IL LAVAGGIO DEL CERVELLO DEI GOYM
Alzi la mano chi pensa
che l’informazione in Italia sia libera! “Reporters sans frontières” nel 2016
classificava il nostro Paese al 77° posto su 180 per la libertà di stampa. A
confronto con l’Italia persino Boswana, Burkina Faso, Armenia, Nicaragua e Moldavia
fanno un figurone!
La responsabilità di
questa grave situazione ricade interamente su chi controlla l’informazione in
Italia; e qui le sorprese non mancano.
Le comunità israelite
italiane contano ufficialmente 35.000 membri, che su un totale di 60 milioni di
abitanti significa lo 0,6 per mille della popolazione. Da questo gruppo sociale
provengano molti dei decision maker del mondo dell’informazione: De Benedetti,
Paolo Mieli, Clemente Mimum, Enrico Mentana, Gad Lerner, Fiamma Nirenstein…
Possiamo dire che
esiste una lobby ebraica che è responsabile del fatto che in Italia
l'informazione non è libera. L’obbiettivo che questa lobby si è posto è
ambizioso: il rimodellamento della pubblica opinione attraverso i mezzi di
comunicazione di massa.
Fino a vent'anni fa
sembrava chiaro a tutti che l'avidità delle multinazionali e della corporate
banking – ovvero i Rothschild e i loro agenti – era responsabile delle guerre,
della fame e dello sfruttamento nel mondo. Questa verità oggi è scomoda: si
preferisce dire invece che l'uomo bianco - e cioè il Goy - è colpevole per
tutti i mali dell'umanità e deve pagare il prezzo della sua colpa. Chi ci
insegna tale lezione è proprio la stampa sionista - guarda caso!
Il mito della colpa
dell’Occidente è nato in America, è arrivato in Italia attraverso i film di
Hollywood e i documentari della BBC, viene ora predicato da autorevoli
intellettuali e uomini politici italiani, come Laura Boldrini. Esso si basa su
un vecchio e collaudato grimaldello dell’arsenale culturale ebraico: il senso
di colpa.
Dal peccato originale insegnato dalla Bibbia fino ai complessi
psicologici escogitati da Freud, il meccanismo di plagio dei goym si ripete
sempre identico a sé stesso.
I signori
dell’informazione in Italia hanno agganciato a questo mito lo stereotipo del
disperato che fugge su un barcone verso la Terra promessa: l'Italia. Questo
stereotipo viene vomitato sulle nostre tavole dai telegiornali a pranzo e cena
ogni santo giorno che Dio manda in Terra!
L’inganno inizia dalla
manipolazione della parola e segue un protocollo ben preciso, che ora vi
descriverò. Gli immigrati diventano "migranti", però se non lavorano
e campano a spese del contribuente sono "profughi", se infine non
hanno titolo per trovarsi in Italia si chiamano "richiedenti asilo".
Se gli stranieri sono criminali vengono descritti con l’espressione “già noti
alle forze dell’ordine” e se sono pericolosi terroristi ci raccontano che si
sono "radicalizzati". Così le parole comunicano menzogne o al massimo
mezze verità. L’inganno prosegue poi con la censura. Ad esempio i disordini
provocati dagli immigrati sono ben documentati dai video che girano in Rete, ma
ben poco viene pubblicato dai mezzi di informazione. I crimini degli stranieri
sono riportati dalla cronaca locale, ma solo i casi più efferati vengono
ripresi dalle tv e dai giornali nazionali. Questi fatti stonano con lo
stereotipo del disperato in fuga dalle ingiustizie, di cui tutti noi saremmo
responsabili: proprio per questo scatta la censura.
Infine viene la
diffamazione, che colpisce tutti coloro che vogliono comunicare una realtà
diversa dalla menzogna cucinata dalla stampa sionista. Per costoro sono già
pronte le etichette preconfezionate di fascista, razzista, sessista, omofobo,
antisemita, negazionista, complottista… Accade così che quando il disagio
inascoltato dei cittadini si tramuta in esasperazione e sfocia in atti
eclatanti, la lobby sionista dell’informazione trasforma onesti padri e madri
di famiglia in orribili orchi xenofobi.
Il fatto più importante
è però questo: se esiste un codice linguistico rispettato da tv e giornali - il
politcaly correct - significa che qualcuno lo ha elaborato e tale protocollo
dimostra appunto che è in atto un piano.
Questa lobby sta
costruendo un nuovo immaginario collettivo per gli italiani: a che pro? Per
rispondere bisognerebbe conoscere i piani dei Rothschild e dei loro agenti di
Goldman Sachs. A questo riguardo Barbara Lerner Spectre dichiara:
<< I think there is a
resurgence of anti-Semitism because at this point in time Europe has not yet
learned how to be multicultural. And I think we are going to be part of the
throes of that transformation, which must take place. Europe is not going to be
the monolithic societies they once were in the last century. Jews are going to
be at the centre of that. It’s a huge transformation for Europe to make. They
are now going into a multicultural mode and Jews will be resented because of
our leading role. But without that leading role and without that
transformation, Europe will not survive >>.
Barbara Spectre Lerner
è la fondatrice e la direttrice di “Paideia”: l’organizzazione che seleziona e
forma la classe dirigente ebraica dell'Europa di domani. Si tratta dunque di
una fonte qualificata, che rivela il punto di vista dell’élite sionista sul
piano Kalergi.
Naturalmente nessuno ha
chiesto agli italiani se intendono rinunciare alla propria identità etnica e
culturale; o se vogliono farsi carico delle conseguenze dell'invasione
orchestrata dagli agenti dei Rotschild, come Soros.
In mancanza di consenso
si usa la strategia dell'inganno, di cui la lobby ebraica della stampa è
maestra.
ENRICO MONTERMINI
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