venerdì 31 gennaio 2014

FASCISTI E TROIE.....IL PARLAMENTO E' PERDUTO



Bivacchi di squadristi Grillini occupano aulette (delle commissioni) parlamentari. Nel mentre incursori a 5 stelle attaccano,con sprezzo del pericolo,il bunker della Boldrini. La quale,difesa dai pretoriani della Camera (i merce-commessi multieuro),lancia appelli tramite RadioTiranauno (e Sky) per la salvezza della democrazia dall'assalto degli eversori. In mezzo alla pugna,o rissa da bettola che dir si voglia,s'odon le stridule grida di oche starnazzanti capitoline : "fascisti,fascisti...,sempre piú fascisti" !!!
Un milite pentastellato,tal Massimo De Rosa,ferito moralmente dalla pesantezza dell'epiteto,da solo affronta le renzute invasate urlando (riporto fedelmente cronache giornalistiche) : "voi donne del Pd siete quì solo perché brave a far pomp...".
Ovvero,sintetizzando gli atti (parlamentari)...siete tutte troie !!
Tutto documentato,in video,audio,su internet e sulla carta stampata.
Cosa ci ho capito io ? Che il Fascismo non è morto,come da sempre Napolitano ci ripete. È vivo e vegeto,me lo ritrovo sempre "presente". Addirittura alla Camera,in veste "bidirezionale".
Infatti per i deputati Grillini "fascisti" sono gli altri....dalla Boldrini a scendere fino a Dambruoso (quello della botta in faccia alla grillina assaltatrice),tutti...mai ci fosse un comunista o democristiano in aula.
Per tutti gli altri occupanti abusivi (ricordiamo il porcellum) delle istituzioni, "fascisti" sono il M5S e,novello aspirante dittatore,Grillo in primis.
Così,autonomamente definitomi Fascista Doc,devo ripassare la storia e prendere atto di essere al potere,come semplice spettatore.
Quel però che mi viene autorevolmente confermato,tramite espressioni del De Rosa,è il sospetto che avevo :
in Parlamento abbondano le troie.

P.s. il linguaggio ed i termini sono edulcorati rispetto ai termini usati in aula.

Grazie per l'attenzione.
Vincenzo Mannello
                                                                                                                                   

mercoledì 29 gennaio 2014

KIEV...,ARRIVANO I "NOSTRI"



Tra l'entusiasmo dei rivoltosi pro-Europa e le paure del Presidente ucraino Yanukovych sono sbarcati a Kiev "i nostri".
Ovvero,scesi dall'aereo senza correre alcun rischio,il ministro degli esteri della Ue,Catherine Ashton,e 12 europarlamentari sono corsi ad abbracciare i loro protetti "rivoltosi".
Visto il numero,scatta spontaneo il paragone con la missione "altissima" dei dodici "apostoli della libertà".
E,quasi miracolo,appena arrivati hanno ricevuto le dimissioni del Premier Azarov ed il ritiro delle leggi sull'ordine pubblico.
Potenza della Unione Europea (e degli Usa,aggiungo io).
Spesso,nel mondo,basta la parola.....!!
In Italia,una volta,era la réclame di un noto purgante,oggi sembra faccia ancora effetto,basta vedere Yanokovych.
Putin,secondo linea seguita,ha protestato per l'ingerenza occidentale negli affari interni ucraini.
Ma c'è Sochi,l'Olimpiade incombe e,si sa,quando ci sono i Giochi le armi dovrebbero tacere.
Putin ha detto : "se mi recassi ad Atene,cosa accadrebbe ?".
Appunto,Presidente....proprio questo mi chiedo. Perché non sbarca ad Atene ?
Senza apostoli,non ne avrebbe bisogno.
Molti,moltissimi europei guardano alla Russia ed a lei con grande attenzione.
La Unione Europea non è per nulla amata,in Europa.
Basterebbe che la Russia non facesse sentire soli ed abbandonati a se stessi quanti tentano di resistere a questo regime di banchieri,burocrati e magnacci vari.
In fin dei conti ,quando Putin ha fatto sul serio, gli Usa ed i suoi servi Ue sono scesi a piú miti consigli.
La Siria insegna.

Grazie per l'attenzione.
Vincenzo Mannello
                                                                                                                                    

lunedì 27 gennaio 2014

Italia città aperta -- di Ida Magli --

 

 Italia città aperta

di Ida Magli
Italianiliberi | 17.01.2014

  Stamani i Grillini sono usciti di casa senza chiudere la porta. Anzi, appena giunti in strada hanno gettato le chiavi nel primo cassonetto. Chiunque entri in “casa loro” - definizione ormai priva di senso-  non commette nessun reato, è libero di entrarvi e di dichiararsene familiare. Altrettanto hanno fatto, uscendo di casa stamani, Renzi e tutti i suoi sostenitori, gli appartenenti al Pd che guardano con entusiasmo al governo Letta e ai suoi ministri. Finalmente è stata imboccata la strada giusta: far sparire lo Stato italiano e il popolo italiano. Enrico Letta è stato il primo naturalmente a lasciare aperta stamani la porta di casa ma, invece di buttarne le chiavi nel cassonetto, le ha consegnate alla signora Kyenge affinché sia lei personalmente a gettarle via nel momento stesso in cui verrà abrogato il reato di clandestinità. Si chiama decreto “svuota carceri” quello apprestato dal governo Letta, ma contiene, sotto questo nome truffaldino, la bomba contro lo Stato italiano e contro il popolo italiano dell’abolizione del reato di clandestinità, una specie di terrificante svuota carceri preventivo e assoluto.

 L’Italia, il suo territorio, è la casa degli Italiani. Questo territorio è stabilito da confini che permettono di identificare lo Stato italiano. Non esiste “Stato” se non esiste il suo territorio e il suo popolo. Come ha dichiarato in questi giorni lo Stato di Israele: “Questa è la terra degli Ebrei, la cittadinanza non verrà data a nessun straniero”, così è per ogni Stato e per ogni Popolo. Con la cancellazione della clandestinità, invece, si afferma che non esiste un territorio appartenente allo Stato italiano, un territorio che lo Stato rivendica come suo, e che non esiste un popolo italiano in quanto chiunque vi si può introdurre e mescolare. Si tratta di una norma talmente distruttiva di qualsiasi realtà e di qualsiasi logica di “ Stato” che non è mai esistita e non esiste in nessun paese, così come non esiste neanche in quei sostituti concreti e simbolici di uno Stato che sono le navi e gli aerei dove la clandestinità è perseguita come il reato più grave. Da oggi, dunque, ci si potrà accomodare senza preavvertirne nessuno in ogni paese d’Italia e, per analogia, in ogni nave e in ogni aereo italiano.

 I governanti che hanno elaborato un simile decreto sono i despoti più assoluti che siano mai esistiti. Nessun Monarca, nessun Imperatore, nessun Tiranno ha mai preso decisioni così distruttive verso il proprio regno, verso il proprio popolo. Altro che democrazia! Gli attuali governanti, pur illegittimi in base alla Costituzione, pur considerati dall’opinione pubblica di tutto il mondo dei governanti-barzelletta, dei non-governanti,  dai quali ci si aspetta ogni giorno che diano le dimissioni per permettere la formazione di un governo legittimo tramite nuove elezioni, si comportano come se fossero, non gli amministratori, ma i proprietari dello Stato. Proprietari folli, che gettano via ogni ricchezza in un accesso così parossistico di delirio cui non avevano assistito neanche i sudditi di Caligola governati dal suo cavallo.

 E i Grillini? Quei Grillini di cui ci eravamo entusiasmati perché avevano affermato di voler far crollare il “Palazzo”? Cos’è il Palazzo se non il macroparassitismo del Potere assoluto, quello che si serve dei sudditi, di ciò che appartiene ai sudditi, per mangiarseli, per distruggerli? Eccoli lì, dunque, ben sbracati nelle ricche poltrone del Potere, intenti ad usarlo a piene mani per regalare l’Italia, il territorio, il nome, la storia, la civiltà dell’Italia, ai loro Favoriti. Sono talmente incapaci di riflettere e talmente sprezzanti del ridicolo che, pur dichiarati illegittimi dalla Corte costituzionale, si affannano a costruire quello che chiamano  pomposamente un impeachment nei confronti del presidente della repubblica, il quale però è anch’esso illegittimo. Cosa più grottesco di questo modo di governare?

Ida Magli
Roma, 17 gennaio 2014

                                                                                                                       



sabato 25 gennaio 2014

TRIS...DI ASSI IN UN TAVOLO DI BARI - UN EROE! -HIRO ONODA -


Asso di cuori....il tenente giapponese Hiroo Onoda,morto giorni fa. Ultimo dei "lasciati indietro"
Quasi 30 anni dopo la resa del Giappone consegnò la propria spada solo dietro esplicito ordine del proprio superiore,portato apposta nella giungla per revocare l'ordine di resistere "ad ogni costo" al nemico.
I bari lo definirono pazzo esaltato. Peccato che,dal 1945 al 1989,migliaia di ufficiali e soldati del Sol Levante (ovviamente sempre in minor numero con il trascorrere degli anni) seguirono la stessa difficilissima strada. Non conoscendo l'ordine di resa alcuni e non volendo cedere agli americani altri.
Molti si unirono addirittura alla guerriglia comunista in Vietnam e Malaysia. Pazzi ? Onoda era lucidissimo ma ferreamente deciso a mantenere fede al patto d'onore tra l'uomo e la sua Patria. Un vero samurai che,in altri tempi,sarebbe stato venerato come un semidio. Nel Giappone contemporaneo venne rispettato per il suo gesto. Ma quello non era più il Sol Levante in cui aveva creduto,si era arreso...ad Hiroshima e Nagasaki.
Altri tempi ? Non del tutto,tantissimi si battono ad oltranza anche sacrificando la propria vita per ciò che ritengono giusto.
Non importa la bandiera,la religione e lo scopo. Ci credono e non si fermano davanti a niente.
In tutto il mondo,tranne che in Occidente.
Li fermeranno ? La forza morale che hanno è enormemente superiore a quella degli abitanti "il mondo libero".
E chissà pure abbiano qualche mini atomica.
Asso di fiori...,quelli che Usa ed Unione Europea pretendono di mettere nei fucili e nei cannoni degli altri,dei "cattivi".
Oggi a Kiev,in Ucraina. Ieri in Irak,Afghanistan,in Libia,Egitto,Siria ed in tanti stati africani.
La "democrazia" deve essere imposta a  tutti quei paesi che non siano servi degli Stati Uniti e dei loro alleati,Israele in testa.
Se si alimentano manifestazioni e proteste per entrare in Europa è sacrosanto che si assalti il parlamento ucraino e si usi la violenza per rovesciare un governo liberamente eletto. E polizia ed esercito si guardino bene dall'usare la forza contro chi viola la legge. Anzi,gli Usa e la Ue "intimano" all'Ucraina di rispettare i "diritti umani".
Come se a Washington,Londra,Parigi,
Gerusalemme e persino Roma fosse possibile manifestare senza permesso davanti la Casa Bianca o il Quirinale ed assaltando con bombe molotov e colpi di pistola tutte le sedi del potere o le infrastrutture vitali.
Ipocriti e bari, polizia e soldati che sparano addosso a chi non è d'accordo vanno male quando sono "ostili" agli interessi occidentali. Vanno benissimo quando li difendono. Basta guardare l'Egitto e la Libia di oggi,per non parlare di Gaza, Tibet e di Emirati Arabi.
Loro,i bari,giocano sporco soprattutto ad Atene,ma non se ne deve discutere.
Asso di picche....quello che simboleggia lutto e morte : dove è finito il corpo di Priebke ?
È successo un finimondo mediatico sulla salma e sui funerali del "mostro" nazista.
Indignazione,proteste,violenze pro e contro il civile e religioso diritto ad un funerale. La Chiesa ci ha perso la faccia con un "vicario di Cristo" sceso in campo a proibire il funerale nel tempio di Dio. Per non indisporre i nuovi padroni della chiesa,quella con la minuscola. Possibile che nessuna trasmissione tv ,che tratta ossessivamente di misteri e delitti, si occupi di questo argomento ? Perché si bara (mai termine risultò piú appropriato) su cosa il governo italiano abbia fatto del corpo di Priebke ?
Se lo ha sepolto,dove è ? Perché tacciono tutti,nemici,parenti e difensori ? Quale prezzo è stato pagato per il silenzio ? A chi ? Diverrà uno degli altri misteri insoluti della repubblica e, soprattutto,,perché questo terrore per il corpo di un morto ?
Tris...di assi in un tavolo di bari.
Che possibilità ha di essere "letto" ?

Grazie per l'attenzione.
Vincenzo Mannello
                                                                                                                                             

giovedì 23 gennaio 2014

NECESSITÀ DELLA PENA DI MORTE


NECESSITÀ DELLA PENA DI MORTE

Difendendo la tesi della necessità`della pena di morte, sappiamo di suscitare le proteste scandalizzate di tante anime belle che considerano la sacralità della vita superiore a qualsiasi ragione sociale, etica e di giustizia e che considerano un comandamento ineludibile quello di “Salvare Caino”.
Ciononostante vogliamo spendere qualche parola portando nel nostro ragionamento elementi concreti e fatti incontrovertibili a favore della nostra tesi.
Naturalmente la pena di morte non è applicabile sempre e per tutti, ma esistono casi nei quali essa è giustificata sia sul piano della opportunità che su quello etico.
Ci spiegheremo meglio con alcuni esempi pratici che, meglio di tanti ragionamenti astratti, possono dimostrare la giustezza delle nostre tesi.
Totò Riina è stato giudicato colpevole di centinaia di omicidi di mafia.
Se in base a quei giudizi fosse stato impiccato, non avremmo dovuto vedere gli attentati mortali a Falcone ed a Borsellino e lui non avrebbe potuto, come ha recentemente fatto dalla galera, programmare altri attentati tra cui quello al  pm di Palermo Nino Di Matteo.
Le vite di Falcone, di Borsellino e di Di Matteo valgono certamente di più di quella di Totò Riina ..!!
Quella coppia di “fidanzatini” che uccisero senza alcuna pietà padre, madre e fratellino e che oggi sono nuovamente in libertà, avrebbero, secondo noi, meritato la pena di morte perché a tanta crudele efferatezza non può corrispondere nessun perdono!
Non citiamo altri esempi, ma chi ci legge sa che ce sarebbero a centinaia …
Potremmo citare qui i casi di tanti omicidi condannati e poi liberati che hanno reiterato diversi altri omicidi  e che non lo avrebbero potuto fare se fossero stati impiccati la prima volta salvando così altre persone innocenti.
Vorremmo anche aggiungere che quando l’efferatezza dei delitti raggiunge certi livelli di bestialità, di crudeltà e di ferocia gratuite, chi compie tali delitti perde la dignità di essere umano e con essa il diritto al rispetto della propria vita e che l’unico castigo adeguato che merita è la morte.
Pur non essendo credenti, ricordiamo a coloro che lo sono che anche la bibbia prevede che “sangue chiama sangue” ed anche “ occhio per occhio, dente per dente e vita per vita”.
Quanto poi al potere deterrente della pena di morte, siamo convinti che le statistiche citate da chi la condanna siano false e che invece gli omicidi a sangue freddo ( quelli commessi in un impeto di collera non sono punibili con la pena di morte da nessun codice ) ci penserebbero su due volte se sapessero di rischiare a loro volta la propria vita !
Una volta tanto vorremmo che il giudizio della società fosse a favore delle vittime e dei loro diritti anziché sempre a favore dei delinquenti..!!

Alessandro Mezzano
                                                                                                                                         

mercoledì 22 gennaio 2014

Crisi e suicidi... Ma ci sono davvero tanti pazzi? ( Enrico Galoppini )


Italia - Repubblica - Socializzazione

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Crisi e suicidi... Ma ci sono davvero tanti pazzi?
 
 
Enrico Galoppini  (25/12/2013)      
 
«Si dà fuoco in piazza S. Pietro: gravissimo». «Uccide moglie e figli e poi si toglie la vita». «Trovato impiccato in casa con un biglietto: scusatemi, non ce la facevo più». Questi sono solo alcuni dei titoli che quotidianamente troviamo sulla stampa nazionale riguardanti suicidi di nostri connazionali che decidono, evidentemente in preda alla disperazione, di farla finita per sempre. Talvolta togliendo in silenzio il classico "disturbo", talaltra producendosi in una strage di tutta o di parte della loro famiglia.
Il minimo comun denominatore di tutti questi fatti gravissimi che i media tendono a minimizzare, è lo stato di grave prostrazione causato dalla cosiddetta "crisi". Cosiddetta perché, come più volte abbiamo avuto modo di spiegare[1], essa è stata voluta e prodotta, essenzialmente attraverso lo strumento monetario, per realizzare precisi e criminali obiettivi, tra i quali l'aumento esponenziale dei suicidi non è che un clamoroso e macabro "dettaglio".
Ma un suicidio è pur sempre una cosa molto grave e dolorosa.
Innanzitutto, dal punto di vista 'filosofico', esso -quand'è compiuto sull'onda del trasporto emozionale- rappresenta una sconfitta per chi lo mette in opera. In seconda istanza, ad un livello politico-sociale, la comunità non può che dolersi per la scomparsa di un suo valido membro, che messo in altre condizioni ed adeguatamente sostenuto non sarebbe probabilmente giunto a tanto. Vi è poi ovviamente il piano affettivo, che riguarda i congiunti e gli amici di colui che arriva a questo gesto estremo. Per non parlare poi delle mattanze familiari che in più d'un caso accompagnano quelli che la stampa serva del potere s'affretta a definire "stragi della follia" per archiviarle in fretta e furia.
Eh sì, perché ogni volta viene insinuato più o meno subdolamente che il suicidato di turno fosse "depresso da tempo", "affetto da disturbi" e che avesse dato qualche "segno di squilibrio".
Dare del "pazzo" a qualcuno è molto comodo e sbrigativo. La "follia" è difatti la tipica scappatoia che permette superficialmente di non affrontare qualsiasi problema ed analizzarlo da ogni punto di vista per individuarne le cause e quindi la soluzione.
Così, a cadenza regolare, l'Occidente -attraverso il proprio apparato mediatico- se la prende con qualche "pazzo" (cioè un "nuovo Hitler"), ovvero chi non si allinea istantaneamente ai diktat dell'Occidente. E se solo ti azzardi ad osservare il cielo e noti che qualcosa non va[2], ecco che diventi da trattamento sanitario obbligatorio[3] (TSO). Ovviamente, tutti coloro che, adducendo solidi argomenti, reclamano la sovranità monetaria per la propria nazione vengono iscritti d'ufficio nella categoria dei "pazzi". E l'elenco prosegue indefinitamente, includendo tutti quelli che spregiativamente questa stampa abietta bolla come "nemici dell'Occidente" adombrando il sospetto che si tratti di pericolosissimi individui che odiano la propria gente quando invece è vero esattamente il contrario.
Per cui c'è poco da meravigliarsi che per un padre che non riesce più a dare da mangiare alla sua famiglia, un piccolo imprenditore oberato dalle tasse, una persona di mezza età che dopo il fallimento dell'azienda in cui lavorava non troverà più lavoro, un pensionato alla fame o un giovane che trova solo lavori "precari", insomma, per tutti costoro, quando arrivano a togliersi la vita, non si trovi altro che la solita 'spiegazione psichiatrica'.
Eppure, gli stessi indegni ed indecenti giornalisti, appena un omosessuale si toglie la vita non esitano a dare la colpa a qualcheduno reo, secondo loro, di averlo indotto a tanto mediante dileggi e vessazioni, fino a puntare il dito contro le leggi vigenti che "vanno cambiate!" (per introdurre poi i "matrimoni" e le "adozioni gay" e chissà cos'altro). Naturalmente a questi pappagalli del politicamente corretto non viene mai in mente che -fatti salvi i casi di effettive gravi pressioni- ad un omosessuale potrebbe scattare la spinta a suicidarsi per 'risolvere' una tensione interiore non più sopportabile tra quel che si è e quel che si vorrebbe essere o che si ritiene la società ci richieda di essere. Non sia mai detto: anche il solo pensarlo è già "omofobia"!
Ma quando a suicidarsi (e ormai sono in troppi) sono delle persone che giungono a tanto solo per problemi economici indotti da una politica deflazionistica generata dalla classica chiusura del 'rubinetto del denaro' operata dalle grandi banche[4], nessun "autorevole commentatore" (che nella neo-lingua significa "bugiardo e mistificatore patentato") fa il classico due più due dando la colpa alle attuali politiche monetarie e, diciamolo chiaramente, alle vigenti "leggi sul lavoro", divenute insindacabili e circonfuse d'una aura di sacralità da quando D'Antona prima e Biagi dopo sono stati assassinati dalle "nuove BR" (che dopo questo "servizietto" nessuno ha più sentito nominare!).
Pertanto, tutto questo accalorarsi per "modificare le leggi" quando in questione vi sono gli omosessuali è, oltreché sospetto, pretestuoso, stupido e sinceramente truffaldino. Senza dimenticare che è più facile per degli zerbini dalle fattezze antropomorfe sbraitare su una questione marginale piuttosto che prendere di petto un grave problema che coinvolge tutti, omosessuali compresi e pure loro stessi, sovente inquadrati nelle varie testate giornalistiche con contratti capestro: il lavoro e la sovranità monetaria[5], col primo che dipende direttamente dalla seconda, tant'è vero che anche chi vorrebbe assumere non lo fa perché "non ci sono i soldi" (cosa palesemente assurda perché basta una  tipografia di Stato), mentre quei pochi che circolano devono andare a saziare le pretese sempre più esose delle banche e dei vari "enti pubblici" a loro volta giugulati dal potere bancario e ridotti a odiosi gabellieri per conto dei "Signori del denaro".
Ora, in un siffatto clima di disordine e di contravvenzione ad ogni minima normalità, dare del "pazzo" a chi si uccide o anche il solo insinuarlo è di per sé una cosa non solo immorale, ma anche falsa ed ipocrita, che va solo a detrimento della già infima reputazione di chi si ostina a nascondere la verità.

Note
 
[1] E. Galoppini, Il "debito" come il famoso "pollo a testa": ma si può andare avanti così?: http://frontediliberazionedaibanchieri.it/article-il-debito-pubblico-come-il-famoso-pollo-a-testa-114459322.html.
[2] E. Galoppini, Perché i nostri cieli non sono più blu?: http://www.ariannaeditrice.it/articolo.php?id_articolo=42689.
[3] Così ha detto -tra il serio e il faceto- il neo-segretario del PD Matteo Renzi, nel corso d'un noto "talk show" televisivo: http://www.stampalibera.com/?p=69825
[4] Cfr. quest'ottima spiegazione del prof. Padovani dell'Univ. de L'Aquila, tenuta durante una trasmissione televisiva su un canale abruzzese, la quale ha il pregio di essere molto chiara e mirata all'essenziale: http://www.youtube.com/watch?v=jFNaMuAHo6M#t=4791.
Enrico Galoppini       

                                                                                                                                                           

martedì 21 gennaio 2014

RICORDIAMO - BEPPE NICCOLAI -


BIOGRAFIA
Giuseppe "Beppe" Niccolai
(Laurea in giurisprudenza - Giornalista - Dirigente industriale)
nato il 26 novembre 1920 a Pisa morto il 31 ottobre 1989 a Pisa

riposa nel "Cimitero della Misericordia" di Pisa (Via Pietrasantina)


Abbiamo scelto di «raccontare» qualcosa della vita di Beppe con «frasi» estrapolate da vari articoli.
«Niccolai nacque a Pisa il 26 novembre 1920 e respirò fin da bambino nel clima umanistico di casa sua, grazie soprattutto al padre, preside di liceo e provveditore agli studi. Nella grande biblioteca paterna si formò una coscienza politica e divenne fascista. Laureato in giurisprudenza, militante nelle organizzazioni giovanili fasciste, Niccolai con grande coerenza sposò il pensiero e l'azione e fu volontario di guerra in Africa Settentrionale dove si distinse per coraggio e valore»
(Gennaro Malgieri, dal "Secolo d'Italia", mercoledì 1 novembre 1989)
«Se n'andò in Africa, lIticando con Buffarini Guidi, abbandonando il Corso Allievi Ufficiali e lasciando quella Divisione Folgore in formazione a Tarquinia, nei cui ranghi era corso primo fra i volontari universitari italiani, insieme a Luigi Bertini e Luciano Ciucci. Anche l'andare in guerra era ritenuto bisogno primario della Nazione, sacrificio di sé, quindi, in pro d'Altro». 
("Beppe Niccolai", Vito Errico, da "Tabularasa", anno IV, n° 4)
«Al momento della disfatta della 1ª Armata Italiana, Beppe Niccolai viene catturato dagli inglesi e insieme ad altri volontari italiani finisce nel "fascists' criminal camp" di Hereford, nel Texas. Molti anni prima delle rivelazioni di Bacque sul genocidio dei soldati tedeschi, Niccolai aveva più volte rievocato le dure condizioni nei campi di prigionia americani e la non civiltà degli statunitensi. La vita fu molto dura per i 15.000 italiani che rifiutarono di collaborare con gli alleati. Gli americani aggirarono la convenzione di Ginevra definendo, i soldati tedeschi fatti prigionieri, "forze armate disarmate" e non "prigionieri di guerra"».
(postato da Julius su Internet)
 

* Eletto alla Camera dei Deputati, collegio di Pisa, nelle file del MSI:
1968 (Vª Legislatura)
Componente
 * VII Commissione (Difesa) dal 12 ottobre 1970 al 24 maggio 1972
* X Commissione (Lavori Pubblici) dal 10 luglio 1968 al 12 ottobre 1970
1972 (VIª Legislatura)
Componente
 * Commissione (Difesa) dal 25 maggio 1972 al 4 luglio 1976
* Commissione parlamentare d'inchiesta sul fenomeno della mafia in Sicilia
dal 28 luglio 1972 al 23 gennaio 1973 e dal 22 febbraio 1973 al 4 luglio 1976

* Eletto Membro della Direzione del MSI-DN:
Novembre 1970 (IX Congresso - Roma)
Gennaio 1973 (X Congresso - Roma)
Gennaio 1977 (XI Congresso - Roma)
Ottobre 1979 (XII Congresso - Napoli)
Febbraio 1982 (XIII Congresso - Roma)
Dicembre 1984 (XIV Congresso - Roma)
Dicembre 1987 (XV Congresso - Sorrento)

* Consigliere MSI al Consiglio Provinciale di Pisa:
dal 6 novembre 1960 al 27 gennaio 1969
dal 7 giugno 1970 al 20 dicembre 1972

* Consigliere MSI al Consiglio Comunale di Pisa:
ininterrottamente dal 1951 al 1980

* Federale della Federazione Provinciale di Pisa:
La foto di "Beppe" in divisa è tratta dal libro "Piccola Caprera. Storie di fascisti e fastidi" di Toni Fonte
e ci è stata segnalata da Juri Tarlazzi, che ringraziamo

                                                                                                                                                                                         

lunedì 20 gennaio 2014

"DISGUIDI INFORMATICI" , ODISSEA OD INFERNO ?

VINCENZO MANNELLO
          SICILIA

Odissea dei contribuenti all'Ato Simeto,scrive la valente giornalista de La Sicilia da vittima delle ultimo "disguido informatico" etneo. Che deve pur essere contagioso se vedo in tv le immagini dell'Ama di Roma,pur esse degne di un reportage bellico. Odissea....del contribuente,del cliente ed,in generale del cittadino italiano. A puntate,come il capolavoro ascritto ad Omero. Chi di noi non è mai passato dalle file alla Agenzia delle Entrate e di Serit,causa "bollette pazze" ? Oppure da quelle dell'Acoset e simili per l'acqua ? C'è qualcuno che non abbia perso ore presso uno dei pochi sportelli Enel per chiarimenti od abbia avuto risposte immediate ai problemi con Telecom ? E le mitiche file alle Poste,alle Asl,agli sportelli ticket degli ospedali le ricordiamo ? Per non rammentare le drammatiche esperienze ,dirette o riportate, vissute nei Pronto Soccorso e negli ambulatori delle "revisioni pensioni".
Chi,tra i lettori, non ha riscontrato ritardi nelle corse dei mezzi pubblici o non si imbatte costantemente in paurosi ingorghi di auto,mai segnalati preventivamente ? Per non scrivere delle risposte, mai date o ricevute in tempi biblici,dalla giustizia e da qualsiasi amministrazione statale,regionale o locale del Bel Paese.
Vero che Ulisse ne passò tantissime,non tutte piacevoli come la "sosta" da Circe, e che alcune "istituzioni" divine lo perseguitavano costantemente. Però era uno "tosto",imbroglione nato,un furbone di tre cotte che dove passava lasciava rovine e lutti (vedi Troia,i compagni ed i poveri Proci). Alla fine,di riffe o di raffe,Odisseo tornò sul trono,nel letto matrimoniale e si fece beffe di tutti.
Noi cittadini altroché odissea viviamo giornalmente  !  Troverei piú adeguata una collocazione nell'Inferno di Dante,da comparse protagoniste. Addirittura in più gironi,secondo singole esperienze. Ed Ulisse,volendolo chiamare in causa,potrebbe essere colui che spiegò,allora per oggi,di chi fosse la colpa di tutte queste peripezie collettive : "Nessuno....,è tutta colpa di Nessuno ! "


            VINCENZO MANNELLO
     
                                                                                                                                                

sabato 18 gennaio 2014

LETTERA APERTA ALL'ONOREVOLE KYENGE -- USN --




Lettera aperta all'Onorevole Kyenge

Gent. ma Signora Kyenge,
se Lei fosse un primate, noi, nell’esiguo spazio di espressione concesso dal regime per il quale Lei lavora, non avremmo la minima esitazione a indicarla come tale. Denunceremmo tra le altre cose la singolare presenza di un quadrupede peloso nel già affollato serraglio del consesso parlamentare ponendo interrogativi legittimi se non addirittura esprimendo una vibrante protesta. Lei però è una donna, una donna di colore Signora Kyenge, una Congolese, una Africana. Una donna colta secondo i parametri di un continente con il quale noi cerchiamo di avere un approccio che abbia un senso contemporaneo, geopolitico, intellettuale. Non troviamo il becero insulto costruttivo e neanche efficiente come arma di confronto, soprattutto quando parte da un nemico secessionista della Nazione Italia. Preferiamo l’accusa nuda e cruda e sempre basata su considerazioni precise e circostanziate. L’accusiamo quindi di colpe che tenteremo di illustrarLe e perseguiamo la forma di tale accusa in modo che Lei comprenda tra le altre cose delle differenze sostanziali sotto il profilo umano nella Nazione che, oltre ad ospitarla, Le ha concesso una carica istituzionale, la stessa che Lei oggi usa per colpire in maniera diretta il nostro Popolo. Lei Signora è un ministro di questa Repubblica che “subiamo” da quasi sette decenni e in questo interminabile e penoso lasso di tempo, abbiamo visto cose che Lei può agevolmente comprendere perché nel suo paese che una volta si chiamava Zaire, il regime di Mobutu Sese Seko mostrò al mondo quanto un abuso possa essere eccentrico e quanto un popolo, in cambio di una ciotola di “Manioca” sia disposto ad accettare. Quando l’esploratore/giornalista Yankee, Sir Morton Stanley, “Scoprì” a fucilate il suo Paese, finanziato dal Re Leopoldo, non poteva immaginare che si sarebbe aperto un lungo capitolo di sfruttamento delle sue risorse in una colonizzazione durata fino al 1960, anno in cui una Indipendenza del tutto cartacea consentì l’assassinio di Patrik Lumumba e di migliaia di altri in una lotta non solo per il potere e quindi lo sfruttamento teleguidato dall’Europa e dagli Stati Uniti, ma sopratutto per stabilire una predominanza di fatto tribale che perdura ancora ai giorni nostri.
La rapida nota storica, Signora, serve per rammentarLe che nel suo paese, l’etnia, l’appartenenza contano. Contano nella RDC, così come in tutto il Continente Africano. Mettere al potere o in posizione comunque decisionale o influente una appartenenza tribale “Inappropriata” significa ancora oggi un bagno di sangue. Gli equilibri etnici sono la chiave in Africa di ogni possibile convivenza (come è stato ampiamente dimostrato in paesi come la tribale Libia, o in altre tragedie di cui giornalmente possiamo effettuare la conta dei morti, dove etnia e religione si mischiano in videogame splatter terribilmente reale che miete annualmente centinaia di migliaia di vittime). Da decenni e cioè pressappoco dall’inizio della fase postcoloniale, tranne che nel caso straordinario Sud Africano, nonostante la presenza di migliaia di Cittadini Africani di razza Bianca, nessun parlamento sub sahariano (che ci risulti) conta su una presenza o un contributo esecutivo extra-razziale. Il dato è forse irrilevante, tuttavia, nella logica globalizzata di una correttezza politica planetaria ha un peso che, nella Sua posizione privilegiata ed istituzionale di Ministro della Repubblica, dovrebbe quantomeno analizzare, sopratutto perché Lei nel parlamento italiano ha una funzione assegnatele con precisa determinazione, come il nome dello stesso Ministero affidatole esplica in maniera più che cristallina. Immagini per un istante Sigora Kyenge un qualsiasi paese Africano che vedesse gli immigrati di una Nazione limitrofa acquisire inaspettati diritti, vantaggi sperequativi, una cittadinanza per sè e per le proprie famiglie, nel mentre di una lunga crisi ad alto impatto sociale. Immigrati che semmai, per una decerebrata strategia politica perseguita in maniera pseudo-ospitale si vedono in larga percentuale alla più umiliante marginalità e costretti semmai per necessità o inclinazione allo spaccio di stupefacenti, all’aggressione, al furto, alla rapina, all’illegalità commerciale, alla violenza carnale, alla prostituzione. Insomma, una realtà estranea al tessuto ormai fragile di ogni etnia, fatto di tradizioni, di immaginario comune, di percezione del Divino, di impostazioni relazionali, di storia, di orgoglio standard, di appartenenza e di molto altro. Lei sa bene che questo porterebbe il paese Africano in questione, indipendentemente dal numero di caschi blu (come al solitoopportunamente) presenti nella regione, ad un eccidio, ad una rivolta generalizzata, ad un genocidio. Lei si renderà conto altrettanto bene che nel suo continente sarebbe sufficiente che una invasiva comunità immigrata provenisse da oltre le virtuali frontiere di una regione attigua e quindi con una lingua in comune, con divinità in comune e l’identico colore della pelle, che il conflitto si produrrebbe comunque. Certo Signora Kyenge, l’Italia non è Africa e migliaia di anni di civiltà dovrebbero avere prodotto non tanto una tolleranza diffusa ma perlomeno un metodo corretto di gestione della ospitalità e del rapporto inter-culturale e razziale all’interno di una società evoluta, ma… l’Italia rappresenta un esempio disgraziato, dove una classe politica largamente priva di specializzazioni di settore, convinta della onnipotenza di una casta autolegittimatasi per decenni attraverso il rito vuoto e patetico dei Ludi Cartacei, gode della prerogativa di proporre una sciocchezza tattico-economica-antropologica come lo Ius Soli, usando lei come medico Congolese per legittimare forse antropologicamente la proposta. Proposta che, a nostro parere, ha un obiettivo del quale non crediamo Lei sia interamente consapevole. La Sinistra Italiana Signora, è la più sofisticata del mondo, nel senso che si tratta delle propaggini salottiere e profumate di una piccolo borghesia semi-acculturata che di oppressi e svantaggiati ha sentito parlare a volte dal verduraio. Si tratta di una armata ipocrita di ex studenti ai quali è stato insegnato un parametro rigido che è quello del bene e del male in chiave para-progressista, quasi cinematografica, laccata di un cattolicesimo negato ma interamente assorbito. Una Sinistra innamorata un pò di Stalin e molto di un Guevara che non conosceva le delizie dell’Happy Hour e la sciarpe di Cashmere, sempre in bilico tra un Mantra Tibetano e i flauti andini di Pan. In tempi nei quali lei era probabilmente una bambina, fu diffuso in Italia un filmetto generazionale chiamato “Porci con le Ali” nei quali in una sequenza si discuteva se… la Doccia fosse di Sinistra e la vasca da bagno di Destra. Le sembrerà incredibile ma l’aneddoto mostra una tendenza che persiste perché quei ragazzini riccioluti dalla palpebra cadente per via della cannabis, con un Marx mai letto su uno scaffale, sono diventati grandi e sono quelli che oggi la cospargono di incenso fragrante e temiamo per il colore simbolo della sua pelle più che per le sue capacità terapeutiche. Quella sinistra Signora si rende conto che lo stato di privilegio associativo istituzionale si sgretola progressivamente per tutta una serie di ragioni tra le quali, il disprezzo profondo degli italiani di ogni ceto e condizione che disertano tendenzialmente le Urne. Pochi votanti = Poca legittimazione ma sopratutto, la inevitabile tendenza a sfoltire una armata di nullafacenti di limitatissimo talento e dagli stipendi stratosferici. A quella Sinistra nomenklaturale e radical chic si è di recente aggiunta la Sinistra Transnazionale, una frangia sicuramente più evoluta, già presente nelle strutture “occidentali” che contano (Bilderberg & Co.), e già ben inserita in quel binario tradizionale che prende ordini direttamente dal padrone oltreoceano, e che nel nome di una rottamazione senza precedenti, persegue in maniera prona e reazionaria gli interessi (già sufficientemente tutelati) della “prima democrazia del mondo”; tramite slogan “obamiani” ormai tanto in voga e nel nome di modernizzazioni, privatizzazioni, e mendaci speranze, vuole issare la bandiera a stelle strisce e consacrarci come 51mo stato dell’Unione.
Sulla destra italiana, preferiamo perfino soprassedere, perché ormai assomiglia più ad un baccanale ed un lupanare da basso impero che ad una seria frangia partitica. Su tale carrozzone politico, molto presto, in virtù del rubinetto arcoriano che cesserà la sua copiosa innaffiatura, calerà il tristo mietitore, che provvederà a decapitare tutta questa pletora di poltronai e servitù varia; i politicanti in guepiere. A fare da sfondo a questo circo, la presenza del burattino di turno, che in nome della sua “fiera utilità alla democrazia“, anch’egli, molto più consapevolmente di lei, persegue una strategia finalizzata ad uno status quo di regime, che anestetizza qualsiasi “sintomo di ribellione” (anche di sana protesta democratica) e che riesce ad incanalare il dissenso verso una inutile e virtuale protesta, che, de facto, demanda a lui, nemmeno eletto, il suo destino da “carne fiscale da cannone“; tutto questo fino a quando il Pifferaio a 5Stelle avrà cessato la sua utilità Poi, anche su di lui, calerà la scure, che prima o poi il sistema utilizza per accantonarti di getto. Insomma una scocciatura enorme, cara Signora alla quale si può porre rimedio raccattando qualche milione di voti tra una variegata comunità neo-cittadina pronta a votare per i propri paladini quali come alternative avrebbero l’apertura di un fast food macrobiotico. In Italia si sa “A pensar male… si arriva vicino alla verità” e forse noi soffriamo di una certa prevenzione di orgine ideologico-identitaria ma il sospetto è fiero e i conti, come diciamo noi in Italia, … tornano. Lei ci pensi Onorevole … alle nostre sincere considerazioni. Pensi anche che gli Italiani, che questo Ius Soli proprio non lo vogliono e che il Parlamento può (attraverso il suo fattivo contributo da Ministro) facilmente imporre alla Nazione una legge che, oltre ad essere odiosamente imposta, sarà sempre foriera di polemiche continue; in futuro, in primis grazie alla crisi sociale e finanziaria ormai devastante, nelle strade, il risultato potrebbe essere veramente Politicamente Scorretto, e tutto sommato, inedito per l’Italia. Lei è pronta ad assumersi la responsabilità Storica di un conflitto di fatto civile e sociale? Lei è pronta a contraddire la tendenza Europea alla rigida regolamentazione del “Multiculturalismo” o più prosaicamente al controllo delle presenze allogene? Lei è pronta a trasformarsi in un parafulmine ogni qualvolta una vecchietta viene rapinata da un Nigeriano, una bambina dissanguata da una infibulazione, una donna massa crata per un abbigliamento sconveniente o qualche passante assassinato a colpi di piccone da uno squilibrato diversamente pigmentato da noi italiani? Lei corre il rischio di diventare la più impopolare creatura di sesso femminile mai transitata nell’aula sordida, il bersaglio di una valanga progressiva di insulti tali da farle rimpiangere i riferimenti zoologici di un cinghiale padano. Non la invidiamo Signora Kyenge e in aggiunta, le promettiamo il Massimo della legittima e legale resistenza che ci è consentito esprimere in questa Repubblica sub Tropicale dove si reprime il nostro dissenso su base quotidiana con sistemi che a Lei dovrebbero risultare familiari e ricordarle semmai Mobutu il grande Leopardo, Laurant Kabila il Comunista e indietro nel tempo l’amministrazione coloniale Fiamminga… tutti finiti malissimo peraltro, il che dimostra una sorta di costante storica che punisce sempre il male travestito di merletti. L’Onorevole Calderoli le ha rivolto un insulto perché rappresenta politicamente e culturalmente un monumentale becerismo che non ci appartiene. Noi invece Le garantiamo una resistenza culturale continua che è, crediamo, assai più pericolosa dell’epiteto a Lei rivolto in maniera patetica. Le promettiamo di istillare nelle nuove generazioni il valore della appartenenza non come crimine ma come istinto primordiale, la coscienza della propria storia e la sacralità del nostro essere stirpe come debito verso i nostri Padri ed in questo, Signora, speriamo con tutto il cuore di sconfiggerla senza mai doverLa offendere e tantomeno vigliaccamente intimidire. La nostra storia è ricca di millenni di civiltà e non necessitiamo del becero insulto per difenderla. Ci è sufficiente la possibilità di diffonderla legalmente, in maniera certamente democratica, fattore, non del tutto scontato, in una “democrazia” come l’Italia. Le chiediamo inoltre, di non farsi aiutare nel suo lavoro al Ministero dell’Integrazione, dal supporto di altri Ministri o Ministre, che paiono essere favorevoli ad una certa attività di repressione o discriminazione legale/informativa, che pare essere in atto da qualche mese, nei confronti di chi la pensa diversamente da coloro che fanno dello Ius Soli una battaglia imprescindibile. Lei (e altri/altre) che vengono da “Sinistra” dovreste essere i primi a difendere la “libera circolazione delle idee” che democraticamente sono garantite dalla Costituzione. Nella stessa “fabulous America”, a cui pare immensamente guardare tutto l’arco partitocratico italiano senza distinzioni, tale garanzia è legalmente protetta da leggi federali, e saremmo grati di poter usufruire di tale minimo diritto morale. Rimanga pure in questa terra meravigliosa, goda dei suoi frutti e delle opportunità che le vengono concesse, descriva il nostro Popolo di “meticci” una volta tornata a casa con onestà intellettuale e i doverosi distinguo ma sopratutto, comunichi al mondo (Lei può farlo) che L’Italia rimarrà Italiana e l’Europa rimarrà Europea e che l’odio è una opzione che vorremmo depennare dal futuro dei nostri figli, per quanto possibile, se possibile…
Cordialmente.

Unione per il Socialismo Nazionale.

 
20/07/2013

                                                                                                                                             

giovedì 16 gennaio 2014

MANDELA: IL GENOCIDIO CON SORRISO




Mandela: il ‘genocidio’ con  sorriso!


La vera eredità di Madiba.

Nelson Mandela è morto, e il Sud Africa senza “Madiba” sarà molto simile a quello che era prima: un relitto di un paese con infrastrutture al collasso, alto tasso di criminalità, e il genocidio al rallentatore dei bianchi afrikaner.
Niente di tutto questo apparirà nei media di quello che era l’Occidente. Per loro, il vero segno distintivo del totalitarismo africano non è brutalità: è kitsch, e ne vedremo in abbondanza. Mandela sarà su ogni copertina di riviste, Internet sarà annegato in sdolcinatezze sentimentali, e Facebook sarà disseminato di aggiornamenti di stato bigotti.
La verità è che il volto santo di Mandela, tutti gli occhi crespi e i caldi sorrisi, nascondono un passato violento come terrorista. Fu il fondatore della Umkhonto we Sizwe , il braccio armato dell’African National Congress, e ha avuto un ruolo chiave nel passaggio dell’ANC alla lotta armata, dopo un “sciopero generale” fallito miseramente.
I primi attentati terroristici hanno avuto luogo nel 1961 . Nel 1962, Mandela ha lasciato il Sudafrica per un viaggio internazionale per ottenere il sostegno per una lotta violenta contro il governo sudafricano. Ha negoziato gli aiuti per l’African National Congress con i vari governi anti-occidentali, tra cui la Germania orientale e la Cina comunista.
Tra i paesi che hanno promesso pieno sostegno c’erano la Cuba comunista e il governo egiziano di Gamal Abdel Nasser, un collega ” anti-colonialista “. Le attività internazionali di Mandela inclusero anche incontri con l’Esercito di Liberazione Nazionale algerino. Forse ancora più importante, con Mandela che agisce come un agente internazionale per l’ANC, l’Unione Sovietica ha fornito enormi quantità di aiuti finanziari e militari a Unkhonto we Sizwe.
Dopo questa versione perversa della diplomazia internazionale, Mandela ha avuto un addestramento militare intensivo in Etiopia, dove ha imparato sabotaggio, attacchi esplosivi e guerriglia. Al suo ritorno in Sudafrica, Mandela è stato arrestato per aver lasciato il paese senza un passaporto e per incitamento allo sciopero. Più tardi, fu processato insieme ad altri membri dell’ANC nel famoso ‘Trial Rivonia’ . Il governo aveva scoperto 235 atti di sabotaggio.
Ancora più importante, le autorità sudafricane trovarono documenti su Operazione Mayibuye, un piano per un confronto militare con il governo e un colpo di stato. Mandela è stato giudicato colpevole, insieme a quasi tutti gli altri imputati. A causa della pressione internazionale, Mandela è stato condannato solo all’ergastolo, piuttosto che alla morte, anche se il governo crede di aver evitato una sanguinosa guerra civile.
Anche se Mandela fu imprigionato, il gruppo di Mandela e l’African National Congress hanno continuato a uccidere decine di persone innocenti, alcune con il famigerato “necklacing “, approvato dalla moglie di Mandela, Winnie. Il gruppo è diventato famoso per la sua campagna di attentati esplosivi, in particolare il bombardamento di Church Street, che ha ucciso 19 persone. Il gruppo ha anche minato le strade rurali utilizzate dagli agricoltori, uccidento almeno 120 persone, molte delle quali operai neri.
Nel 1985, il governo sudafricano ha offerto di rilasciare Mandela se ripudiava la violenza come mezzo per portare un cambiamento politico. Rifiutò l’offerta . Mandela è stato in seguito costretto ad ammettere che l’African National Congress “di routine” utilizzava torture contro presunti “agenti del nemico.” Molte delle attività violente dell’ANC non erano dirette contro il governo dell’apartheid ma contro gli Zulu e il loro movimento politico, il Partito della Libertà Inkatha. Tuttavia, i bianchi sono sempre rimasti un ‘obiettivo speciale’. Anche dopo la sua liberazione, Mandela era disposto a indulgere in fantasie musicali sull’uccisione di bianchi .
Al momento del suo processo, Mandela ha negato di essere un membro del Partito Comunista qualcosa che ora sappiamo era una bugia . Mandela ha lavorato a stretto contatto con il Partito Comunista del Sudafrica , e l’African National Congress è stato sostenuta dall’Unione Sovietica. Mandela non ha mai rinunciato a nessuno dei suoi legami con i leader comunisti. Solo lo scorso giugno, l’Huffington Post ha casualmente riportato notizie sulla stretta relazione tra Nelson Mandela e il dittatore comunista Fidel Castro.
A causa di queste associazioni di lunga data e tattiche violente, Margaret Thatcher ha condannato l’African National Congress nel 1987 come una “organizzazione terroristica.” I giovani Conservatori britannici distribuivano propaganda chiedendo che venisse impiccato .
Gli Stati Uniti hanno elencato l’African National Congress come un’organizzazione terroristica fino al 2008, e il presidente Ronald Reagan ha fortemente resistito alle pressioni per imporre sanzioni contro il governo sudafricano bianco sotto assedio. In questo, è stato sostenuto dalla maggior parte del movimento conservatore americano.
Ora Mandela è ‘salutato’ come il ‘grande riconciliatore’. E ‘vero che, come presidente del Sudafrica, Mandela non ha scatenato una campagna di Stato di violenza diretta contro i bianchi. Invece, come da accordi, ha mantenuto gran parte del sistema economico, a vantaggio di quelli già al potere, mentre sistematicamente ha espropriato la classe media e lavoratrice bianca, soprattutto afrikaner. Questa particolarità non è sorprendente, considerando Mandela e la storia dell’ANC.
Anche se l’African National Congress è stata allineata con i comunisti, ha ricevuto un trattamento ben più amichevole dalle grandi multinazionali rispetto ai rivali nazionalisti boeri .
Incontri segreti si sono svolti tra l’African National Congress e grandi imprenditori sudafricani anche se la guerriglia continuava, e gli interessi commerciali britannici hanno contribuito alla creazione di colloqui tra le élites ricche afrikaner e l’ANC. Tali incontri non hanno mai avuto luogo tra i capitani d’industria e i leaders del progetto di una repubblica boera indipendente separata, suggerendo che i grandi imprenditori temevano il concetto di Eugene Terre’Blanche di una economia per il “folk”, più di quanto temessero un governo nero.
Motivo semplice: Terre’Blanche voleva dividere il Sudafrica tra bianchi e neri, due Stati separati. Con una Repubblica Boera indipendente e libera. Questo terrorizzava i grandi ricchi, perché avrebbero perso le loro ricchezze detenute nell’altra metà del Sudafrica. Hanno preferito abbandonare le proprie classi medie e lavoratrici in cambio della ‘garanzia’ di Mandela che, nulla delle loro ricchezze, sarebbe stato toccato. E così è andata.
Eugene Terre’Blanche e l’AWB – il suo gruppo politico e paramilitare – hanno combattuto per l’autonomia afrikaner.
Nei negoziati che hanno preceduto la fine del governo bianco, l’ANC, imprenditori, e il Partito Nazionale formavano un fronte unito contro i nazionalisti boeri e i patrioti afrikaner, fino al punto in cui un leader come il generale Constand Viljoen , tradì il piano di secessione boero in cambio di una promessa che una patria boera sarebbe stata considerata in futuro. Una volta che Mandela ha ottenuto le concessioni che voleva, ha rifiutato qualsiasi considerazione.
Il presidente Mandela e il suo nuovo regime si sono concentrati sulla ‘riconciliazione con i bianchi’ per mezzo di sforzi simbolici ampiamente pubblicizzati, mentre li colpivano dal punto di vista economico, sociale e politico.
Mandela è stato lodato per aver lasciato un “leader afrikaner” come FW De Klerk – ultimo presidente bianco del SA e ‘finiano’ – servire nel suo governo, ma questo non era altro il continuare un rapporto di lavoro con dei ‘collaborazionisti’.
La povertà tra gli afrikaner è cresciuta a dismisura negli anni dalla fine dell’apartheid , con migliaia ridotti a vivere in campi abusivi. Il Sud Africa ha uno dei tassi di criminalità più alti al mondo ed è famosa per le sue comunità chiuse e le società di sicurezza private. La nazione ha anche un alto tasso di infezione da HIV / AIDS , che non è aiutato dai funzionari governativi neri che pensano che la cura sia una dieta ricca di aglio . La risposta di Mandela è stata quella di criticare i media per il concentrarsi troppo sulla criminalità .
Egli non fece nulla per fermare quello che oggi è ampiamente accettato come il ‘genocidio nei confronti degli agricoltori boeri’, e attuato le preferenze razziali anti-bianchi anche se i bianchi sono diventati una minoranza impotente.
Mandela ha raggiunto una reputazione per la magnanimità, presumibilmente perché non ha semplicemente cercare di uccidere tutti i suoi nemici politici, come molti dei suoi colleghi “democratici” hanno fatto in altri paesi africani. Una grande quantità di questi erano semplicemente gesti di amicizia ‘mediatici’, come Mandela che indossa una maglietta degli Springboks o l’onorare gli ex Presidenti di Stato quando sono morti.
Mandela era abbastanza intelligente – diversamente da Mugabe nello Zimbabwe – da capire che il Sud Africa dipendeva dai bianchi e dalla loro ricchezza e abilità tecnica nel paese, e voleva spremere la gallina dalle uova d’oro, non ucciderla.
I ricchi sudafricani e gli interessi commerciali, che erano i suoi alleati nella fase iniziale, hanno evitato all’economia sudafricana il collasso, anche se da dietro comunità recintate e custoditi dalle forze di sicurezza private.
Tuttavia, gli afrikaner come popolo sono stati distrutti. I nomi degli eroi afrikaner sono stati strappati dalle città, strade e piazze, e sostituiti con quelli dei leader “anti-apartheid”. Le forze di difesa bianche notd come “commandos” sono state messe fuorilegge , il che significa che coloro che non possono permettersi una società di sicurezza privata sono lasciati vulnerabili alla violenza nera.
Dal momento che Mandela ha rifiutato qualsiasi considerazione di una patria Boer, i numeri da soli assicurano che gli afrikaner siano politicamente marginali. Più di 750.000 i bianchi hanno lasciato il paese, ma gli agricoltori boeri sono intrappolati. La loro ricchezza sono i terreni agricoli: non possono lasciare.
La cosiddetta ‘magnanimità’ di Mandela, consisteva nel mantenere i bianchi in vita per pagare le tasse emantenere la dittatura del suo partito unico ANC. Ma negando loro una qualsiasi rappresentatività politica significativa.
E dopo la sua morte può solo peggiorare. I suoi critici alla ‘sua sinistra’, compresa la sua ex-moglie, si lamentano che la povertà nera non è notevolmente migliorata con l’ANC. Vogliono confiscare i terreni degli agricoltori boeri e replicare le politiche di Mugabe.
Julius Malema, ex leader dei giovani dell’Anc, sta formando un nuovo partito politico con lo scopo specifico di “combattere i maschi bianchi.” Il governo sta anche cercando di proibire la beneficenza ai poveri bianchi .
Il Sud Africa sta già esplorando una “riforma agraria”, sul modello dello Zimbabwe, che ha gettato l’ex granaio dell’Africa in un distopico caos.
Anche i gesti magnanimi in gran parte simbolici, come non smantellare gli Springboks, si sono invertiti. Poiché le norme sociali dello Stato fondato dai bianchi svaniscono, tutto declina. Oggi, il Presidente dello Stato del Sud Africa è un poligamo che pensa che si può lavare via l’HIV con una doccia, ed è probabilmente meglio di chiunque altro è in arrivo.
Mandela merita la piena responsabilità di tutto questo. Fin dall’inizio, il suo sogno era di uno stato sudafricano unitario dominato dagli elettori neri che sostengono un partito politico di sinistra, con una sottile presenza di bianchi che finanziano rendendo possibile andare avanti. Il declino del Sudafrica è la logica conclusione.
Indipendenza, apartheid, e anche il terrorismo di AWB sono stati tutti tentativi afrikaner per evitare esattamente ciò che è accaduto: espropriazione politica seguita da misure che porteranno all’estinzione economica e sociale collettiva.
Arriviamo a dire che un improvviso scoppio di violenza anti-bianca dopo la morte di Mandela sarebbe una buona cosa. Darebbe gli afrikaner -un popolo guerriero – un motivo per alzarsi e combattere.
Al contrario, l’eredità di Mandela è il lento genocidio del popolo che ha trasformato il Sud Africa in una nazione ricca nel mezzo del continente nero . Mandela ha rappresentato lo sfruttamento con il pretesto della magnanimità, l’omicidio in nome della democrazia, il genocidio con il sorriso.
Dovremmo piangere la morte del vecchio terrorista solo perché non visse abbastanza per vedere il suo lavoro distrutto, il giorno in cui i boeri e il resto di noi, saranno di nuovo liberi.
Mandela ha lottato per il suo popolo. Il fatto che milioni di bianchi dalla cultura post-moderna ne piangano – superficialmente, come fosse un attore – la morte, è il simbolo del declino intellettuale dell’Occidente. E’ come se gli Atzechi piangessero la morte di Cortès: questo è masochismo etnico.
E questo intelletto degradato è ben rappresentato da un’esponente della ‘cultura’ post-moderna: