lunedì 26 dicembre 2016

CULTURA


CULTURA

 
I Protocolli dei Savi Anziani di Sion nel mondo arabo e islamico
-         di Dagoberto Husayn Bellucci , dir. resp. agenzia di stampa "Islam Italia"
-         da Haret Hreik , Beirut - Libano
   Il progetto politico rivoluzionario "Eurasia-Islam" le cui coordinate sono state segmento di milizia della nostra esperienza personale fin dall'epoca della nostra collaborazione a riviste quali "Avanguardia" e successivamente " Islam Italia" stabilisce un nesso di continuità ideologica tra l'esperienza delle Rivoluzioni Nazionali e Popolari dell'Ordine Nuovo nazionalsocialista europeo e l'Islam Tradizionale e Rivoluzionario esemplarmente incarnato dalla Repubblica Islamica dell'Iran e dalle nazioni arabe del fronte del rifiuto anti-sionista (che dopo la caduta del regime ba'athista irakeno si riducono alla Siria di Assad e al confinante Libano).

   Il continuum storico tra Nazionalsocialismo europeo e Islam rivoluzionario affonda le sue radici nella comune identificazione di un nemico metafisico nel Giudaismo Internazionale e fissa le sue radici nel quadro di una lotta di autodeterminazione nazionale, indipendenza economica e volontà di riscatto.

    Fisseremo nella rivolta palestinese degli anni 36-39 il momento storico nel quale si sono inverati rapporti di cooperazione tra le forze dell'Asse e le organizzazioni islamiche.

   La rivolta palestinese sarà solamente un epigono di preesistenti relazioni che, fin dai primi anni Venti per quanto concerne il Fascismo italiano e dall'avvento al potere nel Gennaio 1933 per ciò che riguarderà il Nazionalsocialismo tedesco, le forze dell'Ordine Nuovo europeo intratterranno con le avanguardie rivoluzionarie del mondo arabo e musulmano.

   La collaborazione che sarà avviata dalla Germania della Rivoluzione crociuncinata con le nazioni islamiche si riferisce anche all'adesione che le principali organizzazioni musulmane garantiranno alla Totalkampf Nazionalsocialista tedesca.

   Tale adesione incondizionata , esemplarmente rappresentata dalla costituzione di numerose divisioni di SS musulmane, scandirà le affinità elettive di 'razza' tra Nazionalsocialismo e Islam quali manifestazioni e incarnazioni di Mitofanie eroico-tradizionali.

   Il principale ispiratore della rivolta palestinese del triennio 36-39 sarà Haji Alì Amin al Husseini (1893 - 1974 ) il Gran Muftì della Palestina, la massima autorità spirituale del periodo in cui la Terrasanta sarà sottoposta al mandato giudaico-britannico di Sir Herbert Samuel autentico "principe d'Israele" investito dal Governo di S.M. britannica di presiedere all'amministrazione territoriale della terra "promessa" all'organizzazione sionista di Chaim Weizzman che la erediterà successivamente alla seconda guerra di aggressione giudaica contro l'Europa.

   Designato fin dal 1921 dalle autorità mandatarie britanniche a diventare la guida religiosa  dei musulmani di Palestina il Gran Muftì diverrà successivamente il presidente del Supremo Consiglio Musulmano di Terrasanta organismo direttamente responsabile - come oggi lo è il Waqf - dei Luoghi Sacri dell'Islam ovverosia della sacra Spianata delle Moschee o Haram el Shariff , la collina delle Moschee sul monte Moria dove sorgono le moschee di al-Aqsa e quella di Omar.

   Allo scoppio dei tumulti anti-ebraici , provocati proprio da uno scontro avvenuto tra opposti manifestanti nella zona del muro del pianto rivendicato dai sionisti , Haji Amin sarà l'ispiratore principale della rivolta e successivamente il referente dei rivoluzionari palestinesi.

   Condannato in contumacia dalle autorità britanniche al Husseini riuscirà a riparare prima in Siria e infine in Iraq dove, nei primi anni quaranta, sarà al lato dell'Organizzazione paramilitare del Quadrato d'Oro diretta da Rashyd el Kailani e da altri giovani ufficiali nazionalisti.

   Quando nella primavera del 41 un putsch porterà i dirigenti del Quadrato d'Oro alla presidenza del Consiglio la Gran Bretagna risponderà con un autentica aggressione militare che - in pieno conflitto mondiale - spezzerà le rivendicazioni indipendentiste dei nazionalisti e dei militari iracheni.

   A nulla varranno i pochi aiuti militari offerti in ritardo ad al-Kailani dalle potenze dell'Asse. La primavera anti-imperialista di Baghdad verrà sedata dalla repressione britannica e sia al Kailani che il Gran Muftì saranno costretti ad una fuga che , dal vicino Iran li porterà , attraverso i Balcani, in Germania e Italia.

   Il Gran Muftì sarà prima a Roma e poi a Berlino dove lancerà i suoi proclami alla Jihàd per i musulmani europei e arabi al fianco delle potenze dell'Asse. Si costituiranno allora i primi nuclei di Waffen SS bosniache e albanesi che prenderanno parte alla Guerra nei Balcani.

   Husseini sarà quindi in Croazia e Bosnia a dirigere le operazioni di reclutamento dei volontari che accorreranno numerosi nelle divisioni SS "Handschar" invocando nell'estate del 1942 la mobilitazione totale dei paesi musulmani contro l'Imperialismo anglo-americano e il bolscevismo.

   Hitler riconoscerà il valore della Guida spirituale dei palestinesi accordando al suo ospite ampi spazi di manovra politica e di propaganda. Husseini potrà così disporre delle strutture del Partito Nazionalsocialista , parlerà alla moschea di Berlino e terrà conferenze oltre agli accorati appelli anti-sionisti diffusi da radio Berlino.

   Arrestato nel 45 il Gran Muftì riuscirà nuovamente a scappare e a raggiungere il Cairo dove parteciperà alla costituzione della Lega Araba 

   L'antigiudaismo nazionalsocialista sarà preludio all'alleanza in chiave anti-sionista e antimperialista con il mondo arabo e islamico dove saranno evidenti le manifestazioni di solidarietà alla politica dell'Asse e al disegno dell'Ordine Nuovo nazionalsocialista europeo. La Germania nazionalsocialista era estranea a qualsiasi interesse di tipo colonialista in Africa o nel Vicino Oriente seguendo invece , in politica estera, le mire espansionistiche continentali verso l'Europa Orientale come del resto era stato anticipato , fin dalla metà degli anni Venti, da Adolf Hitler che nel suo "Mein Kampf" indicherà espressamente il rifiuto di qualsivoglia tentativo di conquista esterna al continente europeo.

   Mentre il fascismo italiano, ancorato ad una visione colonialista e proiettato geopoliticamente nel bacino del mediterraneo, rappresentava una forza politica tendenzialmente ostile agli interessi nazionali del mondo arabo (e la repressione dell'ordine dei Senussi in Libia operata dall'esercito italiano nel periodo compreso tra il 1928 e il 1931 confermerà questa tendenza piccolo-imperialistica italiana) ; il Nazionalsocialismo tedesco rappresenterà per i movimenti indipendentisti e nazionalisti arabi e musulmani un alleato naturale contro il giogo anglo-francese e contro le pretese rivendicazioni ad uno Stato Nazionale degli ebrei e del movimento sionista internazionale.

    Adolf Hitler non casualmente dichiarerà - in una delle sue ultime note trascritte da Bormann - che "il nostro alleato italiano ci ha intralciato dappertutto in Africa del Nord. Ci ha impedito di seguire una politica rivoluzionaria. Per forza di cose, questo spazio vitale divenne un monopolio italiano e, in quanto tale, fu preteso dal Duce. Solo noi potevamo liberare i paesi islamici controllati dalla Francia. Ciò avrebbe avuto immense ripercussioni in Egitto e nel Medio Oriente dove gli inglesi regnavano padroni." (1)

    I capi nazionalisti arabi attendevano una svolta politica che spezzasse il clima di rassegnazione che regnava nelle principali cancellerie europee: la Gran Bretagna tiranneggiava i palestinesi e imponeva loro il massiccio afflusso di immigrati ebrei , la Francia aveva abdicato - dopo la Dichiarazione Balfour del 1917 e l'infami accordi di pace di Versailles - al suo ruolo di potenza cattolica su Gerusalemme e i Luoghi Santi della Palestina e l'Italia fascista oscillava tra un incondizionato 'balance of power' e una politica rivoluzionaria che veniva preclusa nel Mediterraneo dalle democrazie occidentali. Lo stesso Mussolini pur ritenendo un gravissimo errore politico l'idea di creare un focolare nazionale ebraico in Palestina non rinuncerà - tra il 1927 e il 1937 - a accattivarsi le simpatie di Weizzman e dell'Organizzazione Sionistica Internazionale ospitando anche i futuri quadri della marina militare israeliana che verranno addestrati presso la scuola di marina a Civitavecchia.

    Il Nazionalsocialismo tedesco al contrario sembrò interessarsi subito dello scacchiere mediorientale in particolare delle nazioni arabe sottoposte al dominio coloniale francese.

"Dopo le prime agitazioni rivendicative ed il pogrom di Costantina nel 1934, l'Africa del Nord fu sempre più presentata come il tallone d'Achille della Francia. La propaganda nazista - scrive Stefano Fabei (2) - si intensificava ed il giornale cairota "Al Ahràm" , il 9 settembre del 1934, citando il "Telegraph" di Vienna , informava che per mezzo dell'Ufficio di Politica Estera diretta da Alfred Rosemberg, i Tedeschi svolgevano un'attivissima propaganda nel Maghreb, in Siria, in Palestina ed in Libano…"Sono stampati finora sessanta volumi in arabo per essere distribuiti nei paesi arabi. La propaganda nazista mira ad eccitare l'elemento arabo contro gli ebrei e contro la Francia e l'Inghilterra e a preparare la rivolta dell'Africa settentrionale…"

    E' all'interno di questa operazione propagandistica - che non tarderà a dare i suoi frutti con le rivolte palestinesi del 36-39 e con la sollevazione irachena del Quadrato d'Oro due anni dopo - che si devono analizzare le fortune incontrate nel mondo islamico da un volume che non mancherà di focalizzare ed individuare nell'ebraismo cosmopolita e nel movimento sionista il principale nemico dell'Islam.

   "I Protocolli dei Savi Anziani di Sion" rappresenteranno il programma di occupazione mondiale della setta occulta del Giudaismo : nell'introduzione alla prima edizione del 1903 Sergej Nilus illustrerà in maniera chiara il percorso del Serpente Simbolico indicando quale ultima tappa Costantinopoli prima del ritorno a Gerusalemme.

    Gli avvenimenti della Rivoluzione bolscevica - diretta da elementi giudaici - e di quella del movimento laico e nazionalista dei Giovani Turchi confermarono che , dietro alle quinte della storia , una forza misteriosa stava decidendo i destini mondiali. Le "forze occulte" che determinarono l'avvento del comunismo ateo di stato e la vittoria del bolscevismo a Mosca erano le stesse che dirigevano il rapido processo di nazionalizzazione e di laicizzazione della Turchia all'indomani della Grande Guerra che aveva segnato la scomparsa dell'Impero Ottomano.

    Dietro al mezzo ebreo Lenin si agitavano schiere di attivisti marxisti di razza ebraica così come in Turchia dietro ad Ataturk si muovevano gli elementi della setta cripto-ebraica dei Dummeh (eredi del messianismo sabbateo che nel XVII° secolo aveva infiammato i ghetti di mezza Europa) e le diverse logge massoniche operative e al servizio di Israele.

   L'Internazionale Ebraica rappresentava un potere occulto al di sopra dei Governi nazionali. .L'alta finanza kahalica di Wall Street e quella della City di Londra soccorrevano i confratelli rivoluzionari bolscevichi di Mosca mentre assieme ai potentati ebraici di Parigi continuavano a finanziare il movimento sionista.

   "I Protocolli dei Savi Anziani di Sion" identificavano chiaramente obiettivi e strategie del movimento sionista combacianti con l'evoluzione politica internazionale. La Grande Guerra mondiale era stata una Guerra Giudaica d'aggressione ai vecchi Imperi Centrali (Germania e Austria-Ungheria) , alla Russia zarista e all'Impero Ottomano. All'indomani del diktat di Versailles la Germania di Weimar era sottoposta al revanscismo francese in una condizione di vassallaggio , l'Austria-Ungheria non esisteva più come Impero multietnico creando un vuoto nella mitteleuropa foriero di future rivendicazioni e conflitti tra stati inventati sulla carta dagli apprendisti stregoni di Versailles (Cecoslovacchia, Ungheria, Austria, Yugoslavia ognuno di questi stati rappresentava un potenziale pericolo per i vicini oltre ad essere irrimediabilmente troppo deboli per resistere alla ventata rivoluzionaria bolscevica e al contraccolpo delle forze nazionali). L'Impero russo era stato spazzato via dal golpe ebraico di Lenin e dall'instaurazione di uno Stato che rappresentava una perenne minaccia alla stabilità internazionale. L'Impero Ottomano smembrato aveva dovuto cedere i suoi territori arabi al colonialismo franco-britannico ( con la Siria e il Libano caduti sotto il giogo francese e Palestina, Iraq e i territori dell'odierna Giordania sotto dominio britannico).

    Di fronte a questi mutamenti nella politica mondiale non era dunque irrazionale l'esistenza di forze "occulte" operanti a livelli sovranazionali e al di fuori dei controlli dei Governi. L'Internazionale Ebraica per dirla con il più lucido studioso italiano dei movimenti occulti ovvero Giovanni Preziosi, direttore per un trentennio della "Vita Italiana" il quale , in un articolo pubblicato nel febbraio 1921 scriveva: "Chi ha letto le pagine precedenti non può che trarne le seguenti conclusioni: a) Esiste da secoli una organizzazione segreta, politica, internazionale, degli Ebrei, oltremodo potente. b) Essa possiede l'ambizione titanica di asservire il mondo al proprio dominio. c) Per raggiungere questo scopo , essa lavora da secoli a disgregare la compagine degli Stati a base nazionale, tenendo a conglomerarli in un complesso internazionale e mondiale, dominato e sfruttato da Israele.  d) Il metodo da essa adoperato per indebolire prima e distruggere poi gli Stati politici, consiste nella propaganda fra le masse di idee determinanti la disorganizzazione, fatta secondo un programma abilmente calcolato: dal liberalismo al radicalismo,  dal radicalismo al socialismo, dal socialismo al comunismo, dal comunismo all'anarchia (portando all'assurdo i principi di eguaglianza). Durante questi diversi tempi Israele ,chiuso nella duplice cintura della sua religione intollerante e del suo esclusivismo di razza, è rimasto immune da dottrine corrosive. e) I Saggi di Sion disprezzano profondamente i governi politici ed evoluti di Europa, la loro politica, le loro costituzioni democratiche. Per questi Saggi di Sion, il governare è un'arte sublime e segreta , che si conquista mediante una cultura tradizionale impartita a pochi eletti accuratamente selezionati. f) Data questa concezione di governo, le masse hanno poco valore e i loro condottieri sono delle marionette nelle mani dei Saggi di Sion. (…) L'agente maggiore per Israele per l'attuazione del terribile piano è stata ed è la banca. Invero, la banca internazionale ebraica, a mezzo dei suoi complici ha operato in Italia conformemente alle sue caratteristiche generali, mettendo cioè la banca nazionale sotto il dominio dell'alta finanza ebraica internazionale…." (3)

    Sarà così grazie alla potenza dell'oro che la razza dei mercanti e degli usurai si assicurerà il potere economico dettando la propria legge alla politica , sottomettendo i Governi degli Stati nazionali europei ai suoi diktat di potenza. Israele attraverso il ricatto , le manovre segrete dei suoi emissari e le quinte colonne ebraiche infiltrate in tutti i posti di governo d'Europa riuscirà a creare le premesse per la creazione in Palestina della cosiddetta "homeland" per il popolo ebraico.

    I Protocolli dei Savi di Sion cominciarono così a circolare anche nel mondo arabo e islamico. La prima traduzione di questo documento apparve sul "Raqib Sayyun" di Gerusalemme , un periodico della comunità latino-cattolica mentre una nuova traduzione dal francese apparirà intorno al 1922 al Cairo in forma di libro.

    Una precedente edizione sembra sia stata data alle stampe a Damasco nel 1920 sempre per iniziativa dei circoli cristiani che reagivano con sdegno e disappunto all'instaurazione del protettorato britannico sulla Terrasanta.

    "A mano a mano che il sionismo assumeva rilievo internazionale , tuttavia, gli antisemiti furono costretti a tenerne conto. - scriverà Sergio Romano nel suo "I falsi Protocolli" (4) - Nacque così , come sappiamo, la tesi secondo cui i Protocolli erano i verbali di riunioni tenutesi a Basilea durante il primo congresso sionista ed erano stati carpiti ad un delegato durante il viaggio di ritorno. La versione si adattava perfettamente al nazionalismo arabo e all'Islam intransigente. In Medio Oriente, dopo la dichiarazione di Balfour, era il sionismo, ancor più dell'Internazionale Ebraica, il nemico da combattere."

    E sarà infatti dopo la seconda guerra mondiale e con la proclamazione dello Stato ebraico che i "Protocolli" troveranno terreno fertile in tutto il mondo arabo e islamico: al Cairo appariranno nel 1951 in una edizione che verrà  ristampata diverse volte fino a diventare un autentico "best seller" (come li definirà un quotidiano libanese nel 1970). Il Ministero dell'Orientamento popolare e il Servizio di Informazioni della Repubblica Araba Unita creata da Nasser con la Siria ne daranno alle stampe nuove edizioni. In arabo i "Protocolli" vennero successivamente ristampati a Beirut (nel 64 e nel 67), in Arabia Saudita dove re Faysal usava farne dono alle delegazioni diplomatiche e agli ospiti che visitavano il Regno e in Siria dove - nel 1984 - il Generale Mustafà Tlass ,potente Ministro della Difesa e tra i massimi dirigenti del partito Ba'ath al potere a Damasco ,  darà alle stampe un volume intitolato "Azzima di Sion" nel quale studierà l'omicidio rituale ebraico di padre Thomas avvenuto nel 1840 nell'attuale capitale siriana. La stampa ebraica internazionale reagirà furiosamente istigando un coro di indignate proteste contro il Governo di Assad. Anche in Iran i "Protocolli" cominciarono a circolare fin dal 1948 ricevendo un forte impulso dopo la vittoria della Rivoluzione Islamica : nuove edizioni apparvero nel 79, 81, 85 e 86 per iniziativa di associazioni culturali islamiche. Attualmente i "Protocolli" sono liberamente in vendita nelle librerie del Cairo come a Damasco e a Beirut. In Libano la televisione del movimento sciita Hez'b'Allah ha riprodotto un serial siriano ispirato ai Protocolli mentre in Iran questi sono oggetto di analisi da parte della stampa specializzata e utilizzati dai quotidiani conservatori per lo studio dell'evoluzione politica internazionale.

     Non dimentichiamo che questo volume sarebbe certamente un validissimo strumento analitico anche in Europa se - di fatto - non fosse stato messo all'indice dall'Inquisizione culturale sistemica e dalla prassi di aggressione della cultura anticonformista operata dai circoli sionisti.

    Noi affermiamo che i "Protocolli dei Savi di Sion" sono un documento programmatico di conquista mondiale redatto da agenti dell'Internazionale Ebraica e conformi al modus operandi del Giudaismo cosmopolita quindi 'veritieri' nella prassi e nelle risultanze storiche….indipendentemente dalla loro indimostrabile "autenticità" che i mass media sionisti e le centrali di disinformazione ebraiche vorrebbero 'provare'.

    Non c'è assolutamente un bel niente da dimostrare: l'ideale del Giudaismo è il Governo Mondiale sotto il tallone di Israele… una verità che conferma ancor più nitidamente di ottant'anni or sono la lucidità di analisi dei Protocolli.

    "Uomini siate e non pecore matte , si che di voi fra voi 'l giudeo non rida" scriveva Dante Alighieri….

 
Note -
1 -  Adolf Hitler - "Ultimi discorsi"  - ediz. di "Ar" - Padova;
2 - Stefano Fabei - "La politica maghrebina del Terzo Reich" - ediz. All'Insegna del Veltro" - Parma 1988;
3       -  Giovanni Preziosi - articolo "E in Italia?…" apparso su "La Vita Italiana"  del Febbraio 1921 e riprodotto nell'edizione dei "Protocolli dei Savi Anziani di Sion" edita dalla stessa rivista nel 1938. L'edizione in questione riporta anche l'introduzione di Julius Evola il quale sottolineerà come : "…il problema della loro "autenticità" è secondario e da sostituirsi con quello, ben più serio ed essenziale, della loro "veridicità". Giovanni Preziosi già sedici anni or sono, nel pubblicare per la prima volta il testo, aveva ben messo in rilievo questo punto. La conclusione seria e positiva di tutta la polemica , che nel frattempo si è sviluppata, è la seguente: che quand'anche (cioè: dato e non concesso) i "Protocolli" non fossero "autentici" nel senso più stretto del termine, è come se lo fossero, per due ragioni capitali e decisive:  1) Perché i fatti ne dimostrano la verità. 2) Perché la loro corrispondenza con le idee-madre dell'Ebraismo tradizionale e moderno è incontestabile.".
Non casualmente, il 'caso' non esiste, Adolf Hitler scriverà nel suo "Mein Kampf" : "Il modo con cui tutta l'esistenza di un popolo può reggere su una menzogna eterna è posto mirabilmente in chiaro dai "Protocolli dei Savi Anziani di Sion" che gli ebrei perseguitano col loro odio più profondo. "Essi si fondano su una falsificazione" lamenta piagnucolando la "Gazzetta di Francoforte" ed in ciò sta la miglior prova che son veri. Ciò che molti ebrei saprebbero fare inconsciamente è qui consapevolmente dichiarato. Ed è quel che importa. Non importa invece sapere da quale cranio giudaico siano uscite tali rivelazioni, è essenziale però il fatto che essi scoprano con orrenda sicurezza la natura e l'attività del popolo ebraico, e li espongano nei loro rapporti intimi e nei loro scopi finali. La migliore critica è fatta naturalmente dalla realtà. Colui che esamini lo sviluppo storico degli ultimi cento anni alla luce di questo libro, capirà subito la ragione delle alte grida levate dalla stampa giudaica. Quando questo libro diventerà breviario di tutto il popolo, il pericolo ebraico potrà considerarsi scomparso."
4- Sergio Romano - "I falsi protocolli" - ediz. "Il Corbaccio" -  Milano 1992;

                                                                                                                                      

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