GEOPOLITICA 2015
Legge
islamica in mano ai califfati?
di
Giovanna Canzano
intervista a Daniele Scalea
2 marzo
2015
"Una delle conseguenze del "Quarantotto Arabo" è il
fallimento dell'Islam Politico "moderato", disposto ad accettare il processo
elettorale e, almeno per ora, i diritti delle minoranze.
Gli islamisti, disillusi sulle possibilità di arrivare al
potere democraticamente, si sono riversati in massa in opzioni radicali,
intransigenti e insurrezionali come Daish". (Daniele Scalea)
Canzano 1- Dalla Primavera Araba, ai disordini in Egitto di
questi giorni.
SCALEA
– La "Primavera Araba" è stato un movimento storico che, apparentemente,
avrebbe scalzato i vecchi regimi nazionalisti e laici, ormai privi dello
slancio dei primi decenni del dopoguerra, a vantaggio di nuove realtà
d'ispirazione religiosa, per lo più legate ai Fratelli Musulmani. Nei primi
mesi delle rivolte, quindi nel pieno degli eventi, pubblicai un piccolo
libro sul tema. Tra gli scenari futuri ipotizzati, c'era quello di un
"Quarantotto arabo": esattamente come l'analogo europeo, la spinta politica
emergente, dopo i successi iniziali, sarebbe stata soffocata. E' quel che è
successo, con l'Arabia Saudita a giocare il ruolo che fu della Russia
zarista. Ciò non significa che l'Islam Politico non tornerà a bussare alla
porta del potere, presto o tardi.
Canzano 2- La Libia del dopo Gheddafi è diventato un terreno
dove non c’è legge e tutto il territorio è in un continuo caos.
SCALEA – La Libia era un paese artificiale, un castello di
carte in delicato equilibrio che Gheddafi, pur con tutti i suoi difetti,
sapeva mantenere, garantendo standard di vita ineguagliati in Africa.
Francia, GB e USA hanno voluto distruggere quell'equilibrio e, ciò ch'è
peggio, una volta che l'hanno fatto si sono subito disimpegnati,
accontentandosi di qualche contratto petrolifero. Il risultato è quello
sotto gli occhi di tutti.
Canzano 3- La legge islamica in mano ai
califfati?
SCALEA – Una delle conseguenze del "Quarantotto Arabo" è il
fallimento dell'Islam Politico "moderato", disposto ad accettare il processo
elettorale e, almeno per ora, i diritti delle minoranze. Gli islamisti,
disillusi sulle possibilità di arrivare al potere democraticamente, si sono
riversati in massa in opzioni radicali, intransigenti e insurrezionali come
Daish.
Canzano 4- I Paesi Arabi in guerra solo per questioni
economici?
SCALEA – No, credo che in questo caso contino molto di più
politica e ideologia. L'Egitto combatte in Libia per non avere un paese
vicino sotto l'influenza dei Fratelli Musulmani odiati
da al-Sisi. L'Arabia Saudita impegna ovunque i suoi petrodollari per
ribattere l'influenza di Turchia e Iran, e anche del Qatar che, pur essendo
wahhabita come lei, ha strategie e interlocutori diversi sullo scacchiere
regionale.
Daniele Scalea è Direttore Generale
dell'Istituto di Alti Studi in Geopolitica e Scienze Ausiliarie (IsAG),
Condirettore di "Geopolitica", Cultore di Geografia Politica ed Economica
all'Università Sapienza di Roma, Blogger per "L'Huffington Post". Autori di
alcuni libri e svariati articoli su temi storici e geopolitici, è frequente
commentatore dei fatti internazionali, apparso tra gli altri su Rai 1, Rai
3, Radio Rai 1, Radio Rai 3, ADN Kronos, Class News CNBC, L'Indro, Il Secolo
d'Italia, La Voce della Russia, IRIB, IRNA
11/05/2015
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