Mentre i barbari invasori anglo-americani,al servizio permanente dall'elite finanziaria ebraica,mettevano a ferro e fuoco l'Europa intera e radevano al suolo intere città, provocando la morte di milioni di civili innocenti,in Germania nasceva un eroico gruppo di resistenza chiamato Werwolf,nome preso direttamente dall'antica tradizione nordica dei "guerrieri lupo".
Questa resistenza non cedette mai fino all'ultimo,e causo seri danni ai vili invasori dei nostri territori; la becera propaganda mediatica imposta dal nemico invasore che dobbiamo subire dal 1946, ha diffamato con fantasiose menzogne prive di ogni reale verifica,chi è stato sconfitto proprio in quella guerra,per avvalorare la loro vile invasione e spacciarsi per liberatori,noi qui vi narriamo la storia del movimento di resistenza Werwolf,in cui ragazzi di giovanissima età diedero prova di grande valore e di un estremo sacrificio,che va ricordato con una rigorosa stima e ammirazione,un valore che indica la vera tempera dei nostri popoli.
La storia che vi stiamo per narrare parla di veri eroi che difesero la propria patria con l'estremo sacrificio,sapendo cosa sarebbe successo se sarebbe caduta nelle mani di questi servi dell'usura internazionale,come purtroppo poi avvenne.
Il ricordo del loro valore e delle loro azioni deve riecheggiare ed essere riportato alla luce,affinché la loro eroica resistenza non sia stata invano,essi sapevano bene chi era il nemico dei popoli,e al contrario di chi crede ancora alla favola dei liberatori,sapevano che le nostre terre andavano difese fino alla fine.
white wolf



Nel 1945, durante l' ultimo periodo della Seconda Guerra Mondiale, il Werwolf, Werewolf, o meno correttamente Wehrwolf, è il nome dato ad un'organizzazione clandestina, di resistenza nazista, istituita da Heinrich Himmler, e gestita dalle sue SS, per compiere atti di sabotaggio e di guerriglia; contro gli invasori Anglo-Americani.
L'organizzazione di queste Unità viene affidata da Himmler
all' Obergruppenführer SS Hans Prützmann.

Il movimento di Resistenza Nazionalsocialista tedesco, Werwolf, riprende, inoltre, un "Wehrwolf Bund", che già era esistito intorno agli anni '20; nell'area Nazionalista Germanica.
Come per i Fascisti Italiani, il Lupo, è sempre stato un simbolo molto importante, anche per i Nazionalsocialisti.
Secondo le trasmissioni di Radio Werwolf, i "Lupi mannari" sono gli "Uomini selvaggi": I Beserkir dell'antica mitologia teutonica. Adolf Hitler, il cui nome di battesimo significa, Nobile Lupo, è affascinato da questo Archetipo animale, e, all'inizio della sua attività politica, sceglie deliberatamente lo pseudonimo di Herr Wolf.



In seguito, egli battezza Wolfschlucht, Gola del lupo, il suo quartier generale in Francia; Werwolf , o Lupo mannaro, quello in Ucraina, e Wolfschabze, o Tana del lupo, quello stabilito nella in Prussia Orientale.

Nel Mein Kampf, Hitler parla delle sue truppe di assalto, e delle sue forze di sicurezza della SS, come di una schiera di Lupi, pronti a sbranare gli avversari.


"Il nostro nemico deve saperlo: ogni kilometro che egli vorrà percorrere nel nostro Paese, gli costerà fiumi di sangue. Ogni gruppo di case, ogni villaggio, ogni fattoria, ogni trincea, ogni cespuglio, ogni macchia, ogni bosco, verrà difeso da degli uomini, dei giovani, dei vecchi combattenti, e, se occorre, da delle donne e delle giovani fanciulle. Anche nella regione che essi crederanno di aver conquistato, la volontà di resistenza tedesca si attizzerà senza sosta nelle retrovie, e, come "lupi mannari" dei volontari sfideranno la morte, per colpire il nemico, e taglieranno le sue linee di rifornimento.
Il nostro nemico maledetto, deve scoprire ed apprendere che anche se gli riuscisse uno sfondamento, in qualche parte della Germania, gli attaccanti dovranno subire dei sacrifici equivalenti ad un suicidio nazionale."
Heinrich Himmler



Wolfsangel, il simbolo del Werwolf è preso dall'antica tradizione runica chiamato "Il Dente di Lupo",utilizzato nelle antiche tribù germaniche per protezione ed inciso su porte ed architravi. Nell'Agosto del 1944, Heinrich Himmler, che è stato posto a capo dell'armata interna, ha già formato 25 nuove divisioni di Volksgranadier, che dipendeono direttamente dai suoi comandi. In un discorso, pronunciato il 3 Agosto 1944, a Posen, davanti ai Gaulaiter, Himmler spiega i principi che devono guidare queste nuove divisioni:
"Ho chiesto ed ottenuto, dal Führer, di poter dare alle nuove divisioni il nome di "Divisioni di granatieri del popolo". Ho rigettato l'idea della Reichswehr, e tutto ciò che questo poteva rappresentare. Bisognava che trovassi un nome.
In quest'ora, io so che siamo impegnati in una guerra santa; Sento che l'Armata chiamata a vincere questa guerra, e con la quale noi vinceremo, sia l'Armata Nazionalsocialista del Popolo; il nome rivela, senza equivoci; che questa Armata sarà contraddistinta dal sigillo indelebile della dottrina Nazionalsocialista."
Attento alla Storia, come tutti i migliori Nazionalsocialisti, Himmler non ha mai accantonato l'idea di impiegare, nella Madre Patria, degli specialisti della guerriglia, appositamente addestrati a questo scopo. Egli ha stabilito dei parallelismi, fra l'occupazione Francese degli Stati Tedeschi, durante l'Epoca Napoleonica, i combattimenti nella Ruhr, del 1923, e la attuale posizione critica della Germania,; alla fine della Seconda Guerra Mondiale. Il 18 luglio del 1943, Himmler invia una copia dell'Editto del Landsturm, al capo della Formazione di guerriglia, o Bandenkampfverbände: il generale Bach-Zalewski, ordinandogli di studiarlo molto attentamente.
Evidentemente, Himmler pensa che le linee della guerriglia germanica potranno infliggere dei danni considerevoli agli invasori Alleati. Egli confida anche nel fatto che queste Unità saranno capaci di vincere la guerra, dopo una occupazione della Germania.
Himmler, sviluppa la sua visione, in un discorso che egli pronuncia il 26 luglio del 1944, dinnanzi ai corpi ufficiali di una divisione di granatieri: il 545° Volksgrenadier Division:
"Vi sono centinaia di punti di frizione. Se noi abbiamo la resistenza nervosa necessaria - e ce l'abbiamo - uno o l'altro degli Alleati finirà per lasciare questa coalizione, perché la guerra non ha più senso per lui, e, soprattutto, perché è moralmente a corto di forze. Il popolo non potrà più resistere. E, allorquando la Coalizione si sarà dissolta, la guerra sarà finita, e noi avremo la vittoria.

La vittoria è altrettanto certa, quanto lo era nel Novembre del 1918, e nel Gennaio del 1919, se noi avessimo avuto un governo stabile, nervi saldi, ed un popolo rimasto integralmente leale. Da questo punto di vista, nessun pericolo minaccia la Germania, perché voi sapete bene, e mi indirizzo particolarmente a voi, che mi siete stati affidati dal Führer, che da dieci anni io ho messo in custodia preventiva, tutti coloro che costituivano la feccia della Germania: i criminali di professione, gli asociali, e nessuno può immaginare l'importanza del contributo che essi offrono al nostro settore degli armamenti, in cui sono oggi i più assidui lavoratori.
Un terzo delle armi e del materiale utilizzato dalla Wermacht, viene fabbricato in questi campi; noi ci troviamo in una fortunata e felice situazione: non abbiamo più Ebrei nel paese, e, nello stesso tempo, abbiamo anche eliminato ogni focolaio di rivolta in mezzo al popolo.

Ora vengo ad un argomento che avete potuto cogliere attraverso tutti i miei discorsi. Ciò che io esigo da voi, lo porto in me stesso: una fede che nulla può spezzare, la fede nel Führer, laz fede nel Grande Reich Germanico; la fede nel nostro valore personale, e in noi stessi.


Si tratta di qualcosa che devo pretendere, e che vorrei, senza tanti giri di parole, far splendere in voi, come una fiamma sacra. Voi che esercitate un comando, avete il dovere di non perdere mai la vostra fede nella vittoria finale, la vostra fede nella missione del popolo germanico, e ciò in nessun istante, in nessun momento, per disperato che esso possa apparire. Voi non dovete mai lasciar penetrare, nel profondo di voi stessi, lo spirito mentitore, o il calcolo menzognero;"



In un discorso ai membri del neo ricostituito Volksturm, che egli pronuncia nella Prussia Orientale, e che viene radiodiffuso, Himmler, fiancheggiato dal gauleiter Erik Koch, e dal feldmaresciallo Wilhelm Keitel, affida alla Nazione Tedesca un messaggio chiave. Dopo una vibrante apertura, sulle note del "Volk ans Gewehr" (Popolo alle Armi!), Himmler pronuncia queste importanti parole, che costituiscono una nuova professione di fede, destinata a sostenere il coraggio, la fiducia nel Führer, e nella vittoria finale del popolo tedesco:
"Uomini del Volksturm! Sono passati 131 anni, da quando il 18 Ottobre 1813, al termine della sanguinosa ed assai mutevole battaglia di Lipsia, il popolo ha finalmente ottenuto la vittoria!
Con questa vittoria, il suolo tedesco è stato ripulito dall'armata, apparentemente invincibile, di Napoleone.... Oggi, 18 ottobre, giorno del ricordo, per gli abitanti di Lipsia, il nostro Führer e guerriero supremo, Adolf Hitler, chiama tutti i Tedeschi, dai 16 ai 60 anni, che sono ancora fra noi, e atti a portare le armi, a riunirsi alla Volksturm, per la difesa del suolo della Patria.


C'è stato il bisogno di tutti i metodi di persuasione, e del terrore dei giudeo-bolscevichi, per coinvolgere le masse nella battaglia, dai bambini fino ai vecchi.
Nello stesso momento, a Varsavia, capitale della Polonia tradita, il movimento ri resistenza è entrato in ribellione. Essi pensano che la Germania abbia perduto il potere di stroncare l'insubordinazione di questa città di parecchi milioni di abitanti, posta dietro il fronte Tedesco.

In otto settimane di combattimenti, che sono costate al popolo polacco più di 200.000 morti, e la distruzione completa della sua metropoli, la sollevazione è stata sradicata. E, per certo, bisogna ringraziare l'umanità tedesca, quanto la prudenza del generale polacco Bor, odiosamente ingannato ed abbandonato dagli Alleati, se l'ultimo quarti di un milione d'uomini, di donne, e dio bambini polacchi, perduti in mezzo a questo calderone, è potuto sfuggire alla morte certa, nei combattimenti di strada di questo spaventoso inferno.

... Attualmente, la Volksturm ha il compito di combattere fanaticamente il nemico, ogniqualvolta che, con il favore di uno sfondamento terrestre, o con un paracadutaggio, esso si infiltra nella nostra terra natale; di contenerlo, e, possibilmente, di sterminarlo.
Il nostro nemico deve saperlo: ogni kilometro che egli vorrà percorrere nel nostro Paese, gli costerà fiumi di sangue. Ogni gruppo di case, ogni villaggio, ogni fattoria, ogni trincea, ogni cespuglio, ogni macchia, ogni bosco, verrà difeso da degli uomini, dei giovani, dei vecchi combattenti, e, se occorre, da delle donne e delle giovani fanciulle.

A nche nella regione che essi crederanno di aver conquistato, la volontà di resistenza tedesca si attizzerà senza sosta nelle retrovie, e, come "lupi mannari" dei volontari sfideranno la morte, per colpire il nemico, e taglieranno le sue linee di rifornimento.
Il nostro nemico maledetto, deve scoprire ed apprendere che anche se gli riuscisse uno sfondamento, in qualche parte della Germania, gli attaccanti dovranno subire dei sacrifici equivalenti ad un suicidio nazionale.


Noi facciamo il giuramento di restare fedeli, come i nostri antenati, fedeli al Führer che l'Onnipotente ci ha inviato, fedeli al Reich che, unendo dopo secoli tutte le Stirpi germaniche, è e rimarrà ciò che è sempre stato: la Potenza regolatrice del Continente Europeo; fedeli al Popolo, e dunque a noi stessi, perché noi vogliamo difendere e preservare ciò che vi è di più prezioso: la vita eterna del popolo tedesco e germanico; le sue donne, i suoi bambini, e con essi, il suo sangue, che ha creato tante cose nobili per l'uomo.
Noi abbiamo appreso, per bocca stessa dei nostri nemici, ciò che ci dobbiamo attendere: la distruzione del nostro Paese, il disboscamento delle nostre foreste nazionali, la rovina della nostra economia, l'annientamento delle nostre città, l'incendio dei nostri villaggi, e lo sterminio del nostro popolo.

Si tratta di una questione di vita o di morte, e mai, e in nessun luogo, gli uomini del Volksturm sono autorizzati ad arrendersi o a capitolare. Se ad un dato momento, un comandante d'unità crede d'essere in una situazione disperata, o teme di abbandonare il combattimento, si applica al Volksturm la regola vigente nella nostra valorosa marina: Egli deve cedere il comando al subordinato- per giovane che esso sia- che ha la volontà di proseguire nella lotta.
Se tutti i membri della Nazione Germanica, conserveranno la fiducia e compiranno il proprio dovere, nelle dure settimane a venire, potranno ancora uscire vittoriosi dal conflitto, dato che essi sono armati esteriormente ed interiormente; ispirati da una fede sacra, e colmi di una feroce determinazione: a non risparmiare né il nostro sangue, né quello dello straniero, perché è la Nazione che lo esige.
Noi abbiamo la pîena fiducia, e siamo convinti, che al termine di tutte le difficoltà, e di tutti i sacrifici, di tutte le nostre sofferenze e delle nostre lotte, l'Onnipotente darà al Führer e al suo popolo una vittoria ampiamente meritata"






Tre giorni prima che la città devastata di Aquisgrana, cada in mano agli Americani, al termine di un accanito combattimento durato parecchi giorni, Heinrich Himmler, passando in rassegna i ranghi del Volksturm, afferma che quella città non verrà mai evacuata.

Nel frattempo, gli Alleati stabiliscono che i soldati tedeschi che operano dietro le loro linee in azioni di guerriglia, e senza segni distintivi, saranno considerati dei civili, e che, come tutti i civili tedeschi che blocchino la progressione delle armate alleate, saranno consegnati ai plotoni di esecuzione, senza beneficiare della protezione della convenzione di guerre di La Haye.
Disgustato e furioso,per l'accoglienza calorosa, dimostrata agli Alleati, da alcuni tedeschi ad Aquisgrana, Himmler redige il 18 ottobre 1944 una direttiva segreta, trasmessa a tutti gli alti gradi delle SS. Questo ordine afferma:
"Dai resoconti della stampa nemica, risulta che in certe zone, occupate dagli Anglo-Americani, la popolazione locale ha una condotta manifestatamene indegna. Pertanto, ordino, con effetto immediato:
1. Che alla riconquista di queste zone, i colpevoli siano immediatamente tradotti in giudizio.
2. Sulle retrovie del nemico, la nostra organizzazione deve, per ora, ottenere un effetto pedagogico, eseguendo le sentenze di morte contro i traditori.

In applicazione a questa decisione, Himmler ordina che ogni sindaco installato dagli Americani, nei territori da loro occupati, venga fucilato.
Per dirigere l'organizzazione segreta di sabotatori e di giustizieri, chiamata ad eseguire questi ordini, ed altri similari, Himmler chiama Hans Adolf Prützmann, uomo energico, intelligente, e pieno di spirito, che ha velocemente dato la scalata alla gerarchia delle SS.
Hans Prützmann è nato il 31 Agosto 1901 a Tolkemit, nella Prussia orientale, ed è cresciuto in una fattoria. Entrato molto giovane in politica, è diventato senatore della Prussia orientale, e, a 29 anni è entrato nell' Allgemeine SS, dove è stato ben presto nominato ufficiale. Come ufficiale viene decorato più volte: riceve la medaglia d'oro del NSDAP, la Croce di ferro di prima e seconda classe, con, spade, per avere fatto la guerra; come pure la molto ambita Croce Tedesca in Oro: per essersi distinto, alla testa del Kempgruppe "Prutzmann" in Unione Sovietica, dove ha partecipato alla lotta contro le bande di criminali "partigiani". Nel 1944 egli è già generale delle Waffen SS, e, per le sue indubbie capacità, entra a far parte della cerchia degli intimi di Himmler. Prützmann assiste anche alla Conferenza di Lubecca, fra Himmpler e il Conte Bernadotte.
Nel corso dell'estate del 1941, Prützmann viene inviato in Russia, in qualità di capo supremo delle SS e della Polizia. Himmler gli ha affidato il preciso compito di eliminare gli elementi criminali recidivi. Assolutamente leale, ed incondizionatamente fedele, Prützmann è il candidato ideale alla carica di "Ispettore generale della difesa speciale per il Reichsführer SS". I rapporti su di lui, sottolineano le sue eccezionali qualità, osservando che è intelligente, abile, cosciente del proprio valore, raramente irritabile, e, cosa essenziale, che sa pensare ed ascoltare.
Nell'autunno del 1944 durante un incontro tra il capo della Gioventù hitleriana Artur Axmann, l' SS-Obergruppenführer Hans Adolf Prützmann, il capo RSHA Ernst Kaltenbrunner, e il Waffen-SS Obsturmbannführer, Otto Skorzeny, Himmler espone il suo piano per il Werwolf.
Prützmann, nel 1943 capo SS, per il settore sud orientale e per l'Ucraina e, dal 1944, generale SS della polizia, assume la direzione dell'organizzazione, ed il compito di reclutare volontari organizzandone l' addestramento che sarà poi messo in pratica dagli SS-Jagdverband , o "squadre di caccia" di Skorzeny.






Otto Skorzeny afferma in un suo scritto, che, nel 1944, egli venne convocato da Himmler, al suo nuovo quartier generale di Hihenlynchen, assieme a Kaltenbrunner, Schellemberg e
all' Obergruppenführer Prützmann. All'Est, il 13 ottobre, la città di Riga era caduta in mano ai Russi, e, il 21, le armate sovietiche avevano preso anche Belgrado, penetrando nella Transilvania rumena, e bombardando la periferia di Budapest. Il Reich stesso era quindi minacciato.
"Si tratta, spiegò Himmler, di formare ed organizzare un movimento di resistenza, a cui Martin Bormann ha già dato il nome singolare di Werwolf, e che verrà organizzato dall'Obergruppenführer Prutzmann"
Una volta addestrate, le unità Werwolf passeranno, dalla guida dei ragazzi della Hitleriügend (HJ) a quelle d'ufficiali veterani dell'esercito e della Waffen SS.
Prutzmann, distaccato da Himmler, per organizzare il movimento di resistenza, nei settori in cui l'Armata americana minaccia di sfondare, assume l' SS-Brigadeführer Karl Pflaumer come suo vice, e contatta l'amministratore della Zona Ovest: il Generale SS Karl Gutenberger.

Poi, coadiuvato da Skorzeny, per l'approvigionamento di armi e materiali, presi agli Americani, si mette all'opera con entusiasmo, creando, per i membri del Werwolf, delle scuole di addestramento, e di formazione tecnica al sabotaggio, all'uccisione, e agli atti di resistenza attiva necessari.

Il Quartier Generale del Werwolf viene insediato nello Schloss Hülchrath, il Castello di Hülchrath, vicino alla città renana di Erkelenz.
I primi duecento volontari vengono reclutati, nonostante inizialmente vi siano dei problemi, nel raccogliere ed organizzare i Werwolf; perché tutti gli uomini abili sono già impiegati al fronte, o nella Volkssturm.
Per questo, si decide l'impiego dei giovanissimi della Hitlerjugend, e, alla fine di novembre, gli uomini di Otto Skorzeny impartiscono loro lezioni intensive: sulle tecniche di sabotaggio, di demolizione; sulle armi leggere, sulla sopravvivenza, e sulle radio comunicazioni. In Dicembre, Prützmann è già riuscito a mettere insieme 5000 giovani, per il nuovo movimento di resistenza; la maggior parte dei quali proviene dalle file della Waffen SS, della Hitlerjugend, e da altre organizzazioni giovanili nazionalsocialiste.
Prützmann cerca di organizzare altri centri d'addestramento, nei sobborghi di Berlino ed in Baviera; nelle cittadine di Hulcherath, Lübbecke, Eltville sul Reno, Neustrelitz, e Quenz am See.
Nello stesso periodo vengono approntati bunker speciali, vicini al fronte; da usare come depositi di armi e di materiali del Werewolf; prima che i luoghi vengano occupati dagli Alleati.
I membri della rete del Werewolf, sono muniti di documenti falsi, forniti dalla Gestapo, per potersi confondere, in anonimato, con la popolazione civile, assumendo la propria identità, di combattenti clandestini, solo nel corso delle operazioni previste.
A questi ragazzi, viene affidato un gran numero di compiti, che comprendono azioni di guerriglia e di contro-guerriglia; di ricognizione, di occultamento, di mimetizzazione, e di controllo dei movimenti delle truppe Alleate; con la conseguente selezione di bersagli ed obiettivi, uso di esplosivi, e delle armi leggere più sofisticate, per il cecchinaggio ed il sabotaggio di strade e materiali.
Gli Alleati, che secondo le direttive di Churchill di "Mettere a fuoco l'Europa" hanno incoraggiato e suscitato per ben sei anni, degli atti di terrorismo e resistenza violenta, contro le autorità germaniche, e i loro collaboratori, in tutta l'Europa occupata dai Nazionalsocialisti, sono, ora, ben consapevoli che un movimento di resistenza nazista, ben organizzato, rischia di compromettere completamente i loro piani, e quelli dei loro Burattinai dell'Alta Finanza ebraica; previsti per la Germania, e sono quindi ben decisi a soffocarle sul nascere questo nucleo di fanatici oppositori.










Dopo sei settimane d'assedio, il 21 ottobre 1944, Aquisgrana, completamente distrutta, cade in mano americana, ed il 30 ottobre del 1944, gli Alleati nominano, come sindaco della città occupata, l'avvocato Franz Oppenhoff. Si tratta della prima autorità "tedesca" imposta ai tedeschi dal nemico. Il Werwolf lo considera, ovviamente, un traditore, e lo condanna a morte. Per giustiziarlo, l'organizzazione pianifica la Unternehmen Karneval , Operazione Carnevale, alla quale partecipano Ilse Hirsch di 22 anni, l'Untersturmführer SS Wenzel, il suo operatore radio Sepp Leitgeb, Karl Heinz Hennemann, Eric Morgenschweiss, di 16 anni, ed Heidorn, di 17. Per preparare l'operazione, costoro s'incontrano nel Castello di Hülchrath.
Nel frattempo, Saul K. Padover , un ebreo esperto della guerra psicologica, inviato in Germania dal 1944 al 1949, e aggregato al 12° Corpo d' armata americano, si occupa anche lui dell' "Affare Aquisgrana". Egli non ha alcuna simpatia per il Sindaco nominato dagli Alleati, e, per questa ragione, assieme a due suoi colleghi, come lui ebrei: Sweet e Gittler, si oppone alla nomina di Oppenhoff, per il fatto che questi è un cattolico, e che la sua amministrazione si dimostra troppo tenera con i "Crucchi". Padover e colleghi, fanno pressioni su un comandante di nome Jones, per rimuovere Oppenhoff dalla sua carica, accusandolo, assieme al Vescovo di Aquisgrana, di avere protetto dei nazisti, inserendoli nell'amministrazione.

Per ironia della sorte, il giorno stesso in cui Padover invia i suoi velenosi rapporti al Generale Eisenhower, il Reichsführer Himmler dà il laconico comunicato:

"L' Oberbürgermeister di Aquisgrana, Oppenhoff, è stato condannato a morte. La sentenza verrà eseguita da W."
La sera del 28 marzo 1945, i giovani membri del commando Werwolf, vengono paracadutati nei sobborghi di Aquisgrana, città che Ilse Hirsch conosce perfettamente. Franz Oppenhoff, di 41 anni, sua moglie, ed i tre figli, vivono al n. 251 della Eupener Strasse. Una volta davanti alla casa, e fattisi aprire la porta, presentandosi come paracadutisti tedeschi in fuga, i ragazzi gli chiedono di poter entrare, per parlargli; e per poter ottenere dei lasciapassare.
Oppenhoff chiede loro di attendere, e se ne va per qualche istante. Quando ritorna, per riprendere la discussione, Wenzel e Leitgeb lo freddano con due colpi alla testa. È la Domenica delle Palme.
Mentre scappano dalla città, Ilse Hirsch vierne ferita dall'esplosione di una mina, e una scheggia uccide Sepp Leitgeb. Curata in ospedale la ragazza tornerà nella sua casa di Euskirchen.
Tutti i membri del commando, ad accezione del tenente Wenzel, verranno catturati, e processati, dopo la guerra.
Il "Processo Werwolf", tenuto ad Aquisgrana nell'ottobre del 1949, riconosce come colpevoli Henneman e Heidorn, che vengono condannati ad uno e quattro anni di carcere.
Ilse ed Eric Morgenschweiss vengono assolti; tenuto conto della loro età. Del tenente Wenzel si perdono le tracce, e se ne ignora completamente la sorte.
Il 29 marzo, la stampa nazista esulta, annunciando che il Sindaco di Aquisgrana, l'avvocato Franz Oppenhoff è stato giustiziato per ordine del Tribunale del Popolo, per avere collaborato con il nemico. Nello stesso tempo, un commando di Werwolf si trova in viaggio verso Colonia, con la missione di ritrovare ed abbattere Karl Winkler, il capo ebreo della polizia, nominato dagli Americani. Il tentativo di giustiziare Winkler fallisce, perché il commando non riesce ad avvicinare il proprio bersaglio.
Quattro giorni dopo l'eliminazione di Oppenhoff, il 1 aprile 1945, il Ministro della propaganda del Reich, Göebbels, annunciando alla radio l'avvenuta eliminazione di Oppenhoff, afferma che il braccio del partito arriva ancora molto lontano, e che i suoi Werwolf sono all'erta.
Il Dr. Goebbels, che invita con calore, la Nazione Tedesca, a costituire un'Armata Popolare, che vincerà gli Invasori Alleati,
vuole assumere la direzione delle operazioni Werwolf; esigendo delle azioni ancora più radicali.
Difatti, egli vede nel Werwolf, un movimento di giovani partigiani, destinato a compiere la propria missione non con delle azioni isolate, di guerriglia, ma, sempre più, con una Lotta clandestina: sistematica, coordinata, massiccia ed implacabile.
Per raggiungere questo obbiettivo, Goebbels incarica i suoi collaboratori di stampare un Giornale del Werwolf, nello stile dei primi opuscoli Nazionalsocialisti, e in cui essi devono evitare ogni considerazione di politica Nazionale od Estera, ed usare, quotidianamente, parole di lotta dura e rivoluzionaria, esortando la popolazione a sollevarsi coraggiosamente, come un pugno levato, contro i propri mortali nemici.
Ora dopo ora, Radio Werwolf profferisce le sue minacce, e giura di punire con la morte gli invasori Alleati, e tutti coloro che, tradendo il Popolo Tedesco e il Führer, cercheranno di scendere a patti con essi.

Questo è l'annuncio ufficiale, dell'esistenza del movimento clandestino di Resistenza; contro l'invasore. Altre radio danno la notizia, e il grido di battaglia della vecchia guardia nazionalsocialista torna a risuonare. Un intero programma di propaganda, del Werwolf, viene trasmesso dalla radio, giorno dopo giorno, e in questa occasione il popolo tedesco e i suoi invasori possono ascoltare una dichiarazione di Göebbels, che chiarisce il carattere, e gli scopi, del movimento clandestino di resistenza:
Il Werwolf è un'organizzazione nata dallo spirito nazionalsocialista. Esso non si preoccupa dei limiti imposti alle nostre forze combattenti regolari. Tutti i mezzi sono legittimi per infliggere danni al nemico.
Noi non abbiamo alcuna intenzione di nasconderci, e di fare un lavoro da servizi segreti; al contrario! Il nemico deve sapere con precisione ciò che prepariamo, e ciò che facciamo.
Le incursioni terroristiche degli Alleati, hanno distrutto con le bombe le nostre città dell'ovest. Le donne ed i bambini, che muoiono lungo il Reno, ci hanno insegnato ad odiare.
Il sangue e le lacrime dei nostri uomini, massacrati, delle spose oltraggiate, dei bambini uccisi, nelle aree occupate dai Russi gridano vendetta.
Coloro che agiscono nel Werwolf dichiarano, in questo proclama, la loro ferma e risoluta decisione di restare fedeli al loro giuramento: di non arrendersi mai al nemico, anche se stiamo soffrendo, in condizioni spaventose, e possediamo solo limitate risorse.

Disprezziamo i confort borghesi, resistiamo, lottiamo, facciamo fronte, con onore, alla possibile morte; torneremo a vincere, uccidendo chi avrà attentato alla nostra stirpe.
Ogni mezzo è giustificato, se apporta danni al nemico.
Il Werwolf ha le sue corti di giustizia, che decidono la vita o la morte del nemico; come quella dei traditori del nostro popolo. Il nostro movimento, scaturisce dal desiderio di libertà del popolo, ed è votato all'onore della Nazione tedesca, di cui ci consideriamo i guardiani.

Se il nemico ci ritiene deboli, crederà di poter ridurre in schiavitù il popolo tedesco, come ha fatto con i popoli rumeni, bulgari, e finlandesi; deportati ai lavori forzati nelle tundre russe, o nelle miniere inglesi o francesi. Fategli allora sapere, che nelle zone della Germania, da cui si è ritirato l'esercito, è sorto un nemico che non avevano previsto, e che sarà per loro il più pericoloso, perché combatterà senza tener conto del vecchio concetto borghese di Guerra, adottato dai nostri nemici solo quando fa loro comodo, ma che viene cinicamente rigettato, se non apporta loro immediati vantaggi.
Odio è la nostra preghiera. Rivincita è il nostro grido di battaglia".

Dopo la diffusione di questo messaggio, Goebbels esprime la propria soddisfazione/ per essere finalmente riuscito ad insufflare, nel popolo, il vecchio spirito militante e rivoluzionario, e giura che, a partire da ora, l'emittente Werwolf ululerà, notte dopo notte, nelle orecchie degli Alleati.
Il 3 Aprile 1945, durante una conferenza sulla situazione militare del giorno, Adolf Hitler loda gli sforzi di Goebbels, facendo osservare ai presenti che il suo lavoro per Werwolf è straordinario, e che altri dovrebbero seguire il suo esempio, per impedire al popolo di cadere nella disperazione.
Sul terreno di battaglia, il cambiamento radicale degli obbiettivi del Werwolf, operato da Goebbels, e l'"agit prop", che egli conduce giorno dopo giorno, in suo nome, provoca i suoi effetti.
La Rivista Time, del 16 aprile 1945, parla di "Licantropia organizzata", ed offre ai propri lettori questa immagine del Werwolf:
" Come i Lupi mannari del Medio Evo, anche quelli nazisti hanno un debole per la carne umana. Si tratta di un gruppo clandestino di terroristi, vendicatori, coraggiosi come dei leoni, e astuti come serpenti, che hanno fatto voto di sterminare gli invasori alleati, come pure i traditori tedeschi. Essi hanno già ucciso i sindaci che gli Alleati avevano insediato ad Aquisgrana e Meschede, e ucciso tre ufficili alericani a Francoforte. Essi sono diretti da dei duri della Gestapo, come Heinrich Himmler, Ernst Kaltenbrunner, e Kurt Daluege, che hanno acquisito la completa padronanza di tutte le tecniche del terrorismo. "
A Londra i commenti sono altrettanto preoccupati:
"Oggi la radio di Berlino chiama i Tedeschi a creare un vasto movimento di guerriglia, e ad uccidere i soldati delle truppe di occupazione, in tutti i modi possibili. Essa è il portaparola di un nuovo movimento, e comunica, durante la notte, le sue istruzioni agli uomini, alle donne, ai ragazzi e alle ragazze che i propagandisti nemici sperano di veder riuniti nel Werwolf."
Mentre notte dopo notte, Radio Werwolf continua le sue trasmissioni, vengono preparati dei piani, per uccidere il banchiere Ebreo Bernard Baruch, amico intimo e consigliere del Presidente americano F.D. Roosevelt. Baruch, che è il rappresentante più importante di quell'Ebraismo Internazionale, che ha voluto la guerra contro il Reich hitleriano, e che è stato uno dei burattinai del diktat di Versailles, è un acceso partigiano del Piano di sterminio dei Tedeschi, progettato da Henry Morgenthau, giunge a metà aprile in Germania, per compiervi un "sopraluogo conoscitivo". Il Werwolf lo minaccia ripetutamente, di morte, ma le enormi misure di sicurezza, impiegate per proteggere questo "prezioso esempare ebreo", impediscono l'attuazione pratica delle promesse dei Lupi Mannari.



    I CRIMINALI USURAI
Il mafioso Franklin D. Roosevelt e il suo padrone l'usuraio internazionalista Bernard Baruch.
Gli Alleati, temono che la Resistenza Nazionalsocialista possa proseguire nel "Ridotto" delle Alpi Bavaresi, nel Tirolo, e nell'Austria Carinziana, con operazioni di guerriglia che potrebbero protrarsi per anni, rischiando di creare degli attriti fra le truppe Alleate.
Il 15 Dicembre 1944 il quotidiano comunista Daily Worker, prevede che Hitler non si arrenderà mai, ma fuggirà nelle regioni alpine, della Baviera e dell'Austria, per un ultimo combattimento, sferrato con le sue temibili truppe d'elite delle SS.
Il Sud della Germania, potrebbe allora diventare una fortezza imprendibile, da cui i Nazisti avrebbero la possibilità di condurre una guerra sotterranea, di resistenza e di logoramento, contro le truppe d'occupazione.
Nel Gennaio del 1945, la Rivista a grande tiratura, Collier's pubblica un articolo circostanziato, che richiama l'attenzione sul movimento clandestino Nazionalsocialista, Werwolf, facendo rilevare la vicinanza del suo fulcro d'azione con la Casa del Führer, a Berchtesgaden, che, effettivamente, si trova al centro del cosiddetto "Ridotto Alpino. Secondo la rivista, le forze del Werwolf sarebbero comandate da Ernst Kaltenbrunner, e da questa fortezza bavarese, esse lancerebbero dei raids contro tutti i quartieri generali Alleati; presenti nella Germania occupata.


I rapporti dello spionaggio Alleato, affermano che le informazioni accumulate, ed alcuni reperti fotografici aerei, provano lo stato di avanzamento dei piani di assetto dell'ultimo bastione di resistenza nazionalsocialista:
" Le osservazioni aeree della zona alpina, mostrano almeno 20 siti di attività sotterranea recente, come pure numerose grotte naturali; e delle fonti al suolo hanno segnalato delle strutture sotterranee, per il deposito e per il personale. L"esistenza di parecchie fabbriche sotterranee, è stata ugualmente confermata.
Le fotografie aeree mostrano, inoltre, parecchi nuovi alloggiamenti di baracche, che sembrano preludere all'installazione dei partigiani nazisti. I rapporti in merito sembrano dunque non essere infondati".
Dodici giorni dopo la presentazione di questo rapporto, il quartier generale del 12° Corpo d'armata, del generale Omar Bradley, pubblica un proprio rapporto, intitolato: Riorientation of Strategy, in cui viene detto:
" Al presente, sappiamo che, da Berchtesgaden, i Tedeschi porteranno nelle Alpi una lotta di guerriglia, sotto l'egida del Werwolf. Himmler ha ordinato delle provviste per 100.000 uomini, e la Fortezza Alpina verrà difesa da 80 unità d'elite, di 1000 o 4000 uomini ognuna.
Himmler veglia, affinché le migliori armi, che la Germania è in grado di produrre, siano assegnate al "Ridotto", e treni sigillati, carichi di armi giungono dalle officine Skoda."
Il personale combattente del Ridotto centrale, conterà 200.000 o 300.000 veterani delle SS, e delle truppe speciali di montagna, profondamente impregnate dello spirito nazista, da cui ci si potrà attendere una lotta accanita e fanatica; condotta fino all'ultimo uomo."

"Al riparo d'un ostacolo naturale, e protetti da armi segrete efficaci, che sono in corso di elaborazione, le Potenze che hanno condotto la Germania fino al presente, potranno preparare il loro ritorno. Qui fabbricheranno armi, in officine fuori portata delle bombe alleate; conserveranno viveri ed equipaggiamenti, in immense cavità naturali, e prepareranno una elite di giovani alla guerriglia.
Da questo SantuarioNazista, sarà possibile dirigere e rigenerare un'intera armata di guerriglieri, per liberare la Germania dalle forze di Occupazione."


Malgrado il loro scetticismo iniziale, i britannici finiscono per accettare l'idea, che il Werwolf costituisca una grave minaccia, per la politica d'occupazione prevista, e le autorità decidono di spegnere, con ogni possibile mezzo, il movimento di resistenza nascente.
Nella zona d'occupazione britannica, le attività del Werwolf sono circoscritte all'attuazione di imboscate; e di attentati. Verso la fine del Marzo 1945, vicino a Coesfeld, 120 ragazzi della Hitlerjugend, attaccano il quartier generale della Sesta divisione aereo trasportata britannica.
Una settimana più tardi un altro gruppo di Werwolf, della Hitlerjugend, cattura un'ambulanza in un imboscata, e uccide parecchi soldati britannici.
L'azione più eclatante dei Werwolf costerà la vita al Maggiore John Poston, Aiuto di Campo ad Alamein, all'Elba, in Sicilia, e nel Nord dell'Europa, del comandante in capo delle Truppe Britanniche: il Generale Bernard Law Montgomery.
Nell'ultima settimana della guerra, il 21 aprile 1945, questo giovane ufficiale, legato da una relazione particolare al Generale Montgomery, che lo "ama come un figlio", e che con lui, dopo la morte della moglie, colma le proprie carenze affettive, viene ucciso in un'imboscata dei Werwolf; vicino alla foresta di Lünenmburg.


Karl Arno Punzler, 16 anni, dirigente della Hitler Jugend di Monschau, catturato dopo la terza missione di ricognizione dietro le linee alleate. Una corte militare lo condannerà a morte, ma, nel febbraio del 1945, il generale Courtney Hodges commuterà la sentenza in ergastolo. Un'unità Werwolf, composta di adolescenti, ha installato una mitragliatrice in un punto strategico, e, quando il veicolo di Poston, che viaggia per raccogliere le informazioni dello spionaggio, per poi fornirle ai responsabili della pianificazione delle battaglie, si avvicina, essi aprono il fuoco. Poston ferito, viene finito con un colpo di baionetta al cuore, e poi gettato nudo in un fosso.
Ci saranno poi molti altri scontri a fuoco, tra i giovanissimi partigiani nazionalsocialisti, e le divisioni armate britanniche.
Sul versante americano la resistenza Werwolf si rivela assai più intensa.
La notte tra il 28 e il 29 aprile 1945, alla vigilia del suicidio di Adolf Hitler, e a pochi giorni della capitolazione senza condizioni, voluta dagli Alleati, un commando, guidato dallo scrittore Hans Zöberlein porta a termine l'esecuzione di otto cittadini di Penzberg che hanno deposto il sindaco nazionalsocialista.
Hans Zöberlein (1895-1964), lauratosi in architettura, eroe di guerra, e membro del Corpo franco di Franz Epp, aderisce alla NSDAP dal 1921, e pubblica, per la Casa Editrice ufficiale del Partito: la Eher di Monaco, due importanti romanzi di guerra: nel 1933, Der Glaube an Deutschland. Ein Kriegserleben von Verdun bis zum Umsturz "La fede nella Germania,
un'esperienza di guerra da Verdun fino alla disfatta"
Nel 1937, esce il suo: Der Befehl des Gewissens. Ein Roman von den Wirren der Nachkriegszeit und der ersten Erhebung "L'imperativo della coscienza. Un romanzo sui disordini del dopoguerra e sulla prima Lotta armata".
Sul luogo dell'esecuzione degli otto cittadini di Penzberg, vengono lasciati dei volantini con questo scritto:
"Warnung an alle Verräter und Liebesdiener des Feinde!
Der Oberbayerische werwolf warnt vorsorglich alle die jenigen, die dem Feinde Vorschub leisten wollen oder Deutsche und deren Angehörige bedrohen oder schikanieren, die Adolf Hitler die Treue hielten. Wir warnen! Verräter und Verbrecher am Volke büßen mit dem Leben und ihrer ganzen Sippe. Dorfgemeinschaften die sich versündigen am Leben der Unseren oder die weiße Fahne zeigen, werden ein vernichtendes Haberfeldtreiben erleben, früher oder später. Unsere Rache ist tödlich!
Der Werwolf "

"Monito a tutti i traditori ed amorevoli servitori del nemico!
Il Werwolf dell'alta Baviera ammonisce, ad ogni buon conto, tutti coloro favoriscono il nemico, tra i tedeschi e i loro parenti, o che minacciano o vessano chi mantiene la sua fedeltà a Adolf Hitler. Noi ammoniamo! Traditori e criminali del popolo, che pagheranno con la loro vita e con quella della loro intera genia. Le comunità dei villaggi che attenteranno alla vita dei nostri, od esporranno la bandiera bianca, saranno annientati; prima o dopo. La nostra vendetta è la morte!
Il Werwolf"

Nel primo dopoguerra, per questo episodio viene istituito un processo. I principali protagonisti, sono condannati a forti pene detentive, oppure alla pena di morte.

Scatti fotografici della fucilazione del combattente Werwolf Obergefreiter Richard Jarczyk fucilato a Kitzingen il 23 aprile 1945 con l'accusa di tentato sabotaggio indossando abiti civili. La condanna fu emessa dalla settima Commissione militare dell'eserciti americano.


Hans Bauernfeind, capo di uno dei "tribunali volanti", come "Incaricato speciale del Führer", responsabile per la sentenza eseguita "in nome del popolo" dichiara:
"Sono consapevole di non avere nessuna colpa.
Venuto a conoscenza dei disordini contro la Wehrmacht, accaduti a Penzberg, sono andato là dove era mio dovere; per non piantare in asso migliaia di soldati e ufficiali del fronte, che si mantenevano fedeli.".
Lo scrittore ed eroe di guerra Hans Zöberlein, capo di una delle unità Werwolf che, come abbiamo visto, sono andare a Penzberg per eseguire l'ordine di "Impiccare i funzionari e i caporioni comunisti del KPD della città". Dopo l'azione dirà: "A Penzberg c'era un porcile che adesso è stato ripulito". Condannato a morte, e poi all'ergastolo, verrà liberato nel 1958 per gravi motivi di salute.
La paura del Werwolf diffusasi assieme a quella della creazione del "Ridotto Alpino": sacca di resistenza permanente tra l' Austria e la Germania del Sud, arroccata sulle montagne Austriache e Bavaresi, come fulcro di lotta ad oltranza, contro gli invasori, provoca ordine di reazione, degli Alleati, che è un vero e proprio "Crimine di Guerra": ogni combattente Werwolf catturato, deve essere fucilato sul posto.
Molti innocenti pagheranno con la vita, la spietata volontà alleata di annientare totalmente la Germania, e le azioni del Werwolf, o quelle supposte tali, vengono represse con selvagge atrocità di parte Alleata.



Giovane ragazza armata di mitra e panzerfaust, probabilmente del Werwolf, violentata ed uccisa con un pugnale nei pressi del villaggio di Hohenlepte, 90 Km a sud di Berlino l’8 maggio 1945.
Dal libro di Tony Vaccaro “Entering in Germany 1944-1949, Taschen 2001, Colonia, pag. 42
Un esempio di rappresaglia di massa, compiuto dagli Alleati, viene citato da Heinrich Wendig:
"All'esercito tedesco, viene rinfacciato di avere utilizzato, nella sua guerra contro i massacri, perpetrati dai partigiani, assassinî del tutto contrari al diritto internazionale, quote di rappresaglia da uno a 10 (e raramente maggiori), quale misura dissuasiva. Gli Alleati hanno però risposto, alle nostre azioni di guerriglia, con quote assai più elevate; anche in casi del tutto immotivati.
Un episodio esemplare, avviene nel marzo 1945, presso il castello di Hamborn, vicino Paderborn in Westfalia. In quel luogo, il generale americano Maurice Rose viene ucciso da un regolare soldato tedesco. La radio nemica addossa falsamente l'azione a dei "Partigiani" - Lupo mannaro", affermando che essi hanno "ucciso il generale colpendolo alle spalle".
Come risposta, gli Americani massacrano 110 prigionieri tedeschi, che non c'entravano, assolutamente, con la morte del generale.
La "Paderborner Zeitung" (del 4 aprile 1992), dopo 4 decenni, ha scritto sullo svolgersi di quei fatti:
"Il Panzerkommandant tedesco sporse la testa dalla torretta, fece cenno con la sua Maschinenpistole, e ordinò agli Americani di deporre le armi, cosa che essi fecero. Rose, che era generale, mise mano alla pistola che portava in una tasca. In quell'istante la Maschinenpistole del Panzerkommandant sparò.
Il tedesco aveva palesemente frainteso il movimento del generale americano. Maurice Rose stramazzò sulla strada, e morì sul colpo. Coloro che lo accompagnavano, riuscirono a fuggire".

Sull'entità della vendetta, lo stesso giornale dice:
"Con cieca violenza, gli Americani uccisero nel complesso 110 soldati tedeschi, prigionieri inermi, che nulla avevano a che fare con l'episodio; tra cui giovani della Hitlerjugend, e uomini di mezz'età del Volkssturm.
Dietro al cimitero a Etteln morirono in 27. Testimoni ricordano che 18 altri cadaveri, finiti con un colpo alla nuca, furono trovati a Doerenhagen; dietro una siepe.
Tutti assassinati!
Si lasciarono lì i cadaveri dei tedeschi, a marcire per giorni.
Gli Americani non permisero a civili tedeschi di seppellire i loro morti. Al Patton-Museum a Fort Knox, (USA) i fatti inerenti alla morte di Rose, sono riportati correttamente, ma non si fa però alcuna menzione, dell'azione di rappresaglia compiuta dalle truppe americane. Questo crimine di guerra degli Americani, non è mai stato riportato, o criticato, dalla stampa internazionale, che ha, invece, sempre stigmatizzato, con ampiezza ossessiva, i cosiddetti "crimini di guerra" tedeschi."


Quattro ragazzi tedeschi arrestati per aver sparato sulle truppe americane ad Aachen nel dicembre del 1944. Da sinistra a destra: Willy Etschenburg 14 anni, membro Hitler Jugend, Bernard Etschenburg 10 anni, Hubert Heinrichs 10 anni, Hubert Etschenburg. In questa situazione, dei ragazzini di 12 anni subirono processi e condanne all'ergastolo, emesse dalle Corti Marziali Americane. Due membri della Hitlerjugend, di 16 e 17 anni, furono condannati a morte, alla fine del marzo del 1945; ed assassinati legalmente e barbaramente: il 5 di giugno.
Il giornale delle truppe americane Stars and Stripes, disse che erano stati accusati d'essere stati cecchini; ad Aquisgrana.
A Budeburg, vicino al Wesel, l'8 aprile del 1945, alcuni uomini della 116a Divisione Corazzata; furono fucilati dai soldati dell'esercito americano, senza subire alcun processo; a seguito della scoperta di alcuni volantini del Werwolf, che invitavano alla Resistenza, dicendo:
"La lotta continua! Il nemico non ha vinto. Con la menzogna, l'inganno, e la corruzione egli vuole confonderti. Non prestare orecchio al nemico! Sorgi e combatti!
Viene la svolta! Solo il traditore ed il voltagabbana perdono il coraggio. Sii deciso fino all'estremo! Essere tedesco, significa essere un combattente.
Meglio morto che schiavo".



Fred Borth comandante della Hitler Jugend e membro di un'unità Werwolf che combattè a lungo nella foresta di Vienna.
A nord di Amburgo, verso la fine di aprile, un gruppo di Werwolf, ed i loro comandanti SS, trinceratisi, rifiutano di arrendersi alla 11a Divisione corazzata Britannica. La loro resistenza continuerà anche dopo l'appello alla resa, emesso dell'ammiraglio Karl Doenitz il 1 maggio.
Alla fine del 5 maggio, L'Ammiraglio Doenitz, nuovo capo del Reich, nominato dallo stesso Adolf Hitler, come proprio successore alla guida del Paese, lancia da Radio Copenhagen, Praga e Flensburg il seguente proclama:
"Il fatto che al momento sia in atto un armistizio, significa che devo chiedere ad ogni tedesco, uomo o donna, di cessare ogni attività illegale, nell'organizzazione Werwolf; o in altre dello stesso tipo, nei territori occupati, perché queste causerebbero solo ingenti danni al nostro popolo".
Il Generale delle SS Hans Adolf Prützmann, nato il 31 agosto del 1901, a Tollkemit in Prussia, e ispettore del Werwolf Bandenkampfverbände, fino al maggio del 1945, catturato dai britannici si "suiciderà" a Lüneburg; il 21 maggio 1945.
Poco dopo, Heinrich Himmler farà la stessa fine.
Cellule del Werwolf, esistono anche tra i soldati convalescenti. Ufficiali gravemente feriti, ed anche infermiere, vengono sorpresi ad incitare i commilitoni; ad atti di sabotaggio e di resistenza. Non ci sarà pietà, né comprensione per nessuno di loro.
Atti di resistenza continuano isolati, ma il Castello di Hülchrath cade nelle mani degli Alleati nell'aprile del 1945, e, a questo punto, l'organizzazione del Werwolf cessa ufficialmente d'esistere.
Nonostante la mancanza di una direzione centrale, dovuta alla perdita del Quartier generale, atti isolati di resistenza continuano, anche dopo la cessazione delle ostilità. Il capo di zona della Hitlerjugend di Mansfeld, divenuto Sturmbannführer SS, e ferito gravemente nella battaglia di Kharkov, organizza 600 ragazzi della HJ; nel Kampfgruppe Harz.
Egli raccoglie dagli ospedali i veterani SS, raduna gli studenti della NAPOLA, i membri della Luftwaffe, e i ragazzi membri delle unità anticarro. Con questi effettivi, incominciano le azioni contro le truppe americane. Dopo venti giorni, oltre settanta combattenti sono caduti.

In un tentativo d'imboscata, ad un convoglio delle truppe americane, molti ragazzi vengono falciati dagli aerei, giunti in soccorso dei soldati.
Heinz Petry, di sedici anni, e Josef Schomer, di diciassette, vengono processati come spie, e fucilati il 5 giugno 1945.


La rete Werwolf ad Est
Le reti spionistiche Werwolf, ad Est, sono dirette dal generale ombra, noto anche come Volpe grigia: Reinhard Gehlen.
Questi, capo del FHO, o Fremde Heere Ost, ovvero della sezione informazioni, del settore Est dell'OKW, durante la ritirata dai territori sovietici e polacchi, provvede a lasciare, dietro le linee sovietiche, delle reti di agenti, detti reti Wally e reti Zeppelin, che man mano saranno tutte trasformate in reti R; da Ruchen che significa "dietro la schiena".
Qualche anno dopo, durante la guerra fredda, tutte queste cellule spionistiche, vere e proprie unità Werwolf, risulteranno di importanza vitale per la CIA statunitense.
Nelle reti spionistiche di Gehlen, si prevedono unità di circa 60 uomini, che oltre a svolgere azioni di sabotaggio, spionaggio e di guerriglia, funzionino anche come centri radio: di trasmissione e di ascolto, e come nuclei clandestini di contro-propaganda politica.
Alla fine degli anni quaranta del XX secolo, l'NKVD, la polizia segreta sovietica, organizzerà, nei paesi dell'Est, i reparti UB Urzad Bespienczenstwa, un organismo nato per dare la caccia a ogni residua spia nazista.
Nel 1956, Gehlen verrà premiato con la nomina, nella Germania Occidentale, a direttore del BND o Bundesnachrichtendienst: il servizio di informazioni federale, alleato della CIA.
Struttura del Werwolf "Dienststelle Prutzmann"
General Inspekteur fur Spezial-Abwehr
(SS-Obergruppenführer Hans Prutzmann)
Vertreter (General-Leutnant Juppe)
Assistent (Sturmbannführer Kamm & Sturmbannführer Muller-West)
OKW Verbindung (Leutnant Unger)
Chef des Stabes (Standartenführer Tschiersky & Brigadeführer Opländer)
Werwolf - Weiblich Abteilung (Maisch)
Werwolf - Sanität Abteilung (dr. Huhn)
Werwolf - Personel-Amt (Sturmbannführer Kotthaus)
Werwolf - Nachrichten Abteilung (Hauptmann der Polizei Schwizer)
Werwolf - Training Amt (Brigadeführer Siebel)



Principali Unità Werwolf

Edelweiss Piraten
La formazione denominata Edelweiss Piraten ebbe come comandante l' SS- Hauptsturmführer Hans Joachim Koch. Era composta da 300 combattenti, suddiviso in 12 commandos, che operarono soprattutto in Polonia e sul fronte orientale. Malgrado la morte del loro comandante avvenuta in Ucraina intorno al 5 marzo 1946, alcune loro azioni di sabotaggio venivano segnalate fino al 1948.
Freies Deutschland
La formazione denominata Freies Deutschland fu operativa fino al 1946 e comprendeva ben 1.400 combattenti. Fu attiva in una zona del Fronte orientale compresa tra l'Alta e la Bassa Slesia e arrivava fino alla Pomerania.

Schwarzer Wolf St. Hubertus
La formazione denominata Schwarzer Wolf St. Hubertus portava il nome del Santo protettore dei cacciatori: St. Hubertus. Aveva una forza di circa 200 uomini e si dividevano in due gruppi:
30 uomini nel triangolo Opole-Strzelce-Olesno;
170 uomini nel settore di Gliwice.
Le loro azioni furono segnalate fino al 1954.

L'opuscolo del Werwolf (ristampato in inglese col titolo SS werwolf Combat Instruction Manual, a cura di Michael Fagnon, Paladin Press, 1999) che conteneva le istruzioni per condurre la guerra di guerriglia con sabotaggi, attentati sintetizzava le ragioni di queste operazioni con queste parole: Il nemico dovrà sottrarre truppe dalla linea del fronte per difendere le altre strade. La capacità offensiva del nemico sarà indebolita. Ogni cosa che noi riusciamo a distruggere, dovrà essere sostituita. Ogni danno apportato al nemico, aiuta le nostre truppe.
tratto dal libro werwolf di Mauro Likar

A questi piccoli grandi eroi va il nostro ricordo e la nostra più profonda ammirazione, per aver combattuto fino all'estremo sacrificio non solo per la difesa della loro patria, ma per aver combattuto contro gli usurai internazionalisti, vero cancro dell'umanità insieme alle loro schiere di demoni assetati di sangue.

white wolf