mercoledì 1 ottobre 2014

Venduti all'Europa - di Ida Magli



Venduti all'Europa

di Ida Magli
ItalianiLiberi |

  L
’editoriale con il quale il direttore del Corriere della Sera ha inaugurato la nuova grafica del più importante quotidiano italiano è diventato subito famoso perché interpretato come un durissimo attacco al Capo del Governo. Si sono subito aggiunte alla voce del Corriere le accuse dei Sindacati, della Conferenza Episcopale italiana e perfino di qualche vecchio amico di Renzi: “Basta parole, passa ai fatti”. Che Renzi definisca “riforma” ogni parola che pronuncia appare abbastanza delirante, ma in realtà a tutte queste accuse mancano quelle fondamentali e l’editoriale di De Bortoli da questo punto di vista sembra perfino troppo accomodante. L’angoscia maggiore degli italiani, infatti, non consiste in ciò che è stato denunciato: l’eccessiva sicurezza di sé e della propria oratoria da parte di Renzi, la superficialità e l’incompetenza con le quali vengono prese tanto da lui quanto dai suoi ministri decisioni importanti, ma qualcosa di ben diverso e che si può riassumere in un unico dato: gli italiani sentono e sanno di non avere un futuro. Non hanno futuro per quanto riguarda il territorio e l’identità della nazione, sommersi dall’offensiva proclamata dall’Islam contro l’Occidente e che si serve delle ondate incontenibili dell’immigrazione come dello strumento più efficace. Non hanno futuro perché la politica promuove i valori di chi non ha figli come gli omosessuali e aiuta gli immigrati invece che gli italiani. Non hanno futuro perché la crisi economica non è sanabile tagliando spese, aumentando ticket o inserendo nel Pil il barbaro trucco degli introiti della mafia e della prostituzione. Non hanno futuro, infine, perché incombe sull’Italia il lezzo della morte: la morte della democrazia creata dai politici nel momento stesso in cui hanno deciso di non tenere conto dell’illegittimità della legge elettorale con la quale sono stati eletti e di cui nessuno parla più. I parlamentari hanno continuato ad occupare il proprio posto, cambiano la Costituzione e emanano leggi e decreti come se la sentenza della Consulta sulla loro illegittimità non esistesse. Invece di riformare subito la legge e tornare alle elezioni Renzi sfrutta la debolezza intrinseca dei falsi eletti comportandosi con la sicurezza del  dittatore: “Approvate tutto o vi faccio cadere”. Dall’insieme di menzogne e di fanfaronate  insite nel programma dei “Mille giorni” giunge agli Italiani la percezione confusa ma fortissima della presenza di un Male assoluto: la “falsificazione del bene” (come l’ha definita Solovie’v), una “corruzione” che non può neanche essere espressa in parole o in cifre perché con la falsificazione del bene non esistono più né giustizia, né convivenza civile, né Popolo, né Stato.

L’economia italiana si trova da sei anni in depressione. La produzione industriale è nelle condizioni degli anni ’80. L’industria concorrenziale e le imprese produttrici muoiono: nel primo semestre del 2014 sono fallite 8120 imprese. La disoccupazione giovanile è fissa ormai da tempo al 42%. In molte regioni il mercato immobiliare è in caduta libera. Il livello del debito in rapporto al prodotto interno lordo si trova attualmente circa al 135%. La Bce sta tentando attraverso l’acquisto di titoli (la carta straccia delle banche italiane) e una svalutazione dell’euro, di stabilizzare il sistema che vacilla, ma è evidente che l’Italia dovrà uscire dall’euro. Sono i più stimati economisti quelli che ormai da diversi anni fanno questo tipo di analisi e giungono a questa conclusione. L’ultimo proprio in questi giorni, l’analista economico-finanziario del gruppo EPM di Berlino, Erwin Grandinger, il quale però ritiene che l’Italia con il suo tesoro di territorio, le sue 2.451 tonnellate d’oro e altri beni geostrategici possa sostenere con calma la sua nuova valuta. Questa è la realtà. Toccherebbe a Forza Italia, ai partiti d’opposizione, dire chiaramente agli italiani quale sia la situazione, discuterla e affrontarla subito. Continuare ad appoggiare Renzi, il quale lavora per l’Ue e per se stesso, è un suicidio per tutti.

Ida Magli

Roma, 27 settembre 2014



                                                                                                                  

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