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Se le Israel Lobbies sono in crisi…
di
Claudio Moffa
La
sconfitta di Sarkozy alle primarie del centrodestra francese non è un caso
isolato, ma rappresenta l’ennesimo segnale della crisi del lobbismo
pro-israeliano e dello stesso Israele, non solo in Francia, ma a livello
mondiale.
Pochi giorni fa c’è stato il niet di Putin alla Corte Penale Internazionale,
destinata dunque se non a chiudere i battenti, ad essere rovesciata da capo e
piedi, con nuovi magistrati non proni all’oltranzismo occidentale e non omertosi
di fronte agli evidenti crimini di Tel Aviv contro i palestinesi e non solo;
prima ancora, il 7 novembre, la debacle di Rodham Clinton, e con lei di tutti i
mass media americani, tutti schierati con lei e contro Trump; nell’estate scorsa
il gulenismo turco è stato fatto a pezzi dopo la sconfitta del tentato golpe
contro Erdogan, la cui vittoria ha peraltro messo in crisi gli stessi
secessionisti curdi sostenuti - nonostante la loro giusta guerra all’Isil - da
Netanyahu; e poi, andando ancora a ritroso, la decisiva svolta dell’intervento
russo in Siria a fianco di Assad, e la non svolta di Obama in senso opposto,
nell’estate 2013, quando rifiutò di bombardare la Siria di Assad ...
Un gesto di coraggio, non di codardia ... Senza contare poi lo storico accordo
sul nucleare iraniano, con un Israele costretto ad ingoiare il rospo.
Israele è in crisi, ma pare che i giornali e le tv italiane e con loro il ceto
politico tutto, non se ne siano accorti.
Continuano e continueranno a omaggiare Israele come la «vera» «democrazia» del
Medio Oriente, a rimorchio delle panzane di Quaglierello, Allam, Nirenstein e
altre trombette mediatiche.
E non solo loro: anche in rete molti preferiscono prendersela con l’abbronzato
Obama invece di portare alla luce i FATTI che dimostrano in modo inoppugnabile
la verità vera dell’assalto terrorista agli Stati sovrani del Medio Oriente a
all’Occidente, a cominciare dall’11 settembre, come Cossiga docet.
Il nodo è sempre quello: per tutti costoro il sionismo, come altre realtà
scomode, non esiste.
Purtroppo invece esiste e come, a danno degli stessi ebrei giusti - poche voci,
eroiche - che chiedono da decenni a Israele di cambiare politica, di restituire
il Golan alla Siria, di riconoscere i diritti dei palestinesi, di non assediare
Gaza, di accettare semmai l’ipotesi di uno Stato unico bietnico e trireligioso,
dove ebrei e musulmani (e cristiani) abbiano tutti gli stessi diritti e doveri.
In alternativa, uno Stato palestinese indipendente, a fianco di Israele.
Comunque una svolta vera, verso una pace vera in Medio Oriente e nel mondo.
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