TERRORISTI GRAZIATI DAI PRESIDENTI DELLA REPUBBLICA ITALIANA
Esiste un
filo conduttore che unisce alcuni dei nostri Presidenti della Repubblica, e che
li accomuna in ciò che si può definire, a giusta ragione, come una sorta di
benevola condiscendenza e di evidente
compiacenza nei riguarda di alcuni ambienti legati all’estrema sinistra
extraparlamentare.
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Questa
affermazione scaturisce dall’analisi delle molte grazie che i vari Presidenti
hanno concesso, durante il loro mandato, nei confronti di criminali e assassini
appartenenti ad organizzazioni comuniste, condannati per efferati delitti, per
omicidi e stragi, e per aver tentato di sovvertire l’Ordine costituito.
A nulla
sono valse le condanne promulgate dai Giudici, le morti di vittime innocenti, e
i lunghi processi, poiché tutto è stato annullato dalla Grazia che il
Presidente della repubblica di turno ha emesso nei confronti dei criminali
comunisti italiani responsabili di aver versato sangue impunemente.
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Ecco
l’elenco di questi nostri Presidenti, e quello dei criminali che hanno goduto
della inspiegabile clemenza e della grazia ricevuta, nonostante i tribunali
abbiano emesso anche sentenze di condanna all’ergastolo.
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Nel 1978
concesse la GRAZIA a
GIULIO PAGGIO :
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Paggio
era a capo della formazione paramilitare comunista “Volante Rossa”, nata
a Milano nel 1945, e come tale si rese responsabile di una lunga lista di
omicidi, in Lombardia, in Piemonte, in Emilia, nel famigerato “triangolo della
morte”, e nel Lazio.
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Rosa Bianchi Sciaccaluga
, e la figlia Liliana.
Furono uccise il 31 agosto 1945 a Milano, per il
fatto di essere rispettivamente moglie e figlia di Stefano Bianchi Sciaccaluga,
ufficiale della Decima Mas (fucilato dai partigiani il 26 aprile 1946) ;
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Orlando
Assirelli,
commerciante, fu ucciso a Sesto San Giovanni (MI) il 27 gennaio 1946 ;
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Franco De
Agazio,
direttore del periodico “il Meridiano d’Italia”, fu ucciso a Milano il
14 marzo 1947, perché responsabile di aver iniziato a pubblicare una serie di
articoli che indagavano sull’”Oro di Dongo” (il tesoro di Mussolini trafugato
dai partigiani), mettendo in dubbio la versione ufficiale ;
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Enrico
Meneghini, fu
ucciso il 6 febbraio 1946, in quanto sospettato di appartenere alle SAM
(Squadre d’Azione Mussolini) ;
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Ferruccio Gatti, Generale decorato con medaglia al valore
militare, morì in ospedale in seguito alle gravi ferite, il 13 dicembre 1947,
dopo essere stato colpito perché sospettato di appartenere al FAR (Fasci di
Azione Rivoluzionaria) ;
Il figlio tentò invano, eroicamente, di fare scudo
con il proprio corpo, rimanendo gravemente ferito.
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Michele Petruccelli, fu ucciso a Milano il 5
novembre 1947, perché militante dell’”Uomo qualunque” il partito
politico dichiaratamente anti comunista ;
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Giorgio Magenes Folli, agricoltore, anch’egli
appartenente alla formazione politica dell’”Uomo qualunque”, fu linciato da una
folla di comunisti, a Robbiano Mediglia (MI), aizzati dagli uomini della “Volante
Rossa” ;
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Felice Ghisalberti, reduce della RSI, fu ucciso a
Milano il 27 gennaio 1949 ;
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Leonardo Masazza, dirigente della fabbrica
”Olap”, fu ucciso a Milano il 27 gennaio 1949 ;.
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Paggio fu condannato all’ergastolo, ma non ha mai
scontato nemmeno un giorno di carcere, poiché è sempre rimasto nascosto
all’estero, protetto dal Partito Comunista Italiano, fino a quando l’allora
Presidente della Repubblica Sandro Pertini, nel 1978, decise di porre fine alla sua latitanza, regalandogli la grazia.
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Paggio, e i componenti della “volante rossa” vennero
condannati per la seguente lista di reati :
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Associazione a delinquere;
Detenzione di armi;
Omicidio di Ferruccio Gatti
Tentato omicidio di Margherita Bellingeri, moglie di
Ferruccio Gatti;
Sequestro di persona (Italo Toffanello);
Omicidio di Felice Ghisalberti;
Omicidio di Leonardo Massaza;
Assalto al bar di via Pacini a Milano;
Invasione e danneggiamento della sede del giornale “Il Meridiano d’Italia”.
Invasione e danneggiamento della sede del giornale “Il Meridiano d’Italia”.
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Paggio non ha mai espresso parole di pentimento o di
dispiacere per gli assassinii compiuti, o tanto meno ha chiesto perdono ai
familiari di quelle vittime cui Sandro Pertini sembra aver voluto negare
giustizia, colpevolmente, senz’altro alibi che quello che evidentemente lo ha
legato, in simbiosi, agli ambienti del terrorismo comunista.
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Quale altro motivo può spiegare o giustificare un simile
disprezzo per la Giustizia, tale da permettere ad un feroce assassino di non
subire la giusta condanna per i reati commessi ?
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Quale motivo ci può essere per
negare ai familiari delle vittime una giustizia, già sentenziata dai Giudici e
dai Tribunali, e permettere ad una vera e propria belva umana di godere della
libertà impunemente ?
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Lo stesso anno, nel 1978, nuovamente, il nostro
~ ~ ~
Pertini e il leader del PCI Enrico Berlinguer |
Lo stesso anno, nel 1978, nuovamente, il nostro
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Presidente della Repubblica, SANDRO
PERTINI,
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concesse la grazia a MARIO TOFFANIN detto “GIACCA”, un criminale partigiano comunista, capo della “Brigata Osoppo”, condannato all’ergastolo nel 1954 dalla Corte di Assise di Lucca.
concesse la grazia a MARIO TOFFANIN detto “GIACCA”, un criminale partigiano comunista, capo della “Brigata Osoppo”, condannato all’ergastolo nel 1954 dalla Corte di Assise di Lucca.
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A questa pena furono aggiunti altri trent’anni di
reclusione per sequestro di persona, rapina aggravata, estorsione e concorso in
omicidio aggravato e continuato.
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“Botteghe oscure” riuscì a far espatriare Toffanin in
Jugoslavia.
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Il criminale partigiano comunista era già da tempo in
simbiosi con i comunisti slavi, avendo collaborato con il IX Corpus titino,
responsabile degli eccidi delle Foibe e della strage di Porzus in cui furono
trucidati 17 partigiani cattolici.
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Pertini, inspiegabilmente, concesse la grazia anche a
questo sudicio escremento, a questa blatta comunista, indegno di appartenere alla razza umana.
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Questo macellaio, correo della tragedia delle “foibe”,
finì infatti i suoi giorni in Slovenia, percependo anche una pensione italiana
di 672.00 Lire fino alla sua morte, avvenuta nel gennaio 1999.
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Evidentemente l’afflato del Presidente Pertini con la ferocia espressa
dai partigiani comunisti non è riuscito ad essere contenuto nei limiti della
decenza ma anzi si è espresso con arroganza e protervia, insultando così la
memoria delle vittime innocenti.
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Non a caso, alla morte del dittatore comunista jugoslavo
ideatore del massacro delle popolazioni della Giulia e della Dalmazia, Josip
Broz Tito (nel 1980), il Presidente Pertini si scapicollò a rendergli omaggio,
baciando perfino il feretro e la bandiera nella quale il leader marxista slavo
era avvolto.
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Gli Italiani purtroppo ricordano invece Pertini solamente, a causa della
disinformazione attuata dai comunisti per decenni, come il Presidente che alzò
la Coppa del Mondo di calcio allo Stadio Santiago Bernabeu l’11 luglio 1982, in
occasione della vittoria della squadra nazionale italiana.
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Presidente della Repubblica, SANDRO PERTINI.
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Nel 1985 graziò FIORA MARIA PIRRI ARDIZZONE (Prima Linea)
Questa “pasionaria” comunista era una ricercatrice
del CNR, ed ex moglie del leader del ’68 di Potere Operaio Franco Piperno, e
figlia di primo letto dell’allora compagna (Ninni) del senatore del PCI
Emanuele Macaluso.
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Palermitana, fu arrestata il 6 aprile del 1978 in un
appartamento di Licola, piccolo centro
del litorale flegreo a pochi chilometri da Napoli, e successivamente condannata
a 9 anni e 8 mesi anni per associazione sovversiva e per un attentato
all’Università della Calabria commesso dalla formazione rivoluzionaria ”Primi
fuochi di guerriglia”, da lei stessa creata.
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Nell’appartamento furono trovati, oltre che a documenti
vari, anche sei pistole.
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Dopo aver scontato solo 7 anni di carcere è intervenuto
il Presidente Pertini che ancora una volta ha espresso inequivocabilmente un
diverso indirizzo, in termini di linea di fermezza dello Stato nei confronti
dei terroristi, applicando agli esponenti del terrore marxista-comunista un
metro di giudizio diverso, e più benevolo, di quello dei Tribunali.
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Presidente della Repubblica, OSCAR LUIGI SCALFARO
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Bersani e Scalfaro |
Nel 1994 graziò BASCHIERI
PAOLO (appartenente al comitato rivoluzionario toscano delle BR).
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Fu arrestato nel 1978 mentre era insieme ad altri
brigatisti, tutti armati.
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Il 18 dicembre 1985 fu emessa la sentenza di
condanna a 16 anni di carcere perché coinvolto nel sequestro del Giudice
Giovanni D’Urso.
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Risultò essere intestatario di conti e di cassette di sicurezza in Svizzera, da cui pare attingessero le Brigate Rosse.
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Risultò essere intestatario di conti e di cassette di sicurezza in Svizzera, da cui pare attingessero le Brigate Rosse.
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A questo proposito, secondo il Sen. Pellegrino,
Presidente della Commissione bicamerale sulle stragi, nelle banche svizzere,
appunto, sarebbero custoditi i segreti più inconfessabili delle Br, tra cui
perfino le carte originali mai trovate del memoriale Moro.
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Oggi Baschieri è un cattedratico di biofisica al Consiglio Nazionale
delle Ricerche.
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Il Presidente della Repubblica, OSCAR LUIGI SCALFARO,
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nel 1998
firmò il provvedimento di grazia per
PANIZZARI GIORGIO
(uno dei fondatori dei Nuclei Armati Proletari), appartenente anche alle
BR.
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Pertini e Scalfaro |
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Secondo il parere di ben 3 giudici avrebbe dovuto
rimanere in carcere, a scontare l’ergastolo, al quale fu condannato nel
1972, per l’omicidio di un orefice
durante una rapina.
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Fu coinvolto anche nelle indagini per l’omicidio del
professor Massimo D’Antona e per costituzione di banda armata.
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Panizzari infatti fu colui che parcheggiò il Nissan
Vanette in via Salaria il giorno prima che questo fosse poi usato dagli
assassini per spiare i movimenti del professor D’Antona e ucciderlo.
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Le BR lo volevano libero in cambio di Moro, in
occasione delle trattative sulla sorte dello statista democristiano sequestrato
e poi ucciso barbaramente.
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Panizzari fu artefice di numerose rivolte carcerarie :
prima ad Aversa, al manicomio giudiziario, dove nel ’74 sequestrò due guardie e ne ferì una, poi a Viterbo, dove ferì altre due guardie, poi all’Asinara, insieme ai Brigatisti Curcio e Franceschini.
Panizzari fu artefice di numerose rivolte carcerarie :
prima ad Aversa, al manicomio giudiziario, dove nel ’74 sequestrò due guardie e ne ferì una, poi a Viterbo, dove ferì altre due guardie, poi all’Asinara, insieme ai Brigatisti Curcio e Franceschini.
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CERICA CLAUDIO
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Era un appartenente ad Autonomia Operaia e alle Brigate Rosse..
Gli furono contestati i reati di costituzione di banda armata come appartenente al Fronte comunista combattente, associazione sovversiva ed eversione, ma si rifugiò in Francia come latitante.
Gli furono contestati i reati di costituzione di banda armata come appartenente al Fronte comunista combattente, associazione sovversiva ed eversione, ma si rifugiò in Francia come latitante.
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Primula rossa del terrorismo italiano fu anche accusato
di aver partecipato al sequestro e all’uccisione dell’ex Presidente del
petrolchimico di Porto Marghera, Giuseppe Taliercio, e successivamente
prosciolto..
Fu graziato dal Presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro.
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Presidente della Repubblica, OSCAR LUIGI SCALFARO
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Presidente della Repubblica, OSCAR LUIGI SCALFARO
GIOMMI CARLO appartenente alle Brigate Rosse, fu condannato alla pena di 22 anni di reclusione per concorso morale in fatti di sangue.
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Giuseppe Taliercio, sequestrato dalle Brigate Rosse |
Condannato all’ergastolo durante il maxi processo
“Moro ter” fu poi graziato dal Presidente Scalfaro, immemore del fatto che il
motto delle Br fosse :
“Colpirne uno per educarne cento”
(Motto ripreso da Mao
Tse Tung e adottato dai brigatisti rossi).
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Il Presidente della Repubblica, OSCAR LUIGI SCALFARO
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MATURI PAOLA
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Paola Maturi è conosciuta come «infermiera» della
colonna romana delle Brigate Rosse, fu arrestata nel 1982 e poi
condannata nel 'Moro ter' a 22 anni e 11 mesi di reclusione per concorso morale
in fatti di sangue.
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Aveva preparato, in un covo, una infermeria di appoggio a
un'azione che portò poi alla morte del vice questore Sebastiano Vinci,
dirigente del commissariato Primavalle, ucciso a colpi di arma da fuoco il 19
giugno 1981.
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Vinci, a bordo di un’auto di servizio, fu attaccato
da un commando terroristico delle Brigate Rosse, composto da quattro individui,
tra cui una donna..
Vinci fu ferito gravemente da numerosi colpi di arma
da fuoco, nonostante il pronto intervento dell’autista, l’agente Pacifico
Votto, che reagì sparando, pur anch’egli ferito, e mettendo in fuga gli
aggressori.
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Il commissario morì poco dopo al Policlinico
Gemelli.
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L’agguato è stato poi rivendicato dalle Brigate
Rosse “Colonna 28 Marzo” e successivamente anche dai Nuclei Armati Comunisti
Rivoluzionari.
Sebastiano Vinci |
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Paola Maturi è stata anche ritenuta responsabile
dell'organizzazione del rapimento del vice questore della Digos romana, Nicola
Simone.
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In questa occasione operò ad un braccio il
brigatista Giovanni Alimonti (ex centralinista di Montecitorio) che nell'azione
era rimasto ferito.
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La donna fu incarcerata e successivamente rimessa
in libertà per decorrenza termini, e dopo la condanna fuggì a Parigi, ma nel
'93 si costituì..
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Il Presidente della Repubblica, OSCAR LUIGI SCALFARO
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Marinella Ventura, è stata un esponente della
colonna veneta delle Br e fu implicata, come fiancheggiatrice, negli omicidi
del dirigente della Montedison, Sergio Gori e del vice capo della Digos,
Alfredo Albanese, e accusata di introduzione in Italia di armi da guerra.
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Albanese fu insignito di una medaglia d’oro al valor
civile alla memoria e gli fu dedicato il parco pubblico vicino al luogo
dell’uccisione, in cui fu deposta una lapide pavimentizia.
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Lasciò la moglie Teresa in attesa del primo figlio.
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Furono individuati e catturati i membri del commando, appartenenti alle Brigate Rosse.
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Furono individuati e catturati i membri del commando, appartenenti alle Brigate Rosse.
Quattro brigatisti comunisti furono condannati alla pena dell’ergastolo, mentre altri tre terroristi ebbero pene varianti dai 13 ai 16 anni di reclusione (e scarcerati dopo alcuni anni).
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Nonostante tutto ciò l’enfasi benevola e accondiscendente del presidente Scalfaro si profuse in una grazia, a favore della criminale Ventura, nel dicembre del 1997, solo per il fatto che allora lei fosse allora una delle cinque ex terroriste ancora in carcere, con figli piccoli.
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Le vittime della furia criminale e omicida dei
brigatisti non ebbero però clemenza o altre opportunità di sopravvivenza e
morirono sotto i colpi di un comunismo arrogante e violento, quello delle
Brigate Rosse..
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Presidente della Repubblica, OSCAR LUIGI SCALFARO
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VILLIMBURGO MANUELA
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Dissociata e sorella di Enrico, condannato
all'ergastolo per almeno dieci omicidi firmati dalla colonna romana delle
Brigate Rosse, è stata condannata nell’ambito del processo “Moro ter”, in cui
rientrarono tutti i delitti delle BR compiuti nella capitale tra il 1978 e il
1983.
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Manuela ha messo in rete il codice IBAN per
effettuare versamenti sul proprio conto, al fine di raccogliere fondi a favore
del fratello Enrico rifugiato in Francia come latitante.
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Il codice è stato diffuso attraverso un sito
comunista che si occupa di “soccorso rosso”, chiamata “contromaelstrom.com”.
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“Chiamiamo comunismo la società senza galere”,
ma evidentemente il suo autore ha dimenticato i gulag staliniani, i laogai
cinesi, S21 la fabbrica della morte cambogiana, e le vittime stesse prodotte
anche in Italia proprio dai criminali che costoro vogliono aiutare.
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Enrico si avvale dell’alibi di essere ammalato,
quasi che la sua situazione sanitaria sia più importante del fatto di aver
tolto la vita ad altre persone…
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Presidente della Repubblica, CARLO AZEGLIO CIAMPI
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DOMENICO PITTELLA è un ex senatore del Partito Socialista Italiano, condannato a 12 anni nel processo in cui è stato imputato per aver messo a disposizione delle Brigate Rosse la sua clinica di Lauria, in cui sottopose a cure mediche la terrorista Natalia Ligas, ferita in uno scontro a fuoco nel tentativo di omicidio dell’avvocato difensore del terrorista pentito Patrizio Peci.
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La “pasionaria” delle Br fu ferita ad una gamba, e Pittella intervenne, appunto, per eliminare la cancrena che ne seguì.
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Domenico Pittella |
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L’ infamante accusa che gli fu rivolta, fu quella di aver stretto un patto con le Br, secondo il quale avrebbe curato e nascosto la brigatista Ligas se le Br stesse, in cambio, avessero sequestrato, appunto, il suo compagno di Partito e avversario personale, l’assessore regionale Schettini.
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La condanna per associazione sovversiva e partecipazione a banda armata divenne definitiva in occasione del processo “Moro ter”, il 10 maggio 1993, anno in cui Pittella si diede alla latitanza, riparando in Francia.
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Dopo sei anni si costituì mentre il suo debito con la Giustizia fu ridotto di un terzo a causa della Grazia concessagli dal Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi.
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La pena rimanente si estinse mediante l’affidamento ai servizi sociali fino al 2002.
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Giorgio Napolitano |
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Presidente della Repubblica, GIORGIO NAPOLITANO
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OVIDIO BOMPRESSI è stato un militante attivista di Lotta Continua, la formazione comunista extraparlamentare di orientamento rivoluzionario.
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Fu condannato come esecutore materiale nell’omicidio
del Commissario di Polizia Luigi Calabresi, commesso insieme a Leonardo Marino,
autista del Commando e accusatore di Bompressi, e con Adriano Sofri e Giorgio
Pietrostefani come mandanti.
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Gli fu comminata una pena di 22 anni di reclusione, ma potè poi godere
del provvedimento di clemenza concessogli per gravi motivi di salute dal
Presidente Giorgio Napolitano il 1° giugno 2006..
Questi criminali hanno potuto contare,
nonostante le condanne per i crimini commessi, sul favore di molti
intellettuali della sinistra, come ad esempio Dario Fo, che infatti mise
addirittura in piedi un nuovo spettacolo “ad hoc” per sostenere la battaglia
per la liberazione di Sofri, Bompressi, e Pietrostefani.
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Paradossalmente, nonostante la sua
accondiscendenza verso i criminali comunisti, gli è stato conferito il Premio
Nobel per la letteratura nel 1997.
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Il commissario Calabresi è stato
insignito di medaglia d’oro al merito civile, con la seguente motivazione :
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«Fatto oggetto di ignobile campagna
denigratoria, mentre si recava sul posto di lavoro, veniva barbaramente
trucidato con colpi d’arma da fuoco esplosigli contro in un vile e proditorio
attentato. Mirabile esempio di elette virtù civiche ed alto senso del dovere. »
Milano, 17 maggio 1972
Giuseppe Saragat |
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Presidente della Repubblica, GIUSEPPE SARAGAT
.FRANCESCO MORANINO detto “Gemisto” era un comandante partigiano comunista, a capo del 6° distaccamento Pisacane della Brigata Garibaldi-Biella, anch’essa comunista.
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Moranino, fautore della creazione di una repubblica
sovietica sul suolo italiano, al momento della liberazione, si specializzò
nell’uccisione di fascisti, o presunti tali, e di partigiani “autonomi”, che
potevano contrastare la sua guerra ideologica.
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L’evento drammaticamente più significativo fu
l’eccidio della cosiddetta “Missione Strassera” avvenuto il 26 novembre 1944 in
località Portula.
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Emanuele Strassera era stato incaricato dagli
anglo-americani di coordinare la lotta partigiana e di controllare l’attività
delle formazioni comuniste.
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Strassera si rese conto dei piani di Moranino, che
andavano ben oltre la Liberazione dai nazisti, e insieme ad altri quattro amici
arruolati si dedicò quindi a stilare un rapporto sulla situazione, da
consegnare agli agenti alleati operanti in Svizzera.
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Moranino organizzò un’imboscata in cui attirare
queste cinque persone e le assassinò, massacrando anche due delle spose degli
uccisi stessi.
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Dopo la strage Moranino iniziò la sua carriera
politica, in seno al Partito Comunista Italiano, per il quale nel 1946 fu
eletto a Torino nell’Assemblea Costituente.
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Nel 1947 fu nominato sottosegretario alla Difesa nel
Governo De Gasperi.
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Nel frattempo i familiari delle vittime della
“Missione Strassera” raccolsero prove schiaccianti sulle responsabilità di
Moranino, divenuto intanto deputato comunista.
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Il 27 gennnaio 1955, durante il Governo pella, la
Camera dei Deputati votò per l’arresto del criminale partigiano, dietro domanda
della Procura di Torino.
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L’accusa era di omicidio plurimo aggravato e
continuato, oltre che di occultamento di cadavere e Moranino fu condannato alla
pena dell’ergastolo per sette omicidi commessi durante il periodo della
“Resistenza”.
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Si legge nella
sentenza :
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«Perfino
la scelta degli esecutori dell’eccidio venne fatta tra i più delinquenti e
sanguinari della formazione. Avvenuta la fucilazione, essi si buttarono sulle
vittime depredandole di quanto avevano indosso. Nel percorso di ritorno si
fermarono a banchettare in un’osteria e per l’impresa compiuta ricevettero in
premio del denaro».
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L’onorevole Moranino, detto “Gemisto”, non fu
arrestato perché scappò a Praga, in Cecoslovacchia, protetto dal Partito
Comunista dove divenne Direttore dell’emittente radiofonica in lingua italiana,
Radio Praga.
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Il 27 aprile 1965 Saragat, a causa di manovre
attuate dalle correnti di sinistra interne al partito della Democrazia
Cristiana, fu indotto a firmare la grazia per il criminale comunista.
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Nel 1968, il PCI e il neonato Psiup (Partito
Socialista Italiano di Unità Proletaria) candidarono Moranino nel collegio di
Vercelli.
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L’assassino fu rieletto ed entrò a far parte della
Commissione Industria e Commercio del Senato.
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Dissenso
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