Chirurgo di trapianti
di Ida Magli
Ho seguito fin dall’inizio le vicende politiche di Ignazio Marino nella speranza che, malgrado il deterioramento della sensibilità sociale e democratica verificatosi in Italia nel corso degli ultimi anni, qualcuno mettesse l’accento sull’unico, drammatico errore che è stato commesso eleggendo a un’alta carica politica un chirurgo di trapianti, ma non l’ha fatto nessuno. Eppure è evidente che il punto nevralgico è quello: si ha a che fare con una personalità particolarissima, che ha scelto una specialità chirurgica di limite nella quale si trova a decidere della vita e della morte, a operare su individui debolissimi che dipendono da lui per la propria sopravvivenza. Chi ha, o ha avuto, il potere di decidere della vita e della morte, deve essere necessariamente escluso dalle istituzioni del Potere, da qualsiasi tipo di governo. Non può governare né gruppi né popoli; non è adatto a nessuna attività nel mondo della “politica”, tanto più in una democrazia.
Nessuno si può misurare con Marino, è evidente, e di fatto nessuno ci prova direttamente, neanche quando afferma di aver abbandonato gli incarichi. Da dimissionario, infatti, ha provocato perfino più imbarazzo e timore di quando era in carica visto che non si era in grado di prevedere ciò che avrebbe pensato e fatto. Quando ha ritirato le dimissioni c’è stato quasi un respiro di sollievo: era tornato ad essere il Marino di sempre. Non basta dire che è un chirurgo, come è solito fare il Pd. Ignazio Marino ha sessant’anni e pur avendo operato per tutta la sua vita di chirurgo nel mondo dei trapianti, non ha mai detto neanche una parola sul mercato degli organi, non l’ha mai denunciato, pur sapendo che coinvolge soprattutto i bambini, i quali semplicemente “scompaiono”. Dal territorio italiano ne sono scomparsi 3.600, come ha affermato con freddezza nel gennaio 2015 il Ministro degli Interni, Angelino Alfano. Notizia-non-notizia visto che nessuno l’ha commentata e il giorno dopo è sparita. “Scompaiono”? Che cosa significa? I bambini non compiono l’azione di scomparire, non vengono risucchiati dal vento o dalla pioggia, ma il silenzio sulla loro scomparsa dipende dal fatto che tutti sanno, o almeno suppongono che, tranne i pochi “fortunati” che vanno ad alimentare il mercato della pedofilia, tutti gli altri finiscono nel mercato degli organi. Ogni volta, però, che qualcuno ha provato a parlarne, la notizia non ha attecchito. Nel 2008 le suore Serve di Maria avevano mandato dal Monzambico alla loro Casa generalizia in Roma un appello disperato perché vedevano sparire i bambini del proprio istituto e ne ritrovavano i resti senza occhi, senza reni, senza cuore, nei cassonetti della spazzatura. La loro speranza che il Vaticano, o almeno i giornali italiani ed europei, dessero risonanza a questi atroci delitti, è andata quasi del tutto perduta. Il Giornale ha pubblicato allora una serie di servizi molto puntuali, ma il silenzio del Vaticano è stato più forte. Da allora tre Papi, uno dei quali, Wojtyla, ha anche presieduto il primo Convegno tenutosi a Roma sui trapianti, si sono susseguiti sul trono di Pietro, ma nessuno ha parlato della scomparsa dei bambini, nessuno ha condannato gli orridi crimini che si commettono nel mondo dei trapianti. Neanche Bergoglio. Con il Giubileo si può perdonare il divorzio, l’aborto…
Perché dunque il Pd ha favorito la carriera politica di un chirurgo di trapianti? Di un chirurgo che non ha mai detto neanche una parola per denunciare il mercato degli organi, per aiutare le Forze dell’Ordine a trovare almeno le fila di questo atroce mercato?
Ida Magli
30 ottobre 2015
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