lunedì 23 ottobre 2017

LA CADUTA DI Raqqa SIRIA

La caduta di Raqqa e le implicazioni geopolitiche del conflitto siriano oggi

di Dagoberto Husayn Bellucci
 
La caduta di Raqqa, autoproclamata 'capitale' del sedicente Stato Islamico dopo la debacle militare in Iraq dei tagliagole ISIS, riapre  i giochi geopolitici attorno alla martoriata Siria dopo sei anni e mezzo di combattimenti e scontri pesantissimi tra decine di fazioni in lotta, eserciti e nazioni interessate a raccogliere i dividendi del corpo straziato di una nazione la cui sola colpa è quella di aver rifiutato le avanche's della plutocrazia sionista-statunitense mantenendosi al lato della Repubblica Islamica dell'Iran e della Resistenza libanese.
 
Era il lontano 2008 quando l'allora amministrazione USA a guida Obama premeva verso Damasco per cercare di convincere Assad ed il suo governo a sganciarsi da quello che - da allora - i media di mezzo pianeta chiamarono "l'asse militare sciita" che da Teheran, passando per Baghdad e Damasco, arrivava fino a Beirut.
 
'Mezzaluna sciita', 'asse del male', 'alleanza del terrore': i media embedded hanno utilizzato qualsiasi clichè's per delegittimare i rapporti esistenti fra la laica e nazional-socialista Siria (a guida Ba'ath) e la teocrazia iraniana. E a Washington, dopo il fallimento dell'aggressione israeliana al Libano nell'estate 2006, i toni polemici e le critiche verso Assad aumentarono a partire dal marzo 2011 mentre sottobanco gli americani ed i loro alleati arabi del Golfo armavano i gruppi terroristici della cosiddetta "opposizione democratica" siriana.
 
Opposizione che di 'democratico' non aveva proprio un bel niente e di 'siriano' ancora meno essendo rappresentata dai più feroci terroristi raccattati nella galassia internazionale salafita-wahabita e al-qaedista.
 
Terroristi che dopo la caduta del regime libico e la morte di Gheddafi nel successivo autunno si riversarono da mezzo mondo islamico in Siria con l'obiettivo neanche troppo nascosto di abbattere il governo nazionale di Assad.
 
Inutilmente. Tutte le strategie americane e sioniste nei confronti della Siria sono fallite miseramente, l'intervento di Iran e Hizb'Allah prima e quello russo poi hanno spostato significativamente i 'giochi' bellici dalla parte del Governo di Damasco.
 
Ora con la caduta di Raqqa gli americani,  pel tramite delle formazioni combattenti curde, portano a casa un successo militare dopo mesi di bombardamenti. L'annuncio dell'S.F.D. (Forze Democratiche Siriane), eterogenea alleanza siro-curda, conferma: «A Raqqa l'operazione militare è terminata, adesso portiamo a termine l'operazione di pulizia per porre fine alle ultime cellule dormienti di Daesh» (l'acronimo arabo con il quale viene chiamato il sedicente Califfato Islamista dell'ISIS oramai in rotta su tutti i fronti), ha spiegato all'agenzia di stampa spagnola 'Efe' il portavoce dell'SFD Talal Salu. 
 
Nella città martire si sarebbero trincerati molti dei foreign fighters (i combattenti stranieri dell'ISIS). Quelli che non hanno accettato la resa non avranno ulteriori salvacondotti. Dalle prime stime dell'Osservatorio siriano per i diritti umani (organismo controllato da Londra e Washington che da anni racconta ciò che i suoi padroni d'oltremanica e d'oltre atlantico vogliono sentirsi dire) le vittime della battaglia finale per la liberazione di Raqqa - iniziata nel giugno scorso - si aggirerebbero attorno alle 3200 delle quali almeno 1100 civili. 
 
Difficile dire se queste stime siano vicine alla realtà.

     Da Italia Sociale
                                                                                                                                             

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