giovedì 21 settembre 2017

Bergoglio e pregiudizio





Bergoglio e pregiudizio

Quando sono le stesse autorità religiose a citare le Sacre Scritture in maniera truffaldina per far passare messaggi falsi e ingannatori, assecondando per esempio l’attuale invasione dell’Europa da parte delle immense masse di negri africani facendosi forti dell’«ama il prossimo tuo come te stesso», vuol dire che il processo sovversivo è giunto alla sua fase finale, dimostrando costoro tutta la loro ignoranza e mala fede, già dal semplice punto di vista geografico e grammaticale, essendo i termini “prossimo” e “distante” due contrari che si escludono l’un l’altro, ed essendo stato un padre della Chiesa come Sant’Agostino a parlare di «coloro che ci sono prossimi per legami di sangue e di cittadinanza». Figuriamoci se poi si volesse guardare al significato esoterico di quella affermazione, dove “il prossimo tuo” è solo colui che si trova sulla tua stessa Via e condivide il tuo stesso cammino spirituale; anche perché altrimenti non si spiegherebbe il motivo per cui Colui che ha pronunciato quella frase è lo stesso che ha intimato di «non dare perle ai porci!»



Ma per capire che l’attuale pontefice non fosse del tutto “a posto” dal punto di vista dell’ortodossia cattolica sarebbe bastato valutare in tutta la sua gravità la famosa affermazione rilasciata ai giornalisti durante un volo in aereo, a proposito di omosessuali, dove chiedeva a se stesso: «Chi sono io per giudicare?». Proprio quella sorprendente dichiarazione conteneva infatti il tarlo distruttivo dell’intero pontificato di Francesco, per come lo abbiamo conosciuto fino ad ora. La risposta a quella domanda retorica avrebbe dovuto essere «il Papa»; ma evidentemente questo ruolo non veniva nemmeno preso in considerazione, riducendo la questione a un problema personale del signor Bergoglio, il quale, allora sì, non è effettivamente nessuno per poter giudicare. Eccola dunque l’accusa principale che può essere mossa all’attuale Vicario di Cristo: non essersi egli, al momento della nomina, spogliato della “persona” Bergoglio per indossare gli abiti di Pontefice e assumere una funzione che si sovrapponeva, cancellandola, all’individualità del prescelto.  

Questo grave handicap è stato del resto confermato da tutta una serie di atti e decisioni del Papa, che lo hanno portato a privarsi di prerogative e simboli funzionali al ruolo da svolgere, mostrando di ritenere che a beneficiarne non dovesse essere il Papa Francesco ma il Monsignor Jorge. Per rimanere in ambito ispanico, perfino le due prostitute che Don Chisciotte incontra nell’osteria in cui si farà armare cavaliere, che lui considera nel suo delirio «due vaghe donzelle», vengono purificate e trasfigurate dal ruolo assegnatogli in quella circostanza! Evidentemente l’io della persona Bergoglio è talmente radicato nell’esistente ordinario da non consentirgli di trascenderlo e metterlo da parte, come del resto confermerebbero le recenti dichiarazioni in cui il Papa ci ha fatto sapere di essersi sottoposto, quando era a capo della Compagnia di Gesù in Argentina, ad un ciclo di sedute psicanalitiche presso una terapeuta ebrea. Rivelazione che potrebbe fornire, se si considera il ruolo sinistro svolto dalla “catena” controiniziatica stabilita da Freud, tante risposte chiarificatrici agli innumerevoli interrogativi che l’operato dell’attuale pontefice pone a una parte del suo gregge. 

'HELIODROMOS'
                                                                                                                                          

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