lunedì 15 aprile 2019

LUISA FERIDA -- OSVALDO VALENTI

Partigiani con le mani rosso sangue



"Quel giorno il 30 aprile 1945, Pertini mi telefonò tre volte dicendomi: “Fucilali, e non perdere tempo!”, La casa milanese di Valenti e della Ferida venne svaligiata pochi giorni dopo la loro uccisione. Fu rubato un autentico tesoro, di cui si perse ogni traccia.


Questa è la tragica storia dei due attori uccisi dai partigiani su ordine di Sandrino, utilizzando la solita scusa del collaborazionismo, di fatto la casa venne rapidamente saccheggiata dagli stessi partigiani, quindi si potrebbe definire l'ennesima strage a scopo di rapina..

#LUISA_FERIDA 31 anni (incinta)
#OSVALDO_VALENTI

Valenti, che fino ad allora non aveva mai avuto incarichi nella compagine fascista, si arruola volontariamente nella Repubblica Sociale Italiana. Nel ’44 è tenente della Xa Flottiglia MAS. 10 aprile ’45 Valenti, forse per aver salva la vita e,soprattutto, quella di Luisa che aspettava un bambino, (la coppia aveva già concepito un figlio, morto purtroppo poco dopo la nascita), decise di consegnarsi spontaneamente ai partigiani. Si rifugiò in casa di Nino Pulejo, appartenente alle Bande Matteotti, il quale però lo scaricò, affidando le due celebrità al comandante Marozin della banda Pasubio, che non era certo uno stinco di santo, dato che era stato trasferito a Milano dal Veneto per sfuggire ad una condanna a morte del CLN, (pensate!), per furti, abusi e altri crimini”.
Il 21 aprile Marozin incontra Sandro Pertini il quale chiede di Valenti; avuta la notizia della sua prigionia, il “grande presidente” ordina lapidario: “fucilali (quindi anche la Ferida, incinta! Ndr); e non perdere tempo. Questo è un ordine tassativo del CLN. Vedi di ricordartene!” … e ancora: “…bastò l’intervento di Pertini a decidere la sorte dei due attori. “…Così, il Valenti e la Ferida furono condotti in una cascina, ove vissero i loro ultimi giorni. L’attore subì un processo sommario, al termine del quale fu confermata la condanna a morte. Condanna che non fu mai comunicata al diretto interessato e che riguardava anche la compagna. Ignari della loro fine, i due innamorati furono caricati su un camion tra gente rastrellata. Giunti in via Poliziano, furono fatti scendere e messi faccia al muro. La donna stringeva in mano una scarpina azzurra di lana, destinata a scaldare i piedi innocenti di quel bambino che non vedrà mai la luce. Partì la raffica di mitra. I due caddero al suolo, stretti tanto nella vita quanto nella morte. Su di loro furono adagiati due cartelloni. Due scritte rosse dicevano: «I partigiani della Pasubio hanno giustiziato Osvaldo Valenti»; «I partigiani della Pasubio hanno giustiziato Luisa Ferida». Tre vite spezzate in colpo solo. Due vite probabilmente incolpevoli.







In foto i corpi di Luisa e Osvaldo subito dopo la fucilazione avvenuta presso l'ippodromo di San Siro a Milano.
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Primavera del '45; un gruppo di Partigiani seviziano e percuotono una giovane donna in pubblico... un'altra vittima delle loro "Eroiche Conquiste". Successivamente verrà ritrovata... squartata e gettata nei pressi di un corso d'acqua. Furono oltre 20.000 le donne fatte prigioniere e uccise dai "Compagni Comunisti" durante le "Radiose Giornate".


Sono sempre le donne a pagare i prezzi peggiori
´´La Repubblica degli ideali, dei valori, delle libertà,´´ è nata dagli stupri e dalle violenze perpetrate da partigiani comunisti ai danni delle ausiliarie, delle mogli o delle sorelle di chi aveva scelto di non tradire
E ci hanno detto per oltre 70 anni che i " liberatori " erano dalla parte giusta, dalla parte dei diritti, dalla parte dei valori

Partigiani , maledetti per l'eternità

Quando potremo raccontare la verità, non la ricorderemo più


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