Blog politicamente scorretto contro la dittatura del pensiero unico. E. LONGO
SIGNORAGGIO / IL SISTEMA PER DISSANGUARE I POPOLI
Di Anonimo Pontino
Il
Signoraggio Primario consiste nel fatto che le banche centrali (private) producono
i soldi al costo della carta e dell’inchiostro, o elettronicamente, e poi li
‘vendono’ agli Stati (che potrebbero produrli loro stessi) facendoseli pagare
con i buoni del tesoro, creando così debito pubblico.
Il Signoraggio Secondario consiste nella “riserva frazionaria”, cioè
il “moltiplicatore monetario”:
nel
1957 le banche erano tenute a tenere in riserva il 25% del deposito, nel 1970
erano scese al (circa) 15% e oggi solo il 2%. Cosa significa? Significa che la
banca può ricevere €10.000 e prestarne €9.800, questi andranno prima o poi
versati in un altro conto dove basterà tenere contanti per €196 (9.800×2%), e
si potranno prestare i restanti €9.604 (9.800–196) e il ciclo continuerà sul
nuovo conto corrente. Alla fine della fiera, partendo da €10.000, la banca
potrà creare e prestare €500.000, ossia 50 volte di più e incamerare i relativi
interessi. Tutto senza avere altro che i €10.000 reali iniziali.
Cos’è
che fa incrementare il valore di una banconota da 0 a 100 euro (nel caso di una
banconota da 100 euro)?
Gli euro non sono altro che semplici pezzi di
carta che le banche stampano senza più
alcuna copertura aurea
(abolizione
dei patti di Bretton Woods, 1971) che
acquisiscono valore perché la collettività, per convenzione, decide di
dargli valore.
Insomma,
è il popolo che dà valore alla moneta ma sono le banche che, emettendo
prestando,
se
ne appropriano illegittimamente caricandola pure di un interesse. Ogni anno i
cittadini
inconsapevoli
sono obbligati a pagare le tasse per saldare gli interessi su un debito che
non
dovrebbe neppure esistere ed ogni anno migliaia di aziende falliscono mentre le
nostre
cinghie
si stringono e i banchieri internazionali si gonfiano. Capite ora perché siamo
tutti in bancarotta e dove vanno a finire i soldi?
La soluzione
La
moneta è l’unità di misura del valore come il metro è l’unità di misura della
lunghezza.
Ogni
unità di misura possiede in sé la proprietà della qualità che va a misurare;
come il metro possiede la qualità della lunghezza, così la moneta possiede
valore.
Esistono
quindi due tipi di ricchezza: la ricchezza reale (oggetti, manufatti, beni di
consumo) e la ricchezza monetaria (la quantità di moneta necessaria per
misurare la ricchezza reale).
Facciamo
un esempio: se oggi nel mondo esistono beni reali pari ad un miliardo di euro,
nel mondo dovrà anche esistere un miliardo di euro in moneta. (NB: non un
miliardo e cento milioni perché altrimenti la moneta si svaluterebbe e neanche
novecento milioni altrimenti verrebbero a mancare dei soldi per comprare dei
beni che inevitabilmente rimarrebbero invenduti.)
Per
creare la ricchezza reale occorre lavorare mentre per creare la ricchezza
monetaria non occorre nessuna forma di lavoro.
Per
creare la ricchezza monetaria occorre soltanto che ogni singolo cittadino
accetti, per convenzione, di dare valore a dei pezzi di carta colorata.
Da
queste considerazioni si evince una paradossale ovvietà: mentre la ricchezza
reale è proprietà di chi la crea lavorando, la ricchezza monetaria è proprietà
di tutti che la creano accettandola.
Tornando
al nostro esempio, se un miliardo di beni reali è distribuito proporzionalmente
tra i lavoratori, un miliardo di euro dev’essere distribuito equamente ad ogni
singolo individuo.
Attualmente
il miliardo di euro viene distribuito ai soli proprietari delle banche centrali
i quali lo prestano ai cittadini, indebitandoli di ciò che dovrebbe essere
loro.
Noi
vogliamo che quella ricchezza venga equamente distribuita ad ogni cittadino
sotto forma di Reddito Di Cittadinanza senza distinzione alcuna per ragioni di
razza, di colore, di sesso, di lingua, di religione, di opinione politica o di
altro genere, di origine nazionale o sociale, di ricchezza, di nascita o di altra
condizione!
Conclusione
Ogni
stato, per costituzione, è sovrano sul suo territorio. Attualmente tutti gli
stati hanno ceduto la sovranità monetaria alle Banche Centrali di emissione.
Riappropriarci della sovranità monetaria significherebbe azzerare l’illecito
debito pubblico e impadronirci del reddito derivante dall’emissione di moneta.
Azzerare
il debito pubblico significherebbe eliminare la maggior parte delle tasse che
oggi paghiamo.
Impadronirci
del reddito derivante dall’emissione di moneta significherebbe istituire il
Reddito Di Cittadinanza mensile per ogni singolo essere umano.
Attenzione,
non un reddito che permetta di fare la “bella vita” ma un reddito che permetta
di sopravvivere perché ogni paese civile deve e può garantire il diritto alla
vita ai propri cittadini (per vivere bisogna bere, mangiare e ripararsi dal
freddo e per farlo occorrono soldi). Dal Reddito di Cittadinanza, inoltre,
potrebbero essere trattenute le tasse necessarie allo stato per garantire i
servizi pubblici, servizi che oggi vengono sempre più trascurati (e
privatizzati) data la pressione soffocante del debito.
Sistema finanziario e Potere
Molte
persone credono che le banche siano istituzioni che investono i risparmi dei
clienti per produrre profitti. Non immaginano neppure lontanamente la vera
natura dell’istituzione bancaria. Non associano affatto le crisi economiche, la
disoccupazione o le guerre, al sistema finanziario, e quindi non comprendono la
vera natura del potere che oggi vessa il mondo intero.
Per
giungere alla verità basterebbe sapere che il denaro prestato dalle banche non
esiste, è “moneta virtuale”, che pur non esistendo viene caricata di interessi.
La banca crea denaro semplicemente scrivendo la cifra sullo schermo del
computer, ma i pagamenti del debito devono essere puntuali, altrimenti si
impadronisce dell’automobile o della casa, che sono beni reali.
Le
banche hanno il potere di stampare denaro. Tale potere viene esercitato in
segretezza. I mass media utilizzano parole e concetti per nascondere tale
realtà. Ad esempio, parlano della Banca Centrale Europea come fosse legata
all’Europa, e non dicono che essa è un’istituzione controllata da pochi
privati. Lo stesso avviene per la Federal Reserve , il cui presidente viene
nominato dal presidente americano, per dare ad intendere che si tratta di
un’istituzione governativa. E invece essa è nelle mani di un gruppo di
banchieri privati. Oggi le banche hanno lo scopo principale di saccheggiare i
paesi, fornendo banconote che in realtà non hanno alcun valore, ma producono
debito.
Le
banche indebitano gli Stati senza dare nulla se non pezzi di carta colorata. E
i popoli si impoveriscono per pagare il DEBITO PUBBLICO che in realtà è una
TRUFFA.
L’élite
finanziaria ha acquisito questo enorme potere attraverso i secoli, utilizzando
tutti i mezzi possibili, compresi la guerra, lo sterminio e la criminalità. Con
le guerre, le banche acquisiscono ulteriore potere, perché possono concedere
prestiti ai paesi in guerra, e dopo la guerra finanzieranno la ricostruzione,
ricavando altri profitti.
Il
potere finanziario è stato sempre un potere imperiale, che mira ad assoggettare
i popoli e ad accrescere il proprio dominio nel mondo. L’economia reale si basa
sulla quantità di denaro in circolazione. Se c’è poco denaro la gente deve
ridurre la spesa, le industrie riducono la produzione e licenziano, e questo
riduce ancora di più il denaro da spendere. In questo modo si apre una crisi.
I
grandi banchieri decidono se creare una crisi oppure no. Nel 1929, fecero
aumentare i prezzi delle azioni, fino a quando raggiunsero livelli molto
elevati. L’aumento vertiginoso doveva servire ad attrarre molte persone. A metà
del 1929, ben nove milioni di americani avevano investito in borsa. A questo
punto, i banchieri avevano tutto l’interesse a provocare la crisi. Il crollo
sarebbe servito ad impossessarsi di una quantità enorme di beni (negozi,
industrie, piccole banche, case, automobili ecc.) di coloro che non avrebbero più
potuto pagare i debiti. L’aumento o il ribasso azionario sono dovuti ad
elementi di natura informativa o psicologica, e i banchieri possono controllare
e condizionare le notizie che riguardano la Borsa.
Nell’ottobre
del 1929, la caduta del valore delle azioni, provocata dai banchieri di Wall
Street, produsse effetti devastanti. Le banche esigevano i pagamenti e i
clienti non potevano pagare. Le industrie cessarono la produzione, e molte
persone rimasero disoccupate. Piccole banche e industrie diventarono proprietà
dei grandi banchieri che avevano innescato la crisi. Milioni di persone
rimasero disoccupate o andarono in bancarotta, e alcune di esse si suicidarono.
La
truffa del crollo del 1929 era stata compresa da Emile Moreau, governatore
della banca di Francia, che l’8 febbraio del 1928 aveva scritto nel suo diario:
“Le banche avevano ritirato improvvisamente dal mercato diciottomila milioni di
dollari, cancellando le aperture di credito e chiedendone la restituzione“. I
banchieri avevano agito in modo da bloccare l’economia, e questo si sarebbe
riversato anche sul mercato borsistico. Sarebbe inevitabilmente scoppiata una
grave crisi, che si ebbe il 29 ottobre del 1929.
La
quantità di denaro da mettere in circolazione viene decisa dalle banche. Le
banche possono alzare o abbassare il tasso di sconto, e così favorire o
impedire i prestiti. I banchieri sono guidati da logiche di potere e di
profitto, essi manovrano le informazioni finanziarie e possono orientarle come
vogliono, favorendo alcuni mercati e distruggendone altri.
L’élite
finanziaria statunitense si è imposta attraverso le due guerre mondiali. Nel
1944 le autorità statunitensi organizzarono la conferenza finanziaria
internazionale di Bretton Woods (New Hampshire, Usa), per imporre al mondo il
sistema valutario a loro favorevole. Il dollaro venne posto al centro del
sistema finanziario, e poteva essere convertito in oro. Il prezzo del dollaro,
fissato nel 1934, era di 35 dollari l’oncia (circa 1,1 $ al grammo), e rimase
invariato fino al 1971.
Porre
il dollaro al centro del sistema finanziario voleva dire poter condizionare e
controllare l’economia di tutti i paesi del mondo. Molti di essi, alla fine
della guerra, non avevano dollari nelle casse, e dovettero vendere parte del
proprio oro al Tesoro americano, per avere i dollari per comprare generi
alimentari, materie prime o macchine industriali. Nel 1948, la Francia negoziò
la convertibilità della propria valuta in oro, e nel giro di alcuni anni anche
gli altri paesi europei e il Giappone fecero altrettanto. Tutti i paesi furono
costretti a versare al Fmi 1/4 della quota di partecipazione in oro, o il 10%
delle proprie riserve d’oro in dollari. Il
Fmi si appropriò in breve tempo di una quantità enorme di oro. Le
autorità americane riuscirono ad impadronirsi del 70% di tutte le riserve
mondiali di oro. Ma con lo sviluppo economico del Giappone e dell’Europa, le
riserve diminuirono. Nel 1960 erano scese al 44% e nel 1971 si erano ridotte al
21%. Per questo motivo, le banche americane decisero di sganciare il dollaro
dall’oro. Nell’agosto del 1971, l ‘amministrazione Nixon, unilateralmente,
decise di abolire la convertibilità del dollaro in oro. Il prezzo del petrolio
salì. Ciò provocò una crisi del sistema monetario internazionale e l’inflazione
colpì soprattutto i paesi più poveri.
Nel
1992, il governo Amato, per privatizzare la Banca d’Italia si rivolse alle tre
grandi banche americane: la Merril Lynch , la Goldman Sachs e la Salomon
Brothers. Il nostro paese venne messo nelle mani dei centri del potere
finanziario, con tutto quello che ne sarebbe derivato.
I
banchieri americani avrebbero acquisito un potere mai avuto prima, producendo a
volontà banconote senza alcun valore, che nel circuito finanziario avrebbero
conservato il valore avuto in precedenza. Ciò ha creato una finanza selvaggia,
sganciata da qualsiasi parametro reale, all’interno della quale tutto poteva
diventare possibile e lecito.
La
Federal Reserve non notifica più l’ammontare delle banconote stampate e messe in circolazione. Le famiglie
americane si sono indebitate sempre di più, anche a causa della diminuzione dei
salari, e molte di esse rischiano di non riuscire a pagare e di perdere casa e
automobile, che saranno rilevate dalle banche.
I
banchieri americani sono disposti a fare nuove guerre per impedire il crollo
definitivo di un’economia basata sul debito. Essi hanno trasformato l’economia
in un sistema assurdo e irreale, in cui le speculazioni permettono
l’accumulazione di denaro, che non corrisponde a nessuna ricchezza reale e non
è stato prodotto dal lavoro.
L’élite
dominante ha cancellato il valore del lavoro e ha distrutto ogni riferimento
economico e finanziario reale, per poter esercitare senza limiti un potere
basato sull’arbitrio e sul crimine. Il sistema finanziario oggi ha accentrato
il potere come mai prima, distruggendo il potere dei governi nazionali, e
acquisendo potenzialità distruttive enormi.
Le
banche hanno interesse a indebitare gli Stati e i singoli cittadini, per poter
incassare il guadagno sul denaro prestato, e per avere il potere di
condizionare le scelte politiche ed economiche. Per realizzare questi
obiettivi, l’élite finanziaria ha messo in pratica una serie di strategie per
indurre a privatizzare i beni pubblici. Ad esempio, utilizza le Borse per
attuare speculazioni attraverso le quali controllare le aziende pubbliche, per farle crollare e rilevarle. La logica è
sempre la stessa: prima indebolisci, rendi una società assai mal ridotta, fai
in modo da indebitarla, infine la rilevi, e nel giro di alcuni anni puoi trarre
profitti. E se i profitti non dovessero arrivare, puoi sempre chiedere denaro
pubblico.
Le
grandi banche hanno nelle loro mai il potere speculativo della Borsa. Il
sistema borsistico è irrazionale e senza regole certe. La prevedibilità di
questo sistema è nelle mani di chi lo controlla dall’alto, cioè dei grandi
istituti bancari. Il 70% del credito speculativo mondiale è nelle mani di tre
grandi banche: Morgan Stanley, Goldman Sachs e Ubs. Queste banche si valgono di
conoscenze di natura sociologica e psicologica per condizionare i mercati e
controllare l’economia. Il loro obiettivo principale è quello di accrescere ancora
di più i loro capitali, spogliando i cittadini e le istituzioni. Come osserva
l’Economist, i banchieri hanno sempre più ragioni per far si che il potere
“torni nell’ombra”.
Le
esigenze di accrescimento del capitale si accaniscono contro i salari, contro
lo Stato Sociale e contro gli stessi risparmiatori.
Le
guerre nel Terzo Mondo hanno avuto (e hanno) la funzione di seminare
disperazione e miseria, per fare in modo che le corporation si appropriassero
delle materie prime e della manodopera a basso costo. Il settore finanziario
non deve essere separato da quello produttivo, perché in realtà si tratta delle
stesse persone, che posseggono denaro per investire nell’industria, o produrre
beni e servizi. La globalizzazione neoliberista era il progetto delle banche di
accentrare nelle loro mani la ricchezza del mondo.
La
crisi economica viene creata dalle banche, che cercano di fare in modo che vi
sia quanto meno possibile denaro in circolazione. Ciò serve ad accrescere il
loro potere, e ad indurre le persone ad avere uno stato d’animo depresso o
assorbito dai problemi economici. Una tale condizione assoggetta ancora di più
gli individui al sistema.
Negli
ultimi decenni, con la liberalizzazione, il settore finanziario si è
rafforzato, permettendo ad alcuni alti guadagni, che in altri settori è più
difficile avere. Per questo motivo, molti industriali hanno preferito
abbandonare la propria attività per dedicarsi alle speculazioni
finanziarie. Le fusioni e le
acquisizioni di gruppi multinazionali o banche, hanno prodotto guadagni per
miliardi di dollari, e hanno concentrato la ricchezza nelle mani di poche
famiglie.
Attraverso
le guerre e le crisi finanziarie, le banche hanno ricolonizzato il Terzo Mondo,
e hanno ridotto in miseria milioni di persone.
Ad
esempio, lo Zambia è un paese ricco di risorse minerarie. I contadini, già nel
periodo del colonialismo inglese, furono indotti ad abbandonare le terre per
lavorare nelle miniere. Ma i salari erano bassi, e la povertà cresceva. Per
“aiutarlo” intervennero la Banca Mondiale e il Fondo Monetario Internazionale
(istituti creati nel 1944 a Bretton Woods). Il debito aumentò, ma la povertà
rimase, e anzi si aggravò. Il debito serviva ad assoggettare il paese, e non ad
aiutare i poveri. Infatti, il denaro elargito era finito, in gran parte, nelle
tasche di funzionari corrotti. Oggi lo Zambia è uno dei paesi più indebitati
del mondo. Il suo debito pubblico ammonta a 6.758 milioni di dollari, dei quali
il 55% deve essere restituito alle banche di paesi stranieri, e il 42% alla Bm
e al Fmi (che sono istituti finanziari i cui azionisti sono per il 60% i
banchieri anglo-americani). Il 70-80% degli zambiani vive sotto il limite della
povertà (1 dollaro al giorno), mentre la ricchezza prodotta dal paese viene
saccheggiata dalle banche. In condizioni analoghe sono stati ridotti parecchi
altri paesi del Terzo Mondo, indebitati per alzare i profitti delle banche. Il
potere finanziario sta distruggendo le possibilità di sviluppo economico
ovunque.
Il
controllo delle banche è soltanto apparentemente esercitato dai direttori delle
banche, come il presidente della Federal Reserve Ben Bernanke. In realtà dietro
di essi ci sono i proprietari, che decidono le politiche da imporre. Si tratta
delle famiglie dei grandi banchieri europei, come i Rockefeller o i Rothschild.
Sono persone che non appaiono mai nei media, nemmeno quando riviste come Forbes
fanno la classifica dei più ricchi. Queste persone sono talmente ricche e
potenti da dover rimanere nascoste, perché se i popoli scoprissero le loro
responsabilità sulla morte o sulla miseria di milioni di persone, il loro
potere sarebbe in pericolo.
Oggi
le grandi banche speculano su tutti i settori economici, in tutto il mondo. Ad
esempio, nel 2006, la Goldman Sachs ha
aumentato del 69% le proprie entrate, grazie a investimenti e guadagni
commerciali dovuti ad attività che sfruttano in modo disumano la manodopera
asiatica. Si è arricchita ulteriormente sulla sofferenza e sulla miseria umana.
Così hanno fatto anche altre banche, come la Lehman Brothers e la Merril Lynch.
Il potere raggiunto dalle banche ai nostri giorni è senza precedenti. Nemmeno i
grandi dittatori della Storia passata avevano nelle loro mani così tanto
potere. Le banche hanno acquisito la capacità di sovrastare i poteri statali, e
di imporre politiche favorevoli soltanto ai loro interessi.
I
dirigenti delle banche guadagnano cifre astronomiche. Ad esempio, il direttore
generale della Goldman Sachs, Lloyd Blankfein, ha guadagnato nel 2006 ben 53,4
milioni di dollari. Il mondo di queste persone è completamente avulso dalla
realtà del lavoratore comune, che con poche migliaia di dollari deve
sopravvivere e mantenere la famiglia.
Le
banche sottraggono ai popoli le ricchezze materiali, il valore del lavoro e i
vantaggi delle attività produttive. Rendono l’esistenza umana sempre più
soggetta al problema della sopravvivenza, impedendo lo sviluppo culturale e
umano dei popoli.
Le
banche di Wall Street, come la Carlyle Group o la Goldman Sachs , finanziano e
organizzano le campagne elettorali dei politici, e scelgono soltanto quei
candidati che appoggeranno le loro politiche. Negli ultimi decenni le banche
non hanno più trovato ostacoli nell’imporre la loro linea politica, che vede
tagli nella spesa sociale, e privilegi di ogni genere soltanto per la classe
ricca. A causa di ciò, la qualità della vita della maggior parte della
popolazione è peggiorata. La disoccupazione è aumentata, e questo ha fatto
abbassare i salari. La classe media si è impoverita, a causa della
precarizzazione del lavoro e della disoccupazione.
Nel
mondo di oggi, la più grave minaccia proviene dall’attuale sistema finanziario,
che permette ad un gruppo di persone di agire senza alcun limite morale o
legislativo. Oggi queste persone vorrebbero colpire l’Iran per estendere la
guerra in Asia e a tutto il mondo islamico. L’obiettivo è distruggere coloro
che avversano il loro sistema economico-finanziario, e avere nelle loro mani
tutto il potere possibile. Lo stretto connubio fra banchieri, produzione
bellica e politici, concentra un potere distruttivo mai avuto prima.
Le
banche acquisiscono maggiore potere e ricchezza imponendo occupazioni militari
o sistemi dittatoriali. Ad esempio, la Esso Mobil ha aumentato nel 2006, del
26% i suoi profitti grazie allo sfruttamento dei pozzi del Kuwait e dell’Arabia
Saudita, paesi in cui sono state imposte dittature. I maggiori azionisti della
Esso Mobil sono le grandi banche come JP
Morgan & Co., Barclays e Mellon. La Total-Fina-Elf, gruppo petrolifero che
sta producendo profitti in Iraq, è controllato da grandi banche comeMellon e
Citigroup.
Le
banche, dunque, esercitano oggi un potere enorme su tutta la popolazione
mondiale, e intralciano in vari modi lo sviluppo culturale, morale, materiale e
spirituale dei popoli. Nel Terzo Mondo fomentano guerre per produrre profitti,
mentre nel Primo Mondo impediscono un maggiore benessere e reggono le redini
della situazione economica. I politici sono subordinati a questo assetto, e
oggi la loro abilità non consiste nel governare bene, ma nell’ingannare i
popoli facendo credere di essere a loro servizio.
Le
banche non sono istituzioni asettiche e neutrali come ci hanno fatto credere.
Esse sono un canale attraverso cui un gruppo di persone ci controlla e crea una
realtà funzionale ai loro interessi. La realtà attuale è condizionata in modo
inimmaginabile da queste strutture, che dettano leggi e valori. Dal sistema
finanziario deriva l’intera realtà economica, politica e sociale. Una realtà
distorta, disumana, in cui le risorse umane trovano blocchi nei disvalori che
producono estraneazione da se stessi. Una realtà in cui tutto deve ruotare
intorno al profitto e all’interesse materiale, come se la vita umana potesse
essere ridotta al meccanicismo e al materialismo.
Il
sistema finanziario è stato creato da un gruppo di persone che hanno
l’obiettivo di dominare sui popoli. Questo gruppo di persone ha creato le
regole di base e le ha poste come assiomi, in modo tale che noi fossimo indotti
a capire “come funziona il sistema” e non “chi lo ha creato così e perché”.
Coloro che pongono le regole e i parametri da cui non si potrebbe prescindere,
sono anche coloro che ci inducono ad assumere i valori della realtà messa in
gioco, condizionandoci attraverso presupposti impliciti, assunti come
immodificabili. Il sistema è maggiormente condizionante quanto più se ne assumono
i parametri di base in modo inconsapevole. Per questo è necessario capire
questo sistema di dominio, imposto con la disinformazione e l’inganno.
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