre questi specialisti si sono fatti le ossa ed hanno
acquisito capacità professionale nelle strutture pubbliche e pagati dallo Stato e che, una
volta arrivati, sfruttano privatamente e per lucro personale queste loro capacità, allora
appare ancora più evidente una moralità ambigua e la prevalenza della ricerca del profitto
rispetto alla missione medica!
Certamente, anche in tempi passati, erano presenti individui di tale fatta, ma erano molto
più rari di oggi e certamente non trovavano alcuna giustificazione in rapporto ai parametri
etici del tempo!
ARTIGIANI
Sta diventando una specie in via di estinzione ..!
L’artigiano, come dice l’etimologia del termine, è una specie di artista e cioè una persona
che mette nel suo lavoro anche la passione e la creatività che il suo talento professionale
gli suggeriscono e che svolge il proprio lavoro con l’orgoglio che deriva dalla
consapevolezza della propria maestria.
Tutto ciò lo pone in una dimensione che, pur mirando ad un giusto guadagno, pure è in
qualche modo disgiunto da tale obiettivo quanto meno non facendone l’ obiettivo primario!
Non stiamo assolutamente dicendo che l’artigiano deve essere un francescano od un
santo che lavora per la gloria, ma che, quanto meno, i due aspetti possano convivere
nell’artigiano senza che uno annulli l’altro..!
Anche qui, purtroppo, è arrivata però la mercificazione spinta e l’artigiano di oggi ha poco
o nulla a che vedere con quello di 60 anni fa.
Oggi la professione si è allontanata sempre di più dall’essere vicina all’arte ed è diventata
un qualsiasi mestiere banale.
La maestria, la passione, la creatività sono state sostituite dalla tecnologia trasformando
spesso l’artigiano in un semplice assemblatore di parti prefabbricate dove il portato
personale è praticamente nullo, mentre l’obiettivo principale e quasi unico è diventato il
profitto in omaggio al nuovo concetto che ogni cosa è mercificabile e tutto ha un prezzo in
denaro!
Naturalmente a tutto ciò concorre anche il fatto che pure la clientela degli artigiani, sempre
in funzione del materialismo imperante, si è diseducata al bello adattandosi all’utile come
chi, abituandosi a mangiare cibi insipidi, perde piano, piano la memoria ed il gusto per i
cibi saporiti!
Se da una parte la mancata richiesta di un alto livello qualitativo ed estetico dei manufatti
prodotti provoca la contrazione della qualità della produzione artigianale, dall’altra questa
mancata produzione di qualità provoca una caduta ed una mancanza di gusto nella
clientela.
Insomma è un cane che si morde la coda o, se si preferisce, causa ed effetto che si
rincorrono e sono l’una la conseguenza dell’altro!
Lo si può constatare anche in un campo domestico come l’alimentazione laddove ai cibi
preparati con cura ed amore dalla massaia si sostituisce in parte il cibo preconfezionato
dei supermercati.
IMPRENDITORI
Imprenditore è quella persona che, come dice la parola, si lancia in una impresa produttiva
in funzione della sua propensione a creare un qualche cosa che produce beni o servizi.
Per quanto il fine di una azienda sia sempre stato il guadagno, pure anche gli aspetti
dell’ambizione di creare una realtà, il procurare posti di lavoro e ricchezza nel contesto
sociale in cui si opera, in una specie di sfida o di gara con se stessi per dimostrare la
propria valentia, così come l’orgoglio di sapere di svolgere una precisa funzione sociale,
sono sempre stati elementi significativi dell’impresa.
Anche in questo campo però, sebbene in misura forse minore che in altri campi, la nuova
tendenza a porre in modo prioritario il denaro, ha trasformato la figura dell’imprenditore
che ha accentuato i connotati di speculatore economico ed assopito quelli di produttore.
Esempio classico è quello di imprenditori che, spinti dai mercati e dalla concorrenza,
hanno quasi cessato di produrre in proprio ed oggi acquistano da Paesi in via di sviluppo
o producono colà tramite delocalizzazione delle aziende, merci che poi rivendono nei
Paesi nei quali le aziende hanno solamente una presenza fittizia o virtuale.
Questo tipo di speculazione è fatta in parte per necessità, ma in parte perché il fine del
maggiore utile è divenuto prioritario rispetto a tutte le altre motivazioni per le quali
un’impresa dovrebbe vivere.
Va insomma sempre più scomparendo la figura dell’imprenditore, sostituita da quella dello
speculatore!
E’ pur vero che a fronte di una previsione di guadagno del 3%-6%, gravato di tasse e
balzelli vari e minacciato da scioperi o occupazioni, l’alternativa di guadagni a due cifre
ipotizzabili con la speculazione, spinge inevitabilmente verso quest’ultima, ma questo è
pur sempre l’effetto inevitabile, la conseguenza logica, del mutato orizzonte economico
che deriva sempre dalla sciagurata vittoria dell’oro sul sangue ..!
Il risultato pratico è alla fine che sempre di più la figura del vecchio imprenditore sta
cedendo il posto a quella dell’imprenditore speculatore con una drammatica ricaduta
sociale sull’occupazione, sul potere d’acquisto e sulla serenità della gente.
Lo stesso capitalismo che era rappresentato per la sua quasi totalità dalle imprese, tanto
che l’antitesi classica del proletariato erano i “padroni”, si è oggi trasformato.
Non esistono quasi più i “padroni” che sono stati sostituiti dai finanzieri o da anonimi
gruppi finanziari che, senza produrre ricchezza se non per se, spostano montagne di
miliardi da una speculazione all’altra condizionando addirittura la vita dei governi e la
natura degli Stati!
Delocalizzazioni, titoli speculativi come i famigerati “Sub prime”, manovre di borsa,
megagalattiche compravendite di valute, sono gli strumenti attraverso le quali poche
centinaia di persone detentrici della ricchezza mondiale, su sei miliardi di abitanti della
terra, monopolizzano la creazione di ricchezza che rimane concentrata nelle loro mani
senza apportare alcun beneficio alla collettività umana!
E’ l’apoteosi della preminenza dell’oro sul sangue!
E’ la realizzazione del disfacimento dei valori della civiltà, la morte del pensiero, la necrosi
dei sentimenti, il trionfo del materialismo assoluto!
In questa situazione l’individuo cessa di essere una persona per diventare un mero
strumento di strategie finanziarie, un oggetto di speculazioni, mentre si annullano i diritti
più basilari a favore dell’imperativo del profitto e si abbruttiscono dignità, senso dell’onore,
tradizioni e spiritualità!
LA SCUOLA
La scuola maestra di vita.
Questo era l’assunto nelle vecchio società e la parte umanistica dell’insegnamento era lo
strumento base attraverso il quale raggiungere tale obiettivo.
Anche in questo settore il materialismo imperante nella nuova società ha trasformato il
contesto ed oggi, sempre di più, si tende a considerare l’insegnamento più un
addestramento per lo svolgimento di quei compiti che saranno assegnati da coloro che
gestiscono e controllano l’economia che non la coltivazione delle capacità intellettuali per
creare un individuo che pensi autonomamente e che sia capace di una sua critica
speculativa scevra da condizionamenti e da idee preconfezionate da interessi esterni.
Anche le scimmie si possono addestrare, ma restano sempre degli animali….
Non sappiamo quanto ciò corrisponda ad un preciso piano strategico, ma il dubbio che
questo esista è suffragato dal fatto oggettivo che è molto più facile gestire un popolo di
rincoglioniti consumatori che non uno di gente pensante in modo libero ed autonomo
senza contare che un metodo siffatto risponde in pieno alle esigenze speculative della
Finanza internazionale.
Chi pensa può criticare e chi critica danneggia gli interessi di coloro che desiderano
decidere il come, il quando ed il quanto ed il perché in modo che ciò collimi con i propri
interessi!
Da ogni pulpito politico sentiamo dire che la scuola non è all’altezza delle aspettative
perché non prepara gli allievi ad incontrare il mondo del lavoro tanto che i diplomati ed i
laureati, se assunti dalle aziende, debbono iniziare un addestramento totale il che è una
perdita di tempo e di denaro.
Ci risiamo con il denaro.
Nessuno considera che dopo la scuola tutta una vita attende di essere vissuta e che non
sarà certamente la preparazione tecnica, per quanto migliorata ed approfondita, a dare gli
strumenti per affrontare le problematiche cui i ragazzi andranno incontro.
Servono apertura mentale, capacità critica di ragionare, ancoraggi culturali ai quali fare
riferimento e acquisizione di valori e non è certo l’addestramento tecnico che può fornire
tutto ciò!
Alla società ed agli insegnanti di oggi tutto ciò non interessa ed anche se lo scopo per cui
la scuola fu in origine creata era la formazione dei cittadini, si preferisce, in nome del solito
materialismo e degli interessi economici, produrre degli individui addestrati anziché dei
cittadini colti..!
I risultati si vedono ed i sintomi più eclatanti sono laureati che non sanno scrivere
decentemente un testo, diplomati che non sono nemmeno in grado di redigere una
domanda di assunzione senza fare errori grossolani.
L’accettazione da parte della gente del condizionamento mediatico, constatabile nella
pedissequa adesione alle mode, nella adesione emotiva ad avvenimenti solo sino a
quando essi sono di attualità oppure nel condividere giudizi prefabbricati, dimostra una
volta di più quanto la scuola crei più una sovrastruttura mentale condizionante che non
una personalità autonoma, critica ed indipendente.
Quali progressi siano in grado di realizzare nelle loro vite individui così “formati” è
purtroppo prevedibile.
Un vecchio insegnante universitario della facoltà di chimica mi diceva che , dopo il primo
anno di università, gli allievi che provenivano dal liceo classico e quindi con formazione
umanistica, superavano mediamente quelli che provenivano dal liceo scientifico,
nonostante che questi avessero già una certa infarinatura di chimica.
E’ la dimostrazione pratica della tesi che abbiamo esposto e la conferma che il vero
progresso dell’umanità sta nello sviluppo del pensiero speculativo e non in quello della
tecnica perché il primo fornisce gli strumenti per sviluppare intelligenza mentre il secondo
è solo addestramento.
La preminenza è perciò del sangue e non dell’oro anche se provvisoriamente la vittoria
dell’oro appare irreversibile..!
LA POLITICA
La politica dovrebbe esser lo strumento attraverso il quale i cittadini possono promuovere
e realizzare il loro progetto di vita nel contesto di una società civile responsabile che
rispetti i diritti di tutti senza discriminazioni e senza privilegiare interessi privati o di gruppi.
Le cronache di tutti i giorni ci certificano quanto tale obiettivo sia lontano dall’essere
realizzato e quanto invece La politica agisca in nome di interessi privati o di gruppi!
E’ la inevitabile conseguenza della priorità che viene data all’oro sul sangue, al denaro
sull’onesta amministrazione, al profitto sull’etica!
Quando l’oro vince sul sangue, vince soprattutto un modo di concepire la vita, vince un
modo di considerare valori e gerarchie, vince un modo di determinare le priorità assolute e
pertanto diventa inevitabile tutta una serie di ricadute che sono la conseguenza logica ed
obbligata di quelle premesse.
Oggi, dopo la caduta del comunismo dell’ URSS tra i due materialismi che dominavano la
politica mondiale, il predominio è passato al capitalismo, ma anche quando il comunismo
era l’altra faccia della politica e contrastava il capitalismo, entrambe le ideologie dominanti
erano improntate al materialismo e vedevano nel denaro l’unico oggetto del contendere.
Come abbiamo già detto, il capitalismo per aumentare i patrimoni di chi già aveva tanto ed
il comunismo per distribuire più equamente la ricchezza, ma entrambi terminavano i propri
orizzonti sociali ed umani al modo in cui trattare il denaro senza mai affermare l’esistenza
e l’importanza di altri valori che sono invece fondamentali e che caratterizzano la stessa
natura dell’essere umano come l’arricchimento della propria cultura o la realizzazione di
una spiritualità, non importa se religiosa oppure agnostica, che sono le naturali ed
imprescindibili pulsioni dell’Uomo..!
Invece nel mondo politico di oggi corruzione, mercimonio, prostituzione morale, affarismo,
collusione con la criminalità organizzata, sono all’ordine del giorno e riempiono le
cronache dei media a dimostrazione che la virtù è morta e che la sete di denaro ha
infettato tutto questo mondo.
Deputati e senatori vengono comperati come vacche al mercato, capi politici rinnegano il
loro passato per interesse e cambiano bandiera, le ideologie che erano, a torto o a
ragione, le bussole etiche dei comportamenti politici, sono morte e sostituite dall’interesse
personale o di gruppo!
Una ulteriore e significativa dimostrazione di quanto andiamo esponendo è il massiccio e
documentato coinvolgimento della politica con la mafia, rapporto in cui si vendono alla
malavita protezione, complicità e negazione della giustizia sino ad arrivare a negare il
diritto con gli accordi discussi e realizzati con la mafia in nome del denaro e del potere
derivante da appoggio elettorale quando non da affari in comune.
Falcone, Borsellino e il generale Della Chiesa, assieme a tanti altri fedeli servitori dello
Stato che tentarono di opporsi, pagarono con la vita la loro convinzione sulla preminenza
della legge sul malaffare, mandati al macello da una politica collusa e complice!
Tutta la politica è coinvolta, dalla DC di Andreotti alle cooperative edili rosse siciliane a
Forza Italia fondata da Berlusconi e Dell’Utri.
Todos Caballeros, tutti picciotti….
Come abbiamo già detto, era inevitabile che ciò accadesse perché quando si parte dal
principio che il denaro è la cosa più importante, esso passa da strumento a fine ultimo e
quei comportamenti ne sono la logica conseguenza!
I GIOVANI
I giovani dovrebbero essere, per loro natura e per la condizione contingente che vivono, i
meno toccati dall’infezione dell’oro.
La vita tutta da vivere con le scoperte, le emozioni, l’amore, le curiosità e gli entusiasmi
non ancora mortificati dall’esperienza, dovrebbero dare loro una sorta di immunità.
Non è purtroppo così.
L’infezione dell’anima che ha colpito tutta la società ha infettato anche loro, inaridendo i
loro cuori, congelando le loro menti e spegnendo i loro entusiasmi.
In un mondo che pensa solo al denaro e non si cura dei valori che arricchiscono lo spirito, i
giovani crescono trascurati e si trapianta anche in loro quel materialismo che trasuda da
ogni aspetto della vita di oggi.
Gli eroi immaginari che ispirano e fanno loro da modello, non sono più i guerrieri, gli
scienziati, gli artisti, i poeti, ma i giocatori di pallone, i cantanti, gli attori e lo sono perché
essi guadagnano tantissimi soldi con i quali comprare automobili, donne, droga e rispetto.
I traguardi sognati non sono più la gloria e la felicità, ma il denaro e lo sballo e questi
traguardi si perseguono con freddo calcolo e con arido cinismo.
Anche per loro è avvenuta la mercificazione di tutto ciò che conta nella vita e tutto ha un
prezzo in assenza completa di regole etiche e di rispetto della coscienza che si è
assopita.
Ed ecco allora la ricerca dello “sballo”, la droga, il bere ed ecco l’incanalarsi di quelle
energie che sono espressione di gioventù verso traguardi meschini in un trionfo
dell’egoismo più cinico e freddo.
Ed ecco che anche le unioni, i matrimoni, nascono tarati da questi concetti e dall’assenza
di una capacità di assunzione di responsabilità e di rispetto degli impegni e durano spesso
pochi anni per poi esplodere con conseguenze spesso tragiche per se stessi e per gli
eventuali figli.
Quando diventa sentire comune il fatto che la priorità della vita è quella del guadagno e
della ricchezza, per conseguenza logica scadono gli altri valori e la parola data, l’impegno
liberamente accettato, la dignità, il senso di responsabilità e dell’onore appaiono
solamente come delle zavorre che ostacolano il raggiungimento di tale priorità,
Certamente non è così per tutti, ma lo è per molti, troppi, che crescendo daranno vita ad
una società ancora più arida e miserevole di quella in cui viviamo oggi!
Un tempo i giovani erano pieni di entusiasmi e di progetti a volte utopici come quello di
cambiare e di salvare il mondo ed anche se poi l’esperienza della vita ridimensionava i
progetti e smorzava gli entusiasmi, pure qualche cosa rimaneva di quei sogni ed era ciò
che arricchiva l’umanità e la portava avanti di un gradino nel progresso umano.
Oggi resta solo un panorama grigio, arido e nebbioso, i sogni sono morti e con essi sta
morendo l’anima dell’Uomo ..!!
D’altronde la più significativa forma di educazione, quella che dà risultato concreti e
conformi, è l’esempio e gli esempi che i giovani di oggi hanno costantemente sotto gli
occhi da parte dei comportamenti degli adulti, portano tutti a considerare come “normale”
una società mercificata e priva di valori etici per cui anche la formazione dei giovani non
può non avere una strada tracciata e dei risultati inevitabilmente negativi.
I PRETI E LA CHIESA
Pur essendo quella che è cambiata di meno perché da secoli è sempre stata molto attenta
ai suoi interessi materiali come è dimostrato sia dalla storia di guerre e di persecuzioni
dettate da mero interesse per il potere che dagli immensi patrimoni e dalle grandi
ricchezze di cui dispone, pure anche la chiesa, negli ultimi settanta anni e cioè dopo la
vittoria dell’oro sul sangue, ha accentuato questo suo materialismo interessato e dietro ad
una spiritualità di facciata, prospera con le sue banche, i suoi palazzi, i suoi ori.
Ogni tanto qualche Papa predica la povertà ed il ritorno alle origini, ma poi, al di là di
prediche virtuose e di pie intenzioni, tutto resta come prima con le banche, i patrimoni, gli
ori e la lotta per il potere.
E’ pur vero che ci sono preti eroici che vivono tutta una vita di sacrifici, di carità e di
dedizione al prossimo e monaci e monache che passano in clausura ed in penitenza tutta
la vita, ma essi, in buona fede, costituiscono solamente la manovalanza della chiesa, non
ne rappresentano il campione medio e soprattutto non vi esercitano alcun potere che ne
possa condizionare in qualche modo l’azione.
Si vedono altresì tanti preti che indulgono ai piaceri della carne ( anche con depravazioni
schifose e bestiali ) e del denaro e conducono una vita ben lontana dai dettami dei quel
vangelo che ipocritamente predicano nelle parrocchie ..!!
D’altronde il crollo verticale delle “vocazioni” che costringe a rinfoltire le fila con preti e
suore del terzo mondo, dimostra che la spiritualità che una volta era presente nella società
più evoluta, si sta estinguendo al gelo del materialismo imperante e tutto ciò avviene non
solo all’esterno della chiesa, ma anche al suo interno.
Le ultime cronache certificano addirittura la presenza di società segrete come la
massoneria nel cuore più intimo della chiesa e disvelano atteggiamenti ed azioni suggeriti
più dalla sete di denaro e di potere che non dalla carità cristiana e dal vangelo.
A chi obietta che non è cosa semplice smontare un complesso mastodontico come quello
del patrimonio economico della chiesa, facciamo presente che ciò non cambia lo stato
delle cose e che, essendo il papa uno degli ultimi sovrani assoluti del mondo, il suo potere
è altrettanto assoluto e non necessita di troppe intermediazioni, né di troppi consensi.
Manca invece la concretezza di quello spirito evangelico che dovrebbe essere faro
d’ispirazione e parametro di riferimento e manca la volontà politica di attuare quelle riforme
che si vanno predicando!
Ma la di là delle analisi sulle cause, resta la contraddizione tra dottrina e comportamenti,
tra predicazione e realtà, tra il dire ed il fare ..!!
E’ fuori di dubbio, data la corrispondenza tra causa ed effetto, che tutto ciò sia la
conseguenza di quel materialismo strisciante che nasce dalla sconfitta del sangue e dalla
vittoria dell’oro e che sta trascinando verso di sé tutte le manifestazioni della vita
comprese quelle, come la religione, che per loro natura ed origine dovrebbero essere le
più spirituali.
I MILITARI E LE FORZE DELL’ORDINE
Quando i valori dello spirito non erano ancora stati sopraffatti dagli interessi materiali, le
motivazioni che spingevano alla vita militare ed a quella delle forze dell’ordina erano
soprattutto l’amore per la Patria ed il senso dello Stato.
Certamente anche la prospettiva di una carriera che permettesse una vita dignitosa aveva
il suo peso, ma non era così determinante come invece lo è oggi.
La sensazione è che oggi si stia tornando a quel passato remoto delle compagnie di
ventura in cui era il “mestiere delle armi” e cioè quando fare la guerra, uccidere o essere
uccisi era solamente un mestiere pericoloso e redditizio.
La riprova è nella grande differenza tra la paga di un soldato che presta servizio in Italia e
che è di circa 1000 €/mese e quella dello stesso soldato in “missione di pace” per esempio
in Afganistan
Naturalmente al soldo va aggiunto vitto ed alloggio.
La mercificazione e la monetizzazione dell’amor Patrio è forse una delle peggiori e più
degradanti conseguenze della trasformazione che il materialismo imperante ha operato
nella società in quanto svilisce uno dei più puri sentimenti, quasi come la prostituzione
svilisce l’amore.
D’altronde anche questo aspetto delle scelte di vita nella moderna società è in linea con il
complesso delle convinzioni che ne determinano la natura e non c’è quindi da stupirsi se
concetti come Patria, onore e senso dello Stato hanno perso la loro valenza originale e
sono oggi solo i fantasmi residuali di ciò che furono in passato.
Troppo spesso si assiste alla scoperta di poliziotti o carabinieri che sono coinvolti in traffici
illeciti di ogni genere e questo dimostra che anche nelle forze dell’ordine il senso del
dovere cede qualche volta alla sete di denaro e questa è, secondo noi, la conseguenza
della mutata scala delle priorità che nasce dalla mitizzazione dell’oro a sfavore del sangue!
Non siamo così sprovveduti da negare che nelle vite di ciascuno di noi, e quindi anche in
quelle delle forze dell’ordine, ci sia la quotidianità dei problemi pratici e delle esigenze
concrete che presuppongono, per la loro soluzione, di una certa disponibilità di denaro.
Il problema nasce quando l’equilibrio tra doveri, coscienza e bisogno di denaro, si sposta
tutto a favore di quest’ultima esigenza e trasforma le azioni in male azioni senza che
intervenga nessun freno.
Insomma, non diciamo che essere militari o forze dell’ordine debba essere tutto una
missione e per nulla una professione, ma che è altrettanto sbagliato che diventi SOLO ed
esclusivamente una professione legata solamente ad uno stipendio.
I GIORNALISTI ED I LETTERATI
Il compito del giornalista è quello di informare, magari anche attraverso il filtro della propria
personale interpretazione dei fatti, ma sempre con la massima obiettività ed in assoluta
buona fede.
Quello dovrebbe essere il suo compito ma, all’atto pratico, anche questa professione che
era un tempo un magistero di verità, è diventata troppo spesso un mercimonio quando non
un esempio di prostituzione morale con la vendita della propria coscienza al migliore
offerente alla ricerca del guadagno ed a scapito della morale e della dignità!
D’altronde anche in questo caso vale la constatazione fatta per gli altri esempi e cioè che
a causa della sconfitta del sangue e della vittoria dell’oro, il dio denaro è diventato il
sovrano che impera sulle vite di ognuno e che determina le più importanti e significative
scelte della vita.
Oggi i giornali sono quasi tutti catalogabili a sostegno di una parte politica o di una classe
sociale o imprenditoriale ed è sufficiente leggere nelle varie edizioni i commenti e le
interpretazioni dei medesimi avvenimenti per capire come esse sino partigiane e
prezzolate anziché cercare di essere obiettive!
Il fatto che quando una testata importante è in vendita si assista ad un vero e proprio
assalto per aggiudicarsene la proprietà quand’anche il bilancio economico diretto, come
accade spesso, sia passivo, può solo significare che il possesso di un importante mezzo di
comunicazione di massa è utile per condizionare la pubblica opinione e portarla a
pascolare ( politicamente ed economicamente ) laddove è più conveniente per chi è in
grado di controllare quel condizionamento.
Spesso quello che dovrebbe essere un mezzo di informazione e di diffusione culturale si
trasforma in un supermercato delle idee preconfezionate e l’azione dei mezzi
d’informazione diventa strumento per ottundere la capacità critica dei cittadini a filtrare i
fatti attraverso un proprio giudizio autonomo per trarne in libertà una convinzione, giusta o
sbagliata, ma libera.
Insomma quello che avrebbe dovuto esser strumento di libertà si è trasformato,
distorcendo fatti e giudizi, in mezzo di persuasione occulta con il risultato di condizionare
pesantemente la libertà dei cittadini ed al servizio di quei “poteri forti” che hanno
comperato le coscienze dei giornalisti trasformandoli in mercenari della penna.
Alla buona fede del cronista che cerca di informare, si è sostituita spesso la malafede di
chi cerca di condizionare per obbedire ad ordini di scuderia …!!
Vale anche per questa categoria, quanto è avvenuto per le altre e la scomparsa o
l’attenuazione dell’importanza dei valori etici lascia il passo alla prevalenza degli interessi
economici ed alla sete di denaro che riesca a comperare tutto!
GLI SPORTIVI
Nell’antica Grecia, così come anche in altre civiltà, lo sport era considerato quasi una cosa
sacra e le gare che si svolgevano nelle “polis” erano soggette a date precise, a precisi
rituali ed erano quasi sempre dedicate alle divinità.
Lo sport era praticato come una manifestazione della tensione a superare i propri limiti
umani ed a proiettarsi in una dimensione superiore.
Data la sua natura sacra, l’agone presupponeva lealtà, sincerità, buona fede e umiltà
perché la sua natura lo poneva quasi nel contesto di una cerimonia sacra in cui il
malanimo sarebbe stato considerato empietà verso gli dei …!
Il compenso per il quale gli atleti lottavano e si sacrificavano era un serto di alloro, simbolo
di vittoria e di supremazia soprattutto su se stessi.
Quanto siamo oggi lontani da una tale interpretazione..!!
Oggi lo sport è diventato principalmente una questione economica ed intorno ad esso
girano una ridda di miliardi per gli ingaggi, le concessioni televisive e la pubblicità
commerciale e questi fattori hanno largamente superato per importanza l’agonismo.
Da rito semisacrale quale era alle origini, lo sport è diventato essenzialmente spettacolo
ed idealmente gli stadi dell’antica Grecia sono stati sostituiti dalle arene dei gladiatori del
tardo, decadente, impero di Roma!
L’agone sportivo ha perso la sua caratteristica di spinta al superamento dell’ostacolo per
diventare strumento di guadagno e ne fa anche fede la casistica del ricorso, in quasi tutti
gli sport, all’assunzione di droghe, ormoni, eccitanti e chimica varia che falsano le effettive
capacità degli atleti, truffano gli spettatori e spesso rovinano la salute in nome del denaro.
La speculazione dei media sulla spettacolarità degli eventi sportivi più popolari, produce
un mercato assolutamente sproporzionato nel quale calciatori ed allenatori in grado di
attirare molti spettatori e quindi di far vendere a caro prezzo gli inserti pubblicitari,
percepiscono compensi stratosferici completamente avulsi dal valore della prestazione
sportiva, ma collegati solo a quello del ritorno economico.
Insomma, anche qui l’oro la fa da padrone e supera per importanza qualsiasi altro valore
che lo sporto possa avere ..!!
E’ evidente la grande differenza che le due posizioni hanno anche sul piano etico.
La prima portava le persone che praticavano uno sport a rafforzare la propria personalità
nell’esercizio di uno sforzo costante a migliorarsi per raggiungere e superare risultati che
spostavano in avanti i limiti delle proprie possibilità.
La seconda se ne infischia di quegli obiettivi e cerca solamente di trarre dalle proprie
prestazioni il maggiore guadagno possibile anche a costo di frodi, di falsi e di raggiri!
Questa trasformazione che lo sport e gli sportivi hanno subito non è casuale, ma deriva
direttamente dal cambiamento etico dovuto dal cambio di obiettivi intervenuto quando
l’oro, vincendo sul sangue ha trasformato i valori in interessi, i principi in guadagno, le
coscienze in capitali.
Quanto tutto ciò abbia degradato il contesto generale è sotto gli occhi di tutti e non
occorrono certamente dotte analisi per prenderne atto.
Quel mondo all’apparenza così pulito e così disinteressato è diventato un verminaio di
interessi anche illeciti ed ha perso completamente quell’aspetto spirituale che ne era la
componente più importante.
LA VITA DI COPPIA
L’unione di due persone che mettono in comune le loro vite e condividono interessi,
progetti, emozioni, affetti e persino gli ostacoli che la vita riserva a ciascuno, nasce da un
istinto naturale alla conservazione della specie che la ragione, la coscienza e le tradizioni
razionalizzano trasformandolo in un sentimento che si chiama amore.
Teoricamente questa sfera della vita umana dovrebbe essere scevra da condizionamenti
di tipo economico ed il denaro dovrebbe entrarci poco con l’amore.
Per molti secoli della storia della nostra civiltà è stato così ed anche quando i genitori
combinavano i matrimoni dei figli, si trattava quasi sempre di fare con discernimento e
valutando alla luce dell’esperienza tutte le condizioni, quelle scelte che i soggetti, a causa
della ubriacatura dell’innamoramento, non sarebbero stati in grado di fare, ma sempre con
l’obiettivo di costruire per i propri figli delle realtà che avrebbero potuto funzionare e con lo
scopo ultimo di favorire la felicità od almeno la serenità della coppia.
Alla fine quindi un gesto d’amore nel contesto di una prospettiva d’amore ..!
Oggi tutto ciò è radicalmente cambiato e la resistenza che l’istinto della specie oppone alla
ragione che privilegia il denaro ai sentimenti, appare sempre più debole e sconfitta.
Non servono molti ragionamenti e molte considerazioni.
E’ sufficiente considerare l’aumento esponenziale che negli ultimi anni si è verificato nelle
separazioni e nei divorzi per concludere, senza tema di smentita, che la coppia è in crisi
come concetto e come istituzione.
La stabilità e la forza della coppia era indubbiamente ancorata all’amore ed al peso che
ciascuno dava ai valori tradizionali della società civile e la recente vittoria totale dell’oro sul
sangue ha indubbiamente stravolto questo equilibrio introducendo nell’equazione un
fattore disgregante e dirompente che è l’interesse per il denaro.
Neppure più l’amore istintivo, irrazionale e primordiale per i figli ha saputo essere di
contrasto a questa tendenza e l’egoismo ha mediamente prevalso scardinando i
sentimenti, le coscienze, la coerenza verso gli impegni liberamente presi e quei valori etici
che l’amore per il denaro ha annacquato e reso labili!
Tale tendenza è esplosa negli ultimi anni come dimostrano le statistiche ISTAT che
certificano come, solo negli ultimi 6 anni essi siano aumentati del 68%.
Ecco una grafica dell’andamento delle separazioni e divorzi solamente dal 1995 al 2009:
Sono fenomeni sociali di grandissima rilevanza e soprattutto sono fenomeni che non
accadono per caso, ma per precise cause.
Sono venute a mancare quelle condizioni che stabilizzavano i rapporti di coppia e sono
contemporaneamente aumentati quei fattori disgreganti che ne minano la consistenza.
Il materialismo dominante che è scelta di priorità materiale rispetto a quella spirituale ed
etica nella scala di valori che regolano la vita, conseguenza diretta della vittoria dell’oro sul
sangue, hanno distrutto il cemento che univa la coppia mentre ha preso il sopravvento
quell’egoismo che è figlio diretto dell’Oro.
Le conseguenze pratiche di tali scelte e di tali comportamenti non potevano non essere
che lo sfaldamento ed il dissolvimento di quei legami che tenevano unita la coppia e tutto
ciò non è teoria in quanto dimostrato dai fatti..!!
CONCLUSIONI
Non siamo sicuri che quanto abbiamo scritto possa servire a qualche cosa ed anzi
temiamo fortemente che non serva a nulla perché le forze che dominano oggi il mondo
grazie al peso del denaro sono forti, organizzate e talmente inserite al comando nel
contesto sociale da impedire l’efficacia di qualsiasi testimonianza, sebbene documentata e
qualsiasi reazione allo status quo.
Come ha dichiarato recentemente in un’intervista don Gabriele Amorth il più famoso
esorcista del mondo, : “Chi comanda é chi ha i soldi.
Il nostro mondo è gestito da 7-8 persone che hanno in mano i quattrini…….
Purtroppo anche nella Chiesa ci sono quelli che vanno avanti a forza di carriera, a forza di
soldi, a forza di corruzione.
Anche nella Chiesa c'è una grande massa di massoni.
E anche tra i cardinali ce ne sono, altroché, altroché!
Perché di fronte al dio denaro uno ammazzerebbe suo padre, sua madre, i suoi figli.
Anche un uomo di Chiesa lo fa, se non ha fede.”
E’ chiaro che in tale situazione è come se un nano volesse combattere contro un gigante
ed a parte le leggende della Bibbia, nella vita reale il gigante vince sempre alla grande
contro il nano…!!!
Pur tuttavia noi abbiamo voluto fare egualmente la nostra denuncia considerandola come
un seme gettato nel campo della vita, sperando che col tempo esso possa germogliare a
dispetto delle erbacce, dell’incuria e del maltempo.
Come il granello di terra che rotolando sulla distesa del nevaio si ingrandisce sempre più
diventando alla fine valanga travolgente ed inarrestabile, la nostra illusione è che anche
questo seme possa dare un giorno i suoi frutti e che una forza travolgente sorga contro
questo mondo retto dall’oro travolgendo, sradicando, annientando sino a creare un nuovo
ordine, un mondo nuovo, meno materialista e più Umano..!!!!


Alessandro Mezzano

                                                                                                                                        

mercoledì 3 giugno 2020

Coronavirus e sbarchi

Coronavirus e sbarchi, il legame fatale: perché è statisticamente impossibile che non ci siano contagi

Da
liberoquotidiano
Mentre il Coronavirus afferra il respiro e schiaccia i polmoni soprattutto di cittadini del Nord (che sono pur sempre italiani), e non si è ancora compreso da dove sia arrivata la prima cellula infetta e chi l' abbia portata, il governo dispone allegramente di accogliere 274 africani presunti profughi in Sicilia. Le autorità fanno sapere che «il Coronavirus non arriva dall' Africa» (il sindaco, primario medico, del porto siculo di approdo). Ci stanno trattando da idioti, o è idiota chi pronuncia queste demenzialità?

Qui non c' entra niente l' umanitarismo, ma l' abuso della propria ignoranza. Si lascia la possibilità al virus di integrarsi tra noi. Il governo manda agli italiani, per puri motivi ideologici, un segnale di incoerenza mortifera. I ministri si vantano di aver bloccato i voli dalla Cina, con gente che esibisce regolari passaporti e visti, e si lascia che sbarchino navigli che partono dall' Africa, riconosciuto come vero germinatoio del Covid-19. È questa oggi l' ipotesi oggi più accreditata dall' Organizzazione mondiale della Sanità. L' Africa è infatti una sezione staccata della Cina.

Ecco il tweet che ha annunciato l' evento al mondo: «Sollievo a bordo della #OceanViking questa mattina per le persone nel sentire che l'#Italia è stata assegnata come luogo sicuro: la nave si dirige a Pozzallo, Sicilia, per lo sbarco». Chi ha deciso che l' Italia fosse luogo sicuro è a conoscenza che nei nostri confini c' è il più alto tasso di contagiati dell' Europa? Non ha nulla da eccepire la ministra Lamorgese? Legge i bollettini di guerra del Nord con il rischio di espansione? Sente il bisogno di un altro focolaio? Incredibile. La Viking, come lascia intuire il nome, è norvegese. A Bergen e Tromsø non c' è alcun caso noto di Coronavirus: perché non li traslocano lì, tra i fiordi, dove ormai non fa più neppure freddo, in coerenza con la bandiera del vascello? E non si dica che la Scandinavia è lontana. Qui da noi i "richiedenti asilo" dovranno passare la quarantena, sarebbe molto più breve il tragitto verso il porto amico di Oslo. Invece no. A chi i migranti a rischio Coronavirus? A noi!

Il citato sindaco di Pozzallo (Ragusa), Roberto Ammatuna, un medico già primario al pronto soccorso di Modica, una nota eccellenza internazionale, assicura che sono tutti sani. In controtendenza: di solito si invoca lo sbarco immediato dicendo che a bordo regnano tutte le malattie del mondo. Stavolta: a terra, perché tutti sani come pesci. Potenza della propaganda. Del resto era già approdata qui, il 3 febbraio, la Open Arms, sbarcando 373 africani senza documenti. Dove sono ora? A Pozzallo non ci sono più. Del resto allora, in pieno allarme mondiale, scattato il 31 gennaio), nessuna precauzione fu presa. Il 3 febbraio: il giorno in cui il governo rifiutava la richiesta di Lombardia, Veneto e Friuli-Venezia Giulia di lasciare a casa da scuola i bambini appena rientrati dalla Cina. Lo consigliavano i massimi infettivologi. Il noto virologo Nicola Zingaretti dichiarò: «Allarmismi ridicoli». Idem stavolta. Incorreggibili e sciagurati progressisti.

PERICOLO
L' Africa è oggi ritenuta l' incubatrice inesplorata del Covid-19 di massa. Mentre di questo virus si sa pochissimo. Tempi di incubazione, capacità di occultarsi in soggetti apparentemente sani. Come scrivevano i cronisti di provincia, e noi ci vantiamo di esserlo: si brancola nel buio. E nel dubbio invece di usare prudenza, si applica la flaccidità indecente al Sud che si somma alla rigidità più estrema al Nord, senza apparente logica, se non quella della propaganda. Si da un cucchiaio di miele del più ottuso buonismo al popolo di sinistra, mettendo a rischio tutti. Non sappiamo il nome di chi ha portato il virus tra noi. Partito dalla Cina chi e come se l' è tirato dietro? L' ipotesi più accreditata è che sia arrivato qui grazie a una gimcana che ha toccato l' Africa, dove vivono e lavorano un milione di cinesi. Insediati negli ultimi decenni, operano attraverso diecimila società (la fonte è Forbes) di fatto controllate dal partito comunista di Xi, in rapporti di interscambio intensissimi. All' aeroporto di Addis Abeba, Etiopia, sbarcano ogni giorno 1.500 cinesi in arrivo da Shangai, Pechino, e fino a poche settimane fa da Wuhan.
È statisticamente impossibile che non ci siano stati contagi. Di più: è probabile che sia stato rilanciato da lì, causa maledizione del Negus, il razzo pestilenziale che ha colpito al cuore la Lombardia e il Veneto. Da Addis Abeba i 10.500 cinesi settimanalmente in transito poi si spostano in Europa, e pure a Roma, ovvio. Ma la maggior parte (la lista non è casuale) va in 13 Paesi, che sono ritenuti dall' Oms quelli più a rischio: tra essi Nigeria, Costa d' Avorio, Algeria, Etiopia, Ghana e Zambia, da dove vengono molti migranti a casa nostra per via di barcone. Tutti immunizzati? Chi ci crede? L' assenza di contagi è realisticamente dovuta alla mancanza di test. Eppure il governo, per bocca del sindaco luminare, se l' è bevuta allegramente. Secondo l' Oms infatti sarebbero solo 15 i Paesi africani con il kit necessario per individuare pazienti contaminati, su un totale di 54!

Il dottor Roberto Ammatuna si fa portavoce del governo, che non ha smentito una sola sillaba: «Non creiamo inutili allarmismi perché sappiamo tutti che il virus non arriva dall' Africa». Dove ha studiato? Ha concordato le parole con la Protezione civile? Intanto l' isola di Ischia ha dichiarato che respingerà i lombardi e i veneti. Mandategli gli africani di Milano e di Padova, tanto come dice il luminare dell' ospedale di Modica, prediletto dal ministero dell' Interno, sappiamo tutti che il virus non viene dall' Africa.
di Renato Farina

                                                                                                                                             

giovedì 28 maggio 2020

ONU smentisce la sinistra: migranti non sono profughi

ONU smentisce la sinistra: migranti non sono profughi


L’ONU smentisce le balle raccontate agli italiani dalla sinistra: i migranti non sono profughi, non fuggono dalla fame e dalla guerra e la metà di loro aveva un lavoro nel Paese dal quale ha finto di fuggire.
Chi li chiama profughi mente: sono clandestini, migranti economici puri e semplici.
Il dossier sul Fatto: partono per cercare fortuna, “in Gambia avevo una vita confortevole”




                                                                                                                                      

giovedì 21 maggio 2020

Gli agricoltori a Conte

Gli agricoltori a Conte: “Chiarezza e controlli su prodotti dall’estero”

La lettera di Realtà Popolare al presidente del consiglio: "Regolarizzare gli arrivi per sostenere l'agricoltura meridionale"

“Mi rivolgo a lei perché, rappresentando tutto il governo, potrà farsi portavoce contemporaneamente presso i dicasteri di competenza per valutare le nostre istanze. In queste ultime settimane ho più volte scritto al ministro Bellanova, la quale, pur tralasciando le differenze di visione politica che non ci accomunano, non ha preso in considerazione le pubbliche istanze della categoria degli agricoltori che istituzionalmente dovrebbe rappresentare”. Inizia così la lettera che Michele Latella, responsabile nazionale per le politiche agricole di Realtà Popolare, ha indirizzato direttamente al presidente del consiglio Giuseppe Conte.
Latella ha scritto: “In questi mesi si è parlato della carenza di farine, questo perché alle navi cargo non conveniva intraprendere un viaggio e restare in quarantena per consegnare il grano al solito prezzo. A quel punto la task force dell’agricoltura avrebbe pensato a statalizzare il prodotto italiano, cosa mai né smentita e né confermata dal ministro Bellanova. Comunque, dopo un lieve rialzo del prezzo del cereale italiano rivelatosi inutile se non per delle scorte che senza conferma genetica sono passate per prodotto locale, l’arrivo di sette navi al porto di Bari sta provocando nuovamente un ribasso del prezzo ai minimi termini, creando panico e tensioni tra gli agricoltori del mezzogiorno”. E ancora: “L’economia del Mezzogiorno, reggendosi principalmente sulla coltivazione del grano, ha spinto gli agricoltori al panico come successe prima della sentenza del 5 marzo 2009 che condanno 26 pastifici per l’uso di farine contaminate. Ora gli agricoltori chiedono ai ministri che dovrebbero tutelare la salubrità dei prodotti alimentari locali e esteri di potere essere messi in condizione di fornire un’alternativa cerealicola locale. Se gli agricoltori non verranno messi in condizione di poter produrre un prodotto locale con costi di produzione e burocratici inferiori ne soffrirà anche il settore della ristorazione che specialmente adesso non vive un florido periodo. Contemporaneamente nessuna piccola e media azienda potrà trovarsi nelle condizioni di regolarizzare la manodopera tantomeno stagionale”.
Infine la richiesta: “Realtà Popolare le chiede di intervenire nel prossimo decreto, congiuntamente al Ministro degli Esteri per regolarizzare gli arrivi e i contratti che vengono fatti, al Ministro della Salute perché vengano fatti i controlli qualità e infine al Ministro delle Politiche Agricole per tutelare sia i cerealicoltori che i consumatori”.

sabato 16 maggio 2020

Kasserine, febbraio 1943: quando le suonammo agli americani

Kasserine, febbraio 1943: quando le suonammo agli americani di santa ragione


Grazie alla rimozione voluta della memoria e al bombardamento pluridecennale di film e romanzi nei quali abbiamo toccato i due estremi dell’auto-denigrazione e della cieca esaltazione dell’ex nemico, divenuto, chi sa come, il nostro grande amico e alleato, la maggior parte degli italiani ancora oggi ignora che non sempre gli americani ci hanno soverchiati con la loro poderosa macchina militare, e che il nostro esercito non sempre è stato costretto ad alzare miseramente bandiera bianca di fronte ad essi. Anche persone di una certa cultura, probabilmente, non hanno mai sentito parlare della battaglia del Passo di Kasserine, in Tunisia, del febbraio 1943, nella quale le forze italo-tedesche hanno inflitto una pesantissima sconfitta all’esercito americano da poco sbarcato sulle coste del Marocco e dell’Algeria, e mirante a ricongiungersi all’Ottava Armata britannica, già vittoriosa (grazie alla sua schiacciante superiorità in uomini e mezzi) ad El Alamein; una sconfitta che, dopo pochi giorni di duri combattimenti, assunse le proporzioni, materiali e anche morali, di una vera e propria disfatta. Questo, i libri di testo e i nostri professori di liceo si sono dimenticati di raccontarcelo: che a soli pochi mesi dallo sbarco in Sicilia, antefatto del crollo dell’Italia e del disonorevole armistizio dell’8 settembre, i nostri soldati, insieme ai loro camerati tedeschi e sotto l’eccellente direzione tattica e strategica di due generali germanici, Rommel e von Arnim, seppero battersi come leoni e fecero mordere la polvere ai soldati americani giunti fin laggiù gonfi di boria e convinti che, grazie al loro numero, all’efficienza logistica e alla disponibilità pressoché inesauribile di armi e materiali, non avrebbero dovuto quasi combattere, ma si sarebbero impadroniti di tutto il Nord Africa senza colpo ferire. Questo episodio, e anche il ruolo notevole svolto dalle truppe italiane, specialmente dalla divisione corazzata Centauro e da due reggimenti di bersaglieri, è stato rievocato da una delle storie militari della Seconda guerra mondiale più obiettive, o, se si preferisce, delle meno tendenziose, diffuse fra il grande pubblico: La seconda guerra mondiale del giornalista e storico Raymond Cartier (titolo originale: La seconde guerre mondiale, Paris, Librairie Larousse e Paris Match, 1965; traduzione dal francese di Edmondo Aroldi, Milano, Mondadori, 1968, 2012, vol. 2, pp.130-132):
L’offensiva tedesca inizia il 1° febbraio. Riunite sotto il comando di un luogotenente di von Arnim, il generale Heinz Ziegler, la 10a e la 21a divisione corazzate cacciano gli americani dal colle di Faid, chiudendo il balcone che si erano aperti sulla piana di Gabès. Il 14 riprende l’offensiva. Con 200 carri, Ziegler prepara una manovra a tenaglia attorno alla località di Sidi-abu-Zid, un quadrato di case bianche ai piedi della dorsale orientale. L’avversario è la 1a divisione corazzata americana con forze equivalenti ma esperienza bellica di gran lunga inferiore. Un debole contrattacco fallisce. Accerchiati, molti battaglioni si arrendono. 112 carri americani vengono distrutti o catturati. Ike [Dwight D. Eisenhower] vacilla sotto il colpo. Di ritorno da un giro d’ispezione al fronte, inalberando per la prima volta la sua quarta stella, stava visitando le rovine di Timgad nel momento in cui la sua migliore divisione crollava! Anche in America si dice che egli eccelle solo nella politica e che dovrebbe cedere le operazioni militari al suo assistente inglese, generale Alexander.  Rommel ha partecipato all’offensiva. Lasciando le sue truppe non motorizzate sulla linea del Mareth, egli ha formati con l’Afrika Korps un raggruppamento del valore di una divisione corazzata con la quale ha marciato su Gafsa. Non ha dovuto combattere perché la città era stata evacuata dagli americani che si ritiravano precipitosamente su Tebessa. È una nuova rapida avanzata, tra gruppi di arabi che acclamano i tedeschi e spogliano i cadaveri. I carri armati arrivano all’aeroporto di Thelepte tra le fiamme di 30 aeroplani che gli americani hanno incendiato all’ultimo minuto. Il 17 febbraio Rommel è ai piedi della dorsale occidentale, davanti al passo di Kasserine, in collegamento con Arnim che ha appena preso Sbeitla, al centro del pianoro. Tutto il sud del fronte alleato è crollato. Ma la discordia regna nel comando tedesco. Rommel, che ha fatto 120 chilometri in tre giorni, non può comprendere perché von Arnim ne ha fatti appena 30 e cosa egli aspetti per sfruttare la sua vittoria di Sidi-abu-Zid. Ignora che Arnim intende spostare il suo sforzo a nord con un’offensiva frontale nella valle della Megerda, mentre lui, Rommel, fedele alla tattica del deserto, concepisce la continuazione delle operazioni sotto forma di un vasto movimento aggirante verso Tebessa e ulteriormente verso Bona, nell’intento di piombare sulle comunicazioni del nemico e costringerlo ad evacuare precipitosamente la Tunisia. Gli arbitri, Kesselring e il comando supremo, sono a Roma. Rommel invia loro il suo capo di stato maggiore, Bayerlein, e attende febbricitante le loro decisioni. Arrivano all’una del mattino del 19 febbraio, recandogli insieme una soddisfazione e una delusione. Vengono poste ai suoi ordini alcune divisioni corazzate, ma il comando supremo trova troppo ardita l’idea del movimento aggirante verso Tebessa. Il maresciallo Rommel dovrà tenersi più ad est, marciando solo su Le Kef, al fine di non divergere troppo dalla 5a armata corazzata. Rommel deplora la riduzione della sua manovra, ma non può protrarre la discussione. Il tempo stringe. Il nemico si rafforza. Bisogna colpirlo.
L’offensiva tedesca comincia l’indomani. Rommel ha deciso di attaccare simultaneamente i colli di Sbiba e di Kasserine, libero di trasferire il suo sforzo principale nella zona più propizia. Da Sbeitla la 21a divisone corazzata marcia verso Sbiba. Attraverso Kasserine il Deutsche Afrika Korps si impegna nei solchi dell’uadi Hatab che conducono al colle. La 10a divisione corazzata e la divisione italiana “Centauro” sono di riserva, pronte a portarsi a destra o a sinistra. La terra inzuppata di pioggia si appiccica ai cingoli dei carri; una fitta nebbia ritarda l’alba e sopprime l’aurora. Ancora una volta i combattenti sono circondati dall’Africa gelida. Sui colli, gli Alleati sono ancora in piena improvvisazione. A Sbiba, un distaccamento del 19° corpo viene affrettatamente rinforzato con elementi della 6a divisione corazzata britannica. A Kasserine, il colonnello americano Stark assume, alle 6 del mattino, il comando del settore. Non ha con sé che un battaglione del 26° fanteria, un battaglione di carri e una batteria di vecchi 75 francesi. Occorrono rinforzi, ma il comando esita a sguarnire gli altri settori, avendo l’impressione che l’attacco principale si produrrà più a nord, verso Fonduk o Pont-du-Fahs. Fortunatamente per gli Alleati, i tedeschi partono da troppo lontano. La 21a divisione corazzata avanza verso Sbiba con una lentezza che irrita Rommel. Al colle di Kasserine egli aveva contato sull’azione di sorpresa del 3° battaglione da ricognizione, ma 200 motociclisti sono veramente un distaccamento troppo debole per stanare un nemico munito di artiglieria. La battaglia inizia solo alla fine del pomeriggio. Quando cade la notte, l’Afrika Korps ha preso una bicocca, il bordj Chami, a 1000 metri dal colle. Ma la linea delle creste resta agli Alleati. L’indomani cade il colle di Kasserine. I bersaglieri della divisione “Centauro” hanno brillantemente compiuto l’assalto finale. 2450 prigionieri validi contro 192 caduti: gli americani dimostrano che il loro ardore  combattivo lascia a desiderare. Kesselring raggiunge Rommel sul colle e i due marescialli passeggiano in mezzo a una quantità impressionante di materiale abbandonato. “Abbiamo molto da imparare da loro” dice Rommel facendo notare la perfezione del sistema di standardizzazione americano. “Sì” risponde Kesselring “ma anche loro hanno qualcosa da imparare da noi!”
Pur facendo una certa confusione fra la 131a Divisione corazzata Centauro, che all’epoca disponeva di soli 23 carri, e i bersaglieri del 5° e del 7° Reggimento, impegnati in duri scontri ravvicinati con gli americani (il colonnello Luigi Bonfanti, comandante del 7°, cadde eroicamente in combattimento), lo storico francese riconosce il valore e l’efficacia della partecipazione italiana alla battaglia del passo di Kasserine, che si risolse nella più grande sconfitta tattica dell’esercito statunitense di tutta la Seconda guerra mondiale, con una precipitosa ritirata di 140 km. in una sola settimana. Forse se ne ricordarono bene gli americani, qualche mese dopo, durante lo sbarco in Sicilia, allorché si vendicarono facendo fucilare sul posto, contro ogni legge di guerra, prigionieri italiani e tedeschi catturati nel corso della battaglia per la conquista dell’isola, nel tristemente  famoso massacro di Biscari del 10-14 luglio 1943, nel quale vennero passati per le armi 12 civili italiani, 76 militari italiani e alcuni soldati tedeschi, dopo che si erano arresi. Si trattò di due episodi distinti, una prima strage ordinata dal capitano Compton, e una seconda perpetrata dal sergente West, denunciati da un cappellano militare e che provocarono un’inchiesta, al termine della quale West fu condannato da una corte marziale, ma poi subito rimesso in servizio, mentre Compton venne assolto. Entrambi si giustificarono adducendo di aver preso alla lettera una frase pronunciata dal generale Patton alla vigilia dello sbarco: Se si arrendono solo quando gli sei addosso, ammazzali! E questi sono i signori che vollero il tribunale di Norimberga…
Prigionieri americani in Tunisia
Prigionieri americani in Tunisia
Le truppe italiane, che si batterono con valore fino a quando il fronte interno resse e il Comando supremo, che pur non aveva mai brillato per genialità o per fermezza, continuò ad esistere a a impartire direttive, non si macchiarono di simili atrocità, pur battendosi in condizioni materiali e psicologiche assai meno favorevoli di quelle che assistettero gli americani e gli inglesi nel 1943, prima in Tunisia e poi in Sicilia. Eppure quanti giovani italiani, e anche meno giovani, sanno che le nostre forze armate, ancora nel febbraio del 1943, a sei mesi dal crollo, erano ancora capaci di battersi con ardore e sprezzo del pericolo, e che fecero vedere i sorci verdi all’esercito più potente che il mondo avesse mai visto? Praticamente nessuno. Eppure sarebbe stato dovere degli storici, dei giornalisti, dei registi e degli scrittori tramandare quelle gesta, non per ottuso spirito nazionalistico, ma per rispetto della verità e per onorare quanti caddero sul campo dell’onore, sacrificando la vita per ritardare la sconfitta e l’invasione della patria con l’orrore dei bombardamenti aerei sulle città indifese. In un Paese normale, il cui popolo possieda sufficiente coscienza di sé e abbastanza fierezza da non vergognarsi della propria storia e delle proprie tradizioni, comprese quelle militari, l’eroico sacrificio dei carristi e dei bersaglieri del passo di Kasserine sarebbe stato tramandato alla memoria delle nuove generazioni: sarebbero stati scritti dei saggi storici e anche, perché no, dei romanzi, e girati dei film, e tenute delle conferenze. Invece qualcuno, a partire dal 1945, decise che l’Italia doveva tirare un rigo su tutte queste magnifiche pagine di valore, e che doveva essere tramandata solo la memoria di quanti combatterono per la “libertà”: vale a dire che bisognava creare il mito della Resistenza, di una lotta nobile e pura per altissimi ideali, occultando l’atroce realtà di una belluina guerra civile, nella quale italiani massacrarono altri italiani, comprese donne e ragazzi, e incrudelirono soprattutto dopo la resa dei vinti, calpestando ogni legge umana e divina per perpetrare le più efferate vendette. Il modello era sempre, guarda caso, quello dei tanto strombazzati “liberatori”, quello di Patton, che aveva incitato i suoi soldati a non mostrare pietà e a massacrare anche quelli che si erano già arresi. Così, gli eroi di Kasserine, come il colonnello Bonfanti, e quelli di altre cento e cento battaglie, dalla Grecia alla Russia, dall’Egitto all’Etiopia, e quelli caduti nei cieli e nei mari di tutto il mondo, vennero rimossi, o ricordati solo malvolentieri e a denti stretti; mentre si fabbricarono degli eroi di cartapesta, i partigiani comunisti, molti dei quali furono dei veri e propri criminali, che avrebbero meritato non gli onori dei libri di scuola e, addirittura, le medaglie al valore, ma un tribunale che li giudicasse per le atrocità delle quali si erano macchiati. Così il popolo italiano, dopo il 1945, è stato cresciuto con una educazione alla rovescia e con una consapevolezza totalmente distorta dei suoi padri e del suo passato recente: si è dato a intendere che i valorosi combattenti di Culqualber, di Nikolaiewka, di El Alamein, avevano sacrificato la vita, nel migliore dei casi, per un ideale sbagliato, mentre non esiste ideale più alto, per un soldato, che l’amor di patria, indipendentemente dal governo che esiste in quel momento storico e dalle finalità strategiche e politiche per cui la guerra viene combattuta. Non aver capito ciò o averlo capito tanto bene da volerlo cancellare dalle coscienze è il crimine di cui si è macchiata, fin dal suo sorgere, la Repubblica italiana nata dalle rovine di una sconfitta che fu umiliante solo per il modo in cui avvenne, con la doppiezza, l’inganno e il tradimento, e col misero opportunismo di voler saltare, all’ultimo minuto, sul carro del vincitore. Tale fu il prezzo che l’Italia ha pagato per essere accolta nel consesso delle nazioni, col trattato di Parigi del 1947: e ne fa fede il vergognoso articolo 16, che impone il condono preventivo ai traditori, evidentemente persone grate ai vincitori.

Tratto, col gentile consenso dell’Autore, dal sito Arianna Editrice.


lunedì 11 maggio 2020

Resistenza EVROPA

Resistenza EVROPA

Non siamo né complottisti, né catastrofisti ma semplicemente realisti e perciò valutiamo le cose per quelle che sono secondo la nostra sensibilità politica dettata dall’ispirazione dottrinaria che ci fa essere consapevoli di perseguire una continuità ideale con quei principi che cercarono (ed in parte riuscirono) di preservare lo spirito mediterraneo ed europeo proprio della Civiltà di Roma. Premesso questo dobbiamo valutare l’attuale situazione in un contesto di guerra liquida globale promosso da centrali del terrore che una volta si sarebbero definite demoplutocrazie giudaicomassoniche ed oggi, forse meno enfaticamente, riguardano l’elite oligarco-finanziaria globalista che ha il suo perno – piu’ che mai – nell’asse atlantista governata dall’imperialismo nord americano con il supporto anglofono e sionista.
Senza entrare nel merito di approfondite analisi che non ci competono e su cui lasciamo scrivere persone alquanto piu’ competenti in termini strettamente tecnici non possiamo non rilevare che:
  • é in atto una contaminazione da virus che sta devastando – oltre alla popolazione anzitutto – l’economia mondiale certamente ma che colpisce in modo significativo senza dubbio il continente europeo ed in particolare l’Italia che é tra gli anelli piu’ deboli della cosiddetta “unione di eurolandia” e che andrà a fiaccare le nazioni francese e tedesca che stavano mostrando (tiepidi) segnali di contrasto al dominio d’occupazione statunitense
  • misure di contenimento del contagio (amplificato dal mainstream della comunicazione embedded o – per dirla all’italiana – dalla propaganda di comunicazione di massa gestita da una piattaforma giornalistica omologata ed univoca) tali da essere percepite dalla popolazione come necessarie ma che di fatto limitano le libertà individuali e d’impresa
  • é prossimo l’avvio di una esercitazione militare d’altri tempi che prevedeva in un primo momento la presenza di oltre 20.000 soldati nord americani (forse ora leggermente ridotti ma non ci sono comunicazioni ufficiali a proposito dal comando USA !) e gli “alleati” soprattutto del centro europa (fortunatamente gli assetti italiani non ne faranno piu’ parte…….secondo le indicazioni del nostro ministro della difesa); c’é da chiedersi quanto meno l’opportunità di far circolare e far arrivare tanti uomini nel momento in cui si chiede il sacrificio ai comuni cittadini di non uscire di casa……
  • l’incapacità di reazione della casta politica (maggioranza ed opposizione) rispetto ad arroganti ed unilaterali chiusure di collegamento statunitense da e per l’Europa (a parte però i suddetti soldati a stelle e strisce !) che dovrebbero convincere unilateralmente gli stati europei a indicare a Washington che la misura é colma e richiedere perciò la chiusura immediata di tutte le basi americane sul territorio europeo e la partenza immediata di tutte le truppe di occupazione di stanza in tali basi
Forse abbiamo dimenticato altri punti ma rimane la percezione sgradevolissima di essere di fronte ad uno scenario  di assoggettamento di massa ad una condizione ritenuta quasi ineluttabile e che – viceversa – avrebbe bisogno di trovare dei punti di riferimento rivoluzionari che però al momento non si intravedono perché nel corso degli ultimi decenni sono state lentamente smantellate convinzioni ideali (ricordate la “fine delle ideologie” dichiarate solennemente al triste congresso di Fiuggi……e ancor prima alla bolognina………) che avrebbero potuto tenere in vita organizzazioni capillari di resistenza e militanza attiva che ora non esistono piu’ e che nessuno piu’ é riuscito a riproporre.
Detto ciò siccome Noi rimaniamo e vogliamo rimanere UOMINI LIBERI, SOCIALI, NAZIONALI ED EUROPEI, invitiamo coloro che ancora si ritengono tali a costruire il piu velocemente possibile una nuova struttura patriottica di resistenza europea pronta ad ogni evenienza.
M.C.
                                                                                                                                             

martedì 5 maggio 2020

CASA HA FATTO IL FASCISMO?




Cosa ha fatto  il Fascismo?




Ecco qua alcune delle cose che Mussolini ha fatto... a chi gliene venissero in mente altre...

ACQUA: per tutta la vita cercò acqua potabile e creò molti acquedotti
ANALFABETISMO: eravamo i primi in Europa e diventammo gli ultimi nell’analfabetismo
AGRICOLTURA: bonificò milioni di ettari di terreno, rendendoli da incolti, fertilissimi
ANIMALI: puniva chi li maltrattava
ARCHEOLOGIA: la sviluppò in tutti i suoi rami
ARCHIVI: nel 1923 istituì gli Archivi StataliASFALTO: fu il primo ad averlo utilizzato
ASSEMBLEA: amava le assemblee con gli stranieri, fondò la FAO
ASSISTENZA: creò l’opera per la Maternità e per l’Infanzia per l’assistenza di tutti: piccoli e grandi
ATEISMO: fu il primo che fece sentire il nome di Dio e della Chiesa in Parlamento
ATLETICA: ci volle tutti atleti, fece iniziare la ginnastica dall’asilo fino alla maturità
AUTARCHIA: siamo stati i primi nel mondo a vivere alcuni mesi in perfetta autarchia
BIBLIOTECA: volle in tutti i paesi d’Italia la biblioteca a disposizione di tutti
BRIGANTAGGIO: la mafia e la camorra in Italia furono completamente eliminate
CALCIO: fece del gioco del Calcio il gioco nazionale, l’Italia vinse due titoli mondiali
CARBONE: fece scavare carbone in tutte le regioni d’Italia
CASA: forse la preoccupazione piu’ grande per il Duce fu la casa per tutti, costruì le case popolari per i poveri
CHIESE: ne costruì a migliaia
CINEMA: lo amava, fece costruire Cinecittà
CIRCEO: un borgo antico abbandonato che il Duce fece rinascere come Parco Nazionale
CITTADINE E COMUNI COSTRUITI DA MUSSOLINI IN 10 ANNI: Latina, Aprilia, Sabaudia, Pomezia, Guidonia, Ardea, Ostia Lido, Fregane, Palo, Ladispoli
CITTA’ GIARDINO: ogni città italiana possiede un giardino detto Mussoliniano
CONSORZI: fondò i consorzi agrari al servizio degli agricoltori
DESERTO: fece del deserto libico una zona ad altissima produzione agricola
DIGHE: ne fece costruire molte per raccogliere le acque
DITTATURA: quella del Duce non fu una dittatura, ma una Democrazia popolare
DOPOSCUOLA: fondò i doposcuola per completare la preparazione degli alunni
ENCICLOPEDIA: il Duce è l’autore della piu’ grande e piu’ completa enciclopedia del mondo (Opera Omnia)
ESPORTAZIONE: i nostri prodotti agro-industriali venivano esportati all’estero
ETIOPIA: l’impero coloniale sospirato dal Duce per il popolo
FERROVIE: moltiplicate
FINANZE: corpo istituito dal Duce, prima non era militarizzato
FORESTALE: altro Corpo istituito dal Duce
GIORNALE: creò 7 giornali
GUARDIE: fondò la milizia Volontaria per la Sicurezza Nazionale
ILLUMINAZIONE: al Duce piaceva la luce, illuminazioni in città e paesi
LIRA: aumentò il valore della lira
MILLE MIGLIA: creazione del Duce
MONZA: circuito ideato da Mussolini
PANE: per avere il pane per tutti vinse la battaglia del grano
PINO, PIOPPO, ABETE: piante predilette dal Duce che distribuiva in tuta Italia
PREVIDENZA SOCIALE: in ogni città sorse il Palazzo della Previdenza Sociale
RADIO: Mussolini amava la radio e il suo inventore aiutato da lui
REPUBBLICA SOCIALE ITALIANA (R.S.I.): fu un bene operato dal duce per la salvezza della Patria
RICERCHE: fondò l’istituto delle Ricerche
ROMA: la passione del Duce, ne fece una metropoli (vedi le sue strade, le università, le accademie, i palazzi, i ministeri)
STRADE: le centuplicò
TREBBIATRICI: le comprò per i contadini
TUBERCOLOSI: era come la sifilide, inguaribile. Costituì il Forlanini per la sua cura
UNIVERSITA’: ha costruito innumerevoli università, anche la Città Universitaria a Roma
UTOPIA: il fascismo non fu utopia perché ha realizzato ogni cosa propostasi, fu utopia il comunismo che pensava di conquistare il mondo, ma ha fallito
VACCINAZIONE: ordinò la vaccinazione di tutti i bambini, anche i piu’ piccoli
VELA: divenne sport al tempo del Duce
VIGILI DEL FUOCO: istituiti dal Duce
VULCANO: propose fin da allora uno studio particolare per le eruzioni dei vulcani
ZOLFO: lo cercò in tutte le regioni.