di Ida Magli
All'inizio degli anni
Novanta le scienze umane sono state fatte sparire dall'orizzonte
dell'informazione di massa, semplicemente con il silenzio, non parlandone più.
Dato l'enorme entusiasmo che avevano suscitato nel periodo che va dalla fine
della Seconda guerra mondiale fino agli anni Novanta, il fatto che nessuno abbia
fatto rilevare questa sparizione sarebbe «strano» se non rappresentasse la
conferma che la sparizione è stata voluta.
Le cattedre ovviamente
sussistono, ma le loro scienze non fanno più notizia. Contemporaneamente sono
state eliminate dalle scuole, per ordine dell'Ue, antiche, nobilissime e
essenziali discipline come la geografia, la letteratura latina e greca con le
lingue corrispondenti, riducendole tutte a fantasmi, innocui brandelli di un
sapere inesistente. Perfino la storia, privata di tutti i contributi
metodologici di cui l'epoca moderna l'aveva arricchita, sembra diventata un
residuo d'altri tempi, impotente a dare agli uomini quella consapevolezza di se
stessi che ne è il frutto principale, conquista fondamentale della civiltà
europea. Anche questo è stato deciso e messo in atto nel più completo silenzio.
Sembra di vivere in una
società di analfabeti, dove nessuno è in grado di valutare e di esprimere un
giudizio su simili provvedimenti. Eppure anche soltanto il corpo insegnanti
italiano (ma il decreto riguarda tutte le scuole dell'Ue) è costituito da circa
un milione di persone. Come mai non hanno protestato, non hanno espresso il loro
parere su una decisione così grave? Di fatto i governanti, provvedendo a educare
tutti con le scuole di Stato, hanno dettato anche il tipo di insegnamento cui i
sudditi debbono essere sottoposti, tipo d'insegnamento che possiamo riassumere
nel dato che segue: gli studenti debbono studiare in modo da non imparare nulla,
o quasi.
Per prima cosa non debbono
imparare a «pensare», a che cosa serva «pensare», a che cosa serva «conoscere»;
di conseguenza, debbono imparare tutto senza imparare nulla su di sé, sulla
propria vita, sul proprio ambiente, sul proprio gruppo, sulla propria storia,
sulle istituzioni e sul potere che le regge. Sembra evidente che tutto questo
sia stato programmato in vista dell'ideologia di chi comanda in Europa, o almeno
di quello che si suppone sia questa ideologia: l'omogeneizzazione mondiale, la
formazione di persone tutte uguali: i «cittadini del mondo».
È obbligatorio, pertanto,
insegnare ai ragazzi quale sia la verità sul sesso stabilita dal Potere. Non
quella che il bambino vede, sente, tocca su di sé da quando è nato, quella della
natura che ha fornito il pene e l'utero per la prosecuzione della specie, Dna
diversi fra maschi e femmine, così come ha fornito gli occhi per vedere, i
polmoni per respirare, ma quella del gender (termine che non viene mai tradotto
vista la sua ambiguità). Che poi è ovviamente quella imposta dagli omosessuali
«maschi» e che l'Italia ha approvato: si è maschi o femmine, o anche trans, se
l'individuo crede o pensa o desidera, o «sente» di esserlo. Il Consiglio
d'Europa ha fornito la traccia obbligatoria per tutti. Al Policlinico di Bari si
effettuano cambiamenti di sesso con 170mila euro a intervento forniti dalla
Regione Puglia, stanziamento che naturalmente serve a incrementarli.
Perché si vogliono rendere
più frequenti e «normalizzare» i cambiamenti di sesso caricandone la spesa sulle
spalle della società? La spiegazione va cercata nel loro desiderio di
integrazione. Le tecniche chirurgiche odierne facilitano questo scopo, anche se
si tratta di operazioni di per sé molto complesse, e che lasciano sempre, o
quasi sempre, conseguenze negative fisiche e psicologiche.
Una cosa, però, la si può dedurre con sicurezza da questi comportamenti: nella direzione di senso impressa all'Europa dal Laboratorio per la Distruzione l'uguaglianza finale non sarà soltanto quella delle idee, della lingua, della religione, della Patria, ma anche fisica. L'uguaglianza che si persegue, però, è il più possibile «indistinta», di cui il modello è il «trans».
Una cosa, però, la si può dedurre con sicurezza da questi comportamenti: nella direzione di senso impressa all'Europa dal Laboratorio per la Distruzione l'uguaglianza finale non sarà soltanto quella delle idee, della lingua, della religione, della Patria, ma anche fisica. L'uguaglianza che si persegue, però, è il più possibile «indistinta», di cui il modello è il «trans».
Quello che abbiamo davanti
oggi, dunque, in Occidente, è il mondo della non-forma che pretende di diventare
modello prevalente sulla forma. È ciò cui tende il Laboratorio per la
Distruzione: nulla è più debole della non-forma. Come è ovvio, sul grigio cui si
sta riducendo l'Europa, debolissimo di per sé, vincerà il «nero».
Si tratta, dunque, di preparare i giovani a non appartenere a nulla, a non identificarsi in nulla, a non sapere orientarsi sessualmente ma anche geograficamente, come è stato affermato con semplicità eliminando la geografia dagli insegnamenti scolastici: a che servirebbe visto che il pianeta appartiene a tutti? Perfino della psichiatria e del problema dei malati di mente, di cui si era discusso in Italia con grande passione dal '68 in poi a causa delle teorie di Franco Basaglia sulla necessità di chiudere i manicomi e di liberare i pazienti da una vita presso a poco carceraria, adesso non si sente più parlare. Non esistono più malati di mente? Come si curano? Come se la cavano i parenti nell'assisterli? Non lo sappiamo. È evidente che l'informazione in proposito è stata messa a tacere.
Si tratta, dunque, di preparare i giovani a non appartenere a nulla, a non identificarsi in nulla, a non sapere orientarsi sessualmente ma anche geograficamente, come è stato affermato con semplicità eliminando la geografia dagli insegnamenti scolastici: a che servirebbe visto che il pianeta appartiene a tutti? Perfino della psichiatria e del problema dei malati di mente, di cui si era discusso in Italia con grande passione dal '68 in poi a causa delle teorie di Franco Basaglia sulla necessità di chiudere i manicomi e di liberare i pazienti da una vita presso a poco carceraria, adesso non si sente più parlare. Non esistono più malati di mente? Come si curano? Come se la cavano i parenti nell'assisterli? Non lo sappiamo. È evidente che l'informazione in proposito è stata messa a tacere.
Articolo pubblicato sul
sito de Il Giornale
Link diretto: http://www.ilgiornale.it/news/cultura/970003.html
Nessun commento:
Posta un commento