CULTURA
I Protocolli dei Savi Anziani di Sion nel
mondo arabo e islamico
-
di Dagoberto Husayn Bellucci ,
dir. resp. agenzia di stampa "Islam Italia"
-
da Haret Hreik , Beirut - Libano
Il progetto politico rivoluzionario "Eurasia-Islam"
le cui coordinate sono state segmento di milizia della nostra esperienza
personale fin dall'epoca della nostra collaborazione a riviste quali
"Avanguardia" e successivamente " Islam Italia" stabilisce un nesso di
continuità ideologica tra l'esperienza delle Rivoluzioni Nazionali e
Popolari dell'Ordine Nuovo nazionalsocialista europeo e l'Islam Tradizionale
e Rivoluzionario esemplarmente incarnato dalla Repubblica Islamica dell'Iran
e dalle nazioni arabe del fronte del rifiuto anti-sionista (che dopo la
caduta del regime ba'athista irakeno si riducono alla Siria di Assad e al
confinante Libano).
Il continuum storico tra Nazionalsocialismo
europeo e Islam rivoluzionario affonda le sue radici nella comune
identificazione di un nemico metafisico nel Giudaismo Internazionale e fissa
le sue radici nel quadro di una lotta di autodeterminazione nazionale,
indipendenza economica e volontà di riscatto.
Fisseremo nella rivolta palestinese degli
anni 36-39 il momento storico nel quale si sono inverati rapporti di
cooperazione tra le forze dell'Asse e le organizzazioni islamiche.
La rivolta palestinese sarà solamente un
epigono di preesistenti relazioni che, fin dai primi anni Venti per quanto
concerne il Fascismo italiano e dall'avvento al potere nel Gennaio 1933 per
ciò che riguarderà il Nazionalsocialismo tedesco, le forze dell'Ordine Nuovo
europeo intratterranno con le avanguardie rivoluzionarie del mondo arabo e
musulmano.
La collaborazione che sarà avviata dalla
Germania della Rivoluzione crociuncinata con le nazioni islamiche si
riferisce anche all'adesione che le principali organizzazioni musulmane
garantiranno alla Totalkampf Nazionalsocialista tedesca.
Tale adesione incondizionata ,
esemplarmente rappresentata dalla costituzione di numerose divisioni di SS
musulmane, scandirà le affinità elettive di 'razza' tra Nazionalsocialismo e
Islam quali manifestazioni e incarnazioni di Mitofanie eroico-tradizionali.
Il principale ispiratore della rivolta
palestinese del triennio 36-39 sarà Haji Alì Amin al Husseini (1893 - 1974 )
il Gran Muftì della Palestina, la massima autorità spirituale del periodo in
cui la Terrasanta sarà sottoposta al mandato giudaico-britannico di Sir
Herbert Samuel autentico "principe d'Israele" investito dal Governo di S.M.
britannica di presiedere all'amministrazione territoriale della terra
"promessa" all'organizzazione sionista di Chaim Weizzman che la erediterà
successivamente alla seconda guerra di aggressione giudaica contro l'Europa.
Designato fin dal 1921 dalle autorità
mandatarie britanniche a diventare la guida religiosa dei musulmani di
Palestina il Gran Muftì diverrà successivamente il presidente del Supremo
Consiglio Musulmano di Terrasanta organismo direttamente responsabile - come
oggi lo è il Waqf - dei Luoghi Sacri dell'Islam ovverosia della sacra
Spianata delle Moschee o Haram el Shariff , la collina delle Moschee sul
monte Moria dove sorgono le moschee di al-Aqsa e quella di Omar.
Allo scoppio dei tumulti anti-ebraici ,
provocati proprio da uno scontro avvenuto tra opposti manifestanti nella
zona del muro del pianto rivendicato dai sionisti , Haji Amin sarà
l'ispiratore principale della rivolta e successivamente il referente dei
rivoluzionari palestinesi.
Condannato in contumacia dalle autorità
britanniche al Husseini riuscirà a riparare prima in Siria e infine in Iraq
dove, nei primi anni quaranta, sarà al lato dell'Organizzazione paramilitare
del Quadrato d'Oro diretta da Rashyd el Kailani e da altri giovani ufficiali
nazionalisti.
Quando nella primavera del 41 un putsch
porterà i dirigenti del Quadrato d'Oro alla presidenza del Consiglio la Gran
Bretagna risponderà con un autentica aggressione militare che - in pieno
conflitto mondiale - spezzerà le rivendicazioni indipendentiste dei
nazionalisti e dei militari iracheni.
A nulla varranno i pochi aiuti militari
offerti in ritardo ad al-Kailani dalle potenze dell'Asse. La primavera
anti-imperialista di Baghdad verrà sedata dalla repressione britannica e sia
al Kailani che il Gran Muftì saranno costretti ad una fuga che , dal vicino
Iran li porterà , attraverso i Balcani, in Germania e Italia.
Il Gran Muftì sarà prima a Roma e poi a
Berlino dove lancerà i suoi proclami alla Jihàd per i musulmani europei e
arabi al fianco delle potenze dell'Asse. Si costituiranno allora i primi
nuclei di Waffen SS bosniache e albanesi che prenderanno parte alla Guerra
nei Balcani.
Husseini sarà quindi in Croazia e Bosnia a
dirigere le operazioni di reclutamento dei volontari che accorreranno
numerosi nelle divisioni SS "Handschar" invocando nell'estate del 1942 la
mobilitazione totale dei paesi musulmani contro l'Imperialismo
anglo-americano e il bolscevismo.
Hitler riconoscerà il valore della Guida
spirituale dei palestinesi accordando al suo ospite ampi spazi di manovra
politica e di propaganda. Husseini potrà così disporre delle strutture del
Partito Nazionalsocialista , parlerà alla moschea di Berlino e terrà
conferenze oltre agli accorati appelli anti-sionisti diffusi da radio
Berlino.
Arrestato nel 45 il Gran Muftì riuscirà
nuovamente a scappare e a raggiungere il Cairo dove parteciperà alla
costituzione della Lega Araba
L'antigiudaismo nazionalsocialista sarà
preludio all'alleanza in chiave anti-sionista e antimperialista con il mondo
arabo e islamico dove saranno evidenti le manifestazioni di solidarietà alla
politica dell'Asse e al disegno dell'Ordine Nuovo nazionalsocialista
europeo. La Germania nazionalsocialista era estranea a qualsiasi interesse
di tipo colonialista in Africa o nel Vicino Oriente seguendo invece , in
politica estera, le mire espansionistiche continentali verso l'Europa
Orientale come del resto era stato anticipato , fin dalla metà degli anni
Venti, da Adolf Hitler che nel suo "Mein Kampf" indicherà espressamente il
rifiuto di qualsivoglia tentativo di conquista esterna al continente
europeo.
Mentre il fascismo italiano, ancorato ad
una visione colonialista e proiettato geopoliticamente nel bacino del
mediterraneo, rappresentava una forza politica tendenzialmente ostile agli
interessi nazionali del mondo arabo (e la repressione dell'ordine dei
Senussi in Libia operata dall'esercito italiano nel periodo compreso tra il
1928 e il 1931 confermerà questa tendenza piccolo-imperialistica italiana) ;
il Nazionalsocialismo tedesco rappresenterà per i movimenti indipendentisti
e nazionalisti arabi e musulmani un alleato naturale contro il giogo
anglo-francese e contro le pretese rivendicazioni ad uno Stato Nazionale
degli ebrei e del movimento sionista internazionale.
Adolf Hitler non casualmente dichiarerà -
in una delle sue ultime note trascritte da Bormann - che "il nostro alleato
italiano ci ha intralciato dappertutto in Africa del Nord. Ci ha impedito di
seguire una politica rivoluzionaria. Per forza di cose, questo spazio vitale
divenne un monopolio italiano e, in quanto tale, fu preteso dal Duce. Solo
noi potevamo liberare i paesi islamici controllati dalla Francia. Ciò
avrebbe avuto immense ripercussioni in Egitto e nel Medio Oriente dove gli
inglesi regnavano padroni." (1)
I capi nazionalisti arabi attendevano una
svolta politica che spezzasse il clima di rassegnazione che regnava nelle
principali cancellerie europee: la Gran Bretagna tiranneggiava i palestinesi
e imponeva loro il massiccio afflusso di immigrati ebrei , la Francia aveva
abdicato - dopo la Dichiarazione Balfour del 1917 e l'infami accordi di pace
di Versailles - al suo ruolo di potenza cattolica su Gerusalemme e i Luoghi
Santi della Palestina e l'Italia fascista oscillava tra un incondizionato
'balance of power' e una politica rivoluzionaria che veniva preclusa nel
Mediterraneo dalle democrazie occidentali. Lo stesso Mussolini pur ritenendo
un gravissimo errore politico l'idea di creare un focolare nazionale ebraico
in Palestina non rinuncerà - tra il 1927 e il 1937 - a accattivarsi le
simpatie di Weizzman e dell'Organizzazione Sionistica Internazionale
ospitando anche i futuri quadri della marina militare israeliana che
verranno addestrati presso la scuola di marina a Civitavecchia.
Il Nazionalsocialismo tedesco al contrario
sembrò interessarsi subito dello scacchiere mediorientale in particolare
delle nazioni arabe sottoposte al dominio coloniale francese.
"Dopo le prime agitazioni rivendicative ed il
pogrom di Costantina nel 1934, l'Africa del Nord fu sempre più presentata
come il tallone d'Achille della Francia. La propaganda nazista - scrive
Stefano Fabei (2) - si intensificava ed il giornale cairota "Al Ahràm" , il
9 settembre del 1934, citando il "Telegraph" di Vienna , informava che per
mezzo dell'Ufficio di Politica Estera diretta da Alfred Rosemberg, i
Tedeschi svolgevano un'attivissima propaganda nel Maghreb, in Siria, in
Palestina ed in Libano…"Sono stampati finora sessanta volumi in arabo per
essere distribuiti nei paesi arabi. La propaganda nazista mira ad eccitare
l'elemento arabo contro gli ebrei e contro la Francia e l'Inghilterra e a
preparare la rivolta dell'Africa settentrionale…"
E' all'interno di questa operazione
propagandistica - che non tarderà a dare i suoi frutti con le rivolte
palestinesi del 36-39 e con la sollevazione irachena del Quadrato d'Oro due
anni dopo - che si devono analizzare le fortune incontrate nel mondo
islamico da un volume che non mancherà di focalizzare ed individuare
nell'ebraismo cosmopolita e nel movimento sionista il principale nemico
dell'Islam.
"I Protocolli dei Savi Anziani di Sion"
rappresenteranno il programma di occupazione mondiale della setta occulta
del Giudaismo : nell'introduzione alla prima edizione del 1903 Sergej Nilus
illustrerà in maniera chiara il percorso del Serpente Simbolico indicando
quale ultima tappa Costantinopoli prima del ritorno a Gerusalemme.
Gli avvenimenti della Rivoluzione
bolscevica - diretta da elementi giudaici - e di quella del movimento laico
e nazionalista dei Giovani Turchi confermarono che , dietro alle quinte
della storia , una forza misteriosa stava decidendo i destini mondiali. Le
"forze occulte" che determinarono l'avvento del comunismo ateo di stato e la
vittoria del bolscevismo a Mosca erano le stesse che dirigevano il rapido
processo di nazionalizzazione e di laicizzazione della Turchia all'indomani
della Grande Guerra che aveva segnato la scomparsa dell'Impero Ottomano.
Dietro al mezzo ebreo Lenin si agitavano
schiere di attivisti marxisti di razza ebraica così come in Turchia dietro
ad Ataturk si muovevano gli elementi della setta cripto-ebraica dei Dummeh
(eredi del messianismo sabbateo che nel XVII° secolo aveva infiammato i
ghetti di mezza Europa) e le diverse logge massoniche operative e al
servizio di Israele.
L'Internazionale Ebraica rappresentava un
potere occulto al di sopra dei Governi nazionali. .L'alta finanza kahalica
di Wall Street e quella della City di Londra soccorrevano i confratelli
rivoluzionari bolscevichi di Mosca mentre assieme ai potentati ebraici di
Parigi continuavano a finanziare il movimento sionista.
"I Protocolli dei Savi Anziani di Sion"
identificavano chiaramente obiettivi e strategie del movimento sionista
combacianti con l'evoluzione politica internazionale. La Grande Guerra
mondiale era stata una Guerra Giudaica d'aggressione ai vecchi Imperi
Centrali (Germania e Austria-Ungheria) , alla Russia zarista e all'Impero
Ottomano. All'indomani del diktat di Versailles la Germania di Weimar era
sottoposta al revanscismo francese in una condizione di vassallaggio ,
l'Austria-Ungheria non esisteva più come Impero multietnico creando un vuoto
nella mitteleuropa foriero di future rivendicazioni e conflitti tra stati
inventati sulla carta dagli apprendisti stregoni di Versailles
(Cecoslovacchia, Ungheria, Austria, Yugoslavia ognuno di questi stati
rappresentava un potenziale pericolo per i vicini oltre ad essere
irrimediabilmente troppo deboli per resistere alla ventata rivoluzionaria
bolscevica e al contraccolpo delle forze nazionali). L'Impero russo era
stato spazzato via dal golpe ebraico di Lenin e dall'instaurazione di uno
Stato che rappresentava una perenne minaccia alla stabilità internazionale.
L'Impero Ottomano smembrato aveva dovuto cedere i suoi territori arabi al
colonialismo franco-britannico ( con la Siria e il Libano caduti sotto il
giogo francese e Palestina, Iraq e i territori dell'odierna Giordania sotto
dominio britannico).
Di fronte a questi mutamenti nella
politica mondiale non era dunque irrazionale l'esistenza di forze "occulte"
operanti a livelli sovranazionali e al di fuori dei controlli dei Governi.
L'Internazionale Ebraica per dirla con il più lucido studioso italiano dei
movimenti occulti ovvero Giovanni Preziosi, direttore per un trentennio
della "Vita Italiana" il quale , in un articolo pubblicato nel febbraio 1921
scriveva: "Chi ha letto le pagine precedenti non può che trarne le seguenti
conclusioni: a) Esiste da secoli una organizzazione segreta, politica,
internazionale, degli Ebrei, oltremodo potente. b) Essa possiede l'ambizione
titanica di asservire il mondo al proprio dominio. c) Per raggiungere questo
scopo , essa lavora da secoli a disgregare la compagine degli Stati a base
nazionale, tenendo a conglomerarli in un complesso internazionale e
mondiale, dominato e sfruttato da Israele. d) Il metodo da essa adoperato
per indebolire prima e distruggere poi gli Stati politici, consiste nella
propaganda fra le masse di idee determinanti la disorganizzazione, fatta
secondo un programma abilmente calcolato: dal liberalismo al radicalismo,
dal radicalismo al socialismo, dal socialismo al comunismo, dal comunismo
all'anarchia (portando all'assurdo i principi di eguaglianza). Durante
questi diversi tempi Israele ,chiuso nella duplice cintura della sua
religione intollerante e del suo esclusivismo di razza, è rimasto immune da
dottrine corrosive. e) I Saggi di Sion disprezzano profondamente i governi
politici ed evoluti di Europa, la loro politica, le loro costituzioni
democratiche. Per questi Saggi di Sion, il governare è un'arte sublime e
segreta , che si conquista mediante una cultura tradizionale impartita a
pochi eletti accuratamente selezionati. f) Data questa concezione di
governo, le masse hanno poco valore e i loro condottieri sono delle
marionette nelle mani dei Saggi di Sion. (…) L'agente maggiore per Israele
per l'attuazione del terribile piano è stata ed è la banca. Invero, la banca
internazionale ebraica, a mezzo dei suoi complici ha operato in Italia
conformemente alle sue caratteristiche generali, mettendo cioè la banca
nazionale sotto il dominio dell'alta finanza ebraica internazionale…." (3)
Sarà così grazie alla potenza dell'oro che
la razza dei mercanti e degli usurai si assicurerà il potere economico
dettando la propria legge alla politica , sottomettendo i Governi degli
Stati nazionali europei ai suoi diktat di potenza. Israele attraverso il
ricatto , le manovre segrete dei suoi emissari e le quinte colonne ebraiche
infiltrate in tutti i posti di governo d'Europa riuscirà a creare le
premesse per la creazione in Palestina della cosiddetta "homeland" per il
popolo ebraico.
I Protocolli dei Savi di Sion cominciarono
così a circolare anche nel mondo arabo e islamico. La prima traduzione di
questo documento apparve sul "Raqib Sayyun" di Gerusalemme , un periodico
della comunità latino-cattolica mentre una nuova traduzione dal francese
apparirà intorno al 1922 al Cairo in forma di libro.
Una precedente edizione sembra sia stata
data alle stampe a Damasco nel 1920 sempre per iniziativa dei circoli
cristiani che reagivano con sdegno e disappunto all'instaurazione del
protettorato britannico sulla Terrasanta.
"A mano a mano che il sionismo assumeva
rilievo internazionale , tuttavia, gli antisemiti furono costretti a tenerne
conto. - scriverà Sergio Romano nel suo "I falsi Protocolli" (4) - Nacque
così , come sappiamo, la tesi secondo cui i Protocolli erano i verbali di
riunioni tenutesi a Basilea durante il primo congresso sionista ed erano
stati carpiti ad un delegato durante il viaggio di ritorno. La versione si
adattava perfettamente al nazionalismo arabo e all'Islam intransigente. In
Medio Oriente, dopo la dichiarazione di Balfour, era il sionismo, ancor più
dell'Internazionale Ebraica, il nemico da combattere."
E sarà infatti dopo la seconda guerra
mondiale e con la proclamazione dello Stato ebraico che i "Protocolli"
troveranno terreno fertile in tutto il mondo arabo e islamico: al Cairo
appariranno nel 1951 in una edizione che verrà ristampata diverse volte
fino a diventare un autentico "best seller" (come li definirà un quotidiano
libanese nel 1970). Il Ministero dell'Orientamento popolare e il Servizio di
Informazioni della Repubblica Araba Unita creata da Nasser con la Siria ne
daranno alle stampe nuove edizioni. In arabo i "Protocolli" vennero
successivamente ristampati a Beirut (nel 64 e nel 67), in Arabia Saudita
dove re Faysal usava farne dono alle delegazioni diplomatiche e agli ospiti
che visitavano il Regno e in Siria dove - nel 1984 - il Generale Mustafà
Tlass ,potente Ministro della Difesa e tra i massimi dirigenti del partito
Ba'ath al potere a Damasco , darà alle stampe un volume intitolato "Azzima
di Sion" nel quale studierà l'omicidio rituale ebraico di padre Thomas
avvenuto nel 1840 nell'attuale capitale siriana. La stampa ebraica
internazionale reagirà furiosamente istigando un coro di indignate proteste
contro il Governo di Assad. Anche in Iran i "Protocolli" cominciarono a
circolare fin dal 1948 ricevendo un forte impulso dopo la vittoria della
Rivoluzione Islamica : nuove edizioni apparvero nel 79, 81, 85 e 86 per
iniziativa di associazioni culturali islamiche. Attualmente i "Protocolli"
sono liberamente in vendita nelle librerie del Cairo come a Damasco e a
Beirut. In Libano la televisione del movimento sciita Hez'b'Allah ha
riprodotto un serial siriano ispirato ai Protocolli mentre in Iran questi
sono oggetto di analisi da parte della stampa specializzata e utilizzati dai
quotidiani conservatori per lo studio dell'evoluzione politica
internazionale.
Non dimentichiamo che questo volume
sarebbe certamente un validissimo strumento analitico anche in Europa se -
di fatto - non fosse stato messo all'indice dall'Inquisizione culturale
sistemica e dalla prassi di aggressione della cultura anticonformista
operata dai circoli sionisti.
Noi affermiamo che i "Protocolli dei Savi
di Sion" sono un documento programmatico di conquista mondiale redatto da
agenti dell'Internazionale Ebraica e conformi al modus operandi del
Giudaismo cosmopolita quindi 'veritieri' nella prassi e nelle risultanze
storiche….indipendentemente dalla loro indimostrabile "autenticità" che i
mass media sionisti e le centrali di disinformazione ebraiche vorrebbero
'provare'.
Non c'è assolutamente un bel niente da
dimostrare: l'ideale del Giudaismo è il Governo Mondiale sotto il tallone di
Israele… una verità che conferma ancor più nitidamente di ottant'anni or
sono la lucidità di analisi dei Protocolli.
"Uomini siate e non pecore matte , si che
di voi fra voi 'l giudeo non rida" scriveva Dante Alighieri….
Note -
1 - Adolf Hitler - "Ultimi discorsi" - ediz.
di "Ar" - Padova;
2 - Stefano Fabei - "La politica maghrebina
del Terzo Reich" - ediz. All'Insegna del Veltro" - Parma 1988;
3
- Giovanni Preziosi - articolo "E in Italia?…" apparso su "La Vita
Italiana" del Febbraio 1921 e riprodotto nell'edizione dei "Protocolli dei
Savi Anziani di Sion" edita dalla stessa rivista nel 1938. L'edizione in
questione riporta anche l'introduzione di Julius Evola il quale sottolineerà
come : "…il problema della loro "autenticità" è secondario e da sostituirsi
con quello, ben più serio ed essenziale, della loro "veridicità". Giovanni
Preziosi già sedici anni or sono, nel pubblicare per la prima volta il
testo, aveva ben messo in rilievo questo punto. La conclusione seria e
positiva di tutta la polemica , che nel frattempo si è sviluppata, è la
seguente: che quand'anche (cioè: dato e non concesso) i "Protocolli" non
fossero "autentici" nel senso più stretto del termine, è come se lo fossero,
per due ragioni capitali e decisive: 1) Perché i fatti ne dimostrano la
verità. 2) Perché la loro corrispondenza con le idee-madre dell'Ebraismo
tradizionale e moderno è incontestabile.".
Non casualmente, il 'caso' non esiste, Adolf
Hitler scriverà nel suo "Mein Kampf" : "Il modo con cui tutta l'esistenza di
un popolo può reggere su una menzogna eterna è posto mirabilmente in chiaro
dai "Protocolli dei Savi Anziani di Sion" che gli ebrei perseguitano col
loro odio più profondo. "Essi si fondano su una falsificazione" lamenta
piagnucolando la "Gazzetta di Francoforte" ed in ciò sta la miglior prova
che son veri. Ciò che molti ebrei saprebbero fare inconsciamente è qui
consapevolmente dichiarato. Ed è quel che importa. Non importa invece sapere
da quale cranio giudaico siano uscite tali rivelazioni, è essenziale però il
fatto che essi scoprano con orrenda sicurezza la natura e l'attività del
popolo ebraico, e li espongano nei loro rapporti intimi e nei loro scopi
finali. La migliore critica è fatta naturalmente dalla realtà. Colui che
esamini lo sviluppo storico degli ultimi cento anni alla luce di questo
libro, capirà subito la ragione delle alte grida levate dalla stampa
giudaica. Quando questo libro diventerà breviario di tutto il popolo, il
pericolo ebraico potrà considerarsi scomparso."
4- Sergio Romano - "I falsi protocolli" -
ediz. "Il Corbaccio" - Milano 1992;
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