sabato 26 novembre 2016

SE LE ISRAEL LOBBIES SONO IN CRISI...


 

Se le Israel Lobbies sono in crisi…  
 
di Claudio Moffa
 
La sconfitta di Sarkozy alle primarie del centrodestra francese non è un caso isolato, ma rappresenta l’ennesimo segnale della crisi del lobbismo pro-israeliano e dello stesso Israele, non solo in Francia, ma a livello mondiale.
 
Pochi giorni fa c’è stato il niet di Putin alla Corte Penale Internazionale, destinata dunque se non a chiudere i battenti, ad essere rovesciata da capo e piedi, con nuovi magistrati non proni all’oltranzismo occidentale e non omertosi di fronte agli evidenti crimini di Tel Aviv contro i palestinesi e non solo; prima ancora, il 7 novembre, la debacle di Rodham Clinton, e con lei di tutti i mass media americani, tutti schierati con lei e contro Trump; nell’estate scorsa il gulenismo turco è stato fatto a pezzi dopo la sconfitta del tentato golpe contro Erdogan, la cui vittoria ha peraltro messo in crisi gli stessi secessionisti curdi sostenuti - nonostante la loro giusta guerra all’Isil - da Netanyahu; e poi, andando ancora a ritroso, la decisiva svolta dell’intervento russo in Siria a fianco di Assad, e la non svolta di Obama in senso opposto, nell’estate 2013, quando rifiutò di bombardare la Siria di Assad ...
 
Un gesto di coraggio, non di codardia ... Senza contare poi lo storico accordo sul nucleare iraniano, con un Israele costretto ad ingoiare il rospo.
 
Israele è in crisi, ma pare che i giornali e le tv italiane e con loro il ceto politico tutto, non se ne siano accorti.
 
Continuano e continueranno a omaggiare Israele come la «vera» «democrazia» del Medio Oriente, a rimorchio delle panzane di Quaglierello, Allam, Nirenstein e altre trombette mediatiche.
 
E non solo loro: anche in rete molti preferiscono prendersela con l’abbronzato Obama invece di portare alla luce i FATTI che dimostrano in modo inoppugnabile la verità vera dell’assalto terrorista agli Stati sovrani del Medio Oriente a all’Occidente, a cominciare dall’11 settembre, come Cossiga docet. 
 
Il nodo è sempre quello: per tutti costoro il sionismo, come altre realtà scomode, non esiste.
 
Purtroppo invece esiste e come, a danno degli stessi ebrei giusti - poche voci, eroiche - che chiedono da decenni a Israele di cambiare politica, di restituire il Golan alla Siria, di riconoscere i diritti dei palestinesi, di non assediare Gaza, di accettare semmai l’ipotesi di uno Stato unico bietnico e trireligioso, dove ebrei e musulmani (e cristiani) abbiano tutti gli stessi diritti e doveri.
 
In alternativa, uno Stato palestinese indipendente, a fianco di Israele.
 
Comunque una svolta vera, verso una pace vera in Medio Oriente e nel mondo.


                                                                                                                                                      

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