domenica 30 maggio 2021

ADRIANO VISCONTI, UN EROE DEL CIELO DELLA REPUBBLICA SOCIALE

AUDIO (COMPLETO): ALA FASCISTA documentazione sonora
 
La foto di Visconti al Museo dell'Aria degli USA
 
Il Generale Tessari comunica:
"Il giorno 29 marzo caccia italiani hanno intercettato nei cieli del Veneto e del Piemonte formazioni di velivoli avversari, abbattendo - nonostante la forte superiorità numerica nemica - quattro velivoli, dei quali due quadrimotori e due caccia.
Altri tre velivoli sono da considerarsi probabilmente abbattuti. Un quadrimotore nemico atterrava intatto su un nostro aeroporto: l’equipaggio veniva fatto prigioniero.
Un nostro pilota, segnalato come perduto nel bollettino del giorno 29, si è invece salvato col paracadute’’.
 
Il Generale Tessari ritiene opportuna la diramazione di un comunicato alla stampa.
30/3/XXII
ACS-SPD/C.O. b. 74
Appunto per il Duce
Il Generale Tessari comunica:
n Al comunicato trasmesso questa mattina occorre aggiungere che un nostro equipaggio è andato perduto.
n Al comunicato del 29 sono da aggiungere altri due apparecchi nemici (caccia) abbattuti, successivamente accertati.
Il numero complessivo degli apparecchi nemici abbattuti è salito a sedici.
30 marzo XXII
ACS-SPD/C. 074
 

 

REPUBBLICA SOCIALE ITALIANA: L'AEREONAUTICA NAZIONALE REPUBBLICANA



IL SACRIFICIO DEI PILOTI DA CACCIA DELLA AERONAUTICA NAZIONALE REPUBBLICANA
Giovanni Ricci Bitti
 
 
    Vollero continuare a battersi a fianco dell'alleato tedesco per difendere le nostre città dai bombardamenti indiscriminati angloamericani, quei piloti da caccia dell'Arma azzurra che, per reazione alla tragica e vergognosa resa dell'8 settembre, si ribellarono al “cambio di campo” di Badoglio e confluirono nella nuova Aeronautica della Repubblica Sociale Italiana.
    Pur sapendo di combattere una battaglia il cui premio non sarebbe stato l'alloro della vittoria data la schiacciante superiorità numerica del nemico, l'aeronautica del Nord conseguì risultati rilevanti, comprovati, oltre che dall'avversario, dal risalto proporzionalmente superiore a quello riservato alla Regia aeronautica per l'intero 2' conflitto mondiale, datole dagli storiografi stranieri, soprattutto ex nemici. Gli stessi tedeschi sottolinearono più volte l'eccezionale aggressività dei piloti da caccia e aerosiluranti repubblicani.
    Tra il gennaio '44 e il 16 aprile '45, i cacciatori dei Gruppi “Asso di bastoni”, “Diavoli rossi'” e “Francesco Baracca”, seppur con un numero sempre esiguo di velivoli, attaccarono le massicce formazioni di bombardieri e caccia alleati dirette prevalentemente con intenti terroristici sulle nostre città pressoché indifese. 64.000 furono i civili italiani uccisi dai bombardieri angloamericani.
    Nel corso dei 97 combattimenti sostenuti dalla caccia repubblicana, furono abbattuti “sicuramente” 239 velivoli alleati, più altri 115 “probabili”; 98 piloti italiani caddero negli epici scontri.
    A 50 anni dalla conclusione della guerra, è doveroso ricordare con amore e riconoscenza quei valorosi soldati - purtroppo ufficialmente ignorati - che sacrificarono le loro fiorenti giovinezze per riscattare l'onore del popolo italiano e difendere le città. Per tutti ne citiamo 4, i più sfortunati. Essi, infatti, sfuggiti miracolosamente alla morte in battaglia, furono vigliaccamente trucidati da fratelli incoscienti, a guerra finita.
    Capitano pilota Pietro Calistri, del 1° Gruppo Caccia, pluridecorato, comandante della gloriosa 76a squadriglia caccia della Regia aeronautica, che a lungo aveva operato nei cieli della Libia, di Malta e della Sicilia. Fu fucilato a Dongo il 26 aprile '45, avendolo i partigiani di Audisio scambiato per un pilota di Mussolini.
    Maggiore pilota Adriano Visconti di Lampugnano, comandante del l° Gruppo caccia, asso degli assi italiani della 2a guerra mondiale con 26 vittorie accreditate (19 aerei abbattuti nella Regia aeronautica e 7 nell'Aeronautica repubblicana) e 18 probabili, secondo le graduatorie straniere. La sua presenza non risulta, invece, nella graduatoria italiana. Quasi non sia esistito, quasi non abbia sostenuto 72 combattimenti, per i quali gli furono conferite, al Valor militare, 2 medaglie di bronzo, 6 d'argento, 3 croci di ferro, 1 promozione per merito di guerra. Il 29 aprile '45, a Gallarate, Adriano Visconti sottoscrisse un accordo controfirmato da rappresentanti della Regia aeronautica, del C.L.N.A.I., del C.L.N. e da 4 capi partigiani (tra i quali Aldo Aniasi “Iso”, poi deputato e sindaco di Milano). L'accordo garantiva la libertà ai sottufficiali ed agli avieri del Gruppo, l'incolumità personale di tutti gli ufficiali, nonché l'impegno di consegnarsi alle autorità militari italiane o alleate, come prigionieri di guerra. Condotti a Milano nella caserma del “Savoia Cavalleria” tutti gli ufficiali, il Visconti ed il suo aiutante, s. ten. pilota Valerio Stefanini, furono assassinati a raffiche di mitra alla schiena, sparate dai partigiani che occupavano la caserma.
    Serg. magg. pilota Guido Minardi, del 2° Gruppo caccia Diavoli rossi. Tornato alla sua casa, a Camerlona di Ravenna, il 24 maggio 1945, fu assassinato il giorno dopo dai suoi compaesani al termine di una festa di ballo alla quale era stato invitato... Gli fecero scavare una buca, ove fu interrato fino al collo, quindi gli spaccarono il cranio a colpi di badile. E' sepolto nel cimitero di Piangipane (Ra).
 
 
L'ULTIMA CROCIATA N. 5. LUGLIO 1995  (Indirizzo e telefono: vedi PERIODICI) 


ADRIANO VISCONTI, UN EROE DEL CIELO
Mario Bruno
 
 
    Una raffica di mitra alle spalle fermava la vita terrena del Maggiore pilota Adriano Visconti e del S. Ten. pilota Valerio Stefanini nel cortile della caserma del "Savoia Cavalleria" a Milano.
    Inutilmente in S. Ten. Stefanini cercava di proteggere il suo Comandante che, caduto in ginocchio, veniva finito con alcuni colpi di pistola a bruciapelo. Erano le 13.30 del 29 aprile 1945.
    L’uccisione di Visconti e di Stefanini fu uno degli atti più barbari e vili commessi dai partigiani comunisti in quel momento rappresentati dalla Xa brigata Redi e Xa brigata Rocco.
    I due Ufficiali erano prigionieri di guerra e come tali protetti dalla Convenzione di Ginevra, per cui gli assassini sono ancora oggi perseguibili per legge.
    Chi avrà il coraggio di raccogliere la denuncia?
    Non è forse giunta l'ora che il Ministero della Difesa dia seguito all’inchiesta che certamente all'epoca fu fatta?
    Non è un processo alla Resistenza, ma a un gruppo di assassini ed ai loro complici annidati nell'anonimato, ma facilmente identificabili. Ancora oggi il nome di Visconti, animatore e Comandante dell'eroico I° Gruppo Caccia dell'Aeronautica Nazionale Repubblicana, per i valori difesi, per la capacità dimostrata, per il senso del dovere, la fedeltà al ricordo degli Aviatori Caduti, la dirittura morale, la popolarità, il carisma ed i successi ottenuti in guerra contro gli "Alleati", è ingombrante a tal punto che non sono stati pochi i tentativi di disgregazione della Sua memoria.
    Vengono messe in discussione le 26 vittorie conseguite ed accreditate come risulta dal volume di Nino Arena "L’aeronautica nazionale repubblicana 1943-1945, della Stem Mucchi, riprodotto su "Nuovo Fronte" e dalla foto, che il dottor Giorgio Cigarini ha riportato dal Museo dell’Aria degli U.S.A. ove, su segnalazione dell'Ufficio Storico dell'Usaf, fu sistemata una foto del Magg. Visconti come Asso dell'Aeronautica Italiana, specificando che fu ucciso dai partigiani comunisti.
 
 
    Il Generale Pesce e Giovanni Massimello nel loro libro "Adriano Visconti Asso di guerra" affermano che le vittorie effettive di Visconti sono dieci e non ventisei traendo tale conclusione dall'analisi di documenti venuti alla luce dopo un cinquantennio.
    Sorge cosi una domanda: Nino Arena da dove ha tratto i suoi dati pubblicati nel settembre 1973 con due pagine di ringraziamento a testimoni all'epoca viventi, a familiari in possesso di documentazione scritta e fotografica, ad Enti militari fra i quali il Ministero della Difesa per la Biblioteca centrale Militare, l'Ufficio Storico dell'A.M.I. (Aeronautica Militare Italiana), e l'Ufficio Propaganda e pubbliche relazioni dell'A.M.I.?
    Che valore hanno i dati rilasciati dai Musei americani, inglesi e tedeschi citati con il nome dei funzionari addetti?
    Chi sbaglia? I dati esposti sono precisi e circostanziati: le vittorie sono 26 e sarebbe ora che l’Aeronautica militare rivendichi come suoi i Caduti dell'Aeronautica Nazionale Repubblicana, tanto più che i superstiti costituirono il nerbo dell'Aeronautica Militare riorganizzata nel dopoguerra.
    Nessuno teme il ridimensionamento di un Eroe come Visconti, ma non si può fare a meno di notare che è in atto il tentativo di sminuire l'operato dei tanti e tanti combattenti che scelsero la difficile via dell'Onore sapendo di sacrificare il proprio avvenire per salvare la dignità del popolo italiano.
    Tale tentativo coincide con l'emergere della verità storica che potrebbe ribaltare il giudizio storico sul Soldati della RSI.
    Non è un giudizio sull'Aeronautica del Sud, che soffrì per la scelta operata per fedeltà al giuramento al Re o per situazioni contingenti.
    E' invece un atto di accusa verso chi, pur valoroso in guerra, aderì all'Aeronautica N.R. per poi disertare ripresentandosi con un fazzoletto colorato al collo sull'uniforme.
    I Caduti della Regia Aeronautica che si batterono disperatamente fino al mattino dell'8 settembre 1943 non avrebbero mai pensato alla divisione astiosa dei superstiti protratta fino al punto da ignorarne una parte.
    E’ nel comune ricordo e nell'omaggio ai Caduti che l'aeronautica Militare potrà trarre oggi nuova linfa vitale per distaccarla dalla morta gora che ancora avvolge l'Italia, per ritrovare l'entusiasmo che una volta era stimolo ai Reparti.
    I tempi sono maturi per la rinascita dei valori nazionali.
 



ANALISI DI UN COMBATTIMENTO (29 MARZO 1944)
Nino Arena
 
Fu una memorabile giornata di lotta, forse la più importante come partecipazione, come potrebbe far capire la presenza di 53 Macchi 205 del 1° Gruppo Caccia ANR, un numero mai più eguagliato nelle altre missioni; anche se i risultati pratici furono inferiori all’impegno profuso, si ebbero due aerei perduti fra cui la morte di un pilota e il ferimento di un altro salvatosi col paracadute. Cinque gli aerei nemici abbattuti-quattro B.24 e un P.38 - attribuiti a Ligugnana, Marchi, Sbrighi, Leone, Vezzani e in collaborazione a Robetto, Fiorini, Bandini, Burei. In particolare il Cap. Robetto aveva completato l’opera di Sbrighi con un ultimo determinante attacco ad un "Liberator’’. Un contributo dedicato alla memoria di Sbrighi caduto nel combattimento.
Il diario storico ufficiale dell’ANR riporta fedelmente la presenza di 53 Macchi (ci sono anche sei G.55 della Sqd. Complementare Caccia) e tale numero venne dallo scrivente fedelmente riportato nel secondo volume sull’Aeronautica Repubblicana a pag. 492, anche se il diario storico del 1° Gruppo CT dissente per taluni aspetti, convalidando la presenza come numero, ma denunciando la perdita di un solo aereo (quello di Sbrighi), considerando che il S.M. Balduzzo salvatosi col paracadute, verrà registrato il giorno successivo in Val Meduna.
Decollo alle ore 11.15 con le squadriglie al comando di Visconti, Guidi e Ligugnana. Direzione delta del Po a quota 9500, volo di 15’ con ampio semicerchio a sinistra con rotta 320° all’inseguimento della grande formazione nemica diretta verso il Friuli.
Contatto sulla verticale di Bassano/Asiago e, come accennato, abbattimento accertato di quattro B.24 e un P.38 della scorta. Abbattimenti confermati e convalidati dal ritrovamento degli aerei nemici, denunciati dal KTB/OKW, dalle Agenzie d’informazione Atlantic e Stefani e dallo SM/ANR. Diversa ovviamente la versione del-l’USAAF, anche se tale ipotesi era stata prevista e valutata per quel che poteva valere la propaganda di guerra Yankee, nel solco di una ben precisa filosofia sull’invin-cibilità del primato USA. Al riguardo potremo citare come emblematico quanto accaduto il 18 marzo 1944 - Missione n. 21/SAF, in cui il 1° Gruppo CT si attribuì tre B.24 (Robetto - Rodoz - Svanin) un quarto in collaborazione Morosi/Steinhoff e tre P.47 assegnati a Stella - Benati - Marconcini. Ebbene, a detta dell’USAAF, la missione che vedeva la partecipazione di 404 fra B.17/B.24 scortati da 139 P. 38/P.47 denunciava la perdita di 11 fra bombardieri e caccia, escludeva dal particolare l’abbattimento di B. 24 neutralizzando ovviamente (e artatamente) la presenza fra gli aerei perduti di tale tipo di aereo, col risultato di rendere nullo quanto asserito dai piloti italiani (quel giorno un B. 24 abbattuto da Rodoz cadde vicino Udine tagliato in due sezioni di cui esiste documentazione fotografica). L’Agenzia Stefani cita l’abbattimento di quattro bombardieri e due caccia ad opera di piloti italiani; lo SM/ANR parla invece di quattro bombardieri e tre caccia, mentre la Stefani, il giorno successivo, precisava che i cacciatori tedeschi si erano attribuiti 13 bombardieri e quattro caccia. Un panorama difforme ma sostanzialmente basato sulla certezza di effettivi abbattimenti.
Come accennato l’USAAF parlava di B.17 ma non di B. 24 e, a fronte di queste perdite, dichiarava la distruzione di 32 aerei dell’Asse l’abbattimento di altri 16 e di 3 probabili. A ciò aggiungasi la distruzione di altri 6 idrovolanti avvistati alla fonda nella laguna di Marano e distrutti al rientro dalla missione. Morale: perdite sì, ma in compenso pagate a caro prezzo dall’Asse. Da un punto di vista dei risultati un ristabilimento psicologico nel conto perdite e profitti.
A detta degli americani, l’intero 77 JG. era stato distrutto con oltre 50 aerei perduti in una sola missione, ed aveva subìto pesanti perdite anche l’ANR. Lasciamo all’intelligenza ed al buon senso dei lettori l’interpretazione di quanto esposto. Torniamo al combattimento del 29 marzo, dove, a completamento della relazione inviata lo stesso giorno al Q.G. del Duce, il Gen. Tessari trasmetteva il giorno successivo un’ulteriore comunicazione precisando che i 4 aerei abbattuti comprendevano 2 bombardieri e 2 caccia col probabile abbattimento di altri 3 e la conferma del salvataggio del S. M. Balduzzo. Lo stesso giorno un’ulteriore comunicazione dello SM/ANR accertava l’abbattimento di altri 2 caccia e sommando gli aerei dichiarati dai tedeschi, convalidava un totale di 16 aerei abbattuti rispetto ai 12 segnalati dall’OKW e dallo Stab Luftflotte 2. La durata del combattimento era stata di 75 minuti comprendendo decollo e atterraggio.

Con tali elementi a disposizione qualsiasi studioso potrebbe ragionevolmente impostare un servizio illustrativo pubblicandolo indifferentemente su una rivista o su un più vasto contesto storico, pioché ci sono sufficienti elementi di giudizio da una parte e dall’altra, per farsi un quadro il più obiettivo possibile sullo svolgimento dei fatti. Sfortunatamente per lo scrivente, la mia primitiva curiosità di conoscenza sul comportamento degli USA, sulla loro politica mondiale, sulla loro filosofia storica e la potenza delle Lobby che gestiscono nel bene e nel male occultamente la grande potenza mondiale, ha subìto nel corso degli anni una profonda delusione, sorpresa, sdegno e una trasformazione in negativo. In breve, non credo a quanto vanno pubblicando, non accetto più - ritenendoli arbitrari e prevaricanti - taluni aspetti della loro politica internazionale, mi disgustano e indignano profondamente le loro americanate, i loro Top Guns, gli abusi contro gli inermi, l’invincibilità dei Marines... (sfido chiunque a citarmi un solo film obiettivo sulla seconda Guerra Mondiale in cui gli americani subiscono sconfitte) e ci sono voluti oltre 50 anni di riflessione sulla loro stupidità per uscire con l’accettabile "Salvate il soldato Ryan’’ in cui, per la prima volta, anche i soldati USA vedono la guerra diversamente, conoscono le emozioni umane, comprendono che si può morire anche avendo paura.
Pearl Harbour-Filippine-Corregidor-Kasserine-Fiume Rapido-Cisterna-Corea-Vietnam furono altrettante tappe di storia e di sconfitte degli USA, anche se per Hollywood perdere significò vincere ugualmente con gli insulsi lavori a senso unico prodotti ad uso e consumo dei gonzi. Punti di vista discutibili.
Più recentemente, abbiamo assistito a non edificanti comportamenti che denotano indifferenza per le vite umane, violazione di diritti, atti di ferocia e violenza ingiusti-ficata: Iran (violazione territoriale e atti di guerra), Libia (bombardamento di Tripoli), Libano, Irak, Cuba, Granada, Panama-Sigonella (pirateria aerea e minacce) Baghdad (limitazioni allo spazio aereo nazionale) e per finire ai nostri giorni la serie di violazioni nei confronti dell’Italia: false indicazioni e inganno al ROC di Martina Franca (gravissimo episodio di sopraffazione) il falso dichiarato e accettato dalla corte dei Marines con la vergognosa assoluzione del killer volante, venti persone morte senza un responsabile con conseguente ondata di risentimenti italiani, di riflesso internazionali e degli stessi USA. Una serie di gravissimi episodi che hanno attirato sugli Usa odio, discredito e una paurosa calata di consensi costringendoli a vivere in uno stato di perenne allarmismo.
Non voglio con questo dimenticare i grandi meriti internazionali degli USA per garantire la libertà e la democrazia, ma ci sono limiti e circostanze, non soltanto prevaricazione e arbitrio. Per questo e molte altre cose omesse per carità di giudizio, non abbiamo fiducia in ciò che dicono (e smentiscono) e in ciò che fanno e che vediamo.
Da parte opposta troviamo per il combattimento del 29 marzo 1944, le dichiarazioni ufficiali dei massimi organi di comando del Reich: bollettino di guerra dell’OKW - i risultati ottenuti dai cacciatori italiani e tedeschi trascritti successivamente sul KTB/OKW e sui documenti dello Stab Luftflotte 2; i rapporti dell’ABFA (Aufsuchung u. Bewahrung für Feindflug-zeugeabsturz) con i loro "Anerkant’’ di convalida (aerei nemici accertati sul luogo della caduta) disponibili presso il BMA di Friburgo/Potsdam. Da parte italiana le dichiarazioni dei comandi responsabili, le dichiarazioni del Capo di SM/ANR Gen. Tessari, il diario storico ufficiale ANR e quello di reparto, le testimonianze dei piloti ai quali io credo senza riserve. Tutti documenti disponibili presso l’US/SMA, l’ACS alle voci SPD/CO e CR.b.70-71-74-75-77 (8-45-103-33-266-290).
Ai lettori, come sempre, la valutazione dei fatti, allo scrivente la responsabilità di ciò che scrive e la difesa, come sempre, degli aviatori repubblicani.
A Cesare ciò che è di Cesare dicevano i nostri padri.





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