martedì 23 marzo 2021

MAMMA NON PIANGERE...

 

MAMMA NON PIANGERE...


" Fascio di Carrara : esso mi appartiene forte e puro come il marmo delle vostre montagne".

( Benito Mussolini, nella nota di apertura del libro) 

 La lodevole iniziativa delle Edizioni della Lanterna   di ristampare vecchi testi squadristi, ormai praticamente introvabili anche sul mercato antiquario, ha prodotto anche  questo “Mamma non piangere”, di Athos Poli, giovane fascista carrarese, che racconta la sua esperienza nelle squadre agli ordini di Renato Ricci.

Ricci, nella benevola descrizione di Virgilio Fiorentini, datata 1928:

".....è figlio del popolo, e il popolo ama soprattutto. Ma non si è mai lasciato trasportare dai miraggi utopistici delle teorie socialiste, egli è vissuto sempre in mezzo al popolo, ma per le virtù innate del proprio temperamento sa guidare il popolo, ma non lasciarsi travolgere da lui".

E’ anche per questo che il suo Fascio è, più che altrove, Fascio di popolo, con una forte presenza di cavatori e operai del marmo che, anche per il suo personale carisma, hanno abbandonato le organizzazioni anarchiche e di sinistra, come ricorda Sandro Setta, nella migliore biografia a lui dedicata:

"Una statistica degli iscritti al Fascio di Carrara, dell’ottobre del 1921, conterà, su n1600 iscritti, 5 industriali, 65 impiegati, 42 bottegai e commercianti, 200 studenti e ben 1270: giustamente quindi Ricci si vanterà...del fatto che i cavatori costituissero i tre quarti del fascismo della sua città".

Uomini non “facili”, come il loro stesso Capo. Severo e intransigente con se stesso, sarà sempre di esempio ai suoi, e loro estremo difensore. A Sarzana, per esempio, alla base del suo arresto, dal quale poi deriveranno i fatti successivi,  ci sarà il fatto che, mentre gli altri  attraversavano il Magra per ricongiungersi agli automezzi, egli, come  attestato dal Comandante dei Carabinieri presenti:

".....si era attardato sul posto, circondato dai più animosi dei suoi, allo scopo di proteggere il guado del fiume ai propri gregari proditoriamente fatti segno da fucilate partenti da formazioni di cosiddette “guardie del popolo” che, nel frattempo, si erano annidate tra i cespugli del greto del fiume".

Quelli che protegge, a rischio della vita, sono gli stessi ai quali non risparmia  energici sistemi per farsi obbedire, quando necessario. Proprio nell’antefatto della sfortunata impresa sarzanese, il 12 giugno, non aveva esitato a sedare le intemperanze di alcuni, presi a fucilate, sempre a Sarzana, “riprendendo anche a colpi di cravache alcuni dei compagni più accesi”, ed è facile immaginare quanto risolutiva sia la sua tempestosa ira.




Il Fascio carrarese ha tre momenti essenziali: la spedizione su Sarzana, l’azione su Genova per stroncare lo sciopero “legalitario”, la partecipazione alla Marcia su Roma.

Nel libro c’è la descrizione dei singoli episodi, con una particolare attenzione a quello genovese (mentre si può ipotizzare che probabilmente  a Sarzana l’Autore non ci fosse), raccontato col legittimo orgoglio di chi ha visto il proprio piccolo Fascio di un piccolo centro, assurgere a fama nazionale.

C’è, comunque da dire una cosa, per evitare una lettura sbagliata. Non va dimenticato che “Mamma non piangere” è del 1931, e quindi va ben inserito in quella “serie del decennale” che arriverà fino al 1935 e che ha nei volumi di   Italo Balbo (“Diario 1922”, Milano  1932) e di  Roberto Farinacci (“Squadrismo dal mio diario della vigilia”, Roma   1934)  i suoi massimi rappresentanti, con caratteristiche sue proprie rispetto alla produzione antecedente.

È il periodo per il quale, con un Fascismo ormai saldamente in sella, e con una prospettiva di lunga durata, può valere il giudizio –peraltro malevolo “nella norma”- di Cristiana Baldassini, studiosa che ha fatto un esame comparato di molta produzione narrativa riferita al periodo della vigilia:

"Ma la marginalità della memorialistica squadrista dipese probabilmente dai caratteri di un regime che si era costruito anche sul superamento dell’esperienza dello squadrismo. Per  gli equilibri su cui esso si reggeva, per i caratteri di un potere che era sceso a compromessi con la monarchia, con la Chiesa, con i ceti conservatori tradizionali, non era possibile dare fino in fondo spazio al discorso squadrista".

Sarà anche vero, ma nel ricordo di Poli la partenza delle squadre da Roma, al termine della Marcia, diventa un momento di festa e coincide con la vittoria piena:

Alle tre del mattino ordine di partenza. Il treno speciale era finalmente pronto.

Ci salutò, all’entrata della stazione di Termini, l’on. Grandi, con molta effusione e viva cordialità. Aveva anch’egli negli occhi la gioia della vittoria, aveva nel viso l’espressione dell’uomo preparato ad altri e più duri cimenti.

La notte, dalla maggior parte degli squadristi, venne passata in bianco. Si ripetevano le scene classiche delle tradotte militari: chi giocava a morra, chi cantava, chi tentava l’apertura di una scatoletta di carne in conserva, chi, nonostante il frastuono, dormiva saporitamente.

.....La stazione di Carrara non ricordava certamente un treno così carico di passeggeri. Però, anch’essa si era parata a festa per la solenne occasione, come erano parate  a festa tutte le strade della città.

Bandiere tricolori ovunque, grappoli umani ad ogni finestra, ad ogni balcone, sventolio di fazzoletti e fiori, una pioggia incessante di fiori sui legionari.

Certamente una bella immagine, di combattenti che hanno fatto il loro dovere, si meritano la riconoscenza di tutti, e sono soddisfatti dell’obiettivo raggiunto.

Non foss’altro che per coltivare per un paio d’ore, insieme a loro,  l’illusione di un momento di vittoria e felicità, credo valga la pena di leggere questo libro.

Giacinto Reale,

ricercatore storico


LINK UFFICIALE DEL LIBRO :

https://www.amazon.it/dp/B08DC3ZG78/ref=cm_sw_r_fa_awdo_c_.OMgFbXPQE6WT?fbclid=IwAR3re1CJvVQAv2OBP_kXtxAtKMJSgane8p_0MtWFxDcOd9TBRVE7S1dTuyM 



[ Fotografie tratte dal volume ]
 
 

 

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