giovedì 10 dicembre 2015

ANNI DI PIOMBO E TRAGEDIE DIMENTICATE

ANNI DI PIOMBO E TRAGEDIE DIMENTICATE


Di Sandro Saccucci
L’Italia degli anni 60’ era divenuta   teatro operativo della confrontazione política ,sindacale, diplomatica e culturale  tra i blocchi  egemonici  sovietici  e americani.  Le pessime amministrazioni politiche della DC al governo ( subordinata  agli interessi  USA) avevano permesso la crescita elettorale del PCI che dipendeva dall’URSS  . Ogni  elezione política era un momento speciale e particolarmente pericoloso  poiché  si poneva in gioco l’intero regime degli equilibri strategici. Forte era la preoccupazione per la crescita del PCI con il miraggio della realizzazione del “ compromesso storico “ in accordo con un’ala della DC. La guerra fredda si riscaldava, ora, con un fuoco   di bassa intensitá.   Sopraggiunse la guerra sovversiva : spionaggio,  infiltrazioni,ricatti, provocazioni ,campagne di informazione e distorsione della veritá. Corruzione, attentati , uccisioni, danari e agenti segreti.  

I comunisti erano prossimi all’ingresso nel governo del Paese con l’avallo della corrente della DC  di Aldo Moro, mentre  nell’ombra si poneva in marcia un piano  sofisticato tendente a rompere l’asse dell’ alleanza attravero l’uso della violenza clandestina.  L’obiettivo strategico mirava a  dividere e depotenziare elettoralmente  i  comunisti ed eliminare físicamente gli esponenti DC proclivi al compromesso storico.  

Si realizzava, pertanto, una complessa strategia da attuare in tempi  previsibili e col grande supporto dei mezzi di  informazione  . Ecco come  le attivitá político studentesche, esistenti sulla piazza, vennero  infiltrate e indotte, segretamente, alla esacerbazione della lotta  attraverso la pratica  terrorista dei movimenti extraparlamentari della sinistra . Nasceva cosí la guerriglia ispirata al marxismo (nelle differenti versioni :  leninista,  trozchista , maoísta, guevarrista , etc,etc) capace di  seminare lutti , sangue e terrore,  per provocare elevate  quantitá  di danni alle persone ,  ai beni e alle cose .  La pratica della violenza aveva alterato la pace sociale in tutta Italia e generato un clima di panico generalizzato tanto da far desiderare coralmente ordine , pace sociale e repressione della guerriglia. Sopraggiungeva  l’imprevisto : il prolungarsi della agonía política e del regime di pubblica insicurezza avevano stimolato la presenza  di un polo nazionale e popolare  con forza elettorale  a Destra   che cresceva  inesorabilmente . Siffatta crescita  poneva a rischio l’intero progetto  della destabilizzazione stabilizzante che i servizi segreti  stranieri  e italiani avevano messo in atto.

 Pertanto si assistette alla conversione del terrorismo in chiave antifascista per colpire la Destra, piegarla e ridurla alla obbedienza dei desiderata inconfessabili. Il lavoro fu psicologico in via generale e pratico con il colpire le punte avanzate della  sua forza attiva :  il coraggio dei giovani.Cosí si inaugurava   la strategia del piombo per seminare il terrore e distruggere il nemico al grido di : “uccidere un fascista non é ”reato “.   Quel terrorismo divenne  una pratica diffusa e quotidiana   che poteva contare con  la benevola  assenza  degli organi preposti all’ordine pubblico e alla repressione dei delitti . Ogni possibile ribellione da destra,  a quella onda rossa e assassina ,  veniva soffocata nel sangue o assoggettata alla persecuzione legale della magistratura. La guerriglia fu funzionale alla strategia  segreta americana  che ridusse gradualmente il supporto elettorale del PCI, pose il “compromesso storico” in soffitta  e  fece eliminare Aldo Moro. Furono assassinati  fascisti ,  funzionari dello Stato e dissenzienti.  Il potere manovrava a modo di contenzione sociale  ( con acquiescenza sorniona )le sue creature di esaltati pseudo rivoluzionari, il tutto in forma spudoratamente manifesta.  Infine la legge sui pentiti con i  riciclati e le comode carriere fecero il resto.

Ricordiamo una di queste tragedie.

Il giorno 28 dicembre ricorre il 38º  anniversario della uccisione(1977) del giovane   Angelo Pistolesi. 

 Dirigente giovanile della sezione  romana del MSI-DN dei quartieri della Magliana e del Portuense.  Stimato lavoratore  dell’ENEL , trentenne e padre di familia .   Era un entusiasta della lotta política per la affermazione dei Suoi  ideali . 

Aveva interessi culturali sul corporativismo e la socializzazione delle imprese. Veniva  assassinato  con armi da fuoco  mentre si recava al lavoro.

Gli assassini appartenenti alle bande terroriste comuniste  rivendicavano l’omicidio attraverso un comunicato alla stampa nazionale. La morte di Angelo – all’epoca -  si aggiungeva  alla giá lunga lista delle vittime della ferocia marxista che imperversava  indisturbata  ovunque nel Paese durante gli anni della tensione.    

L’elenco dei  caduti  colpiti dalla violenza omicida  veniva  accompagnato dalle diverse centinaia di feriti,  moltissimi dei quali   erano stati menzionati  nelle liste di proscrizione preparate , stampate e diffuse con distribuzione  giornalistica  come “ supplemento “ di un quotidiano della guerriglia .  Ricordare  oggi quella scomparsa violenta  di un militante durante gli anni oscuri  dei  governi  democristiani significa anche  celebrare  la doverosa  memoria  di  tutte le vittime della  sovversione . Quei caduti sono i martiri della libertá d’Italia.

Angelo  ha lasciato un vuoto tra quanti poterono apprezzarlo, ma sopravvive  soprattutto tra gli Italiani immemori  e ancor piú tra  le nuove generazioni  di militanti dello spazio nazionale e popolare  che vedono nel  Suo  martirio il seme ideale che é stato interrato.

Sandro Saccucci

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