Dio ci salvi dall’Europa Unita
Se ancora non vi era chiaro quanto fosse fallimentare l’Unione Europea come progetto politico (quando finirà l’idolatria per l’Ue in Italia sarà sempre troppo tardi) il coronavirus dovrebbe cominciare a minare le convinzioni di molti di voi.
In fondo questa Europa del nord alla
quale piace stabilire regole e regolette sui bilanci e sulle merci, ma
non sa come combattere l’evasione fiscale delle grandi multinazionali,
ma anzi la incoraggia tollerando l’istituzione di veri e propri paradisi
fiscali all’interno dell’Unione è come una grande e bionda “Padania”.
L’Italia recita il ruolo del Regno Delle Due Sicilie colonizzato dal Regno di Sardegna di Vittorio Emanuele II.
L’italiano è considerato razzialmente inferiore, deve dare solidarietà,
attenersi alle regole che vengono imposte, ma mai riceverla. Quando la
banche francesi e tedesche erano nei guai a causa della loro esposizione
con la Grecia, l’Italia ha dovuto
tirar fuori per i fondi europei salva-stati ben 50 miliardi di euro.
Delle migliaia di immigrati che vorrebbero raggiungere i paesi europei
passando per le coste greche e italiane ci è stato detto di occuparcene,
perché l’Europa deve “fermare gli egoismi” secondo il presidente francese Macron. Peccato che proprio lo Stato francese è avvezzo ai respingimenti di orde di immigrati al confine di Ventimiglia.
Tante belle parole, tante belle lezioni e tante grazie, la questione migratoria tanto allegramente abbracciata da Hollande e Merkel e che aveva l’intento mal celato di poter controllare il mondo arabo-musulmano tra il 2012 e il 2017 ha causato in Francia la quasi cancellazione del partito socialista che era stato di Mitterand e in Germania un calo dei consensi tale da portare lo scompiglio nella CDU e una crisi di governo di ben sei mesi alle politiche del 2018, seguiti dall’annuncio del ritiro della Merkel come
leader del maggiore partito conservatore tedesco. Meglio lasciare tutto
il peso degli ingressi irregolari ai paesi “transfrontalieri”, ovvero
alla povera Grecia e alla povera Italia.
Quella fessa Italia, che dopo aver svolto tutti i “compiti a casa”,
dopo aver contribuito alle istituzioni europee per sessant’anni si vede
ancora costretta a tagliare servizi fondamentali dello Stato a non
poter fare investimenti preziosi per il proprio futuro. Una fessa Italia
che dopo aver consentito a banche e multinazionali francesi di occupare
il mercato italiano si vede estromessa dai Cantieri di Saint-Nazaire, dopo che la Leonardo aveva vinto una regolare gara per aggiudicarsi le quote della sudcoreana STX, in barba a tutte le regole europee su aiuti di Stato e nazionalizzazioni.
Mentre nel nostro paese orde di uomini di buon
cuore solidarizzano con francesi, tedeschi, danesi, e altri popoli
europei per disgrazie e attentati, mentre in Italia tutti “je suis Charlie (Hebdo)”,
che dopo aver insultato e preso per i fondelli la divinità ed il
profeta di qualche miliardo di persone, ha subito la reazione di qualche
estremista, mentre tutti in Italia volevano “defend Paris”
e tutti i politici europei scendevano in piazza (anche in modo
abbastanza raccapricciante) per sconfiggere il terrorismo. Mentre
facciamo tutte queste belle cose, i francesi continuano a prendere per i
fondelli Roma con la loro satira da strapazzo, una satira che non prende di mira i potenti, ma ridicolizza le vittime: dalle vignette di quel Charlie Hebdo
per il quale tutti solidarizzavano e che mettevano in ridicolo i poveri
disgraziati finiti vittima del terremoto nel Centro Italia del 2017,
all’ultimo video del pizzaiolo “italiano” che sputa nel piatto e diffonde il coronavirus, tanto “è satira!”.
Il messaggio è chiaro: “voi italiani siete sporchi e zozzoni e vi ammalate per questo”, all’Unione Europea
serviamo per tenere a bada tutte le potenzialità di una penisola al
centro del mediterraneo riconosciuta in tutto il mondo per il proprio
stile di vita e per il proprio artigianato. I paesi del sud dell’Europa servono a Francia e Germania come
grandi mercati di esportazione, grandi bacini di consumo finanziati
dalle loro stesse banche, un circolo vizioso, che arricchisce alcuni
paesi a scapito di altri, un vero e proprio imperialismo da terzo mondo.
È il segreto di pulcinella che nelle trattative
per la moneta unica, Berlino pretese che anche l’Italia entrasse dentro i
meccanismi di quello che sarebbe stato il trattato di Maastricht, o
altrimenti l’economia tedesca sarebbe perita a causa delle grandi
capacità di esportazione italiane. Siamo poco più che una colonia alla
quale dal 2011 è stato tolto anche il velo di ipocrisia di una qualche
presunta democrazia: Napolitano e Mattarella svolgono la funzione di
Vicerè, il presidente del consiglio, chiunque esso sia, è un semplice
commissario che si barcamena tra consenso politico e gli ordini
dall’alto.
Niente mascherine dunque per l’Italia, l’Europa
se li tiene per sé, muoia Sansone con tutti i filistei. Gli italiani
sono sacrificabili, se crepano li pagherà qualcun altro i loro debiti.
Se il calcio italiano si ferma, si può giocare sempre senza le italiane.
Differente invece l’atteggiamento della Cina, la quale avrebbe offerto
all’Italia oltre a ogni genere di rifornimenti medici e sanitari, anche
la messa a disposizione di personale sanitario. In fondo in Europa
guardano al nostro paese come Merkel e Sarkozy guardavano Berlusconi nel
2011, un sorriso bonario e pacche sulle spalle, come il grande
proprietario alla sua servitù, come il genitore al bambino che crede di
essere diventato grande, ma è ancora inesperto, come il leghista di un
tempo, per tornare al nostro incipit, con il meridionale, che può essere
bravo, educato e lavoratore quanto vuole lui, ma resta sempre un
terrone, brutto, sporco, che non ha voglia di far nulla. “Ahi serva Italia, di dolore ostello, nave sanza nocchiere in gran tempesta, non donna di provincie, ma bordello!” diceva qualcuno.