TOGLIATTI E
LE RESPONSABILITA' NEI GULAG RUSSI
Per anni i lager
presenti in Russia sono stati una sorta di verità nascosta,per
anni chi sapeva ha taciuto e solo in tempi recenti,la stampa di
regime ha permesso che venisse fuori qualcosa di abominevole sui
lager russi,i “gulag” appunto.
Nei gulag finivano oppositori politici ed ogni genere di nemico della rivoluzione russa,e nella seconda guerra mondiale divenirono i luoghi di prigionia per migliaia di soldati dell’Asse catturati,tra i quali i soldati italiani dell’ARMIR.
Molti di questi prigionieri perirono durante il loro “soggiorno” in questi lager per le condizioni disumane a cui erano sottoposti,ma ci fu mai un grado di colpevolezza da parte della dirigenza del partito comunista italiano nella scarcerazione di questi prigionieri di guerra?
Oggi possiamo affermare con certezza che un uomo,un noto esponente del P.C.I. fu corresponsabile della mancata scarcerazione dei prigionieri italiani e complice nel silenzio di ciò che gli italiani dovettero subire in quei campi di morte.
Quest’uomo è passato alla storia con l’appellativo de “Il Migliore”,al secolo Palmiro Togliatti uno dei più importanti esponenti comunisti nella storia d’Italia.
La sua complicità in molteplici abominevoli azioni è nota,ma una su tutte dovrebbe chiarire a chi non conoscesse il personaggio che razza di uomo potesse essere.
Durante la sua permanenza in Russia,alle dipendenze del tiranno Stalin,a chi gli chiedeva d’intercedere presso il “baffone”(Stalin)in favore dei prigionieri italiani rispose:”Se un buon numero di prigionieri morirà in conseguenza delle dure condizioni di fatto non ci trovo assolutamente nulla da dire. Anzi,il fatto che per migliaia e migliaia di famiglie la guerra di Mussolini e soprattutto la spedizione contro la Russia si concludano con una tragedia,con un lutto personale,è il migliore,il più efficace degli antidoti. Io non sostengo che i prigionieri si debbano sopprimere,ma nelle durezze che possono provocare la fine di molti di loro,non riesco a vedere altro che la concreta espressione di quella giustizia che il vecchio Hegel diceva di essere immanente in tutta la storia”
E’ quindi con queste parole che Togliatti liquida chi chiedeva un atto di clemenza dovuto a chi era rimasto vittima di quella guerra sul fronte russo,dimostrando uno spiccato senso di inumanità e la sua complicità nelle sofferenze che i nostri connazionali dovettero subire nei lager stalinisti.
Le cifre dei morti italiani nei gulag russi,non sono note,ma sappiamo che incontrarono la morte decine e decine di migliaia di coraggiosi ragazzi italiani che combatterono per liberare il popolo russo dal giogo stalinista.
Da alcuni resoconti,nelle parole di Togliatti emerge anche un convincimento dell’inferiorità degli italiani rispetto ai sovietici;durante il XVI Congresso del P.C.U.S.(Partito Comunista Unione Sovietica) Il Migliore affermò:”E’ per me motivo di particolare orgoglio aver rinunciato alla cittadinanza italiana perché come italiano mi sentivo un miserabile mandolinista e nulla più. Come cittadino sovietico sento di valere dieci volte di più del migliore italiano”,a parlare è lo stesso uomo che nel 1936 chiedeva al governo fascista il rientro in patria redigendo un Manifesto sottoscritto da molte Comunisti italiani in esilio per motivi politici,i quali aderivano addirittura al manifesto dei Fasci di Combattimento del 1919!
Oggi a Togliatti sono dedicate strade,nomi di sezioni di partito,ed è insito nella popolazione italiana un ricordo tutto sommato positivo del compagno Togliatti, bisogna invece prendere coscienza che fu corresponsabile nella morte di decine di migliaia di connazionali e quindi è tutto fuorché un eroe,fuorché “il Migliore”…
Storiografia di Palmiro Togliatti
Palmiro Togliatti nasce a Genova nel 1893 in una famiglia medio borghese,frequentando con successo le scuole superiori fino ad arrivare alla laurea in giurisprudenza all’Universita’ di Torino,dove entrò in contatto con frange socialiste tra i quali conobbe anche il giovane Antonio Gramsci.
Entra nel 1914 nel P.S.I.,ma ne esce quasi immediatamente per le sue posizioni interventiste avvicinandosi a quella minoranza socialista con posizioni dette di “interventismo democratico” che faceva capo a Bissolati e Salvemini,questi fuoriusciti vedevano nel conflitto l’opportunità di completare l’operazione unitaria risorgimentale inglobando nel Regno d’Italia i territori irredenti di Trento e Trieste, dell’Istria e della Dalmazia a questo punto sembrerebbe incredibile che lo stesso Togliatti dapprima sostenitore della riunificazione dell’Italia irredenta, in nome dell’Internazionale comunista solo pochi anni più tardi appoggerà la campagna di de-italianizzazione del Nord Est che come sappiamo sfocerà nell’eccidio di migliaia di italiani da parte di partigiani titini e partigiani italiani comunisti con il beneplacito delle varie organizzazioni di liberazione partigiane.
Dopo la conclusione del Primo Conflitto Mondiale,Togliatti ritorna nel P.S.I. e si avvicina all’ala più dura e intransigente del movimento e incontra nuovamente il suo vecchio amico Gramsci,con il quale fonda solo due anni più tardi,nel 1919 il periodico “Ordine Nuovo” partecipando ai consigli di fabbrica nella calda area torinese e non solo.
Appena tre anni più tardi,in occasione del Congresso del Partito Socialista del 1921,a Livorno,partecipa alla fondazione del P.C.d’I.,abbranciando le tesi Leniniste che avevano portato nel 1917 alla Rivoluzione d’Ottobre in Russia. Togliatti collaborò fino al 1926 con il Partito Comunista scrivendo opere propagandistiche sotto lo pseudonimo di Ercole Ercoli,che utilizzerà per molto tempo,fino a quando non fu minacciato di morte da Fascisti delle squadre d’azione,riparò quindi a Mosca,divenendo un convinto sostenitore dello Stalinismo; da Mosca,Togliatti assistette all’arresto del suo compagno di lotta Antonio Gramsci ma,non si conosce fino a che punto vi sia potuta essere stato un tacito assenso de il Migliore,che guadagnò dall’arresto di Gramsci,la dirigenza del Partito per un periodo complessivo di 36 anni,dal 1927 al 1964,e lo rese leader incontrastato del comunismo italiano al servizio di Mosca,in quanto gli altri leader storici del P.C.d’I. o furono arrestati o vennero espulsi dal regime Fascista.
Nell’Agosto del 1936,Togliatti redige assieme a 64 intellettuali comunisti il “MANIFESTO PER LA SALVEZZA DELL' ITALIA E LA RICONCILIAZIONE DEL POPOLO ITALIANO “,un documento nel quale codesti intellettuali, esaltavano la propria patria e facevano loro il manifesto dei fasci di combattimento del 1919,dichiarandosi fieri d’essere italiani e vicini ai fascisti che facevano grande l’Italia combattendo in Africa Orientale per darle l’Impero;la manovra di riavvicinamento degli esiliati verso la loro terra natia che godeva in quegli anni della massima affermazione in campo internazionale non riuscì,e Togliatti fu “costretto” a ripiegare,all’incarico di rappresentante del P.C.I. nella Terza Internazionale,della quale fu nominato segretario nell’immediato 1937.
Il Migliore,continuò la sua campagna(sotto delega di Mosca) come rappresentante della Terza Internazionale al servizio del governo democratico della Spagna prima della conquista del paese dal generale Francisco Franco coadiuvato dalle potenze dell’Asse.
Al momento dello scoppio del II conflitto mondiale,fu arrestato mentre si trovava in Francia,ma anche questa volta riuscì a riparare in URSS,rimettendosi sotto l’ala protettrice di Stalin e solo il 27 Marzo 1944,con la caduta del regime Fascista,riuscì a tornare in Italia mettendosi al servizio del governo Badoglio,e impegnando al massimo il suo partito,che nel frattempo si era trasformato in P.C.I.,nella lotta al Fascismo e al Nazionalsocialismo tedesco.
Di ritorno dal comodo esilio moscovita,Togliatti per essere in linea con la condotta del suo partito e per rompere definitivamente i suoi “presunti rapporti” col regime fascista,dimostrato dal manifesto che anch’egli firmò nell’Agosto ‘36, diede una nuova interpretazione al fenomeno fascista basato sulla rielaborazione delle tesi gramsciane,nelle quali il fascismo è visto come il prodotto della crisi della borghesia italiana, una borghesia che non si è evoluta, che non ha avuto una maturazione democratica e preferisce il corporativismo e la violenza alla libertà ed alla lotta politica;quindi nuovamente in piena contraddizione con ciò che affermò solo qualche anno prima.
Durante la guerra civile degli anni 1944-1945,condusse il P.C.I.,e relativi partigiani,all’occupazione militare dell’Italia in chiave “filo-alleata”,e non è ben chiaro il ruolo che giocò nella vicenda della Strage di Via Rasella,ove caddero militi sud-tirolesi(quindi italiani) incamerati nelle truppe germaniche,numerosi civili anche giovanissimi. Il vile attentato partigiano,sfociò nella rappresaglia delle Fosse Ardeatine;va chiarito che la rappresaglia era prevista dalle leggi di guerra solo nel caso in cui gli attentatori non si fossero consegnati alle autorità germaniche e come volevasi dimostrare gli attentatori in coerenza con il motto partigiano “colpire e poi fuggire”,non si presentarono condannando a morte così più di 300 innocenti che dovettero pagare per la viltà dimostrata dai partigiani.
Gli anni immediatamente successivi al dopoguerra fino al 1964,anno della sua morte,furono gli anni di maggiore impegno politico de il Migliore quest’ultimo ricoprì infatti più volte l’incarico di ministro in vari governi di coalizione,e prima ancora collaborò per la stesura della Costituzione della Repubblica Italiana.
Nell’estate del 1948,dopo essere uscito dalla sconfitta elettorale dell’Aprile del medesimo anno,Palmiro Togliatti subì un attentato da parte di un giovane, Antonio Pallante, studente universitario venticinquenne,gli sparò contro alcuni colpi di rivoltella ferendolo in modo grave,ma non in modo tale da ucciderlo;il giovane fu subito riconosciuto come vicino all’estrema destra e in tutta Italia si levarono manifestazioni di protesta che rasentarono quasi l’insurrezione armata che non scoppiò,ma lasciò sulla strada decine di vittime tra forze dell’ordine,manifestanti comunisti e presunti fascisti attaccati per rappresaglia,come la sede dell’M.S.I. di Genova che fu devastata dai manifestanti.
La vita di Togliatti finisce in una calda giornata di Agosto del 1964 a Yalta,in soggiorno nella sua seconda,o forse è meglio dire prima casa,l’Unione Sovietica,a causa di un ictus celebrale(o infarto,la causa non è chiara). Muore un leader,un comunista,quale migliori parole se non quelle di Enzo Biagi per chiudere questo articolo sulla vita del Migliore apparse sull’Europeo nel 1964“…Nel 1922 rischia di essere fucilato da un plotone di camice nere; nel 1937, ad Alicante, sfugge miracolosamente ai moschetti dei falangisti che lo hanno messo contro un muro; nel 1948 scampa alle rivoltellate dell’esaltato Pallante. Muore ad Artek, in una dolce, rarefatta aria cecoviana, e la morte lo raggiunge sotto un bosco di betulle, mentre sta facendo un discorsetto in lingua russa ai pionieri del campo. I bambini gli sono sempre piaciuti”…già i bambini gli sono sempre piaciuti,sarebbe bello che Biagi lo andasse a raccontare a chi è dovuto crescere orfano del padre milite morto nei gulag russi o in vili attentati partigiani di cui Togliatti fu corresponsabile.
Nei gulag finivano oppositori politici ed ogni genere di nemico della rivoluzione russa,e nella seconda guerra mondiale divenirono i luoghi di prigionia per migliaia di soldati dell’Asse catturati,tra i quali i soldati italiani dell’ARMIR.
Molti di questi prigionieri perirono durante il loro “soggiorno” in questi lager per le condizioni disumane a cui erano sottoposti,ma ci fu mai un grado di colpevolezza da parte della dirigenza del partito comunista italiano nella scarcerazione di questi prigionieri di guerra?
Oggi possiamo affermare con certezza che un uomo,un noto esponente del P.C.I. fu corresponsabile della mancata scarcerazione dei prigionieri italiani e complice nel silenzio di ciò che gli italiani dovettero subire in quei campi di morte.
Quest’uomo è passato alla storia con l’appellativo de “Il Migliore”,al secolo Palmiro Togliatti uno dei più importanti esponenti comunisti nella storia d’Italia.
La sua complicità in molteplici abominevoli azioni è nota,ma una su tutte dovrebbe chiarire a chi non conoscesse il personaggio che razza di uomo potesse essere.
Durante la sua permanenza in Russia,alle dipendenze del tiranno Stalin,a chi gli chiedeva d’intercedere presso il “baffone”(Stalin)in favore dei prigionieri italiani rispose:”Se un buon numero di prigionieri morirà in conseguenza delle dure condizioni di fatto non ci trovo assolutamente nulla da dire. Anzi,il fatto che per migliaia e migliaia di famiglie la guerra di Mussolini e soprattutto la spedizione contro la Russia si concludano con una tragedia,con un lutto personale,è il migliore,il più efficace degli antidoti. Io non sostengo che i prigionieri si debbano sopprimere,ma nelle durezze che possono provocare la fine di molti di loro,non riesco a vedere altro che la concreta espressione di quella giustizia che il vecchio Hegel diceva di essere immanente in tutta la storia”
E’ quindi con queste parole che Togliatti liquida chi chiedeva un atto di clemenza dovuto a chi era rimasto vittima di quella guerra sul fronte russo,dimostrando uno spiccato senso di inumanità e la sua complicità nelle sofferenze che i nostri connazionali dovettero subire nei lager stalinisti.
Le cifre dei morti italiani nei gulag russi,non sono note,ma sappiamo che incontrarono la morte decine e decine di migliaia di coraggiosi ragazzi italiani che combatterono per liberare il popolo russo dal giogo stalinista.
Da alcuni resoconti,nelle parole di Togliatti emerge anche un convincimento dell’inferiorità degli italiani rispetto ai sovietici;durante il XVI Congresso del P.C.U.S.(Partito Comunista Unione Sovietica) Il Migliore affermò:”E’ per me motivo di particolare orgoglio aver rinunciato alla cittadinanza italiana perché come italiano mi sentivo un miserabile mandolinista e nulla più. Come cittadino sovietico sento di valere dieci volte di più del migliore italiano”,a parlare è lo stesso uomo che nel 1936 chiedeva al governo fascista il rientro in patria redigendo un Manifesto sottoscritto da molte Comunisti italiani in esilio per motivi politici,i quali aderivano addirittura al manifesto dei Fasci di Combattimento del 1919!
Oggi a Togliatti sono dedicate strade,nomi di sezioni di partito,ed è insito nella popolazione italiana un ricordo tutto sommato positivo del compagno Togliatti, bisogna invece prendere coscienza che fu corresponsabile nella morte di decine di migliaia di connazionali e quindi è tutto fuorché un eroe,fuorché “il Migliore”…
Storiografia di Palmiro Togliatti
Palmiro Togliatti nasce a Genova nel 1893 in una famiglia medio borghese,frequentando con successo le scuole superiori fino ad arrivare alla laurea in giurisprudenza all’Universita’ di Torino,dove entrò in contatto con frange socialiste tra i quali conobbe anche il giovane Antonio Gramsci.
Entra nel 1914 nel P.S.I.,ma ne esce quasi immediatamente per le sue posizioni interventiste avvicinandosi a quella minoranza socialista con posizioni dette di “interventismo democratico” che faceva capo a Bissolati e Salvemini,questi fuoriusciti vedevano nel conflitto l’opportunità di completare l’operazione unitaria risorgimentale inglobando nel Regno d’Italia i territori irredenti di Trento e Trieste, dell’Istria e della Dalmazia a questo punto sembrerebbe incredibile che lo stesso Togliatti dapprima sostenitore della riunificazione dell’Italia irredenta, in nome dell’Internazionale comunista solo pochi anni più tardi appoggerà la campagna di de-italianizzazione del Nord Est che come sappiamo sfocerà nell’eccidio di migliaia di italiani da parte di partigiani titini e partigiani italiani comunisti con il beneplacito delle varie organizzazioni di liberazione partigiane.
Dopo la conclusione del Primo Conflitto Mondiale,Togliatti ritorna nel P.S.I. e si avvicina all’ala più dura e intransigente del movimento e incontra nuovamente il suo vecchio amico Gramsci,con il quale fonda solo due anni più tardi,nel 1919 il periodico “Ordine Nuovo” partecipando ai consigli di fabbrica nella calda area torinese e non solo.
Appena tre anni più tardi,in occasione del Congresso del Partito Socialista del 1921,a Livorno,partecipa alla fondazione del P.C.d’I.,abbranciando le tesi Leniniste che avevano portato nel 1917 alla Rivoluzione d’Ottobre in Russia. Togliatti collaborò fino al 1926 con il Partito Comunista scrivendo opere propagandistiche sotto lo pseudonimo di Ercole Ercoli,che utilizzerà per molto tempo,fino a quando non fu minacciato di morte da Fascisti delle squadre d’azione,riparò quindi a Mosca,divenendo un convinto sostenitore dello Stalinismo; da Mosca,Togliatti assistette all’arresto del suo compagno di lotta Antonio Gramsci ma,non si conosce fino a che punto vi sia potuta essere stato un tacito assenso de il Migliore,che guadagnò dall’arresto di Gramsci,la dirigenza del Partito per un periodo complessivo di 36 anni,dal 1927 al 1964,e lo rese leader incontrastato del comunismo italiano al servizio di Mosca,in quanto gli altri leader storici del P.C.d’I. o furono arrestati o vennero espulsi dal regime Fascista.
Nell’Agosto del 1936,Togliatti redige assieme a 64 intellettuali comunisti il “MANIFESTO PER LA SALVEZZA DELL' ITALIA E LA RICONCILIAZIONE DEL POPOLO ITALIANO “,un documento nel quale codesti intellettuali, esaltavano la propria patria e facevano loro il manifesto dei fasci di combattimento del 1919,dichiarandosi fieri d’essere italiani e vicini ai fascisti che facevano grande l’Italia combattendo in Africa Orientale per darle l’Impero;la manovra di riavvicinamento degli esiliati verso la loro terra natia che godeva in quegli anni della massima affermazione in campo internazionale non riuscì,e Togliatti fu “costretto” a ripiegare,all’incarico di rappresentante del P.C.I. nella Terza Internazionale,della quale fu nominato segretario nell’immediato 1937.
Il Migliore,continuò la sua campagna(sotto delega di Mosca) come rappresentante della Terza Internazionale al servizio del governo democratico della Spagna prima della conquista del paese dal generale Francisco Franco coadiuvato dalle potenze dell’Asse.
Al momento dello scoppio del II conflitto mondiale,fu arrestato mentre si trovava in Francia,ma anche questa volta riuscì a riparare in URSS,rimettendosi sotto l’ala protettrice di Stalin e solo il 27 Marzo 1944,con la caduta del regime Fascista,riuscì a tornare in Italia mettendosi al servizio del governo Badoglio,e impegnando al massimo il suo partito,che nel frattempo si era trasformato in P.C.I.,nella lotta al Fascismo e al Nazionalsocialismo tedesco.
Di ritorno dal comodo esilio moscovita,Togliatti per essere in linea con la condotta del suo partito e per rompere definitivamente i suoi “presunti rapporti” col regime fascista,dimostrato dal manifesto che anch’egli firmò nell’Agosto ‘36, diede una nuova interpretazione al fenomeno fascista basato sulla rielaborazione delle tesi gramsciane,nelle quali il fascismo è visto come il prodotto della crisi della borghesia italiana, una borghesia che non si è evoluta, che non ha avuto una maturazione democratica e preferisce il corporativismo e la violenza alla libertà ed alla lotta politica;quindi nuovamente in piena contraddizione con ciò che affermò solo qualche anno prima.
Durante la guerra civile degli anni 1944-1945,condusse il P.C.I.,e relativi partigiani,all’occupazione militare dell’Italia in chiave “filo-alleata”,e non è ben chiaro il ruolo che giocò nella vicenda della Strage di Via Rasella,ove caddero militi sud-tirolesi(quindi italiani) incamerati nelle truppe germaniche,numerosi civili anche giovanissimi. Il vile attentato partigiano,sfociò nella rappresaglia delle Fosse Ardeatine;va chiarito che la rappresaglia era prevista dalle leggi di guerra solo nel caso in cui gli attentatori non si fossero consegnati alle autorità germaniche e come volevasi dimostrare gli attentatori in coerenza con il motto partigiano “colpire e poi fuggire”,non si presentarono condannando a morte così più di 300 innocenti che dovettero pagare per la viltà dimostrata dai partigiani.
Gli anni immediatamente successivi al dopoguerra fino al 1964,anno della sua morte,furono gli anni di maggiore impegno politico de il Migliore quest’ultimo ricoprì infatti più volte l’incarico di ministro in vari governi di coalizione,e prima ancora collaborò per la stesura della Costituzione della Repubblica Italiana.
Nell’estate del 1948,dopo essere uscito dalla sconfitta elettorale dell’Aprile del medesimo anno,Palmiro Togliatti subì un attentato da parte di un giovane, Antonio Pallante, studente universitario venticinquenne,gli sparò contro alcuni colpi di rivoltella ferendolo in modo grave,ma non in modo tale da ucciderlo;il giovane fu subito riconosciuto come vicino all’estrema destra e in tutta Italia si levarono manifestazioni di protesta che rasentarono quasi l’insurrezione armata che non scoppiò,ma lasciò sulla strada decine di vittime tra forze dell’ordine,manifestanti comunisti e presunti fascisti attaccati per rappresaglia,come la sede dell’M.S.I. di Genova che fu devastata dai manifestanti.
La vita di Togliatti finisce in una calda giornata di Agosto del 1964 a Yalta,in soggiorno nella sua seconda,o forse è meglio dire prima casa,l’Unione Sovietica,a causa di un ictus celebrale(o infarto,la causa non è chiara). Muore un leader,un comunista,quale migliori parole se non quelle di Enzo Biagi per chiudere questo articolo sulla vita del Migliore apparse sull’Europeo nel 1964“…Nel 1922 rischia di essere fucilato da un plotone di camice nere; nel 1937, ad Alicante, sfugge miracolosamente ai moschetti dei falangisti che lo hanno messo contro un muro; nel 1948 scampa alle rivoltellate dell’esaltato Pallante. Muore ad Artek, in una dolce, rarefatta aria cecoviana, e la morte lo raggiunge sotto un bosco di betulle, mentre sta facendo un discorsetto in lingua russa ai pionieri del campo. I bambini gli sono sempre piaciuti”…già i bambini gli sono sempre piaciuti,sarebbe bello che Biagi lo andasse a raccontare a chi è dovuto crescere orfano del padre milite morto nei gulag russi o in vili attentati partigiani di cui Togliatti fu corresponsabile.
Articolo scritto da "sangue e onore" che ringrazio vivamente!
da IL RAS
Nessun commento:
Posta un commento