L’uso della parola razzista, favorire un problema voluto
di Jacopo Cioni
E’ forse razzismo fare delle semplici considerazioni?
La
distorsione nell’uso di questa parola è appannaggio dei “buonisti”,
persone che parlano sempre in termini caritatevoli di accoglienza, di
rispetto della vita e della diversità. Sbagliano? No, anzi, è giusto
considerare la vita un bene primario al pari della libertà e
l’uguaglianza fra le persone, un dogma. Il problema è l’applicazione
pratica di certi concetti. Il “buonista” agisce in senso letterale, se è
giusto è giusto a qualsiasi costo, quindi anche a scapito di taluni
rispetto ad altri arrivando ad ignorare la vita e la libertà dei
compaesani rispetto il resto del mondo. Un “buonismo al contrario direi
io, cioè un “cattivismo”. Le azioni che ne derivano per i buonisti non
superano la preveggenza di due settimane e non sono discutibili, si sa
che i buonisti sono sempre dalla parte della ragione. Le leggi poco o
nulla contano per i buonisti; non si rispettano e se proprio rompano le
scatole si cambiano. Ormai l’Italia è una sub-colonia e le
leggi non si fanno più per un’armonica convivenza fra Cittadini
italiani ma per compiacere le multinazionali e le banche con l’avvallo
dei buonisti del caso. Una legiferazione che è il compiacimento del
globalismo finanziario, del NWO in via di affermazione.
La globalizzazione impone che tutti i
popoli del mondo si livellino, è gioco forza se si deve essere cittadini
del mondo globalizzato. Il problema è che il livellamento è verso il
basso, cioè i popoli e le nazioni che si sono nel tempo conquistati un
livello sociale più alto sono quelle che devono retrocedere rinunciando
alle conquiste sociali e all’uguaglianza fra le genti soprattutto fra le
diverse classe sociali. I “poveri” diventano più poveri e in questa
classifica essere povero rientrano tutti, tranne i ricchi, quelli che
non contano i soldi, mero mezzo, ma contano le S.P.A. che controllano.
Quindi non si agisce portando il bene sociale altrove, favorendone lo
sviluppo, non solo economico, ma sociale; si disgrega quello in essere
in paesi evoluti in tal senso.
Non tutti i paesi si comportano alla
stessa maniera, l’esempio dell’accoglienza dei migranti è lampante. I
migranti al pari del denaro, o delle leggi promulgate, sono un mezzo per
ottenere uno scopo, una merce umana che si sposta secondo convenienza.
Vi invito a leggere questi due articoli entrambi di Mauceri:
Come si crea un problema, come lo si
ingigantisce, come si insinua nell’opinione pubblica la paura del
problema stesso e poi come si cambiano le “regole” per
risolverlo. Problema in realtà irrisolto, ma regole modificate.
Condizioni sociali mutate, denaro deviato, nessun problema risolto,
rischi palesi.
Veniamo agli sbarchi.
Arrivi con sbarchi in Italia 2015
Il grafico in oggetto è reperibile sul sito del Ministero dell’Interno e
prende in esame gli anni 2011, 2012, 2013, 2014 con un dato di 170.100
persone nel 2014. Il 2015 è ovviamente in atto ma si registra ad oggi un
numero che rischia di superare l’anno record 2014, complice la
situazione fuori controllo della Libia, (su cui torneremo in seguito).
Si registra secondo i dati diffusi dal Viminale 7.882 immigranti
sbarcati sulle coste italiane nei primi due mesi dell’anno; il 43% in
più rispetto allo stesso periodo del 2014 quando gli stranieri arrivati
via mare furono 5.506. Se il dato si attestasse su questo incremento nel
2015 arriviamo ad un totale di circa 243.000 persone. Nuovo record.
Le altre due porte di ingresso, non in
Italia, ma comunque in Europa; sono meno pubblicizzate ma presenti e
sono quella orientale in Turchia – Grecia – Bulgaria con un ingresso nel
2014 di 50.600 immigrati e quella occidentale in Spagna che conta
l’ingresso di 7.300 persone. Addirittura attualmente la Macedonia è
diventata una porta con pavimento scorrevole verso l’Europa.
Un primo dato su cui riflettere è la
disparità fra i 170.100 arrivi in Italia e i 7.300 in Spagna, dati 2014.
Ad occhio, geograficamente sarebbe molto più facile e meno pericoloso
passare dal continente africano (Marocco) all’Europa attraverso la
Spagna, lo stretto di Gibilterra misura solo 16 km o 10 miglia alla
preferenza. Incredibilmente invece si preferisce rischiare di più
affrontando il Mediterraneo per approdare in Italia, ci si dovrebbe
domandare il perchè. Oddio forse era una domanda da porsi un annetto fa,
adesso le motovedette italiane e di vari paesi europei raccolgono
direttamente queste persone a 25/30 miglia dalla Libia e le portano a
destinazione, il rischio per la vita si è notevolmente abbassato e
infatti gli sbarchi le partenze sono in vertiginoso aumento.
Basta
cercare e si trova la ragione, in Spagna la Guardia Civil reagisce e
risponde agli assalti sparando proiettili di gomma, e gas al
peperoncino. Nonostante le denunce delle organizzazioni non governative
per l’uso della forza usato dal governo spagnolo lo stesso rifiuta le
critiche ma anzi difende le scelte fatte. La Spagna non è l’Italia e i
muri di contenimento vengono difesi con la forza. Assalti e
respingimenti brutali. Questo induce i clandestini a scegliere altre vie
di ingresso anche se più pericolose ma che, se superate, non si pone di
fronte un muro di contenimento ma anzi trovano accoglienza, cibo,
vestiti e possibilità (anche se remota) di un visto da rifugiato
politico. Inoltre in Italia ai clandestini non da noia nessuno, siamo
mica le frontiere dell’Australia o del Canada noi! Non solo, ma sia la
Spagna che l’Unione Europea hanno stipulato accordi con il Marocco sotto
la voce “cooperazione per lo sviluppo” che rendono il Marocco stesso il
principale oppositore all’attraversamento degli emigranti verso la
Spagna. Accordi che risalgono al 2004/05/06 e che hanno fatto adottare
al Marocco leggi immigratorie similari a quelle della Spagna e tutto
questo ovviamente dietro pagamento di “tangenti” per lo “sviluppo”.
Risultato? In Spagna nel 2014 entrano 7.300 persone in Italia nel 2014
170.100 persone. Avete mai letto su un giornale che la Spagna è
razzista?
Andiamo oltre meri concetti di confine, da noi sub-colonia i confini non esistono quindi inutile parlarne. Trattato di Schengen.
Chi sono queste persone che arrivano?
Se avete letto il primo dei due articoli
che vi ho postato sopra lo sapete; inoltre è certo che insieme a queste
persone “sfrattate” si mescolano anche altri figuri non proprio
identificabili.
Queste persone i buonisti le
classificano come coloro che fuggono dalla guerra e dalla povertà, che
cercano un nuovo posto dove vivere dato che a casa loro alberga guerra,
violenza e fame; si guardano bene dal dire la verità e cioè che sono le
oligarchie delle multinazionali a cacciarli dalle proprie case e terre.
Si inventano guerre che non ci sono e fame che non esisterebbe se
avessero il loro pezzetto di terra da coltivare. Diverso se non hai più
terra perchè la coltiva una multinazionale magari con ortaggi OGM.
Se osserviamo i barconi che giornalmente arrivano si notano però alcune cose che i media si guardano bene dall’enfatizzare.
- Gli emigranti sono per la maggior parte uomini, pochissime le donne e bambini. I media non si sottraggono invece da dire ad ogni servizio che ci sono tante donne e bambini, ma nelle inquadrature non si vedono mai, fateci caso.
- Sono sani e non denutriti, solo stanchi per lo stress del viaggio appena compiuto, al limite della resistenza umana, tanto è che dopo pochi giorni sono già in piena forza.
- Quasi tutti sono in possesso di un cellulare, e non di un nokia 3301 ma di smartphone ultima generazione.
- Qualcuno, anche se rari, arriva anche ben vestito.
- Buona parte sono di fede mussulmana. (A tal proposito vorrei ricordare come sono stati barbaramente uccisi i cristiani nella traversata del 14 Aprile, quelli non erano persone e potevano essere soppresse). Che centra la fede religiosa, niente se non interpretata con estremismo e violenza, ma i fatti più o meno recenti sono piuttosto inquietanti.
- Arrivano sapendo che minimo hanno 2 anni di mantenimento gratuito e per chi vive alla giornata è tantissimo. Come se un’italiano trovasse in un gratta e vinci uno stipendio mensile per 2 anni.
- Arrivano e subito dopo molti sono arruolati in truppe di protesta, verso il cibo, verso l’alloggio, verso l’Italia che non fornisce abbastanza credito telefonico e vestiti. Non hanno scrupoli a distruggere proprietà pubbliche o private per protesta. Da domandarsi chi li arruola, forse li stessi di mafia capitale? Più richieste uguale più soldi da spartirsi? Li usano come nerce con in più parole e azioni?
- Alcuni spariscono nel nulla, forse proprio quelli che hanno scopo diverso dal fuggire dalla guerra, forse lo scopo è proprio innescare una guerra, magari di tipo religioso fatta di teste cadute e bombe scoppiate.
- Molti decidono di unirsi alla malavita o al limite malavitare per conto proprio e spesso verso persone deboli e indifese, tanto a brandire un macete sanno che nessuno gli pianterà un colpo in testa.
Se una persona scappa da fame e guerra
dovrebbe quanto meno apparire denutrito, emaciato, almeno prostrato
dalla fame, ma cosi non sembra. le persone che sbarcano sulle nostre
coste sono tutti baldi giovani robusti e in carne. So che è triste, ma è
bene ricordare che cosa significa fare la fame. quindi paragonate le
due foto.
Sappiamo per certo che sbarcare in
Italia ha un costo, gli scafisti si fanno pagare. Da 1500 dollari a 2000
dollari. La domanda che tanti si son fatti è: Com’è che queste persone,
che dovrebbero essere povere, posseggono una cifra del genere? Cifra
che permetterebbe di vivere in Italia per un mese (secondo i nostri
politici anche due), ma che permette di vivere in molti paesi africani
molto di più, addirittura mettere su un’attività commerciale. Se ci vivi
un mese in Italia quanto ci vivi in Libia?
I “buonisti” dicono che queste persone
lavorano come schiavi muratori per dei mesi per guadagnare la cifra
necessaria a pagare il biglietto per l’Italia. Sicuramente alcuni
seguono questo percorso, schiavizzati per qualche mese per mettere
insieme il denaro, ma mi domando, ignorantemente, se trovano lavoro come
muratori in Libia e guadagnano abbastanza soldi per vivere avere un
cellulare e mettere da parte abbastanza soldi per un viaggio sui barconi
della speranza, perchè non continuano a lavorare in Libia? Libia che
fra l’altro è una nazione da ricostruire dopo la destituzione di
Mu’ammar Gheddafi. Se lo scopo di queste persone è trovare un lavoro in
una nuova nazione perchè non stabilirsi nella Libia da ricostruire?
Forse perchè non è lo scopo di chi le caccia dall’Africa?
Ora, possibile che a nessuno “buonista”
venga un dubbio dato tutto quello che sta succedendo in Europa, in
Italia, in Grecia. Gli sbarchi sono un ottimo mezzo di destabilizzazione?
Anzi peggio, in parte una vera e propria “truppa” pronta ad agire a
comando e anche senza comando. Via non posso credere che tutti questi
buonisti non si pongano qualche domanda, possibile che siano cosi
boldriniamente allineati?
Una buona parte di queste persone sono
state “sfrattate”, una parte è gente che si infiltra lentamente per
reconditi motivi religiosi. Entrambi poi una volta arrivati in Italia ci
mettono poco a capire che per loro questo è il paese dei balocchi, un
bengodi. Alloggio gratuito, vestiti, cibo, cellulare, scheda telefonica.
Si adattano talmente bene da rifiutare le sistemazioni che non
ritengono sufficientemente valide, si lamentano della quantità di
vestiti ricevuti, del cibo che viene loro servito. E chi non
approfitterebbe? Una persona che è stata “cacciata” da casa e si accorge
che dove è arrivata gli è tutto dovuto alza la posta, chi non lo
farebbe? Si rendono conto che sono in realtà “protetti” dallo Stato che
li ospita e che possono sfruttare la loro condizione di pelle scura per
puntare il dito e gridare razzista! Alcuni sono diventati talmente
arroganti anche da delinquere sapendo di farla franca. Come dicevo prima
teleguidati nelle proteste, come marionette.
I buonisti non si domandano se il valore
della vita di queste persone non sia in realtà solo considerato “valore
di una merce” da spostare da un mercato ad un’altro (fra l’altro a
costo zero visto che paghiamo noi) in maniera da far costare meno la
merce nel luogo d’arrivo? La merce nel luogo d’arrivo siamo noi, noi
italiani, che ci vediamo sottratti i diritti conquistati
nel tempo e che saremo costretti ad accettare lavori allo stesso
salario che accetta la nuova merce in arrivo e con condizioni lavorative
schiavizzanti. Vedi articolo! Merci loro e merci noi, schiavi loro e schiavi noi.
Occorreva una Libia destabilizzata per non fermare gli sbarchi.
L’invasione
della Libia è stata causale o cercava di ottenere un ben determinato
scopo? Si perchè il dittatore Gheddafi era tanto che stava li, possibile
che Francia e Stati Uniti se ne sono accorti solo nel 2011?
Se tornate a guardare il grafico su del
Ministero dell’Interno noterete che fino al 2011 gli sbarchi erano
veramente contenuti, un massimo di 60.000 persone, in linea con la
frontiera orientale. Dopo l’esportazione di Democrazia da parte degli
Stati Uniti e soprattutto della Francia a cui prudevano le mani c’è
stato il periodo di guerriglia in cui gli sbarchi sono scesi a 13.500
persone per poi risalire nel 2013 e segnare il record nel 2014 (record
in procinto di essere battuto nel 2015).
Una piccola digressione… chi era Presidente del Governo francese nel 2011? E a chi ha giurato fedeltà cornuta questo presidente?
Il contenimento che la Libia forniva
grazie agli accordi fra il governo italiano e Gheddafi non era perfetto
ma tamponava il problema. Forse si sarebbe raggiunto un equilibrio tipo
spagnolo, ed invece…
Il sor Gheddafi non era certamente uno
stinco di santo, ma governava la Libia con un progetto ben preciso,
renderla il paese faro per l’Africa. A quel tempo lo stipendio pro
capite dei libici era il più alto di tutta l’Africa; la Libia era un
paese avviato verso la modernità e sussistevano progetti e accordi
(soprattutto con l’Italia) per realizzare infrastrutture, fra l’altro un
progetto mastodontico uno dei bacini d’acqua più grandi mai visti nel
deserto, bacino d’acqua che avrebbe reso il deserto coltivabile. Non
solo ricca di petrolio ma finalmente ricca d’acqua. Questo progetto è
sparito dopo il 2011.
Altra cosa interessante della Libia era
la sua eccezionale, almeno per l’Italia, usanza di comprare titoli di
Stato italiani sul mercato terziario, un sistema che permetteva
all’Italia di controllare il debito pubblico (a me piace ancora chinarla
spesa pubblica, ma io son retrò) e alla libia di intrattenere rapporti
commerciali e non solo, sia nella vendita di idrocarburi verso l’Italia
sia di accordi commerciali privati.
Infine, ma non per ultima, la Libia era
uno di quei paesi africani con una banca centrale statale e non privata;
ne son rimasti due su cinque se non ricordo male, tre hanno subito
l’esportazione di democrazia statunitense, la Libia appunto,
l’Afghanistan e l’Iraq. Gli altri due, Siria e Iran sono pronti a
ricevere la Democrazia? Oddio con la Siria siamo vicini vicini….
Quindi la Libia poteva sopravvivere nell’ottica mondialistica? No non credo proprio.Ed in fine la criminalità organizzata.
La
vicenda Roma, ma possiamo dire anche resto d’Italia è davanti a tutti,
la concussione criminalità-politica è certificata dalle indagini e dalla
magistratura, anche se i media ne parlano troppo poco. Come ha detto il
sor Buzzi, “Gli immigrati fanno guadagnare più della droga”. Quando il
connubio della criminalità e delle cooperative rosse traggono profitto
dalla “merce” in entrata ci si deve chiedere come la politica che
alberga sia nelle cooperative che nella criminalità possa attuare una
qualsiasi politica per contrastare il fenomeno sbarchi. Soldi
che invece di aiutare il paese Italia e i suoi Cittadini spariscono
nelle tasche di affaristi e criminali, i veri razzisti. Ecco si, loro
sono i veri razzisti che di perbenismo fanno affarismo. All’opinione
pubblica si vende il buonismo delle persone, dei disgraziati che
fuggono, ma nel giro criminale si usa la “merce” importata e si
favorisce l’importazione, tanto da organizzare le navi per andare a
prenderli direttamente. Chi si azzarda a proporre soluzioni diverse
viene additato come razzista e populista e non certo per motivi
buonisti, ma solo per interessi criminali. Chi guadagna su questi poveri
cristi (o meglio maumettani) che arrivano da noi? Le cooperative rosse?
La chiesa? La criminalità? I benemeriti che si beccano i 39 euro al
giorno per ogni immigrato ospitato?
Per me si può fare in altra maniera,
aumentando la socialità nei paesi dove non esiste cioè dove i diritti
umani sono calpestati. Innalzare il sociale dove manca e non abbassarlo
dove sussiste; ma questo è contrario al mondialismo oligarchico
affarista dove il “capitale” solo conta e gli esseri umani sono solo
merce al pari di un compasso o di una squadra. Si può fare,
ma per farlo si deve noi per primi essere stabili e sociali e
modificare il nostro modo di pensare per trasferire questa socialità e
stabilità nel mondo, quindi ci tengono instabili e socialmente in
regressione. Tutto questo però deve essere impegno comunitario a lunga
scadenza e nell’immediato? Bene fa la Macedonia a lasciarli passare a
diritto, anzi a favorirli nel passaggio verso l’Europa Unita; dopo
innumerevoli appelli all’Unione Europea rimasti inascoltati la Macedonia
ha aperto un corridoio protetto. La stessa cosa dovrebbe fare l’Italia,
a tutti gli immigrati consegnare un permesso di soggiorno temporaneo
per un mese in maniera che ai confini, non più sacri, del nord possano
passare in ogni paese Europeo, secondo il trattato di Schengen.
Jacopo Cioni