lunedì 31 agosto 2015

L'USO DELLA PAROLA RAZZISTA ...


L’uso della parola razzista, favorire un problema voluto

di Jacopo Cioni
E’ forse razzismo fare delle semplici considerazioni?

controllo stampaLa distorsione nell’uso di questa parola è appannaggio dei “buonisti”, persone che parlano sempre in termini caritatevoli di accoglienza, di rispetto della vita e della diversità. Sbagliano? No, anzi, è giusto considerare la vita un bene primario al pari della libertà e l’uguaglianza fra le persone, un dogma. Il problema è l’applicazione pratica di certi concetti. Il “buonista” agisce in senso letterale, se è giusto è giusto a qualsiasi costo, quindi anche a scapito di taluni rispetto ad altri arrivando ad ignorare la vita e la libertà dei compaesani rispetto il resto del mondo. Un “buonismo al contrario direi io, cioè un “cattivismo”. Le azioni che ne derivano per i buonisti non superano la preveggenza di due settimane e non sono discutibili, si sa che i buonisti sono sempre dalla parte della ragione. Le leggi poco o nulla contano per i buonisti; non si rispettano e se proprio rompano le scatole si cambiano. Ormai l’Italia è una sub-colonia e le leggi non si fanno più per un’armonica convivenza fra Cittadini italiani ma per compiacere le multinazionali e le banche con l’avvallo dei buonisti del caso. Una legiferazione che è il compiacimento del globalismo finanziario, del NWO in via di affermazione.
La globalizzazione impone che tutti i popoli del mondo si livellino, è gioco forza se si deve essere cittadini del mondo globalizzato. Il problema è che il livellamento è verso il basso, cioè i popoli e le nazioni che si sono nel tempo conquistati un livello sociale più alto sono quelle che devono retrocedere rinunciando alle conquiste sociali e all’uguaglianza fra le genti soprattutto fra le diverse classe sociali. I “poveri” diventano più poveri e in questa classifica essere povero rientrano tutti, tranne i ricchi, quelli che non contano i soldi, mero mezzo, ma contano le S.P.A. che controllano. Quindi non si agisce portando il bene sociale altrove, favorendone lo sviluppo, non solo economico, ma sociale; si disgrega quello in essere in paesi evoluti in tal senso.
Non tutti i paesi si comportano alla stessa maniera, l’esempio dell’accoglienza dei migranti è lampante. I migranti al pari del denaro, o delle leggi promulgate, sono un mezzo per ottenere uno scopo, una merce umana che si sposta secondo convenienza.
Vi invito a leggere questi due articoli entrambi di Mauceri:
Come si crea un problema, come lo si ingigantisce, come si insinua nell’opinione pubblica la paura del problema stesso e poi come si cambiano le “regole” per risolverlo. Problema in realtà irrisolto, ma regole modificate. Condizioni sociali mutate, denaro deviato, nessun problema risolto, rischi palesi.
Veniamo agli sbarchi.
Arrivi con sbarchi in Italia 2015
Il grafico in oggetto è reperibile sul sito del Ministero dell’Interno e prende in esame gli anni 2011, 2012, 2013, 2014 con un dato di 170.100 persone nel 2014. Il 2015 è ovviamente in atto ma si registra ad oggi un numero che rischia di superare l’anno record 2014, complice la situazione fuori controllo della Libia, (su cui torneremo in seguito). Si registra secondo i dati diffusi dal Viminale 7.882 immigranti sbarcati sulle coste italiane nei primi due mesi dell’anno; il 43% in più rispetto allo stesso periodo del 2014 quando gli stranieri arrivati via mare furono 5.506. Se il dato si attestasse su questo incremento nel 2015 arriviamo ad un totale di circa 243.000 persone. Nuovo record.
Le altre due porte di ingresso, non in Italia, ma comunque in Europa; sono meno pubblicizzate ma presenti e sono quella orientale in Turchia – Grecia – Bulgaria con un ingresso nel 2014 di 50.600 immigrati e quella occidentale in Spagna che conta l’ingresso di 7.300 persone. Addirittura attualmente la Macedonia è diventata una porta con pavimento scorrevole verso l’Europa.
Un primo dato su cui riflettere è la disparità fra i 170.100 arrivi in Italia e i 7.300 in Spagna, dati 2014. Ad occhio, geograficamente sarebbe molto più facile e meno pericoloso passare dal continente africano (Marocco) all’Europa attraverso la Spagna, lo stretto di Gibilterra misura solo 16 km o 10 miglia alla preferenza. Incredibilmente invece si preferisce rischiare di più affrontando il Mediterraneo per approdare in Italia, ci si dovrebbe domandare il perchè. Oddio forse era una domanda da porsi un annetto fa, adesso le motovedette italiane e di vari paesi europei raccolgono direttamente queste persone a 25/30 miglia dalla Libia e le portano a destinazione, il rischio per la vita si è notevolmente abbassato e infatti gli sbarchi le partenze sono in vertiginoso aumento.
spagna immigratiBasta cercare e si trova la ragione, in Spagna la Guardia Civil reagisce e risponde agli assalti sparando proiettili di gomma, e gas al peperoncino. Nonostante le denunce delle organizzazioni non governative per l’uso della forza usato dal governo spagnolo lo stesso rifiuta le critiche ma anzi difende le scelte fatte. La Spagna non è l’Italia e i muri di contenimento vengono difesi con la forza. Assalti e respingimenti brutali. Questo induce i clandestini a scegliere altre vie di ingresso anche se più pericolose ma che, se superate, non si pone di fronte un muro di contenimento ma anzi trovano accoglienza, cibo, vestiti e possibilità (anche se remota) di un visto da rifugiato politico. Inoltre in Italia ai clandestini non da noia nessuno, siamo mica le frontiere dell’Australia o del Canada noi! Non solo, ma sia la Spagna che l’Unione Europea hanno stipulato accordi con il Marocco sotto la voce “cooperazione per lo sviluppo” che rendono il Marocco stesso il principale oppositore all’attraversamento degli emigranti verso la Spagna. Accordi che risalgono al 2004/05/06 e che hanno fatto adottare al Marocco leggi immigratorie similari a quelle della Spagna e tutto questo ovviamente dietro pagamento di “tangenti” per lo “sviluppo”. Risultato? In Spagna nel 2014 entrano 7.300 persone in Italia nel 2014 170.100 persone. Avete mai letto su un giornale che la Spagna è razzista?
Andiamo oltre meri concetti di confine, da noi sub-colonia i confini non esistono quindi inutile parlarne. Trattato di Schengen.
Chi sono queste persone che arrivano?
Se avete letto il primo dei due articoli che vi ho postato sopra lo sapete; inoltre è certo che insieme a queste persone “sfrattate” si mescolano anche altri figuri non proprio identificabili.
Queste persone i buonisti le classificano come coloro che fuggono dalla guerra e dalla povertà, che cercano un nuovo posto dove vivere dato che a casa loro alberga guerra, violenza e fame; si guardano bene dal dire la verità e cioè che sono le oligarchie delle multinazionali a cacciarli dalle proprie case e terre. Si inventano guerre che non ci sono e fame che non esisterebbe se avessero il loro pezzetto di terra da coltivare. Diverso se non hai più terra perchè la coltiva una multinazionale magari con ortaggi OGM.
Se osserviamo i barconi che giornalmente arrivano si notano però alcune cose che i media si guardano bene dall’enfatizzare.
  1. Gli emigranti sono per la maggior parte uomini, pochissime le donne e bambini. I media non si sottraggono invece da dire ad ogni servizio che ci sono tante donne e bambini, ma nelle inquadrature non si vedono mai, fateci caso.
  2. Sono sani e non denutriti, solo stanchi per lo stress del viaggio appena compiuto, al limite della resistenza umana, tanto è che dopo pochi giorni sono già in piena forza.
  3. Quasi tutti sono in possesso di un cellulare, e non di un nokia 3301 ma di smartphone ultima generazione.
  4. Qualcuno, anche se rari, arriva anche ben vestito.
  5. Buona parte sono di fede mussulmana. (A tal proposito vorrei ricordare come sono stati barbaramente uccisi i cristiani nella traversata del 14 Aprile, quelli non erano persone e potevano essere soppresse). Che centra la fede religiosa, niente se non interpretata con estremismo e violenza, ma i fatti più o meno recenti sono piuttosto inquietanti.
  6. Arrivano sapendo che minimo hanno 2 anni di mantenimento gratuito e per chi vive alla giornata è tantissimo. Come se un’italiano trovasse in un gratta e vinci uno stipendio mensile per 2 anni.
  7. Arrivano e subito dopo molti sono arruolati in truppe di protesta, verso il cibo, verso l’alloggio, verso l’Italia che non fornisce abbastanza credito telefonico e vestiti. Non hanno scrupoli a distruggere proprietà pubbliche o private per protesta. Da domandarsi chi li arruola, forse li stessi di mafia capitale? Più richieste uguale più soldi da spartirsi? Li usano come nerce con in più parole e azioni?
  8. Alcuni spariscono nel nulla, forse proprio quelli che hanno scopo diverso dal fuggire dalla guerra, forse lo scopo è proprio innescare una guerra, magari di tipo religioso fatta di teste cadute e bombe scoppiate.
  9. Molti decidono di unirsi alla malavita o al limite malavitare per conto proprio e spesso verso persone deboli e indifese, tanto a brandire un macete sanno che nessuno gli pianterà un colpo in testa.
Facciamo qualche considerazione.
Se una persona scappa da fame e guerra dovrebbe quanto meno apparire denutrito, emaciato, almeno prostrato dalla fame, ma cosi non sembra. le persone che sbarcano sulle nostre coste sono tutti baldi giovani robusti e in carne. So che è triste, ma è bene ricordare che cosa significa fare la fame. quindi paragonate le due foto.
denutrito immigrati 2






Sappiamo per certo che sbarcare in Italia ha un costo, gli scafisti si fanno pagare. Da 1500 dollari a 2000 dollari. La domanda che tanti si son fatti è: Com’è che queste persone, che dovrebbero essere povere, posseggono una cifra del genere? Cifra che permetterebbe di vivere in Italia per un mese (secondo i nostri politici anche due), ma che permette di vivere in molti paesi africani molto di più, addirittura mettere su un’attività commerciale. Se ci vivi un mese in Italia quanto ci vivi in Libia?
I “buonisti” dicono che queste persone lavorano come schiavi muratori per dei mesi per guadagnare la cifra necessaria a pagare il biglietto per l’Italia. Sicuramente alcuni seguono questo percorso, schiavizzati per qualche mese per mettere insieme il denaro, ma mi domando, ignorantemente, se trovano lavoro come muratori in Libia e guadagnano abbastanza soldi per vivere avere un cellulare e mettere da parte abbastanza soldi per un viaggio sui barconi della speranza, perchè non continuano a lavorare in Libia? Libia che fra l’altro è una nazione da ricostruire dopo la destituzione di Mu’ammar Gheddafi. Se lo scopo di queste persone è trovare un lavoro in una nuova nazione perchè non stabilirsi nella Libia da ricostruire? Forse perchè non è lo scopo di chi le caccia dall’Africa?
Ora, possibile che a nessuno “buonista” venga un dubbio dato tutto quello che sta succedendo in Europa, in Italia, in Grecia. Gli sbarchi sono un ottimo mezzo di destabilizzazione? Anzi peggio, in parte una vera e propria “truppa” pronta ad agire a comando e anche senza comando. Via non posso credere che tutti questi buonisti non si pongano qualche domanda, possibile che siano cosi boldriniamente allineati?
Una buona parte di queste persone sono state “sfrattate”, una parte è gente che si infiltra lentamente per reconditi motivi religiosi. Entrambi poi una volta arrivati in Italia ci mettono poco a capire che per loro questo è il paese dei balocchi, un bengodi. Alloggio gratuito, vestiti, cibo, cellulare, scheda telefonica. Si adattano talmente bene da rifiutare le sistemazioni che non ritengono sufficientemente valide, si lamentano della quantità di vestiti ricevuti, del cibo che viene loro servito. E chi non approfitterebbe? Una persona che è stata “cacciata” da casa e si accorge che dove è arrivata gli è tutto dovuto alza la posta, chi non lo farebbe? Si rendono conto che sono in realtà “protetti” dallo Stato che li ospita e che possono sfruttare la loro condizione di pelle scura per puntare il dito e gridare razzista! Alcuni sono diventati talmente arroganti anche da delinquere sapendo di farla franca. Come dicevo prima teleguidati nelle proteste, come marionette.
I buonisti non si domandano se il valore della vita di queste persone non sia in realtà solo considerato “valore di una merce” da spostare da un mercato ad un’altro (fra l’altro a costo zero visto che paghiamo noi) in maniera da far costare meno la merce nel luogo d’arrivo? La merce nel luogo d’arrivo siamo noi, noi italiani, che ci vediamo sottratti i diritti conquistati nel tempo e che saremo costretti ad accettare lavori allo stesso salario che accetta la nuova merce in arrivo e con condizioni lavorative schiavizzanti. Vedi articolo! Merci loro e merci noi, schiavi loro e schiavi noi.
Occorreva una Libia destabilizzata per non fermare gli sbarchi.
libia-prima-e-dopoL’invasione della Libia è stata causale o cercava di ottenere un ben determinato scopo? Si perchè il dittatore Gheddafi era tanto che stava li, possibile che Francia e Stati Uniti se ne sono accorti solo nel 2011?
Se tornate a guardare il grafico su del Ministero dell’Interno noterete che fino al 2011 gli sbarchi erano veramente contenuti, un massimo di 60.000 persone, in linea con la frontiera orientale. Dopo l’esportazione di Democrazia da parte degli Stati Uniti e soprattutto della Francia a cui prudevano le mani c’è stato il periodo di guerriglia in cui gli sbarchi sono scesi a 13.500 persone per poi risalire nel 2013 e segnare il record nel 2014 (record in procinto di essere battuto nel 2015).
Una piccola digressione… chi era Presidente del Governo francese nel 2011? E a chi ha giurato fedeltà cornuta questo presidente?
Il contenimento che la Libia forniva grazie agli accordi fra il governo italiano e Gheddafi non era perfetto ma tamponava il problema. Forse si sarebbe raggiunto un equilibrio tipo spagnolo, ed invece…
Il sor Gheddafi non era certamente uno stinco di santo, ma governava la Libia con un progetto ben preciso, renderla il paese faro per l’Africa. A quel tempo lo stipendio pro capite dei libici era il più alto di tutta l’Africa; la Libia era un paese avviato verso la modernità e sussistevano progetti e accordi (soprattutto con l’Italia) per realizzare infrastrutture, fra l’altro un progetto mastodontico uno dei bacini d’acqua più grandi mai visti nel deserto, bacino d’acqua che avrebbe reso il deserto coltivabile. Non solo ricca di petrolio ma finalmente ricca d’acqua. Questo progetto è sparito dopo il 2011.
Altra cosa interessante della Libia era la sua eccezionale, almeno per l’Italia, usanza di comprare titoli di Stato italiani sul mercato terziario, un sistema che permetteva all’Italia di controllare il debito pubblico (a me piace ancora chinarla spesa pubblica, ma io son retrò) e alla libia di intrattenere rapporti commerciali e non solo, sia nella vendita di idrocarburi verso l’Italia sia di accordi commerciali privati.
Infine, ma non per ultima, la Libia era uno di quei paesi africani con una banca centrale statale e non privata; ne son rimasti due su cinque se non ricordo male, tre hanno subito l’esportazione di democrazia statunitense, la Libia appunto, l’Afghanistan e l’Iraq. Gli altri due, Siria e Iran sono pronti a ricevere la Democrazia? Oddio con la Siria siamo vicini vicini….
Quindi la Libia poteva sopravvivere nell’ottica mondialistica? No non credo proprio.
Ed in fine la criminalità organizzata.
buzziLa vicenda Roma, ma possiamo dire anche resto d’Italia è davanti a tutti, la concussione criminalità-politica è certificata dalle indagini e dalla magistratura, anche se i media ne parlano troppo poco. Come ha detto il sor Buzzi, “Gli immigrati fanno guadagnare più della droga”. Quando il connubio della criminalità e delle cooperative rosse traggono profitto dalla “merce” in entrata ci si deve chiedere come la politica che alberga sia nelle cooperative che nella criminalità possa attuare una qualsiasi politica per contrastare il fenomeno sbarchi. Soldi che invece di aiutare il paese Italia e i suoi Cittadini spariscono nelle tasche di affaristi e criminali, i veri razzisti. Ecco si, loro sono i veri razzisti che di perbenismo fanno affarismo. All’opinione pubblica si vende il buonismo delle persone, dei disgraziati che fuggono, ma nel giro criminale si usa la “merce” importata e si favorisce l’importazione, tanto da organizzare le navi per andare a prenderli direttamente. Chi si azzarda a proporre soluzioni diverse viene additato come razzista e populista e non certo per motivi buonisti, ma solo per interessi criminali. Chi guadagna su questi poveri cristi (o meglio maumettani) che arrivano da noi? Le cooperative rosse? La chiesa? La criminalità? I benemeriti che si beccano i 39 euro al giorno per ogni immigrato ospitato?
Per me si può fare in altra maniera, aumentando la socialità nei paesi dove non esiste cioè dove i diritti umani sono calpestati. Innalzare il sociale dove manca e non abbassarlo dove sussiste; ma questo è contrario al mondialismo oligarchico affarista dove il “capitale” solo conta e gli esseri umani sono solo merce al pari di un compasso o di una squadra. Si può fare, ma per farlo si deve noi per primi essere stabili e sociali e modificare il nostro modo di pensare per trasferire questa socialità e stabilità nel mondo, quindi ci tengono instabili e socialmente in regressione. Tutto questo però deve essere impegno comunitario a lunga scadenza e nell’immediato? Bene fa la Macedonia a lasciarli passare a diritto, anzi a favorirli nel passaggio verso l’Europa Unita; dopo innumerevoli appelli all’Unione Europea rimasti inascoltati la Macedonia ha aperto un corridoio protetto. La stessa cosa dovrebbe fare l’Italia, a tutti gli immigrati consegnare un permesso di soggiorno temporaneo per un mese in maniera che ai confini, non più sacri, del nord possano passare in ogni paese Europeo, secondo il trattato di Schengen.
Jacopo Cioni

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