Come fece il fascismo a sconfiggere la tubercolosi?
Come fece il fascismo a sconfiggere la tubercolosi senza mascherine e distanziamento sociale?
Silvio
Berlusconi a 84 anni ha contratto il virus del Covid19 e dopo due
settimane è uscito dalla clinica allegro e pimpante come il presidente
Americano Trump (74 anni) dopo due giorni di degenza.
Questi due
esempi ci dimostrano che chiunque abbia contratto il virus può guarire.
Le migliaia di morti che abbiamo registrato nel pieno della pandemia (e
che speriamo di non rivedere), sarebbero state infinitamente meno se
quelle persone fossero state curate adeguatamente. Non è il Virus che
uccide, ma la mancanza di cure, a parte il caso di pazienti affetti da
gravi patologie poi aggravate dal Covid.
Negli anni
venti, prima dell’avvento del Fascismo, in Italia la Tubercolosi (TBC)
infettava ogni anno 600mila persone e causava oltre 60mila vittime,
soprattutto fra i bambini. Eppure nel giro di pochi anni il Regime
riuscì a depotenziarlo fino a sconfiggerlo del tutto. Come fece?
Prendendolo a manganellate o annegandolo nell’olio di ricino? Battute a
parte, la risposta è semplice: costruendo ospedali e dotandoli delle più
moderne strumentazioni tecnico-scientifiche e applicando procedure
mediche all’avanguardia nella cura delle malattie infettive.
Furono
realizzate negli anni del Fascismo quelle eccellenze in campo
ospedaliero che tutto il mondo guardava con ammirazione e che ancora
oggi rappresentano l’ossatura del sistema sanitario pubblico: a Roma lo
Spallanzani, il San Camillo e il Forlanini, a Napoli il Cardarelli, a Genova il Gaslini
solo per citare i più noti, cui si aggiunsero le centinaia di ospedali
minori e le molteplici strutture specializzate per la cura delle
patologie polmonari come, ad esempio, il Villaggio Sanatoriali di Sondalo. In pochi anni dal 1929 al 1936 furono creati oltre 20mila posti letto in sessantuno nuovi ospedali.
In ogni località termale sorgevano le Colonie Elioterapiche
per la cura delle patologie polmonari e tutti gli anni i bambini
potevano andare a respirare aria salubre al mare o in montagna grazie
alle colonie estive. In quegli anni nessuna nazione europea
investì nella sanità pubblica come l’Italia fascista. Altro che
mascherine, distanziamento sociale e banchi a rotelle nelle scuole…
Sul
fascismo molto si è scritto, ma poco si è compreso a causa del
conformismo degli storici che pur sapendo come realmente si svolsero i
fatti, tacciono e si adeguano.
In questo
libro, chiaramente di parte, di quella parte di storia sul fascismo
volutamente ignorata, sono affrontate le maggiori colpe attribuite a
Mussolini e al suo regime: dalla presa del potere con la violenza al
delitto Matteotti, dalla morte di Gramsci all’omicidio dei Fratelli
Rosselli, dall’uso dei gas nella guerra d’Abissinia alle leggi razziali,
dall’entrata nel secondo conflitto mondiale ai crimini della guerra
civile. Fatti e circostanze descritti con rigore storico che, di
conseguenza, fanno vacillare molte delle certezze che ci sono imposte
fin dai banchi di scuola.
Nella
seconda parte sono descritte e documentate le principali realizzazioni
del fascismo. Opere, istituzioni e leggi (molte delle quali ancora in
vigore a conferma della loro validità) che nei libri di testo sono
ignorate o sminuite nella loro portata.
Nella terza
parte, quella dedicata agli approfondimenti, si parla di come il
regime, senza mascherine e distanziamento sociale, ha sconfitto la
tubercolosi, una malattia infettiva che ogni anno mieteva molte più
vittime del Coronavirus di oggi, soprattutto tra i bambini. Di come
l’industria chimica italiana si è imposta a livello mondiale e un
capitolo sul rapporto tra fascismo e turismo, sport e cultura. Sono
infine smentite molte delle cosiddette “bufale sul fascismo”.
Il
fascismo, piaccia o no, è parte integrante della nostra storia e non può
essere racchiuso tra due parentesi come fosse una sorta d’incidente e
sbrigativamente relegato in un angolo della nostra memoria collettiva,
salvo poi riprenderlo per usarlo come spauracchio o come etichetta per
denigrare l’avversario politico. I suoi meriti e le sue colpe vanno
dibattuti con distacco e serenità. Solo così potremmo togliere spazio al
fanatismo delle frange estreme e alla strumentalizzazione della
politica.
Historia Magistra Vitae, affermava Cicerone. Quella vera aggiungiamo noi.
Distribuito da Amazon, 280 pagine, euro 12. Oppure richiedere copia all’autore: ruggierogianfredo@libero.it
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