Blog politicamente scorretto contro la dittatura del pensiero unico. (AVV. E. LONGO)
IL VALZER DEL CALIFFO
( ma noi, da che parte stiamo ? Non lo so....)
“L’Italia: molti dubbi
quando si tratta di spingere per la pace, ma nessuno per la guerra”, comunicato del Coordinamento Nazionale per la Pace
in Siria del 27/11/2014
Il governo italiano ha deciso di aderire alla coalizione contro l’Isis
creata dagli Stati Uniti. Con questo atto, il nostro paese, dopo aver
sanzionato pesantemente la Siria (con esiti devastanti sulla popolazione
civile) ed aver rotto i rapporti diplomatici, accetta senza problemi di far
parte di una coalizione nella quale sono presenti proprio quei paesi che hanno
supportato Isis.
La decisione è stata presa quasi in sordina, con scarso rilievo da parte
dei media ma meritava maggiore attenzione: si tratta infatti di un atto preso
in spregio alla Costituzione italiana, che recita che l’Italia ripudia la
guerra, e senza passare per il Parlamento, in spregio ai principi fondanti
della democrazia. Si inizia con alcuni Tornado, partono con un 'asset bellico'
limitato, come 'ricognitori': vedremo come andrà a finire …
E' una decisione grave, dal momento che, oltre al vulnus inferto allo Stato
di diritto, trascina l’Italia in un’avventura militare dai contorni ambigui,
dal momento che il Califfato è nato ed è cresciuto fino a diventare l’attuale
mostro che minaccia il mondo nell’ambito di un progetto di rovesciamento del
governo siriano, che segue quello analogo avvenuto in Libia, altro Paese
divenuto fucina dello jihadismo internazionale. Armi e soldi provenienti dai
Paesi del Golfo e dagli Stati Uniti sono affluiti copiosi in questi anni nella
regione tra Iraq e Siria, finanziando il reclutamento di quelle milizie
mercenarie che stanno portando il terrore nella regione e minacciano il mondo
occidentale.
Ancora oggi è impossibile che il Califfato possa reggersi con mezzi propri:
se è vero che ha conquistato risorse energetiche irachene e siriane e le vende
di contrabbando grazie alla connivenza di alcuni degli Stati che compongono
l’attuale coalizione contro l’Is (vedi Turchia e la cosiddetta regione autonoma
curda irachena), è pur vero che le guerre costano tanto (ne sanno qualcosa gli
Stati Uniti che stanno dissanguando il loro bilancio), ben più di quanto l’Is
incassa con il contrabbando del petrolio. L’accusa mossa ai Paesi del Golfo di
continuare a sostenere il Califfato in funzione anti-sciita e anti-Iran,
nonostante l’adesione alla coalizione internazionale voluta da Obama, rimbalza
su tutti i media, si arricchisce di dettagli e informazioni di giorno in
giorno, senza che le autorità di questi Paesi siano mai state chiamate a
renderne ragione.
Né si capisce, o forse si capisce fin troppo bene, il ribadito sostegno
degli Stati Uniti ai cosiddetti ribelli siriani in funzione anti-Assad: a
questi continuano ad affluire armi e soldi Usa nonostante sia cosa risaputa la
loro convergenza con l’Is e con Al Nusra (altra funesta banda di tagliagole che
insanguina la Siria, legata ad al Qaeda e sostenuta anche dalla Turchia), sia
sul piano politico che militare.
Si è già provato a risolvere asseriti problemi internazionali a suon di bombe:
lo si è fatto in Iraq, per contrastare la fantomatica minaccia delle armi di
distruzione di massa di Saddam; lo si è fatto in Libia, per deporre il
Colonnello Gheddafi, prima ospite di riguardo delle cancellerie internazionali
poi accusato di essere un tiranno sanguinario. Il risultato è stato la nascita
dell’attuale follia jihadista.
Questo approccio si sta ripetendo in Siria e Iraq: senza prendere in
considerazione i tragici errori del recente passato. In realtà sarebbe facile
eliminare le fonti di sostentamento del Califfato: anzitutto contrastando il
traffico illegale di petrolio, ma soprattutto eliminando altre munifiche forme
di finanziamento che sembra davvero impossibile possano sfuggire a servizi
segreti tanto efficienti quali quelli americani e occidentali in genere (e di
Israele)..Il fatto che l’Onu non sia stato minimamente coinvolto in questa
opera di contrasto del Califfato getta un’ulteriore ombra sulla vicenda e pone
domande sui suoi reali obiettivi.
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