LE TOGHE DI SUPERCIUK E LE AFFINITA' ELETTIVE
Avvocato Edoardo Longo
Antefatto.
I nostri lettori,
abituati ormai da tempo ai comportamenti da Banda Bassotti del mondo
giudiziario, di certo non si stupiranno della vicenda, assolutamente vera, che
sto per narrar loro oggi.
Si tratta del seguito ideale ( ideale ? Si fa per dire, è una
vicenda assai vomitevole..) di quanto già narrato nel post “ e le stelle stanno a guardare” (http://edoardolongo.blogspot.it/2017/05/e-le-stelle-stanno-guardare.html
), che tanto interesse e tanto disgusto ha suscitato nel web..
Ormai i miei Lettori conoscono tutto di difese d’
ufficio, pagamenti di parcelle da parte dello Stato, tarocchi giudiziari per
fregare il pagamento agli “avvocati dei poveri” ( e poveri loro stessi, of
course..) .
La vicenda che sto per
narrarvi , uno dei top della classifica del disgusto , è assolutamente
autentica ed è incorsa al sottoscritto, iscritto da una vita all’ albo dei
difensori d’ ufficio. Ve la renderò più accattivante ( cioè : più vomitosa…)
pubblicando anche documenti autentici, giusto per tacitare quegli ingenui che “ non è possibile che l’ ordine giudiziario
si comporti così..”
Tutto ebbe inizio
alcuni anni fa presso il Giudice di pace di Pordenone. Precisamente il giorno 4
ottobre 2013, giorno in cui il clandestino Cuka Eduart , di incerta origine,
probabilmente albanese, doveva presentarsi avanti al giudice di pace a
rispondere del reato di ingresso clandestino nel Bel Paese .
Il Cuka, ovviamente,
rimase uccel di bosco…
Per difetti vari di
notificazioni di atti, oziose questioni processuali, ascoltato sui fatti l’
agente dell’ ufficio immigrazione della Questura pordenonese, il processo si
trascinò stancamente per circa tre anni, e , dopo sei udienze, si concluse nel
febbraio 2016 con una condanna a 5.000 euro di ammenda, che certo hanno
terrorizzato il Cuka che nel frattempo si era reso introvabile a tutti.
Ma non è della vicenda
giudiziaria che vogliamo intrattenere i nostri lettori, né sulla italica
giustizia del Bel Paese, quella che condanna i clandestini ad ammende
inesigibili di cui si fanno un baffo e nel contempo si preoccupa di garantire “ una morte serena a casa” a un
ceffo come Riina aduso sciogliere i bambini nell’ acido.
No….Vorrei che vi
metteste un attimo nei miei panni, nei panni del difensore d’ ufficio.
Avete lavorato, no ?
Avete impegnato un po’ del vostro tempo – circa tre anni e sei udienze – a difendere un imputato che non
si sa dive sia e di cui è incerto anche il nome ? Avrete il diritto ad essere
pagati, no ? Mica tale diritto compete solo ai pelandroni tutelati dalla
Camusso, no ?
Immagino che sarete
tutti d’ accordo nel ritenere che sia un affare serio farsi pagare da un
albanese clandestino, uccel di bosco….
Beh, vero… per fortuna
che c’è lo Stato, che , come sapete, retribuisce, magari un po’ alla buona, i
difensori d’ ufficio che con il loro lavoro ingrato tengono alto il buon nome
dello Stato di Diritto…
E così, anche questa
volta, stante la irriperibilità del sior Cuka , ho chiesto allo stato di metter
mano al portafoglio…
Francamente, non sono
stato esoso , ho chiesto una parcella modestissima, nonostante si sia trattato,
in fondo, di un processo durato tre anni : ecco qua la parcella :
Mi sono limitato a
chiedere 600
euro, sapendo anche che in genere poi le parcelle vengono decurtate di un
terzo..
Meno di 40 euro per
ogni udienza : di gran lunga di meno del costo di un idraulico per un
intervento di riparazione dello sciacquone del cesso che perde in casa del
Signor Giudice….
Alla fine mi sarei pure
accontentato degli 80 euro che il PD elargisce a pioggia ai suoi elettori…
giusto un rimborso spese per la perdita del mio tempo, che forse vale anche un
po’ di più dei 30 euro che questo stato di merda regala ai pelandroni africani
che va importando per sostituire gli Italiani…
Non ho avuto neanche
quelli.
Una probatio
diabolica….
Ecco come è andata la
italica giustizia, quando non si ha la copertura del PD o di qualche loggia….
Finisce il processo nel
febbraio 2016. Neanche sognarsi di cercare il sior Ceka per essere retribuito.
Non lo troverebbe neanche l’ Interpol. Di sicuro neanche la Questura italiana,
che già fin dall’ inizio lo aveva dichiarato “ irreperibile”.
Così, nel febbraio
2016, ho inoltrato la richiesta di pagamento allo Stato italiano. Settore “
giustizia” : quello che ha tanto a cuore la vecchiaia di Riina e non garantisce
neanche la pensione agli Italiani….
Il giudice di pace non
ha avuto fretta di rispondere alla mia istanza.
Nel febbraio 2017 , un
anno dopo, non aveva ancora risposto.
Poichè non ero morto,
con molto garbo e cortesia, inviai allora una lettera di sollecito in cui
esordivo , come garbo per me inaudito : “
confidando di non apparire petulante..”
Il Giudice allora, replicò
con una ordinanza con cui respingeva la
mia richiesta .
Degna di nota la data
della ordinanza : di pochi giorni
antecedente la mia istanza : in tutta evidenza il Giudice si vergognava di aver
lasciato passare un anno e decise così di auto- assolversi con un piccolo
peccatuccio veniale di anticipazione di data, rispetto alla decisione, che mi
venne notificata una settimana dopo la mia istanza.
Immagino vogliate sapere cosa abbia deciso : niente paura, ora vi riassumo il
suo significato, al di fuori del burocratese giudiziario che sa tanto di Latinorum di Manzoni…
Benissimo. Cerchiamo
allora di chiarire cosa dice il giudice. Il giudice non respinge e non accoglie
la istanza, secondo il miglior stile levantino della italica burocrazia.. Dice
che essa è subordinata a due condizioni.
Tutto
qui ? con un solo
problema : si tratta di condizioni irrealizzabili, fuori della portata
del
richiedente, assolutamente non previste dalla legge e quindi
illegittime. Il solo scopo di
imporre queste condizioni non previste dalla legge è quello di non
liquidare la
modestissima parcella richiesta… Si tratta di eccezioni impossibili da
realizzarsi, che la giurisprudenza qualifica appunto come probatio diabolica, cioè di impossibile
realizzazione, al di fuori delle umane possibilità.
Quali sono queste
condizioni ?
Prima condizione : il
sottoscritto deve provare che l’ imputato, il suo ex assistito, aveva fornito
documenti falsi alla polizia.
Seconda condizione :
poichè il nome dell’ imputato potrebbe essere falso, essendo stato accertato
tramite verifica presso il Dipartimento Penitenziario che esistono vari detenuti dal nome Cuka Eduart, dimostrare che il vero (?) Cuka Eduard non è fra quelli in carcere o che
questo nome sia falso. Il tutto perché i
vari Cuka in carcere potrebbero essere degli alias, cioè nomi falsi. Una sciocchezza….
Praticamente, sembra il
quiz da proporre a un candidato a segretario generale dell’ Interpol, non
quanto sia tenuto a dimostrare un povero avvocato che chiede solo di essere pagato, poichè il suo assistito è
uccel di bosco ( qualunque sia il suo vero nome) ed è irreperibile.
Vediamo di capirci :
esiste un processo se esiste un imputato, al quale il processo si fa.
Ci siamo fin qui ? perfetto.
Se io riesco a reperire
l’ imputato , nessun problema. Paga costui, che si chiami Antonio La Trippa o
Cuka Eduart.
Ma se io non riesco a
reperirlo, allo stato debbo solo dimostrare che ho cercato di trovarlo ( fatto
!), che nonostante varie ricerche anagrafiche non ci sono riuscito ( fatto !).
Mica debbo dimostrare
se quello per cui è processato è il suo vero nome o no : questo non mi riguarda
e non posso neanche desumerlo dagli atti processuali se l’ imputato ( come nel
caso di specie) è stato indagato per mancanza di permesso di soggiorno e non
per esibizione di documenti falsi. Se lo Stato ( e l’ Interpol) non ha fatto
indagini sulla autenticità dei suoi documenti perché non avendo permesso di
soggiorno un tanto gli bastava per espellerlo, mica dovrò fare io, misero
cittadino privato, questa ricerca , no ? Se fossi in grado di farlo, la regina d’
Inghilterra mi nominerebbe Baronetto d’ Inghilterra e Capo di Scotland Yard con
pieni poteri per la lotta al terrorismo straniero, direi….. Non sarei qui a
fare l’ avvocato d’ ufficio, no ?
Datemi almeno una sfera
di cristallo e potrei tentare di capire se il sior Cuka Edward
processato dal giudice di pace di
Pordenone nel procedimento 1679-11 RGNR era dotato di documenti falsi o no…… Ma
così mi è impossibile scoprirlo. Non sono dotato di poteri paranormali.
Il giudice ha quindi (
volutamente ) confuso il concetto di irreperibilità
( che significa che tizio non si trova da nessuna parte ) con il concetto di falsa identità :
che significa che Tizio, che potrebbe abitare anche di fronte a casa
vostra senza
nascondersi, facendosi chiamare Caio.Mica per essere irreperibili
bisogna avere pure un nome falso, no ? Sono due concetti perfettamente
diversi e distinti.
Confusione a mio avviso
perfettamente e scientemente voluta dal giudice …. Per non pagare….
Che dire poi dell’
altra probatio diabolica ?
“
Poichè in carcere in Italia ci sono vari soggetti dal nome Cuka Edwart, dimostri il
richiedente che il Cuka Edwart di cui si parla non è fra questi, posto che si
tratta di nominativi in larga parte fasulli, cioè alias…Perché se è in carcere è
sicuramente reperibile e non si liquida un bel niente al suo difensore d’
ufficio”.
Una sciocchezza…
Ma anche qui c’è rara
perfidia nella condizione richiesta.
Infatti, prestate
attenzione : in realtà, scoprire se quel
Cuka è in carcere o no, non è così
difficile : basta verificare da quali autorità è stato posto in carcere, per
quali reati e dove è stato arrestato. Sicuramente la scheda identificativa del Cuka del processo pordenonese , a
prescindere dalla autenticità o no del nome, è stata trasmessa dalla Questura
di Pordenone al Dipartimento Penitenziario , per cui è facilissimo scoprire se
fra i venti Cuka in vacanza nei
carceri italiani c’è anche il “ nostro”, è un gioco da ragazzi….
Direte : “se è un gioco da ragazzi, di che ti
lamenti ? “
Rispondetevi allora a
una domanda, la cui risposta il giudice la conosce benissimo : pensate
forse che il Ministero degli Interni o il Dipartimento penitenziario fornisca
schede segnaletiche e dati identificativi dei detenuti a richiesta dei privati
?
Bravi , avete capito e
capite anche perché per e sia impossibile giungere a capo di questo rompicapo…Al
Giudice basta mandare un fax al Dipartimento penitenziario per avere una
risposta in tempo reale, ma il giudice ha disposto che la ricerca debbo farla
io, soggetto privato al quale è VIETATO
dare risposte inerenti questi dati riservati.
In cauda
venenum.
Ma il giudice, prima di
chiudere l’ ordinanza, deve aver provato un brivido di terrore pensando che il
diabolico avvocato Edoardo Longo, noto per non essere aduso farsi fregare le
parcelle da nessuno, siano essi la Banda Bassotti o magistrati della repubblica
( c’è qualche differenza forse ?) , forse sarebbe riuscito a superare l’ arcano
quesito da Sfinge di Tebe…
E allora giù con un
altro quiz di rara perfidia… C’è sempre
il guizzo di coda del serpente , come dicevano anche gli antichi : “ in cauda venenum”….
“
Non basta scoprire se il Cuka Edwart in
oggetto abbia questo nome o no. Non basta scoprire se fra i vari Cuka Edwart in
carcere c’è proprio questo o altri. No. Troppo facile . Ricerchi il richiedente
se in carcere , oltre ai vari Cuka in oggetto, vi siano o no anche tutti gli
altri soggetti sotto il cui finto nome ( “alias”) in Cuka Edwart si è spacciato
nel tempo e verifichi il richiedente se essi corrispondono a nome veri di altri
o a nomi fittizi del solito Cuka”.
Benissimo, in gioco da
ragazzi. Un passatempo molto in voga fra
gli agenti della C.I.A… che ci vuole ?
Ma non vi si insinua
anche a voi un sospetto , che è questo ? Come fa il giudice a sapere che vi
sono vari Cuka Edwart in carcere ? Come fa a sapere che quel Cuka nella sua carriera criminale ( da non confondere con
quella giudiziaria ) ha dato alla polizia vari “ alias”, cioè nomi falsi ?
Ma è evidente !
Il giudice ha già fatto
una indagine presso il Dipartimento Penitenziario e di Polizia ( lui può, mica è un privato
cittadino). Se il giudice fosse in buona fede, dovrebbe consegnarmi i dati di
questa ricerca e , se proprio vuole, autorizzarmi a completarla io..
Ma come faccio io a
sapere dove sono reclusi i vari Cuka
e quali alias ha dato la primula
rossa albanese alla polizia , per poter andare a chiedere ai vari carceri
italiani “ scusate, è qui recluso un certo XY, sotto le cui mentite spoglie si
cela un mio debitore ?”
Come ? pensate che mi
tenga nascosto il tutto per impedirmi di accertare presso tutti i carceri d’
Italia e presso tutte le Questure del Bel Paese che questo bel soggetto è
introvabile e quindi di dovermi pagare ?
Guarda un po’ .. avevo
anch’ io quel sospetto…ma come siamo maliziosi a sospettare della integerrima
magistratura italiana !
Affinità
elettive.
Ma, in fondo, tutta
questa ricerca diabolica alla cui catena impossibile da spezzare il giudice
vorrebbe legarmi per non pagarmi , è del tutto inutile, perché il Cuka ( o come
diavolo si chiama, non ha nessuna importanza ) , fin dalla prima notifica
giudiziaria è stato dichiarato dalla polizia “ irreperibile in quanto senza fissa dimora”, è stato
registrato nel registro degli irreperibili del ministero della giustizia con
tanto di scheda identificativa e per le notifiche gli è stato assegnato per
legge il domicilio legale – solo formale, chiaro – presso il difensore d’
ufficio.
Ma c’è di più…
Se il Ceka venne già dichiarato irreperibile
già all’ inizio del processo, come si è visto, vi è per legge anche una seconda
dichiarazione di irreperibilità, che il giudice tiene ben celata, ma gli è ben
nota.
Credo che tutti
sappiano che, alla fine di un processo, la sentenza va notificata ( cioè
comunicata ) all’ imputato, anche quando è assente o contumace.
La legge prevede a
questo punto che il giudice , nei confronti di imputati già irreperibili all’
inizio, una nuova ricerca dei soggetti, in modo da verificare se l’
irreperibilità iniziale permane anche alla fine o no. Il tutto al fine di
tentare tutte le strade per informare l’
imputato irreperibile dell’ esito della sentenza, per permettergli di
impugnarla.
La sentenza è stata
emessa nel febbraio del 2016 e il giudice da grandissimo tempo ( da oltre un
anno) ha già provveduto ad effettuare le nuove ricerche e a dichiarare ex novo
irreperibile il Cuka tanto è vero che l’ estratto della sentenza per costui è
stato notificato a me ( difensore) come previsto per gli irreperibili. Perchè il giudice
nasconde questa circostanza e vorrebbe impormi una specie di giro dell’ oca
dall’ esito impossibile ( oltre che inutile), quando lui stesso da oltre un
anno ha per legge ri-certificato l’ irreperibilità dell’ imputato ?
Più irreperibile di
così !
Ma come si fa, poi, a
pretendere che un soggetto irreperibile per il giudice stesso e per tutto lo Stato italiano che non sa neppure
come si chiama, debba essere reperito da un privato cittadino ?
Magistrati : non siete
capaci di catturare soggetti come Igor
il Serbo e dovrei farlo IO ? E addirittura dimostrare io che gente come " Igor il
serbo “ è “ irreperibile”, quando è evidente anche ad un idiota ?
Ma i giudici non sono
idioti , questo è poco ma sicuro…
Per il giudice, tutta
questa irreperibilità conclamata, non
basta. Io non devo essere pagato, evidentemente.
Ho rinnovato la
richiesta segnalando la anomalia (
per non dir di peggio ed essere denunciato per oltraggio a magistrato) e attendo risposta. Ho comunicato
la stessa istanza anche al Presidente del Tribunale di Pordenone, giusto per
informarlo del livello della giustizia (?) praticata nel su Palazzo confidando che per dignità sua e
dell’ ordine giudiziario dia una scossa al suo talmudico collega.
Attendo risposta.
Risposta che già
conosco : sarà una non – risposta …
per almeno un altro anno nessuno si degnerà di
spiegarmi l’ arcano delle ricerche impossibili ( ed inutili)….. Mi viene
il sospetto che sperino che nel frattempo io muoia……
O che più
semplicemente, che io butti alle ortiche la pretesa
di essere pagato, sia pure poche lire…
Forse si riesce a
capire perché in Italia i giudici
finiscono sempre con l’ assolvere gli imputati di truffa….
Questione di affinità elettive, direbbe Goethe…
Questione di affinità elettive, direbbe Goethe…
Avvocato
Edoardo Longo
3381637425
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