sabato 18 gennaio 2014

LETTERA APERTA ALL'ONOREVOLE KYENGE -- USN --




Lettera aperta all'Onorevole Kyenge

Gent. ma Signora Kyenge,
se Lei fosse un primate, noi, nell’esiguo spazio di espressione concesso dal regime per il quale Lei lavora, non avremmo la minima esitazione a indicarla come tale. Denunceremmo tra le altre cose la singolare presenza di un quadrupede peloso nel già affollato serraglio del consesso parlamentare ponendo interrogativi legittimi se non addirittura esprimendo una vibrante protesta. Lei però è una donna, una donna di colore Signora Kyenge, una Congolese, una Africana. Una donna colta secondo i parametri di un continente con il quale noi cerchiamo di avere un approccio che abbia un senso contemporaneo, geopolitico, intellettuale. Non troviamo il becero insulto costruttivo e neanche efficiente come arma di confronto, soprattutto quando parte da un nemico secessionista della Nazione Italia. Preferiamo l’accusa nuda e cruda e sempre basata su considerazioni precise e circostanziate. L’accusiamo quindi di colpe che tenteremo di illustrarLe e perseguiamo la forma di tale accusa in modo che Lei comprenda tra le altre cose delle differenze sostanziali sotto il profilo umano nella Nazione che, oltre ad ospitarla, Le ha concesso una carica istituzionale, la stessa che Lei oggi usa per colpire in maniera diretta il nostro Popolo. Lei Signora è un ministro di questa Repubblica che “subiamo” da quasi sette decenni e in questo interminabile e penoso lasso di tempo, abbiamo visto cose che Lei può agevolmente comprendere perché nel suo paese che una volta si chiamava Zaire, il regime di Mobutu Sese Seko mostrò al mondo quanto un abuso possa essere eccentrico e quanto un popolo, in cambio di una ciotola di “Manioca” sia disposto ad accettare. Quando l’esploratore/giornalista Yankee, Sir Morton Stanley, “Scoprì” a fucilate il suo Paese, finanziato dal Re Leopoldo, non poteva immaginare che si sarebbe aperto un lungo capitolo di sfruttamento delle sue risorse in una colonizzazione durata fino al 1960, anno in cui una Indipendenza del tutto cartacea consentì l’assassinio di Patrik Lumumba e di migliaia di altri in una lotta non solo per il potere e quindi lo sfruttamento teleguidato dall’Europa e dagli Stati Uniti, ma sopratutto per stabilire una predominanza di fatto tribale che perdura ancora ai giorni nostri.
La rapida nota storica, Signora, serve per rammentarLe che nel suo paese, l’etnia, l’appartenenza contano. Contano nella RDC, così come in tutto il Continente Africano. Mettere al potere o in posizione comunque decisionale o influente una appartenenza tribale “Inappropriata” significa ancora oggi un bagno di sangue. Gli equilibri etnici sono la chiave in Africa di ogni possibile convivenza (come è stato ampiamente dimostrato in paesi come la tribale Libia, o in altre tragedie di cui giornalmente possiamo effettuare la conta dei morti, dove etnia e religione si mischiano in videogame splatter terribilmente reale che miete annualmente centinaia di migliaia di vittime). Da decenni e cioè pressappoco dall’inizio della fase postcoloniale, tranne che nel caso straordinario Sud Africano, nonostante la presenza di migliaia di Cittadini Africani di razza Bianca, nessun parlamento sub sahariano (che ci risulti) conta su una presenza o un contributo esecutivo extra-razziale. Il dato è forse irrilevante, tuttavia, nella logica globalizzata di una correttezza politica planetaria ha un peso che, nella Sua posizione privilegiata ed istituzionale di Ministro della Repubblica, dovrebbe quantomeno analizzare, sopratutto perché Lei nel parlamento italiano ha una funzione assegnatele con precisa determinazione, come il nome dello stesso Ministero affidatole esplica in maniera più che cristallina. Immagini per un istante Sigora Kyenge un qualsiasi paese Africano che vedesse gli immigrati di una Nazione limitrofa acquisire inaspettati diritti, vantaggi sperequativi, una cittadinanza per sè e per le proprie famiglie, nel mentre di una lunga crisi ad alto impatto sociale. Immigrati che semmai, per una decerebrata strategia politica perseguita in maniera pseudo-ospitale si vedono in larga percentuale alla più umiliante marginalità e costretti semmai per necessità o inclinazione allo spaccio di stupefacenti, all’aggressione, al furto, alla rapina, all’illegalità commerciale, alla violenza carnale, alla prostituzione. Insomma, una realtà estranea al tessuto ormai fragile di ogni etnia, fatto di tradizioni, di immaginario comune, di percezione del Divino, di impostazioni relazionali, di storia, di orgoglio standard, di appartenenza e di molto altro. Lei sa bene che questo porterebbe il paese Africano in questione, indipendentemente dal numero di caschi blu (come al solitoopportunamente) presenti nella regione, ad un eccidio, ad una rivolta generalizzata, ad un genocidio. Lei si renderà conto altrettanto bene che nel suo continente sarebbe sufficiente che una invasiva comunità immigrata provenisse da oltre le virtuali frontiere di una regione attigua e quindi con una lingua in comune, con divinità in comune e l’identico colore della pelle, che il conflitto si produrrebbe comunque. Certo Signora Kyenge, l’Italia non è Africa e migliaia di anni di civiltà dovrebbero avere prodotto non tanto una tolleranza diffusa ma perlomeno un metodo corretto di gestione della ospitalità e del rapporto inter-culturale e razziale all’interno di una società evoluta, ma… l’Italia rappresenta un esempio disgraziato, dove una classe politica largamente priva di specializzazioni di settore, convinta della onnipotenza di una casta autolegittimatasi per decenni attraverso il rito vuoto e patetico dei Ludi Cartacei, gode della prerogativa di proporre una sciocchezza tattico-economica-antropologica come lo Ius Soli, usando lei come medico Congolese per legittimare forse antropologicamente la proposta. Proposta che, a nostro parere, ha un obiettivo del quale non crediamo Lei sia interamente consapevole. La Sinistra Italiana Signora, è la più sofisticata del mondo, nel senso che si tratta delle propaggini salottiere e profumate di una piccolo borghesia semi-acculturata che di oppressi e svantaggiati ha sentito parlare a volte dal verduraio. Si tratta di una armata ipocrita di ex studenti ai quali è stato insegnato un parametro rigido che è quello del bene e del male in chiave para-progressista, quasi cinematografica, laccata di un cattolicesimo negato ma interamente assorbito. Una Sinistra innamorata un pò di Stalin e molto di un Guevara che non conosceva le delizie dell’Happy Hour e la sciarpe di Cashmere, sempre in bilico tra un Mantra Tibetano e i flauti andini di Pan. In tempi nei quali lei era probabilmente una bambina, fu diffuso in Italia un filmetto generazionale chiamato “Porci con le Ali” nei quali in una sequenza si discuteva se… la Doccia fosse di Sinistra e la vasca da bagno di Destra. Le sembrerà incredibile ma l’aneddoto mostra una tendenza che persiste perché quei ragazzini riccioluti dalla palpebra cadente per via della cannabis, con un Marx mai letto su uno scaffale, sono diventati grandi e sono quelli che oggi la cospargono di incenso fragrante e temiamo per il colore simbolo della sua pelle più che per le sue capacità terapeutiche. Quella sinistra Signora si rende conto che lo stato di privilegio associativo istituzionale si sgretola progressivamente per tutta una serie di ragioni tra le quali, il disprezzo profondo degli italiani di ogni ceto e condizione che disertano tendenzialmente le Urne. Pochi votanti = Poca legittimazione ma sopratutto, la inevitabile tendenza a sfoltire una armata di nullafacenti di limitatissimo talento e dagli stipendi stratosferici. A quella Sinistra nomenklaturale e radical chic si è di recente aggiunta la Sinistra Transnazionale, una frangia sicuramente più evoluta, già presente nelle strutture “occidentali” che contano (Bilderberg & Co.), e già ben inserita in quel binario tradizionale che prende ordini direttamente dal padrone oltreoceano, e che nel nome di una rottamazione senza precedenti, persegue in maniera prona e reazionaria gli interessi (già sufficientemente tutelati) della “prima democrazia del mondo”; tramite slogan “obamiani” ormai tanto in voga e nel nome di modernizzazioni, privatizzazioni, e mendaci speranze, vuole issare la bandiera a stelle strisce e consacrarci come 51mo stato dell’Unione.
Sulla destra italiana, preferiamo perfino soprassedere, perché ormai assomiglia più ad un baccanale ed un lupanare da basso impero che ad una seria frangia partitica. Su tale carrozzone politico, molto presto, in virtù del rubinetto arcoriano che cesserà la sua copiosa innaffiatura, calerà il tristo mietitore, che provvederà a decapitare tutta questa pletora di poltronai e servitù varia; i politicanti in guepiere. A fare da sfondo a questo circo, la presenza del burattino di turno, che in nome della sua “fiera utilità alla democrazia“, anch’egli, molto più consapevolmente di lei, persegue una strategia finalizzata ad uno status quo di regime, che anestetizza qualsiasi “sintomo di ribellione” (anche di sana protesta democratica) e che riesce ad incanalare il dissenso verso una inutile e virtuale protesta, che, de facto, demanda a lui, nemmeno eletto, il suo destino da “carne fiscale da cannone“; tutto questo fino a quando il Pifferaio a 5Stelle avrà cessato la sua utilità Poi, anche su di lui, calerà la scure, che prima o poi il sistema utilizza per accantonarti di getto. Insomma una scocciatura enorme, cara Signora alla quale si può porre rimedio raccattando qualche milione di voti tra una variegata comunità neo-cittadina pronta a votare per i propri paladini quali come alternative avrebbero l’apertura di un fast food macrobiotico. In Italia si sa “A pensar male… si arriva vicino alla verità” e forse noi soffriamo di una certa prevenzione di orgine ideologico-identitaria ma il sospetto è fiero e i conti, come diciamo noi in Italia, … tornano. Lei ci pensi Onorevole … alle nostre sincere considerazioni. Pensi anche che gli Italiani, che questo Ius Soli proprio non lo vogliono e che il Parlamento può (attraverso il suo fattivo contributo da Ministro) facilmente imporre alla Nazione una legge che, oltre ad essere odiosamente imposta, sarà sempre foriera di polemiche continue; in futuro, in primis grazie alla crisi sociale e finanziaria ormai devastante, nelle strade, il risultato potrebbe essere veramente Politicamente Scorretto, e tutto sommato, inedito per l’Italia. Lei è pronta ad assumersi la responsabilità Storica di un conflitto di fatto civile e sociale? Lei è pronta a contraddire la tendenza Europea alla rigida regolamentazione del “Multiculturalismo” o più prosaicamente al controllo delle presenze allogene? Lei è pronta a trasformarsi in un parafulmine ogni qualvolta una vecchietta viene rapinata da un Nigeriano, una bambina dissanguata da una infibulazione, una donna massa crata per un abbigliamento sconveniente o qualche passante assassinato a colpi di piccone da uno squilibrato diversamente pigmentato da noi italiani? Lei corre il rischio di diventare la più impopolare creatura di sesso femminile mai transitata nell’aula sordida, il bersaglio di una valanga progressiva di insulti tali da farle rimpiangere i riferimenti zoologici di un cinghiale padano. Non la invidiamo Signora Kyenge e in aggiunta, le promettiamo il Massimo della legittima e legale resistenza che ci è consentito esprimere in questa Repubblica sub Tropicale dove si reprime il nostro dissenso su base quotidiana con sistemi che a Lei dovrebbero risultare familiari e ricordarle semmai Mobutu il grande Leopardo, Laurant Kabila il Comunista e indietro nel tempo l’amministrazione coloniale Fiamminga… tutti finiti malissimo peraltro, il che dimostra una sorta di costante storica che punisce sempre il male travestito di merletti. L’Onorevole Calderoli le ha rivolto un insulto perché rappresenta politicamente e culturalmente un monumentale becerismo che non ci appartiene. Noi invece Le garantiamo una resistenza culturale continua che è, crediamo, assai più pericolosa dell’epiteto a Lei rivolto in maniera patetica. Le promettiamo di istillare nelle nuove generazioni il valore della appartenenza non come crimine ma come istinto primordiale, la coscienza della propria storia e la sacralità del nostro essere stirpe come debito verso i nostri Padri ed in questo, Signora, speriamo con tutto il cuore di sconfiggerla senza mai doverLa offendere e tantomeno vigliaccamente intimidire. La nostra storia è ricca di millenni di civiltà e non necessitiamo del becero insulto per difenderla. Ci è sufficiente la possibilità di diffonderla legalmente, in maniera certamente democratica, fattore, non del tutto scontato, in una “democrazia” come l’Italia. Le chiediamo inoltre, di non farsi aiutare nel suo lavoro al Ministero dell’Integrazione, dal supporto di altri Ministri o Ministre, che paiono essere favorevoli ad una certa attività di repressione o discriminazione legale/informativa, che pare essere in atto da qualche mese, nei confronti di chi la pensa diversamente da coloro che fanno dello Ius Soli una battaglia imprescindibile. Lei (e altri/altre) che vengono da “Sinistra” dovreste essere i primi a difendere la “libera circolazione delle idee” che democraticamente sono garantite dalla Costituzione. Nella stessa “fabulous America”, a cui pare immensamente guardare tutto l’arco partitocratico italiano senza distinzioni, tale garanzia è legalmente protetta da leggi federali, e saremmo grati di poter usufruire di tale minimo diritto morale. Rimanga pure in questa terra meravigliosa, goda dei suoi frutti e delle opportunità che le vengono concesse, descriva il nostro Popolo di “meticci” una volta tornata a casa con onestà intellettuale e i doverosi distinguo ma sopratutto, comunichi al mondo (Lei può farlo) che L’Italia rimarrà Italiana e l’Europa rimarrà Europea e che l’odio è una opzione che vorremmo depennare dal futuro dei nostri figli, per quanto possibile, se possibile…
Cordialmente.

Unione per il Socialismo Nazionale.

 
20/07/2013

                                                                                                                                             

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