Blog politicamente scorretto contro la dittatura del pensiero unico, coordinato dall' avvocato Edoardo Longo.
BANKSTERS / NUOVA TEMPESTA FINANZIARIA IN ARRIVO
Dall’incontro
di Shanghai del G20 non esce alcuna strategia comune per rilanciare l’economia
mondiale
Il vertice G20 di
Shanghai doveva essere l’occasione per coordinare gli interventi di politica
economica con l’obiettivo di rilanciare un’economia mondiale in forte
rallentamento. Invece è stata l’occasione in cui sono emerse le profonde
divergenze tra i Paesi occidentali sulle strategie da seguire.
I temi del contendere
sono stati sostanzialmente due. Il primo la bontà di aumentare la spesa
pubblica; il secondo riguarda l’efficacia dei tassi negativi. Sul primo pomo
della discordia il dibattito in Europa è arcinoto. Si tratta del confronto tra
i fautori delle politiche di austerità tese a ridurre l’indebitamento pubblico
e coloro che chiedono investimenti e aumento della spesa pubblica per
rilanciare l’economia. Tra i risultati delle politiche di austerità vi è da
annoverare la sconfitta elettorale dei partiti che hanno sostenuto i Governi
che le hanno attuate. E’ successo in Grecia, in Portogallo, in Spagna ed ora
anche in Irlanda. Quest’ultimo caso è particolarmente interessante, poiché
l’economia irlandese era in forte crescita, ma i partiti di Governo sono stati
ugualmente puniti dagli elettori.
Più importante è il
dibattito sull’efficacia dei tassi negativi anche perché è molto probabile che
la Svizzera per evitare un rafforzamento del franco li porterà ulteriormente in
basso e altrettanto farà la Banca centrale europea dopo la pubblicazione dei
dati sull’inflazione che certificano la caduta in deflazione di Eurolandia con
un calo dei prezzi in febbraio dello 0,2% su base annuale. Ora, come si sa, i
tassi negativi sono già realtà nel nostro Paese, in Eurolandia, in Danimarca,
in Svezia e in Giappone.
Inoltre, circa 6000
miliardi di titoli obbligazionari hanno già rendimenti negativi. Ora, per
evitare una reazione dei lavoratori e dei piccoli risparmiatori la Bce di Mario
Draghi ha intenzione di seguire l’esempio nipponico, ossia un sistema a doppia
velocità per cui le banche non devono pagare per i depositi dei piccoli
risparmiatori. Ma proprio questo artificio rischia di rendere, secondo il
Governatore della Banca centrale d’Inghilterra, l’intero esercizio utile solo
per favorire il deprezzamento della moneta del Paese in questione sul mercato
dei cambi. Quindi, diventa a livello globale un gioco a somma zero, poiché
quello che guadagna il Paese che svaluta, lo perde il Paese che vede la propria
rivalutarsi. Inoltre l’esperienza giapponese rimette in discussione anche
l’efficacia dei tassi negativi sul tasso di cambio. Infatti dopo la decisione
di introdurre i tassi negativi lo yen si è rafforzato e la borsa di Tokyo è
calata fortemente. D’altro canto, imporre i tassi negativi anche sui piccoli
depositi rischia di vedere un ritiro di massa di soldi che potrebbe innescare
una crisi del sistema bancario che è già uno degli anelli più deboli
dell’intera economia mondiale. Insomma la scelta di spingere ancora più in
basso tassi già negativi è una scelta di disperazione di banche centrali che
non sanno più a che santo votarsi.
In realtà questa crisi,
che è la prosecuzione di quella del 2008, non può essere superata se non
rivedendo i paradigmi economici degli ultimi anni. La globalizzazione, le nuove
tecnologie e il libero movimento dei capitali hanno provocato la stagnazione e
spesso la diminuzione dei redditi di larghi strati della popolazione ed hanno
favorito la concentrazione delle ricchezze. Questo fenomeno ha prodotto una
carenza di domanda, poiché gli strati sociali sono quelli che hanno una
maggiore propensione al consumo. Quindi, se si vuole aumentare la domanda
finale, la via maestra è attuare politiche che correggano le distorsioni
provocate dalle politiche liberiste degli ultimi decenni. Ma non è questa
l’intenzione delle attuali autorità politiche e monetarie.
Quindi, se un
radicale cambiamento delle politiche economiche, non possiamo che aspettarci la
terza gamba della caduta dei mercati finanziari e una crisi peggiore di quella
del 2008.
Reporter
Nessun commento:
Posta un commento