Bivacchi di squadristi Grillini occupano aulette (delle commissioni)
parlamentari. Nel mentre incursori a 5 stelle attaccano,con sprezzo del
pericolo,il bunker della Boldrini. La quale,difesa dai pretoriani della
Camera (i merce-commessi multieuro),lancia appelli tramite
RadioTiranauno (e Sky) per la salvezza della democrazia dall'assalto
degli eversori. In mezzo alla pugna,o rissa da bettola che dir si
voglia,s'odon le stridule grida di oche starnazzanti capitoline :
"fascisti,fascisti...,sempre piú fascisti" !!! Un milite
pentastellato,tal Massimo De Rosa,ferito moralmente dalla pesantezza
dell'epiteto,da solo affronta le renzute invasate urlando (riporto
fedelmente cronache giornalistiche) : "voi donne del Pd siete quì solo
perché brave a far pomp...". Ovvero,sintetizzando gli atti (parlamentari)...siete tutte troie !! Tutto documentato,in video,audio,su internet e sulla carta stampata. Cosa
ci ho capito io ? Che il Fascismo non è morto,come da sempre Napolitano
ci ripete. È vivo e vegeto,me lo ritrovo sempre "presente". Addirittura
alla Camera,in veste "bidirezionale". Infatti per i deputati
Grillini "fascisti" sono gli altri....dalla Boldrini a scendere fino a
Dambruoso (quello della botta in faccia alla grillina
assaltatrice),tutti...mai ci fosse un comunista o democristiano in aula. Per
tutti gli altri occupanti abusivi (ricordiamo il porcellum) delle
istituzioni, "fascisti" sono il M5S e,novello aspirante dittatore,Grillo
in primis. Così,autonomamente definitomi Fascista Doc,devo
ripassare la storia e prendere atto di essere al potere,come semplice
spettatore. Quel però che mi viene autorevolmente confermato,tramite espressioni del De Rosa,è il sospetto che avevo : in Parlamento abbondano le troie. P.s. il linguaggio ed i termini sono edulcorati rispetto ai termini usati in aula. Grazie per l'attenzione. Vincenzo Mannello
Tra l'entusiasmo dei rivoltosi pro-Europa e le paure del Presidente ucraino Yanukovych sono sbarcati a Kiev "i nostri". Ovvero,scesi
dall'aereo senza correre alcun rischio,il ministro degli esteri della
Ue,Catherine Ashton,e 12 europarlamentari sono corsi ad abbracciare i
loro protetti "rivoltosi". Visto il numero,scatta spontaneo il paragone con la missione "altissima" dei dodici "apostoli della libertà". E,quasi miracolo,appena arrivati hanno ricevuto le dimissioni del Premier Azarov ed il ritiro delle leggi sull'ordine pubblico. Potenza della Unione Europea (e degli Usa,aggiungo io). Spesso,nel mondo,basta la parola.....!! In Italia,una volta,era la réclame di un noto purgante,oggi sembra faccia ancora effetto,basta vedere Yanokovych. Putin,secondo linea seguita,ha protestato per l'ingerenza occidentale negli affari interni ucraini. Ma c'è Sochi,l'Olimpiade incombe e,si sa,quando ci sono i Giochi le armi dovrebbero tacere. Putin ha detto : "se mi recassi ad Atene,cosa accadrebbe ?". Appunto,Presidente....proprio questo mi chiedo. Perché non sbarca ad Atene ? Senza apostoli,non ne avrebbe bisogno. Molti,moltissimi europei guardano alla Russia ed a lei con grande attenzione. La Unione Europea non è per nulla amata,in Europa. Basterebbe
che la Russia non facesse sentire soli ed abbandonati a se stessi
quanti tentano di resistere a questo regime di banchieri,burocrati e
magnacci vari. In fin dei conti ,quando Putin ha fatto sul serio, gli Usa ed i suoi servi Ue sono scesi a piú miti consigli. La Siria insegna.
Stamani
i Grillini sono usciti di casa senza chiudere la porta. Anzi, appena
giunti in strada hanno gettato le chiavi nel primo cassonetto. Chiunque
entri in “casa loro” - definizione ormai priva di senso- non
commette nessun reato, è libero di entrarvi e di dichiararsene
familiare. Altrettanto hanno fatto, uscendo di casa stamani, Renzi e
tutti i suoi sostenitori, gli appartenenti al Pd che guardano con
entusiasmo al governo Letta e ai suoi ministri. Finalmente è stata
imboccata la strada giusta: far sparire lo Stato italiano e il popolo
italiano. Enrico Letta è stato il primo naturalmente a lasciare aperta
stamani la porta di casa ma, invece di buttarne le chiavi nel
cassonetto, le ha consegnate alla signora Kyenge affinché sia lei
personalmente a gettarle via nel momento stesso in cui verrà abrogato
il reato di clandestinità. Si chiama decreto “svuota carceri” quello
apprestato dal governo Letta, ma contiene, sotto questo nome
truffaldino, la bomba contro lo Stato italiano e contro il popolo
italiano dell’abolizione del reato di clandestinità, una specie di
terrificante svuota carceri preventivo e assoluto.
L’Italia, il suo territorio, è la casa degli Italiani. Questo
territorio è stabilito da confini che permettono di identificare lo
Stato italiano. Non esiste “Stato” se non esiste il suo territorio e il
suo popolo. Come ha dichiarato in questi giorni lo Stato di Israele:
“Questa è la terra degli Ebrei, la cittadinanza non verrà data a nessun
straniero”, così è per ogni Stato e per ogni Popolo. Con la
cancellazione della clandestinità, invece, si afferma che non esiste un
territorio appartenente allo Stato italiano, un territorio che lo Stato
rivendica come suo, e che non esiste un popolo italiano in quanto
chiunque vi si può introdurre e mescolare. Si tratta di una norma
talmente distruttiva di qualsiasi realtà e di qualsiasi logica di “
Stato” che non è mai esistita e non esiste in nessun paese, così come
non esiste neanche in quei sostituti concreti e simbolici di uno Stato
che sono le navi e gli aerei dove la clandestinità è perseguita come il
reato più grave. Da oggi, dunque, ci si potrà accomodare senza
preavvertirne nessuno in ogni paese d’Italia e, per analogia, in ogni
nave e in ogni aereo italiano.
I governanti che hanno elaborato un simile decreto sono i despoti
più assoluti che siano mai esistiti. Nessun Monarca, nessun Imperatore,
nessun Tiranno ha mai preso decisioni così distruttive verso il proprio
regno, verso il proprio popolo. Altro che democrazia! Gli attuali
governanti, pur illegittimi in base alla Costituzione, pur considerati
dall’opinione pubblica di tutto il mondo dei governanti-barzelletta,
dei non-governanti, dai quali ci si aspetta ogni giorno che diano
le dimissioni per permettere la formazione di un governo legittimo
tramite nuove elezioni, si comportano come se fossero, non gli
amministratori, ma i proprietari dello Stato. Proprietari folli, che
gettano via ogni ricchezza in un accesso così parossistico di delirio
cui non avevano assistito neanche i sudditi di Caligola governati dal
suo cavallo.
E i Grillini? Quei Grillini di cui ci eravamo entusiasmati perché
avevano affermato di voler far crollare il “Palazzo”? Cos’è il Palazzo
se non il macroparassitismo del Potere assoluto, quello che si serve
dei sudditi, di ciò che appartiene ai sudditi, per mangiarseli, per
distruggerli? Eccoli lì, dunque, ben sbracati nelle ricche poltrone del
Potere, intenti ad usarlo a piene mani per regalare l’Italia, il
territorio, il nome, la storia, la civiltà dell’Italia, ai loro
Favoriti. Sono talmente incapaci di riflettere e talmente sprezzanti
del ridicolo che, pur dichiarati illegittimi dalla Corte
costituzionale, si affannano a costruire quello che chiamano
pomposamente un impeachment nei confronti del presidente della
repubblica, il quale però è anch’esso illegittimo. Cosa più grottesco
di questo modo di governare?
Asso di cuori....il tenente giapponese Hiroo Onoda,morto giorni fa.
Ultimo dei "lasciati indietro" Quasi 30 anni dopo la resa del
Giappone consegnò la propria spada solo dietro esplicito ordine del
proprio superiore,portato apposta nella giungla per revocare l'ordine di
resistere "ad ogni costo" al nemico. I bari lo definirono pazzo
esaltato. Peccato che,dal 1945 al 1989,migliaia di ufficiali e soldati
del Sol Levante (ovviamente sempre in minor numero con il trascorrere
degli anni) seguirono la stessa difficilissima strada. Non conoscendo
l'ordine di resa alcuni e non volendo cedere agli americani altri. Molti
si unirono addirittura alla guerriglia comunista in Vietnam e Malaysia.
Pazzi ? Onoda era lucidissimo ma ferreamente deciso a mantenere fede al
patto d'onore tra l'uomo e la sua Patria. Un vero samurai che,in altri
tempi,sarebbe stato venerato come un semidio. Nel Giappone contemporaneo
venne rispettato per il suo gesto. Ma quello non era più il Sol Levante
in cui aveva creduto,si era arreso...ad Hiroshima e Nagasaki. Altri tempi ? Non del tutto,tantissimi si battono ad oltranza anche sacrificando la propria vita per ciò che ritengono giusto. Non importa la bandiera,la religione e lo scopo. Ci credono e non si fermano davanti a niente. In tutto il mondo,tranne che in Occidente. Li fermeranno ? La forza morale che hanno è enormemente superiore a quella degli abitanti "il mondo libero". E chissà pure abbiano qualche mini atomica. Asso di fiori...,quelli che Usa ed Unione Europea pretendono di mettere nei fucili e nei cannoni degli altri,dei "cattivi". Oggi a Kiev,in Ucraina. Ieri in Irak,Afghanistan,in Libia,Egitto,Siria ed in tanti stati africani. La
"democrazia" deve essere imposta a tutti quei paesi che non siano
servi degli Stati Uniti e dei loro alleati,Israele in testa. Se si
alimentano manifestazioni e proteste per entrare in Europa è sacrosanto
che si assalti il parlamento ucraino e si usi la violenza per rovesciare
un governo liberamente eletto. E polizia ed esercito si guardino bene
dall'usare la forza contro chi viola la legge. Anzi,gli Usa e la Ue
"intimano" all'Ucraina di rispettare i "diritti umani". Come se a Washington,Londra,Parigi, Gerusalemme
e persino Roma fosse possibile manifestare senza permesso davanti la
Casa Bianca o il Quirinale ed assaltando con bombe molotov e colpi di
pistola tutte le sedi del potere o le infrastrutture vitali. Ipocriti
e bari, polizia e soldati che sparano addosso a chi non è d'accordo
vanno male quando sono "ostili" agli interessi occidentali. Vanno
benissimo quando li difendono. Basta guardare l'Egitto e la Libia di
oggi,per non parlare di Gaza, Tibet e di Emirati Arabi. Loro,i bari,giocano sporco soprattutto ad Atene,ma non se ne deve discutere. Asso di picche....quello che simboleggia lutto e morte : dove è finito il corpo di Priebke ? È successo un finimondo mediatico sulla salma e sui funerali del "mostro" nazista. Indignazione,proteste,violenze
pro e contro il civile e religioso diritto ad un funerale. La Chiesa ci
ha perso la faccia con un "vicario di Cristo" sceso in campo a proibire
il funerale nel tempio di Dio. Per non indisporre i nuovi padroni della
chiesa,quella con la minuscola. Possibile che nessuna trasmissione tv
,che tratta ossessivamente di misteri e delitti, si occupi di questo
argomento ? Perché si bara (mai termine risultò piú appropriato) su cosa
il governo italiano abbia fatto del corpo di Priebke ? Se lo ha
sepolto,dove è ? Perché tacciono tutti,nemici,parenti e difensori ?
Quale prezzo è stato pagato per il silenzio ? A chi ? Diverrà uno degli
altri misteri insoluti della repubblica e, soprattutto,,perché questo
terrore per il corpo di un morto ? Tris...di assi in un tavolo di bari. Che possibilità ha di essere "letto" ?
Difendendo la tesi della necessità`della pena di morte,
sappiamo di suscitare le proteste scandalizzate di tante anime belle che
considerano la sacralità della vita superiore a qualsiasi ragione sociale, etica
e di giustizia e che considerano un comandamento ineludibile quello di “Salvare
Caino”.
Ciononostante vogliamo spendere qualche parola portando
nel nostro ragionamento elementi concreti e fatti incontrovertibili a favore
della nostra tesi.
Naturalmente la pena di morte non è applicabile sempre e
per tutti, ma esistono casi nei quali essa è giustificata sia sul piano della opportunità che su quello
etico.
Ci spiegheremo meglio con alcuni esempi pratici che,
meglio di tanti ragionamenti astratti, possono dimostrare la giustezza delle
nostre tesi.
Totò Riina è stato giudicato colpevole di centinaia di
omicidi di mafia.
Se in base a quei giudizi fosse stato impiccato, non
avremmo dovuto vedere gli attentati mortali a Falcone ed a Borsellino e lui non
avrebbe potuto, come ha recentemente fatto dalla galera, programmare altri
attentati tra cui quello alpm di Palermo Nino Di
Matteo.
Le vite di Falcone, di Borsellino e di Di Matteo valgono certamente di più di quella di Totò Riina
..!!
Quella coppia di “fidanzatini” che uccisero senza alcuna
pietà padre, madre e fratellino e che oggi sono nuovamente in libertà,
avrebbero, secondo noi, meritato la pena di morte perché a tanta crudele
efferatezza non può corrispondere nessun perdono!
Non citiamo altri esempi, ma chi ci legge sa che ce sarebbero a centinaia …
Potremmo citare qui i casi di tanti omicidi condannati e
poi liberati che hanno reiterato diversi altri omicidie che non lo avrebbero potuto
fare se fossero stati impiccati la prima volta salvando così altre persone
innocenti.
Vorremmo anche aggiungere che quando l’efferatezza dei
delitti raggiunge certi livelli di bestialità, di crudeltà e di ferocia
gratuite, chi compie tali delitti perde la dignità di essere umano e con essa il
diritto al rispetto della propria vita e che l’unico castigo adeguato che merita
è la morte.
Pur non essendo credenti, ricordiamo a coloro che lo
sono che anche la bibbia prevede che “sangue chiama sangue” ed anche “ occhio
per occhio, dente per dente e vita per vita”.
Quanto poi al potere deterrente della pena di morte,
siamo convinti che le statistiche citate da chi la condanna siano false e che
invece gli omicidi a sangue freddo ( quelli commessi in un impeto di collera non
sono punibili con la pena di morte da nessun codice ) ci penserebbero su due
volte se sapessero di rischiare a loro volta la propria vita
!
Una volta tanto vorremmo che il giudizio della società
fosse a favore delle vittime e dei loro diritti
anziché sempre a favore dei delinquenti..!!
Crisi e suicidi... Ma ci sono davvero tanti
pazzi?
Enrico Galoppini (25/12/2013)
«Si dà
fuoco in piazza S. Pietro: gravissimo». «Uccide moglie e figli e poi si
toglie la vita». «Trovato impiccato in casa con un biglietto: scusatemi,
non ce la facevo più». Questi sono solo alcuni dei titoli che
quotidianamente troviamo sulla stampa nazionale riguardanti suicidi di
nostri connazionali che decidono, evidentemente in preda alla
disperazione, di farla finita per sempre. Talvolta togliendo in silenzio
il classico "disturbo", talaltra producendosi in una strage di tutta o
di parte della loro famiglia.
Il minimo
comun denominatore di tutti questi fatti gravissimi che i media tendono
a minimizzare, è lo stato di grave prostrazione causato dalla cosiddetta
"crisi". Cosiddetta perché, come più volte abbiamo avuto modo di
spiegare[1],
essa è stata voluta e prodotta, essenzialmente attraverso lo strumento
monetario, per realizzare precisi e criminali obiettivi, tra i quali
l'aumento esponenziale dei suicidi non è che un clamoroso e macabro
"dettaglio".
Ma un
suicidio è pur sempre una cosa molto grave e dolorosa.
Innanzitutto, dal punto di vista 'filosofico', esso -quand'è compiuto
sull'onda del trasporto emozionale- rappresenta una sconfitta per chi lo
mette in opera. In seconda istanza, ad un livello politico-sociale, la
comunità non può che dolersi per la scomparsa di un suo valido membro,
che messo in altre condizioni ed adeguatamente sostenuto non sarebbe
probabilmente giunto a tanto. Vi è poi ovviamente il piano affettivo,
che riguarda i congiunti e gli amici di colui che arriva a questo gesto
estremo. Per non parlare poi delle mattanze familiari che in più d'un
caso accompagnano quelli che la stampa serva del potere s'affretta a
definire "stragi della follia" per archiviarle in fretta e furia.
Eh sì,
perché ogni volta viene insinuato più o meno subdolamente che il
suicidato di turno fosse "depresso da tempo", "affetto da disturbi" e
che avesse dato qualche "segno di squilibrio".
Dare del
"pazzo" a qualcuno è molto comodo e sbrigativo. La "follia" è difatti la
tipica scappatoia che permette superficialmente di non affrontare
qualsiasi problema ed analizzarlo da ogni punto di vista per
individuarne le cause e quindi la soluzione.
Così, a
cadenza regolare, l'Occidente -attraverso il proprio apparato mediatico-
se la prende con qualche "pazzo" (cioè un "nuovo Hitler"), ovvero chi
non si allinea istantaneamente ai diktat dell'Occidente. E se solo ti
azzardi ad osservare il cielo e noti che qualcosa non va[2],
ecco che diventi da trattamento sanitario obbligatorio[3]
(TSO). Ovviamente, tutti coloro che, adducendo solidi argomenti,
reclamano la sovranità monetaria per la propria nazione vengono iscritti
d'ufficio nella categoria dei "pazzi". E l'elenco prosegue
indefinitamente, includendo tutti quelli che spregiativamente questa
stampa abietta bolla come "nemici dell'Occidente" adombrando il sospetto
che si tratti di pericolosissimi individui che odiano la propria gente
quando invece è vero esattamente il contrario.
Per cui
c'è poco da meravigliarsi che per un padre che non riesce più a dare da
mangiare alla sua famiglia, un piccolo imprenditore oberato dalle tasse,
una persona di mezza età che dopo il fallimento dell'azienda in cui
lavorava non troverà più lavoro, un pensionato alla fame o un giovane
che trova solo lavori "precari", insomma, per tutti costoro, quando
arrivano a togliersi la vita, non si trovi altro che la solita
'spiegazione psichiatrica'.
Eppure,
gli stessi indegni ed indecenti giornalisti, appena un omosessuale si
toglie la vita non esitano a dare la colpa a qualcheduno reo, secondo
loro, di averlo indotto a tanto mediante dileggi e vessazioni, fino a
puntare il dito contro le leggi vigenti che "vanno cambiate!" (per
introdurre poi i "matrimoni" e le "adozioni gay" e chissà cos'altro).
Naturalmente a questi pappagalli del politicamente corretto non viene
mai in mente che -fatti salvi i casi di effettive gravi pressioni- ad un
omosessuale potrebbe scattare la spinta a suicidarsi per 'risolvere' una
tensione interiore non più sopportabile tra quel che si è e quel che si
vorrebbe essere o che si ritiene la società ci richieda di essere. Non
sia mai detto: anche il solo pensarlo è già "omofobia"!
Ma quando
a suicidarsi (e ormai sono in troppi) sono delle persone che giungono a
tanto solo per problemi economici indotti da una politica
deflazionistica generata dalla classica chiusura del 'rubinetto del
denaro' operata dalle grandi banche[4],
nessun "autorevole commentatore" (che nella neo-lingua significa
"bugiardo e mistificatore patentato") fa il classico due più due dando
la colpa alle attuali politiche monetarie e, diciamolo chiaramente, alle
vigenti "leggi sul lavoro", divenute insindacabili e circonfuse d'una
aura di sacralità da quando D'Antona prima e Biagi dopo sono stati
assassinati dalle "nuove BR" (che dopo questo "servizietto" nessuno ha
più sentito nominare!).
Pertanto,
tutto questo accalorarsi per "modificare le leggi" quando in questione
vi sono gli omosessuali è, oltreché sospetto, pretestuoso, stupido e
sinceramente truffaldino. Senza dimenticare che è più facile per degli
zerbini dalle fattezze antropomorfe sbraitare su una questione marginale
piuttosto che prendere di petto un grave problema che coinvolge tutti,
omosessuali compresi e pure loro stessi, sovente inquadrati nelle varie
testate giornalistiche con contratti capestro: il lavoro e la sovranità
monetaria[5],
col primo che dipende direttamente dalla seconda, tant'è vero che anche
chi vorrebbe assumere non lo fa perché "non ci sono i soldi" (cosa
palesemente assurda perché basta una tipografia di Stato), mentre quei
pochi che circolano devono andare a saziare le pretese sempre più esose
delle banche e dei vari "enti pubblici" a loro volta giugulati dal
potere bancario e ridotti a odiosi gabellieri per conto dei "Signori del
denaro".
Ora, in
un siffatto clima di disordine e di contravvenzione ad ogni minima
normalità, dare del "pazzo" a chi si uccide o anche il solo insinuarlo è
di per sé una cosa non solo immorale, ma anche falsa ed ipocrita, che va
solo a detrimento della già infima reputazione di chi si ostina a
nascondere la verità.
[3]
Così ha detto -tra il serio e il faceto- il neo-segretario del PD Matteo
Renzi, nel corso d'un noto "talk show" televisivo:
http://www.stampalibera.com/?p=69825
[4]
Cfr. quest'ottima spiegazione del prof. Padovani dell'Univ. de L'Aquila,
tenuta durante una trasmissione televisiva su un canale abruzzese, la
quale ha il pregio di essere molto chiara e mirata all'essenziale:
http://www.youtube.com/watch?v=jFNaMuAHo6M#t=4791.
Abbiamo scelto di «raccontare» qualcosa della vita di Beppe con «frasi» estrapolate da vari
articoli.
«Niccolai nacque a Pisa il 26 novembre 1920 e respirò fin da bambino nel
clima umanistico di casa sua, grazie soprattutto al padre, preside di
liceo e provveditore agli studi. Nella grande biblioteca paterna si
formò una coscienza politica e divenne fascista. Laureato in
giurisprudenza, militante nelle organizzazioni giovanili fasciste,
Niccolai con grande coerenza sposò il pensiero e l'azione e fu
volontario di guerra in Africa Settentrionale dove si distinse per
coraggio e valore»
(Gennaro Malgieri, dal
"Secolo d'Italia", mercoledì 1 novembre 1989)
«Se n'andò in Africa, lIticando
con Buffarini Guidi, abbandonando il Corso Allievi Ufficiali e lasciando
quella Divisione Folgore in formazione a Tarquinia, nei cui ranghi era
corso primo fra i volontari universitari italiani, insieme a Luigi Bertini
e Luciano Ciucci. Anche l'andare in guerra era ritenuto bisogno primario
della Nazione, sacrificio di sé, quindi, in pro d'Altro».
("Beppe Niccolai",
Vito Errico, da "Tabularasa", anno IV, n° 4)
«Al momento della disfatta della 1ª
Armata Italiana, Beppe Niccolai viene catturato dagli inglesi e insieme ad
altri volontari italiani finisce nel "fascists' criminal camp" di Hereford,
nel Texas. Molti anni prima delle rivelazioni di Bacque sul genocidio dei
soldati tedeschi, Niccolai aveva più volte rievocato le dure condizioni
nei campi di prigionia americani e la non civiltà degli statunitensi. La
vita fu molto dura per i 15.000 italiani che rifiutarono di collaborare
con gli alleati. Gli americani aggirarono la convenzione di Ginevra
definendo, i soldati tedeschi fatti prigionieri, "forze armate disarmate"
e non "prigionieri di guerra"».
(postato da Julius su Internet)
* Eletto alla
Camera dei Deputati, collegio di Pisa, nelle file del MSI:
1968
(Vª Legislatura)
Componente
* VII Commissione (Difesa) dal 12
ottobre 1970 al 24 maggio 1972
* X Commissione (Lavori Pubblici) dal 10
luglio 1968 al 12 ottobre 1970
1972
(VIª Legislatura)
Componente
* Commissione (Difesa) dal 25 maggio
1972 al 4 luglio 1976
* Commissione parlamentare d'inchiesta sul fenomeno
della mafia in Sicilia
dal 28 luglio 1972 al 23 gennaio 1973 e dal 22 febbraio 1973 al 4 luglio 1976
* Eletto Membro
della Direzione del MSI-DN:
Novembre 1970 (IX Congresso -
Roma)
Gennaio 1973 (X Congresso - Roma)
Gennaio 1977 (XI Congresso - Roma)
Ottobre 1979 (XII Congresso -
Napoli)
Febbraio 1982 (XIII Congresso -
Roma)
Dicembre 1984 (XIV Congresso -
Roma)
Dicembre 1987 (XV Congresso -
Sorrento)
* Consigliere MSI
al Consiglio Provinciale di Pisa:
dal 6 novembre 1960 al 27 gennaio 1969
dal 7 giugno 1970 al 20 dicembre 1972
* Consigliere
MSI al Consiglio Comunale di Pisa:
ininterrottamente dal 1951 al 1980
* Federale della
Federazione Provinciale di Pisa:
La foto di "Beppe" in divisa è
tratta dal libro "Piccola Caprera. Storie di fascisti e fastidi" di Toni Fonte
e ci è stata segnalata da Juri Tarlazzi, che ringraziamo
Odissea dei contribuenti all'Ato Simeto,scrive la valente giornalista de
La Sicilia da vittima delle ultimo "disguido informatico" etneo. Che
deve pur essere contagioso se vedo in tv le immagini dell'Ama di
Roma,pur esse degne di un reportage bellico. Odissea....del
contribuente,del cliente ed,in generale del cittadino italiano. A
puntate,come il capolavoro ascritto ad Omero. Chi di noi non è mai
passato dalle file alla Agenzia delle Entrate e di Serit,causa "bollette
pazze" ? Oppure da quelle dell'Acoset e simili per l'acqua ? C'è
qualcuno che non abbia perso ore presso uno dei pochi sportelli Enel per
chiarimenti od abbia avuto risposte immediate ai problemi con Telecom ?
E le mitiche file alle Poste,alle Asl,agli sportelli ticket degli
ospedali le ricordiamo ? Per non rammentare le drammatiche esperienze
,dirette o riportate, vissute nei Pronto Soccorso e negli ambulatori
delle "revisioni pensioni". Chi,tra i lettori, non ha riscontrato
ritardi nelle corse dei mezzi pubblici o non si imbatte costantemente in
paurosi ingorghi di auto,mai segnalati preventivamente ? Per non
scrivere delle risposte, mai date o ricevute in tempi biblici,dalla
giustizia e da qualsiasi amministrazione statale,regionale o locale del
Bel Paese. Vero che Ulisse ne passò tantissime,non tutte piacevoli
come la "sosta" da Circe, e che alcune "istituzioni" divine lo
perseguitavano costantemente. Però era uno "tosto",imbroglione nato,un
furbone di tre cotte che dove passava lasciava rovine e lutti (vedi
Troia,i compagni ed i poveri Proci). Alla fine,di riffe o di
raffe,Odisseo tornò sul trono,nel letto matrimoniale e si fece beffe di
tutti. Noi cittadini altroché odissea viviamo giornalmente !
Troverei piú adeguata una collocazione nell'Inferno di Dante,da comparse
protagoniste. Addirittura in più gironi,secondo singole esperienze. Ed
Ulisse,volendolo chiamare in causa,potrebbe essere colui che
spiegò,allora per oggi,di chi fosse la colpa di tutte queste peripezie
collettive : "Nessuno....,è tutta colpa di Nessuno ! "
se Lei fosse un primate, noi,
nell’esiguo spazio di espressione concesso dal regime per il quale
Lei lavora, non avremmo la minima esitazione a indicarla come tale.
Denunceremmo tra le altre cose la singolare presenza di un
quadrupede peloso nel già affollato serraglio del consesso
parlamentare ponendo interrogativi legittimi se non addirittura
esprimendo una vibrante protesta. Lei però è una donna, una donna di
colore Signora Kyenge, una Congolese, una Africana. Una donna colta
secondo i parametri di un continente con il quale noi cerchiamo di
avere un approccio che abbia un senso contemporaneo, geopolitico,
intellettuale. Non troviamo il becero insulto costruttivo e neanche
efficiente come arma di confronto, soprattutto quando parte da un
nemico secessionista della Nazione Italia. Preferiamo l’accusa nuda
e cruda e sempre basata su considerazioni precise e circostanziate.
L’accusiamo quindi di colpe che tenteremo di illustrarLe e
perseguiamo la forma di tale accusa in modo che Lei comprenda tra le
altre cose delle differenze sostanziali sotto il profilo umano nella
Nazione che, oltre ad ospitarla, Le ha concesso una carica
istituzionale, la stessa che Lei oggi usa per colpire in maniera
diretta il nostro Popolo. Lei Signora è un ministro di questa
Repubblica che “subiamo” da quasi sette decenni e in questo
interminabile e penoso lasso di tempo, abbiamo visto cose che Lei
può agevolmente comprendere perché nel suo paese che una volta si
chiamava Zaire, il regime di Mobutu Sese Seko mostrò al mondo quanto
un abuso possa essere eccentrico e quanto un popolo, in cambio di
una ciotola di “Manioca” sia disposto ad accettare. Quando
l’esploratore/giornalista Yankee, Sir Morton Stanley, “Scoprì” a
fucilate il suo Paese, finanziato dal Re Leopoldo, non poteva
immaginare che si sarebbe aperto un lungo capitolo di sfruttamento
delle sue risorse in una colonizzazione durata fino al 1960, anno in
cui una Indipendenza del tutto cartacea consentì l’assassinio di
Patrik Lumumba e di migliaia di altri in una lotta non solo per il
potere e quindi lo sfruttamento teleguidato dall’Europa e dagli
Stati Uniti, ma sopratutto per stabilire una predominanza di fatto
tribale che perdura ancora ai giorni nostri.
La rapida nota storica, Signora, serve
per rammentarLe che nel suo paese, l’etnia, l’appartenenza contano.
Contano nella RDC, così come in tutto il Continente Africano.
Mettere al potere o in posizione comunque decisionale o influente
una appartenenza tribale “Inappropriata” significa ancora oggi un
bagno di sangue. Gli equilibri etnici sono la chiave in Africa di
ogni possibile convivenza (come è stato ampiamente dimostrato in
paesi come la tribale Libia, o in altre tragedie di cui giornalmente
possiamo effettuare la conta dei morti, dove etnia e religione si
mischiano in videogame splatter terribilmente reale che miete
annualmente centinaia di migliaia di vittime). Da decenni e cioè
pressappoco dall’inizio della fase postcoloniale, tranne che nel
caso straordinario Sud Africano, nonostante la presenza di migliaia
di Cittadini Africani di razza Bianca, nessun parlamento sub
sahariano (che ci risulti) conta su una presenza o un contributo
esecutivo extra-razziale. Il dato è forse irrilevante, tuttavia,
nella logica globalizzata di una correttezza politica planetaria ha
un peso che, nella Sua posizione privilegiata ed istituzionale di
Ministro della Repubblica, dovrebbe quantomeno analizzare,
sopratutto perché Lei nel parlamento italiano ha una funzione
assegnatele con precisa determinazione, come il nome dello stesso
Ministero affidatole esplica in maniera più che cristallina.
Immagini per un istante Sigora Kyenge un qualsiasi paese Africano
che vedesse gli immigrati di una Nazione limitrofa acquisire
inaspettati diritti, vantaggi sperequativi, una cittadinanza per sè
e per le proprie famiglie, nel mentre di una lunga crisi ad alto
impatto sociale. Immigrati che semmai, per una decerebrata strategia
politica perseguita in maniera pseudo-ospitale si vedono in larga
percentuale alla più umiliante marginalità e costretti semmai per
necessità o inclinazione allo spaccio di stupefacenti,
all’aggressione, al furto, alla rapina, all’illegalità commerciale,
alla violenza carnale, alla prostituzione. Insomma, una realtà
estranea al tessuto ormai fragile di ogni etnia, fatto di
tradizioni, di immaginario comune, di percezione del Divino, di
impostazioni relazionali, di storia, di orgoglio standard, di
appartenenza e di molto altro. Lei sa bene che questo porterebbe il
paese Africano in questione, indipendentemente dal numero di caschi
blu (come al solitoopportunamente) presenti nella regione, ad un
eccidio, ad una rivolta generalizzata, ad un genocidio. Lei si
renderà conto altrettanto bene che nel suo continente sarebbe
sufficiente che una invasiva comunità immigrata provenisse da oltre
le virtuali frontiere di una regione attigua e quindi con una lingua
in comune, con divinità in comune e l’identico colore della pelle,
che il conflitto si produrrebbe comunque. Certo Signora Kyenge,
l’Italia non è Africa e migliaia di anni di civiltà dovrebbero avere
prodotto non tanto una tolleranza diffusa ma perlomeno un metodo
corretto di gestione della ospitalità e del rapporto inter-culturale
e razziale all’interno di una società evoluta, ma… l’Italia
rappresenta un esempio disgraziato, dove una classe politica
largamente priva di specializzazioni di settore, convinta della
onnipotenza di una casta autolegittimatasi per decenni attraverso il
rito vuoto e patetico dei Ludi Cartacei, gode della prerogativa di
proporre una sciocchezza tattico-economica-antropologica come lo Ius
Soli, usando lei come medico Congolese per legittimare forse
antropologicamente la proposta. Proposta che, a nostro parere, ha un
obiettivo del quale non crediamo Lei sia interamente consapevole. La
Sinistra Italiana Signora, è la più sofisticata del mondo, nel senso
che si tratta delle propaggini salottiere e profumate di una piccolo
borghesia semi-acculturata che di oppressi e svantaggiati ha sentito
parlare a volte dal verduraio. Si tratta di una armata ipocrita di
ex studenti ai quali è stato insegnato un parametro rigido che è
quello del bene e del male in chiave para-progressista, quasi
cinematografica, laccata di un cattolicesimo negato ma interamente
assorbito. Una Sinistra innamorata un pò di Stalin e molto di un
Guevara che non conosceva le delizie dell’Happy Hour e la sciarpe di
Cashmere, sempre in bilico tra un Mantra Tibetano e i flauti andini
di Pan. In tempi nei quali lei era probabilmente una bambina, fu
diffuso in Italia un filmetto generazionale chiamato “Porci con le
Ali” nei quali in una sequenza si discuteva se… la Doccia fosse di
Sinistra e la vasca da bagno di Destra. Le sembrerà incredibile ma
l’aneddoto mostra una tendenza che persiste perché quei ragazzini
riccioluti dalla palpebra cadente per via della cannabis, con un
Marx mai letto su uno scaffale, sono diventati grandi e sono quelli
che oggi la cospargono di incenso fragrante e temiamo per il colore
simbolo della sua pelle più che per le sue capacità terapeutiche.
Quella sinistra Signora si rende conto che lo stato di privilegio
associativo istituzionale si sgretola progressivamente per tutta una
serie di ragioni tra le quali, il disprezzo profondo degli italiani
di ogni ceto e condizione che disertano tendenzialmente le Urne.
Pochi votanti = Poca legittimazione ma sopratutto, la inevitabile
tendenza a sfoltire una armata di nullafacenti di limitatissimo
talento e dagli stipendi stratosferici. A quella Sinistra
nomenklaturale e radical chic si è di recente aggiunta la Sinistra
Transnazionale, una frangia sicuramente più evoluta, già presente
nelle strutture “occidentali” che contano (Bilderberg & Co.), e già
ben inserita in quel binario tradizionale che prende ordini
direttamente dal padrone oltreoceano, e che nel nome di una
rottamazione senza precedenti, persegue in maniera prona e
reazionaria gli interessi (già sufficientemente tutelati) della
“prima democrazia del mondo”; tramite slogan “obamiani” ormai tanto
in voga e nel nome di modernizzazioni, privatizzazioni, e mendaci
speranze, vuole issare la bandiera a stelle strisce e consacrarci
come 51mo stato dell’Unione.
Sulla
destra italiana, preferiamo perfino soprassedere, perché ormai
assomiglia più ad un baccanale ed un lupanare da basso impero che aduna seria frangia partitica. Su tale carrozzone politico, molto
presto, in virtù del rubinetto arcoriano che cesserà la sua copiosa
innaffiatura, calerà il tristo mietitore, che provvederà a
decapitare tutta questa pletora di poltronai e servitù varia; i
politicanti in guepiere. A fare da sfondo a questo circo, la
presenza del burattino di turno, che in nome della sua “fiera
utilità alla democrazia“, anch’egli, molto più consapevolmente di
lei, persegue una strategia finalizzata ad uno status quo di regime,
che anestetizza qualsiasi “sintomo di ribellione” (anche di sana
protesta democratica) e che riesce adincanalare il dissenso verso
una inutile e virtuale protesta, che, de facto, demanda a lui,
nemmeno eletto, il suo destino da “carne fiscale da cannone“; tutto
questo fino a quando il Pifferaio a 5Stelle avrà cessato la sua
utilità Poi, anche su di lui, calerà la scure, che prima o poi il
sistema utilizza per accantonarti di getto. Insomma una scocciatura
enorme, cara Signora alla quale si può porre rimedio raccattando
qualche milione di voti tra una variegata comunità neo-cittadina
pronta a votare per i propri paladini quali come alternative
avrebbero l’apertura di un fast food macrobiotico. In Italia si sa
“A pensar male… si arriva vicino alla verità” e forse noi soffriamo
di una certa prevenzione di orgine ideologico-identitaria ma il
sospetto è fiero e i conti, come diciamo noi in Italia, … tornano.
Lei ci pensi Onorevole … alle nostre sincere considerazioni. Pensi
anche che gli Italiani, che questo Ius Soli proprio non lo vogliono
e che il Parlamento può (attraverso il suo fattivo contributo da
Ministro) facilmente imporre alla Nazione una legge che, oltre ad
essere odiosamente imposta, sarà sempre foriera di polemiche
continue; in futuro, in primis grazie alla crisi sociale e
finanziaria ormai devastante, nelle strade, il risultato potrebbe
essere veramente Politicamente Scorretto, e tutto sommato, inedito
per l’Italia. Lei è pronta ad assumersi la responsabilità Storica di
un conflitto di fatto civile e sociale? Lei è pronta a contraddire
la tendenza Europea alla rigida regolamentazione del
“Multiculturalismo” o più prosaicamente al controllo delle presenze
allogene?Lei è pronta a trasformarsi in un parafulmine ogni
qualvolta una vecchietta viene rapinata da un Nigeriano, una bambina
dissanguata da una infibulazione, una donna massa crata per un
abbigliamento sconveniente o qualche passante assassinato a colpi di
piccone da uno squilibrato diversamente pigmentato da noi italiani?
Lei corre il rischio di diventare la più impopolare creatura di
sesso femminile mai transitata nell’aula sordida, il bersaglio di
una valanga progressiva di insulti tali da farle rimpiangere i
riferimenti zoologici di un cinghiale padano. Non la invidiamo
Signora Kyenge e in aggiunta, le promettiamo il Massimo della
legittima e legale resistenza che ci è consentito esprimere in
questa Repubblica sub Tropicale dove si reprime il nostro dissenso
su base quotidiana con sistemi che a Lei dovrebbero risultare
familiari e ricordarle semmai Mobutu il grande Leopardo, Laurant
Kabila il Comunista e indietro nel tempo l’amministrazione coloniale
Fiamminga… tutti finiti malissimo peraltro, il che dimostra una
sorta di costante storica che punisce sempre il male travestito di
merletti. L’Onorevole Calderoli le ha rivolto un insulto perché
rappresenta politicamente e culturalmente un monumentale becerismo
che non ci appartiene. Noi invece Le garantiamo una resistenza
culturale continua che è, crediamo, assai più pericolosa
dell’epiteto a Lei rivolto in maniera patetica. Le promettiamo di
istillare nelle nuove generazioni il valore della appartenenza non
come crimine ma come istinto primordiale, la coscienza della propria
storia e la sacralità del nostro essere stirpe come debito verso i
nostri Padri ed in questo, Signora, speriamo con tutto il cuore di
sconfiggerla senza mai doverLa offendere e tantomeno vigliaccamente
intimidire. La nostra storia è ricca di millenni di civiltà e non
necessitiamo del becero insulto per difenderla. Ci è sufficiente la
possibilità di diffonderla legalmente, in maniera certamente
democratica, fattore, non del tutto scontato, in una “democrazia”
come l’Italia. Le chiediamo inoltre, di non farsi aiutare nel suo
lavoro al Ministero dell’Integrazione, dal supporto di altri
Ministri o Ministre, che paiono essere favorevoli ad una certa
attività di repressione o discriminazione legale/informativa, che
pare essere in atto da qualche mese, nei confronti di chi la pensa
diversamente da coloro che fanno dello Ius Soli una battaglia
imprescindibile. Lei (e altri/altre) che vengono da “Sinistra”
dovreste essere i primi a difendere la “libera circolazione delle
idee” che democraticamente sono garantite dalla Costituzione. Nella
stessa “fabulous America”, a cui pare immensamente guardare tutto
l’arco partitocratico italiano senza distinzioni, tale garanzia è
legalmente protetta da leggi federali, e saremmo grati di poter
usufruire di tale minimo diritto morale. Rimanga pure in questa
terra meravigliosa, goda dei suoi frutti e delle opportunità che le
vengono concesse, descriva il nostro Popolo di “meticci” una volta
tornata a casa con onestà intellettuale e i doverosi distinguo ma
sopratutto, comunichi al mondo (Lei può farlo) che L’Italia rimarrà
Italiana e l’Europa rimarrà Europea e che l’odio è una opzione che
vorremmo depennare dal futuro dei nostri figli, per quanto
possibile, se possibile…
Nelson Mandela è morto, e il Sud Africa senza “Madiba” sarà molto simile
a quello che era prima: un relitto di un paese con infrastrutture al
collasso, alto tasso di criminalità, e il genocidio al rallentatore dei
bianchi afrikaner.
Niente di tutto questo apparirà nei media di quello che era
l’Occidente. Per loro, il vero segno distintivo del totalitarismo
africano non è brutalità: è kitsch, e ne vedremo in abbondanza. Mandela
sarà su ogni copertina di riviste, Internet sarà annegato in
sdolcinatezze sentimentali, e Facebook sarà disseminato di aggiornamenti
di stato bigotti.
La verità è che il volto santo di Mandela, tutti gli occhi crespi e i
caldi sorrisi, nascondono un passato violento come terrorista. Fu il
fondatore della Umkhonto we Sizwe , il braccio armato
dell’African National Congress, e ha avuto un ruolo chiave nel passaggio
dell’ANC alla lotta armata, dopo un “sciopero generale” fallito
miseramente.
I primi attentati terroristici hanno avuto luogo nel 1961 . Nel
1962, Mandela ha lasciato il Sudafrica per un viaggio internazionale per
ottenere il sostegno per una lotta violenta contro il governo
sudafricano. Ha negoziato gli aiuti per l’African National Congress con i
vari governi anti-occidentali, tra cui la Germania orientale e la Cina
comunista.
Tra i paesi che hanno promesso pieno sostegno c’erano la Cuba
comunista e il governo egiziano di Gamal Abdel Nasser, un collega ”
anti-colonialista “. Le attività internazionali di Mandela inclusero
anche incontri con l’Esercito di Liberazione Nazionale algerino. Forse
ancora più importante, con Mandela che agisce come un agente
internazionale per l’ANC, l’Unione Sovietica ha fornito enormi quantità
di aiuti finanziari e militari a Unkhonto we Sizwe.
Dopo questa versione perversa della diplomazia internazionale,
Mandela ha avuto un addestramento militare intensivo in Etiopia, dove ha
imparato sabotaggio, attacchi esplosivi e guerriglia. Al suo ritorno in
Sudafrica, Mandela è stato arrestato per aver lasciato il paese senza
un passaporto e per incitamento allo sciopero. Più tardi, fu processato
insieme ad altri membri dell’ANC nel famoso ‘Trial Rivonia’ . Il governo
aveva scoperto 235 atti di sabotaggio.
Ancora più importante, le autorità sudafricane trovarono documenti su Operazione Mayibuye,
un piano per un confronto militare con il governo e un colpo di
stato. Mandela è stato giudicato colpevole, insieme a quasi tutti gli
altri imputati. A causa della pressione internazionale, Mandela è stato
condannato solo all’ergastolo, piuttosto che alla morte, anche se il
governo crede di aver evitato una sanguinosa guerra civile.
Anche se Mandela fu imprigionato, il gruppo di Mandela e l’African
National Congress hanno continuato a uccidere decine di persone
innocenti, alcune con il famigerato “necklacing “, approvato dalla
moglie di Mandela, Winnie. Il gruppo è diventato famoso per la sua
campagna di attentati esplosivi, in particolare il bombardamento di
Church Street, che ha ucciso 19 persone. Il gruppo ha anche minato le
strade rurali utilizzate dagli agricoltori, uccidento almeno 120
persone, molte delle quali operai neri.
Nel 1985, il governo sudafricano ha offerto di rilasciare Mandela se
ripudiava la violenza come mezzo per portare un cambiamento politico.
Rifiutò l’offerta . Mandela è stato in seguito costretto ad ammettere
che l’African National Congress “di routine” utilizzava torture contro
presunti “agenti del nemico.” Molte delle attività violente dell’ANC non
erano dirette contro il governo dell’apartheid ma contro gli Zulu e il
loro movimento politico, il Partito della Libertà Inkatha. Tuttavia, i
bianchi sono sempre rimasti un ‘obiettivo speciale’. Anche dopo la sua
liberazione, Mandela era disposto a indulgere in fantasie musicali
sull’uccisione di bianchi .
Al momento del suo processo, Mandela ha negato di essere un membro
del Partito Comunista qualcosa che ora sappiamo era una bugia . Mandela
ha lavorato a stretto contatto con il Partito Comunista del Sudafrica , e
l’African National Congress è stato sostenuta dall’Unione Sovietica.
Mandela non ha mai rinunciato a nessuno dei suoi legami con i leader
comunisti. Solo lo scorso giugno, l’Huffington Post ha casualmente
riportato notizie sulla stretta relazione tra Nelson Mandela e il
dittatore comunista Fidel Castro.
A causa di queste associazioni di lunga data e tattiche violente,
Margaret Thatcher ha condannato l’African National Congress nel 1987
come una “organizzazione terroristica.” I giovani Conservatori
britannici distribuivano propaganda chiedendo che venisse impiccato .
Gli Stati Uniti hanno elencato l’African National Congress come
un’organizzazione terroristica fino al 2008, e il presidente Ronald
Reagan ha fortemente resistito alle pressioni per imporre sanzioni
contro il governo sudafricano bianco sotto assedio. In questo, è stato
sostenuto dalla maggior parte del movimento conservatore americano.
Ora Mandela è ‘salutato’ come il ‘grande riconciliatore’. E ‘vero
che, come presidente del Sudafrica, Mandela non ha scatenato una
campagna di Stato di violenza diretta contro i bianchi. Invece, come da
accordi, ha mantenuto gran parte del sistema economico, a vantaggio di
quelli già al potere, mentre sistematicamente ha espropriato la classe
media e lavoratrice bianca, soprattutto afrikaner. Questa particolarità
non è sorprendente, considerando Mandela e la storia dell’ANC.
Anche se l’African National Congress è stata allineata con i
comunisti, ha ricevuto un trattamento ben più amichevole dalle grandi
multinazionali rispetto ai rivali nazionalisti boeri .
Incontri segreti si sono svolti tra l’African National Congress e grandi
imprenditori sudafricani anche se la guerriglia continuava, e gli
interessi commerciali britannici hanno contribuito alla creazione di
colloqui tra le élites ricche afrikaner e l’ANC. Tali incontri non hanno
mai avuto luogo tra i capitani d’industria e i leaders del progetto di
una repubblica boera indipendente separata, suggerendo che i grandi
imprenditori temevano il concetto di Eugene Terre’Blanche di una
economia per il “folk”, più di quanto temessero un governo nero.
Motivo semplice: Terre’Blanche voleva dividere il Sudafrica tra
bianchi e neri, due Stati separati. Con una Repubblica Boera
indipendente e libera. Questo terrorizzava i grandi ricchi, perché
avrebbero perso le loro ricchezze detenute nell’altra metà del
Sudafrica. Hanno preferito abbandonare le proprie classi medie e
lavoratrici in cambio della ‘garanzia’ di Mandela che, nulla delle loro
ricchezze, sarebbe stato toccato. E così è andata.
Eugene Terre’Blanche e l’AWB – il suo gruppo politico e paramilitare – hanno combattuto per l’autonomia afrikaner.
Nei negoziati che hanno preceduto la fine del governo bianco, l’ANC,
imprenditori, e il Partito Nazionale formavano un fronte unito contro i
nazionalisti boeri e i patrioti afrikaner, fino al punto in cui un
leader come il generale Constand Viljoen , tradì il piano di secessione
boero in cambio di una promessa che una patria boera sarebbe stata
considerata in futuro. Una volta che Mandela ha ottenuto le concessioni
che voleva, ha rifiutato qualsiasi considerazione.
Il presidente Mandela e il suo nuovo regime si sono concentrati sulla
‘riconciliazione con i bianchi’ per mezzo di sforzi simbolici
ampiamente pubblicizzati, mentre li colpivano dal punto di vista
economico, sociale e politico.
Mandela è stato lodato per aver lasciato un “leader afrikaner” come
FW De Klerk – ultimo presidente bianco del SA e ‘finiano’ – servire nel
suo governo, ma questo non era altro il continuare un rapporto di lavoro
con dei ‘collaborazionisti’.
La povertà tra gli afrikaner è cresciuta a dismisura negli anni dalla
fine dell’apartheid , con migliaia ridotti a vivere in campi abusivi.
Il Sud Africa ha uno dei tassi di criminalità più alti al mondo ed è
famosa per le sue comunità chiuse e le società di sicurezza private. La
nazione ha anche un alto tasso di infezione da HIV / AIDS , che non è
aiutato dai funzionari governativi neri che pensano che la cura sia una
dieta ricca di aglio . La risposta di Mandela è stata quella di
criticare i media per il concentrarsi troppo sulla criminalità .
Egli non fece nulla per fermare quello che oggi è ampiamente accettato
come il ‘genocidio nei confronti degli agricoltori boeri’, e attuato le
preferenze razziali anti-bianchi anche se i bianchi sono diventati una
minoranza impotente.
Mandela ha raggiunto una reputazione per la magnanimità,
presumibilmente perché non ha semplicemente cercare di uccidere tutti i
suoi nemici politici, come molti dei suoi colleghi “democratici” hanno
fatto in altri paesi africani. Una grande quantità di questi erano
semplicemente gesti di amicizia ‘mediatici’, come Mandela che indossa
una maglietta degli Springboks o l’onorare gli ex Presidenti di Stato
quando sono morti.
Mandela era abbastanza intelligente – diversamente da Mugabe nello
Zimbabwe – da capire che il Sud Africa dipendeva dai bianchi e dalla
loro ricchezza e abilità tecnica nel paese, e voleva spremere la gallina
dalle uova d’oro, non ucciderla.
I ricchi sudafricani e gli interessi commerciali, che erano i suoi
alleati nella fase iniziale, hanno evitato all’economia sudafricana il
collasso, anche se da dietro comunità recintate e custoditi dalle forze
di sicurezza private.
Tuttavia, gli afrikaner come popolo sono stati distrutti. I nomi
degli eroi afrikaner sono stati strappati dalle città, strade e piazze, e
sostituiti con quelli dei leader “anti-apartheid”. Le forze di difesa
bianche notd come “commandos” sono state messe fuorilegge , il che
significa che coloro che non possono permettersi una società di
sicurezza privata sono lasciati vulnerabili alla violenza nera.
Dal momento che Mandela ha rifiutato qualsiasi considerazione di una
patria Boer, i numeri da soli assicurano che gli afrikaner siano
politicamente marginali. Più di 750.000 i bianchi hanno lasciato il
paese, ma gli agricoltori boeri sono intrappolati. La loro ricchezza
sono i terreni agricoli: non possono lasciare.
La cosiddetta ‘magnanimità’ di Mandela, consisteva nel mantenere i
bianchi in vita per pagare le tasse emantenere la dittatura del suo
partito unico ANC. Ma negando loro una qualsiasi rappresentatività
politica significativa.
E dopo la sua morte può solo peggiorare. I suoi critici alla ‘sua
sinistra’, compresa la sua ex-moglie, si lamentano che la povertà nera
non è notevolmente migliorata con l’ANC. Vogliono confiscare i terreni
degli agricoltori boeri e replicare le politiche di Mugabe.
Julius Malema, ex leader dei giovani dell’Anc, sta formando un nuovo
partito politico con lo scopo specifico di “combattere i maschi
bianchi.” Il governo sta anche cercando di proibire la beneficenza ai
poveri bianchi .
Il Sud Africa sta già esplorando una “riforma agraria”, sul modello
dello Zimbabwe, che ha gettato l’ex granaio dell’Africa in un distopico
caos.
Anche i gesti magnanimi in gran parte simbolici, come non smantellare
gli Springboks, si sono invertiti. Poiché le norme sociali dello Stato
fondato dai bianchi svaniscono, tutto declina. Oggi, il Presidente dello
Stato del Sud Africa è un poligamo che pensa che si può lavare via
l’HIV con una doccia, ed è probabilmente meglio di chiunque altro è in
arrivo.
Mandela merita la piena responsabilità di tutto questo. Fin
dall’inizio, il suo sogno era di uno stato sudafricano unitario dominato
dagli elettori neri che sostengono un partito politico di sinistra, con
una sottile presenza di bianchi che finanziano rendendo possibile
andare avanti. Il declino del Sudafrica è la logica conclusione.
Indipendenza, apartheid, e anche il terrorismo di AWB sono stati
tutti tentativi afrikaner per evitare esattamente ciò che è accaduto:
espropriazione politica seguita da misure che porteranno all’estinzione
economica e sociale collettiva.
Arriviamo a dire che un improvviso scoppio di violenza anti-bianca
dopo la morte di Mandela sarebbe una buona cosa. Darebbe gli afrikaner
-un popolo guerriero – un motivo per alzarsi e combattere.
Al contrario, l’eredità di Mandela è il lento genocidio del popolo
che ha trasformato il Sud Africa in una nazione ricca nel mezzo del
continente nero . Mandela ha rappresentato lo sfruttamento con il
pretesto della magnanimità, l’omicidio in nome della democrazia, il
genocidio con il sorriso.
Dovremmo piangere la morte del vecchio terrorista solo perché non
visse abbastanza per vedere il suo lavoro distrutto, il giorno in cui i
boeri e il resto di noi, saranno di nuovo liberi.
Mandela ha lottato per il suo popolo. Il fatto che milioni di bianchi
dalla cultura post-moderna ne piangano – superficialmente, come fosse
un attore – la morte, è il simbolo del declino intellettuale
dell’Occidente. E’ come se gli Atzechi piangessero la morte di Cortès:
questo è masochismo etnico.
E questo intelletto degradato è ben rappresentato da un’esponente della ‘cultura’ post-moderna: