Trump od Harris .. le corna saltan fuori
Infuria, non solo negli USA, lo scontro elettorale per la carica di 47° presidente degli Stati Uniti.
Fatto fuori (da BombObama, Pelosi, finanziatori e soci vari) il robot RimbamBiden è stato sostituito con la "amorfa" radicalchic progressista Kamala Harris. Finora tenuta in frigo persino dallo stesso Biden per evitare che potesse dar seguito alle esternazioni manifestate nelle prime uscite ufficiali come vice-presidente. Che la rinuncia alla candidatura sia avvenuta solo dopo il fallito attentato a Trump non sembra un indizio da sottovalutare nelle varie ipotesi formulate sullo episodio, fatto sta che oggi la Harris ha ricevuto la investitura anche dai "coniugi" Obama. Divenendo così la "candidata ufficiale" non solo dello schieramento "democratico" ma pure di quello "stato profondo" che, già nel 2020, aveva privato il presidente uscente di una vittoria (erroneamente, da parte sua) considerata certa.
Non riapriamo vecchie ferite trumpiane, guardiamo ad oggi con la esperienza di ieri.
Ed allora ripropongo la mia personale opinione :
👉 non nego che pure io, all'inizio, mi ero illuso potesse esserci stato un radicale cambiamento con la elezione di Trump, specie in politica estera. Man mano mi sono ricreduto con il perpetuarsi della aggressione alla Siria, la apertura della ambasciata a Gerusalemme ed il ritiro dallo accordo sul nucleare con l'Iran, affamato con le sanzioni. Ma a svelare il suo volto di criminale a tutto il mondo è stato l'assassinio del Generale Soleimani e del Comandante al-Muhandis a Baghdad il 3 gennaio 2020 .. a tradimento e per compiacere i desideri di figlia, genero e Netanyahu. Linea sionista tenuta, con assoluta coerenza, pure nei momenti brutti delle incriminazioni e della caccia ai trumpiani. Ribadita con fermezza nelle tappe della rinascita ed esternata fino ad ieri durante il colloquio con lo stesso Netanyahu, aggiungendo la nuova variante : guerra aperta all'Iran. Evidentemente un piano strategico, mediante un modello già messo in atto più volte pure in tempi non troppo lontani. Dal Vietnam all'Afghanistan, dall'Iraq alla Libia sempre lo stesso ritornello fallito solo in Siria, guarda caso grazie allo intervento della Repubblica Islamica. È l'Iran il pericolo mortale per il "mondo libero" e le relative "democrazie". Per la Harris, probabilmente, in aggiunta a Putin. Per Trump, che guarda alla "grande israele" dei testi sacri ebraici come un fortissimo alleato militare ed alla lobby sionista come una garanzia per il dollaro, "Teheran delenda est", pertanto "deve essere distrutta", quasi un richiamo biblico, una missione.
Tralasciando tutto il resto, malgrado sia di rilevante importanza, a me basta e avanza per riaffermare quanto già pubblicamente (su Radio Irib iraniana ed Accademia della Libertà) detto e scritto : la Guida Suprema Khomeini aveva svelato per tempo la diabolica verità ovvero che i presidenti americani, tutti, altro non sono che emanazioni, quelle del Grande Satana.
Grazie per l'attenzione
Vincenzo Mannello
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