Il prete eritreo candidato al Nobel organizza i barconi di clandestini con il benestare di Arci e Vaticano
di Ercolina Milanesi –
Il prete eritreo e l’attivista ribelle Ecco chi organizza gli sbarchi, Sono loro che indirizzano i profughi verso le nostre coste. Il team salva migranti (a cui partecipa l’Arci) dispone di sito ed app.
Fra gli amici dell’ «invasione» di profughi e clandestini dal mare spiccano don Mussie Zerai, un prete che si crede Mosè e Nawal Soufi, attivista che appoggia i ribelli siriani.
Tutti e due sono delle star, incontrastate, dell’accoglienza e del buonismo pro migranti ufficialmente senza scopi di lucro. Dall’Italia si sono trasformati in centralino delle chiamate dai barconi attraverso i satellitari forniti agli scafisti dai trafficanti di uomini per chiedere aiuto.
E nessuno dice niente. Anzi, padre Zerai, è stato candidato all’inizio dell’anno al premio Nobel da un centro per la pace di Oslo e Nawal, l’angelo dei profughi è addirittura il titolo di un libro delle edizioni Paoline dedicato a Lady Sos.
Il sistema è semplice: dai barconi che partono dalla Libia o dalla Turchia arriva la telefonata al moderno Mosè o a Lady Sos, che chiamano direttamente i soccorsi italiani. Oppure avvisano Watch the med , un portale europeo, nato grazie alla campagna internazionale «Boat4people», che ha come aderenti l’Arci, l’associazione della sinistra italiana. Dal portale si può addirittura scaricare un’app per i diversi tipi di cellulare e lanciare l’«alarm phone», una telefonata d’emergenza così ti vengono a prendere in mezzo al mare.
Lady Sos, ventisette anni, di origine marocchina, vive a Catania. «È iniziato tutto attraverso il passaparola su Facebook – racconta la giovane – dove è stato scritto il mio numero di telefono. Io rispondo alle chiamate di Sos dal mare e da terra e faccio un servizio di seconda accoglienza per chi continua il viaggio verso il Nord Europa». Lady Sos è il riferimento soprattutto dei siriani essendo un’attivista che appoggia i ribelli contro il regime di Damasco e si fa fotografare mentre fa il segno di vittoria con una mitragliatrice antiaerea. In Italia ha conosciuto alle manifestazioni contro Assad, Vanessa Marzullo, una delle due vispe Terese rapite in Siria e poi rilasciate con i soldi dello Stato. E proprio Vanessa rilanciava gli appelli al soccorso in mare di Lady Sos.
Adesso «l’angelo» dei barconi è ben più organizzata. L’11 luglio sul sito salva migranti Watch the Med si legge che «il team dell’Alarm phone è stato informato dall’attivista Nawal Soufi di aver ricevuto una chiamata di emergenza dalla Turchia la notte prima». Il telefono satellitare a bordo del barcone salpato verso l’Italia poi risulta spento. Alla fine la stessa Lady Sos informa che è stato contattato il Centro nazionale del soccorso marittimo a Roma «che ha confermato di aver trovato il battello» sbarcando tutti i migranti a casa nostra.
Il 30 luglio il centralino pro barconi viene attivato da «padre Mussie Zerai (…) che informa di un battello in difficoltà nel Mediterraneo centrale e passa il numero di telefono satellitare». Dal sito avvisano il Centro dei soccorsi a Roma, che «conferma di lavorare sul caso». Il risultato è che 885 profughi e clandestini vengono portati in Italia.
Lo stesso Padre Zerai racconta come funziona: «Appena arriva una telefonata ci assicuriamo che il telefono satellitare da cui chiamano abbia sufficiente credito per poter continuare ad avere un contatto diretto con il barcone. Poi segnaliamo la presenza dell’imbarcazione in difficoltà alle guardie costiere italiana e maltese, a cui forniamo le informazioni raccolte».
Il prete eritreo giunto in Italia nel 1992, a soli 17 anni, ha ottenuto asilo politico e studiato prima a Piacenza e poi all’università Pontificia. Sul sito della Camera è immortalato mentre incontra la presidente, Laura Boldrini, ma è stato ricevuto anche dall’allora segretario di Stato americano Hillary Clinton a Washington e più volte dall’Alto commissariato dell’Onu per i rifugiati. Da Roma fa spola con la Svizzera dove si occupa della comunità dei cristiani eritrei. La sua agenzia per la cooperazione, Habeisha, appoggia Watch the Med , un colpo di genio, che ha reso europeo l’allarme telefonico via barconi. L’8 agosto è arrivata una chiamata da una tinozza partita dal Marocco e sono stati subito mobilitati gli attivisti spagnoli di Salvamento Maritimo . Alla fine è intervenuta una motovedetta marocchina.
Dietro alla mobilitazione buonista, delle star dell’accoglienza italiane, ufficialmente a fin di bene e senza scopi di lucro, si nasconde un disegno chiaro spiegato sul sito pro «invasione». In relazione all’ultima segnalazione del 5 agosto di sospetti respingimenti della guardia costiera greca denunciati via centralino d’allarme per i barconi si legge: «Possiamo solo ripeterlo: Sono necessarie vie sicure e legali per viaggiare verso l’Europa. Abbiamo bisogno di aprire linee di traghetti per tutti» i migranti
Il prete eritreo e l’attivista ribelle Ecco chi organizza gli sbarchi, Sono loro che indirizzano i profughi verso le nostre coste. Il team salva migranti (a cui partecipa l’Arci) dispone di sito ed app.
Fra gli amici dell’ «invasione» di profughi e clandestini dal mare spiccano don Mussie Zerai, un prete che si crede Mosè e Nawal Soufi, attivista che appoggia i ribelli siriani.
Tutti e due sono delle star, incontrastate, dell’accoglienza e del buonismo pro migranti ufficialmente senza scopi di lucro. Dall’Italia si sono trasformati in centralino delle chiamate dai barconi attraverso i satellitari forniti agli scafisti dai trafficanti di uomini per chiedere aiuto.
E nessuno dice niente. Anzi, padre Zerai, è stato candidato all’inizio dell’anno al premio Nobel da un centro per la pace di Oslo e Nawal, l’angelo dei profughi è addirittura il titolo di un libro delle edizioni Paoline dedicato a Lady Sos.
Il sistema è semplice: dai barconi che partono dalla Libia o dalla Turchia arriva la telefonata al moderno Mosè o a Lady Sos, che chiamano direttamente i soccorsi italiani. Oppure avvisano Watch the med , un portale europeo, nato grazie alla campagna internazionale «Boat4people», che ha come aderenti l’Arci, l’associazione della sinistra italiana. Dal portale si può addirittura scaricare un’app per i diversi tipi di cellulare e lanciare l’«alarm phone», una telefonata d’emergenza così ti vengono a prendere in mezzo al mare.
Lady Sos, ventisette anni, di origine marocchina, vive a Catania. «È iniziato tutto attraverso il passaparola su Facebook – racconta la giovane – dove è stato scritto il mio numero di telefono. Io rispondo alle chiamate di Sos dal mare e da terra e faccio un servizio di seconda accoglienza per chi continua il viaggio verso il Nord Europa». Lady Sos è il riferimento soprattutto dei siriani essendo un’attivista che appoggia i ribelli contro il regime di Damasco e si fa fotografare mentre fa il segno di vittoria con una mitragliatrice antiaerea. In Italia ha conosciuto alle manifestazioni contro Assad, Vanessa Marzullo, una delle due vispe Terese rapite in Siria e poi rilasciate con i soldi dello Stato. E proprio Vanessa rilanciava gli appelli al soccorso in mare di Lady Sos.
Adesso «l’angelo» dei barconi è ben più organizzata. L’11 luglio sul sito salva migranti Watch the Med si legge che «il team dell’Alarm phone è stato informato dall’attivista Nawal Soufi di aver ricevuto una chiamata di emergenza dalla Turchia la notte prima». Il telefono satellitare a bordo del barcone salpato verso l’Italia poi risulta spento. Alla fine la stessa Lady Sos informa che è stato contattato il Centro nazionale del soccorso marittimo a Roma «che ha confermato di aver trovato il battello» sbarcando tutti i migranti a casa nostra.
Il 30 luglio il centralino pro barconi viene attivato da «padre Mussie Zerai (…) che informa di un battello in difficoltà nel Mediterraneo centrale e passa il numero di telefono satellitare». Dal sito avvisano il Centro dei soccorsi a Roma, che «conferma di lavorare sul caso». Il risultato è che 885 profughi e clandestini vengono portati in Italia.
Lo stesso Padre Zerai racconta come funziona: «Appena arriva una telefonata ci assicuriamo che il telefono satellitare da cui chiamano abbia sufficiente credito per poter continuare ad avere un contatto diretto con il barcone. Poi segnaliamo la presenza dell’imbarcazione in difficoltà alle guardie costiere italiana e maltese, a cui forniamo le informazioni raccolte».
Il prete eritreo giunto in Italia nel 1992, a soli 17 anni, ha ottenuto asilo politico e studiato prima a Piacenza e poi all’università Pontificia. Sul sito della Camera è immortalato mentre incontra la presidente, Laura Boldrini, ma è stato ricevuto anche dall’allora segretario di Stato americano Hillary Clinton a Washington e più volte dall’Alto commissariato dell’Onu per i rifugiati. Da Roma fa spola con la Svizzera dove si occupa della comunità dei cristiani eritrei. La sua agenzia per la cooperazione, Habeisha, appoggia Watch the Med , un colpo di genio, che ha reso europeo l’allarme telefonico via barconi. L’8 agosto è arrivata una chiamata da una tinozza partita dal Marocco e sono stati subito mobilitati gli attivisti spagnoli di Salvamento Maritimo . Alla fine è intervenuta una motovedetta marocchina.
Dietro alla mobilitazione buonista, delle star dell’accoglienza italiane, ufficialmente a fin di bene e senza scopi di lucro, si nasconde un disegno chiaro spiegato sul sito pro «invasione». In relazione all’ultima segnalazione del 5 agosto di sospetti respingimenti della guardia costiera greca denunciati via centralino d’allarme per i barconi si legge: «Possiamo solo ripeterlo: Sono necessarie vie sicure e legali per viaggiare verso l’Europa. Abbiamo bisogno di aprire linee di traghetti per tutti» i migranti
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