Brossura 17 x 24 cm., pagg. 445
Stampato nel 2015 da Ritter
L’Autore parte da un accenno alle realtà nascoste nelle vicende
politiche e sociali che ne restano influenzate. Nel secondo capitolo
spiega la truffa del “
signoraggio” che viene accettata dai Governi un po’ per timore un po’ per interesse, cedendo la sovranità monetaria alla
Banca Centrale (privata) che stampa la moneta e la cede al Governo in cambio di
titoli di Stato i quali non vengono mai pagati, ma si pagano gli interessi che costituiscono il cosiddetto “
Debito Pubblico”. Anche questi non si riusciranno mai a pagare, perché non si riesce ad estinguere il cosiddetto “
debito”:
interessi che si sommano ad intereaai. Una fonte di smisurato
arricchimento legalizzato, strabocchevolmente lucrosa, in mano a poche
famiglie di grossi
magnati della finanza, che da oltre tre
secoli hanno cominciato a indebitare i governi, in mezzo mondo,
attraverso enormi vere e proprie truffe legalizzate. Quei pochi che
hanno avuto il coraggio di cominciare a intaccare questo potere ci hanno
rimesso la vita.
Nel secondo capitolo Pellicano accenna anche una breve storia del formarsi di una casta di banchieri di affari di “
alta finanza”
attraverso il commercio di contrabbando, droga, schiavismo, tentato
monopolio dell’energia, controllo delle Banche Centrali, produzioni di
guerra e interessi sui pagamenti, ecc. Ma le conquiste materiali,
ottenute con la prepotenza, non bastavano per un popolo che ambiva a
ottenere anche una certa
supremazia morale.
Emilio Gentile ci aiuta a capire con il suo libro,
La democrazia di Dio. La religione americana nell’era dell’impero e del terrore[1] Egli ci spiega quanto sia diffusa e condivisa tra gli statunitensi una certa ”
pseudocultura”, una
Weltashauung, una particolare visione del mondo, in virtù della quale i più bigotti
yankees
sono rimasti superstiziosamente persuasi che il loro popolo abbia
instaurato un rapporto speciale con il Creatore dell’universo,
risoltosi con l’assegnazione agli USA di «
un ruolo missionario» inteso «
come modello di redenzione per l’umanità».
Una tradizione fanatica ed esaltata tipicamente americana, molto
funzionale, perciò, all’imperialismo plutocratico statunitense
[2]. Un fondamentalismo a sfondo religioso, opportuno per portare gli
yankee, guidati, in un primo tempo, dai
WASP (White Anglo Saxon Protestants) [3] a una specie di fanatica “
guerra santa” onde asservire gli altri popoli che si dovrebbero “
evangelizzare”. Da ciò deriva l’ipocritamente sfacciato motto rooseveltiano: «
To evangelize the World».
“Evangelizzazione” che continua ancora oggi.
Edgar L. Jones, eminente storico militare e
corrispondente di guerra americano, ci spiega come avveniva questa
evangelizzazione, testimoniando concretamente:
«
Noi americani abbiamo la pericolosa tendenza nel nostro
atteggiamento verso le altre Nazioni di adottare una posa di superiorità
morale. Ci consideriamo più nobili e decenti di altri popoli e quindi
in posizione migliore per decidere che cosa è bene e che cosa è male
nel mondo. Ma quale tipo di guerra la nostra popolazione civilizzata
immagina che abbiamo combattuto? Abbiamo fucilato prigionieri a sangue
freddo, bombardato ospedali, sparato su marinai di navi silurate,
ucciso o maltrattato civili nemici, dato il colpo di grazia ai feriti,
seppellito i moribondi in fosse comuni insieme ai morti, e nel Pacifico
abbiamo perfino fatto commercio di teschi e ossa di giapponesi. Abbiamo
inventato i bombardamenti a tappeto e sganciato bombe atomiche su due
città indifese, stabilendo così un primato mondiale di massacro di
massa. Ho chiesto ad alcuni dei nostri soldati perché, per esempio,
hanno regolato i loro lanciafiamme in modo che i nemici morissero
lentamente e dolorosamente, invece di ucciderli quasi istantaneamente..
E perché essi odiavano così tanto il nemico?... No. Solo perché essi
odiavano la guerra. Forse per la stessa ragione le nostre truppe hanno
mutilato i corpi dei nemici, tagliato loro le orecchie e strappato i
loro denti d’oro da portare via come souvenir, tagliato loro i
testicoli mettendoglieli in bocca, ma tali flagranti violazioni di
tutti i codici morali possono essere studiate nel campo della
psicopatia.»
[4]
Fin dal 1845
John O’Sullivan aveva impostato la sua sedicente “
dottrina”, pretenziosa e apodittica, la cosiddetta “
Dottrina del Manifest Destiny”, che pretende indottrinare il popolo yankee circa la mitologica missione degli Stati Uniti «
di ampliare il continente assegnatoci dalla Provvidenza per la crescita delle nostre moltitudini, che ogni anno si moltiplicano». Questo dogma fuori da ogni logica, ha trovato acriticamente e supinamente negli
States
innumerevoli fanatici e faziosi sostenitori. Si affanna a darci una
qualche spiegazione la sociologa americana Roberta Coles rilevando che
la tradizione americana del “
destino manifesto” deriverebbe da… “
miti originari della religione americana”: il mito della “
nazione moralmente superiore perché scelta da Dio, col dovere di redimere il continente e forse il mondo”, mito valido come rassicurazione per gli scrupoli e gli eventuali dubbi
quaccheri di qualche pio e ipervirtuoso pacifista. Per
Josiah Strong, preminente imperialista americano, il
“Manifest Destiny” possedeva una destinazione “geopolitica”(sic!):
la creazione di un impero mondiale.
La continuità delle mire belliche espansioniste americane fin dall'epoca della Dottrina del Manifest Destiny è stata la caratteristica dominante della politica estera, nella quale sono confluite altre tre componenti della “dottrina” espansionista americana:
I - la Dottrina del Manifest Destiny: la componente teologica (la conquista, preordinata da Dio e dalla Provvidenza, al fine di compiere il volere dell'Onnipotente) (sic!);
II - la conquista al fine di instaurare la democrazia
(in concreto, però, in regime plutocratico, serve per instaurare la
democrazia come strumento di asservimento inavvertito dei popoli);
III - la Dottrina Monroe (estesa allo spazio vitale): la componente geopolitica;
IV - la Dottrina della Open Door (Porta Aperta) : la componente economica.
Alla fine dell’800 i fondamenti della cosiddetta “
dottrina geopolitica” americana vennero formulati da
Frederick Jackson Turner, da
Brooks Adams e dall'ammiraglio
Alfred T. Mahan; una
profonda convinzione espansionista per le successive generazioni di americani. La sua realizzazione fu avviata da
Theodore Roosevelt, continuata in seguito da
Thomas Woodrow Wilson e portata a conseguenze nefaste dall’ineffabile
Franklin D. Roosevelt, “
to evangelize the world”.
Nel secondo capitolo l’Autore riporta sinteticamente certe razzie di ricchezze materiali, (la cosiddetta
Guerra del Petrolio), ma anche razzie e commercio di persone ridotte in schiavitù e così possiamo apprendere che
la schiavitù fu adottata perfino dagli Inglesi nei riguardi degli Irlandesi ribelli
alle loro inaccettabili imposizioni di abbandonare le proprie terre
ancestrali per emigrare in posti inospitali e improduttivi
dell’Irlanda.
È diffusa l’idea che ebbero fortuna negli Stati Uniti parecchi
inventori, scienziati e cervelli eccellenti in ogni campo, emigrati
specialmente dall’Europa. In particolare l’Autore si è voluto
soffermare sulla vicenda che ha visto il fisico serbo
Nikola Tesla,
inventore del motore elettrico a induzione e di molte altre importanti
intuizioni scientifiche in elettrotecnica, ufficialmente riconosciute,
il quale aveva trovato il modo di assorbire energia elettrica dall’
etere
(la cosiddetta “free energy”) con un’antenna e con un ricevitore a
valvole termoioniche, analogamente a come avviene con le onde radio.
Fece attrezzare una grossa auto con un motore elettrico a induzione che
funzionava con l’elettricità assorbita dall’
etere attraverso
l’antenna e il ricevitore.
Provò per otto giorni, in segreto con l’auto guidata da un suo parente,
venuto apposta dalla Serbia, spingendo l’auto a diverse velocità sulle
strade periferiche e pure in città, per otto giorni. Dopo fece
nascondere l’auto in una rimessa in campagna e non ne parlò con
nessuno. Ma la notizia strabiliante trapelò ugualmente ed egli dovette
rispondere ai giornalisti. Tesla era ospite della Westinghouse
Corporation per studiare nuove tecnologie, ma venne subito bloccato e
gli fu intimato di non parlare più della sua scoperta che avrebbe
intaccato enormi interessi legati allo sfruttamento dell’energia dal
petrolio, dal carbone, dal gas e da altri eventuali sistemi, avrebbe
portato una rivoluzione nella distribuzione dell’elettricità e tanto
altro ancora, che adesso non interessa ipotizzare. La sua scoperta
sarebbe stata straordinariamente utile all’umanità in genere, ma
basterebbe dire che avrebbe tolto ogni valore alle industrie
petrolifere e affini.
Tesla non fu assassinato soltanto
perché capì, da uomo pratico, di non poter affrontare una battaglia
contro lo strapotere dei padroni mondiali dell’energia, padroni dei
governi e dell’economia mondiale. Fu tenuto sotto continua
sorveglianza, sia pure in una prigione dorata in un grande albergo.
Se queste nozioni sono servite per meglio capire l’ambiente e le
caratteristiche dei protagonisti delle azioni che hanno innescato la
prima e preparato anche il seguito nella seconda guerra mondiale, nel
III capitolo Renzo Pellicano entra nell’argomento principale,
affrontando le cause nascoste della prima guerra mondiale.
Dopo aver accennato alla mentalità diffusa tanto nel clan
plutocratico annidato a Wall Street, quanto nelle massonerie, e in
particolare nella
B’nai B’rith, la loggia
massonica riservata agli Ebrei, Renzo Pellicano ci ha informato della
fanatica convinzione del popolo statunitense di essere stato scelto dal
Creatore dell’universo per evangelizzare e redimere il mondo, a
cominciare dall’Europa tradizionalista, con gli imperi centrali e
l’impero cristiano feudale dello Zar.
L’attivismo delle massonerie restò sul piano accademico, mentre i
plutocrati della Consorteria del Grosso Capitale Transnazionale
sostenevano finanziariamente i fuoriusciti antitradizionalisti emigrati
in America e i politici europei decisi a combattere le mire egemoniche
degli imperi centrali. Furono fomentate rivoluzioni e moti in Europa
nell’Ottocento,
La
Gran Bretagna, nella sua tradizionale politica, si era sempre opposta, nei secoli,
all’emergere di una potenza europea
capace di aggregarne altre in un corpo organico tale da costituire una
minaccia per la supremazia dell’Impero Britannico; quindi fu facile
farla schierare contro il Kaiser.
I plutocrati di Wall Street complottavano piuttosto copertamente, ma
hanno lasciato alcune tracce. L’Inghilterra era spinta nell’orbita
“atlantista” per
la comunanza di lingua fra Inghilterra e
America, concordavano i banchieri di affari di Wall Street che usavano
le matrici religiose parzialmente convergenti nei popoli
anglo-sassoni, e la forza della Società di Rhodes e Milner che sognava
un ritorno dell’America nella “gran Madre fabianista” [6],
aggiungendovi le concordi pretese del British Israelism. Ma i
banchieri agivano soprattutto potentemente per la pressione dei grossi
capitali senza patria, che da Wall Street dominavano il governo degli
USA e le massonerie e che dalla City di Londra si diramavano in America a
costruire il mito dell’Occidente.
Si deve ricordare anche che il
Kaiser Guglielmo II von Hohenzollern aveva proposto a suo cugino lo
Zar di tutte le Russie Nicola II
l’instaurazione di un mercato europeo che potesse difendere gli Europei
dall’invadenza americana. I plutocrati di Wall Street, si allarmarono,
prevedendo la concorrenza di
un secondo polo capitalistico in Europa,
che avrebbe potuto costituirsi attorno al Kaiser e allo Zar, una volta
che avessero superato le questioni che li dividevano. La Germania aveva
le industrie e l’impero russo aveva la complementare ricchezza delle
materie prime. I plutocrati di Wall Street mobilitarono tutte le loro
forze massoniche e diplomatiche senza riuscire ad ottenere il risultato
proposto, che fu ottenuto però per la
decisiva necessità di un rifinanziamento dei Rothschild [7], e lo Zar lasciò cadere la proposta del Kaiser.
Certo la geopolitica russa che tendeva all’espansione verso gli slavi
dell’ovest e in particolare verso i Balcani per giungere al
Mediterraneo (Panslavismo), entrava in collisione con la geopolitica
tedesca che tendeva all’espansione verso est. Tuttavia, guardando oltre
i confini nazionali, la geopolitica planetaria avrebbe dovuto produrre
la contrapposizione delle potenze marittime alle potenze terrestri
continentali, ossia la contrapposizione tra “
atlantisti” (Stati Uniti e Gran Bretagna) ed “
eurasisti” (Potenze del continente Eurasia: Imperi centrali, Russia, Giappone
[8].
Ben vedeva quindi Guglielmo II von Hohenzollern, Kaiser di Germania e
re di Prussia, nel proporre un‘alleanza commerciale alla Russia,
un’alleanza che si inquadrava correttamente nella geopolitica
continentale che avrebbe dovuto informare la contrapposizione in atto
[9].
Dal punto di vista inglese il politologo
Harold Mackinder(1861-1947). massimo teorico della geopolitica, raccomandava
di impedire un'alleanza eurasiatica, e soprattutto l'alleanza di Russia - Germania – Giappone.
L’Inghilterra inoltre, era attirata nell’orbita “atlantista” per
la
comunanza di lingua fra Inghilterra e America, per le matrici
religiose parzialmente convergenti, e per la forza della Società di
Rhodes e Milner che sognava un ritorno dell’America nella “gran Madre fabianista” [10],
e per le concordi pretese del British Israelism. Ancora più
potentemente per la pressione dei grossi capitali senza patria, che
dalla City di Londra si diramavano in America a costruire il mito dell’Occidente.
Il Sistema Bancario trasnazionale agiva in simbiosi con le
industrie di guerra (acciaierie, chimica, munizioni, aerei) formando l'efficiente struttura finanziaria-industriale, chiamata anche "
Conglomerate" o "
Corporate[11] Banking",
ovviamente piuttosto incline a influenzare le diplomazie
internazionali affinché le latenti ostilità si trasformassero in guerra
aperta.
In Europa
, già dal 1913, Gran Bretagna
[12] Francia e Russia, istigate e
incoraggiate da diplomatici statunitensi, sempre pilotati. senza troppo apparire, dall’
International Banking Fraternity, confermati e sospinti con organica complicità, dalla
massoneria e da
eminenze grigie della
Pilgrim’s Society [13], ma soprattutto da politici massoni asserviti, si erano accordate segretamente su di un dettagliato progetto di
distruzione e smembramento politico ed economico della potenza tedesca,
che sembrava minacciare i loro interessi. Con la guerra esse si
proponevano vantaggi territoriali per se stesse e il maggior danno
possibile al “
nemico”.
La
Francia, rancorosa e revanscista per la sconfitta di Sedan
[14], e la
Russia panslavista si distinguevano per la
voracità delle loro pretese,
quanto per la pochezza di ciò che erano disposte a concedere agli
alleati minori. E tra questi si inseriva, entrando in guerra nel 1915,
l’Italia, che si aspettava un “
parecchio”, concesso con riserva mentale, che poi si ridusse ad un “
po’ poco” giacché le
ripartizioni erano già state fatte fin dal 1913!
D’altro canto la Germania di
Guglielmo II von Hohenzollern,
continuando il moto di accelerato sviluppo unitario, cominciato nel
cuore dell’Europa, aveva preso a sollevare, (parallelamente e in
istintiva risposta alle pretese dell’America), la rivendicazione del
diritto ad avere
un popolo unito e indipendente; era questo l’ideale profondamente sentito del Pangermanesimo, tendente all’assorbimento dei
tedeschi dell’Austria, dell’Olanda, del Belgio fiammingo, dei Sudeti, nel contesto europeo di milioni di
Volksdeutschens,
i tedeschi emigrati da secoli in Ungheria, Romania, Paesi slavi e, in
particolare, in Russia. Perciò cominciò a preparare un’adeguata potenza
militare.
Parallelamente negli
Stati Uniti d’America montava
l’imperialismo mascherato da libera espansione commerciale, ma
supportato fanaticamente da una maniaca fede messianica nella missione
che “
Il Creatore dell’Universo” avrebbe riservato al popolo americano “
di moralizzare il mondo”.
Ne conseguiva che per farlo avrebbe dovuto asservirlo! Supportava tali
pretese la scuola geopolitica americana con la teoria avanzata
dall’ammiraglio
Alfred Mahan che trovava somiglianze tra l’Inghilterra e gli Stati Uniti. Nel 1897 esponeva in ‘
The Interest of America in Sea Power’ [14] (
L’interesse dell’America nel potere marittimo)
la dottrina che doveva guidare l’azione del suo paese, se anch’esso
voleva innalzarsi al rango di potenza mondiale. Questa teoria si
articolava in più punti: collaborazione con la potenza navale inglese,
opposizione alle pretese tedesche sui mari, vigilanza di fronte alla
prevedibile espansione giapponese nel Pacifico, infine, difesa
coordinata, tra europei e americani contro i popoli asiatici.
Oltre agli espliciti propositi espressi nel 1897 dal senatore repubblicano dell'Indiana
Albert J. Beveridge : «
Le
fabbriche americane producono più di quanto serve al popolo americano;
il suolo degli Stati Uniti produce più di quanto esso può consumare.
Il corso della nostra politica è quindi fissato; il commercio mondiale dev'essere, e sarà nostro».
Per raggiungere gli obbiettivi mondialisti era necessario il dominio dei mari
[16]. Gli
States si inserivano così, perfettamente nel quadro planetario geopolitico “
atlantista”.
Indagando le cause nascoste della prima (e anche della seconda)
guerra mondiale, Pellicano oltre a raccontarci le riunioni segrete di
magnati della cosiddetta “
alta Finanza” per complottare la
guerra in Europa, ci documenta che anche la preparazione e la regia
dell’assassinio del principe ereditario austriaco, che erano state
organizzate dalla setta terrorista segreta della “
Mano Nera”.Questa era una filiazione massonica guidata dal colonnello serbo Dragutin Dimitrievich, nata negli Usa
tra immigrati serbi, sostenuta e pilotata a Chicago da finanziatori americani occulti, la cui attività clandestina, però. ci è stata svelata nel suo diario dal fantomatico “
colonnello” House, eminenza grigia israelita, implicato anche in tanti successivi complotti. La Mano Nera, dunque, pianificò il
casus belli, l’assassinio del Principe ereditario dell’Impero austroungarico,
l’arciduca Francesco Ferdinando d’Austria e armò l’attentatore
Gavrilo Princip e diversi altri. Pellicano ci documenta che dopo l’arresto di Princip e di un suo complice,
l’Impero austroungarico chiese alla Serbia di assumersi le proprie responsabilità per l’attentato ed, avendo questa negato ogni addebito,
l’Impero austroungarico dichiarò guerra alla Serbia.
L’Impero russo, frattanto, che si considerava
protettore dei popoli slavi nei Balcani,
mobilitò le sue truppe alla frontiera con l’Impero austroungarico, ma
l’interessato guerrafondaio, massone di alto grado, ministro della Guerra russo Grigorij Jakovlevič Sokol'nikov, senza averne neppure parlato con lo Zar,
diede l’ordine di mobilitazione delle truppe anche alla
frontiera con la Germania, allargando così la guerra localizzata tra
Austria e Serbia anche alla Germania; ne restò coinvolta l’Europa
intera e fu la prima guerra mondiale. I plutocrati della Consorteria di Wall Sreet e della City riuscirono a tenere separati e nemici lo
Zar e il
Kaiser,
evitando così la costituzione di un polo industriale europeo
intimamente collegato con le enormi disponibilità di materie prime
dell’impero dello Zar, ma, essendosi, poi,
lo Zar rifiutato di lasciarsi asservire dai banchieri “d’assalto” di Wall Street, e
della City di Londra,
(sia pure rinunziando soltanto alla sovranità monetaria per delegarla
ad una Banca Centrale privata, (come avevano già ottenuto i banchieri
d’affari in molti altri Stati), questi banchieri di Wal Street e della
City si risolsero a finanziare la Rivoluzione d’Ottobre per arrivare
ugualmente a conquistare le ricchezze del sottosuolo dell’impero russo,
come infatti nel tempo è avvenuto. Si voleva ottenere una nuova classe dirigente nella quale sarebbe stato più facile, per loro, inserire una
nomenklatura infiltrata da parecchi elementi
massoni, ebrei, socialisti e “comunisti” a libro paga dei banchieri di Wall Street. Anche se, invece,
le
cause immediate esposte per giustificare i finanziamenti sono servite a
mascherare di ragioni ideali i loro prestiti (che, oltre tutto, sono
risultati poi anche pagati con i dovuti interessi, oltre a
consentire la
continuazione di rapporti di affari privilegiati). Il testo indagatore di “
Guerra all’Europa”
ci documenta particolareggiatamente la partecipazione dei banchieri e
le loro mascherature ideologiche, arrivando a trovare delle espressioni
socialistiche nella Bibbia, e ci riferisce ancora che ci furono
perfino banchieri che non esitarono a indossare i panni di “
bolscevichi americani", come
furono chiamati, pur senza nulla togliere alle loro attività di
affari; e quando capitò vestirono i loro finanziamenti anche della
sete di vendetta per i
pogrom che ancora avvenivano in Russia.
Ma, per la verità, tutto ciò finì per ribaltare la situazione
economica e già con la prima guerra mondiale i capitalisti di affari
transnazionali stavano ottenendo quel che più li interessava: oltre al
disfacimento degli imperi centrali d’Europa e la
dissoluzione della società feudale terriera nell’Impero zarista, perfino una certa qual
riduzione dell’Impero inglese: un notevole passo in favore del
capitalismo mondialista. Tuttavia
il colpo di mano più ambito e producente per la Cupola del grosso capitale di affari,
fu la conquista economica che capovolse i rapporti con la vecchia Europa, divenuta
irreparabilmente debitrice di
Wall Street e
dell’economia americana e
quindi rimasta ricattata e assoggettata anche politicamente, come è avvenuto in particolare per la Gran Bretagna.
Nel 1939 infatti Lord Halifax, ministro degli Esteri, si giustificava dichiarando che Roosevelt e gli Stati Uniti
sarebbero divenuti ostili verso la Gran Bretagna, se essa non fosse scesa in guerra
[17]
Secondo quanto scrive
Jacques Bordiot, le prime tappe per l’instaurazione di un Governo Mondiale sono da ricercare nell’elezione a presidente degli Stati Uniti di
Thomas Woodrow Wilson nel novembre del 1912, «
con una manovra di finanzieri internazionali, condotti dalla Banca J. P. Morgan, principale sostegno del Gruppo della Round Table americano e agente negli “States” dei Rothschild di Londra».
[18]
Jacques Bordiot ha citato anche la testimonianza del colonnello americano Curtis B, Dall,
[19] amico di
Bernard M. Baruch, finanziere israelita, altra
eminenza grigia,
consigliere economico di sei presidenti americani, membro di società
segrete di grado superiore come la “Pilgrim’s Society” e il “Council on
Foreign Relations”(
CFR). Baruch gli confidò di essere stato proprio lui ad andare a prendere
Thomas W. Wilson, per accompagnarlo a conferire con i finanzieri di
Wall Street. Wilson si impegnò a sostenere , oltre
l’entrata in guerra degli Usa, la legge istitutiva della Banca Centrale privata, chiamata col nome fuorviante “
Federal Reserve Sistem”,
oltre l’elezione di senatori ecc. I plutocrati di Wall Street
spesero milioni di dollari per la campagna elettorale di Thomas Woodrow
Wilson, che venne poi
affidato anche alla sorveglianza dell’eminenza grigia, longa manus dei plutocrati di Wall Steet sedicente “colonnello” Edward Mandell House, [20] affiliato alla società segreta
Illuminatista dei “Masters of Wisdom”, (
Maestri della Saggezza).
Edward Mandell House partecipò a molte manovre segrete che sfociarono nella prima e poi a,che nella seconda guerra mondiale.
Confermano queste pulsioni alla guerra anche le risultanze di un
convegno segreto di banchieri e politici di vertice, riuniti
paradossalmente, e con strafottente senso di humor, proprio nella “
Fondazione Carnegie per la pace” per fomentare invece la guerra, già anni prima del 1914. Cfr. articolo di M. William P. Hoar intitolato: “
World War I”. sull’accreditata rivista “
American Opinion”,
del 1976, in base a documenti originali scoperti nel 1950. Da molti
indizi traspare che ci potrebbero essere state parecchie altre riunioni
segrete tra banchieri, industriali e politici delle quali non si è
potuta rintracciare ancora una documentazione specifica, ma sappiamo
comunque che i banchieri di affari di Wall Street e della City non
trascurarono occasione per fomentare la guerra specialmente in Europa.
Pellicano ci ha raccontato dettagliatamente nel suo libro anche un altro convegno segreto ad alto livello nell’isola di
Jekyll, in cui fu complottata la realizzazione della Banca Centrale degli Stati Uniti, che venne chiamata col termine fuorviante “
Federal Reserve”, convegno in cui fu discussa e progettata in alcuni dettagli,
anche la conflagrazione della prima guerra mondiale, già decisa.
Indagando le cause nascoste della prima (e poi anche della seconda)
guerra mondiale. Pellicano oltre a raccontare le riunioni segrete di
magnati della cosiddetta “
alta Finanza” per complottare la
guerra in Europa, ci documenta che finanche la preparazione e la regia
dell’assassinio del principe ereditario austriaco erano state
organizzate negli Usa dalla setta terrorista segreta della “
Mano Nera” che era una filiazione massonica guidata dal colonnello serbo
Dragutin Dimitrievich, questa setta nata negli
Usa tra
immigrati serbi, era sostenuta e pilotata a Chicago da
finanziatori americani occulti, ce ne parla nel suo diario intimo il fantomatico “
colonnello” House,
eminenza grigia israelita, implicato anche in tanti successivi complotti. La
Mano Nera pianificò il
casus belli,della Prima Guerra Mondiale
, l’assassinio del Principe ereditario dell’Impero austroungarico,
arciduca Francesco Ferdinando d’Austria e armò l’attentatore
Gavrilo Princip e
diversi altri, Pellicano ci documenta che dopo l’arresto di Princip e
di un suo complice, l’Impero austroungarico chiese alla Serbia di
assumersi le proprie responsabilità per l’attentato, ed avendo questa
negato ogni addebito,
l’Impero austroungarico dichiarò guerra alla Serbia. L’Impero russo, che si considerava
protettore dei popoli slavi nei Balcani,
mobilitò le sue truppe alla frontiera con l’Impero austroungarico, ma
l’interessato, amico dei banchieri di Wall Street, guerrafondaio, ministro della Guerra russo Grigorij Jakovlevič Sokol'nikov, senza averne
neppure parlato con lo Zar, diede
l’ordine
di mobilitazione delle truppe anche alla frontiera con la Germania,
allargando così la guerra localizzata tra Austria e Serbia anche alla
Germania; ne restò coinvolta l’Europa intera
e fu la prima guerra mondiale.
I plutocrati della Consorteria di Wall Sreet e della City riuscirono a
tenere separati e nemici lo Zar e il Kaiser, evitando così la
costituzione di un
polo industriale europeo, intimamente collegato con le enormi disponibilità di materie prime dell’impero dello Zar; ma, essendosi, poi,
lo Zar rifiutato di lasciarsi asservire dai banchieri “
d’assalto” di Wall Street, e della City di Londra, (sia pure rinunziando soltanto alla
sovranità monetaria per delegarla ad una Banca Centrale privata, (come avevano già ottenuto i banchieri d’affari in molti altri Stati), questi estroversi banchieri si risolsero a
finanziare la Rivoluzione d’Ottobre per arrivare ugualmente a
conquistare le ricchezze minerarie dell’impero russo,
come infatti nel tempo è avvenuto. Si voleva ottenere una nuova classe
dirigente nella quale sarebbe stato più facile, per loro,
inserire una nomenklatura infiltrata da parecchi
elementi massoni, ebrei, socialisti e “comunisti”
a libro paga dei banchieri di Wall Street.
Anche se. invece, le cause immediate esposte per giustificare i
finanziamenti sono servite a mascherare di ragioni ideali i loro
prestiti (che, oltre tutto, sono risultati poi anche pagati con i
dovuti interessi, oltre a
consentire la continuazione di rapporti di affari privilegiati).
Il testo di questo esclusivo volume ci documenta
particolareggiatamente la partecipazione dei banchieri e le loro
mascherature ideologiche, arrivando a trovare delle
espressioni socialistiche nella Bibbia e ci furono perfino banchieri che non esitarono a indossare i panni di “
bolscevichi americani", come
furono chiamati, pur senza nulla togliere alle loro attività di
affari; e quando capitò vestirono i loro finanziamenti anche della
sete di vendetta per i
pogrom che ancora avvenivano in Russia. Ma, per la verità, quel che più concretamente avvenne, già
con
la prima guerra mondiale i capitalisti di affari transnazionali
stavano ottenendo, oltre il disfacimento degli imperi centrali d’Europa e
la dissoluzione della società feudale terriera nell’Impero zarista,
perfino la riduzione dell’Impero inglese: un notevole passo
in favore del capitalismo mondialista. Tuttavia il risultato più ambito e producente per la Cupola del grosso captale di affari, fu la conquista economica che
capovolse i rapporti con la vecchia Europa, divenuta irreparabilmente debitrice di Wall Street e dell’economia americana.
Al finanziamento dei rivoluzionari parteciparono i più potenti finanzieri ebrei: i
Warburg, i
Gunzburg, gli
Schiff[21] e i
Kahn, i
Rockefeller, ma anche
Max Breitung,
Jerome H. Hanauer, il banchiere svedese
Olof Aschberg e i
Gugenheim;
[22] tutti membri della
B’nai B’rith.
In questo suggestivo libro rivelatore di tanti fatti e misfatti
nascosti, di tante avventure, di tante occulte regie, in realtà vengono
indagati anche i retroscena dell’entrata in guerra degli
Stati
Uniti, che attesero bene che le nazioni europee si rovinassero e si
massacrassero senza sosta in un conflitto annientatore, per intervenire al tavolo della pace soltanto
a cose fatte, con la loro potenza militare ed economica fresche e intatte, anzi
moltiplicate.
Il loro intervento fu valutato non ulteriormente procrastinabile anche
per evitare il pericolo della impossibilità di restituzione dei
prestiti di guerra ottenuti dai belligeranti più disastrati.
Un particolare non deve essere trascurato e invece
dobbiamo valutarlo con estrema attenzione, il fatto che
i sionisti pretesero dalla Gran Bretagna in difficoltà,
di far entrare gli Stati Uniti in guerra in aiuto dell’Inghilterra soltanto se quella
avesse promesso la Palestina per far rinascere nel dopoguerra un “
focolare nazionale ebraico”; e la Gran Bretagna promise la Palestina con la “
Dichiarazione Balfour”. Noi oggi possiamo facilmente riconoscere, col senno del poi,
la Palestina come uno dei punti nevralgici più armati per la valutazione storica di questa vicenda.
La Gran Bretagna, quando era intervenuta in guerra, proclamando di farlo disinteressatamente, soltanto per difendere il ”
poor Belgium”, aveva costituito
un rigoroso blocco navale,
inserendovi non solo armi e munizioni, ma anche tutte le altre merci,
di cui, le convenzioni internazionali permettevano invece ai
belligeranti l’importazione; la strategia del blocco navale subì nel
1911 un radicale inasprimento, voluto dal venerabile (?) massone e
Primo Lord dell'Ammiragliato
Winston Churchill.
Pertanto il criminale blocco navale, ottenne di ridurre alla fame gli
imperi centrali, causando milioni di morti tra la popolazione civile
per fame e per malattie causate dagli stenti, specialmente vecchi,
bambini e donne. All'illegalità del blocco, il Reich rispose con la «
guerra da corsa»,
condotta nel rispetto delle norme internazionali, col fine di
ostacolare l'approvvigionamento dell'Inghilterra. Ma la minaccia dei
sommergibili tedeschi, tanto efficace da ridurre dell’ottanta per cento
l’attività della navigazione intorno alle isole inglesi, era condotta
da una ben modesta flottiglia di non più di una ventina di
U-Boote. Inoltre
il numero dei battelli in missione contemporanea si riduceva spesso a
sole due unità, per i tempi di avvicinamento dalle basi di partenza e
per i tempi di riparazioni, manutenzione e allestimento.
Tuttavia la propaganda dell’Intesa era ovviamente univoca e manichea. I Tedeschi erano “
gli Unni”, la loro guerra era
barbara e la lotta dell’Intesa era
la Crociata della “Libertà contro la barbarie teutonica”.
Grande scalpore sollevò, poi, nel
maggio 1915, l’affondamento del transatlantico
Lusitania,
che stava collegando New York con l’Inghilterra con un grosso carico
di munizioni che esplosero pochi minuti dopo il siluramento, aprendo
enormi falle all’acqua. La nave aveva imbarcato passeggeri anche
americani. l.a tragedia conseguente fu
pompata dai giornali e
dalla radio; fu anche affisso un suggestionante manifesto che
raffigurava una madre fra le onde che sollevava disperatamente il suo
bambino piangente. La propaganda dilagò sui media neutrali e
dell’Intesa, che speravano di strumentalizzarla per farne un
casus belli
onde ottenere l’entrata in guerra degli Usa. Se ne fa ancora un gran
parlare da certi storici che hanno dimenticato che il transatlantico
Lusitania, non solo era carico di munizioni, ma era anche armato con un
cannone da 152 millimetri, capace di affondare al primo colpo qualsiasi
sommergibile, per cui doveva essere considerato una nave da guerra
ausiliaria. Addirittura se ne fece una
false flag, per
l’entrata in guerra degli Usa; ma Wall Street ritenne che i
belligeranti europei non si fossero ancora sufficientemente straziati e
collassati. D’altra parte le forniture di armi, munizioni aerei e
altri generi, vettovaglie, alimenti ecc. costituivano fortissimi
guadagni e generavano anche l’urgenza della concessione di altrettanto
forti prestiti, largamente concessi dalle usuraie banche di affari
statunitensi dietro forti interessi. Ma, tant’è
lo scalpore gonfiato all’epoca dura ancora al punto che qualche “
storico”
distratto è convinto ancora oggi, che gli Stati Uniti siano entrati in
guerra per l’indignazione provocata dall’affondamento del Lusitania.
Fino a che punto fosse giunto l’incancrenimento dell’odio, lo
dimostra il brano di questa lettera scritta all'amico Ezra Pound, nel
maggio 1915, dall'inglese Henry Gardier-Brzeska: “
Avevamo una
decina di prigionieri, quando abbiamo saputo dell'affondamento del
Lusitania; dopo una decina di minuti di discussione con i
sottufficiali, li abbiamo ammazzati col calcio dei fucili. Alcuni
soldati tedeschi che si erano arresi, strisciavano sulle ginocchia.
Tenevano in mano, sopra le teste, fotografie di una donna o di un
bambino. Ma li abbiamo uccisi tutti.”
Si attese quindi il momento “
opportuno”, ma si dovette resistere ancora esasperatamente finché due anni dopo, il 19 marzo, fu affondato un altro transatlantico, il
Vigilantia,
con tutto il suo equipaggio. Nessuno riuscì a salvarsi per le enormi
falle aperte dallo scoppio delle munzioni imbarcate; non fu difficile
allora per il Presidente Wilson ottenere l'approvazione da parte del
Congresso per una partecipazione diretta nel conflitto. Era il
2 aprile del 1917.
Renzo Pellicano ci relaziona ancora sui particolari romanzeschi del viaggio di
Lev Trotskij sulla nave finlandese “
Cristiania Fjord”
con altri 275 compagni rivoluzionari di vertice e con molto cospicui
finanziamenti, oltre ad esponenti del mondo industriale americano (di
cui è stata nascosta l’attività preliminare a rapine di sconfinati beni
del sottosuolo, avvenute in seguito, negli anni 1990, in Russia).
Trotskij & C. raggiunsero appunto in Russia
Lenin, il quale era già arrivato per via terra, attraversando incredibilmente perfino la linea del fuoco nel famoso “
vagone piombato”.
Si ricordi sempre quanto ci ha spiegato nel cap. I
Nicholas Murray Butler e cioè che: «
Il
mondo si divide in tre categorie di persone: un piccolissimo numero
che fanno produrre gli avvenimenti; un gruppo un po’ più importante che
veglia alla loro esecuzione e assiste.
al loro compimento, e infine una vasta maggioranza che giammai saprà ciò che in realtà è accaduto».
Il Presidente
Thomas W. Wilson una volta
insediatosi al tavolo della pace, a Versailles, a pontificare con
l’ottusa o forse corrotta, anzi ricattata e comunque collusa,
collaborazione dei due premier: inglese,
David Lloyd George e francese,
George Clemenceau , assistito dai suoi
centodiciassette consiglieri,
[23] capeggiati da
Bernard Baruch
(più del novanta per cento erano banchieri ebrei), inventò tanti stati
artificiali, senza storia, come ripetiamo, esasperò incredibilmente
nazionalismi e particolarismi, cinicamente spaccò l’Europa per lasciare
incolmabili fossi di odio esasperato tra i popoli, a garanzia della
prossima conflagrazione di una seconda guerra mondiale
per completare la distruzione dell’Europa e delle Nazioni iniziata con la prima.
Si deve anche tener conto di chi potesse giovarsi di un prolungamento
nel tempo del conflitto sospeso e della conseguente ulteriore
prostrazione delle nazioni europee di entrambe le alleanze. Oltre tutto
una
strategia che creò anche una potenza nemica dell’Europa ad est
per il prosieguo delle operazioni di sfaldamento e consunzione
dell’Europa nella seconda fase, cioè nella seconda guerra mondiale. La
mancanza di proteste delle nazioni dell’Intesa dimostra
l’unicità del comando
nella guerra dell’Intesa al contrario di quanto è avvenuto nel campo
avverso, in cui gli imperi centrali non riuscirono a mantenere un’unità
strategica e tattica dei propri alleati al di sopra dei loro interessi
particolari.
Dopo Versailles, la Germania, devastata dalla guerra, schiacciata da
un debito di guerra ingente, senza più riserve auree, senza più una
flotta militare, con la flotta mercantile ridotta alle sole navi di
piccolo tonnellaggio, senza locomotive e senza le migliori vetture
ferroviarie, con un esercito limitato a soli centomila uomini, senza
cannoni e senza carri armati, annichilita da oltre sette milioni di
disoccupati, distrutta economicamente per industrie in rovina, fallite o
chiuse e importazioni inesistenti, non avrebbe mai potuto risorgere
senza un aiuto finanziario adeguato al disastro del
Dictat.
Per riaccendere la guerra disgregatrice in quest’Europa, pure
smembrata, e scissa a Versailles (ma era ancora un’Europa che resisteva
al completo asservimento, legata alle sue secolari tradizioni, alla
sua orgogliosa identità, alla sua storia millenaria), si doveva ridare
alla Germania annientata economicamente, la possibilità di riprendere
le armi, secondo il programma già deciso. Fu messo quindi in atto un
piano luciferino, finanziando e favorendo il riarmo della Germania,
affinché questa
potesse fungere da detonatore nella situazione instabile e potenzialmente esplosiva -
creata da Wilson e dai suoi funesti “
consiglieri-
banchieri”, a Versailles -
onde poter giustificare poi le strumentali e ipocrite ”reazioni” delle demoplutocrazie occidentali
e della precostituita e ben assecondata
Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche (URSS) ad Est.
Dunque
il rilancio economico della Germania venne reso possibile da un massiccio afflusso di capitali, [24] ovviamente dell’
International Banking Fraternity,
già molto prima della scalata al potere dei nazionalsocialisti. Il considerevole afflusso di capitali fu facilitato a seguito di un'abile svalutazione del marco
[25].
Nel peiodo 1924 - 26 Wall Street e la City di Londra, vale a dire: la
National City Bank, la Chase Manhattan Bank, la Morgan Bank, la Kuhn
& Loeb Bank, la Standard Oil dei Rockefeller, la General Motors e
Paul Warburg trasferirono all’economia tedesca 975 milioni di
dollari, dei quali 170 destinati alla creazione di tre grandi
cartelli: Vereinigte Stahlwerke (acciaio), IG-Farben (chimica),
guidata dalla potente famiglia ebraica dei Warburg, AEG (settore
elettrico).
I banchieri della Morgan Bank e il direttore della Banca
d'Inghilterra Montagu Norman fin dal 1924 avevano, infatti, escogitato
il “
Piano Dawes” (Charles G. Dawes, 1924), assieme al
Piano Young che permise la stabilizzazione dell’economia tedesca, favorendo l’afflusso di capitali stranieri in Germania, Il
Piano Young (Owen D. Young)
[26] sostituì il 7 giugno 1929 il
Piano Dawes offrendo soluzioni meno pesanti, con la suddivisione dei versamenti a pagamento dei prestiti in 59 anni.
Il libro dello storico
Antony Cyril Sutton:
Wall Street and the rise of Hitler, [27]
documenta chiaramente la storia segreta dell'espansione rivoluzionaria
nel ‘900. Nella prima parte del suo volume l’Autore dimostra che
l'ascesa del nazionalsocialismo, e pure il suo enorme sforzo bellico,
sono stati consentiti
dall'assistenza economica e tecnologica offerta fin dagli anni Venti da
Wall Street alla Repubblica di Weimar.
Antony C. Sutton, ha evidenziato che i negoziati per la "
ricostruzione"
videro al tavolo delle trattative da una parte banchieri come Charles
Dawes e Owen Young, notori esponenti dell'Establishment
supercapitalista, dall'altra il presidente della Reichsbank
Hjalmar Horace Greeley Schacht, anche lui legato all'Establishrnent da vincoli familiari.
[28]
Potrebbe sembrare paradossale che se ne sia occupata proprio la
Cupola del grosso Capitale Transnazionale, la quale intervenne già fin
dai primissimi anni Venti con forti aiuti economici alla Germania di
Weimar. Nel contempo, completando la strategia decisa, i tre principali
cartelli industriali di Weimar e cioè
Vereinigte Stahlwerke (
carbone e acciaio),
AEG e Osram (
elettricità) e pure
IG Farben (
chimica), furono tutti e tre finanziati compiutamente da
Wall Street. Lo storico
Antony Cyril Sutton nel suo libro
Wall Street and the rise of Hitler, [29] documenta chiaramente la storia segreta dell'espansione rivoluzionaria nel ‘900. Nella prima parte del suo volume
Sutton dimostra che l'ascesa del nazionalsocialismo, e pure il suo enorme sforzo bellico sono stati consentiti dall'a
ssistenza
economica e tecnologica offerta
fin dagli anni Venti da Wall Street alla Repubblica di Weimar, e che
tanti aiuti alla Germania erano prestati unicamente per il secondo fine di metterla in condizioni di “
aprire le operazioni belliche in Europa”. E perché ciò potesse avvenire, come vedremo in seguito, ci fu prima anche la politica di “
appeasement”,
che lasciava mano libera in Europa a Hitler per le sue rivendicazioni
nazionali, in modo che lo stesso si sentisse incoraggiato e quasi
spronato ad agire con la forza. Contemporaneamente l
’URSS di
Stalin aveva fin dai tempi della Repubblica di Weimar costantemente
attuato una strategia di collaborazione politica e commerciale,
fornendo alla Germania tutti gli aiuti, che neanche la simpatizzante
Italia avrebbe dato. Pellicano ci ha documentato che l’URSS, unico
Stato nemico a farlo, aveva rinunziato a chiedere le riparazioni di
guerra, passando poi per il patto di Rapallo e per una sempre più
stretta ed efficace collaborazione economica e commerciale, fornendo
pure alle risorgenti forze armate tedesche la p
ossibilità di riarmarsi e di esercitarsi in territorio sovietico, per sfuggire alle ispezioni delle Commissioni di controllo alleate. Il dittatore comunista si spinse fino all’”
assurdo” di comandare al partito comunista tedesco di
appoggiare i nazionalsocialisti nelle elezioni del 1933;
Stalin aveva già scelto di fare di Hitler la sua “
nave rompighiaccio”,
[30]
cioè si aspettava che la Germania nazionalsocialista, conquistando
l’Europa, avesse messo in ginocchio Francia e Gran Bretagna, onde
aprirle alle rivoluzioni comuniste; vedremo in seguito come favorì la
Germania in guerra. Era, dunque, un piano concordante con quello dei
plutocrati d’America per la distruzione dell’Europa. Non concordava,
ovviamente, nel fine ultimo delle progettate rivoluzioni comuniste.
Pertanto gli stessi
banksters hanno usato Stalin per il
raggiungimento del loro scopi, ben attenti a non consentirgli la
realizzazione delle rivoluzioni comuniste..
Si dice che poi decisero di appoggiare il partito nazionalsocialista
e Hitler, in una riunione segreta di banchieri, Comunque sia,
Pellicano assicura che Pierre Faillant de Villemarest ha documentato
che i nazionalsocialisti abbiano ricevuto dai Banchieri d’affari
americani complessivamente in quattro anni, cioè dal 1929 al 1932,
trentadue milioni di dollari; infatti nei piani dei
Banchieri di affari di
Wall Street e della
City di Londra, la Germania doveva rinascere per poter essere strumentalizzata ad usare la forza per recuperare i
Volksuddeutsken,
i tedeschi etnici irredenti, perseguitati in Polonia. Una cinica
strategia preordinata nei dettagli anche nelle vicende precedenti, il
cosiddetto “
appeasement” durante il quale gli
“Alleati” furono indirizzati dal vertice unico plutocratico a
consentire a Hitler di liberare e incorporare nel Terzo Reich i
Tedeschi etnici: Austriaci, Sudeti, e rioccupare la Renania, che era
stata smilitarizzata, oltre ad occupare anche l’intera Cecoslovacchia
per farne due protettorati.
L’appeasement quindi fu una
manovra, durata sette anni per ottenere che Hitler potesse sentirsi più
sicuro della comprensione amichevole delle demoplutocrazie
occidentali.
Intanto
Mussolini si era proposto decisamente di
forgiare il carattere degli italiani, come aveva affermato nel discorso del 28 ottobre 1926 «
Creeremo l’“italiano nuovo”» e continuava a ribadirlo nel 1933, quando scriveva:
«Oggi noi seppelliamo il liberismo economico. Noi abbiamo respinto la teoria dell’uomo economico, la teoria liberale, e ci siamo inalberati tutte le volte che abbiamo sentito dire che il lavoro è una merce.
L’uomo economico non esiste, esiste l’Uomo integrale che è politico, che è economico, che è religioso che è guerriero» [31]. Il fascismo partiva quindi dalla
rieducazione del popolo, attraverso una attenta e
ben studiata propaganda, usando anche strumenti efficaci come la
radio, il
teatro di massa [32], e più tardi, anche
il cinema e in particolare, rivolgendosi ai giovani. le cui coscienze più facilmente potevano accogliere le impronte delle nuove idee.
Enzo Erra ha scritto che il fascismo è azione e che «
propugnava l’intervento [d
ell’individuo]
nella vita e nella storia […]
». De Felice ha restituito alla loro concreta «realtà storica gli sforzi compiuti dal regime fascista per trasformare l’italiano in un “uomo nuovo”
».
[33]
Ha riconosciuto, infatti,
Renzo De Felice: «
Il fascismo è un fenomeno rivoluzionario[…]
che tende alla mobilitazione delle masse e alla creazione di un nuovo tipo di uomo»
[34]. E più avanti: «
Un altro elemento rivoluzionario è che il fascismo italiano[…]
si pone un compito, quello di trasformare la società e l’individuo in una direzione che non era mai stata sperimentata né realizzata»
[35]. Concorda
Pierre Milza (eminente storico francese, comunista): «
con la
campagna antiborghese si voleva sostituire all’individuo decadente prodotto dalla cultura borghese un ”uomo nuovo” dinamico,
virile, deciso, efficace, pronto a qualunque sacrificio, indurito da
un’educazione spartana e dagli effetti sublimati del rigore autarchico»
[36]. Su un binario parallelo, nel 1930
Niccolò Giani aveva fondato nell’università di Milano la “
Scuola di Mistica Fascista” (SMF) che ebbe tra i seguaci e i docenti intellettuali di primo piano in tutta Italia. Coerentemente con le loro idee molti
andarono volontari in guerra [37]:
Niccolò Giani cadde in Albania; caddero in combattimento anche i docenti
Guido Pallotta e
Berto Ricci e molti altri di questi giovani militanti (
cinque le Medaglie d’oro)
[38].«
Con i “mistici” capeggiati da Niccolò Giani tornava l’anima più genuina e fedele al fascismo delle origini, riecheggiando quello spirito genuino delle origini che negli anni era stato represso e coinvolto nel compromesso conservativo, «vera e propria “guardia armata”, questa si, dell’immobilismo sistematizzato e strumentale», come ha scritto
Luigi Emilio Longo [39].
Mussolini aveva ancora da risolvere gravi problemi di mancanza di lavoro in Italia,
per cui ancora troppi italiani erano costretti ad emigrare, producendo
così la depauperazione delle forze vitali in patria ed il
rafforzamento delle nazioni concorrenti. Oltre alla lottizzazione di
poderi nelle bonifiche in Italia, e dei villaggi agricoli in Libia, f
u necessario creare uno sbocco al lavoro italiano in Africa orientale. Tale iniziativa è
oggi criticata da storici asserviti al potere egemone globalista, come politica coloniale arretrata, poco producente e troppo costosa; costoro
non hanno capito lo spirito che ha animato la conquista dell’”Impero”; si trattava di aprire una terra semiselvaggia
al lavoro delle masse di italiani dispersi all’estero, per redimerla e civilizzarne gli indigeni, onde farne una
fonte di ricchezza per la madre-patria, ma anche fonte di ricchezza per i coloni e per i popoli autoctoni. Lo ribadìrà
Mussolini, nel discorso della proclamazione dell’Impero: «
Impero di civiltà e umanità per tutte le popolazioni d’Etiopia». Conferma questi principi di civiltà
Renzo De Felice: «
Non
si tratta di imperialismo di tipo inglese o francese: è un
imperialismo, un colonialismo che tende all’emigrazione, che spera cioè
che grandi masse di italiani possano trapiantarsi in quelle terre per lavorare, per trovare quelle possibilità che non hanno in patria. Insomma non si parte tanto dall’idea di sfruttare le colonie, quanto soprattutto dalla speranza di potervi trovare terra e lavoro»
[40].
La conquista dell’Impero fu rapida e vittoriosa, ma venne ostacolata
dalla Società delle Nazioni, egemonizzata dalla Gran Bretagna
[41], decretando
sanzioni economiche
per le quali l'Italia non avrebbe potuto più importare né materie
prime né prodotti industriali; ma ciò rimase pura teoria. La
patetica
reazione della Società delle Nazioni giovò al regime fascista ed
all’economia italiana in due direzioni. Il regime seppe approfittare
efficacemente di queste sanzioni piuttosto teoriche:
fu proclamata l’"Autarchia”, fu ottenuta l'offerta dell'oro alla Patria nella “
Giornata della Fede” (medaglie, monete, anelli), ma anche ne rimase esaltata la forza del fascismo
“che non si lasciava piegare da ben cinquantadue nazioni e soprattutto
dalle potenze plutocratiche, decise ad impedire all'Italia di avere il
suo "
posto al sole".
Soltanto Germania, Giappone e Stati Uniti non votarono le sanzioni economiche.
L’autarchia
produsse un incremento della ricerca di nuovi sistemi di produzione
autarchica, orientò i consumi verso i prodotti italiani e incrementò la
produzione agricola: con la “Battaglia del grano” e con la meccanizzazione dell’agricoltura si
raggiunse l’autosufficienza, svincolandosi dalla dipendenza straniera.
Si incrementarono le industrie estrattive e si ottenne dalla Germania
nazionalsocialista la vendita di materie prime indispensabili e di prodotti “sanzionati”. Parlando della guerra d’Africa è stata diffusa da giornalisti, ma anche da
Denis Mac Smith e poi da Angelo Del Boca, la
calunnia che gli
italiani avrebbero usato i gas asfissianti, provocando le smentite e le testimonianze di moltissimi protagonisti della guerra d’Africa; a noi
basta far notare che il Negus mai disse che lo abbiamo combattuto col gas, benché ne avrebbe avuto tutto l’interesse.
Ritenendo di aver condizionato Hitler, con i sette anni dell’”
Appeasement”,
rassicurandolo sulla comprensione dei suoi avversari democratici, si
arrivò alla conclusione della strategia amichevole per creare il
previsto “
casus belli” affinché si potesse poi, dare alle
demoplutocrazie una scusa, un appiglio apparentemente plausibile per
entrare in guerra, dando così cinicamente inizio alla
seconda guerra mondiale.
Danzica era una città abitata esclusivamente da Tedeschi, per cui gli impudenti impositori del
Dictat,
a Versailles, non riuscendo ad assegnarla alla Polonia, la costrinsero
nel paradossale assetto giuridico di città libera, sotto la
giurisdizione di un commissario della Società delle Nazioni, ma,
concretamente, sotto il controllo di truppe polacche. Vollero dare
anche alla Polonia un illogico e innaturale sbocco al mare tagliando dal
territorio tedesco una enorme fetta dell’alta Slesia, un cosiddetto
paradossale “
corridoio” largo addirittura 50 kilometri in un
territorio altamente industrializzato, popolato quasi esclusivamente da
Tedeschi; tagliando così la Germania in due. Molti altri tedeschi “
volksuddeutschen”erano rimasti nelle loro terre ancestrali assegnate alla Polonia. Nel dopoguerra il
Maresciallo Joseph Pilsudski,
Presidente della Polonia, pur conoscendo l’orientamento delle
plutodemocrazie, avendo poi visitato le fortificazioni della Linea
Maginot sulla frontiera della Francia rispetto alla Germania, si era
reso conto che l’esercito francese, in caso di guerra, si sarebbe
schierato dietro le potentissime fortificazioni della Linea Maginot e
sarebbe rimasto sulla difensiva: una realtà che annullava tutte le
previsioni. Belle parole e promesse demoplutocratiche di accorrere a
difendere la repubblica polacca in caso di eventuale aggressione.
Di conseguenza Pilsudski aveva impostato
una politica conciliante, sancita nel 1934 da un Trattato di non aggressione e di reciproca consultazione con il Terzo Reich. Un anno dopo il
maresciallo Pilsudski moriva stranamente all’improvviso.
Storici, studiosi e testimoni dell’epoca sospettarono che Pilsudski
fosse stato avvelenato a causa della sua amicizia con la Germania.
Ufficialmente fu dichiarato, come si è ripetuto nella storia in tanti
simili casi (senza cadere nella smentita di un’autopsia), che quella
strana morte era stata causata da un tumore fulminante al fegato.
Hitler e i suoi collaboratori, pur essendo straziati dalle orribili
notizie che giungevano quotidianamente dai consoli tedeschi in Polonia
continuarono “
pazientemente” (si trattava di una pazienza soltanto apparente) a trattare diplomaticamente per risolvere la questione di
Danzica, del “
corridoio”
attraverso la Slesia occupata dalla Polonia. Poi ancora
diplomaticamente continuarono nella difesa dei tedeschi perseguitati e
massacrati in Polonia su cinica istigazione delle demoplutocrazie, e
pertanto tentarono di rivolgere la loro diplomazia alla radice del
problema, cercando cioè di trovare un qualche appoggio in Inghilterra,
fonte principale delle istigazioni al massacro più provocatorio di
tedeschi etnici. Ma Hitler trovò in Halifax un imperturbabile e cinico
muro di gomma. Resistevano, è vero, ancora in Inghilterra molti
politici disposti a difendere la pace: i continui instancabili
sovrumani sforzi diplomatici superarono ogni aspettativa di chi non
riusciva a capire quanto orrore fosse necessario per ottenere la
provocata guerra guerreggiata.
Mussolini, il Papa e altri politici esasperati e inorriditi,
intervennero sui polacchi per fermare le feroci squadracce sanguinarie
di ebrei e bolscevichi organizzati di Polonia e perfino mobiliati dai
Servizi segreti della Russia sovietica mentre cominciava ad accorrere
anche qualche volenteroso, esaltato e perfino inferocito soldato dei
reparti regolari dell’Esercito polacco. I tedeschi etnici continuavano a
morire assassinati con modalità strazianti in un crescendo di follia
sterminatrice.
Il ministro degli Esteri rumeno
principe Michel Sturdza ha scritto: «
Gli
uomini e le donne tedesche venivano cacciati come bestie selvagge per
le strade di Bromberg. Quando venivano catturati, venivano mutilati e
fatti a pezzi dalla folla polacca. Ogni giorno il massacro aumentava.
Migliaia di tedeschi partivano dalle loro case in Polonia con solo i
vestiti addosso. Inoltre non vi era alcun dubbio che l’esercito polacco
stesse preparando i piani per il massacro di Danzica. Nelle notti tra
il 25 ed il 31 Agosto 1939, ci furono, oltre a innumerevoli attacchi a
civili di sangue tedesco, ben 44 atti perfettamente autenticati di
violenza armata contro tedeschi e loro proprietà. Nella notte del 31
Agosto un gruppo di disperati polacchi occuparono la stazione di
trasmissioni radiofoniche tedesche di Gleiwitz…» [42]
Mentre David Irving conferma ciò che altri avevano già detto circa l’intenzione di Hitler di non aggredire l’Inghilterra: «
Per
20 anni Hitler aveva sognato un’alleanza con l’Inghilterra. Fino a
guerra inoltrata egli rimase attaccato a questo sogno con la vana e
ridicola tenacità di un amante che non vuole ammettere di non essere
corrisposto. Come disse Hitler al Maggiore Quisling il 18 Agosto 1940: ”dopo
aver fatto una proposta dietro l’altra agli inglesi circa la
riorganizzazione dell’Europa, mi trovo ora costretto contro la mia
volontà a combattere questa guerra contro l’Inghilterra.”» [43]
Il principe Sturdza racconta anche: «
Solo poche ore dallo
scoppio delle ostilità fra la Germania e la Polonia, Mussolini,
rinnovando i suoi sforzi per la pace, propose a tutte le potenze
interessate un’immediata sospensione delle
azioni belliche e l’immediata convocazione di una conferenza fra le
grandi potenze, alla quale avrebbe partecipato anche la Polonia. Le proposte di Mussolini furono sollecitamente accettate da tutti i governi interessati, tranne che dalla Gran Bretagna.» [44]
Churchill aveva imposto di non rispondere alle proposte italiane.
Potrebbe dirsi che la guerra europea sia divenuta
la Seconda Guerra Mondiale il 12 settembre 1941, quando il presidente Roosevelt, pur senza aver interpellato il Congresso
, ordinò alla Marina americana di affondare qualsiasi nave da guerra tedesca che avesse incontrato.
Ci conforta in quest’idea l’illustre storico americano della cosiddetta “
Alta Finanza”
Ferdinand Lundberg, il quale specifica nelle mille pagine del suo ben documentato bestseller: «
Lungi dal salvare il mondo nel 1914-16, i magnati dell’industria sono stati i principali promotori della guerra,
sono essi che hanno spinto gli Stati Uniti nel conflitto col pretesto
di assicurare la libertà dei mari e il trionfo della democrazia»
[45].
Lungo tutto l'arco della guerra si assiste all'"imparziale" sostegno
finanziario, attraverso la concessione di crediti e con la prosecuzione
degli investimenti, ai Tedeschi, ai Russi e agli "Alleati".
TERZA GUERRA
Renzo Pellicano ci fa constatare, che
il
cinico attacco militare all’Europa con due atroci guerre mondiali,
complottate, decise e provocate fortemente dalla Cupola del Grosso
Capitale Mondialista, è continuato e si è accanito ancora contro
l’Europa, dal 1945 fino alla dissoluzione dell’Urss nel 1991 (e oltre;
continua ancora) con una terza guerra non convenzionale: una guerra
finanziaria, con l”’imposizione di una banca centrale, assolutamente
privata e nutrita della truffa del Signoraggio”; una guerra
psicologica; una guerra demografica; una guerra etnica; una guerra
culturale; ecc.
una guerra non convenzionale, ma anche più dissolutoria delle prime due, perché tenta il “lavaggio del carattere” dell’intera Europa, inquinandone e distruggendone definitivamente l’identità etnica e culturale.
In particolare Pellicano ha riferito che anche Costanzo Preve nel suo libro La quarta guerra mondiale, Edizioni all’insegna del Veltro, Parma, 2008, p. 143, ha scritto: «La
quarta guerra mondiale in corso è una guerra di tipo
geopolitico-culturale condotta dall’impero messianico USA contro tutto
il resto del mondo ‘ribelle’».
Pur aderendo alle tesi di Costanzo Preve, vogliamo subito
chiarire che gl Stati Uniti sono il braccio armato della Cupola del
Grosso Capitale Mondialista, che continua a combattere non
convenzionalmente per annullare ogni resistenza all’imposizione del
mondialismo attraverso l’opera degli Stati Uniti […], i quali sono,
secondo Preve, un nuovo tipo di impero: messianico, geopolitico e
culturale. Messianico (pur trattandosi di un
messianesimo quasi del t:utto privo di secolarizzazione) in quanto sono
loro a detta dell’ex presidente Clinton “
l’unico paese indispensabile al mondo“. Si ricordi, aggiungiamo noi, che anche l’ineffabile Franklin D. Roosevelt predicava, secondo il
vangelo-messianico-puritano-americano: ”
To evangelize the world”.
Geopolitico in quanto rinuncia ad un
controllo capillare e formale dei propri feudi, ma si limita a
disseminare il pianeta di basi militari in appoggio alla protezione dei
propri traffici, nonché dei separatisti di turno (secondo la logica
del
divide et impera).
Culturale (e
psicologico, aggiungiamo noi) perché in grado di radicare (attraverso
la guerra psicologica) nei propri sudditi una forma di linguaggio e di
pensiero dalle quali non ci si riesce tanto facilmente a liberare. Ad
esempio per gli USA Saddam, Milosevic, Chavez, Castro…, sono il male
minore, quindi va bene tutto così: tutto ciò ci porta a non ritenere
meno pericolosi proprio quelli che dovrebbero essere gli alleati nel
cammino da compiere.
Un piano segreto di rieducazione psicologica era già stato studiato fin dal 1944; ufficiali dell’OSS
[47]
studiavano il sistema per allineare rapidamente l’Europa alle esigenze
politiche di Washington e per attuare un vero e proprio lavaggio
collettivo del cervello per l’intero popolo tedesco e, più in generale,
per i popoli d’Europa. Infatti il 10 settembre 1944 Jan E Libich e H.
F. Broch de Rothermann, agenti del 2677° (
sic?) Reggimento OSS Operazioni Psicologiche (Moral Operations Rome)
[48]
di stanza a Roma, indirizzarono, al loro superiore, capo del Settore
Operazioni Psicologiche dell'OSS, colonnello Kenneth D. Mann, una
relazione che è un vero e proprio
piano di “rieducazione” politica e sociale
della Germania (e più in generale dell'intera Europa occupata dagli
“Alleati”) . Questo piano segreto è stato dimenticato, indenne, tra
altri documenti secretati e distrutti; esso risulta applicato in pieno
in Germania, in Giappone e anche in Italia. per ottenere un lavaggio
del carattere dei popoli che avevano tenacemente combattuto la “
guerra del Sangue contro l’oro”.
Nel riassumere i concetti principali della terza guerra, Renzo Pellicano accenna i
Piani di “rieducazione” delle nazioni vinte: il
Piano Morgenthau, più ristretto, rapidamente sgorgò nel
Piano Kalergi, più generale. Richard Nikolaus di Coudenhove Kalergi, ossessionato dal suo ideale massonico di un’Europa unita, ma
svirilizzata e
asservita al potere economico mondialista, sosteneva ostinatamente un velleitario sogno che portava avanti sin dagli anni venti e che venne utilizzato dai cosiddetti “
Poteri Forti” per imporre la costituzione di un falso legame che si fa chiamare
Unione Europea. In questa soltanto il
Parlamento europeo è eletto dai cittadini dei popoli europei, ma questo
parlamento
è chiamato a decidere soltanto le questioni meno importanti; le
decisioni che interessavano la riduzione progressiva della sovranità
delle nazioni vennero emanate da altri organi costituiti dai Presidenti
delle varie nazioni aderenti all’Unione o da persone nominate
direttamente
dall’alto.
Fu costituita la Banca Centrale Europea, assolutamente privata (come
ormai sono tutte le Banche Centrali) e gli stati nazionali cedettero la
sovranità monetaria alla banca privata che si fa chiamare
Banca Centrale Europea (
(BCE). Il presidente della BCE viene nominato
dall’alto
e la BCE stampa l’euro, la moneta unica, ceduta dietro pagamenti in
Titoli di Stato. che non vengono mai pagati, ma generano interessi che
si sommano agli interessi, costituendo il cosiddetto “
Debito Pubblico” (truffa del cd. “
Signoragio”). La costituzione dell’
Euro quale moneta unica dell’Unione e la fondazione della BCE fu approvata nel
Trattato di Maastricht, per l’Italia approvato da Andreotti, (
spigliato Presidente dl Consiglio, che non sentì il bisogno di consultare il Parlamento)
e da altri due disinvolti ministri, ma senza discutere l’operazione,
neanche in seguito, in Parlamento. L’Unione Europea, insomma servì a
ridurre progressivamente la sovranità degli stati aderenti
trasferendola (inavvertitamente per il popolo bue) ad organi
occultamente diretti dal Grosso Capitale Mondialista, ma lasciando
l’illusione di essere vincolati a questa
Unione Europea, che in apparenza dovrebbe essere
l’Unione
di tutte le Patrie, le quali, però, avranno progressivamente perduto
ogni sovranità. Renzo Pellicano annota diligentemente tutte le tappe di
questi “asservimenti nel più incivile vassallaggio” (1999; imposizione
dell’Euro e della BCE).
Ancora non bastava, però. Intervenne, infatti, un’
eminenza grigia,
un animatore e coordinatore politico, discreto, nascosto, ma
efficientissimo: e sicuro, collegato in continuo contatto e in piena
sincronia con le teste pensanti dell’establishment mondialista:
Joseph Hieronimus Retinger [49], economista polacco di famiglia ebrea, ma cattolico, con concordi contatti con i gesuiti, conosciuto proprio come
'Sua Eminenza Grigia'. Fu tra i fondatori e segretario generale fino al 1952
dell'United European Movement presieduto da Winston Churchill e
finanziato dall'ACUE (American Committee for United Europe) [50]. L’ideale di
Retinger era ovviamente: “
costruire
un'Europa Unita per arrivare ad un Mondo unito in pace, guidato da
Organizzazioni Sovranazionali che avrebbero garantito più stabilità ai
singoli governi nazionali”.
Sappiamo ancora di più grazie a
Joshua Paul, un ricercatore presso la Georgetown University di Washington. il quale ha scovato presso gli
US National Archives di Washington documenti governativi americani declassificati, che dimostrano con quanta solerzia
i servizi segreti degli Stati Uniti avessero condotto una campagna negli anni Cinquanta e Sessanta per costruire gli
impulsi europeisti
e, per quanto possibile, un’ideologia unitaria europea nei popoli, ma
soprattutto fra i governi dell’Europa, onde poterli affastellare in
un’Unione, chiamata Europa, ma senza carattere, tradizioni e cultura
specifici, della precedente Europa
[51]. Tutti stati annullati in uno spirito “
atlantico”
sotto l’egida Usa e ben inseriti nella sua politica per arrivare
infine ad un governo unico mondiale. E in tale prospettiva fu
finanziato e diretto il cosiddetto
movimento federalista europeo.
Infatti, tra i documenti citati esiste un memorandum, datato 26 Luglio
1950, nel quale si davano precise e dettagliate istruzioni per una
campagna di promozione di un cosiddetto
“Parlamento europeo”. Questo documento è firmato proprio dal generale
William J. Donovan, che era stato in tempo di guerra, capo dell’OSS (Office of Strategic Services
), precursore della CIA
[52].
Nel 2007, ancora peggio, il
Trattato di Lisbona, che
affossa definitivamente le libertà degli Stati nazionali aderenti
all’UE, fu approvato, senza discutere. Tale trattato, un compendio di
oltre 400 pagine, fu approvato all’unanimità senza mai essere stato
letto. Tuttavia oggi, meditando sul delitto commesso dai politici,
cominciamo a capire che questo trattato prevede:
1) l’aumento dei poteri del consiglio; un consiglio del quale
nessun cittadino europeo riesce a sapere quali provvedimenti prendano i
suoi membri.
2) la diminuzione dei poteri del parlamento europeo.
3) L’ulteriore perdita di sovranità degli stati nazionali.
E in particolare:
La UE avrà il controllo totale sulle
politiche d’immigrazione (articolo 79 del TFEU),
che saranno sottratte agli Stati nazionali.
Oggi
l’unico organo dell’Unione europea che possa avviare nuove leggi è la Commissione europea.
I commissari non sono eletti, ma scelti dagli Stati membri. L’esperienza ci dice che
non sono indipendenti, ma seguono direttive [53]. Ufficialmente, le linee generali della politica dell’UE sono stabilite dal
Consiglio europeo, una riunione biennale dei capi di governo degli stati membri. In realtà,
i politici più influenti come Barroso, Juncker,
e
i capi di governo dei grandi paesi si incontrano costantemente con i
politici al di fuori dell’UE e con i leader economici internazionali
(cioè con le persone che sono invitate a Davos [54] ed alla
Conferenza Bilderberg a porte chiuse.
Nel 1950 consistenti
divergenze di vedute tra Stati Uniti e Unione Sovietica portarono l’attenzione degli Usa sul problema della labilità militare dei popoli vinti nella sfera che a Yalta fu assegnata all’Occidente; si disse che ne era scaturita la necessità di
rafforzare la difesa dei paesi satelliti, ai quali
fu “suggerito” di riarmarsi, per essere in grado di difendersi in caso di un eventuale attacco dell’Unione Sovietica; finché si giunse nel 1954 a tentare di costituire la
Comunità Europea di Difesa. Ma essendo fallito il tentativo per l’opposizione della Francia, gli Usa vollero tagliare ogni indugio stipulando
un patto di reciproca difesa col governo giapponese e concludendo anche
un misterioso accordo bilaterale col governo italiano, che dopo averlo firmato,
non ebbe il permesso di informarne il Parlamento. Questo accordo è
tuttora
valido, ma le sue clausole segrete, alla pari delle clausole segrete
del Trattato di Pace, non furono mai rivelate al Parlamento. Sappiamo soltanto che
sul suolo italiano sono state impiantate più di 120 basi militari Usa, ufficialmente mascherate
come basi Nato [55], presidiate da notevoli formazioni di truppe speciali statunitensi (
marines)
per il mantenimento delle quali il nostro bilancio nazionale sborsa quattrocento milioni di euro annui, a quel che finora è dato sapere
[56].
In seguito alla crisi apertasi nel 2007-2008; la supremazia del
dollaro, stava per vacillare. Come era già accaduto in passato, ci fu
chi pensava ad esportare l’epicentro della crisi in Europa. Un articolo
del “Wall Street Journal”, del 10 febbraio 2010, riportato da Stefania
Limiti durante lo sviluppo della crisi finanziaria, provocata nel 2008
dal crollo della finanza americana, riferiva di una cena ad alto
livello tenutasi a New York per complottare una manovra finanziaria a
cui in realtà si voleva dare la massima pubblicità, come se la
segretezza fosse sfuggita al Wall Street Journal, strettamente
controllato da Wall Street. Era una notizia utile e necessaria per
realizzare il piano di aggressione finanziaria all’Europa.
Pertanto si è fatto anche ricorso all’opera delle agenzie di
rating,
che hanno colpito l’area dell’euro, declassando il valore dei relativi
titoli di Stato: un criminale gioco al ribasso per far riguadagnare al
dollaro le posizioni di prestigio di qualche anno prima e
contemporaneamente ottenere .lo sconquasso economico dell’Europa.
L’attacco delle agenzie di
rating, preliminare ad una serie
di vendite al ribasso, nella zona Euro, accompagnate da articoli
negativi, ispirati da veline di Wall Street, si è completato
infiltrando nei mercati sotto attacco anche una forma di
strumenti finanziari derivati che si chiamano
Credit Default Swaps(
Cds)
[57], detti anche talvolta, più trasparentemente,
derivati di assicurazione: una strategia con i mezzi più sofisticati, fra cui, anche altri famigerati
derivati, definiti dal miliardario finanziere Warren Buffet come "
financial weapons of mass destruction (
armi finanziarie di distruzione di massa).
In Europa avvenne che si infiltrassero anche venditori di
derivati
provenienti dalla City e le stesse banche europee
parteciparono all’operazione con strutture coperte di queste vendite
al ribasso; Renzo Pellicano ci riporta i particolari e ce ne spiega il
cinico funzionamento.
Noi Italiani abbiamo perduto la guerra! Non abbiamo più diritti, non
possiamo neanche sapere, capire; dobbiamo soltanto pagare per le
truppe di occupazione che si fanno chiamare NATO
.
Loro, invece, hanno vinto e continuano a festeggiare, in Russia ancora negli anni 1990, la vittoria della “
Guerra patriottica”! Sembrerebbe giusto: hanno vinto!
Due-trecentomila morti, due-trecentomila compagni lasciati a
ingrassare la terra tedesca per la gloria dell’Armata Rossa, ma in
sostanza soltanto per i concreti interessi del Capitalismo di Wall
Sreet. Forse qualcosa era sbagliato… Ora il “
Grande Timoniere”(!) Mikhail Gorbaciov, il luciferino Gorbaciov, invasato della setta massonica del
Lucis Trust, sta cambiando le cose… ma in peggio: “
privatizzare”.
Al reduce dalla
Guerra Patriottica hanno portato un
voucher
per la proprietà dell’azienda ex statale, che non dà più salario; lo
Stato non distribuisce più stipendi, né pensioni, né aiuti sociali. In
un anno: sei, forse sette, milioni di morti di fame, di stenti, di
malattie, provocate dalla deficienza assoluta di risorse economiche:
vecchi, ragazzi, donne, ma anche uomini robusti muoiono!. Il
Grande timoniere ripara lestamente in Occidente; Boris Yeltsin privatizza più rapidamente con l’aiuto del vice presidente
Anatolij Chubais e di agenti della Cia come consulenti specializzati in privatizzazioni: è proprio la ”
svendita del secolo”, la “
Sale of the century”. I capitali vengono dall’America. In Russia la burocrazia statale, la
Nomenklatura
era costituita al 90 % da ebrei; fu facile intendersi tra
correligionari per i capitalisti ebrei americani. Tutto fu
privatizzato, perfino ad un centesimo circa del valore ufficiale; le
enormi risorse del sottosuolo della Federazione Russa furono svendute a
prezzi stracciatissimi.
Negli Stati Uniti già in tempo, finanzieri d’assalto si erano
preparati a speculare sulle sventure russe: si erano bene informati
sui valori delle imprese più grosse, pingui e redditizie e sulle
valutazioni delle grandi risorse minerarie dell’ex URSS; il loro
intervento in massa fu ben descritto con una frase sarcastica: “
l’attacco dei piraña alla carcassa di un bue grasso caduto nel fiume”.
Dalla Reuter, 1° agosto 2011:
«Il Primo Ministro russo Vladimir Putin ha oggi accusato gli Stati Uniti di vivere al di là dei propri mezzi “
come parassiti”
».
La sua dichiarazione fa eco con l’attacco di Stalin nel 1950
all'egemonia tirannica del dollaro. Stalin, come Kennedy, venne poi
ucciso (avvelenato) perché tentava di instaurare nel 1952 il
rublo d'oro,
uffrendo la possibilità di evitare, così, di utilizzare il dollaro
come moneta mondiale di scambio. Oltre ad essere un affronto per coloro
che volevano il dollaro come moneta di egemonia mondiale anche per
pagare il petrolio, la politica di Stalin costituiva un attacco diretto
al sistema di dominio mondiale del dollaro. Stalin fu avvelenato;
tanto è bastato, ovviamente, per i Banksters, per comprare qualche
traditore in Russia. Questa tesi è sostenuta egregiamente dal prof.
Nicolai Starikov in molti libri, tutti purtroppo non ancora tradotti dal
russo
[58]. (Ovvio).
Dobbiamo ricordare che nel luglio del 1944, a Bretton Woods, fu
concordato che il dollaro sarebbe stata l’unica moneta convertibile in
oro; mentre tutte le altre valute potevano essere commutate
esclusivamente in dollari. Con tale espediente si obbligavano gli stati a
munirsi di dollari per i loro acquisti internazionali, incrementando
così gli introiti da signoraggio della Federal Reserve e consentendo
agli USA l’acquisto di beni e servizi all’estero disponendo di dollari,
stampandoli senza limiti.
Ma nel 1971 gli USA, non potendo onorare gli impegni presi,
annullarono la convertibilità del dollaro in oro. In seguito si diede
una nuova
convertibilità al dollaro, un surrogato, rendendo
obbligatorio il pagamento in dollari per l’acquisto di petrolio; il
dollaro così riusciva a mantenere il ruolo di prima moneta di scambio e
bene di rifugio internazionale. Ovviamente gli Usa, stampando dollari
senza alcun limite, avevano ottenuto anche la possibilità di acquistare
beni e servizi senza limiti all’estero; se ne giovarono l’economia
generale degli USA e quindi anche le disponibilità dei civili americani
a carico del resto del mondo.
Giovedì 3 luglio 2014 Vladimir Putin ha dichiarato alla televisione:
«…
nei primi anni Novanta le privatizzazioni-truffa in Russia? Furono manovrate dalla CIA; agenti della CIA
affiancarono l’allora vicepremier Anatolij Chubais come consulenti specializzati nella privatizzazione di beni pubblici di Stato. Molti di questi agenti – ha aggiunto Putin –
furono
poi processati negli Stati Uniti per essersi arricchiti in maniera
illecita, durante il processo di privatizzazione nel nostro Paese.
Due di questi agenti erano membri dell’organizzazione “umanitaria”
USAID”».
Sembra che nessuno abbia ancora osato impegnarsi nella gravosa fatica di quantificare il potere di rapina dei
piraña dell’International Banking Fraternity nella “
Sale of the Century”,
la Svendita del Secolo,
in Russia negli anni Novanta. Se ne è dovuto occupare Putin, il quale
avrà incaricato suoi collaboratori di raccogliere i dati di queste
privatizzazioni-truffa: un lavoraccio lungo, pesante e pericoloso
[59]. Intanto Putin ha cominciato a recuperare e a ri-statalizzare tre importanti comparti del settore energetico russo.
Buon lavoro presidente Putin per la giustizia e per la lotta contro il capitalismo di rapina mondialista!
[1] Emilio Gentile,
La democrazia di Dio. La religione nell’era dell’impero e del terrore, Laterza, Roma-Bari, 2006. Cfr. anche il fondamentalismo religioso di matrice
evangelical negli Usa nel libro:
Gli eletti di Dio. Lo spirito religioso dell’America, di
Marco Nese,
dove ha descritto in quale maniera la sindrome elettiva dei puritani
non tenda per nulla ad una democrazia sociale, quanto invece ad una
“repubblica teocratica” su base oligarchica, strumento diretto di una
ristretta minoranza di fondamentalisti, che si spacciano come
possessori di un mandato universale, del quale assicurano che si tratta
della diretta volontà del
Geova biblico. Quella che normalmente si direbbe una
patologia da alienati è divenuta la giustificazione di un
gigantesco potere che avanza pretese di universalità, e che ottiene incredibili riscontri di assuefazione e persino di condivisione
, attraverso lo strumento della minaccia e dell’intimidazione,
oppure dei beni materiali diffusi, col miraggio dei quali si registra
l’ammorbidimento dell’opinione pubblica internazionale.
[2]Si possono trovare conferme nel libro di
Sergio Romano,
Il rischio americano. L’America imperiale, l’Europa irrilevante, Longanesi,Milano, 2003, p. 17 e ss.
[3]WASP,
il gruppo etnico dominante fino a cinquant’anni fa negli Stati Uniti.
Una concezione tracotantemente razzista, che ha dovuto piegarsi, però,
all’intromissione di molto facoltosi ebrei. Un pervadente
fondamentalismo trovava e trova i suoi riferimenti in tanti incitamenti
della Bibbia - testo sacro, nella propria traduzione, anche per tutti
i Wasp.
[4]Edgar L. Jones, corrispondente di guerra per il mensile nordamericano “Atlantic Monthly” (nell’articolo “
One War is Enough”: numero di febbraio 1946). Ma la “
psicopatia”
non era limitata al rango di soldato, lo stesso generale Mark Clark,
Ike Eisenhower erano soggetti da studiare per psicopatia. Lo spietato
generale George Patton, che il 9 luglio 1943, prima dello sbarco a
Gela: «
Kill, kill and kill some,…» incitava ad assassinare gli
avversari che avessero opposto una resistenza troppo decisa, anche se
poi si fossero arresi: «… se si arrendono quando tu sei a due-trecento
metri da loro, non badare alle mani alzate. Mira tra la terza e la
quarta costola, poi spara. Si fottano, nessun prigioniero! È finito il
momento di giocare, è ora di uccidere! Io voglio una divisione di
assassini, perché gli assassini sono immortali!».
[6] L’anglosassone
Fabian Society era un’ affiliazione massonica mondialista socialistica, diffusa in America e nell’impero britannico.
[7]Nicola II
era angustiato dai precedenti prestiti ottenuti da Alessandro II e
Alessandro III, per cui era stata costituita "in pegno" buona parte
del tesoro dei Romanov, custodita nelle casse delle Accepting Houses
londinesi. Era , quindi, praticamente, nelle mani dei Rothschild.
[8]Il Giappone visto come potenza continentale eurasiatica per la sua
Weltashauung e per la sua “Civiltà continentale”.
[9]La
scienza geopolitica vede nella storia due opposti in costante
competizione per la conquista di nuovo spazio vitale via terra o via
mare: potenze terrestri o “
continentali” e potenze “
marittime”. Esempio classico nella storia antica la competizione tra Roma e Cartagine, tra l’Impero ”
terrestre” di Roma e l’impero “
marittimo”
dei fenici. Si può riscontrare nelle due manifestazioni geopolitiche
lo sviluppo di due concezioni della vita, di due civiltà: la “civiltà
marittima” basata sulle ricchezze materiali, sull’individualismo, sugli
interessi economici e quindi sul liberismo economico e sul prevalere
dell’economia sulla politica; la “civiltà continentale”, al contrario,
si basa su principi diametralmente opposti a quelli ”atlantisti” e cioè
sull’idealismo, sull’autorità e la gerarchia, sulla comunità e sulla
nazione, cioè in definitiva sul primato della politica sull’economia.
[10]L’anglosassone
Fabian Society era un’ affiliazione massonica mondialista socialistica, diffusa in America e nell’impero britannico.
[11]“
Corporate”
significa gruppo di potere che manipola lo Stato per i propri egoistici
interessi:”neocorporativismo anglosassone”. Al contrario nel
corporativismo fascista, le corporazioni sono organi dello Stato che
partecipano alla vita politica nell’interesse collettivo della Nazione.
Il concetto è stato stravolto nel dopoguerra dalla “
guerra delle parole” per cui il termine “
corporativo”si usa impropriamente e faziosamente per qualificare interessi di parte.
[12]La politica delle “
Ententes”con la Francia e la Russia venne consolidata dal massone sir Edward Grey quando divenne ministro degli Esteri.
[13]La Pilgrim’s
Society
era ed è tuttora un’associazione segreta angloamericana di ordine
superiore, collegata, ovviamente, con l’International Banking
Fraternity.
[14]Nella
battaglia di Sedan (31 agosto - 1º settembre 1870) la Francia di
Napoleone III fu sconfitta dalla Prussia di Otto von Bismarck, preludio
alla cessione dell’Alsazia e della Lorena. Ma era ugualmente
importante: controbilanciare, con un’azione militare, la crescente
inferiorità economica e demografica nei confronti della Germania.
[15] Alfred Mahan,
The Interest of America in Sea Power , Present and Future, Boston, 1897.
[16]Alfred Mahan,
The Interest of America in Sea Power, Edizioni ‘Sampson Low’, London, 1890. (Traduzione in italiano edizioni ‘Casanova’, Torino, 1904).
[17]Le
manovre militari ai confini del Canada e perfino la costruzione di tre
piste di volo nella prossimità del confine, piste ben individuabili
perché malnasoste con strisce di zolle erbose mal disposte, che
costituivano una chiarissima minaccia di guerra degli USA al Regno
Unito di Gran Bretagna e Irlanda se non fosse entrata in guerra contro
la Germania, anche per il vincolo di un pesantissimo debito di guerra
(della Prima Guerra Mondiale). Un asservimento che con la Seconda
Guerra mondiale sarebbe aumentato sproporzionatamente.
[18]Jacques Bordiot,
Le Gouvernement Invisibile. edizioni ‘Avalon’, Paris, (Francia) 1987.
[19]Curtis B. Dall,
F.D.R.My Exploited Father-in-Law, ( F.D. Roosevelt il mio sfruttato suocero) Action
Associates, Washington, 1970, p.137. Dall, ex genero del presidente
Franklin Delano Roosevelt, fu un alto funzionario della potente banca
“Lehman Brothers”, della quale almeno uno dei fratelli faceva parte
della loggia massonica ebraica B’nai B’rith
[20]Altra “
eminenza grigia” israelita,
longa manus
della Confraternita del Grosso Capitale transnazionale, di cui avremo
presto occasione di parlare per altre operazioni segrete.
Edward Mandell House
era in contatto con i più potenti banchieri israeliti di New York, in
particolare con Paul e Felix Warburg, Otto H. Kahn, Louis Marburg,
Henry Morgenthau, Jacob e Mortimer Shiff, Herbert Lehman e manteneva
anche potenti relazioni con banchieri e politici in Europa.(Dan Smoot,
The invisible Governement, Western Islands , Belmont (Mass), 1962, p. 2).
[21]Jakob Schiff, nell’ aprile 1918 ebbe a dichiarare pubblicamente che grazie al suo appoggio finanziario la rivoluzione russa era riuscita.
[22]Cfr.
Joaquin Bochaca, La finanza e il potere, Edizioni di Ar, Padova, 1982, p. 49. Epiphanius,
Massoneria e sette segrete, cit., pp. 285 – 291.
[23]Epiphanius,
Massoneria e sette segrete…, cit
., p. 324, scrive: «
…nel 1918 il “Colonnello” House, attraverso Wilson, nomina i plenipotenziari negoziatori
a Versailles, tutti, nessuno escluso, appartenenti alla massoneria,
alla Round Table, o alla Pilgrims’ Society con la sponsorizzazione
dell’Alta Finanza, posta allora sotto il controllo delle grandi famiglie ebraiche». I politologi chiamano l'”
Inner Circle”
il circolo ristretto di consiglieri che lavorano con il presidente
americano, sovente scavalcando la Costituzione (e talvolta persino lo
stesso presidente), agendo illegalmente ed in segreto. Basterebbe
ricordare l’incredibile vicenda occorsa Il
25 settembre 1919, prima della conclusione della conferenza di pace di Parigi, quando
Wilson fu colto da un ictus, e dopo una settimana da un secondo attacco, che lo rese quasi totalmente inabile. La gravità della sua
menomazione venne tenuta segreta fino alla sua morte,
Wilson fu tenuto lontano da tutti: dal suo vice presidente Thomas R.
Marshall, dal suo governo e dai parlamentari in visita alla
Casa Bianca, per il resto della sua presidenza.
[24]Come
sarebbe stato possibile un qualsiasi progresso economico partendo da
un’economia inflazionata al massimo, quale si può evincere dalle
allucinanti cifre riportate da Renzo Pellicano?
Lo storico americano Antony Ciril
Sutton (docente di economia e storia all'Università di Stato della California), col suo libro “
Wall Street and the rise of Hitler”,
ha rivelato e comprovato che la regia dello scenario europeo di allora
andava ricercata non in Germania, bensì a New York in un palazzo sito
al 120 di Broadway, vale a dire
nell’American International Corporation (AIC): zoccolo duro di
Wall Street.
[25]Una manovra truffaldina che si è ripetuta in seguito, anche per le cosiddette “
privatizzazioni” in Italia e in altri Stati.
[26]Non a caso - osserva il prof. Antony Cyril
Sutton, eminente storico ed economista americano - i negoziati per la "
ricostruzione" videro al tavolo delle trattative da una parte banchieri come
Charles Dawes e Owen Young, notori esponenti dell'Establishment supercapitalista, dall'altra il presidente della
Reichsbank Hjalmar Horace Greeley Schacht, legato all'Establishment da vincoli familiari, l'uomo che si rivelò il "
legame chiave tra l'élite di Wall Street e il circolo più chiuso di Hitler". (
Antony C. Sutton, Wall Street and the rise of Hitler, ’76 Press, Seal Beach, California, 1976,p.18). Vedi anche
Henry Coston,
La Haute Finance et Ies Révolutions, Parigi, 1963.
[27]Antony C.
Sutton,
Wall Street and the rise of Hitler, cit.
[28] A. C. Sutton, op. cit., p. 18.
[29]Sutton Antony C., nel suo libro “
Wall Street and the rise of Hitler”
ha rivelato e comprovato che la regia dello scenario europeo di allora
andava ricercata non in Germania, bensì a New York in un palazzo sito
al 120 di Broadway, vale a dire
nell’American International Corporation (AIC): zoccolo duro di
Wall Street. Anche
Churchill e
Roosevelt d’accordo, avevano bisogno di
Hitler per provocare
la scintilla, a Danzica,
da far apparire come la provocazione della seconda guerra mondiale,
già. dettagliatamente progettata da loro. Forse ancora troppo pochi
sanno che anche
Stalin aveva bisogno di spingere Hitler alla guerra, come ha dimostrato ancora meglio
Viktor Suvorov , ex alto ufficiale dei quando pubblicò a Parigi, per le Edizioni Olivier Orban,
Le brise glace - Juin 1941: le plan sécret de Staline pour conquerir l’Europe, In poche parole,
Stalin avrebbe voluto conquistare l’Europa, una volta che
Hitler, come una nave
rompighiaccio, avesse aperto la strada all’Armata Rossa sfiancando le nazioni europee. Infatti
Stalin, oltre ad aver favorito in ogni modo l’economia tedesca, impose anche al partito comunista tedesco di
appoggiare i nazionalsocialisti nelle elezioni del 1933 e addirittura consentì ai
reparti dell’esercito e dell’aviazione tedeschi di e
ffettuare esercitazioni segrete nel territorio sovietico, lontani dalla vista delle Commissioni alleate di controllo.,
[30]Suvorov Viktor, (Vladimir Rezun:
Le brise glace - Juin 1941: le plan secret de Staline pour conquerir l’Europe, Ed. Olivier Orban, 1989..
[31]Benito Mussolini, scritti da “Dottrina del Fascismo”, vol. VIII, p. 259 sgg. Dopo la crisi del 1929, l’“
italiano nuovo” avrebbe salvato i popoli dell’Occidente dal pericolo di degenerazione.
[32]Per portare il teatro nei piccoli centri si faceva circolare il cosiddetto “
Carro di Tespi”.
[33]Enzo Erra,
Le radici del fascismo, una storia da riscrivere, Settimo Sigillo, Roma, 1995, pp. 83, 84.
[34]Renzo De Felice,
Intervista sul fascismo, a cura di Michael A. Ledeen, Laterza, Roma-Bari, 1975, p. 40.
[36]Riportato da
Emilio Gentile,
Fascismo. Storia e interpretazione, Laterza, Roma-Bari, 2002, p. 236.
[37]Vedasi:
La partecipazione dei volontari napoletani alla guerra, intervento di
Antonio de Pascale al convegno di studi storici “
Napoli nella seconda guerra mondiale”, Napoli, 2005. Atti pubblicati dall’Isses, Napoli (
www.isses.it).
[38]Aldo Grandi,
Gli eroi di Mussolini, Niccolò Giani e la Scuola di mistica fascista, Rizzoli, Milano, 2004. Riporto per brevità soltanto i primi tre punti del decalogo della Scuola di Mistica Fascista:
1). "
Non vi sono privilegi, se non quello di compiere per primi la fatica e il dovere."
2). "
Accettare tutte le responsabilità,
comprendere tutti gli eroismi, sentire come giovani italiani e fascisti
la poesia maschia dell’avventura e del pericolo."
3). "
Essere intransigenti, domenicani, fermi al
proprio posto di dovere e di lavoro, qualunque esso sia: ugualmente
capaci di comandare e obbedire."
[39]Luigi Emilio Longo,
Dalla formazione teorica all’azione, su “
Historica Nuova”, anno IV, N° 10, p. 19.
[40]Renzo De Felice,
Intervista sul fascismo, a cura di Michael Ledeen, Bari, Laterza, 1975.
p. 52.
[41]Si deve notare che
la
Gran Bretagna, se veramente avesse voluto, avrebbe potuto impedire il
passaggio delle navi italiane attraverso il Canale di Suez e bloccare
così ogni possibilità italiana di conquista. No, da parte britannica
si voleva che prendessimo l’Etiopia, per poterci condannare alle sanzioni e gettarci nelle braccia di Hitler,
onde poter combattere entrambi i fascismi nella guerra che stavano preparando le demoplutocrazie. Comunque,
in contraccambio al consenso a
l
passaggio indisturbato attraverso il canale di Suez gli avidi inglesi
si fecero cedere gli assetti dell’Agip nel petrolio dell’Iraq.
[42]Michel Sturdza,
The suicide of Europe, Western Islands edition, Boston,1968.
[43]David Irving,
Hitler’s War, Avon History, 1989.
Che tipo di guerra volesse la Germania, quando e contro chi, è
ancora materia di discussione, dal momento che Hitler non era uomo da
documentare le proprie decisioni. Ma due cose sono chiare: una guerra
contro la Polonia (appoggiata dalla Francia e dalla Gran Bretagna) nel
1939 non era assolutamente nei suoi piani strategici e la guerra che
alla fine fu costretto a combattere sia contro l'URSS sia contro gli USA
era l'incubo di ogni generale e diplomatico tedesco.
[44]Michel Sturdza,
The suicide of Europe, Western Islands edition, Boston,1968..
[45]Ferdinand Lundberg,
The Rich and the super-Rich, Isle Stuart, New York, 1968, best seller che ha avuto una dozzina di edizioni in un solo anno, citato da Yann Moncomble,
Les vrais responsables de la troisième guerre mondiale, Paris, Ed. Yann Moncomble, 1982, p. 82.
[47]L'OSS, l'antenato militare di quello che diventerà la CIA
,
durante la seconda guerra mondiale aveva lo scopo di produrre
propaganda antinazionalsocialista e antifascista per la 5a Armata
americana e collaborare con l'8a britannica per gli stessi obbiettivi.
La sezione «
Moral Operations Rome» è stata una delle sedi più importanti dell'OSS.
[48]Archivi
Nazionali di College Park (Maryland) nella cartella classificata RG
226, Entry 108b, box 67. Se non fosse stata trovata la documentazione
dimenticata in archivio, ci sarebbe stata ragione di pensare
all’esuberanza di un romanziere.
[49]Retinger fu anche «
l’ideatore del Bilderberg Group, massone del 33° grado,
sedeva
fra i più alti dignitari delle Logge polacche e svedesi e intratteneva
rapporti con diverse eminenze dell'Ordine dei Gesuiti e con uno degli
esperti del Vaticano (fautore di un avvicinamento fra Chiesa e Massoneria, cfr.
Philip Gardiner, Secret Societies, 2008) il rev. Padre Gruber». Retinger manteneva strette relazioni col più anziano «
Colonnello» israelita
Edward Mandell House (altra eminenza grigia già più volte menzionato), con la potentissima famiglia ebraica dei Warburg, col
Pilgrims Henry Morgenthau, appartenente all'
entourage del 33º Grado Franklin Delano Roosevelt, col banchiere internazionale Herbert H. Lehman, membro della B’nai B’rith e della
Pilgrims Society, e col banchiere,
Bernard Baruch, (altra eminenza grigia, come si ricorderà) a sua volta membro di rilievo della
Pilgrims Society e del
Council on Foreign Relations.
Con l’intreccio delle sue relazioni e amicizie, con l'appoggio
finanziario della famiglia Rockefeller e la collaborazione del
principe Bernardo di Olanda, Retinger fondò nel 1954 anche il
Bilderberg Group,
dal nome dell'hotel olandese in cui si tenne dal 29 al 31 maggio la
prima conferenza, con la partecipazione di un centinaio di persone. La
visione di Retinger e di Bernardo d’Olanda era: “
annullare le tradizioni, le culture e le sovranità delle nazioni in un'Europa Unita per arrivare attraverso il Gruppo Bilderberg ad un Mondo unito, guidato proprio dal Bilderberg e da altre Organizzazioni Sovranazionali. Riportiamo
qualche nome di italiani, alcuni di loro “membri”, altri semplici
invitati al convegno del Bilderberg, a Stresa nel 2004: Mario Monti;
Romano Prodi; Alessandro Profumo, Credito Italiano; Sergio Romano,
editorialista della Stampa; Paolo Scaroni, Enel; Giulio Tremonti; Marco
Tronchetti Provera, Pirelli; Valter Veltroni, Unità; Emma Bonino;
Giovanni Agnelli; Umberto Agnelli; Mario Draghi; Gabriele Galateri,
Mediobanca; Giampiero Cantoni, BNL; Gianni De Michelis; Giorgio La
Malfa; Claudio Martelli; Rodolfo De Benedetti.
[50]Per controllare meglio e finanziare il nuovo assemblamento dell’Europa fu creato nel
1948 il
Comitato americano per l’Europa unita,. Il presidente era proprio
Donovan, che però allora, appariva come un qualsiasi avvocato privato.
[51]Le élites dei Popoli europei avevano cementato nella lotta comune “
del sangue contro l’oro”
un profondo sentimento unitario europeo, che affiorava nel cameratismo
più profondo, rimasto, però, ancorato al sentimento patriottico della
rispettiva Nazione.
Su questi spontanei sentimenti non fu facile, ma tuttavia si riuscì ad innestare l’idea di un’Europa unita,
nel progressivo annullamento della sovranità dei governi nazionali. Si
dovette molto insistere e faticare per annullare le voci fasciste che
volevano “
un’Europa delle Patrie”;
Jean Thiriart inseguì velleitariamente un grande sogno: “
l’Europa, non supina e suddita, ma libera, unita, armata e indipendente”. Lo stesso
Charles De Gaulle, meno velleitario, dalla presidenza della Repubblica francese, si batteva per “
l' Europa delle patrie”, contro “
l'Europa dei popoli” di
Coudenhove Kalergi. Ma tutto fu superato nel
lavaggio del carattere dei popoli e nell’ingaggio di tanti
faccendieri, improvvisatisi politici, corrotti o ammansiti furbescamente
nel conformismo più allettante e obbligatorio per chi aspirava a far carriera.
[52]Secondo documenti trovati da
Joshua Paul, ricercatore della Georgetown University di Washington
nell’US National Archives, di Washington, per favorire una
Unione Europea controllata dagli USA, è statò costituito nel 1948, l’
ACUE (
American Committee for United Europe). il “
Comitato americano per l’Europa unita.” Presidente, come sappiamo, era
Donovan, vice-presidente è stato
Allen Dulles, che negli anni Cinquanta divenne direttore della CIA. Inoltre si sfruttò anche la collaborazione organizzativa del generale
Walter Bedell Smith, che in seguito fu primo direttore della CIA. Vi operavano anche discretamente decine di
agenti ex-OSS (branca “Guerra psicologica”), che si muovevano dentro e fuori la CIA. Il finanziamento dell’ ACUE veniva dalle
fondazioni Ford e Rockefeller, nonché da gruppi di
business con stretti legami con il governo degli Stati Uniti. Il capo della Fondazione Ford, ex-agente OSS
Paul Hoffman,
fu preposto come capo dell’ACUE alla fine degli anni Cinquanta. Si
noti la disinvoltura con cui la plutocrazia mescola pubblico e privato,
anche nei finanziamenti;
ovviamente i finanziamenti secondo la
prassi plutocratica, producono la certezza del dominio, ma anche il
guadagno sui finanziamenti versati.. Lo stesso Joshua Paul ha documentato che la ACUE (
American Committee for United Europe). ha finanziato il
Movimento europeo (
United European Movement), la più importante organizzazione federalista negli anni del dopoguerra. La
Campagna europea della gioventù, un braccio del
Movimento europeo,
è stata interamente finanziata e controllato da Washington. Ad
esempio, il regista belga, barone Boel, tanto per citarne uno, ha
ricevuto i pagamenti mensili in un conto speciale. Il 19 settembre 2000,
il ”
Telegraph” britannico ha rivelato finalmente: “
Eurofederalisti finanziati dai capi dello spionaggio statunitense “.
[53]Pertanto, due istituzioni (
Commissione e Consiglio),
che sono dominate da pochi personaggi, hanno tutto il potere nella
Comunità Europea. L’unica istituzione formalmente rispettosa dei
dettami democratici è il
Parlamento europeo, ma non viene consultato su questioni importanti.
Si fanno proprio chiacchiere accademiche per mantenere le apparenze,
chiacchiere molto spesso del tutto inutili, ma sempre troppo ben
pagate. Poiché il diritto comunitario è stato imposto al di sopra del
diritto nazionale, i
Parlamenti nazionali sono stati privati del loro potere a favore di un Parlamento che non decide le questioni importanti: un’evidente e sfacciatamente arrogante violazione dei diritti degli Stati membri da parte della UE.
[54]A
Davos, in Svizzera, si svolge il consueto
World Economic Forum , la consueta carrellata di big della politica, dell’economia e delle imprese.
[55]la cui presenza è stata stabilita con
accordi segreti, in spregio alla sovranità nazionale,
presi nel 1944 dal CLN con le truppe di occupazione anglo-americane, che non sono noti se non al capo del governo e ad alcuni membri dello stesso,
[56]Mauro Bulgarelli, ex deputato verde, ha denunciato: “Ogni anno gli italiani versano in media 400 milioni di euro per le basi Usa Nato”.
www.youtube.com/watch?v=_WMWLvxDvco pubblicato in data 05/aprile 2013. L'Organizzazione del Trattato dell'Atlantico del Nord (viene comunemente denominata
NATO: in inglese
North Atlantic Treaty Organization.
Il trattato istitutivo della NATO, il Patto Atlantico, fu firmato a
Washington, D.C. da dodici Stati (Belgio, Canada, Danimarca, Francia,
Islanda, Italia, Lussemburgo, Paesi Bassi, Norvegia, Portogallo, Regno
Unito, Stati Uniti)
il 4 aprile 1949 ed entrò in
vigore il 24 agosto dello stesso anno. Dal 1952 al 1969 altri sedici
stati aderiranno al patto. Nel 1949 incontrò una forte resistenza
francese, trascinatasi a lungo per i timori francesi, complicati da
interferenze sovietiche per l’Indocina francese. La rsitenza francese
si ammorbidì dopo l’impegno della Repubblica Federale di Germania a non
armarsi di bombe atomiche, di armi chimiche e e biologiche. E solo
allora la Repubblica Federale di Germania divenne a pieno titolo un
membro della NATO. Il giorno prima era entrato in vigore lo Statuto
europeo sulla Saar. Quando gli Alti Commissari alleati dichiararono la
fine del regime di occupazione, questo cessò ufficialmente. La
Repubblica Federale di Germania era rientrata a far parte formalmente
del consesso delle nazioni, ma restò occupata militarmente anche più di
prima. Vedasi: “
Helga Haftendorn analizza le discussioni e gli
eventi che 50 anni fa hanno caratterizzato l'adesione della Germania
alla NATO.” .
[57].
Un cds è una scommessa
fatta da un terzo rispetto alla bancarotta o meno di un altro titolo
(spesso fatta nel caso in cui colui che fa la scommessa non e' il
proprietario del titolo di cui si tratta: “
naked cds”,
cds allo scoperto).
E' come scommettere su un cavallo che appartiene ad un altro. Sembra
una fantasia di un cervello malato, ma si tratta di un caso reale che
ha trovato milioni di investitori, producendo danni gravissimi, un mix
infernale di gioco d’azzardo e finanza, A ben pensare, i
cds
sono illegali: se fossero polizze di assicurazione, bisognerebbe
incriminare i venditori perché non hanno fatto le formalità legali per
registrarsi come società assicuratrici, ne' hanno le riserve di
capitale: chiunque può vendere
cds anche se non ha risorse ne' fondi. Se i
cds
si valutassero come giochi di azzardo, allora bisognerebbe incriminare
i venditori come operatori di una bisca fuorilegge. Si potrebbe quindi
colpire i
cds senza nuove leggi, solo con quelle già
esistenti. Evidentemente manca la volontà di intervenire. Pertanto,
nella primavera del 2011, il ministro tedesco delle finanze Shauble ha
introdotto una serie di misure contro i
cds allo scoperto (
naked credit default swaps): si tratta di misure che hanno avuto un
effetto positivo per la stabilità dell'euro e delle obbligazioni dell'eurolandia. L'ufficio di Londra di AIG aveva emesso
cds per 3 mila miliardi di dollari. più del prodotto nazionale lordo della Francia. I
cds hanno distrutto la più grande ditta assicuratrice del mondo
, l'AIG, nel settembre 2008, ma iI cancro dei
derivatives continua a crescere. I fatti che più ci riguardano ci dicono che i
cds
sono stati impiegati per scatenare vere e proprie ondate speculative,
come quella che ha colpito la Grecia e che ha attaccato l’euro, è per
questo che in Europa ma anche negli Stati Uniti si cerca di intervenire
per combattere questi strumenti micidiali.
[58] prof. Nikolai Staricov, del quale sono stati pubblicati tutti I seguenti libri;"
· Who Killed the Russian Empire? The Major Mystery of 20th Century.", Moscow, Yauza, Eksmo, 2006. (in Russian)
· "Myths and Truth about Civil War. Who Finished Off Russia?", Moscow, Yauza, Eksmo, 2006. (in Russian)
· "Betrayed Russia. Our 'Allies' from Godunov to Nicholas II.", Moscow, Yauza, Eksmo, 2007. (in Russian)
· "From Decembrists to Mujahids", St. Petersburg, Piter, 2008. (in Russian)
· "Who Forced Hitler to Attack Stalin?", St. Petersburg, Piter, 2008. (in Russian)
· "Chercher la Oil. Why Our Stabilizing Fund is Placed There?", St. Petersburg, Piter, 2008. (in Russian)
· "Crisi$: How is It Organized", St. Petersburg, Piter, 2009. (in Russian)
· "Saving Dollar is War", St. Petersburg, Piter, 2009. (in Russian)
· "The nationalization of the ruble is the path to freedom of Russia.", St. Petersburg, Piter, 2011. (in Russian).
· "Crisis: How to do it (+ audio CD, read the author)", St. Petersburg, Piter, 2011. (in Russian).
· "Chaos and Revolution is the weapon of the dollar.", St. Petersburg, Piter, 2011. (in Russian).
Krushov. poi, nel 1962 abolì il
rublo d'oro e riallacciò i rapporti con gli Stati Uniti.
[59]Pericoloso, ovviamente perché
lesivo di troppi ed enormi interessi.